Genitori & Figli 2
Ultimo Capitolo

 
29 Luglio 2009 Articolo di Stefano Grazia
Author mug

Il nostro Stefano Grazia fa il punto sul mese trascorso con il figlio dodicenne Nicholas in Italia, fra accademie nostrane, Tornei ETA e Nike, Caldaro e Vavassori. Le differenze fra USA ed Europa. E già incombe la partenza, stavolta definitiva, per l’Accademia di Nick Bollettieri. Un diario al solito… torrenziale da leggere tutto d’un fiato.

So, so you think you can tell

Heaven from Hell

Blue skies from pain

Can you tell a green field

From a cold steel rail?

A smile from a veil?

Do you think you can tell?

(Roger Waters-David Gilmour)

 

Dal 18 Agosto non saro’ piu’ un G&F nel vero senso della parola, almeno come l’intendevamo io e Mad Max: un Genitore Appassionato coinvolto estremamente e in prima persona nella gestione tennistica del proprio pargolo. If you love somebody, set him free, cantava Sting e io a questo punto ci sono arrivato con molti mal di pancia con un anno di anticipo sul previsto. Mai troppo presto, dira’ qualcuno di voi. Eppure, non ne sono convinto. Se il mio compagno di merende Mad Max e’ uomo di mille certezze, io rimango invece pieno di dubbi e cosi’ come li avevo prima quando dovevamo gestirlo da soli, io e mia moglie, i dubbi li ho anche adesso che abbiamo deciso di varcare il Rubicone e inviare Nicholas oltre oceano da Bollettieri. Decisione che e’ stata ed e’ tuttora molto sofferta. Prima di tutto da un punto di vista molto egoistico: mi manca l’eccitazione di una stagione di allenamenti vissuta in primo piano e guardo con nostalgia all’anno scorso quando di questi tempi stavamo periodizzando tutta la programmazione contattando palleggiatori locali e ragazzini ed eravamo tutti galvanizzati facendoci belli di tutti nostri gadget per la preparazione atletica, dalla Agility Ladder al Trampolino Elastico.Poi dal punto di vista economico (sentiti i prezzi Max offeso nel pudore dichiarava che ANCHE se lo avessero invitato a gratis si sarebbe rifiutato di andarci perche’ era uno sconcio e un’offesa al commune senso del pudore). Infine, ma non ultimo, dal fatto che comunque e’ in fieri una separazione famigliare che certo fa ridere se paragonata a quelle ben drammatiche in atto in altre parti del mondo ma che appunto, in quanto dovuta se vogliamo a ‘futili’ motivi puo’ risultare ancora piu’ difficile da accettare o comunque da assorbire. Cio’ detto mi ero anche ripromesso che in futuro avrei scritto molto piu’ sporadicamente lasciando alla racchetta di mio figlio il compito di parlare. La consueta onesta’ intellettuale che solo Chloe De Lisser & Giovanni De Roussillon sembrano contestarmi m’impone di rivelarvi che, da quel che ho visto, in questo momento in Italia ci sono almeno una cinquantina di ragazzini Under 12 piu’ forti di Nicholas e vi diro’ di piu’: alcuni sono anche un anno piu’ giovani. Intendiamoci: ho detto piu’ forti, cioe’ in grado di batterlo almeno sul rosso, non migliori come colpi o potenziale (sara’ che ogni scarafone e’ bello a mamma sua) ma francamente di trincerarmi dietro il paravento dei risultati che a questa eta’ non contano e blah blah mi sembrerebbe davvero poco elegante da parte di chi ha sempre predicato il No Whining, No Excuses raccomandato anche da Brad Gilbert ad una Conferenza alla Bollettieri. I fatti sono questi: certo, era la prima volta sul rosso in quasi tre anni e al suo attivo quest’anno aveva solo 4 tornei giocati prima di Trieste (per un totale di 7 tornei in tutto il 2009 mentre gli altri ragazzini giocano 20-30 tornei all’anno, e spesso due a settimana…) ma abbiamo sempre detto che si, vincere a questa eta’ conta relativamente ma che bisogna stare a 13-14 anni nel gruppo dei 4-5 migliori e noi in questo gruppetto ancora non ci siamo. … Speriamo dunque di riuscire ad avvicinarci un po’ dopo un anno (o due) alla Bollettieri. Ho quindi qualche remora a riprendere a scrivere periodicamente sul blog (in fondo che titoli o che credibilita’ posso avere?) anche se in questo mese in giro per l’Italia ho avuto modo d’incontrare oltre agli Aficionados anche molti altri Utenti Sconosciuti che dichiaravano di leggere il Blog e m’imploravano (o forse meglio dire, CI imploravano, a quelli della Vecchia Guardia,intendo) di riprendere ad intervenire e riportare i Filosofi (i musici falliti, i pii, i teoreti, i bertoncelli e i preti ….) sulla terra e alle cose di tutti i giorni. Pur non essendo venute a mancare le ragioni che mi avevano imposto questa pausa di riflessione, e cioe’ il desiderio di cominciare a salvaguardare in qualche modo la Privacy di un figlio ormai dodicenne, d’altra parte mi rendo pero’ conto che lontano dagli occhi uno dei modi per continuare a sentirmi vicino al suo cuore potrebbe forse proprio essere quello di continuare a scriverne e quindi sto pensando ad un nuovo format per la Season Three ma di questo ne parlero’ poi con l’autorevole Commentucci, rimasto l’unico Guardiano del Blog, e noi stiamo pure a lamentarci con lui se ogni tanto deve andare in bagno e ritarda a passare un commento (sarebbe bello se pero’ le Chiavi della Moderazione venissero rilasciate anche a qualcun altro, non sto scherzando…)

 

Ma vi avevo promesso alcune considerazioni a conclusione del Ciclo di G&F Season 2. La prima che mi viene in mente, e’ che seguire i propri figli in giro per tornei non e’ per tutti: se non vi piace, statevene a casa. Sono state infatti cinque settimane molto stressanti dal punto di vista fisico e mentale, pensare che avrebbero dovuto essere le mie vacanze e le ho invece passate si fra la via Emilia e il West, il che potrebbe sembrare anche suggestivo, ma alla fine a casa mia, a Calderino di Monte San Pietro,alle pendici dell’appennino Tosco emiliano, ci ho passato un giorno e mezzo all’arrivo e due giorni prima di ripartire: in mezzo, dopo gli Stati Uniti, un su e giu’ furioso per l’Italia da Palazzolo a Trieste, di nuovo Palazzolo, poi Porto San Giorgio, ancora Palazzolo e infine Cornaiano-Caldaro … La seconda considerazione, dopo aver girato in lungo e in largo l’Italia dei Tornei e delle Accademie e’ che per un italiano che vuole sfondare nel tennis e’ meglio andarsene all’estero … BUM!

Spiegazione: non perche’ in Italia non vi siano Maestri o Coaches bensi’ perche’ ho avuto a tratti la sensazione che il micromondo del tennis junior italiano sia un ambiente fin troppo provinciale dove la prima cosa che ti sta a cuore non e’ raggiungere l’eccellenza di tuo ma il fallimento altrui. Non ci si concentra cioe’ sul riuscire ad allevare un figlio campione ma a sperare che il figlio dell’altro non ci riesca perche’ in tal modo la nostra coscienza sara’ salva. Se non c’e’ riuscito lui, non sono costretto a giustificarmi perche’ non ci son riuscito io, rodermi perche’ non ci sto riuscendo, farmi il culo per riuscirci anch’io e posso quindi permettermi di continuare a vivacchiare …Questa e’ stata la sensazione che mi ha accompagnato di torneo in torneo e forse mi sbaglio ma invece d’incontrare simpatia mi e’ sembrato piuttosto d’incontrare diffidenza e ostilita’ o sorrisini di compatimento da parte degli Addetti ai Lavori. Probabilmente a cio’ ha contribuito il mio look arcigno e finto casual con gli Oakley scuri da vista che viene forse spesso scambiato per arroganza (mia moglie me lo rimprovera sempre) ed invece e’ semplice miopia e che mi hanno ancora impedito di avere un avatar sul blog ma l’impressione e’ stata questa, che l’interlocutore, chiunque esso fosse, mi guardasse e pensasse Tu vo’ fa’ l’Americano ma tuo figlio non e’ mica tutto sto granche’, non e’ di certo un Quinzi.Stessa cosa la leggevo negli occhi della gente che veniva a contatto con Annamaria che vive da un anno con la figlia a Boca Raton per farle frequentare la Evert e che usciva ad ogni torneo al primo turno … E magari con l’accento romagnolo le dicevano: ‘Ma perche’ devi andare in America da Bollettieri? Non ce ne sono di buoni maestri qui in Italia?’sottintendendo: visti I risultati,sei proprio un patacca! E Annamaria: veramente noi siamo alla Evert…rinunciando a spiegare che non si tratta solo di scelte tennistiche ma anche di vita e comunque a lungo termine. Ma non voglio essere frainteso: non sto dicendo che in Italia non sia possible costruire un campione, sto solo dicendo che e’ piu’ facile fabbricarne uno Croato o Serbo o Russo o perfino Americano (e di questi tempi e’ tutto dire…)…l’importante e’ che non sia italiano. Probabilmente succede cosi’ anche nelle altre parti del mondo (in UK per esempio ma evidentemente meno in Spagna e Francia) e quindi puo’ darsi che faccia semplicemente parte del processo di crescita. Cosi’come secondo gli psicanalisti l’Uccisione possibilmente metaforica del Padre sancisce il passaggio dall’Adolescenza alla Maturita’, puo’ darsi che il distacco dal suolo natio sia un passaggio fondamentale nella Costruzione del Campione. Lo consigliava anche Safin (no,dico:Safin!!!) ai suoi giovani compatrioti: ‘Andate all’estero! Non rimanete a casa!’ E forse non solo perche’ la Russia era quello che era.

 

E la prime due considerazioni sono andate. Ora: uno dei miei giornalisti preferiti, Jon Wertheim, che scrive per Sport Illustrated e tiene una rubrica di tennis su www.si.com che tutti dovrebbero leggere, fa seguire ad ogni Grande Slam 50 osservazioni sparse, cosi’ come gli vengono in mente, senza star troppo pensare a un filo logico conduttore. Una considerazione andata,ecco le mie altre…no, non 48 ma solo (?!?) la meta’

 

3) Devo anche confessare che alla fin fine la nostra esperienza estiva e’ stata poco significativa … tra l’altro questo mese di luglio e’ stato un salasso ed ha prodotto assai poco se non il farci toccare con mano (tramite i nostri pacchiani errori di programmazione e gestione) quel che un altro anno non possiamo e non dobbiamo piu’ fare.Al punto di pensare che sarebbe quasi meglio costruirsi un campo in campagna e allenarsi li’ e andare a fare i tornei solo in zona, a portata di auto …Girare per Nike ed Eta in fondo e’ troppo costoso finche’ non affidi tuo figlio DA SOLO ad un team e che poi si arrangi lui,oppure meglio ancora vai tu da solo e ti arrangi tu,come fa Max, inutile aggiungere o raddoppiare i costi…Inutile spendere anche tot euro per un totale di 10 gg effettivi ma spezzettati fra un torneo e l’altro alla Vavassori (ma se non ci fossimo mai venuti non ce ne saremmo mai resi conto), meglio allora fare una full immersion a Sestola se non da Sartori o Bob Brett (o anche Bertino) … Mah, confesso che ho sbagliato tutto ma anche che se non l’avessi fatto, non me ne sarei mai reso conto e quindi l’esperienza era necessaria… Certo, noi di solito, spendendo assai poco DURANTE l’anno, quando arriviamo nel Mondo Civilizzato vogliamo TUTTO e SUBITO e siamo disposti a non guardare troppo al denaro pur di avere insieme QUALITA’ e QUANTITA’…Ne abbiamo bisogno per recuperare il tempo perduto…Ma quest’anno e forse per la prima volta mi e’ sembrato di aver sbagliato tutte le mosse e del resto mi rendo conto che se non le avessi sbagliate sarei sempre rimasto con una sorta di dubbio irrisolto, di rimpianto per non averci provato … Un esperienza anche questa… Ma conti alla mano, non sono nemmeno piu’ cosi’ sicuro andando in Florida di spendere poi cosi’ tanto piu’ di quelli che rimangono a casa ma rincorrono tornei di qua e di la’ …

 

5)Il problema piu’ importante, comunque, mi e’ sembrato di capire che a un certo punto, ammesso e non concesso un certo bagaglio di qualita’, sara proprio’ trovare qualcuno in grado di gestirti a livello di programmazione trovandoti i tornei giusti a cui partecipare in modo di consentirti un approccio graduale ai livelli piu’ alti del gioco…QUELLO E’ IL VERO LAVORO DI UN BRAVO COACH … Me ne parlava uno dei Coaches della Vavassori, Cristian Merlato che a 12 anni era uno dei migliori in Italia, secondo solo a Luzzi, e che ci confessava di essersi poi ritrovato a 22 anni senza alcuna esperienza internazionale, confinato a tornei inutili e di poco conto … Mi chiedo dunque con una certa preoccupazione: ma cosa succeede ai bambini fagocitati all’interno di un Academy oltre oceano? Ok, e’ presto ma non nascondo che mi piacerebbe avere una strada tracciata (quella di cui parlava il Direttore di Tennis Italiano, Anderloni, al Raduno di Roma, strada che altri sport hanno ben precisa e che invece il tennis non ha)

 

6) Qualcosa sui Tornei:

TRIESTE era organizzato molto bene e pur con un tabellone delle Qualificazioni con 64 giocatori e’ sempre stato possible trovare I campi per allenarsi grazie a 9 campi in terra e due in cemento. All’iscrizione venivan consegnati una TShirt e un Pass e ogni sera.oltre ad essere appeso in bacheca, veniva consegnato uno stampato con gli incontri del giorno dopo. Il problema eran forse le ‘accomodations’ con gli alberghi tutti piuttosto distanti (noi eravamo finite in Slovenia). Insomma, ci vuole una vettura che ti porti al Circolo e poi ti riporti in Albergo. Pero’ una volta al Circolo potevi stare li’ tutto il giorno: allenarti, mangiare, riposarti, fare atletica… A Porto San Giorgio tutto l’opposto: il Circolo ha solo 3 campi e almeno durante le Qualies non erano nemmeno tutti riservati al torneo. Il grande vantaggio e’ che a 100 metri c’e’ la spiaggia e il lungomare con tutti I ristorantini: per certe mogli o madri poco interessate al tennis dei propri pargoli, ovviamente PSG e’ nettamente meglio di Trieste ma per chi e’ li’ solo per concentrarsi sul Tennis probabilmente Trieste volendo batte Porto San Giorgio 4-1. Anche il Nike di Rungg e’ come Trieste, soprattutto se alloggi all’Hotel a 10 metri dal Circolo che e’ molto carino con 7 campi. Dal cucuzzolo su cui era appollaiato l’albergo potevi lasciar spaziare lo sguardo su immense distese di vigneti, su Bolzano che dista una ventina di chilometri e su un gruppo montuoso che stranamente a noi ricordava la Table Mountain di Cape Town. Pero’ il resto del paese (Cornaiano) e’ giu’ dalla discesa, a un paio di km, e chi non era alloggiato al Rungg o aveva l’auto o se la faceva a piedi. Dovessi tornarci mi porterei pero’ la Mountain Bike perche’ li’ intorno vi sono numerosi percorsi. Il grande vantaggio e’ stata la vicinanza con Caldaro dove proprio nella stessa settimana Sartori teneva il suo stage. Per cui fra una pausa e l’altra del torneo anche noi siamo stati ospiti e l’unico vero scoop del mese e’ che Nicholas ha insegnato a Seppi ad andare sul RipStick, lo skate snodato con cui mio figlio ha davvero lasciato un ricordo indelebile, altroche’ col tennis, nella mente di chi l’ha visto … (e nel cuore delle ragazzine, ovvio…)

 

7)Viste giocare a Trieste la Giulia Sartori e a Cornaiano la Deborah Ginocchio. La Sartori arrivava dalla vittoria di Padova ma contro la Cavalli nel primo turno delle Quali ha dovuto annullare 5 Match Points prima di vincere al terzo. Quello che mi ha positivamente impressionato e’ che la Sartori fa il suo compito senza paura, indipendentemente dal risultato lei ‘executes’, colpisce come deve colpire, non importa se oggi sta dentro o fuori.Era comunque lei a dettare il gioco e sicuramente quando I suoi colpi si assesteranno A me e’ piaciuta anche Elisa Fiorini, il cui padre si era mescolato a noi bloggers ma non so se e’ un Aficionado, non credo. I colpi di Elisa a me piacevano molto, dritto e rovescio in top spin anche se forse a causa di un servizio al momento insicuro era un po’ in crisi di risultati e quindi di fiducia.. Ovviamente vista anche ‘Big Bang’ Alessia dall’uno-due fulminante. Mi e’ rimasta la curiosita’ di vederla impegnata in uno scambio prolungato e il dubbio: tira cosi’ forte che gli altri non la vedono o le avversarie viste erano troppo inferiori? Cosa succede se l’avversaria e’ una che oltre che colpire sa anche rimandare e correre? A Trieste dopo un paio di turni facili e’ incappata in una Indiana tosta, di un anno piu’ anziana e con due anni alle spalle di Bollettieri (infatti l’avevamo conosciuta la’) e se il primo set vinto a zero e un parziale di 2/0 nel secondo sembrava aver impietosamente risposto a questo quesito, il recupero fino al 4 pari e poi il fatto che comunque la giocatrice indiana avrebbe poi raggiunto la finale battendo per strada la Sartori hanno in realta’ portato acqua al mulino del nostro Mad Max convincendolo vieppiu’ di essere sulla strada giusta. Anche Alessia comunque in campo non sorride mai come Laura Robson e questo non piacera’ a Nikolic. Ma che si facevano tutte ste risate ne ho viste ben poche…

 

8) Fra I maschi ho visto giocare Zanchi: Max mi dice che Mora e’ addirittura meglio ma a me Zanchi e’ piaciuto: rispetto a Nicholas ha piu’ solidita’ nei colpi di recupero dal fondo e un anno in meno. Mi e’ sembrato avere tutti I colpi e visto che, nonostante qualche frignatina, vince spesso al terzo ha anche carattere. Per esempio ha battuto al terzo Mattia Rossi da cui Nicholas aveva invece perso senza quasi entrare in campo con un 76 06 75 che la dice lunga sul carattere di entrambi. Anche lui e’ piccolino e bisognera’ vedere come si sviluppa.Mi piacerebbe pensare che il gioco di Nicholas sia piu’ fluido, naturale piu’ aggressivo ma potrebbero essere tipici discorsi di chi cerca di convincere piu’ se stesso … A Trieste ho visto giocare Gigi Neri, sempre molto solido, e un ragazzo di cui ahime’ non ricordo ora il nome che serviva con la sinistra e rispondeva da destro mentre gli smashes li alternava … Ha fatto qualche sfracello nei primi turni distruggendo un buon israeliano 60 60 ma poi e’ incappato in una giornata storta ed e’ uscito.

 

9)Papa’ Quinzi,cordialissimo e cortese come sempre, mi diceva a PSG che non c’e’ paragone fra il livello di tornei in Europa e quelli in US e intendeva dire che in Europa e in Italia i Tornei sono piu’ importanti e piu’ qualificati.Non lo metto in dubbio e anch’io mi sono reso conto che la profondita’ del tabellone in un Torneo U12 Maschile ETA (ma anche NIKE,almeno d’estate e nel Trentino) e’impressionante: non ci sono avversari con cui puoi pensare di scendere in campo ed aspettarti un 60 61. Si, ce ne saranno 5 o 6 (a Nicky ne e’capitato uno a Trieste) ma per il resto devi scendere sempre in campo col coltello fra I denti pronti per andare al terzo o comunque vincere 75 76.(diverso,forse, discorso fra le femmine dove comunque diverse buone giocatrici hanno salutato tutti gia’ al secondo turno e la Sartori, reduce dalla vittoria di Padova, al suo esordio nel prmo turno di Quali ha avuto 5 match point contro prima di vincere al terzo). In fondo e’ quello che succede nell’ATP: Federer batte Haas tre sets a zero…Be’, uno pensa: 3-0, no problem…I miei maroni (scusate il francesismo), si sara’ trattato di 6-7 punti di differenza … Ma anche quando incontra Seppi e’ gia’ un paio di volte che vince 76 76 … Vuol dire che se cedi un attimo, se ti distrai un attimo, se molli un attimo…SE NON VAI IN CAMPO PREPARATO E MENTALMENTE PRONTO A PASSARE ATTRAVERO UN TUNNEL DI FUOCO E FIAMME quel match invece di vincerlo 61 62 come speravi finisci per perderlo 06 16 … Questa e’ stata la lezione piu’ importante appresa (spero…) da Nicholas quest’estate. Uno si potrebbe poi domandare come mai allora dall’Italia non esca un maggior numero di giocatori forti ma potrebbe anche essere solo una questione di tempo: mi chiedo, e’ sempre stato cosi’ o questa fioritura di tornei e profondita’ di tabelloni e’ cosa recente? Nel qual caso I frutti matureranno entro 5-10 anni, bisogna lasciare tempo al tempo. Oppure…oppure qualcosa succede nel frattempo, fra i 10 e i 18 anni ? (lo so, ne abbiamo discusso spesso, ma dopo 3 mesi di mental magari puo’ essere utile ritornare su certi argomenti)

 

10) Qualcuno mi chiedeva le differenze da me riscontrate al confronto coi Tornei d’Oltre Oceano. Sono tornei diversi, i tornei che giochi nei week ends e con un campo partecipanti ovviamente piu’ limitato anche se qualcuno, come quello di Clearwater, giocato a Giugno, aveva sicuramente ottimi giocatori in campo e ti puo’ sempre capitare di incrociare le racchette con qualche europeo o sudamericano che si sta facendo un paio di settimane in un academy. Alcuni credono di avere lo stesso tipo di tornei in Italia e mi citano I Tornei Rodeo ma credetemi, non e’ la stessa cosa. Intanto questi Tornei si giocano in Circoli che hanno tutti 10 o 20 campi da tennis. Inoltre si giocano (nel week end!) sempre al meglio dei tre tutte le categorie: dall’U10 all’U16 … Le Categorie piu’ interessanti quanto a partecipazione sembrano essere l’U12 e l’U14…Anche qui vi sono Tornei di diverso livello e piu’ o meno sanzionati e ovviamente anche qui i tornei piu’ importanti (eddie Herr, per esempio) si giocano nell’arco della settimana ma credo che almeno dagli 8 ai 14 I tornei dovrebbero essere anche in Europa nel fine settimana (magari distribuiti su 3-4 circoli della citta’).Sull’Organizzazione: piu’ omogenea quella negli US dove comunque un Arbitro con divisa USTA gira sempre fra i campi a controllare i comportamenti di atleti e genitori e a comminare se necessario sanzioni. Per esempio io ho notato con una certa sorpresa che diversi Maestri/Coaches/Genitori non si facevan certo pudore di far finta di non fare coaching:non sto parlando di incoraggiamenti (Cuore!Testa!Gambe!) ma ho assistito a vere e proprie concioni che in America non sarebbero state permesse (a mia moglie una volta fu contestato il gesto di toccarsi il petto: lei intendeva dire Mettici del cuore!, per gli Americani era Coaching . Ovviamente io sono contro I fanatismi esasperati e non e’ cosi’ in tutti I tornei americani ma al Nike di Rungg per esempio le panche dei giocatori in 4 campi erano proprio sul lato delle transenne a cui si appoggiavano gli spettatori…Ai cambi di campo io mi allontanavo di un paio di metri dalla panchina in cui si sedeva Nicholas per non dare adito a nessun sospetto di coaching ma ho visto e sentito diversi Coaches sciornare consigli tecnico-tattici prolngati proprio come se fosse un allenamento … Magari succede anche in US ma li’ almeno devi ingegnarti: genitori, avversario,pubblico ti diffideranno e potrebbero anche chiamare il Giudice Arbitro.Tra l’altro per esempio in America il Giudice ti diffida anche a lanciare racchette e a dire parolaccie e perfino a non usare una lingua diversa da quella inglese.Ti permette invece di fare il C’MON dopo il Doppio fallo che invece in Italia e’ considerato,sembra, sacrilegio salvo poi non battere ciglio a chi lancia la racchetta da tutte le parti, dice C2$$0! e putt@^@! e soprattutto frigna e piange senza ritegno … Io certamente non posso dir nulla se non riconfermare che preferisco sempre uno che urli un C’mon in faccia all’avversario dopo un Doppio Fallo che uno he si metta a piangere o faccia la gnola, si pianga addosso, si autocommiseri etc etc …

 

11) Alla Bollettieri Academy il nuovo Direttore della Junior Academy, Chip Brooks, mi dice soprattutto due cose che sono figlie l’una dell’altra: “I ragazzi devono cominciare capire che ‘There’s no shame on winning a point playing in defense”, non bisogna vergognarsi se per vincere un punto devo giocare anche in difesa” il che,se ho interpretato bene, non significa giocare dei campanli alla Viva il Parroco! ma armarsi di pazienza con dei bei top spin carichi e profondi e aspettare l’opportunita’ per entrare in campo e a quell punto BANG!, go for the kill!, andare alla giugulare … L’altra cosa che mi ha detto e’ che hanno fatto diverse analisi e hanno scoperto che ‘80% dei giocatori nei Top 100 e’ cresciuto sulla Terra e quindi mentre in Italia il nostro Autorevole Commentucci si danna (giustamente,eh!) per convincere la FIT a far giocare di piu’ sul cemento, in America per I motivi opposti stanno cercando di costruire piu’ campi in red clay (Anche alla Bollettieri, dove I campi in terra sono quelli Verdi, piu’ veloci hanno in progetto di sostituire alcuni hard courts con il rosso). Credo che si debba interpretare questo per certi versi rivoluzionario cambio di rotta con la presenza di Brad Gilbert fra i Consulenti, con il fatto che a giugno Rafa era ancora il Numero Uno e quindi in piena inversione di tendenza dal Bel Gioco d’Attacco alla Federer al Bel Gioco Muscolare Tattico e Difensivo alla Nadal (Che poi e’ tutto relativo: ho assistito ieri a un servizio della ESPN su Federer in cui a un certo punto parlando della esibizione contro Sampras al Madison square garden dell’anno scorso si faceva cenno alla possibilita’ di vedere uno dei migliori attaccanti di sempre, Sampras appunto, contro uno dei migliori giocatori di fondo campo (fine baseliner), il che mi e’ sembrato un po’ riduttivo per Federer). Se posso concedermi l’interpretazione, a parte l’ovvieta’ che I migliori giocatori sono quelli che imparano a giocare su tutto, ghiaccio compreso, l’importanza della terra nella fase di formazione del giocatore e’ quella di insegnargli ad essere maggiormente paziente e a padroneggiare I colpi interlocutori senza per questo diventare un pallettaro. Tutti d’accordo comunque sul fatto che sia piu’ facile insegnare la pazienza ad un giocatore aggressivo che viceversa.

12) Ripeto per l’ennesima volta: e’ sicuramente vero che in Italia ci sono ottime Academy e ottimi Maestri e Coaches …ne voglio citare qualcuno: a parte Bob Brett che opera in Italia ma non e’ Italiano,e Piatti che mia moglie e Nicky hanno si conosciuto a Roma ma che non ha mai potuto vedere Nicholas all’opera, noi nel corso degli anni siamo venuti a contatto con diversi Coaches o Maestri Italiani e mi sembra di poter dire che non abbiamo mai avuto problemi con alcuno e anzi da tutti abbiamo ricevuto suggerimenti e consigli di cui abbiam fatto tesoro. Zavoli, Albertini, Bertino, Albertini, Cristian Merlato e Nikolas e alla Vavassori … Se devo essere sincero fino in fondo le maggiori affinita’ le abbiamo forse riscontrate con il Gruppo di Caldaro (Sartori ma anche Slomp che pero’ ora lavora a Melbourne) che ci ha ricordato maggiormente il buon vecchio Strategy Zone Program di Lance Luciani e Margie Zesinger, un’Academy all’interno dell’Academy alla Bollettieri e purtroppo ora chiusa. Cio’ detto ecco qualche impressione catturata fra un Academy e l’altra fra la Via emilia e il West:

BOLLETTIERI_Son bastati 3 giorni all’Academy ed e’ avvenuto il miracolo: ricordate, eravamo partiti pieni di dubbi sul grado di commitment di un Nicholas alle prese con le prime tempeste ormonali e piu’ interessato a Facebook che alla racchetta … Tre giorni e puff, non ha piu’ aperto Facebook che sia una volta,il che ci riporta alla constatazione che e’ l’environment il fattore piu’ importante: scrivevo in una email agli Aficionados: “sono le 10 e abbiamo cominciato alle 7…Tutt’intorno e’ una distesa di campi occupati da miriadi di ragazzini e da qualche pro illustre…Cielo azzurro, caldo, musica dagli altoparlanti, le urla dei coaches dai vari campi, profumo di tennis.. .Mi fanno ridere quelli che criticano la Bollettieri senza esserci mai stati…(citando un bellissimo racconto a fumetti di Corto Maltese, e’ un po’ come sentire le cornamusa senza essere scozzesi…) E anche chi ci e’ stato, quando pone le sue critiche e le razionalizza, dovrebbe comunque mettere sul piatto della bilancia quel che c’e’ di positivo … l’atmosfera che non potra’ mai esserci nemmeno a Palazzolo d’inverno sotto i teloni al freddo e al grigio…Vabbe’, qui mi sto tirando la zappa sui piedi: alla fine avrebbe ragione Archipedro a mandarmi a cagare… Pero’ e’ innegabile che con tutto il bene che si puo’ dire delle piccole e medie academies in Italia e nel mondo, quando sei stato qui tutto il resto ti sembra infinitamente piu’ piccolo, meno eccitante, meno motivante…Vabbe’, questo come epidermide, poi col raziocinio confermo tutte le mie critiche e i miei dubbi … ma io posso farlo, io ci sono stato … Sentire le critiche da chi non ci e’ mai andato invece mi lascia un po’ cosi’…Vi dico subito che mentre fino ad ora vi ho parlato di Pregi & Difetti del Programma Short Time, mi aspetto un ulteriore e non indifferente salto di qualita’ dal fatto che Nicholas ora sara’ un Full Timer. Credo di essere sempre stato obiettivo e vi prometto che continuero’ ad essere intellettualmente onesto.Certo, venire qui non e’ una garanzia…Semmai lo e’ di piu’ andare, in senso lato, in un Academy (e ce ne sono tantissime valide e moltissime in Florida, alcune famose altre sconosciute…). C’e’ da dire che tutti prima o poi da Bradenton ci passano, per un mese o per due anni, ma un salto qui ce l’hanno fatto davvero tutti,Sampras e le Williams Sisters inclusi… Ed e’ quindi normale che per la legge dei grandi numeri poi molti campioni vengono fatti passare come prodotti della Bollettieri anche quando non lo sono …Non creano piu’ la star come Agassi ma e’ vero che,a parte Tommy Haas o Malisse, nessuno rimane piu’ qui cosi’ a lungo: dopo 2-3 anni cominciano ad andarsene in giro per conto proprio, con un coach privato…piu’ che Bollettieri sono IMG clients, come la Sharapova…E’ vero che alla Vavassori o altrove  potrebbero anche fare le stesse cose e anche meglio, ma io parlavo di colpo d’occhio, di sensazioni ed emozioni, di atmosfera…Certo, abitassi in Sardegna come Mauro, mi terrei stretta questa terra e il clima e son sicuro che con l’aiuto di qualche appassionato si possa fare molto bene anche in completa autarchia…Del resto sembra che adesso la terra di Bengodi del tennis italiota sia la Sicilia, a Palermo… E io non capisco perche’ le puglia non possano diventare la Florida italiana… Ma alla Bollettieri-E IN FLORIDA- hai anche la possibilita’ di una solida e stimolante competizione dentro e fuori le mura circondarie dell’Academy il che non si puo’ dire delle altre Academies o Circoli in Italia dove di solito vige la regola di non avere mai due galli nello stesso pollaio …

VAVASSORI_ Devo dire che l’esperienza alla Vavassori e’ stata per noi poco significativa … Non per colpa del Vavassori Team,sia ben chiaro, ma solo nostra: a conti fatti in un mese ci abbiamo passato solo una decina di giorni e per una ragione o per l’altra l’esperienza e’ stata tecnicamente poco produttiva. Vero e’ che Nicholas non ha fatto nulla per farsi notare. Con l’eccezione: si fosse presentato from the middle of nowhere uno Pseudo Quinzi di 170 cm e avesse fatto semi e finali ai tornei giocati, ci sarebbe stata un po’ piu’ di onda,invece cosi’ l’hanno messo con due ragazzini a fare solo punti uno contro due e spesso per lo piu’ indoor nonostante il Nike da giocare sul clay…Eventuali lamentele lasciano dunque il tempo che trovano, non hanno peso, sono singhiozzi da volpe ed uva … Anche il Mental Lab stava per chiudere anche se sono riuscito a far fare a Nicholas due sessioni (ma purtroppo niente Mental assessment). Invece fondamentale e’ stato il supporto e l’Assistenza del Vavassori Coach, Cristian Merlato, nei primi due tornei visto che noi eravamo davvero due pesci fuor d’acqua. Certamente sono stati tutti gentilissimi e mi hanno perfino concesso l’uso del campo dopo che loro avevano finito. Renato non mi e’ sembrato particolarmente entusiasta della nostra decisione di mandare Nicholas da Bollettieri ma e’ stato molto prodigo di consigli raccomandandosi soprattutto di non soffocare la sua personalita’ e di lasciarlo correre a briglie sciolte (probabilmente Mad Max dira’: si, si, ma solo perche’ tanto non se lo devono ciucciare loro…). Soprattutto mi son trovato d’accordo con lui quando, parlando con mia moglie, alla fine concludeva dicendo che si vabbe’, la strategia, la tattica, ma non e’ che uno in campo pensa: mi ha tirato un colpo qui e allora io rispondo sulla bisettrice con la radice quadrata riporto di due … Alla fine sul campo conta l’istinto (Ricordate: imparare tutto, poi chiudere il libro, dimenticare e …partire per la tangente!)

CALDARO_Di Caldaro e di Max Sartori dovrebbe parlarvi con piu’ cognizione di causa Mauro che vi ha portato sua figlia Chiara, una bulletta come Nicholas ma molto piu’ solare nel suo approccio al tennis e all’agonismo. Io posso limitarmi a ripetere che Sartori mi e’ molto piaciuto come persona e come modo di fare e che mi e’ piaciuto molto il modo di lavorare che lui e I suoi collaboratori hanno adottato. Sartori, che ha avuto parole molto belle per Nicholas, non ci ha nascosto di non essere entusiasta (neanche lui) della nostra decisione ‘americana’ perche’ teme che la QUANTITA’ possa finire per prevalere sulla QUALITA’ ma credo abbia compreso le circostanze che hanno portato al passaggio del nostro personale Rubicone. Ha sottolineato l’importanza di crescere non solo in altezza ma anche DENTRO, come persona, e di non stare a farsi trope seghe mentali (non ha usato questi termini, sono io che sono un cafone) ma di entrare in campo e giocare, e basta. Di non stare a piangersi addosso, come ripeteva sempre a Seppi. Il quale Seppi ha impressionato tutti per il suo essere Down To the Earth, come direbbero gli Americani, uno che non se la tira affatto, un bravo ragazzo, per nulla montato, sempre cortese e simpatico coi bambini.

 

CALD…ERINO_ Dopo essermi reso conto di quanto avevamo speso nella trasferta prolungata in Trentino mi sono chiesto se il prossimo anno fosse davvero necessario andarsene in un Academy o non fosse il caso di restarsene a casa in campagna (Calderino di Monte San Pietro, a 10 km da Bologna, anche se poi in realta’ casa mia e’ sotto sasso Msarconi)con un programma tipo questo: sveglia al mattino e mezzora di mountain bike nelle cavedagne intorno a casa o un salto a Mongardino o San Lorenzo, salite piu’ volte incluse nel Giro dell’Emilia e che in pratica iniziano da casa mia. Poi Prima Colazione e quindi due ore di tennis magari con un Maestro deklla zona tipo Albertini(o due ore di Italiano, a seconda delle necessita’). Pranzo e Relax fino alle 17/18 dopodiche’ due ore di Match Play nel campo sotto casa (ancora da costruire) con uno i migliori della Provincia: GG Neri, Mingori, Belgioco, Dragoni e tutti quelli del Blog che passano di li’…Magari invitando anche Andrew ed Archipedro e il loro VaffanCoach. Dipendera’ da quanto intense sarra’ stata la stagione in America e da quanti tornei avra’ giocato…Abbiamo intenzione di mandarlo una settimana a fare un corso di vela, a Caprera o ai Glenans cosi’ perfeziona anche il francese che ha cominciato a studiare a scuola, ma in realta’ nella speranza che impari ad organizzarsi e a prendere decisioni, qualita’ essenziali su una barca.

13) Ricordate il Prof Pazzaglia di Renzo Arbore quando affermava che e’ meglio avere una Fidanzata Bella, Intelligente,Ricca e Simpatica piuttosto di una Brutta,Stupida,Povera ed Antipatica? Quindi lasciamo perdere l’ovvio e rispondetemi a questo: e’ meglio avere un figlio (o se siete Coaches, un Allievo) che spara dei C’Mon o degli Allez in faccia all’avversario anche dopo un errore o un doppio fallo o un figlio/un allievo che chiagne e fotte come ho visto fare a diversi ragazzini nei vari campi? Ho visto piangere dopo un match perduto, e ci potrebbe stare, un campioncino famoso ma quel che sopporto meno e’ vederli piangere,I campioncini famosi, in campo o comunque lamentarsi e ‘fare la gnola’ e poi magari anche vincere. Ne ho visto uno addirittura piagnucolare in maniera davvero fastidiosa perche’ dopo aver vinto il primo set si era fatto rimontare da 5/1 e nel contempo scaraventare con forza la racchetta contro la rete di recinzione a fine di ogni punto perso e contro il borsone ai cambi di campo e a bordo campo genitori, coaches e amici degli amici intervenire per calmarlosenza alcun rispetto per la ‘no coaching rule’. E poi dopo aver vinto il match rifare la stessa identical cosa nei due incontri successive… E poi dare,da spettatore, del ‘Non Sportivo’ a mio figlio perche’ questi aveva richiesto al Giudice Arbitro la regola dei due minuti visto che l suo avversario dopo aver perso il primo set si attardava nel tentative di smettere di piangere (Ci riusciva comunque andando 3/0 prima di farsi rimontare da Nicholas al termine di un incontro di rara intensita’ e melodrama che lo vedeva si vittorioso finiva con il prosciugare poi le sue energie mentali). Mio figlio qualche volta ne ha forse combinate di tutti i colori ma almeno non si e’ mai messo a piangere, ne’ durante ne’dopo.

14) Nicky ha un carattere alla Fognini? In effetti quando ha perso nei Quarti del Nike e dopo aver combattuto da guerriero (cosi’ lo aveva battezzato Vivian,la Coach Croata del Vavassori Team) nei precedenti match, aveva inviato in campo la sua scialba controfigura, mi e’ venuto in mente il comportamento di Fabio cosi’ come e’ stato descritto in quell paio di matches quest’anno e l’anno scorso a Madrid … Certi matches combattuti con la Durlindana e ogni tanto uno buttato via con strafottente indolenza, senza nemmeno dare l’impressione di impegnarsi … Talora grintoso al limite dell’epico, a volte imbarazzante e francamente indisponente … Ho letto pero’ in varie occasioni da parte anche di insospettabili osservatori neutrali che Fognini sarebbe l’unico dei nostri ad avere davvero il carattere vincente e nel mio piccolo anch’io ho ascoltato pareri contrapposti su mio figlio: da un lato alcuni genitori e pensionati scandalizzati, dall’altro coaches anche famosi che invece mi invitavano a non tentare di cambiarlo o soffocarlo … Nicky comunque e’ davvero un tennista e non un golfer: si aspetta di poter sbagliare ogni giorno e poi farla franca e infatti il tennis e’ un gioco di errori e vincenti mentre nel golf ogni colpo conta.

15)Mancava solo Archipedro e poi, con la notevole eccezione di Andrew, ho incontrato quasi tutti gli Aficionados: Mad Max Mirmidone Nipa De Carlo Atti Mauro,I parenti di ClaudioTn e mi son sentito al telefono con Gio92 vhe mi ha raccontato di come suo figlio Niccolo’ sia rimasto molto impressionato (non ho capito se nel bene o nel male) da Nicholas, e poi il Prof Buzzelli e Roberto ( Commentucci) che quando perde le mie trace si preoccupa. Ho incontrato.ovviamente a PSGiorgio dove e’ il Presidente del Circolo, anche papa’ Quinzi che in fondo due nteressantissimi posts per il nostro Blog li ha pur scritti e che e’ stato come al solito cordialissimo … Come dicevo sono venuto a contatto anche di una mirade (vabbe’ non esageriamo) di altri lettori del Blog fra cui un amico di Paleni, il Coach che era venuto a Lagos il dicembre scorso, e tramite il quale spero ci siam chiariti anche con lui. Diversi hanno dimostrato interesse ad una ripresa del Blog, altri mi han fatto chiaramente capire con sorrisini o dandosi di gomito quel che realmente pensano di noi. A chi mi chiedeva come era Mad Max sperando di strapparmi qualche malignita’ rispondevo che col mio Compagno di erende mi trovo d’accordo con l’85% delle cose che dice e litighiamo furiosamente sul restante 15% che di solito riguarda gli spostamenti laterali di Alessia e per quanto concerne Nicholas, il suo comportamento in allenamento, un eccessiva predilezione -secondo Max-per la Open Stance e sul fatto che,sempre secondo Max, non e’ un atleta. E ovviamente Mad Max ritiene che alla Bollettieri siano dei Ladri.Con Federico Di Carlo (che assomiglia a Pistolesi dopo aver smesso di giocare) ho passato una intera giornata molto ricca di spunti per un eventuale suo prossimo libro sulla psicologia nello sport infantile: Nicholas ha infatti mostrato il suo lato peggiore e sicuramente quando Federico ha scritto che e’ proprio vero che c’e’ chi nasce con il pane e senza I denti, si riferiva proprio a lui. Sono altresi’ convinto che al tempo stesso non gli siano sfuggite alter cose e che a Federico Nicholas sia risultato molto simpatico.Federico mi e’ sembrato uno con una gran passione e una gran voglia di DARE. Grandi affinita’ elettive le abbiamo trovate, Gabri ed io, con la famiglia di Mauro, che era a Caldaro allo stage di Sartori, e con quella di Atti con cui abbiamo mangiato una pizza in Piazza dei Signori a Padova (dove mi ero fermato per mangiare dopo anni di astinenza la famosa sfogliata di Graziati)

16) A Trieste Nicholas a un certo punto si e’ sentito apostrofare: E allora, come si sta a Victoria Island? Abbiam capito subito che era Gianni Ocleppo, che stava seguendo il figlio, e che quando giocava era transitato anche dalla Nigeria dove aveva vinto un torneo nell’Ogun State e mi sembra fosse anche incappato in un colpo di stato. Molto simpatico e cordiale e’ rimasto a parlare con Nicholas e si e’ detto d’accordissimo sul fatto di andare alla Bollettieri. Anzi, ha aggiunto, telefonero’ a Nick (Bollettieri) e gli diro’ di farti un buon ‘deal’. (Magari!) Mentre se ne andava mi ha poi fatto I complimenti per la simpatia di mio figlio dicendo: giocare bene e’ importante, ma anche essere simpatico non guasta…

 

17)Noi siamo soliti riprendere I match di Nicholas per poi poterceli guardare ed analizzare… In realta’ non abbiamo mai tempo per guardarceli ma continuavamo a riprendere, almeno fino a Rungg quando mentre stavamo arrampicandoci per fissure la videocamera col trespolo e I ganci alla rete di recinzione, il Direttore del Torneo ci ha spiegato che su richiesta della madre di uno dei giocatori era costretto a chiederci di non effettuare alcuna ripresa che riprendesse qualcun altro oltre a nostro figlio. Questo nel rispetto delle leggi sulla Privacy attualmente vigenti in Italia nel timore che poi il video venisse usato a scopi impropri su YouTube e blah blah blah…Ovviamente non ho detto ‘beo’ e mi sono poi limitato a pacatamente ad osservare che mi sembrava un eccesso di zelo (e di provincialismo).

 

18) Fra gli spettatori uno dei soliti Intenditori (probabilmente quando si occupa di calcio e’ uno di quelli che s’improvvisa Commissario Tecnico della Nazionale) commenta al suo pubblico ad un Doppio Fallo di mio figlio: Ecco, vedete: ha fatto Doppio Fallo ed ha subito guardato ail Genitore… Questo e’ un errore. Io ho replicato: Be’, e’ un errore a cui rimediamo subito visto che per un anno non vedro’ piu’ una sua partita… Ma poi pensavo: ma perche’, cosa fanno anche I Campioni dopo un punto vinto o perduto ? Non guardano anche loro il loro coach, il loro Entourage? Se non c’e’, guarderanno qualcos’altro, visto che c’e’ si rivolgono ad una faccia amica… Del resto anche Giulia Sartori a Trieste ad ogni errore guardava sua madre o suo padre, direttamente giunto da Wimbledon dopo la sconfitta di Seppi … L’avrebbe fatta anche a Sartori quell’osservazione il nostro Intenditore?

 

19)Ne avevano gia’ parlato Elettra e prima di lei Mamma Mastellone, un paio d’anni fa, e l’ho potuto constatare di persona: una buona parte di ragazzi italiani vanno a questi tornei con la mentalita’ della vacanza. La partita, il match di torneo, e’ un incidente di percorso, l’importante poi e’ andare a divertirsi in camera a tirare i gavettoni … Questo particolare l’ho notato sicuramente piu’ al Nike che agli Eta ma li’ eravamo tutti piu’sparsi e gli italiani erano per lo piu’ coi genitori e non in gruppo col Team. Da un lato in effetti non c’e’ nulla di male: sono ragazzini, e del resto non continuiamo a dirci di non stressarli? Che si devono divertire? Dell’infanzia rubata? Dall’altro ci si chiede: ma il divertimento non dovrebbe essere in realta’ il competere, il giocare il match?

 

20) Considerazione forse banale: I Tornei U12 e forse anche U14 restano comunque falsati, soprattutto in campo femminile, dalla incredibile disparita’ di stazza che a volte si riscontra fra i/le due contendenti. Fra le ragazzine a volte si scontrano delle topoline magari tignose ma ancora sporche di latte con delle quasi veline…Fra I maschi, a parte Quinzi,un 96 di 175, ho visto anche un quattordicenne di 190 cm … Certo, poi Mattia Rossi, che e’ un torello e che pure gioca bene tanto da avere una classifica 3.5 perde da Zanchi ma forse davvero bisognerebbe fare le categorie come nel pugilato (scherzo!)… Vivian, la coach della Vavassori al Rungg, era dell’idea di restringere ad un anno invece che a due le categorie. Un anno a questa eta’, anche dal punto di vista della maturita’ mentale, vuol dir molto … D’altro canto vedo che tutti I migliori appena possono salgono di categoria un po’ per guadagnare punti preziosi per il prossimo anno, un po’ forse-e’ una mia teoria-per sfuggire ai favori del pronostico: come disse l’anno scorso Jose’ Lambert a mio figlio la maggiore pressione un Under l’avverte quando deve giocare con un avversario piu’ giovane…(e contro una ragazza) Non so se e’ solo suggestione (o paura o chissa’ che…e’ possibile che abbia fin da ora gia’ bisogno di te di te di te…,Mogol-Battisti), ma quest’estate e’ stato davvero cosi’: I matches piu’ difficili sul piano emotivo li ha giocati con avversari piu’ giovani … E chissa’ che Mattia Rossi quando ha perso da Zanchi non si sia trovato a fronteggiare anche questo aspetto(E comunque Chang da U12 e U14 suonava regoilarmente Sampras…)

 

21) Il C’Mon sul Doppio Fallo…Qualcuno mi spieghi perche’ non si puo’ fare…Non e’ un punto come un altro? Anche il C’Mon sull’errore nella prima palla di servizio dovrebbe essere concesso: e’ una forma d’intimidazione che l’avversario dovrebbe essere in grado di gestire e se non ci riesce, peggio per lui…Abolirei invece il chiedere scusa dopo un net o un colpo fortunato in quanto la forma d’ipocrisia …Tanto lo so benissimo che sei contentissimo e anzi, se mi chiedi scusa mi fai inc…anche di piu’ (e allora io te lo dico, ‘scuuuusa!’, proprio per farti incavolare…)Mio figlio cercava di spiegare alla coach della Vavassori: “Per me il Court e’ una Guerra, tutto quello che succede li’ e’ Guerra … poi finito il match, finito tutto…” ,forse interpretando quello che gli ho sempre detto a proposito del rugby e del Terzo Tempo. Badate bene, Something Blue di tutto il mondo: Io non ho mai insegnato ad odiare l’avversario ma a non vergognarsi di far vedere che ci tieni a vincere,si…O meglio, dovrei dire a competere, per non attirarmi critiche. Ma cos’e’ la competizione se non cercare di vincere? Quindi non nascondiamoci dietro le parole: io sono stato sempre un gran perdente in tutti gli sport che ho praticato ma sono sempre stato considerato un gran combattente e devo dire che ne vado orgoglioso anche se spesso sono stato mal interpretato e considerato uno che se non vinceva stava male. E invece per me davvero non conta se vinci, non conta se perdi: conta solo come hai combattuto.De Carlo dice che la verbalizzazione e’ uno spreco di energia. Io non sono d’accordo e anzi lo ritengo, il self pumping, (l’autopomparsi e motivarsi) un importante sistema di attivazione. Ritengo anzi che a Porto san Giorgio Nicky abbia perso proprio perche’ non si e’ mantenuto auto attivato fin dall’inizio: ha vinto perfettamente un primo set senza C’mon e allez ma improvvisamente sul finire del set non si e’ accorto di avere un Ad di vantaggio e poi addirittura di aver vinto il set…E’ entrato in campo svogliato nel secondo, sembava perso o in preda a un calo di zuccheri (ma si era alimentato bene) o di tensione, semplicemente sembrava uno che non avesse voglia di trovarsi li’…

 

22) Stamattina sono andato a giocare all’Ikoyi Club e nel campo di fianco al mio c’era Terry, il piccolo indiano (7 anni e 4 mesi) di cui vi ho gia’ parlato. Sono rimasto a guardarlo a lungo cercando di ricordarmi se alla sua eta’ Nicholas giocasse meglio o meno. Forse Nicky era piu’ atletico ma sicuramente meno consistente, almeno nell’area del minitennis. A Caldaro da Sartori c’era un certo Filippo,8 anni, che giocava con Fede,la figlia piu’ piccola (9 anni) di Sartori. Filippo giocava davvero bene: a un certo punto fa: Ok, contro di te allora gioco con la sinistra…E ha continuato a giocare quasi altrettanto bene con l’altra mano… Da Bollettieri c’era un altro piccolo indiano di 8 anni che pare verra’ anche lui a gennaio come full timer … Senza dimenticare la Nuova Maria, una russa di 11 anni che gioca-e vince- gli U16 in Florida … Possiam dunque continuare a nasconderci dietro a un dito e continuare ad invocare il politically correct ma mentre noi lo facciamo da qualche parte del mondo mille, diecimila, centomila piccoli uomini e piccole donne iniziano fare le cose giuste sempre prima e guarda caso, alla fine sono loro a giocare meglio, e guarda caso I posti al sole continuano ad essere solo 100…se ne bruceranno tanti, da Bollettieri dicono che solo uno su 500 ce la fa, ma alla fine quello che ce l’avra’ fatta secondo me ha seguito piu’ o meno il percorso che abbiamo illustrato su questo Blog … Poi, e’ ovvio, ognuno ha il materiale umano e I mezzi economici che si ritrova e la via e’ lunga e tortuosa e non tutti ne vedranno la fine …

 

23)Mad Max quando parla ha lo stesso timbro di voce, la stessa cadenza, lo stesso flusso di parole di…Rino Tommasi!

 

24) Ho notato dividendo la settimana del Nike con una decina di ragazzini della Vavassori una esagerata ‘fissa’ con il ranking con giocatori che in pratica se la facevano addosso solo per il dover affrontare un giocatore di ranking migliore o all’idea di non riuscire a confermare il proprio. O peggio ancora: sentirsi gia’ appagati o addirittura bearsi per un ranking che tra l’altro non corrispondeva al loro valore reale. Nicholas era ovviamente senza ranking e farei fatica a capire che classifica potrebbe avere dopo un anno in Italia,avendo battuto sulla via dei 4.4 e aver visto giocare dei presunti 4.3. Del resto Zanchi era segnato come 4.4 e ha poi battuto Mattia Rossi che era un 3.5. Per questo non sono sicuro che questo sistema di classifica, che se ho capito bene viene aggiornato ogni sei mesi, sia accurate e svolga una funzione davvero utile. Ma non nego che possa servire solo per fornire indicazioni generiche ai compilatori dei Tabelloni.

 

25)Per concludere ad un certo punto durante un incontro Nicholas si rivolge a me e dice con voce tesa: Non riesco a giocare, non riesco a fare il mio gioco … Io gli ho risposto: “Fregatene! Gioca con quello che hai oggi e cerca di vincere con quello!!!” … Perche’ alla fin fine e’ vero quello che dice Brad Gilbert: ci sono 5 giorni all’anno in cui vinci con tutti. Ci sono 5 giorni all’anno in cui PERDI da chiunque. Ma sono gli altri 355 giorni all’anno che fanno di te un giocatore … E alla fine di tutto questo la cruda e nuda verita’ e’ che nessuno, ora come ora, puo’ essere in grado di distinguere il Paradiso dall’Inferno, I cieli limpidi ed infiniti da quelli plumbei impregnati di dolore, I grandi prati verdi dalle fredde rotaie d’acciaio, un sorriso da un velo … Nessuno puo’ dirci che nostro figlio non sia bravo abbastanza da poter diventare un giorno il numero uno, vincere uno slam o un master series … Do you think you can tell ?

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456 Commenti a “Genitori & Figli 2
Ultimo Capitolo”

  1. Stefano Grazia scrive:

    Chiedo scusa per i numerosissimi errori di battitura ma se lo rileggevo ancora una volta mi veniva il voltastomaco (io son fatto cosi’, non rileggo mai e se rileggo aggiungo , cambio, stravolgo…e dopo un po’ mi viene un po’ di nausea da comune senso del pudore.Purtroppo ho il Correttore di Bozze solo in inglese … Comunque adesso mi ritiro in buon ordine per un po’.

  2. Nikolik scrive:

    Il miglior articolo di Stefano!

    Purtroppo, la mia vita estiva di uomo single in cerca della donna della mia vita non mi consente, mio malgrado, un commento articolato a simile articolo. Per il momento.

    Ma, nella prima serata di tristezza estiva, che inevitabilmente prima o poi giungerà, prometto (sperando che non venga interpretata questa promessa come una minaccia) che scriverò i miei appunti su questo articolo, veramente bellissimo e che fornisce innumerevoli spunti interessanti.

    Bravo Stefano, ottimo lavoro!

  3. marcos scrive:

    come scrivevo qualche tempo fa, fidel castro dovrebbe chiedere a stefano di preparargli i discorsi. complimenti per il contenuto e la sintesi!

    considerazioni sparse:

    mora può perdere da zanchi, ma, vedendo il rovescio di mora, pare di veder giocare federer.

    la classifica degli under12 (e under14) non si costruisce solo con i nike, i ttk ed altri importanti tornei giovanili. se un bimbo è forte, può vincere due tornei minori (e prendere il premio - 50+50 punti) e può vincere qualche incontro nei tornei di quarta per adulti (e prendere una valanga di punti, nel caso riesca a battere qualcuno della sua stessa categoria e, magari, pure qualcuno di una categoria superiore alla sua). programmandosi molto bene, un bimbo veramente forte può, in due anni, balzare da 4NC a 4.2 o 4.1. qualcuno riesce addirittura a diventare 3.5 (magari, con la classifica di metà anno della seconda stagione under12).

    ci sono moltissimi 4.5 e diversi 4.4 che non valgono un buon 4NC al primo anno di under12: per migliorare la propria classifica, il bravo 4NC alla prima stagione di under12 non deve far altro che trovarseli nei tornei.

    anche a me sembra che alcuni bimbi, una volta ottenuto il salto di classifica, se non intravedono la possibilità del doppio salto, giocano gli incontri con minor attenzione.

    una volta che ci si abitua al c’mon, gridato dal rivale al tuo doppiofallo, non lo si ascolta più: anzi…potrebbe essere un motivo in più, per aumentare la grinta in campo. l’importante è non far gesti di scherno e rubacchiare punti, soprattutto, sul veloce.

    non era pazzaglia (brodo primordiale), bensì catalano!

    dopo un errore banale, mi sembra normale guardare il coach o il genitore: si chiede silente conferma della sciocchezza appena commessa.

    oltre al carattere, fognini ha fondamentali di eccezione, buona velocità ed una discreta manina: il carattere, però, è fondamentale per emergere.

    in bocca al lupo a stefano, a tutti i genitori e….

    ….buone vacanze a tutti!

  4. Agatone scrive:

    Se mai Stefano Grazia pubblicherà un libro io lo comprerò.

    Mi pare, da assoluto esterno, che avere un bambino di dodici anni che starà da solo in Florida per un certo periodo di tempo sia già un bel successo da genitore. Non può che crescere umanamente, con un’esperienza così.
    Ma emotivamente come sta Nicholas? Non ha paura di questa avventura? E’ più preoccupato o felice? Se sono domande troppo personali, si può non rispondere, chiaramente :-)

  5. Stefano Grazia scrive:

    grazie Nikolic, troppo buono: io credo di averne scritto qualcun altro di migliore ma questo certamente dovrebbe offrire,come dici tu, innumerevoli spunti interessanti.

  6. andrew scrive:

    …sono indignato! Il mitico Roger Waters è stato storpiato in Roger Walters…

  7. Mauro scrive:

    Ciao a tutti, l’articolo di Stefano in effetti è strapieno di spunti, per il momento vorrei dire di aver passato con lui, sua moglie Gabrì e suo figlio Nicholas, dei giorni veramente interessanti e godibilissimi da ogni punto di vista, mi è sembrato come frequentare degli amici di vecchia data.
    Per quanto riguarda la settimana a Caldaro, devo dire che è stata sotto tutti i punti di vista eccezionale.
    Ho apprezzato innanzittutto la grande umanità, simpatia, disponibilità e competenza di Massimo Sartori e del suo Staff, di Omar Mion, di Lisa Sartori, di Roland Meliss, di Roland Zozzin, del grande presidente (in ogni senso) Alex Vorhauser, di Andreas Seppi e Stefano Rodighiero, e di Nicola Ceragioli che lascio per ultimo per un ringraziamento particolare visto che per tutta la settimana ha curato mia figlia in modo esclusivo e fantastico.
    Un grande ringraziamento anche alle figlie di Max, Giulia e Fede che hanno fatto subito sentire come a casa sua mia figlia.
    Non mi stupisce quindi che da un circolo relativamente piccolo siano venuti fuori due professionisti come Seppi e la Knapp, dove si antepone la qualità alla quantità e si unisce l’insegnamento professionale con il divertimento e la serenità.

  8. Mauro scrive:

    Per quanto riguarda il figlio di Stefano, tennisticamente parlando è uno dei pochi nei quali mi sentirei di scommettere un euro sulla sua entrata nel mondo professionistico, ha tutto per riuscire, un grande agonismo, un tennis eccezionale ma soprattutto due fantastici genitori che dedicano anima e corpo a far si che il proprio figlio possa vivere il suo sogno. Sicuramente al di là dei dubbi che qualche volta vengono ai suoi genitori, sta vivendo una vita fantastica, fatta di viaggi, conoscenze cultura etc. A proposito,
    mentre stavamo andando a cena a Bolzano abbiamo conosciuto un nigeriano amico di mia cugina e con il quale Nick ha subito dialogato, ebbene, il ragazzo Nigeriano ha detto, cosa ci fate voi bianchi a Lagos se abbiamo paura anche noi neri di andarci.

  9. anto scrive:

    Finalmente Stefano era ora!!!!!!!!!!!!!!!

  10. king of swing scrive:

    la scelta bollettieri è sicuramente la migliore…onestamente non mi trovo molto d’accordo con Sartori sul fatto che pensino più alla quantità che alla qualità…invece si lavora bene su entrambi gli aspetti…certo poi bisogna considerare pure l’allievo…

  11. Stefano Grazia scrive:

    Agatone: Nicholas non sara’ solo, lo segue mia moglie. i due staranno in una casetta a 300 metri dall’Academy, sullo stesso lato del vialone: ci potra’ andare in bicicletta, senza attraversare la strada…Una volta entrato al mattino-la scuola e’ dentro l’Academy-ne uscira’ alla sera… il pranzo e’ infatti compreso nel prezzo! Mia moglie e’ li’solo per controllare i progressi a scuola, per consolarlo nei prmi tre mesi quando prendera’ solo delle gran ’stese’ e per assicurarsi che usufruisca appieno del prodotto…Anche alla Bollettieri preferiscono che sotto i 14 aa ci sia almeno un genitore: e’ anche una questione di assicurarsi che il bimbo sia seguito: in fondo loro ti mettono a disposizione un prodotto ma sta a te usufruirne nel modo migliore. A 12 anni magari non sei ancora in grado di rendertene conto. E’ comunque la stessa strategia messa in atto da Miccini che ha sempre avuto con se’ Mamma Rosanna. E anche Quinzi si muoveva con la madre.
    Mi chiedi se e’ felice, eccitato, preoccupato…Glielo chiedevo anch’io ieri sera quando li ho portati, dopo il loro rientro a Lagos dove staranno due settimane prima di partire per la Florida il 20 Agosto,al ristorante Libanese per l’ultima Mesa (un insieme di assaggi di portate tipiche della cucina libanese) e lui mi diceva si, che era eccitato ma gli dispiaceva di non vedermi piu’ per un po’… Bisogna pero’ capire che Nicky piu’ che uno scugnizzo e’ stato uno zingaro per tutta la sua vita: mia moglie mi diceva che ieri, sul bus della compagnia che li portava dall’aereoporto a casa, a contatto con l’aria calda, i rumori e gli odori dell’africa, diceva: ‘mi sento davvero di tornare a casa…mi sembra di essere piu’ a casa qui che in Italia…’ il che e’ normale, anch’io mi sento piu’ a casa a Lagos che a Bologna anche se ultimamente sempre di meno perche’ calano i vantaggi quotidiani e cominci ad accusare la mancanza che ne so del bar sotto casa dove prendere un cappuccino o diventi sempre piu’ insofferente con certi disagi (il razionamento di diesel per il generatore, internet che non funziona, il traffico che non puoi battere con una vespa, impossibilita’ per una settimana di trovare del prosciutto…)(Comunque ne ha portato giu’ uno in valigia mia moglie…) A parte che so benissimo che comunque Lagos (dove sono stato da dio soprattutto dal 97 al 2003, nei primi 6 anni di vita di Nicholas prima di essere trasferiti a Landa che ,per certi versi, da single, per me sarebbe meglio ora: casa attaccata a Guest House e Clinica, vita piu’ occidentale con bar e caffe’ a 100 metri dalla Clinica, un solo piccolo circolo di tennis pero’ e il golf a 30 km (2 ore e passa col traffico ma poi chissa’ dove mi manderanno…Il mio obiettivo semmai potrebbe essere farmi mandare nei campi o in Off Shore dove hai rotazioni 1:1 o 2:1 e quindi piu’ possibilita’ di stare in famiglia (e anche meno soldi, ovviamente). Ma ritornando a Nicholas, soprattutto negli ultimi anni e’ stato sballottato di qua e di la’ e da un ato e’ sicuramente stato un male, dall’altro gli da quell’aria da ragazzino che ha fatto comunque tante esperienze in piu’ rispetto ai suoi coetanei… piu’ immaturo e viziato dal tipo di vita in prestito che conduciamo e che non puo’ essere la nostra (autisti, nannies, stewards…) per certi versi, per altri molto piu’ maturo e con un vissuto piuttosto intenso di viaggi e soggiorni in paesi lontani … Anche come vacanze,insomma, Swakopmund in Namibia piuttosto che Cattolica in Romagna … Anche per questo in fondo, ed e’ un peccato, l’eccitazione e’ quella che e’, per lui e’ tutto abbastanza naturale … O almeno cosi’ sembra e invece certi aspetti del suo comportamento sono semplicemente la spia del fatto che poi dentro un po’ e’ preoccupato, ci soffre, ma non lo vuol ar da vedere perche’ non fa parte del suo personaggio (o meglio di quello che lui crede noi vogliamo che sia il suo personaggio…Contorto,eh? Roba da Something Blue… Ma scherzi a parte, credo che sia normale e credo sia meglio non farsi troppe seghe mentali…Gio92 mi diceva che parlando con suo figlio e con altri bambini (mentre insegnava a loro le delizie del RipStick al Rungg) Nicky avrebbe manifestato poco entusiasmo per la Florida ma con me ha poi spiegato sorridendo: Ma no…Mi avevano chiesto come si mangiava in Florida e io ho spiegato che a parte le bistecche si mangia nettamente meglio in Italia … (Ma faccio un’aggiunta: tutto questo detto da uno che non mangia molto come quantita’ ma ha una curiosita’ insaziabile per i cibi di ogni genere, un vero buongustaio e soprattutto uno che vuol provare tutto, soprattutto i cibi tradizionali, uno che non ha paura di mangiare indiano, cinese, libanese, messicano, jamaicano…E’ un amante della cucina tradizionale nigeriana, figuriamoci quindi se lo puo’ spaventare il atto di non mangiare italiano (a parte che la mamma e’ un ottima cuoca e a sera gli fara’ sempre un po’ di pasta … ma solo perche’ fa bene, non perche’ senza spaghetti non possiamo vivere, anzi! E comunque se andate in Florida verso Tampa fermatevi a st Pete Beach sul 5100 Gulf Boulevard da Crabby Bill’s, sul mare, e fatevi un’abbuffata di granchi, gamberi e ostriche (e magari aggiungeteci anche l’aragosta)… Non male, non male veramente… Ristorante non raffinato, eh!, panche di legno sulla terrazza, tipo taverna di mare… E proprio a Bradenton c’e’ Gio, un ristorante italiano di una certa classe,dove fanno una ottima pizza e dove siamo andati un paiodi volte 4-5 anni fa proprio coi Quinzi e i Miccini… Certo, a Calderino, intorno a casa nostra, ci sono decine di trattorie dove mangi tortellini e tagliatelle e come antipasto o secondo gnocco fritto e salumi (noi comunque ormai abbiamo eletto L’Antica trattoria Al Cappone come nostra meta preferita per via dei suoi Tortellacci o Tortelloni in varie combinazioni e soprattutto per i ravioli Tartufati) … Ma onestamente il mangiare in Florida non e’ un problema: noi poi che siamo amanti dei brunch siamo degli Aficionados del First Watch, specializzato in prime colazioni (chiude alle 14) e al sabato-domenica di tutti quei bar che ti offrono quelle abbondanti scelte di breakfast sconosciute in Italia…Certo, mi piace anche andare al bar e prendermi un cappuccino e una pasta…Insomma, ci sono cose belle in tutti i paesi…A me piace provare nostalgie tanto per le ostriche e champagne offerti su una barca che faceva il giro della baia di Walvis Bay con foche non addomesticate di 200 chili che ti saltavano sopra (ho una fto di Nicholas a cavallodi una di queste) o del Galao con Argolas (caffe’latte con ciambellina) di uno scalcinato bar di Luanda o del Latte (come chiamano il cappuccino in Australia) ne bar di St Kilda in Melbourne… e anche del Cappuccino con pasta al Bar di Ponte Rivabella del comune di Monte san Pietro! COMUNQUE questa escursione gastronomica a ruota libera mi riporta alla mente quanto mi frullava in mente nei giorni scorsi riguardo alla sopravvivenza del nostro Blog: e’ ovvio che a un certo punto noi-io soprattutto- si finisca col ripetersi e dire le stesse cose … Certo, utenti vecchi e nuovi si alternano, fuggono e ritornano, e quindi talvolta i ‘repetita’ davvero ‘juvant’ … Ma la primaria funzione del Blog dovrebbe essere quella di FORNIRE INFORMAZIONI UTILI agli utenti e queste info potrebbero ANCHE essere quelle di dare info si sui tornei e sulle Academy ma anche sulle localita’: alberghi, ristoranti, cose da fare in giro, campi dove allenarsi, dritte di questo tipo … Cioe’ ognuno che va ad un Torneo potrebbe (dovrebbe) scrivere, anche sotto nickname impressioni su quel torneo, come e’ organizzato, cosa fare per ottimizzare la propria esperienza…e poi se ci vuol anche dire come e’ andato il figlio, tanto meglio. E’ il mio messaggio cristiano per oggi: dare per ricevere.
    Eh, si, Andrew…fai bene ad indignarti, ma hai visto quanti errori di battitura? e’ il Mac…se scrivo altre lui mi cambia in alter…e cosi’ fa per tante altre parole …
    Chiedo al paziente e autorevole Roberto, anche lui amante dei Pink Floyd e di questo brano in particolare,Wish You Were Here, di correggere l’errore: Roger waters, non Roger Walters.

  12. Atti scrive:

    Contraccambio le belle parole di Stefano ed in effetti averlo conosciuto mi ha fatto piacere, peccato non avere avuto il tempo per radunarci con qualche altro Blogger (ClaudioTn Andrew)…
    PS: : 2 cose non mi sono andate giu: la prima è che hanno comprato tutta la sfogliata della pasticceria. e a noi ne è rimasto un cm.. quadrato, la seconda è che non mi hanno fatto provare il monopattino americano.. pazienza.. in fondo non sono mica Seppi !

    Tornando serio, devo spendere parole di elogio per il centro di Sestola dove è stata prima Anki e in questa settimana c’è Vale per un raduno U12 (con la figlia di Mauro con qui si allenano tutti i giorni oltre alla figlia di Francesco); tutto fatto in modo molto professionale serio e proficuo con il tecnico Palumbo a far da direttore tecnico molto competente e attento a gestire i gruppi, con i maestri e gli animatori che si impegnano quotidianamente con i ragazzi (+ i preparatori atletici)…videoanalisi finale in CD…davvero si respira un bel clima… insomma una volta tanto un elogio alla FIT anche dal Blog.

  13. heraimo scrive:

    Finalmente il leader è tornato, e che ritorno! Adesso aspettiamo anche il grande rientro di Max! Senza togliere nulla a tutti gli altri bisogna riconoscere che l’originale non teme confronti…
    Purtroppo Stefano è più per raccontare che per ascoltare… gli avevo dato un consiglio che non ha seguito: far fare a suo figlio TUTTI e cinque i tornei ETA italiani. Non ci sono coach, accademie o illuminati che possono sostituire il responso del campo. Alla base di qualsiasi scelta c’è la conoscenza del proprio livello e purtroppo questa viene solo da un buon numero continuativo di tornei sulla stessa superficie.
    Chiaramente fosse vero che il ragazzo è solo cinquantesimo nel ranking italiano, ma non lo credo proprio, non avrebbe senso andare da Bollettieri. La grande accademia funziona bene per il gruppo d’elite, tutti gli altri praticamente foraggiano quei pochi.

  14. francesco scrive:

    Finalmente rileggo Stefano , per un amante del tennis come me è un piacere immenso laggere questi rapporti
    Il problema fondamentale è che in passato era molto più semplice arrivare nei primi 100 , e io penso che per gli attuali u12 entrare nei primi 100 al mondo nel 2016 sarà molto dura oltre alla bravura ci vorrà molta fortuna
    La competizione è diventata bestiale , io per esempio ho visto il figlio di cobolli di anni 7 giocare a tennis perfettsmente impostato
    Comunque per i miei gemellini io sono concetrato sul doppio , forse in questo campo è più facile emergere

  15. Gus scrive:

    Ciao Stefano,

    anche io rientro dalle prime due settimane di vacanza dell’anno dall’Alto Adige (dolomiti di Sesto), trascorso passeggiando tra i monti. Il tuo post è come al solito molto appassionato e quindi non credo sia necessario da parte di uno sprovveduto come il sottoscritto fare qualsiasi commento sulla vostra scelta, sui tornei, ecc.ecc. Io continuo a credere che comunque vada la passione e l’intensità con cui vivete il vostro rapporto con Nicholas non potrà che produrre dei risultati positivi da un punto di vista della relazione, delle emozioni e dei sentimenti. Almeno per me questo è l’obiettivo prioritario, come genitore. Mi piace quindi pensare che, pur da lontano, il mio sostegno e il mio appoggio possano esservi di un qualche aiuto. A me piacerebbe rimanere “collegato” alla vostra esperienza con Nicholas, perché sono sicuro che possa essermi di aiuto nelle scelte che faremo come genitori, naturalmente sempre nel rispetto della vostra e sua privacy.

    Un grande abbraccio.

    Gus.

  16. francesco brancato scrive:

    Stefano ..finalmente il gran ritorno…appasionato ed appassionante, leggerti è sempre un piacere.mi è dispiaciuto molto non poter incontrare te e gli altri amici del blog,ma nel periodo di padova trieste e porto San giorgio abbiamo fatto delle scelte alternative.

    Atti
    grazie delle notizie perchè con Francesca da quando è lì in quel di Sestola solo pochi flash telefonici,e mi conforta sentire da un osservatore attento come te, che la settimana sia oltre che divertente(non dubitavo) anche proficua.se puoi continuare a tenermi informato ti sono grato

  17. Diego1 scrive:

    Condivido le parole di heraimo , anche se penso che per conoscere il proprio vero livello serva un periodo di tornei U12 piu lungo per quello che puo’ valere a quella eta’.
    Penso ancora che la scelta definitiva sia a 14 anni , certo che se a quella eta’ non sei almeno tra i primi 5 o 6 a livello italiano conviene giocare solo per divertirsi e pensare di piu’ alla scuola che al tennis.

  18. mauro topslice scrive:

    Quanti spunti e quanta realtà vista e raccontata in maniera semplice e lucida…………. per un momento mi hai fatto venire in mente alcuni anni in cui i miei allievi facevano i tornei eta e i nike…….. esperienza bellissima, ma se non fosse mia figlia a chiedermelo credo che non avvierei più nessun altro allievo a una professione come questa( perchè ad alto livello sono dei piccoli professionisti in tutto e per tutto!!!). I rischi e le incognite sono tante e quello che dici in certi momenti a genitori e allievi non sempre viene interpretato in maniera corretta e costruttiva, ma vale il TUTTO E SUBITO……..

    stacco e ti saluto perchè ho imparato che se mi dilungo troppo poi mi perdo …… prometto di seguire questa vostra avventura o impresa (due cose diverse ma avvincenti) e se sicure di non dire cavolate magari intervenire.

    ciao

  19. giovanni scrive:

    Leggo con ammirazione questo blog e seguo la storia di Nicholas anche io ho un ragazzo di 12 anni e quest anno gli ha fatto fare i tornei eta in Italia,e sono rimasto sconcertato ed esterefatto quando ho visto mio figlio perdere con un ragazzo del 99 tant è vero che non mi spiegavo il perchè un 99 prendesse parte a questo torneo under 12 poi l’ho capito quando con una certa facilità ha battuto mio figlio,è veramente bravo ha tutti i colpi anche se è così piccolo. Il livello di gioco di alcuni ragazzi tra cui anche questo 99 è così alto che mi sono chiesto vale la pena continuare a spendere soldi portando il ragazzo in giro per tornei quando ci sono questi ragazzi così piccoli e gia cosi forti?Per i ragazzi più grandi non è umiliante perdere con ragazzi di addirittura 2 anni di meno? Consigliatemi al meglio,ciao a tutti e continuate a scrivere il vostro contributo è importantissimo per tanti genitori che da poco si sono affacciati con i propri figli a questo sport.

  20. An Inconvenient Truth scrive:

    Ok, sembra si sia creata una netta frattura nel Blog: da un lato Filosofi & Poeti, dall’altro non Pizzicagnoli & Notai ma diciamo i Concreti & Terra-Terra: quando scrivono gli Uni, gli Altri si astengono? Siamo in piena guerra civile? O la gente scrive solo quando e’ in Ufficio, della serie ’sempre meglio che lavorare’ ? Peccato, pero’…Era un bel SubBlog…

  21. Mauro scrive:

    Giovanni, questo sport è tanto bello quanto crudele perchè stabilisce, con una certa precisione chi è forte in un dato momento e chi no. Non è come fare palestra, nuoto non agonistico o anche un sport di squadra, qui ci si deve confrontare quotidianamente con degli avversari. E’ uno sport che all’età dei nostri figli non si può fare solo per muoversi un pò la domenica, come magari potremmo fare noi adulti. Certo, si può tarare il livello di agonismo, Tono Nadal, disse a Rafa, cosa vuoi diventare, campione provinciale, regionale, nazionale i del mondo?
    in base alla risposta occorre stabilire l’impegno.
    Io rispetto ad altri di questo blog, ho deciso un approccio più soft, Madmax, Stefano G., Nipa, etc per esempio, ma molto più strong rispetto ad altri come per esempio Archipedro o Andrew.
    Quindi, Giovanni per rispondere più compiutamente alla tua domanda, se il tuo ragazzo non è a certi livelli, non farlo competere per ora al livello nazionale ma cerca in regione dei tornei al suo livello che certamente ci sono, e se lui aspira poi a diventare sempre più bravo, dovete mettere in conto lavoro. valoro ed ancora lavoro, di qualità ma sempre lavoro.

  22. Elettra scrive:

    Stefano molto bello il racconto delle ultime esperienze così come la descrizione del micromondo che ci circonda.
    Effettivamente è così e non mi ricordo di aver mai sentito parlare bene di un genitore qualsiasi, sia che avesse un figlio forte, sia che fosse una schiappa.
    Il primo lo forza e gli toglie l’infanzia per inseguire sogni di grandezza, il secondo lo forza e gli toglie l’infanzia e non si accorge che è una schiappa.
    Per cui temo che sia veramente impossibile accontentare il numeroso pubblico, naturalmente con le dovute eccezioni fatte di pochi appassionati.
    Il sospetto sulle grandi accademie, dai racconti di chi ci è andato, è che siano molto pochi quelli seguiti in un certo modo e che la selezione sia fatta all’ingresso più che sul lavoro e sui progressi.
    Ma questo ovviamente vale per quelli che ci capitano per caso, non certo per quelli che ci gravitano da parecchio tempo e che certamente avranno preteso e concordato garanzie sui programmi, tanto più che tua moglie sarà là per cui il controllo è garantito.
    In bocca al lupo e fammi sapere.

  23. Stefano Grazia scrive:

    Uomini senza fallo, semidei che vivete in castelli inargentati
    Che di gloria toccaste gli apogei
    Noi che invochiam pieta’ siam di tennis appassionati
    Dell’inumano varcando il confine
    Conoscemmo anzitempo la carogna
    Che ad ogni ambito sogno mette fine
    Che la pieta’ non vi sia di vergogna
    (de Andre’,ovviamente modificato)
    Grazie An Inconvenient Truth che me l’ha fatto venire in mente:scusate signori benpensanti, eletta schiera, se ci abbiamo provato,se ci stiamo provando e soprattutto anche se abbiamo fallito o falliremo se non ci sentiamo troppo in colpa per averlo fatto …

  24. zio tony (categoria terra terra) scrive:

    dai stefano, siamo in agosto, i poeti e filosofi sono in ferie! complimenti per i tuoi articoli-diari esistenziali, sei uno dei pochi che quasi sempre riesce a strapparmi un sorriso ! ;-)
    saluti.

  25. federico di carlo scrive:

    Ciao Stefano e tutti gli altri bloggers,
    finalmente le trasferte di lavoro sono finite prima delle vacanze estive!!!!!
    Bellissima l’introduzione di Stefano e ricchissima di spunti. Vorrei porre la mia attenzione e la vostra su due aspetti: L’attività estiva ed il passaggio dai junior ai senior.
    Una decina di nostri ragazzi hanno quest’anno fatto agonistica e, come in tutti i circoli con alterne fortune. Ci sono state (e ci sono) settimane in cui i ragazzi e ragazze tra tornei di 4a, under 12, under 14, Nike, TTK, Topolino e via discorrendo hanno giocato anche TRE volte al giorno. Ammetto che sotto il sole cocente di luglio/agosto (purtroppo in Abruzzo la stagione agonistica non prevede tornei nelle stagioni fredde - altro svantaggio territoriale - ) giocare ad orari impossibili e disumani può essere veramente pesante per i ragazzi però d’altro canto c’è da registrare che i ragazzi più partite fanno e più sono esposti alla tensione da torneo e più acquistano “confidenza” e fiducia nei propri mezzi. Ieri in un incontro di D1 un nostro under 14 ha costretto al ritiro (è stato piegato psicologicamente; non riusciva a farsi una ragione di poter perdere - e di brutto- con un under 14) un 4.1 di 21 anni. Prima della stagione avevo un po di dubbi su questo ragazzo, troppo critico ed un po tentennante nei momenti topici del match. La programmazione intensa di incontri ed il lavoro mentale messo in pratica come qualsiasi altro colpo lo hanno trasformato in una specie di carro armato. Chiunque gli capiti dentro lui lo fa a pezzi ed ovviamente i buoni risultati rinforzano la sua condizione mentale.
    C’è una grandissima differenza tra il mondo junior e quello senior. Se hai una tecnica accettabile; una buona presenza sul campo a livello tattico mentale, nel mondo junior riesci ad emergere abbastanza bene. Il momento cruciale avviene tra i 16 ed i 18 anni (soprattutto per gli uomini, prima per le ragazze). A livello senior, soprattutto tecnicamente e tatticamente si è sullo stesso livello. Quello che fa spesso la differenza sono la condizione fisica ed in particolare l’aspetto mentale. E’ per questo motivo che la maggior parte delle promesse junior si perde a questa età. Convinti che il talento ed i risultati del mondo junior siano sufficienti per entrare tra i senior, si scontrano con la dura legge del professionismo in cui solo chi è solido mentalmente e concepisce il tennis con un’etica e metodologia di lavoro ferrea ed ultra specialistica riesce ad emergere a grandi livelli. Quando i genitori mi chiedono, rispondo che essere un bravo junior, di per se, non è nessuna garanzia per diventare qualcuno nel mondo del tennis che conta ( e qui ritorniamo al discorso del quartiere, della regione, della nazione, internazionale).
    Stefano, ci sono molte scuole di pensiero sulla psicologia dello sport. l’auto incitamento ad alta voce ti permette di mantenere un livello di performance costante a livello conscio. E’ la tua volitività che incita il corpo ad andare in una certa direzione. In questoa modalità di solito le performance sono di livello medio alto ma difficilmente l’atleta da il meglio di se. La consapevolezza riduce la fluidità e la decontrazione muscolare. Le moderne tecniche di psicologia dello sport sostengono che la peak performance degli atleti si raggiunga in uno stato inconscio. Le verbalizzazioni, gli auto incitamenti, ad alta voce invece portano la mente da uno stato inconscio (ammesso che ci sia) ad uno stato conscio. E’ stato anche visto che il famoso “self talk”, anche se in maniera più soft induce lo sportivo ad una performance in stato di consapevolezza. Le moderne tecniche mentali sostengono che per entrare “in the zone” (come si dice tecnicamente) gli stati di consapevolezza (verbalizzazioni, scatti di ira etc) devono uscire dal comportamento e dai processi mentali per far spazio (e qui ritorniamo ai Pink) ad una specie di numb inconscio.

  26. federico di carlo scrive:

    X Stefano,
    se un genitore in Australia ha un figlio con talento per il tennis, non si fa nessuno scrupolo di fare tutto il possibile per la realizzazione della felicità del proprio figlio e del suo futuro nel tennis. In Italia è lo stesso, soltanto che gli scrupoli non ci stanno soltanto nel caso in cui il figlio voglia diventare un avvocato, un commercialista etc.
    Lo sport in Italia non viene considerato una professione nobile e chi lo esegue non ha “status sociale equiparato” (a meno che non sia un PROFESSORE di educazione fisica, ovviamente :-)

  27. Fabio scrive:

    Una nota riguardo la possibilità di riprendere il proprio figlio mentre fa sport.
    Una partita di un torneo, così come un incontro di campionato, di qualsiasi sport è un evento pubblico a cui non si applica la legge sulla privacy.
    L’unico limite è un eventuale diritto di esclusiva da parte di tv.

  28. Stefano Grazia scrive:

    Fabio: era quello che pensavo io ma ho preferito non stare li’ a menarla: l’ho fatto notare all’Organizzazione (Il giudice Arbitro mi voleva addirittura rimproverare perche’ temeva di essere in fallo per non essersi accorta delle riprese effettuate nei giorni precedenti) e il direttore del Torneo voleva farmi contattare la Nike ma ovviamente ho lasciato perdere e non mettermi a litigare con l’altro genitore (che comunque non mi ha nemmeno rivolto la parola: ha solo richiesto l’intervento dell’organizzazione). La mia soddisfazione e’ stata la vittoria di Nicholas (quel che conta non sono i pugni o gli insulti, sono le mete! ci diceva il nostro capitano Angelo Aldrovandi durante un match in cui i piu’ esuberanti del Bologna rugby volevano passare alle vie di fatto con i nostri avversari rei di aver commesso, secondo noi di aver commesso ogni genere di scorrettezze…)
    Heraimo: dimentichi sempre quel piccolo particolare, il nostro NON vivere in Italia…. Non avremmo mai potuto portare Nicky a giocare TUTTI i 5 ETA in Italia, l’unico che abbiamo mancato e’ stato Verona poi spostato a Padova…Certo, se Nicky, abitando in italia, avesse potuto non solo partecipare a Lecce e Maglie ma anche fare tutto maggio sul clay, magari adesso avremmo anche noi in saccoccia qualche buon risultato e una classifica 3.5 da offrire in pasto ai lettori del Blog ma cosi’ non e’ e quindi …NO WHINING,NO EXCUSES, che il libro piu’ grosso al mondo e’ IL LIBRO DEI SE (The book of IF): testa bassa e pedalare, quindi e ci rivedremo a Filippi!
    Ciao Federico:appunto, e’ una questione di opinioni. Magari fra qualche anno Nicky si trasformera’ in IceBorg, magari sara’ invece il nuovo Goran McSafin, chissa’… Come credo di aver gia’ raccontato, ho gia’ pagato in anticipo oltre alle gia’ previste lezioni di gruppo un’ora settimanale individuale d MENTAL alla IMG Academy, quindi non e’ che, pur se col mio consueto e innato scetticismo, non lasci nulla d’intentato…Intanto ti posso confermare che essendo Nicky come tu dicevi un Uditivo, ho forse trovato la chiave di volta per fargli fare alcuni allenamenti sia pure noiosi e pesanti: ho visto infatti che se lo faccio correre od allenare con un paio di Oakley con MP3 (e playlist epica preselezionata con musiche da Moby, Vangelis, Zimmer, Last of Mohicans, Adiemus, Mike Oldfield,etc etc etc) va che e’ una scheggia, senza lamentarsi…In questi giorni stiamo facendo dei richiami atletici piuttosto pesanti con corse lunghe e Circuit Training asfissianti di 8-10′ … Sta andando come un treno! Adesso voglio provare anche a fargli fare famosi 100 palleggi con l’handycap (ti ricordi, quelli che faceva con Cristian Merlato a Fermo di PSGiorgio: se sbagli uno, riparti da 10 in meno…) con gli Oakley e la musica…Magari me li fa tutti senza sbagliare o se sbaglia che gli frega, tanto sta ascoltando la musica…
    Agatone! Spero proprio di scriverlo, quel libro…La canaglia di Lagos_The Road To…Herr, Eddie Herr! (Searching for Bobby Fischer meets Coach Carter meets Love and Basketball meets Friday Night Lights)

  29. federico di carlo scrive:

    Ciao Stefano,
    quella di fare training atletico con la musica è una buona idea. I nuotatori per esempio, quando fanno fondo (migliaia di vasche) lo fanno con la musica per non annoiarsi.
    Trovo invece che l’allenamento tecnico sia natatorio che tennistico debba essere fatto senza musica. Tra le altre cose, infatti, la musica nasconde quelle percezioni in allenamento (nel caso di Nicholas uditive, come per esempio il suono dell’impatto tra la palla e la racchetta, lo scricchiolio delle scarpe sul campo etc) che danno un punto di riferimento al cervello e che possono essere richiamati in partita con un opportuno allenamento mentale

  30. Kill Bill '' il tranvato '' scrive:

    Per Roberto Commentucci o chi ne sa qualcosa.

    Ho sentito alla televisione durante i mondiali di nuoto di Roma che Castagnetti , il ct dell’Italia di nuoto, avrebbe un progetto nel tennis.
    All’inizio sembrava addirittura a breve termine poi ha parlato di dopo Londra 2012.
    Avete qualche notizia in proposito ?

  31. federico di carlo scrive:

    x Stefano,
    dimenticavo: fai in modo che la musica che ascolta sia quella che gli piace. Deve essere musica che lo carica. Deve essere poi la stessa musica che lui ascolterà per circa mezzora un’ora prima dell’inizio del match. E’ la stessa tecnica che usano i giocatori di calcio prima del riscaldamento pre partita e che ho visto anche usare dagli All Blacks (per rimanere in un contesto a te caro).

  32. Roberto Commentucci scrive:

    Ciao Kill.

    Dell’iniziativa di Castagnetti ne hanno parlato i giornali qualche settimana fa. Castagnetti, grande appassionato del nostro sport, vorrebbe contribuire al rilancio del tennis italiano aprirà a Verona una Academy tennistica. Ha trovato uno sponsor privato importante e ha anche stipulato un accordo di partnership con l’ex campione australiano John Newcombe, che ha anche lui una Academy negli USA.

    Per ora non se ne sa di più, ma pare che i soldi non manchino e che si possano reclutare allenattori di buon livello.

    Mi sembrauna buona notizia.

  33. emy scrive:

    Per caso ho scoperto questo blog e visto che ci sono diversi appassionati che hanno fatto e vissuto sulla pelle dei propri figli esperienze in giro per l’Italia e per il mondo voglio porvi il mio problema. Ho un figlio classe 99 fortissimo in allenamento fa delle cose eccezionali gioca e vince con ragazzi di 2 e anche 3 anni più grandi di lui,ha una manualità con la racchetta da paura ha tutti i colpi, ma nel momento in cui deve fare un torneo diventa un altro irriconoscibile non si muove più, sbaglia le cose più semplici,chi mi sa consigliare cosa posso fare per aiutarlo o dove andare,per risolvere questo problema non da poco che gli condiziona la vita e i tornei.grazie

  34. Kill Bill '' il tranvato '' scrive:

    Grazie Roberto,
    non l’avevo letto ma solo sentito nelle interviste ,sembra anche a me un ottima notizia.
    Credo che il tennis abbia bisogno di forze fresche , di persone che possano portare esperienze ed idee diverse nell’ambiente.
    Per dirla tutta penso che sia l’unica strada affinchè si esca da certi schemi.
    Faccio quindi un in bocca a lupo ad Alberto Castagnetti che sono sicuro oltre alla partnership mettera molta della sua esperienza nel progetto.

  35. Stefano Grazia scrive:

    Emy: un nostro lettore (e Presidente di un piccolo circolo nel Veneto), ClaudioTn, accompagnando la nipote ad un torneo alle Azzorre (va mo la’!) nel resoconto scrisse di un Coach Spagnolo che a un certo punto affermo’, lapidario: La tecnica la se aprende, los cojones se tengan (Scusate lo spagnolo approssimativo ma ci siamo intesi). Purtroppo e’ cosi’. Miccini avra’ anche un dritto non ortodosso, non di quelli che insegnano alla Bollettieri, ma evidentemente funzionava lo stesso e probabilmente il ragazzino aveva il Fire Inside … Abbiamo tutti piu’ volte riportato (e io fui il primo a farlo) la famosa frase di Safin quando sosteneva che la differenza fra i Top20 e il Resto del Plotone e’ tutta nel Mental: Because Tennis, Everybody has. Ovviamente se la tua tecnica e’ perfetta ed hai anche talento (ammesso e non concesso che le due cose si sovrappongano) male non fa ma anche a livello junior la differenza la fa la voglia di vincere in quel momento, la capacita’ di stare attaccato all’osso, la igna, il rifiuto di farsi battere etc etc etc Sono cose innate? In parte si, certamente, ma non e’ detto che non si possano almeno in parte sviluppare. Sicuramente a 10 anni non c’e’ nulla che non si possa fare. Intanto, bisognerebbe giocare sempre piu’ tornei, per abituarsi alla tensione-pressione. Secondo, bisogna selezionare i tornei: all’inizio meglio giocare quelli che PUO’ vincere, quelli facili, per iniziare a costruire un po’ di confidence…Poi una volta che ha vinto 3-4 partite, riportarlo sulla terra con incontri piu’ difficili. Cercare d’insegnarli che BISOGNA SI GIOCARE PER VINCERE (nel senso di TENTARE di vincere e non solo per partecipare) ma che la sconfitta, una volta che hai dato il tuo personal best, e’ una opzione completamente accettabile ed onorevole (Non conta vincere, non conta perdere, conta solo come hai combattuto). Poi comunque bisogna rendersi conto, noi genitori per primi, che il mondo e’ pieno di Maestri e/o Coaches dalla tecnica sopraffina che pero’ non hanno mai sfondato fra i Pro … eppure magari giocano meglio di tanti Top 100! Attirandomi tante critiche e tante battute ironiche io ho sempre sostenuto che per vincere nello sport evi avere un ego e un empatia un po’ particolare e che in fondo devi essere stato, da piccolo, un po’ canaglia …

  36. federico di carlo scrive:

    Ciao Emy,
    benvenuto/a nel blog. Dal mio punto di vista i problemi di tuo figlio sono 2: uno di carattere tennistico e l’altro di carattere mentale. Il primo è dovuto alla desuetudine a giocare partite. La partita infatti ha un ritmo completamente diverso rispetto all’allenamento. Fare poi una partita con gente sconosciuta è per un ragazzo fonte di altro stress. Dal punto di vista mentale la partita mette tuo figlio davanti all’ansia da risultato. Quando gioca con i suoi amici e gente che conosce non ha questo assillo. Quando invece gioca in torneo, in una situazione ufficiale si blocca; la tensione e l’adrenalina lo paralizzano. Ti consiglio di affidarlo alle cure di un buon maestro che lo inserisca all’interno di un contesto agonistico. Spesso i ragazzi apprendono le strategie comportamentali anche confrontandosi tra di loro. Da quanto scrivi mi sembra di capire che tuo figlio abbia gli stessi problemi anche in altre situazioni (parlare in pubblico, interrogazione a scuola, recita scolastica). Potrebbe essere molto utile insegnargli delle tecniche di rilassamento con cui possa prima imparare a gestire la paura e l’ansia da risultato e poi affrontare la questione tecnico-tennistica.

  37. gio92 scrive:

    Alla fine l’incontro (fuori dal campo) c’è stato , Niki ha incontrato Nicky.
    Hanno fatto anche amicizia , beh insomma qualcosa di simile visto il poco tempo complessivo avuto. Una bella esperienza quindi, bella esperienza anzi bellissima quella che ha vissuto (il mio) Niki in questa sua prima estate di tornei lontano da casa e dalla famiglia. Sicuramente molti di più i bei ricordi fuori dal campo che quelli dentro ma ci sta, siamo ancora in fase di “inseguimento” e poi c’è da lavorare sul “mental” e sulla preparazione atletica però credo che questa estate abbia dato e stia dando tanto in termini di esperienze umane e di crescita come individuo e questo rimane il nostro obiettivo primario.
    Per fugare ogni dubbio Nicholas ha affascinato Niccolò , lo ha affascinato perchè ha visto “live” comportamenti, atteggiamenti di cui finora aveva solo sentito parlare da me riportando quanto leggevo sul blog o su altri siti. Ha anche scoperto che Nicholas (e più di lui forse anche il suo papà) non è solo “strano” è anche simpatico e poi alla fine forse neanche così diverso, solo abituato ad altre esperienze che a sua volta ha fatto scoprire a Niki e ai suoi amici. Esperienze, confronti , ovviamente non parlo solo in senso tennistico, ingredienti fondamentali per lo sviluppo di un giovane.

    Cambiando discorso una cosa proprio non capisco, perchè anche autorevoli “addetti ai lavori” dovrebbero sconsigliare ad un ragazzo (bambino ?) di 12 anni di andare da Bollettieri (o in academy in genere) se già non è al top della categoria ?! I presunti fenomeni spesso, molto spesso, sono tali solo e semplicemente perchè hanno vissuto fino a quel momento in una situazione di fatto simile al vivere in una academy e la differenza è tutta lì. Quale posto migliore di un’academy per recuperare terreno quindi ?! Non si va lì per migliorare ?! In particolare nei maschi la maturità e quindi gli enormi cambiamenti ad essa collegati è spessissimo ben là da venire, qui sembra invece che uno a 12 anni tutto quello che può dimostrare lo abbia già fatto !

    L’amica Emy parlando di un ‘99 fortissimo non so di chi parli ma ci scommetterei che si tratta di un figlio di un maestro o di qualcuno fortemente coinvolto nel mondo del tennis…..poi magari mi sbaglio e si tratta di un “fenomeno” che gioca in gruppo due volte alla settimana…….

  38. gio92 scrive:

    Ops , ho fatto confusione, intendevo il 99 di cui parla Giovanni , e non il figlio di Emy neanche a farlo apposta anche lui del 99

  39. Stefano Grazia scrive:

    Federico:se m citi gli All Blacks non so resistere anche e ahime’ in questo momento non sono pi’ la squadra piu’forte del pianeta avendo rimediato due brutte scoppole in casa dei SudAfricani (Incredibile, e non credo che l’assenza di daniel Carter possa essere una scusa valida: il fatto e’ che pur avendo dei tre quarti favolosi, fra cui spicca quella bestia di Ma Nonu, se la mischia non riesce a fargli arrivare buoni palloni e gli unici giocabili sono quelli dei contrattacchi, be’, e’ dura, durissima…)…Anche Sabato scorso il nostro allenamento ha ruotato intorno a questo match e io e Nicky abbiamo lasciato Gabri’ a tirar su ostacoli coni e altri ammenicoli usati per tre ore di preparazione atletica per fiondarci a casa in tempo per vedere l’Haka, la famosa danza tribale che i giocatori neozelandesi eseguono (nelle sue varianti) prima del calcio d’inizio, una sorta di rito propiziatorio ed intimidatorio ma anche piu’ semplicemente una semplice Tecnica di Attivazione: pensa che ogni tanto mi balocco sull’idea di far fare a Nicholas l’Haka come routine prima dei suoi match… No, ovviamente non davanti all’avversario, poverino, ma nella locker room, o dietro qualche albero al riparo da occhi indscreti…
    Del resto noi gia’ adesso appena prima di entrare in campo corriamo sul posto aumentando piano piano fino a contare da 1 a 10 forte correndo alla massima velocita’… E’ una stronzata, come meccanismo d’attivazione, ma ha un significato affettivo: era quello che facevamo noi al Bologna Rugby, dentro gli spogliatoi, e mi sembra di sentire ancora il rumore dei tacchetti sul pavimento…
    E comunque ogni volta che vedo i neozelandesi fare questa danza sul campo, con quella passione e gli occhi spiritati,le goccie di saliva che spruzzano, i gesti e le urla, non hai che due possibilita’: o ti metti a ridere pensando che si stiano coprendo di ridicolo o ti metti a piangere sentendo i brividi correrti lungo la pelle… Indovinate un po’ cosa faccio io.

  40. federico di carlo scrive:

    Stefano,
    se Nicholas reagisce al meglio alle stimolazioni uditive, più trucchi uditivi riesci ad includere negli esercizi e meglio è. Ricordi l’esercizio che Christian gli ha fatto fare a PSG? Il fatto di segnare l’area del campo va bene per un visivo (anche se dubito che dall’altezza di un bambino di 11 anni si possa vedere da fondo campo il quadrato tracciato nel rettangolo di gioco dell’avversario), per un uditivo sarebbe invece meglio che la palla “in” fosse contata da un segnalatore acustico (tipo occhio bionico in voga qualche anno fa a wimbledon). Qualsiasi meccanismo di attivazione va benissimo. La cosa importante è che rispecchi la porta d’ingresso privilegiata dell’atleta e che possa essere richiamata a piacimento in qualsiasi momento durante una partita.

  41. Stefano Grazia scrive:

    Gio92,in effetti un Academy come la Bollettieri non dovrebbe essere presa come un punto d’arrivo ma semma di partenza: secondo me soprattutto per uno come Nicholas che se e’ vero che, grazie anche a circostanze fortunate (l’aver acchiappato il treno ora soppresso della Strategy Zone Program e l’aver vissuto in paesi senza tornei-quindi maggior tempo a disposizione per la tecnica)tecnicamente per la sua eta’ non ha grossi difetti, quello di cui maggiormente necessita (volume e tough competition) non lo trovera’ in nessun altro posto meglio che alla Bollettieri … E comunque vi sapro’ dire.
    Credo che tuo figlio Niccolo’ e gli altri del gruppo ligure siano rimasti colpiti piu’ dalle evoluzioni in RipStick ma sono felice di sapere che ogni tanto Nicholas lascia una buona impressione di se’… Ma e’ bello che ragazzini sconosciuti imparino a frequentarsi in questi contesti…Sicuramente questo e’ il lato positivo di questi tornei ed e’ anche questo quello che intendo come abitudine e quello che gli manca: rivedere volti conosciuti, avversari si ma solo sul campo e nello stesso empo anche faccie amiche, con cui riscaldarsi, are due chiacchere, raccontarsi…insomma,passare il tempo fra un incontro e l’altro, sentirsi a proprio agio e non straniero in patria…

  42. Mauro scrive:

    Storiella del piccolo John che si diceva fosse ritardato mentale:
    John va a lezione di attività manuali nella sua scuola speciale, riceve il suo pezzo di creta e si mette a modellarlo.
    L’insegnante si avvicina e gli dice: cosa è quello che hai in mano
    e lui: un pezzo di sterco di mucca, sto modellando un insegnante.
    L’insegnante pensa che il piccolo john sia regredito, quindi chama il preside.
    Il preside chede a john cosa hai in mano? e lui, un pezzo di sterco di vacca, e cosa stai modellando? ed il ragazzo: un preside.
    Il preside ritiene sia il caso far esaminare il bambino dallo psicologo.
    Lo psicologo che è un tipo in gamba dice: io so cosa hai in mano John, e lui: che cosa?
    lo psicologo dice: un pezzo di sterco di mucca e so che stai modellando uno psicologo vero?
    Sbagliato dice John, non ho abbastanza sterco di mucca.
    E quelli lo chiamavano ritardato mentale.

  43. andrew scrive:

    è anche vero, Mauro, che se incontri uno che sembra un deficiente, si comporta come un deficiente, parla come un deficiente, ecc. ecc…. non devi lasciarti ingannare: è veramente un deficiente.

    Anch’io cercherò di contribuire al blog, esponendo ciò che ha svolto Alessandro (’98) nei mesi di giugno e luglio, sempre premettendo che non pratica il tennis (ossia, non frequenta un circolo), bensì il vaffantennis (ossia, palleggia a muro o si allena nei campi comunali con un CCV (Coach certificato Vaffantennis)).

    I mesi di maggio e giugno hanno visto Alessandro alle prese con un dilemma: come fare per uccidere il CCV (senza essere visti)? Insomma, i rapporti con un allenatore sempre avaro di gratificazioni verbali in un ambiente sempre avaro di gratificazioni esterne si sono guastati. Alessandro, ben sapendo che nel circolo sotto casa sarebbe comunque uno dei migliori (gratificazione magna), ha cominciato a rifiutare l’idea di tennis (o meglio, vaffantennis) che cerco di comunicargli o inculcargli o che dir si voglia.

    Insomma, il tennis è diventato, sono le sue parole, il “tennis di merda” e il CCV…mmhh, meglio non dire….

    Risultati: ha giocato un paio di tornei con poca voglia e molte lamentele. Due sconfitte al terzo set, pallettando come e più dell’avversario che accusava di pallettare. Oppure, rifiutandosi di rincorrere palle corte con le quali l’avversario lo ha massacrato. Ho dovuto pertanto sospendere l’iscrizione a tornei, per non perdere tempo e denaro.

    A luglio Alessandro ha sospeso gli allenamenti e si è fatto 4 settimane di duro carcere presso il Centro ricreativo estivo. Piano piano però ha ricominciato con i palleggi in taverna e dopo due allenamenti con me, ieri ha ripreso con il CCV e si è fatto per un’ora e mezza gli stessi esercizi che faceva il figlio del CCV, che, buttalo via, è pur sempre il miglior giocatore in circolazione nella zona e Alessandro aumenta sempre l’impegno quando ci gioca insieme.

    Al proposito, sono anche contento perché ho in un certo modo contribuito a riavvicinare CCV e figlio del CCV. Infatti, hanno ripreso ad allenarsi insieme e credo in parte sia stato dovuto al fatto che la mia incondizionata fiducia nel CCV abbia fatto breccia anche nel figlio del CCV. Un paio di settimane fa, il figlio del CCV (3.2) ha sconfitto qualche 3.1, una manciata di 2.7-2.8-2.6, un 2.4 per poi cedere a un 2.3 che disputava la sua prima partita. Insomma, il binomio padre-figlio in questo caso funziona…

    Beh, torno in vacanza per una settimana… fate i bravi e andate ‘affantennis

  44. Mauro scrive:

    Andrew, mi meraviglia (ma so che scherzi) la tua classificazione ed etichettatura delle persone, come sarebbe a dire si comporta come un deficiente, chi si arroga il diritto di deciderlo. Un domani potrebbero dire che quelli che rifiutano i circoli e costringono i figli ad un tennis diverso sono dei deficienti, sarebbe giusto definirti cosi? Penso proprio di no.
    La storiella che ho raccontato va proprio contro chi vuole classificare ed etichettare tutto in un metodo o in un sistema, decidendo se le persone sono ok o non lo sono.
    Comunque ritornando al tennis di tuo figlio, a mio avviso sbagli, per un unico motivo, lui non è contento e questo dovrebbe bastarti a cambiare le cose nell’ottica del suo star bene a prescindere se tu devi combattere una battaglia contro i sistemi dei circoli, è la tua battaglia, non la sua.

  45. federico di carlo scrive:

    X Mauro ed Andrew,
    sono dell’avviso che la cosa importante nell’educazione di un tennista che voglia arrivare al successo sia la programmazione. Quando si definiscono gli obiettivi secondo una tempistica ben definita, non importa se al circolo, al vaffantennis o in accademia, la cosa importante è che gli obiettivi prefissati vengano raggiunti prendendo ciò che di meglio si può avere dalle proprie possibilità, contesto ed offerta del mercato. Possiamo ragionare quanto vogliamo con i se e con i ma, alla fine bisogna sempre fare i conti con le risorse che ciascuno ha realisticamente. Sta poi alla motivazione dell’atleta fare la differenza. “Puoi portare il cavallo al fiume ma non lo puoi costringere a bere”.

  46. Stefano Grazia scrive:

    In effetti Andrew,pur condividendo la tua battaglia contro il Sistema dei Circoli, mi sento di condividere appieno l’opinione di Mauro: ’se tu devi combattere una battaglia contro i sistemi dei circoli, è la tua battaglia, non la sua’. Da un punto di vista tecnico/sociale/agonistico poi e’ secondo me chiaro che l’isolamento ancorche’ splendido non paga: a parte il fatto che probabilmente il ragazzino si rompe e si annoia,se e’ vero che il tennis e’ competizione qualcuno con cui competere o semplicemente confrontarsi glielo dovrai pur dare
    Insomma, io abbinerei le cose: Coach o CCV (se tu ti fidi di lui) da un lato, Circolo dall’altro. Tutt’al piu’ iscrivi solo lui, tu stanne fuori. E’ anche quello che ho sempre cercato di dire al Re degli Autarchici (Autarchipedro): per quanto a noi papa’ possa far ‘godere’ il crederci i migliori amici dei nostri figli, viene un momento in cui ci si rende conto che i bambini devono stare anche con i loro coetanei (e a volte, ahime’!, lo preferiscono). La chiave di tutto e’ trovare degli amici con cui possano avere affinita’ elettive (ammesso che siano poi le stesse affinita’ elettive che piacerebbero a noi e questo e’ un altro punto dolens).
    Il Sistema dei Circoli secondo me lo si combatte col Sistema delle Academies, non con l’autarchia piu’ spartana e compiaciuta. Ferma restando l’importanza dei Genitori Appassionati nella costruzione del campione.

  47. simplypete scrive:

    Vorrei dare un piccolo contributo al tema del blog:
    ho una figlia del 99 che ha iniziato a giocare a tennis da circa un anno e mezzo, veramente io l’avevo iniziata intorno ai cinque anni portandola un paio di volte al circolo sotto casa: lei già a cinque anni perfezionista e scassa…..becca la palla una volta si una no, dopo la prima ora di lezione mi dice “papà non becco la palla sto sport non mi piace” io prendo la mia passione per il tennis, i miei sogni di ex tennista di terza cat. di vedere la pargola giocare li metto in un cassetto e chiudo li la cosa.
    Passano circa tre anni seconda elementare porto l’altra figlia di cinque anni fare un corso sat mi son detto magari la seconda…si diverte abbastanza…alla terza lezione mi dico:” ma vai che forse magari ci viene fuori qcs”, l’altra non so so se presa da un raptus di gelosia o di imitazione dice “va be faccio anch’io la sat” ;
    risultato la piccola dopo un mesetto dice che le piace di più la danza……. la seconda fa due mesi di sat poi passa alla pre-agonstica, ad ottobre 2008 al corso agonistica 3 volte sett a gennaio 2009 fa il suo primo torneo regionale u.10 fa finale, preso gusto a vincere in questi mesi ne fa altri 9 tornei sempre levello reg. più qualche ttk naz.risultato 5 vinti 4 finali ed un primo turno, ottiene anche il pass naz. per giocare u.12 con un anno di anticipo, nella cat sup a giocato 3 partite 2 perse una vinta.
    Ad agosto si sta allenado per i vari master reg e ttk, per il master topolino poi farà qualche u.12 regionale, gli eta in italia sono finiti peccato anche se nel caso li avrebbe giocati solo per esperienza….
    Sono contento dei risultati e so che salire di livello non sarà così veloce però penso che il movens ti tutto sia la sua passione, senza quella secondo me starebbe ancora a cercare di colpire la palla una volta si un’altra no…
    Quest’anno a giocato tre volte la sett..con il maestro e una volta con me, nei giorni che gioca ha abbinato anche una sed di ginnastica per due volte a sett il prossimo anno penso farà lo stesso….
    Leggo spesso nel blog che genitori vogliono portare i figli da bollettieri piuttosto che valvassori etc…di per se non lotrovo un errore ma forse sarebbe meglio indagare se è un progetto condiviso dal figlio/a nel profondo oppure se dicono si solo per compiacere un sogno dei genitori, perchè nel secondo caso per me oltre ai soldi si rischia anche di rovinare un periodo unico della vita di un bambino/a….
    Secondo me se ha i numeri un bimbo/a emerge basta che la scuola tennis insegni una buona tecnica di base (tradotto non faccia danni) poi ci deve mettere del suo il pargolo e forse noi genitori dovremmo accettare che se nostro figlio non ce la fa, forse e solo perchè non ne ha le capacità…

  48. andrew scrive:

    …ciao Mauro…

    era una vecchia battuta di Groucho Marx, che paradossalmente accentua ed estremizza il concetto che tu stesso volevi esprimere…

    Hai ragione sul fatto che Alessandro è coinvolto in una mia battaglia ma sinceramente non credo di procurargli grossi traumi: viene semplicemente a fare attività fisica in un contesto sano. Ben maggiori i rischi (sia in ambito sportivo che in ambito sociale) in caso di frequentazione anche saltuaria di un circolo (dove appunto si formano idee strampalate sul proprio ruolo sportivo e sociale).

  49. Stefano Grazia scrive:

    Premesso che condivido piu’ o meno tutto quanto scritto da simplypete, e spesso i miei dubbi li ho esposti anche troppo crudamente, continuo pero’ ad avvertire un buffo senso di disagio ogni qual volta ogni volpe cerca di convincermi che l’uva non sia poi cosi’ buona. Non si tratta solo di Bollettieri ma anche di tutto il contorno: quando si continua a scrivere che ’si rischia anche di rovinare un periodo unico della vita di un bambino/a….’ a me viene in mente la risposta che diede Ivan Lendl alla giornalista che gli domandava se non aveva paura di rovinare l’infanzia/l’adolescenza delle proprie figlie mettendole alla Leaderbatter Golf Academy. Lendl rispose piu’ o meno: di che cosa le priverei? Di andare al Mall a ciondolare,fumare, giocare 4 ore alla PlayStation?
    Ora sappiamo che Lendl era tagliato con l’accetta e che disapprovava,per esempio, lo stile e la vita della sua connazionale Martina e del primo Agassi,ma e’ vero che a volte si corre il rischio di idealizzare il grande mito dell’Adolescenza… Credo vi siano insomma molti peggiori modi di sprecarla che andando a passare un anno a studiare e ad allenarsi in un Academy americana o spagnola o italiana … In fondo se non vi fossero risultati o segnali confortanti, dopo un anno puo’ sempre ritornare a casa, fare la terza media, entrare al Liceo Linguistico (visto che e’ bilingue inglese-italiano parla un po’ di portoghese e francese e magari quest’anno inizia lo spagnolo). Tra l’altro non e’ che vada in caserma o in un orfanotrofio:stavo rileggendo l’autobiografia di Bollettieri (quella col titolo di 5 mogli etc etc…Ora se ne sono aggiunte altre tre)e mi sono imbattuto in una testimonianza che suonava piu’ o meno cosi’: ‘la gente si e’ fatta l’idea che Bollettieri fosse un tiranno e che l’Academy fosse solo sangue sudore e lacrime ma non era raro che Nick piombasse all’Academy urlando che c’era un buon surf alla spiaggia e che caricasse tutti i ragazzini sul bus e si passasse tutta la mattinata a cavalcare le onde, Nick in testa …’ Questo per dire che l’Academy non e’ necessariamente una prigione ma un posto dove ragazzini che fanno sport hanno l’occasione di studiare ed allenarsi… Una buona fetta e’ li’ solo per ottenere poi una scholarship per il College per meriti sportivi, qualcun altro ha sogni di gloria…o e’ vero che ce li hanno i suoi genitori, ma non farei di tutta l’erba un fascio… Che la passione possa come la fede spostare le montagne e’ vero e che io non sia ancora sicuro delle reali motivazioni di mio figlio lo e’ altrettanto … Ma la decisione di portare Nicholas in Florida e’ un po’ piu’ complessa e nasce da ben altre considerazioni piuttosto che dalla semplice preferenza fra la Vavassori o quell’altra Academy o Circolo. Al lettore meno disattento non sara’ infatti sfuggito che mio figlio ha speso tutti i suoi 12 anni fra la Nigeria e l’Angola e che io tuttora vivo e lavoro in Africa.

  50. federico di carlo scrive:

    X Simplypete,
    nel mio circolo gioca una ragazzina che ha fatto nei tornei quasi esattamente ciò che ha fatto la tua bambina, vincendo tra le altre cose anche il torneo di macroarea che la ha abilitata a giocare nella categoria nazionale dei tornei di età superiore. Direi che è piuttosto facile farsi prendere dall’entusiasmo in questi casi. Ma bisogna andarci con i piedi di piombo. Se Bollettieri sostiene che alla sua accademia (che raccoglie i migliori talenti provenienti da tutto il mondo) alla fine uno solo su 500 ce la fa, siamo posti veramente davanti a dubbi molto seri riguardo alle scelte da fare per i giovani tennisti. Del resto capire (che in altre parole vuol dire “misurare”) il talento, le capacità reali, la voglia, le intenzioni e le motivazioni di un bambino a 10 anni per cercare di “ipotizzare” le possibilità non è cosa semplice ne scontata.
    Fossi in te mi muoverei nel seguente modo: 1) chiederei ad un osteopata quale previsione è in grado di fare sulla crescita fisica di tua figlia; 2) affiderei ad un coach il compito di verificare: il potenziale motorio (rapidità-equilibrio-coordinazione) raggiunto in base a benchmark; 3)chiederei ad un mental coach di verificare la motivazione, la capacità di concentrazione e la predisposizione al lavoro.
    Con questi dati a disposizione mi sentirei con la coscenza pulita nel proporre a mia figlia una strada quanto più realistica nel tennis.

  51. Simplypete scrive:

    XStefano grazia
    forse non mi sono espresso compiutamente con la frase ” rischia anche di rovinare un periodo unico della vita di un bambino/….” intendevo dire che purtroppo il tennis agonistico se si punta veramente al top ti pone di fronte al ineluttabile destino che ogni traguardo ragguinto c è ne un altro che ti aspetta( che lascia poco tempo….. alle gite in surf parafrasando una tua frase…) per cui trovo che una volta intuito come penso nei confronti di mia figlia una predisposizione nel giocar bene, x farle fare il passo successivo sto cercando di capire le sue reali motivazioni a soffrire per migliorare e lo sto facendo a torto o a ragione lasciando che sia lei a dettari i tempi del training le dico continuamente “ascolta se oggi non ti vuoi allenare non importa, non è un lavoro ok?” e lei mi risponde che se per due giorni non gioca diventa nervosa ed irrascibile.
    Con mia grande sorpresa le hanno proposto uno stage presso todi con la supervisione di barazzutti sarebbe dovuta andare da sola con altri bambini più grandi….solo maschietti e senza genitori ripeto a 10 anni appena compiuti la sua risposta è stata a me basta giocare…. poi mi ha praticamente chiesto tutto sulla biografia di barazzutti….questo mi ha tranquillizzato e le ho dato il permesso.
    Quindi ….. chiaro che è un opinione personale, solo in presenza di forti motivazioni autonome del pargolo a senso ipotizzare certe scelte…tutto quà sarà banale ma spesso sono le cose banali a non essere applicate…

    x federico de carlo grazie per i consigli mi sembrano interessanti solo che non è così semplice applicarli oddio per il primo, un osteopata si trova per il secondo ed il terzo non saprei tanto come muovermi, per adesso gli unici pareri che ho avuto sono dei dialoghi verbali confortanti(dopo alcune sedute diallenamenti) con il mio ex maestro un tale Gianni Marchetti che ai più attempati e un nome che sicuramente dice qcs ma veri test oggettivi per calcolare oggettivamente i dati che mi dici non saprei a chi rivolgermi se hai qualche nome posiamo sentirci privatamente tramite mail….

  52. Kill Bill '' il tranvato '' scrive:

    X Simplypete
    Oltre all’osteopata, il coach e il mental coach aggiungerei una veggente……
    non si sa mai.

  53. federico di carlo scrive:

    Kill Bill,
    come ho scritto “ipotizzare le possibilità di un bambino di 10 non è cosa semplice ne scontata”. Un veggente sarebbe sicuramente di aiuto!!!! ;-)

  54. federico di carlo scrive:

    X Simplypete,
    per gli standard atletici Stefano, Max ed il prof Buzzelli sono dei punti di riferimento e sicuramente potranno consigliarti. Per ciò che riguarda gli standard mentali posso aiutarti anche io ma per potermi pronunciare ho bisogno di poter parlare face to face con tua figlia ed io vivo e lavoro in Abruzzo e all’estero. Se sei del nord puoi far riferimento alla Vavassori dove hanno la mind room. Non ne conosco il titolare (ti può dare indicazioni a proposito Elettra) ma sicuramente sarà in grado di poter fare un’analisi molto accurata delle capacità di tua figlia e darti ragguagli.

  55. simplypete scrive:

    Ok un salto in abbruzzo si può anche fare magari la abbino ad una gita enogastronimica se mi dici dove ti posso scrivere….

  56. emy scrive:

    Xgio 92 presumo sia mio figlio il ragazzo che ha battuto il figlio di Giovanni, che tengo a precisare non è figlio di maestro( si allena 2 volte a settimana x 2 ore senza fare atletica) ma di un uomo che neanche gli piaceva fino a quelche anno fa il tennis che pero seguendo il figlio si è appassionato,tanto da imparare a giocare anche lui a tennis,le stranezze della vita.

  57. federico di carlo scrive:

    X simplypete,
    da domani sono in ferie per tre settimane per cui sei il benvenuto se vuoi fare una gita da queste parti. Se ti va possiamo anche organizzare anche qualche allenamento con la bambina di cui scrivevo che è una pari di tua figlia.
    Io abito in provincia di Teramo (tra Teramo e Pescara). Puoi contattarmi personalmente ad infochiocciolatheolivehill.com così ci mettiamo d’accordo sui dettagli.

  58. Stefano Grazia scrive:

    Simplypete: siamo d’accordo e anzi t’invidio molto. In realta’ anch’io dico sempre a mio figlio che puo’ smettere quando vuole e lo alletto anche subdolamente prospetandogli viaggi e vacanze da sogno utilizzando i soldi che invece spendiamo per Bollettieri.Ma lui dice che vuole giocare, che vuole andare, che il tennis e’ tutta la sua vita.
    Poi scende in campo per l’allenamento e 9 volte su 10 e’ svogliato, trascina i piedi, sembra uno tirato con l’elastico…Seguono discussioni, incazzature, cacciate dal campo e allora si sveglia, si scuote, e magari per mezzora, un’ora, a volte perfino tutto l’allenamento s’impegna al massimo e gioca da dio. (A volte invece no). Insomma, le cose non sono mai cosi’ semplici ma del resto neanche Laura Robson, ci informa Nikolic, sorride mai. E secondo Nicholas neanche Alessia, checche’ ne dica Mad Max. Secondo me e’ semplicemente ancora presto per sapere se davvero sono appassionati, se davvero sono loro a volerlo o se lo fanno solo per compiacerci. Il problema-lo abbiamo sempre sostenuto su queste pagine- e’ che il lavoro piu’ importante va fatto prima dei 12 anni e quindi perdere 2-3 anni e poi ritrovarsi il figlio/a a 14 anni che vuole diventare un campione (di qualsiasi sport, inclusa la Formula Uno) ci si troverebbe costretti a infrangere i suoi tardivi sogni. Lo so, cosi’ facendo si rischia di non sapere mai s e’ nato prima l’uovo o la gallina ma nessuno ha mai detto che la vita e’ giusta. Diciamo dunque che i nostri figli sono dei work in progress e che sarebbe stato saggio e utile procedere sempre su diversi piani, tenere aperte diverse porte, avere sempre diverse opzioni… Per esempio, esagerando nelle similitudini, io credo di aver gia’ paragonato-non ricordo se qui sul Blog o in una email agli Aficionados-a come si doveva sentire Cristo nel Giardino del Getsemani. secondo me lui sa che deve affrontare il suo Calvario e la sua personalissima Via Crucis ma tende a ritardare fino all’ultimo istante la sua decisione, sa che lo deve fare, sa che e’ quello che sa fare meglio, sa che e’ la sua chance per emergere, sa che e’ il suo destino ma sapendo di dover attraversare il tunnel di sangue sudore lacrime tende a rimandare fino all’ultimo l’estremo sacrficio …Vabbe’, perdonatemi l’azzardata iperbole. E comunque mia moglie ieri presa da crisi di sconforto mi diceva: ma pensa, noi avvamo sempre detto che quel che ci bastava era una casa vicino al mare in un paesino, il windsurf, un circolino di tennis, magari un campo a golf, i nostri libri, andare ogni tanto al cinema…Tutte cose che potremmo gia’ avere se non fosse per questa follia. Che mi andrebbe benissimo se fossi sicura che e’ lui a volerla…
    Tutto questo anche perche’ a Nicholas era sfuggito che un po’ gli dispiaceva lasciare la Nigeria…Piu’ tardi, mentre nuotavamo al buio in piscina dopo la nostra sola routine atletica, gli chiedevo che cosa voleva significare e lui giustamente: ma no, e’ che un po’ mi dispiace, tu non vieni con noi, e tutto il resto…
    Guarda che se non vuoi andare puoi sempre dirlo
    Ma lo so, io voglio andare, so che e’ la mia chance
    Ora e’ chiaro che lui potrebbe benissimo ripetere frasi e pensieri che ha sentito e risentito uscire dalle nostre bocche, so benissimo che potrebbe essere succube del martellamento psicologico a cui piu’ o meno inconsciamente e’ stato sottoposto fin da quando era bambino, so benissimo che spesso, spessissimo si e’ comportato male in campo e che Mad Max l’avrebbe cacciato fuori dal campo a calci nel culo fosse stato suo figlio… So benissimo tutto quello che possono leggere frale righe del suo comportamento Federico o Something Blu. Siamo comunque in una fase di stallo.Che cosa posso fare io? Io gli do una chance: un anno da Bollettieri. Per decidere e capire se questo e’ davvero quel che vuoi fare. E anche, particolare non da poco, se questo e’ davvero quello che PUOI fare.
    Altrimenti c’e’ una ottima scuola pubblica a Zola Predosa, a 5 chilometri da Calderino di Monte San Pietro, e di circoli a Bologna per giocare la Coppa Italia ce ne sono a bizzeffe, se proprio uno vuole recitare la parte di chi avrebbe potuto se solo avesse voluto … Oppure capire che magari il tennis NON era quello che davvero voleva e quindi move on, passare ad altro. In fondo a 12-13 anni c’e’ ncora tuta una vita davanti.O no?
    Se invece l’anno di bollettieri facesse scattare la scintilla che covava sotto la cenere, bene, ci penseremo…Non so neanche se augurarmelo/glielo perche’ comporterebbe tutta una serie di uleriori decisioni economiche e non ma se fosse davvero quello che lui vuole fare-e ne fosse finalmente sicuro-il modo si troverebbe, un modo si trova quasi sempre …

  59. federico di carlo scrive:

    Ciao Stefano,
    ho letto il tuo post come una specie di riassunto dei tanti posts da quando partecipo a questo forum. Leggendo quanto srcivi mi veniva in mente quello che i nostri contadini di solito usano dire riferendosi alla prole. dicono che nessuno sa come “riusciranno” i figli; esattamente come nessuno sa predire esattamente quale sarà l’andamento del raccolto o la crescita di una pianta. Uno può metterci tutta la cura e le attenzioni per seminare nel momento opportuno, estirpare le erbacce ma poi basta una grandinata inaspettata, un’acquazzone troppo violento ed i lavoro di un anno, di un periodo ancora più lungo viene compromesso. Noi genitori, come contadini responsabili, cerchiamo di fare tutto secondo il nostro meglio, ma poi i figli sono in balia delle onde e dell’imprevedibilità della vita e nessuno può sapere con sicurezza come “riusciranno”.

  60. Stefano Grazia scrive:

    Mi sto sempre piu’convincendo che Chi scrive (sul Blog) non piglia pesci. Intendiamoci, io per primo. Cioe’ in pratica il Blog e’ semplicemente il Refugium Peccatorum di chi il cui figlio non ancora combinato un mazza. Ha infatti uno scopo catartico nel mio caso e in altri ha invece uno scopo informativo. Solo che appena qualcuno comincia ad ottenere risultati smette di scrivere … e non passa piu’ le informazioni.
    Io invece qui nel cuore del continente nero e con la compagnia in piena smobilitazione (l’80% dello Staff si sta trasferendo ad Abuja, la Brasilia o Canberra nigeriana) e io a corto di pazienti mi sto annoiando ma soprattutto, andando a curiosare su google e sui vari website dei tornei eta, mi sento davvero fuyori dal mondo …Guardo i main draws di Kufstein e di Syntax e riconoscendo molti nomi mi sento ancora una volta di aver sbagliato tutta la programmazione estiva (ovviamente non e’ vero ma ogni tanto ci si sente cosi’…) e mi domando cosa stiano facendo qui mia moglie e mio figlio invece che essere in giro per l’Europa ad accumulare esperienza … In realta’ sono qui con me a farmi compagnia perche’ fra 10 giorni partiranno e per 3-4 mesi ci vedremo solo su skype in videoconferenza …E anche il prossimo anno, qualcuno lo ricordera’, solo due settimane fa le mie idee erano puttosto vaghe e confuse riguardo al vagabondare da un circolo all’altro e piuttosto non concedersi,si per dire, due settimane ai Glenans ad imparare l’arte della vela …Niente, voi non potete capire ma un po’ sono stanco di questo Tocca e Fuggi che e’ stato per forza di cose il nostro approccio al tennis: anche per questo credo che il prossimo anno sara’ decisivo.

  61. Stefano Grazia scrive:

    E ritornando alla Bollettieri, di sensi di colpa comunqueproprio non ne ho per almeno due buone ragioni secondo me: 1) che io non sono nato ricco e I soldi per mandare mio figlio in florida me li sono guadagnati facendo una cosa che tutti avrebbero potuto fare: lasciare il suolo natio e andare a lavorare all’estero in paesi disagiati. E attenzione: non occorre mica avere la laurea…anzi, ben mi ricordo quando lavoravo in Saudi arasbia in un campo in mezzo al deserto fra Yanbu e Jeddah e c’era questo abruzzese, Di Pasquale si chiamava, che se aveva la licenza elementare era gia’ molto, e che con sadico piacere mi diceva: Ehi, dottore, quanto hai guadagnato questo mese? E mi faceva vedere che lui, a fare il Capo Piazzale (in pratica il parcheggiatore, quello che al mattino fa partire I veicoli per andare a lavorare lungo la pista e alla sera li fa rientrare (lavoravamo per una compagnia che montava un oleodotto)) guadagnava 2-3 volte piu’ di me … Poi, passando in compagnie piu’ nobili –e alla lunga- questo non succeed piu’ e vieni pagato ANCHE in base ai tuoi titoli ma nelle prime compagnie in cui ho lavorato quell che contava era l’esperienza e la specializzazione…e quante ore di straordinario ti facevano segnare. Questi operai-alla Fochi, all’Ansaldo,alla Saipem-si facevano un mazzo cosi’ e in cambio ottenevano dai Capi Cantiere di potersi segnare TOT ore di straordinario al giorno (fino ad arrivare a quello che si segno’ 25 ore di lavoro in un giorno…)… Noi invece, I laureati: ingegneri, capi personale, medico…eravamo considerati I fighetti e venivamo pagati tot al mese indipendentemente dal lavoro svolto (nel mio caso comunque la reperibilita’ era 24/24…Il che significava che il salario base era magari il doppio di quello dell’operaio ma alla fine del mese il salario base dell’operaio era il doppio o il triplo del nostro… Mai lamentato di questo ma quello che voglio dire era che chiunque poteva fare domanda per andare a lavorare all’estero in un paese del terzo mondo: laureato o geometra/ragioniere o terza media, ingegnere medico geologo elettricista saldatore (I piu’ pagati!!!) tubista muratore carpentiere… bastava davvero avere intenzione di partire…bastava non tirarsi indietro quando ti chiamavano… Adesso e’ un po’ piu’ difficile, l’italiano costa troppo, si preferisce utilizzare mano d’opera asiatica, Indiana-pakistana, dei paesi dell’est se non locale in quanto obbligati a fare cio’ dalla (giusta) nazionalizzazione di molte posizioni operata dai governi dei paesi in cui si lavora.
    Chiariamo anche agli AutarchiPedro di questo mondo che io sono,nella mia societa’utopica ideale, per un sussidio di disoccupazione e per assistenza medica gratuitaper tutti cosi’ che chi non ha voglia di fare un cappero lo possa fare ma al tempo stesso se uno vuole guadagnare di piu’ E SPENDERLO nessuno glielo debba e possa rinfacciare. Ora, la seconda ragione per cui non mi sento in colpa a mandare mio figlio in Florida e’ che ho visto molti di quelli che hanno lavorato all’estero spendere I soldi guadagnati in sesso, droga e rock ‘n roll,fuoriserie e puttane (di ogni nazionalita’) piu’ o meno d’alto bordo (molto spesso d’infimo bordo) e lungi dall’essere puritano, anzi!, mi son sempre detto pero’ che a tutto c’era un limite (le cose che ho visto voi umani non potete nemmeno immaginare…) e non e’ questione di matrimoni falliti o d’innamoramento e amore, ma proprio di maturi quarantenni-cinquantenni (quando non sessantenni) che si son fatti turlupinare e rovinare dalla ragazzina locale di 20-30 anni in meno … Insomma, ho visto spendere soldi per cose ben peggiori di un anno in Florida a studiare e a giocare a tennis.

  62. Stefano Grazia scrive:

    Siccome mi annoio,e in attesa di raccontarvi un po’ di cose africane, in questi giorni sto cercando di mettere in ordine appunti e scritti dal blog per fare una traccia del libro La Canaglia di Lagos_The road to…Herr e mi sono imbattuto nei primi tre commenti di quello che sarebbe poi diventato il subBlog piu’ cliccato della storia di Ubitennis (che allora non si chiamava nemmeno cosi’). Siccome sono tuttora molto interessanti ve li ripropongo:
    Anto scriveva il 29 Novembre 2006 alle 12:24
    Innanzitutto carissimo Ubaldo, ti vorrei fare i complimenti per la bellissima iniziativa che hai partorito, un blog del genere nel panorama tennistico italiano mancava. Ti ho sempre seguito ed apprezzato per i tuoi interventi sempre arguti e talvolta giustamente polemici. Purtroppo sei nato in Italia, ed è sempre difficile essere profeti in patria. Non mi perdo un articolo del tuo blog, ed oggi ho sentito l’esigenza di scriverti in quanto mi sento parte in causa. Sono papà di un bambino di 4 anni, e in un prossimo futuro vorrei che si cimentasse o quanto meno provasse questo stupendo sport. Si lo sò, decidere per il proprio figlio è sempre un discorso egoistico, ma cosa vuoi che ti dica, se sono appassionato di tennis, non lo porterò certo a sciare. Ho iniziato a sondare il terreno con alcuni maestri, (ndr risiedo a Brescia), tutti mi hanno detto, che benissimo farlo giochicchiare con gli altri bambini è una cosa utile e didattica, ma pensare minimamente un giorno di farlo giocare o quantomeno tentare la strada del professionismo, è semplicemente da pazzi. Praticamente o sei milionario oppure se sei un semplice impiegato, ossia una persona non facoltosa, è meglio fargli subito cambiare disciplina sportiva. Ma io scusa non riesco a capire una cosa, e ti prego di spiegarmela, nei top 100 uomini troviamo argentini, i quali non dovrebbero allora giocare, essendo stati travolti dalla crisi economica del loro paese, cileni, russi, ucraini, i ns cugini poveri spagnoli, e qualche sparuto italiano. Non vorrai dirmi che tutti questi sono figli di milionari…………….purtroppo il ns sistema italiano non aiuta, o giochi a calcio o giochi a calcio.L’allenatore francese (MOURATOGLOU con Jan Silva, 4 aa,NdStGr), che ha fatto firmare il contratto capestro, paradossalmente, fà bene, vede questi bambini come un titolo azionario, li acquista quando il loro valore è nullo, e li rivende e ne ottiene i dividendi quando sono esplosi, con tutti i rischi annessi e connessi. Comunque ancora complimenti ed un grosso saluto, cordialmente Anto
    marcos scriveva il 29 Novembre 2006 alle 12:30:
    certo che se per sfondare nel tennis è necessario sfondare le famiglie, allora i prossimi campioni saranno probabilmente figli di genitori irresponsabili. qualche esempio eclatante già si conosce.
    obbligare un bambino a seguire una vita da professionista, fin dai primi anni della sua vita, magari sradicandolo dal suo ambiente e dalla sua famiglia, significa non avere un gran rispetto per il senso di responsabilità che dovrebbe guidare ogni genitore.
    le famiglie che si indebitano per spingere il figlio a diventare un campione dovrebbero sapere che se il figlio, poi, diventa solo un buon terza categoria, non solo sperperano danari, magari a costo di sacrifici spaventosi, ma anche decidono di affidare alla responsabilità di un bambino le sorti di una famiglia intera: questo è un peso insopportabile per un bambino e, soprattutto, per quel bambino cresciuto. per tutta la vita si sentirà un fallito in debito con la famiglia.
    io penso diversamente: se il bimbo promette bene, faccia il suo classico percorso a scuola tennis, senza muoversi dalla famiglia; primi corsi, pre agonistica e agonistica: poi si vede. se il suo tennis merita (ormai ha 12/13 anni), i genitori possono scegliere, assieme al ragazzo, di impegnarsi maggiormente: potrà così diventare un buon terza categoria, seconda o prima, oppure potrà entrare tra i primi 100, chi può saperlo!
    i risultati che otterrà non saranno frutto di una folle rincorsa iniziata quando il bimbo ha 4 anni, ma solo del suo tennis; il ragazzo così cresciuto non sentirà mai il peso di una famiglia sulle spalle e la necessità di doversi sdebitare a tutti i costi (compreso doping) con il babbo, per i soldi spesi.
    è assai probabile che un tennista cresciuto “umanamente” non diventi un campione acclamato: io sono tra quelli, però, che preferirebbe avere un figlio equilibrato, ottimo tennista, di media cultura (eh sì…quelli che iniziano il vortice a 4 anni, quanto riescono a studiare e a leggere?), piuttosto che un automa, che tira mine di dritto e rovescio in serie B, frustrato a vita per non essere diventato Federer.
    in serie B, o A o anche nei primi 100 si può arrivare con un percorso diverso da quello che impegna un bimbo di 4/5 anni a ritmi quasi impossibili anche per le persone adulte. naturalmente i sacrifici sono grandi lo stesso: ma, almeno, non si sacrifica l’equilibrio mentale di una persona.
    in questo senso, ubaldo, ti chiedo di approfondire la crescita tennistica di Gasquet, se riesci…mi sono fatto l’idea che il francese abbia seguito un percorso accessibile a tutti quelli dotati di buon talento, senza clamorose forzature.
    ciao!
    marcos
    Ubaldo Scanagatta scriveva l’1 Dicembre 2006 alle 13:51 (Eh si, in quei tempi lontani il boss ci faceva ancora l’onore di una visitina di tanto in tanto…):
    Quasi tutto condivisibile, Marcos (ma le maiuscole, disgraziato, non me le metti mai?!). Mi becchi in un momento in cui all’argomento sono ipersensibile. Mio figlio, 16 anni e ottimo studente di liceo classico, ha una passione insana per il tennis (dovuta all’aria che respira…sebbene mia moglie, cui del tennis non frega niente, apra sempre la finestra per farne entrare di più sana…) e se fino ad ora si è diviso fra le due attività, se dipendesse da lui e basta giocherebbe più a tennis e studierebbe meno (cosa che non gli abbiamo mai consentito e abbiamo sempre escluso).
    Tant’è che _ è soltanto D1 e ha fatto pochissimi tornei, mai d’inverno, qualcuno in estate ma non più di cinque o sei perché l’ho mandato per 3 estati da solo in America, con la scusa del tennis (la sola che avrebbe accettato), a imparare l’inglese. Da ottobre, per ottimizzare i tempi di allenamento, e dietro sua richiesta (che facevo fatica a respingere perché ha tutti 8 a scuola e lui osservava che tutti i suoi amici del Tennis Matchball fanno scuole più leggere, licei sportivi da tre ore al giorno, piuttosto che “linguistici” o alberghiere) avendo lui trovato un maestro brasiliano molto bravo e stimolante, si allena da solo con lui. Beh, in un paio di mesi ha fatto progressi tali che nemmeno il maestro crede ai suoi occhi. E io stesso, che l’ho sempre considerato _ tanto non mi legge…_ non particolarmente predisposto, devo dire che mi ha meravigliato. Un poco credo di intendermene. Detto questo nessuna illusione. Solo che il maestro _ oggi si dice coach _ dal nome importante, Santana, proprio ieri mi ha detto che Giancarlo si impegna così tanto, si sente così responsabilizzato nel conciliare scuola e tennis che non avendo un’ora libera, dovendo programmarsi al minuto allenamenti, palestra, studi (talvolta anche dpo cena per recuperare), lo vede iperteso. “E questo _mi ha detto con una sensibilità rara, e che ha fatto dire a mia moglie :”Lo dicevo io…questo ragazzo non sorride più, non gioca più, “ _ non giova nemmeno al suo tennis che deve essere anche spensieratezza, gioia, relax. Giancarlo regge ora scambi di 30-40 palleggi impensabili come ritmo e potenza poco tempo fa e se alla fine sbaglia invece di essere felice dei progressi che ha fatto è furibondo con se stesso per l’errore finale… Nessuno può garantirgli un avvenire sicuro nel tennis, ne riesce uno su mille e con la testa che ha nel lavoro quasi certamente ha molte chances di ottima riuscita. Dove si va a finire con questo progetto se fra un po’ lui sentirà il bisogno di misurare i suoi progressi con i tornei? Potrà saltare un mese di scuola al classico? E quest’estate, o l’anno prossimo, vuol giocare a Firenze e dintorni o cercare la strada dei tornei anche fuori, non dico in Sud America però…? Oggi lui non può fare una vita normale con cinque allenamenti di tre ore alla settimana (per recuperare quelli che di ore ne fanno cinque). E dovrebbe invece avere il tempo anche per avere, prima o poi, una fidanzata…che gli farebbe bene! Ma così non ha sfoghi, non ha vita sociale…altro che tempo per incontrare una fidanzata. Esce da scuola e scappa a casa o per studiare subito o per allenarsi e studiare dopo…nessuno può reggere a lungo così. E lo dico contro il mio interesse, pensando a lui come se fosse mio figlio proprio perché vedo che ci dà dentro come più non potrebbe, anzi vorrebbe aumentare i carichi di lavoro in palestra. Io invece dico che deve rallentare, altrimenti prima o poi scoppia”
    Non vi dico lo sgomento generale, l’aria da cane bastonato di mio figlio. Purtroppo temo che mia moglie prima, e il maestro poi (che pure ha molta più fiducia, adesso, nel potenziale di Giancarlo) abbiano pienamente ragione: arriva un momento in cui bisogna scegliere e ritardarlo, come dice lui, serve solo ad innescare una bomba, a creare aspettative maggiori, a innescare sensi di inevitabile frustrazione più tardi.
    Insomma il messaggio è (per le conseguenze che potrebbe avere) drammatico. Onestamente, poiché non mi pare nemmeno giusto dire a Giancarlo che molli tutto (e non lo farebbe), l’unica è …continuare a ripetergli (come ho sempre fatto) che non deve pensare a Wimbledon (anche se per lui è il sogno da quando aveva 5 anni e mi ci vedeva andare, quando non è addirittura venuto con me in tempi più recenti), ma semmai a diventare (forse…forse, non è detto) un discreto B, di modo che se un domani gli prendesse l’uzzo di andare a frequentare un college americano potrebbe magari ottenere una borsa di studio come presi io nel ’73 quando, campione universitario (in singolare e doppio) ed italiano (peraltro in doppio), fui invitato a giocare da 6 diversi colleges americani. Ci andai, mi divertii, feci una bell’esperienza (esempio quella vittoria su Loyo Mayo che hai visto su questo blog), imparai l’inglese, cominciai a scrivere reportages sulla vita universitaria americana …e quella è poi diventata la mia professione. Per finire, spero che tanti genitori leggano questa storia, mi facciano conoscere le loro esperienze, mi diano magari dei consigli …fermo restando che mi sono dilungato così tanto sull’argomento un po’ perché lo sento molto e un po’ perché sono sull’aereo che mi porta a Mosca per la finale di Coppa Davis (insieme alla squadra femminile di hockey su prato indoor del Mori Villafranca, campione d’Italia, che va a sfidare squadre russe e bielorusse) ed ho avuto quindi più tempo del solito. Per finire…Gasquet. Il padre fa il maestro di tennis (è già una partenza particolare). Anche in Italia molti dei ragazzi più promettenti sono figli di maestri di tennis. Hanno altre facilitazioni da bambini, e forse anche altre aspirazioni. I genitori trovano perfettamente normale che il loro figlio consacri tutto se stesso all’obiettivo di diventare un professionista. Nel peggiore dei casi un professionista come il padre. Quel che dice tu, Marcos, a proposito di un figlio equilibrato, di media cultura, buon studente, non corrisponde alla tipologia di un Gasquet, ma nemmeno di un Della Tommasina, di un Papasidero, di un Fabbiano e di un Trevisan per citare alcuni dei coetanei più promettenti di Giancarlo (che, sia chiaro, gioca assai peggio, ma ha anche giocato un terzo di quei ragazzi…). Questo Gasquet era un ragazzino che a 9 anni era sulla copertina di Tennis Magazine. Dubbi sulla scelta da fare non li ha mai avuti, anche se il padre prima se lo è tenuto intelligentemente stretto a casa (fino a 12-13-14 anni, non ricordo bene, ma cito a memoria, anche se il suo livello di gioco ha fatto sì che già allora andasse a disputare gare internazionali a giro per tutto il mondo) per poi accettare di mandarlo al centro tecnico di Parigi, al Roland Garros. Ma, insomma, il tennis è sempre stata la sua prima priorità. A vedere Gasquet, con quel po’ po’ di rovescio, si capisce subito che ha un talento smisurato. Quindi, se vogliamo e date le premesse di cui sopra, è stata una scelta quasi inevitabile. Però, attenzione: tanti giocatori arrivati anche molto in alto, intendo fra i primi 100 del mondo, italiani e non, il talento di Gasquet nemmeno se lo sognavano. Eppure sono arrivati, magari a 25 anni, anziché a 18-19, però ce l’hanno fatta. Quindi…mah, ditemi voi, adesso. Fate vedere questo blog ai tanti genitori che passano ore e ore tutti i giorni per portare i loro figli a questa o quell’Accademia, e dite loro che scrivano qui, propongano, discutano…la porta è aperta.
    ubs
    fulvio scriveva invece il 2 Dicembre 2006 alle 11:39
    cari Ubaldo e Marcos,ho appena finito di leggere i vostri magnifici articoli e spinto dal mio voler far sapere mi accingo a dare una mia verità. Sono il papà di un giovane tennista italiano sul quale in molti hanno puntato per gli anni a venire, forse avranno ragione (io lo auguro sopratutto a mio figlio)forse sarà solo una illusione lontana.La cosa di cui sono profondamente deluso è sopratutto la questione scuola,io come tanti genitori ,ho dovuto fare una scelta dovuta e sulla pelle di un ragazzo di 15 anni.scelta a me e mia moglie dolorosissima,in quanto voi ben sapete come è stutturata e organizzata la scuola superiore privata,cioè …..malissimo.Questi ragazzi crescono con una cultura assai approssimativa e la cosa che mi terrorizza di più è come affronterà il domani se col tennis fallisse. Parlo da padre ,anche se dal mio punto di vista ,forse è più facile vedere le cose per aiutare un domani mio figlio.Sono un imprenditore e vedo le cose da una certa ottica personale,ma ci sono figli tennisti che forse non hanno la fortuna che può avere il mio e la cosa diventa molto preoccupante.Ho dato una data ben precisa al mio ragazzo ,insieme abbiamo fissato il traguardo delle sue performance a 22 anni,ho dovuto imporre il mio aut-aut,se a quella età fosse ancora lontano da quelli che erano i suoi e i nostri obbiettivi,bè allora non rimane che ….provare a vedere cosa da grande riuscirà a fare,e cioè in poche parole riprendere la scuola e laurearsi per affrontare la vita in maniera più concreta che adesso,vita fatta di campi rossi,aereoporti e partite.Anche io come molti ho fatto sbagli grossolani (scuola in primis),,ma le scelte erano veramente poche e molto obbligate,e credo che la frase : ‘’ il mestiere più difficile del mondo è fare il genitore’’,sia la cosa più sensata che abbia mai letto.
    RITORNO IN DIRETTA:
    In pratica gia’ tutti gli argomenti erano stati affrontati in quei primi 4 posts.Se volete, possiamo ricominciare da qui, per chi si mettesse in onda in questo momento.Ah,quel Fulvio era (e’) proprio lui, il papa’ di Fabio Fognini…L’unico che in fondo, come diceva Heraimo scherzando ma non troppo, di tutti noi ha il diritto di parlare essendo l’unico che ce l’ha fatta.

  63. stefano grazia scrive:

    E’ proprio vero: Agosto,Blog mio non ti conosco…

  64. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Stefano,
    sotto il sole cocente di quasi ferragosto i 4 amici al bar del blog sono rimasti in due……… I post storici servono sempre e comunque a ricordarci che nonostante il tempo, in realtà i problemi non cambiano poi più di tanto. Per quanto mi concerne, come ho già scritto, non vedo nessun male nel voler vedere il futuro del proprio figlio all’interno di uno sport. La cosa importante è che mio figlio sia felice della sua scelta.
    A presto

  65. Giorgio Errani scrive:

    Ho letto (qua e là) questo blog alcune volte (ma non ho mai scritto nulla) perchè mi incuriosiva cercare di capire il filo logico del sig. Grazia nella sua ricerca di collaborazione/aiuto nei confronti del figlio, cosa che ho fatto anch’io.
    Mi ha colpito il ritorno al passato, leggendo il vecchio commento di Fulvio Fognini, dell’unica frase che veramente ha una valenza “il mestiere più difficile del mondo è fare il genitore”
    Il resto vale tutto, è tutto giusto (fino ad un certo punto) e tutto sbagliato (fino ad un certo punto), si fanno errori e si riparano, l’unica speranza è non eccedere con la stupidità di non vedere quando si sta forzando il figlio a raggiungere qualcosa che non vuole raggiungere o che non può raggiungere (e su questo gli “esperti” certamente, e stranamente, non aiutano).
    Ma è possibile che nel tennis ci “debba” essere la presenza enorme del genitore e/o della famiglia per provarci (compresa poi la forza che il genitore e/o la famiglia deve avere di interrompere questa sua presenza ad un certo punto, dopo che le cose si sono avviate - forse - nella giusta direzione) ??
    Possibile che una famiglia debba vagabondare per l’Italia o per il mondo per dare al figlio questa chance ??
    Possibile che una moglie debba lasciare la famiglia per rimanere assieme ad un figlio all’altro capo del mondo ??
    Magari a qualcuno piace… a me non è piaciuto essere costretto a fare il genitore-manager di una figlia che voleva assolutamente provarci, a fare cose che mi mettevano mille dubbi (Sara è rimasta da sola per 10 mesi da Bollettieri all’età di 12 anni, frequentando nel contempo la scuola all’interno dell’Academy), a sfidare gente che pensavo dovesse essere quella deputata ad alimentare il parco giocatori-bambini di questo sport, ad accettare (giocoforza) di farla vivere in un altro (ancorchè splendido) paese, a commettere errori che non pensavo (e non penso) dovessere essere commessi da me, bensì da qualcun altro con esperienze e conoscenze specifiche…
    E’ difficile fare i figli (se penso alle pressioni psicologiche mostruose che devono subire al giorno d’oggi e le confronto con le pressioni psicologiche inesistenti che subivo io alla loro età) ma è difficle anche fare i genitori…
    Ma se sono “costretto” a fare il difficile mestiere di genitore per avviare un figlio alla vita, devo per forza (in Italia) farlo anche per avviarlo al tennis ??…

  66. stefano grazia scrive:

    E dopo il papa’ di Fabio il papa’ di Sara … Fa sempre piacere (un grandissimo piacere, in verita’) poter leggere un intervento di qualcuno che attraverso il tunnel di sangue sudore e lacrime ci e’ passato per davvero e fa sempre piacere sapere che qualcuno di quelli di cui leggiamo sui giornali ogni tanto ci legge e magari un pochettino, un tantinello si riconosce in quello che scriviamo… Volevo ringraziare il mio quasi concittadino Giorgio per averci concesso un po’ del suo tempo: in effetti quello che lui scrive lo aveva in pratica detto anche il Direttore di Tennis Italiano, Anderloni, al MegaRaduno di Roma l’anno scorso quando aveva fatto notare che mentre in altri sports (e aveva citato per esempio il nuoto) il tracciato da percorrere per avviare i propri figli all’agonismo e’ noto e ben delineato, quello del tennis invece no ed e’ per questo che il Genitore a un certo punto si rende conto che deve-e’ costretto-ad intervenire in prima persona. Da qui i vari postulati enunciati (Meglio un Genitore Appassionato di un Maestro Pierino che magari sara’ ottimo per creare degli appassionati come Nikolic ma non per creare non dico un campione ma uno che almeno ci voglia e possa provare…) e soprattutto l’assioma da me piu’ volte esposto e che recita: Esiste solo un mestiere piu’ difficile di quello del Genitore ed e’ quello del Genitore di un Figlio Tennista.

  67. stefano grazia scrive:

    Mi ero ripromesso, visto il clamoroso calo di audience estivo ( (e dire che bisognerebbe,ad esser sinceri e se si volesse essere davvero utili, invece proprio scrivere dei tornei e dare info su queste cose), di non riscrivere piu’ per qualche settimana ma l’intervento del papa’ di Sara Errani mi ha un po’ galvanizzato e quindi vi estrapolo (parzialmente modificando qua e la’) quanto avevo gia’ scritto in una email agli Aficionados, il manipolo di fedelissimi del Blog G&F che ogni tanto martirizzo con uno sproloquio elettronico:
    (…) Qui noi tutti bene anche se ho avuto una notte insonne a causa forse di una cena a base di curry goat (tipico cibo jamaicano) o forse dell’insoddisfacente finale di 24-Season 7 o forse dei pensieri che si accavallano in prossimita’ della Grande Partenza (il piu’ grande libro di tutti i tempi e’ il Libro dei Se…E in questi giorni mi faccio tante, troppe domande…e quando non me le faccio io se le fa mia moglie e ci alterniamo a fare i pompieri e a spegnere gli incendi che ci bruciano l’anima e lo stomaco (sottoforma di gastrite da stress) o forse semplicemente perche’ quei coglionazzi della Maintenance hanno deciso di riempire le cisterne dell’acqua in piena notte facendo un tale casino proprio sotto la nostra camera da letto che a un certo punto Gabri’ si e’ alzata ed e’ andata a dirgliene 4 … Comunque e’ vero che siamo assillati dai Dubbi dei Giusti e spesso ci diciamo che avendo dovuto prendere la decisione 2 mesi fa e’ andata cosi’ ma avessimo dovuto prenderla oggi, 11 agosto,probabilmente sarebbe stata differente…(Poi passa un’ora o due e ci ridiciamo: massi, e’ meglio cosi’, se non lo facciamo ora non sapremo mai se davvero lo vuol fare e blah blah blah… Insomma,talora siamo davvero come bandiere al vento … )
    Gabri’ e’ piu’ afflitta dai sensi di colpa di aver come dire condannato il proprio figlio a fare una cosa che non gli piace veramente(nonostante lui lo neghi, sia ben chiaro) privandolo nel contempo di un’educazione piu’ culturalmente variegata, io sono torturato dai sensi di colpa economici e mi chiedo cosa accadra’ se magari il prossimo anno non mi sara’ piu’ possibile continuare a lavorare all’Estero… (Mi tocchera’ davvero scrivere un libro!) I genitori del mio Temporary Coach di Febbraio hanno invece vinto il bando per un Circolo nell’entroterra Savonese e ora lo stanno mettendo a posto: il papa’, mio ex capocantiere in Jamaica quando lavoravo all’Ansaldo (quella si che fu una botta di culo!) e andavo ancora in windsurf(altro che tennis!) era appena andato in pensione e comunque loro sono di Celle,le loro radici sono li’… probabilmente richiamando poi i due figli coaches all’ovile si sono costruiti il loro futuro remoto … Ci abbiamo pensato spesso anche noi (e a trovare i permessi, gia’ dove abito io ci verrebbero una decina di campi e magari anche un practice range di golf) ma il problema e’ sempre quello: mai avuto voglia di finire i miei giorni a Calderino di Monte San Pietro, alle pendici dell’Appennino Tosco Emiliano… Vivessimo in Sardegna o all’Argentario o magari al Sud, comunque sul mare, chissa’, forse… Un bel Circolino con un Ristorantino dal nome Tipical Tropical e 10 piatti ’strani’: certo, ravioli tartufati e tagliatelle al prosciutto e gnocco fritto ma anche ackee, stew peas e curry goat jamaicano, prime colazioni americane (uova alla Benedicte), shawarma arabi, mesa libanese … insomma piatti tipici ‘raccolti’ nei nostri peregrinaggi… E pizzette-crescentine al taglio alle 17! Mia moglie, geologa, e’ sempre stata una gran cuoca: quando eravamo in Jamaica Norman Mailey, che fu prima e dopo Primo Ministro, fu un paio di volte nostro ospite a cena e ricordo perfettamente che fece il bis di ognuno dei cinque primi piatti che Gabri’ aveva preparato a casa di amici come assaggio della Cucina Italiana Emiliana … Ci venne anche prospettata l’idea di aprire una sorta di Catering per cene eleganti e sfiziose nel ristretto giro alto kinstoniano … Chissa’, se dopo che ero tornato in Jamaica nell’88 a non mi fosse arrivata l’opportunita’ di tornare all’Estero con una grande Compagnia Petrolifera (e l’offerta mi arrivo’ proprio mentre mi godevo il sole e le onde di Hellshire, una spiaggia-villaggio di pescatori dove ogni giorno mangiavo con le mani il miglior pesce mai gustato,il Red Snapper cucinato direttamente in padella in una delle tante baracche a 100 metri dal mare…verso le 11 rientravano le barche dei pescatori e tu sceglievi direttamente quel che volevi mangiare e se non ti andava il Red Snapper potevi sempre sceglierti l’aragosta… Bei tempi, anche perche’ avevo 30 anni e poco piu’…(…)
    Scherzi a parte, qui e’ iniziato il count down e dopo una settimana di massacranti Circuit Training e jogging, balzi e gradoni, siamo passati a sessioni piu’ rapide di scatti e drills esplosivi … Vabbe’ che poi da Bolletta ri-periodizzeranno tutto (suppongo avendo come peak l’Eddie Herr di Novembre) ma intanto almeno dovrebbe arrivare a Bradenton in forma fisica abbastanza buona … Tanto, e’ comunque, nel suo caso, principalmente una questione di testa. Pare che Nicholas con sua madre (con la quale litiga tutto il giorno ogni giorno) a sera si dimostri fragile e preoccupato e manifesti timore della lontananza dal suo papa’ che sarei poi io … Credo anche questo sia un Rito di Passaggio, forse chissa’ davvero quell’elemento mancante nella preparazione dei nostri campioncini: il Distacco… Altrimenti non mi spiego come mai le quali di Trieste fossero cosi’ difficili e poi nei Top 20 ci vadano francesi, spagnoli,sudamericani,russi, serbi, perfino svizzeri …. (secondo me comunque fra 5-10 anni ci sara’ una generazione d’italiani figli di tutta questa fioritura di tornei e academies ….)
    Comunque,tornando alla testa, quest’anno-l’ho detto e lo ripeto- ci dira’ tante cose, su di noi e su nostro figlio… Domenica scorsa per esempio dopo avermi molto deluso mi ha molto rinfrancato: al mattino(be’, mattino per modo di dire: l’avevamo lasciato dormire e siamo andati al Club a mezzogiorno) e’ entrato in campo con la solita poca voglia e dopo 30” l’ho cacciato fuori e per un’ora e mezzo ho giocato con gabri…Le sue proteste rimaste inascoltate.Tornati a casa dopo aver mangiato e visto un bel film (Gran Torino di Clint Eastwood)in DVD, siccome eran gia’ quasi le sei ho deciso che non c’era piu’ tempo (e voglia) di tornare al Club come invece piagnucolando Nicky sosteneva e gli ho proposto di fare la sessione di atletica. Siccome lui continuava a gnolare alla sua maniera (Voglio giocare!)sono volati i soliti urli (Se volevi giocare, dovevi approffittarne stamattina!), e poi l’ho lasciato li’ e me ne sono andato a correre dentro il parkView Estate (un agglomerato di un ceninaio di case fra cui il nostro compound) scegliendo fra i vari miei percorsi quello di circa 45′…Mentre correvo ascoltando attraverso gli oakley thump la solita musica ispiratrice speravo magari di vedermelo comparire davanti sulla via del ritorno e non vedendolo invece gia’ formulavo fra me e me un j’accuse del tipo: vedi, avevi due scelte: potevi startene a piangerti addosso oppure venire a correre con me… A circa 5′ dall’arrivo mi giro e me lo vedo dietro sull’altro lato della strada: salta fuori che mi e’ stato dietro, a una 50ina di metri, per tutti i 45′, dopo che aveva recuperato essendo partito dopo di me, credeva anzi me ne fossi accorto e non gli volessi parlare…Gli ho dato gli Oakley Thump,dopo averlo abbracciato sempre correndo, e gli ho detto di fare l’ultimo tratto ad alta andatura e lui e’ partito leggero (probabilmente sulle ali della musica di Chariots of Fire) e felice lasciandomi indietro di un minuto o due nell’ultimo km quasi,pesante e vecchio (ma anch’io felice)… Poi ci siam fatti 30′ di scatti, balzi e palla medica (cioe’ lui li ha fatti,io glieli ho fatti fare…io ero gia’ morto) concludendo in gloria la solita giornata rollercoaster con diversi episodi di 24 …
    Le ultime giornate della mia personalissima Pompei passano dunque cosi’: io vado in ufficio, Nicky alle 9 gioca con un palleggiatore (chiamato dagli amici the Afro Boris Becker perche’ ha trascorso qualche anno in Germania e perche’ gli piace il Serve ‘n Volley…Ha 35 anni ed e’ l’Head coach alla BIS (British Intnl School, una scuola che al di la’ del nome pomposo, degli ottimi edifici e di un campo da rugby, non tiene fede al suo nome e ha un parco insegnanti di bassa lega con troppi locali a differenza dell’American school e della St Saviour, un’altra scuola inglese, che si avvalgono di insegnanti qualificati quasi tutti americani,inglesi,australiani) e comunque e’ in grado di tenere un buon palleggio e sembra che Nicky si diverta (anche se poi,abbiam constatato, spesso fan solo del volgarissimo corri e tira sparandole tutte a casaccio …) Poi a mezzogiorno di solito fa un set con me e a sera 45′ di sprints, agility ladders, balzi,etc in cortile, prima di cena… Ogni tanto andiamo anche a farci 9 buche di golf a mo’ di break … Nel week end faremo un paio di sessioni piu’ intense invitando i Kienka e anche un mio giovane vecchio amico di Lagos, Carlmichael Bordogna che 20 anni fa si pago’ gli studi in un college americano giocando a tennis e che negli anni passati faceva man bassa dei tornei Agip che io organizzavo per la Comunita’ Espatriata … da piccolo palleggiava coi vari Bertolucci,Pietrangeli,Ocleppo quando venivano a giocare i tornei del Satelite Nigeriano (il padre prima di arrivare in Nigeria e dopo varie attivita’ darsi alla ristorazione e aprire il Ristorante Italiano C’era una volta, era stato anche Giudice Arbitro) li ospitava tuitti a casa sua… Carlmichael ora ha 40 anni e una figlia di nemmeno due anni (altissima!), lavora per una compagnia d’informatica qui a Lagos e ogni tanto viene a fare preparazione atletica e a palleggiare con noi…
    Non ho illusioni su come passeremo la domenica, tutta impegnata agli ultimi preparativi…
    E poi improvvisamente mi trovero’ solo e avvolto nel Grande Nulla…

  68. Giorgio Errani scrive:

    mi riconosco eccome… mai stato estroverso come lei, sig.Grazia, nè tantomeno avrei mai avuto il coraggio di “mettere in piazza” quello che facevo (sono taciturno ed introverso).
    Mi fa però piacere - a posteriori - vedere che non ero poi così pazzo, come ogni tanto all’epoca pensavo di essere, e che qualcun altro si batte contro i mulini a vento per dare una chance al proprio figlio.
    Non essendo un esperto nè un appassionato di tennis (ho giocato solo a calcio tutta la vita, purtroppo o per fortuna) non avevo mai visto nessuno fare le ca$$ate che facevo io, o prendere decisioni “pesanti” tipo spedire la figlia in America in età da biberon (uno su mille ce la fa… e quanto è dura la salita…)
    L’unica che sapevo avesse fatto una cosa del genere era Raffaella Reggi, che mi ha aiutato a fare accettare Sara 12enne da Bollettieri; vedendo adesso che anche qualcun altro lo fa, sono più tranquillo (egoisticamente)sulla mia salute mentale…
    Sia chiaro però che non penso che questa sia la ricetta che va bene per tutti, ognuno (purtroppo) deve trovare la propria ricetta, non fidarsi del “sentito dire” e provare in prima persona, sperando di sbagliare il meno possibile.
    Il tennis è uno sport bastardo, ti ammazza psicologicamente (se non riesci a dominarlo).
    Auguro sinceramente a suo figlio non di diventare il no.1 in Italia, bensì di riuscire a tirare fuori da se stesso il 110% qualunque sia il livello che riuscirà a raggiungere.
    Sono certo che un giorno la ringrazierà.

  69. Mauro scrive:

    Ciao Giorgio, grazie del tuo commento che come quelli di Fulvio ha il grande merito di venire da persone che ci sono passate, che hanno attraversato e superato tanti ostacoli e che alla fine hanno ottenuto ciò che volevano, che poi nonostante molti che sono passati di qui non l’abbiano capito o voluto capire è l’essenza di questo angolo di blog, che dovrebbe continuare ad esistere, nonostante i normali periodo di stanca, anche per aiutare magari uno solo dei genitori che desiderano assecondare le attitudini dei propri figli e che spesso sono sballottati e presi in giro da alcuni addetti ai lavori che agiscono in maniera assolutamente non professionale.
    Ho iniziato a tifare per Sara qualche anno fa, tra il 2002 e il 2004, quando lessi una risposta scortese e piccata dell’allora direttore di “Tennis Italiano”, non Anderloni per carità che ritengo invece un illuminato nel suo mestiere, non so se Giorgio si ricorderà, però quella risposta acida, non era solo contro Giorgio era chiaramente contro tutti genitori dei tennisti accusandoli di tutti i mali del tennis in italia. Da allora seguo costantemente l’escalation di Sara e idealmente sbatto in faccia ogni suo successo o avanzamento in classifica al quel direttore.

  70. stefano grazia scrive:

    Giorgio, qui sul blog ci diamo tutti del tu, soprattutto poi se si decide di mandare i propri figli da Bollettieri a 12 anni… La piu’ grande differenza fra le nostre due follie, io temo, sia che tu almeno agivi per soddisfare la passione di tua figlia sacrificandoti per farle fare quello a cui piu’ tiene mentre noi ancora ci chiediamo se e’ nato prima l’uovo o la gallina (cioe’ e’ bravo, bravino perche’ ha talento o perche’ ha cominciato prima e ha lavorato meglio degli altri (o teoria del precocismo naturale/innasturale enunciata dal papa’ di Quinzi)? E soprattutto: ma dice di volerci andare da Bollettieri perche’ lo vuole davvero o perche’ si e’ reso conto che nel tennis puo’ primeggiare inter pares e nel calcio-o altro sport-no? Ci va per non deluderci o ci va per confrontarsi e trovare le risposte dentro se stesso? E’ il suo Destino o il suo Destino e’ una condanna a cui non si puo’ sfuggire? Et Cetera Et Cetera Et Cetera… Ma insomma, io sto ancora aspettando di poter dire che sono tranquillo perche’ mio figlio sta comunque facendo quel che piu’ gli piace… E comunque e’ chiaro che da un anno come questo,che comunque e’ una esperienza in se’ anche dal punto di vista sociale, educativo ed organizzativo, uno si attende poi delle risposte che sono: ok, hai ottenuto fior di risultati e attirato l’attenzione di qualche sponsor/coach/federazione OPPURE risultati niente ma ti stai divertendo un sacco, hai capito che questa vita ti piace e comunque a scuola vai bene e puoi ottenere la scholarship per il college…IN ENTRAMBI QUESTI CASI SI CONTINUA. Se invece fai zero risultati, ti comporti male, ti fai cacciare dal campo, hai sempre la faccia scura, hai un body language negativo e insomma sermbra che tu voglia essere ovunque all’infuori di li’, puoi continuare a dire quello che vuoi ma la prossima estate la passi a studiare italiano e la terza media la fai alla scuola di Zola Predosa … Io sono abbastanza ottimista e faccio i conti sul processo di maturazione personale, sulla sua naturale competitivita’ e sull’ambiente tipo a Egregie Cose l’animo accendon… Ma sono pronto ad accettare la prova del campo. PIUTTOSTO, Giorgio, se ci leggi ancora e se posso rubarti un attimo di tempo: come e’ stata la tua esperienza personale (o meglio quella di Sara) alla Bollettieri? Come si trovo’ e soprattutto le fu utile? E’ chiaro che ogni esperienza e’ poi figlia del suo tempo e soprattutto dipende anche dalla tua personalita’, dal tuo talento e tasso tecnico, dalla tua voglia di imparare e dalla tua allenabilita’ e dalla fortuna di incontrare magari il coach giusto fra i tanti dell’Academy…Nicholas ha forse il vantaggio di conoscere un po’ tutti e di sentirsi relativamente a casa propria (anche se io non ci saro’), di essere bilingue e di avere comunque la mamma dietro … Ma mi piacerebbe avere la tua opinione e credo anche gli altri bloggers siano curiosi.

  71. Giorgio Errani scrive:

    @Stefano
    Non so se faccio bene a dirtelo… potrei incasinarti la vita ancora di più…
    Ho avuto la fortuna di prendere la palla al balzo con Sara e di decidere in quattro e quattr’otto; altrimenti forse, se ci avessimo (io e lei) pensato troppo, non sarebbe partita.
    Ho deciso di getto non perché pensassi di farne una giocatrice di tennis (assolutamente) ma soltanto perché pensai che – tutto sommato – sarebbe stata un’esperienza di vita che l’avrebbe maturata (già lei era molto matura per la sua età, comunque) ed avrei “solamente” buttato via un po’ di soldi.
    Non sono mai stato un appassionato di tennis e quindi non avevo neppure questa spinta interiore.
    Aveva fatto finale al raduno finale U.12 femminile a Trento per le giocatrici dell’87 e – assieme all’altra finalista – erano state scelte come le due giocatrici (di quel millesimo) sulle quali investire gli sforzi, scartando tutte le altre (altra cosa che non capirò mai). Da quel momento iniziai ad avere seri dubbi sul modo di operare di chi sarebbe stato invece (secondo me) deputato a darmi consigli per aiutarmi ad aiutarla.
    Sara decise di getto e con incoscienza, l’esperienza da Bollettieri non fu delle più felici: piangeva spesso e non si integrò benissimo (no, non sono un genitore debosciato; queste cose le abbiamo sapute solamente 3 anni (dico 3 anni) dopo il suo ritorno; ad ogni colloquio lei non chiese mai di tornare, né di avere nostalgia delle tagliatelle o dei tortellini… voleva solo che io parlassi con Nick per farla allenare più spesso con la Golovin e con la Sharapova).
    Il carattere forte di Sara e la sua competitività assolutamente fuori dal normale (l’ultima volta che io ho avuto ragione in una discussione con lei è stato nel 1994…) l’hanno portata a metabolizzare la positività di quell’esperienza ed a trasformarne la negatività in positivo (teoria della serie: sbatti uno in mezzo alle difficoltà più difficili e – se non crolla – ne uscirà molto più forte).
    Per cui nessun merito da parte mia, nessuna ricetta da poterti suggerire, solo una fortuna sfacciata, circostanze fortunate ed una figlia con le palle.
    Dopo quell’esperienza difficile Sara ne ha dovute affrontare altre, forse anche più difficili di quella.
    Infine è sempre stata (e lo è ancora oggi) “snobbata” dalla maggioranza degli addetti ai lavori, nonostante abbia dimostrato più volte di che pasta è fatta, fino a farla decidere di andare a cercare fortuna in Spagna (dove ha trovato quello che cercava: voglia di lavorare e considerazione per quello che lei fa).
    Cosa posso dirti ?? credo che noi genitori dobbiamo solo difendere (quando necessario) i nostri figli da interferenze esterne, cercando comunque di assecondarli nelle loro scelte il più possibile.
    Un paio di volte ho trovato il coraggio e l’umiltà (non so come) di dire a Sara: “secondo me sbagli, ma ti lascio decidere e ti appoggio e ti sostengo lo stesso” ed una volta ho anche accettato una sua decisione (importante) pur essendo quasi certo che si trattava di un errore. In effetti NON lo era.
    Quindi segui il tuo pensiero, ma soprattutto quello di tuo figlio; tu lo conosci meglio di chiunque altro.

    P.S. Sara ha ri-frequentato la scuola pubblica, al ritorno dall’America, sostenendo un esame integrativo all’anno di scuola americana; ha poi frequentato ragioneria fino al terzo anno (cioè fino a quando ci hanno sbattuto fuori perchè non accettavano le assenze), poi ha studiato in privato (in Italia con professori italiani ed in Spagna con gli stessi professori, ma via Internet e Skype) ed ha preso il diploma da ragioniera con un anno di ritardo rispetto alle sue coetanee

    @Mauro
    grazie per la solidarietà, ricordo perfettamente quell’episodio (fu uno dei primi a difesa di Sara); risposi anche a mezzo lettera che – naturalmente – non fu pubblicata. Da allora non compero più Tennis Italiano.

  72. costa azzurra scrive:

    buon ferragosto a tutti !!!

    finalmente si ritorna a parlare di tennis su questa sezione G&F
    quindi ritorno anch’io
    ciao Mad Max e ciao Archipedo che sono gli unici che ho avuto modo di conoscere personalmente
    Grazie ancora a Stefano Grazia per aver riportato il blog agli antichi spendori

    ACADEMY IN ITALIA :
    la vera academy made in Italy hai avuto il piacere di vederla a Caldaro dove le premesse sono

    un presidente illuminato che dà spazio agli agonisti invece che ai soci

    un gruppo di maestri italiani che hanno grande passione e che vogliono prendersi la grossa responsabilita’ di formare il campione con grandi sacrifici personali

    e nessuna corsa al ranking ne è l’esempio la piccola Giulia che fa pochi tornei ma SA giocare a tennis

    e da qui parto per tirare le orecchie ai tanti maestri che guardano solo al ranking e quindi insegnano ai loro allievi che non è importante come ma bisogna “raccattare punti dove ci sono quelli scarsi” per andare avanti col ranking e rubare palline per vincere partite contro avversari piu’ bravi di loro :quindi invece di insegnare il diritto e il rovescio si insegna a “disturbare l’avversario quando sta servendo ” a ” servire quando l’avversario non e’ pronto ” ecc ecc tanto quello che vale è solo il risultato finale e il raggiungimento del ranking

    e questa mentalita’ rimane anche andando avanti nei tornei all’estero quindi non si va in Germania o in Francia nei tornei di grado superiore ma si va in tunisia e in romania sperando di trovare una decina di ” inganfiti ” e di fare punti perche’ in Italia non importa a nessuno COME giochi ma quanto è il tuo ranking … che tristezza ….

    OGGI SIAMO FELICI E FESTEGGIAMO LA NOSTRA TOP TEN FLAVIA PENNETTA
    ………………………
    che pero’ per diventare top ten è dovuta andare ad allenarsi a Barcellona

    non di sicuro in una academy made in Italy

    i nostri maestri pierini dovrebbero fare un po’ di autocritica

    ed anche i presidenti dei circoli che non lasciano giocare gli agonisti e tengono campi vuoti per intere giornate a disposizione di soci che ….magari oggi avevan voglia di fare la partitella ….per carità è un loro diritto però che squallore

    SPUNTO N. 2

    Quest’anno è stato un anno per noi speso a ricercare la via giusta un po’ come per Stefano anche noi abbiamo girato un po’

    e nel nostro peregrinare alla SIDDHARTA ci siamo imbattuti nelle piu’ diverse specie di TORRI BIANCHE cioè luoghi dove si rifugiano gruppi che condividono lo stesso VERBO e che lo professano come unico ed indiscutibile modo interpretativo del tennis , senza quindi volersi confrontare con la realtà esterna.

    sono degli asceti del tennis … e quello che dicono ognuno di loro ….ognuno con la propria teoria è giusto è vero ma…

    sono li’ a fare i maestrini di sat ad un centinaio di ragazzini e non perdono tempo per un eventuale futuro campione … non li ripagherebbe e il rischio è troppo alto … meglio 100 che pagano 10 euro a testa che uno che magari poi… non se la sentono di rischiare …tengono famiglia ….

    ed hanno ragione perche’ qui e’ tutto male organizzato …

    se si mettessero a seguire un ipotetico campione del futuro il rischio sarebbe tutto a carico loro o del portafoglio dei genitori ma non c’è un vero supporto per chi lavora bene…

    quindi proporrei per l’ennesima volta che la Federazione introducesse la regola per tutta italia che i campi da tennis per gli agonisti fossero GRATIS come in altri paesi e che se in un circolo c’è un buon futuro tennista questo venga aiutato e non ostacolato .

    Per tornare brevemente alla nostra top ten FLAVIA PENNETTA che è diventata in questi giorni un nuovo simbolo del tennis italiano ed un esmpio per tutti i giovani italiani , la critica che deve essere fatta in relazione al fatto che lei sia dovuta andare per anni in Spagna ad allenarsi per diventare top ten, non è una critica al fatto che sia una italiana che per diventare forte sia dovuta andare all’estero, ma è una critica al sistema italiano di formazione dei talenti.

    questa purtroppo è una carenza del nostro sistema formativo che è riconosciuta da tutti i tecnici di alto livello nel mondo

  73. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Stefano,
    quando scrivevo che Dio ha dato i denti a chi non ha il pane ed il pane a chi non ha i denti è proprio a questo che mi riferivo: ci sono i ragazzi che hanno motivazione immensa ma purtroppo non hanno i mezzi per espletarla e ci sono ragazzi che hanno tutti i mezzi per raggiungere il massimo ma non hanno motivazione e fuoco interiore per farlo. Per certi versi il successo è una specie di “incidente di percorso”. Per avvenire devono verificarsi molte “congiunture” che non sono assolutamente prevedibili, preventivabili etc.
    Nei miei primi interventi sul blog avevo scritto che uno dei motivi per cui ce l’avevo con alcuni genitori dei miei ragazzi che per appagare il proprio ego obligano i figli a giocare al tennis nonostante il tennis per i figli sia un sacrificio indesiderato. Mi fa piacere aver letto dal padre della Errani le stesse parole;
    “Il resto vale tutto, è tutto giusto (fino ad un certo punto) e tutto sbagliato (fino ad un certo punto), si fanno errori e si riparano, l’unica speranza è non eccedere con la stupidità di non vedere quando si sta forzando il figlio a raggiungere qualcosa che non vuole raggiungere o che non può raggiungere (e su questo gli “esperti” certamente, e stranamente, non aiutano).” Con l’aggiunta che gli esperti non aiutano perchè è loro interesse alimentare la fabbrica del tennis senza stare a farsi troppi scrupoli mentali se poi i ragazzi saranno delle persone perennemente infelici e frustrate nella vita soltanto perchè stanno facendo qualcosa che non amano con convinzione o che non hanno scelto o che ritengono semplicemente un ripiego. E ti scrivo questo ribadendo ancora una volta che se mio figlio amasse veramente il tennis non avrei nessunissima preclusione di tipo morale e sociale per non farlo provare. E’ esattamente ciò che dicevamo per Elettra quando la passione e la motivazione della figlia l’hanno indotta a farla provare in accademia nonostante il parere contrario dei tecnici.

  74. Giorgio Errani scrive:

    ho dimenticato - nell’intervento precedente - un paio di cose, che invece sono importanti:

    1.) Sara ha usufruito del fatto di essere una secondogenita (avviata al tennis dal fratello, campione regionale U.12 all’età di 11 anni, poi passato al calcio professionistico) e quindi di avere dribblato tutti gli errori commessi dalla famiglia con il primogenito, nonchè di avere assistito ai rimproveri che (a priori) passavano sempre, in un modo o nell’altro, prima da lui, nonchè di avere avuto qualcuno “dalla stessa parte della barriccata” con cui confrontarsi

    2.) ha sempre avuto con me - fin da piccola - un rapporto molto molto speciale (thanks God), senza il quale difficilmente le cose sarebbero andate come sono andate

    e dopo averti incasinato la vita del tutto… e averti messo qualche dubbio supplementare in testa… spero di incontrarti per offrirti la cena !
    BUONA FORTUNA !

  75. stefano grazia scrive:

    Leggo solo ora gli ultimi 4 commenti e ringrazio intanto Giorgio. Come forse anche lui ricorda, se ci ha letto qua e là, il nostro avvicinamento a Bollettieri è stato un po’ diverso e in un certo senso obbligato: intanto sia io che mia moglie siamo stati studenti dell’Adult Program fin dal 93 e quindi a poco a poco,tornandoci quasi ogni anno, abbiamo conosciuto metodi e coaches e siam diventati familiari con QUELL’ambiente ben prima che Nicholas nascesse … poi ci sono delle foto di Nicholas a un anno e mezzo, in braccio a mia madre, sullo sfondo i campi dell’Adult quando erano ancora là dove ora vi sono i parcheggi e la scuola, vicino alla 34th Wstreet. Poi Nicholas ha sempre fatto, fin dall’asilo a 18 mesi, scuole inglesi,americane o internazionali e anche questo ha avuto un certo peso nelle nostre decisioni. Suppongo che uno dei problemi per un bambino nell’affrontare questa avventura (non un ragazzo, che i ragazzi magari vogliono evadere dalla famiglia…) sia appunto la paura dell’ignoto, del posto nuovo dove tra l’altro parlano tutti una lingua foresta… Questo per Nicky non dovrebbe sussistere visto che appunto dal 2004, da quando aveva 7 anni, lui ogni anno e dal 2005 per due volte all’anno, e per un tot di 4-10 settimane all’anno, ha frequentato l’Academy e ha conosciuto ed è conosciuto, nel bene e nel male, da tutti i Coaches.Tecnicamente lui è stato forgiato dai tecnici del soppresso e mai troppo poco rimpianto Strategy zone Program (ma noi avevamo già esaurito il ciclo comunque) e quindi non dovrebbe nemmeno essere costretto a mutamenti d’impostazione: noi abbiamo sempre seguito i consigli e i programmi nelle restanti 40-45 sett dell’anno in cui si allenava con noi e comunque ogni qualvolta è finito sotto l’occhio di Bollettieri o dei suoi Head coaches loro hanno sempre sottolineato la bontà dei suoi fondamentali. Per esempio il dritto di un Quinzi o di un Miccini è diverso, non è ortodosso secondo il Bollettieri Pensiero. Quello di Nicholas si (poi magari quello di Quinzi e Miccini fa più male e sta più dentro, almeno adesso, ma questa è un’altra storia…Voglio dire: non dovrebbe avere grossi problemi tecnici).Diciamo che per lui sarebbe forse stato più shockante rientrare in italia, sia per la scuola che per il tennis. Inoltre non dimentichiamo che noi abbiamo scelto di mandare anche La Mamma con lui: staranno in una casetta in un compound a circa 300-400 metri dall’entrata dell’Academy, stesso lato del marciapiede, non c’è bisogno di attraversare la strada…
    Per cui: staremo a vedere. Se non altro per poter smentire Federico: ho capito che ti riferivi a Nicholas e non è detto che tu abbia torto…infatti secondo noi è proprio in quest’anno che Nicholas dovrà dimostrare che la decisione di giocare a tennis e di provarci sia davvero sua. Coi risultati e/o col comportamento. Del resto sono tanti gli esempi (Agassi, Tursunov, lo stesso Federer indeciso fino ai 12 se giocare a tennis o a calcio…O Courier col desiderio del baseball) di futuri campioni che a 12 anni ancora non sapevano quale sarebbe stato il loro destino…E del resto chi lo sa? (da Blade Runner, ovviamente:In fondo chiedeva le stesse cose che noi tutti chiediamo: Chi siamo? Dove andiamo? Quanto tempo ci rimane? ….)

  76. stefano grazia scrive:

    Rimanendo su Blade Runner è ovvio che molti noi potrebbero parafrasare la frase del Replicante Roy: “Le cose che questi occhi hanno visto (girando per tornei junior, federazioni e academies) voi umani non potete immaginare” e appunto perchè tutte queste cose, sia le belle che le brutte, non vadano perse “like rain in the tears, come lacrime nella pioggia” come dice Roy in una delle più belle frasi da film poco prima di morire, era nato forse quasi inconsciamente questo subBlog… Che a me è servito davvero molto. Ed è un peccato che esauritasi la mia spinta catartica non siano subentrati anche altri a raccontare di tennis e di junior, di Pensieri e Parole,di Filosofia e Pratica … Spero che Costa Azzurra, Elettra,Federico continuino a scrivere…E ad attirare altri Bloggers. Perchè se in un blog come questo ogni tanto arrivano a scrivere anche persone come Fulvio e Giorgio, voglio dire Genitori di Quelli che ce l’hanno fatta, allora io credo che a dispetto di tutti i Giorgionsi di questo mondo, tutto sommato non vengono dette solo puttanate … Ma bisogna avere un po’ più di coraggio. E meno pigrizia.

  77. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Stefano,
    in tanti anni di lavoro con i ragazzi mi sono reso conto che nel mondo junior e nel tennis in generale, l’oggettività è pressochè inesistente sia nei genitori che nei tennisti. I genitori passano così tanto tempo ed investono tanto di loro stessi nei figli che spesso non sono in grado di vedere obiettivamente i risultati e gli standard tecnico-tattici, fisici e mentali raggiunti dai loro figli contro un benchmark di riferimento; separare le proprie motivazioni da quelle dei loro figli etc. Questo avviene un po per mancata conoscenza del mondo del tennis nel primo caso e per cecità intellettuale dall’altro. Ho avuto la fortuna di conoscere te, Gabri e Nicholas personalmente e mi sono potuto rendere conto che non fate parte ne dell’una, ne dell’altra schiera. Le mie perplessità rimangono su quel bambino che datagli la possibilità di andare a Bradenton e fare ciò che migliaia di bambini pagherebbero per, rimane, ancor prima di mettersi alla prova, indeciso, titubante, svogliato. Time will tell e come già scritto subito dopo PSG spero io stesso di essere il primo a ricredermi anche perchè la vivacità di N me lo rendono particolarmente simpatico.
    Scrivo queste cose per dire che il blog per molti genitori scrive cose scomode. Molti genitori si crogiolano nel fatto di avere piccoli campioncini di 11-12 anni che hanno vinto il torneo rionale, qualche tkk e quando gli si dice che il tennis professionistico è ben altra cosa, che uno su mille ce la fa, quasi si scherniscono e difendono posizioni che in una prospettiva internazionale e del famoso discorso di entrare tra i 100 eletti, non sta ne in cielo ne in terra. Certamente non saremo ne io, ne Elettra, Mauro, Andrew e gli altri abituali del blog a dare nuova linfa al blog perchè diciamo cose scomode che appartengono alla triste realtà del mondo del tennis, soprattutto italiano, ma l’intervento di Giorgio e Fulvio che appartengono all’esigua schiera di coloro che nei 100 ci sono arrivati potrebbero certamente rinvigorirlo perchè possono alimentare i sogni e le speranze di coloro che hanno il famoso campioncino in casa di cui sopra.

  78. gio92 scrive:

    Torno fresco fresco da 3 giorni passati in quel di Serramazzoni dove sono andato a trovare i miei due figli impegnati nelle due settimane del centro estivo della Federazione. Ho avuto l’occasione , pertanto, di dare un’occhiata di come si svolgono le giornate alla luce del “nuovo corso” introdotto quest’anno dalla FIT che ne ha preso il controllo completo.
    Fino ad oggi le mie esperienze erano di un paio di anni fatte nel centro di Tremosine dove era andato due anni fa il grande e l’anno scorso, alla luce del poco tennis visto l’anno prima era andato solo il piccolo (del 2000) che provava la sua prima esperienza fuori casa da solo.
    Se dal punto di vista extra tennistico tutto era ai massimi livelli (lo dico soprattutto alle mamme , potete mandarli tranquilli, sono seguiti benissimo) purtroppo come anche da tanti altri indicato era proprio la parte tennistica quella più deficitaria.
    Quest’anno, quindi la curiosità c’era. L’aver introdotto anche un torneo di buon livello (il Nike) già era un bel segnale quindi ho provato a mandarli tutti e due. Ho potuto assistere ad un allenamento relativo alla prima settimana , quando c’erano veramente tanti bambini/ragazzi, e ad un paio di sessioni della seconda settimana, in cui sono rimasti poco più della metà poichè due grossi gruppi erano venuti solo per la settimana del Nike.
    Beh, se già l’allenamento della prima settimana mi aveva sorpreso positivamente, quello che ho visto ieri mi ha entusiasmato !
    Maestri ben motivati ed attenti , rapporto allievi/maestri da non credere, le ore di tennis passate a 3 giornaliere, che se fatte bene iniziano ad essere già una buona cifra. Insomma; una meraviglia, sembra di essere in una BUONA academy. Se il livello generale è questo (a proposito se qualcuno è andato mandi i propri commenti) complimenti alla FIT, ottimo lavoro.

  79. stefano grazia scrive:

    Federico, se io avessi visto per la prima e unica volta La Canaglia di Lagos quel giorno in cui l’hai visto tu, non potrei che darti ragione e nutrire le tue stesse perplessita’ (e simpatizzare per chi ha i denti e non il pane). Ma devo fare i conti con il fatto che in mezzo alle nubi e ai temporali io ho avuto la SVENTURA di essere illuminato dai rari squarci di luce e dall’arcobaleno che fa seguito agli scrosci d’acqua… Non mi illudo di trovare la pentola d’oro ai piedi dell’arcobaleno ma sento quasi di avere un obbligo morale nei suoi confronti: a 12 anni non puoi decidere del tuo futuro, e’ vero, ma nemmeno puoi decidere di buttare al mare il tuo talento, vero o presunto che sia.
    Mi rendo conto che ci saranno (ci sono) bambini piu’ meritevoli di lui in quanto a comportamento e sicuramente ce ne sarebbero tanti in Africa che non possono andare oltre a un certo livello perche’ non hanno i soldi per viaggiare o per un better coaching …
    D’altro canto Nicholas ha solo 12 anni e se paragonato al 90% dei suoi coetanei ha comunque un etica di lavoro e di comportamento che gli altri hanno solo nel giocare alla PlayStation o nel navigare su FaceBook.
    Lasciate stare che siam stati noi a spingerlo: se uno non vuole, non vuole. Non c’e’ verso. Eppure lui e’ comunque fatto adesso due settimane di training atletico piuttosto pesante …Ieri mentre noi adulti preparavamo le valigie, dopo aver giocato con me due sets (dovevamo fare un Best of 5 ma dopo 2h30 eravamo ancora 75 67 …), nel pomeriggio ha preso i cani e prima con uno ha fatto il percorso da 30′ e poi con l’altro quello da 15′, di sua iniziativa, e poi ha fatto 20′ con me di balzi,sprints e palla medica … E 30′ di Subbuteo dopo esserci visti Murray (ero stato profetico ancor prima che Del Potro chiamasse il trainer: se Andy vince 76 il secondo poi vince 61 … Il suo Body Language infatti era quello dello sciupa’ atleticamente, ho pensato a un colpo di calore…)
    Del resto non lo hai visto solo tu, lo hanno visto in tanti, coaches meno noti e coaches anche famosi. Capisco che come dice Mad Max uno non ti possa dire in faccia: tuo figlio non ha talento e come atteggiamento e’ da due dozzine di frustate. Capisco anche che alcuni coaches sono pagati e vedono in te la gallina dalle uova d’oro (o il pollo al tavolo da poker) e i loro giudizi potrebbero essere interessati. Ma possibile che tutti, proprio tutti, anche quelli che non pago, anche quelli da cui passiam per caso, anche quelli che avrebbero avuto interesse a dirci di fermarci da loro per mettere a posto tecnicamente qualche cosa, in fondo ci dicano la stessa cosa? ‘Good Job’. E che non mi sembrino poi troppo preoccupati per il carattere (Vabbe’, e’ vero che ognuno pensa di avere in tasca la ricetta giusta e di riuscire dove gli altri han fallito …).
    Hanno detto comunque dunque di lui quest’estate:
    -Ah, certo che a vederlo giocare ti diverti…e ti disperi
    -Creativita’, quella no,non dobbiamo allenarla, non ce n’e’ bisogno…
    -No, io prima di tutto ti faccio I complimenti perche’ tu sul campo, in partita,sei un guerriero, un esempio per gli altri
    -Adesso ve lo dico io cosa c’e': Voi avete per le mani un purosangue … questo e’ uno scugnizzo, e’ uno furbo, uno che si ti vuol fregare ma e’ un purosangue e non bisogna soffocarlo, bisogna lasciarlo libero ….
    -Un bel maleducato, non ha disciplina…Pero’ gioca, oh se gioca: alla pallina gli fa fare quello che vuole…
    -Tu devi fare solo una cosa: Mangiare per crescere
    Ma quelli di cui mi fido di piu’ sono i Coaches alla Bollettieri che hanno sempre giurato sul talento di quello che chiamano Jungle Boy oppure the gifted crazy italian (uno che a me piace molto per esempio quando glielo ho detto quest’estate ha sbarrato gli occhi dalla sorpresa e genuinamente mi ha detto: Non lo sapevo…I’m very excited’ e poi e’ andato a cercare Nicholas per dirgli quel che gli avevo detto…) Loro dicono che la sua scelta ora come ora consiste nel decidere se vuole diventare PRO perche’ la scholarship per il College ce l’ha gia’ in tasca anche se continua cosi’ senza voglia…
    A 12 anni mio figlio NON e’ ne Quinzi ne’ Miccini e forse neanche Mora o Zanchi. La scommessa e’ vedere cosa sara’ mio figlio a 13 o a 14 anni.
    Se poi lui non ha la testa o a un certo punto gliela dara’ su, sara’ stata comunque una buona esperienza, a parte l’inglese che sa gia’… Tornera’ in Italia, fara’ il liceo linguistico e poi magari la scuola interpreti (e poi magari ancora intraprendera’ la stessa strada di Neri Marcore’ che la fece proprio a Bologna …)…Oppure fara’ il Veterinario cosi’ potra’ tornare nel Bush Africano … O magari si sposera’ bene visto che la cartola non gli manca con una bella ereditiera conosciuta in Cote azur. Una sola cosa non potra’ fare:raccontare l’antica menzogna: Ah, se solo avessi voluto avrei potuto… Che altrimenti ritornero’ dall’OltreTomba e allora si che gli daro’ un sacco di legnate! (SCHERZO!)

    Sapete cosa c’e'? E’ che a tennis uno comincia davvero a divertirsi a 14-16 anni…E’ come a golf, golf per un bambino un po’ iperattivo e’ semplicemente ‘boring’, noioso…Ma il tennis non va molto piu’ in la’: prima di poterti davvero divertire a fare partita devi avere 7-8-10 anni…Se sei troppo bravo non hai avversari, e devi quindi giocare coi piu’ grandi da cui regolarmente perdi perche’ sono piu’ grossi… Non e’ come il calcio che metti due cartelle come porta e puoi giocare a qualsiasi eta’ in spiaggia, in cortile, su un prato, sull’asfalto… E’ chiaro che i bambini si divertono di piu’: stanno fra amici, se perdono e’ sempre colpa di qualcun altro della squadra e comunque poi puoi parlare di cristiano ronaldo, di Kaka’, di Drogba… Per questo credo che finire in un Academy come la Bollettieri dove avra’ per compagni di banco e di gioco solo mini atleti (di tennis ma anche di golf, di calcio e di baseball)-ALMENO IN QUESTO PERIODO DELLA SUA VITA-dovrebbe illuminarlo, fargli capire meglio, aiutarlo a prendere certe decisioni… Se questo accadra’, e indipendentemente dalle decisioni che prendera’, allora saranno stati comunque soldi ben spesi.

    Gio: Tre ore di tennis…E il resto della giornata cosa fanno? Non mi sembrano poi molte, anzi mi sembrano un po’ pochine per una full immersion …

    Giorgio: certamente sarei onorato di uscire a cena con te…La prossima volta che capito in Italia mi faro’ vivo… Ancora una curiosita’, anzi due:ok, Sarita non si e’ trovata benissimo … Ma quando e’ rientrata in Italia come si e’ trovata tennisticamente parlando? Migliorata o indietro rispetto alle altre?

    Costa Azzurra:io credo davvero di aver cominciato a giocare a tennis (e quindi poi di averci fatto giocare Nicholas) solo perche’ in Nigeria ho avuto la possibilita’ di NON pagare i campi e di poterci passare ore ed ore di seguito… E quindi secondo me l’unica strada da seguire e’ quella di CAMPI PUBBLICI COMUNALI in cemento in ogni citta’ e paese ma non uno o due, devono essere sempre almeno una decina… E ovviamente CAMPI GRATIS OBBLIGATORI per gli U14 in tutti i Circoli nelle ore dalle 13 alle 17 o comunque quando non sono occupati dai soci… Allora si che in 10 anni allarghi la base e ti ritrovi con un bel gruppo di promesse da cui pescare… Altro che Tennis in TV o la Davis Cup in serie A, quello va bene per i vecchi…I bambini se ne fregano del tennis in tv … Si,se c’e’ e’ meglio ma quel che conta sono i campi…

  80. costa azzurra scrive:

    Ciao a tutti e grazie

    grazie a papa’ Errani e a tutti quelli che stanno parlando di nuovo di tennis .

    Abbiamo bisogno noi genitori proprio di questo … per non sentirci soli …

    perche’ (e qui mi rivolgo a Di Carlo)
    è anche una grossa responsabilità per un genitore avere un figlio che ha questa passione , non si puo’ ignorarla e, solo perchè è difficile entrare nei primi cento, rinunciare.
    E’ nostro compito dare ai nostri figli una possibilita’ : se amano suonare uno strumento ( magari la batteria bello rumoroso ) gli si fa insonorizzare la camera e gli si compra la batteria , lo si manda al conservatorio lo si porta ai concerti …ecc… e cosi’ come i miei vicini di casa che hanno il salotto ingombrato da un pianoforte a coda…e strimpellava tutti i pomeriggi poi si sono accorti che non era quella la sua passione ma non lo hanno mica ammazzato !! succede …
    perchè non puo’ essere lo stesso col tennis ?

    poi chi ha il pane non ha i denti …è vero conosco anch’io gente danarosa che manda i propri figli in giro per il mondo a perdere al primo turno , che paga loro scuole costosissime per farli promuovere senza studiare ecc…
    e che fra qualche hanno dopo aver provato un po’ la goliardia universitaria si siederanno nella poltroncina già preparata da tempo da mamma e papà
    beati loro!!

    e chi non ha il pane ma è bravo a giocare dovrebbe avere la stessa possibilità di dimostrare quello che vale , e una volta che lo ha dimostrato , al di la’ del fatto che si alleni con Tizio e Caio Ammanicati , dovrebbe essere aiutato economicamente e non preso in giro con rimborsini con cui al massimo ci paghi due tornei nazionali …

    ma se ogni genitore per la paura di non vedere il proprio figlio top ten non ci provasse che mondo sarebbe ??

    C’è parecchia gente che mi chiama perchè non è facile nemmeno iscriversi ai tornei , cancellarsi se al momento non si sta bene , tenere sotto controllo entry list e date del sign in , e non tutti riescono subito a capire come sia il meccanismo dei ranking e per tante altre piccole difficoltà :

    ad esempio come mai costa così tanto 30 - 40 euro iscriversi ai tornei giovanili T.E.

    il genitore porta il figlio ad esempio nelle qualificazioni paga la quota 40 euro, prima notte a suo carico e le spese del viaggio poi se il giorno dopo il figlio vince deve restare ancora una notte e così via fino alla qualificazione del main draw e poi anche li’ solonei tornei di prima categoria c’è l’ospitalità ( solo per il figlio ) in camera con altri e un pasto che raramente è tale. Nei tornei di seconda categoria ad esempio ( non tutti ) c’è ospitalità alle prime 10 teste di serie del main draw , sempre 1 posto letto e un “pasto”.
    in questi tornei non c’è mai il giudice che arbitra le partite raramente ne ho visti nei turni semi e finale .

    ecc… io cerco sempre di aiutare come posso di dare consigli dopo anni di esperienza ma poi le cose cambiano di anno in anno e bisogna sempre tenersi aggiornati …

    mad max : ti avevo consigliato bene per il torneo t.e. di trieste mi ricordavo bene è di gran lunga il migliore come organizzazione e come livello di confronto

    Vorrei vedere in italia piu’ attenzione in queste cose , riduzione dei costi premi in denaro che servano come ” borse di studio ” e circoli piu’ aperti ai giovani e racchette usate a disposizione di chi vuole provare … e campi liberi si potrebbero ad esempio far giocare i bambini nei parchi a quel gioco detto ” americana” che si puo’ con un campo solo giocare in dieci …
    e altre iniziative di questo genere in tutta italia ….

    ecc…ecc…

  81. Atti scrive:

    Un saluto a tutti gli aficiondados…
    vedendo Sara Errani in un match della finale di serie A1 femminile di 3 anni fa (allora era 200 al mondo credo) nella mia incompetenza…non avrei immaginato che potesse fare un salto di qualità, in così poco tempo, da permetterle poi di entrare fra le prime 40-50 al mondo (per ora…)… mi fa piacere di essermi sbagliato .. Sara Errani è un esempio per tanti ragazzini/e come e quanto la Pennetta … un chiaro esempio di come la determinazione, la passione e il lavoro quotidiano possano far raggiungere i piu’ alti traguardi sportivi… Complimenti…. anche a papà per le scelte coraggiose che ha saputo prendere…
    Per Gio92 e Francesco:
    A Sestola, da quello che ne so io parlando anche con altri genitori, sono andati quasi tutti i ragazzini U11 e U12 osservati (con “casualmente” alcune defezioni fra i piu’ “osservati”)… … mentre dall’ U14 in su ci vanno in pochi…della fascia medio-alta (correggetemi se avete altre informazioni).
    Aldilà di questo confermo anch’io, la buona impressione sui centri estivi FIT, in particolare a Sestola dove facevano anche 4 sedute giornaliere per un totale di 5-6 ore fra tennis (2 volte) e atletica (idem), molto seguiti e motivati dai maestri e accompagnatori; da questo punto di vista è palese la volontà della FIT di migliorare .

    Adesso a proposito del titolo del BLOG (ultimo capitolo) riassumendo le mie attuali esperienze come genitore “vecchie” di 5 anni di esperienza:
    la complessità e l’individualità di questo sport sono variabili impazzite e non permettono di fare calcoli precisi in anticipo … il sentiero è lastricato di delusioni e abbandoni piu’ o meno eccellenti…molti maestri hanno visto e/o provato direttamente sulla loro pelle quanto difficile sia il percorso (compresi entusiasmi anticipati), loro stessi per primi sono prevenuti, non verso ns. figlio/a, ma in generale sulle reali possibilità che un ragazzino/a italiano possa diventare un giocatore professionista pur con eccellenti risultati giovanili (non lo dicono ma spesso lo pensano e la statistica gli dà piena ragione), ed ovviamente tenendo famiglia non possono mica campare di emozioni e speranze…poi il circolo è fatto, giustamente, da tante persone con idee e obbiettivi diversi, semmai è il sistema che dovrebbe essere corretto … le SAT sono mille volte piu’ remunerative, e meno impegnative, basta qualche risultato a livello Under regionale ..ed il gioco è fatto…il vessillo del circolo sventola a mille e subito c’è la fila per iscrivere il proprio figlio in quel circolo,….tranne fenomeni annunciati, tipo Quinzi, gli altri difficilmente troveranno qualcuno disposto a scommettere/investire fino in fondo su di loro….tanto in caso di stop anticipato la causa sarà quasi sempre la stessa “il ragazzo non ha seguito i ns. consigli” …oppure.. “i genitori non hanno voluto ascoltarci”.. sia chiaro.. spesso è così… la ragione non è certo solo da una parte…il genitore tende a non vedere anche cose evidentissime (e a volte fa comodo non fargliele vedere e/o che le capisca il piu’ tardi possibile), d’altro canto è anche vero che ci sono i circoli con una discreta offerta, con maestri bravi e motivati., e soci che investono con entusiasmo anche nell’agonistica, noi abbiamo toccato con mano in tal senso, ma alla lunga rimane il dubbio che non sia comunque sufficiente per un certo percorso… e che vengano alimentate, aldilà dell’oggettiva difficoltà, inutili speranze…spero vivamente di sbagliarmi….
    Caldaro è in effetti un mondo a parte, tutto perfetto o quasi, l’eccezione che conferma la regola, anche a me come genitore e appassionato piace da sempre quel tipo di impostazione, pero’ anche lì E’ NATO PRIMA L’UOVO O LA GALLINA ? , gli attuali allievi under piu’ forti, che io sappia, nati e cresciuti nel circolo, sono, in prospettiva, le figlie dei maestri stessi ….. e se allarghiamo il tiro ai migliori under a livello U12 U14 o U16 in Italia sono quasi tutti allenati o dal genitore/maestro, o da un coach/maestro che li segue (nei tornei come nel circolo principalmente solo loro) … mi piacerebbe conoscere se qualche ragazzino/a U14 U16, in Italia, sta ottenendo discreti risultati a livelli europeo allenandosi in gruppone con altri agonisti del suo circolo, senza alcuna distinzione personalizzata su programmi e allenamenti (anche atletici)…. Se così fosse sarebbe il miglior SPOT possibile per la FIT..
    Senza essere utopistici, rispondendo a Costa Azzurra:
    Chi puo’ aver interesse ed investire tempo e denari, rischiando in anticipo su voglia, capacità e risultati di un ragazziino/a? …. chi se non i suoi pochi ma cari GENITORI… e mi sembra che le esperienze di papà Fognini ed Errani dimostrino proprio questo… figlio bravo e motivato, scelte (e investimenti) familiari fatti in modo corretto e oculato.. ascoltando tutti ma poi seguendo il loro istinto e le attitudini dei loro figli… SENZA CERTEZZE MA CON CONVIZIONE E PASSIONE.

  82. gio92la scrive:

    x Stefano
    dalla mia esperienza in una OTTIMA academy si arrriva a 4 ore di tennis e 2 di preparazione atletica nel corso della giornata.
    Nel centro dove sono attualmente i miei figli siamo a 3 ore di tennis ed almeno 2 di attività fisiche (pallacanestro , pallavolo, calcio) che possono essere assimilate alla preparazione atletica. In più i ragazzi alternano volte in cui vanno in piscina con altre in cui provano il tiro con l’arco o il free climbing o altre attività. Dalle 9 del mattino alle 19 circa sono in piena attività , tolte le due ore (13-15) dedicate al pranzo e ad un po’ di riposo (leggi psp o nintendo ds….).
    Sarà che sono in Emilia ma mangiano pure alla grande (i miei fanno spesso bis se non tris….) e si divertono un sacco.
    NON voglio fare uno spot , sto cercando di riportare quello che vedo e sento in maniera oggettiva, come cerco di fare sempre, l’esperienza di quest’anno mi sembra super.
    Tieni presente che a differenza di bob Brett o Blue Team , c’è il grosso vantaggio che il genitore (i genitori) non devono “spendere” ferie e soldi per fermarsi necessariamente con i bambini (diciamo con quelli non ancora completamente indipendenti ed autonomi, quindi sotto i 12/13 anni) , tu gli affidi al centro e se non vuoi/puoi altrimenti li riprendi 2 settimane dopo, il tutto, tra l’altro a poco più di 800 euro (per 2 settimane “all inclusive”)……..
    Mi piacerebbe sentire il parere di altri genitori, avanti …. coraggio, per sentire si è tratta di un’esperienza particolarmente fortunata o se anche altri si ritrovano in quello che dico.

  83. gianni scrive:

    Leggo questo blog da qualche mese perchè anche io come scritto in precedenza ho un ragazzo piccolo che gioca a tennis e la cosa che ho notato in lui è che nonostante le sue poche ore di tennis e la quasi scarsa preparazione atletica che non fa nel suo circolo è arrivato a raggiungere risultati di tutto rispetto a livello internazionale solo grazie alla sua passione, il TENNIS,ma mi rendo perfettamente conto che non potrà continuare così. Qui nascono le mie paure,di sbagliare per il suo futuro vista la sua tenera età,la mia poca disponibilità economica, e i tanti gurù del tennis che abbiamo in italia quindi vedo di buon occhio per noi genitori la partecipazione a questo blog dei genitori di Fognini della Errani che possono aiutarci a non sbagliare,o perlomeno dispensare consigli poi sta a noi accettarli condividerli o prendere altre decisioni i merito,Poi volevo dire al popolo del blog hai genitori dei bambini tra i più bravi D’ ITALIA classe 97 98 99(tanto ci conosciamo) se non siamo contenti della federazione perchè pensiamo che faccia poco per istruire i circoli in merito agli agonisti se pensiamo che i tornei di alto livello per i nostri ragazzi siano pochi e strutturati male,pechè adeguarci e non cercare di creare, niente di parallelo ma qualcosa di integrativo?parliamone,io penso che i migliori devono crescere tutti insieme (così NICHOLAS potra far parte del nostro gruppo e confrontarsi) e non essere sparpagliati in giro per lo stivale dove il confronto e quasi nullo, voi mi direte ma gia si fanno i tornei e io vi rispondo ma nei tornei in giro per lo stivale non vanno tutti i migliori a breve non ci andrà più nessuno perchè sono organizzati male e non c’è un vero confronto, e costa tanto parteciparvi,PROVIAMOCI ALTRIMENTI MI ATTREZZO DA SOLO,NON MI E’ MAI PIACIUTO ADEGUARMI A CIO CHE NON FUNZIONA. ciao a tutti.

  84. andrew scrive:

    saluti e salute a tutti…

    torno or ora da 8 giorni passati in Bretagna, a bordo di una monovolume tri-letto con vano-alloggiamento per cane…Indovinate cosa è piaciuto al figlio di 11 anni:
    a) La notte passata in campeggio libero su un promontorio selvaggio con tramonto sul faro.
    b) La vita itinerante tra una tappa e l’altra.
    c) La visita a Parigi, costatami 400 km di deviazione dall’itinerario.
    d) Altro

    Risposta esatta: d) Altro

    Infatti, la cosa che lo ha più entusiasmato è stato il viaggio di ritorno di notte (n.d.andrew.: 1400 km riposando qua e là nelle aree di servizio).

    In definitiva, possiamo solo fornirgli strumenti e momenti di conoscenza che poi utilizzeranno, se lo vorranno, come lo vorranno…

    continua…

  85. andrew scrive:

    continua…

    stavo per scrivere a proposito delle COLPE (indotte dal sistema dei circoli, a dire la verità) dei genitori dei tennisti quando l’intervento di Atti non ha fatto altro che rafforzare il concetto.

    Volevo infatti scrivere che uno dei problemi del tennis in Italia è dovuto alla MANCATA DOMANDA di tennis agonistico da parte dei genitori stessi, cui ovviamente fa seguito una MANCATA OFFERTA.

    Ma se, tu quoque, Atti, filii mii, scrivi certe cose, allora le cose stanno ancora peggio: ossia, se anche quelli che hanno una pur vaga mira agonistica per i propri figli NON AUMENTANO LA DOMANDA, allora l’OFFERTA non ci sarà.

    Il tuo unico problema, Atti, persona ragionevole e ragionante, è che sei portato o preoccupato delle possibili GRANE e quindi finirà che le tue figlie faranno un percorso piacevole e stimolante, ma sempre con l’assenza della parola SPORT nel loro cammino. In fondo, è tutto quello che chiedi e questo ti verrà dato.

    Allora, chiariamo subito una cosa: NON E’ POSSIBILE AVVIARE IL PROPRIO FIGLIO A UNA CARRIERA SPORTIVA NEL TENNIS SENZA AVERE DELLE GRANE CON I CIRCOLI e CON LA FEDERAZIONE, che come tutti sappiamo non sono associazioni sportive gli uni e non è una federazione sportiva l’altra e che quindi ad una seria DOMANDA di attività agonistica non sanno che pesci prendere relativamente all’OFFERTA.

    continua…

    continua…

    Per quanto riguarda i centri estivi, ho un’idea chiara e affatto estrema:

    neanche dopo un’overdose di Tavernello scaduto potrei immaginare di mandarci mio figlio di 11 anni, che già giochicchia da 3 anni. Il centro estivo va bene per le vacanze, non per l’allenamento.

    Secondo me, possono andare bene dagli 8 ai 10 anni, per bambini che non hanno mai preso in mano la racchetta o sono comunque alle prime armi.

    Il massimo è sentire che hanno selezionato per i centri estivi tuo figlio/a per meriti sportivi e che hai dovuto pagare per mandarcelo/a. Questo implica 2 cose, anzi 3:
    1) Non credono in tuo figlio/a.
    2) Non hanno una politica sportiva di serio investimento sui giovani in quanto magari credono (see…) in tuo figlio/a ma facendoti pagare ti forniranno quella che è la tua domanda (quindi tempo piacevole e stimolante) e non quella che è la loro offerta primaria.
    3) Ti hanno truffato.

    Anche oggi sono stato pacato e misurato e quindi vi saluto.

  86. Giorgio Errani scrive:

    “Non ho mai incontrato un uomo dal quale non avessi qualcosa da imparare”

    @stefano : non farmi QUELLA domanda, ti prego… superala!
    Nicholas farà comunque un’esperienza, andando da Bollettieri, che – positiva o negativa – gli servirà per cercare di trovare quello che sta cercando; non porti il problema se andando da Bollettieri migliorerà il suo tennis (e quindi tu avrai speso bene i tuoi soldi).
    Potrei dirti (Teoria dei Marines) che Bollettieri sarà troppo “facile” per lui, lo conoscono tutti e la mamma è là, pronta per aiutarlo nelle difficoltà, quindi non potrà arrivare a quel famoso punto di ipotetica rottura dove o si crolla o si cresce.
    Prendendo spunto dall’ultimo post di andrew “possiamo solo fornirgli strumenti e momenti di conoscenza che poi utilizzeranno, se lo vorranno, come lo vorranno…”
    L’esperienza di andrew è stata identica alla mia con Sara, quando l’ho portata da Bob Brett 2 giorni a Parigi in auto; abbiamo fatto (e visto) mille cose, Parigi, l’Accademia, l’allenamento, ma la cosa più emozionante (per lei) è stata la notte in bianco passata in auto a ritornare a casa (con una sosta a dormicchiare in un’area di servizio).
    Di solito noi genitori (specialmente i maschi) ci focalizziamo troppo sul risultato, e ci impegnamo troppo per il raggiungimento di tale risultato, inquinati come siamo dal mondo nella sua globalità e competizione.
    Quindi (a fin di bene) cerchiamo di “mentalizzare” i nostri figli in quest’ottica (come fanno del resto gli allenatori di qualsiasi sport, in Italia dove non c’è cultura sportiva, che ti fanno il lavaggio del cervello affinchè tu NON faccia fare a tuo figlio uno sport diverso da quello che sta facendo con lui: mi raccomando, non gli faccia fare la corsa campestre che a tennis gioca benino…)
    Sara ha fatto in maniera “seria” (a livello giovanile, beninteso):
    - tennis
    - basket (un campionato e mezzo)
    - calcio (un campionato con i pulcini, maschi, segnando 2 gol)
    - nuoto pinnato (che ancora ca$$o devo capire dove se l’è sognato nuoto pinnato…)
    Non sto a tediarvi sulle pressioni ricevute quando dal tennis è passata al basket (ma cosa fa ?… siete impazziti ?… ma questa a tennis gioca bene… non farà come suo fratello ?… pensateci bene…) ed io solo con me stesso e con i miei dubbi a mordermi la lingua e cercare di non farle capire che anch’io pensavo le stesse cose… ma DOVEVO appoggiarla (sempre per il rapporto adulto/adulto che c’era fra di noi), non potevo fare la figura del genitore pirla…
    Finchè un giorno è tornata a casa e ha detto “Ok, ora basta. Da domani ricomincio con il tennis, perché è quello che voglio fare”
    E tutti a ballare di gioia nel bagno, di nascosto…
    Noi genitori dobbiamo imparare a coprire loro le spalle (con intelligenza, senza fette di prosciutto sugli occhi e senza preconcetti) ma la direzione la devono decidere loro.

    P. S. per rispondere alla tua domanda Sara era sicuramente meglio – di ritorno da Bollettieri – dal punto di vista dell’atteggiamento mentale in partita (grandissimo step), non molto meglio dal punto di vista esclusivamente tecnico (nel senso che qualche miglioramento ci sarebbe stato ovunque, e comunque da Bollettieri – almeno allora – si insegnava solo a tirare grandi sassate di diritto, giustificate comunque dal tennis di oggi).

    @Atti : tutti gli sport hanno variabili impazzite e non permettono di fare calcoli in anticipo…
    La verità vera nel tennis l’ha enunciata andrew (di nuovo, allora è un mito…) “NON E’ POSSIBILE AVVIARE IL PROPRIO FIGLIO A UNA CARRIERA SPORTIVA NEL TENNIS SENZA AVERE DELLE GRANE CON I CIRCOLI E CON LA FEDERAZIONE”
    Questo mi sembra però profondamente ingiusto, perché in tutti gli sport esistono organismi che si preoccupano di formare atleti internazionali, nel tennis NO (fatte salve alcune realtà individuali).
    E’ chiaro che serve un investimento che, spesso, non è ripagato dai risultati, ma questo fa parte del gioco della formazione degli atleti. A me non è mai piaciuto essere costretto a fare il tutore di Sara (anche perché, incredibile ma vero, ho sempre criticato fortemente l’ingerenza dei genitori nella vita sportiva dei figli); ho giustificato me stesso solamente perché qui, ad un certo punto, si sconfinò nella prevaricazione e nell’illegalità.

    Forse il suggerimento di stefano CAMPI PUBBLICI GRATIS AD OGNI ANGOLO DI STRADA potrebbe smuovere in positivo questa impasse (base più larga, più bambini bravi, meno rischio di sbagliare, più giocatori internazionali).
    Nel frattempo i genitori possono continuare a combattere (sempre con intelligenza e senza paraocchi) ricordando SEMPRE che – molto spesso – i genitori sono il primo problema, ricordando SEMPRE che la vita è dei figli (e non dei genitori) ma ricordando, SEMPRE E SOPRATTUTTO, un proverbio inglese che dice:

    “ogni adulto ha bisogno di un bambino a cui insegnare; è il modo in cui gli adulti imparano”

  87. Archi-atipico-pedro scrive:

    E’ frequentissimo che i campioni dello sport abbiano alle spalle un percorso agonistico variegato ed incoerente. E tale considerazione dovrebbe rassicurare i genitori di bambini rispetto agli errori di percorso, che sono sempre possibili: ci sono infatti semplici azioni da intraprendersi immediatamente, con sacrifici minimi, sempre e comunque utili. Azioni che, a lungo termine, fanno proprio la differenza.
    E’ fondamentale che i bambini inizino subito a praticare sport diversificati, lavorando il più possibile su coordinazione e velocità. Nessunissima controindicazione. Possono inoltre acquisire precocemente i fondamentali tecnici di moltissimi sport, con estrema naturalezza, affinché la loro motricità sia fin dal principio articolata e sia polivalente la loro attitudine all’allenamento ed alla gara. Nel compiersi di questo processo emergono, nel tempo, con calma, gli indicatori per una scrematura delle discipline inadatte, fino alla selezione delle due definitive.
    Molto, molto più avanti poniamo quindi quelle scelte che poco costruiscono, in termini competitivi, ma che molti addetti ai lavori, anche per interesse personale, continuano ad enfatizzare… scelta dell’academy migliore, del vivaio della squadra di rango… costosi perfezionamenti all’estero…
    Con la fine delle scuole medie un giovane che sappia correre molto bene, passare un ostacolo, valicare l’asticella, lanciare un giavellotto, arrampicare il palestra, nuotare con fluidità, sciare… praticare a pallavolo, basket e calcio… ed ovviamente giocare a tennis… il tutto condito dal necessario bagaglio genetico… può veramente arrivare dove vuole. E’ già un campione in fieri. Ha già accumulato un vantaggio notevolissimo nei confronti della stragrande maggioranza dei suoi coetanei. Non ha nemmeno bisogno di tecnici o maestri particolarmente qualificati, se il suo “metodo” d’allenamento è stato ben calibrato: diventa un professionista dello sport senza nemmeno accorgersene. Ed a volte le pressioni delle società importanti o delle Federazioni stesse causano solo danni: ecco che l’allenatore-genitore, nuovamente, diventa fondamentale. Soprattutto in occasione degli infortuni.
    Continuo a vedere i migliori tecnici dedicarsi agli atleti maturi ed i ragazzini inesperti seguire i bambini al pascolo… ma ad un sedicenne non puoi, non puoi proprio insegnare l’atletica. O il tennis. Se i suoi tendini, e muscoli, e nervi, non sono già stati tempestivamente adattati ad hoc. E neppure puoi convincerlo ad allenarsi seriamente, se non lo ha mai fatto prima: un adolescente deve già saper fare tutto, o per lo meno sapere come imparare a far tutto. Il successivo processo di perfezionamento che negli anni lo impegna è talmente sofisticato, e implica tali e tante conoscenze specialistiche, che la presenza dell’allenatore-maestro generalista è praticamente inutile… a mio parere insomma uno sportivo maggiorenne può tranquillamente allenarsi da solo e diventare fortissimo. Ciò che deve sapere è abbondantemente reperibile su Internet… di volta in volta si studia il problema e si paga per una eventuale consulenza mirata.
    Negli sport individuali il ruolo delle società dovrebbe essere, in definitiva, (solo) quello di creare le basi organizzative per la massima condivisione di risorse, a partire dall’utilizzo degli impianti sino alla proposta di metodologie d’allenamento che integrino il materiale umano ed intellettuale disponibile. Quindi dovrebbero essere strutture assolutamente orizzontali ed aperte: praticamente delle cooperative. Ognuno impegnato, nel proprio ruolo, a rendersi autorevole e utile… stile Centro America…
    Non definirei questo approccio “autarchico” per il semplice fatto che non implica alcuna chiusura nei confronti dei contributi esogeni: lo classificherei piuttosto come “atipico”. Magari indigesto, per alcuni.

  88. Archi-atipico-pedro scrive:

    Dimenticavo… un consiglio gratuito per i genitori di piccoli tennisti lenti (non so perché ma questo appunto l’ho sempre dimenticato): sessioni di corsa in discesa, mt.20-40, 80-100% della massima velocità, meglio erba, con pendenze leggere…

  89. stefano grazia scrive:

    Be’, infatti le settimane di Sestola e Serramazzoni io le vederei come ‘vacanze’ in cui lasci (final;mente) i bimbi da soli e cosi’ loro si divertono forse di piu’, fanno un’esperienza sociale e socializzante, e comunque fra tennis, atletica e sport alternativi come dice Gio92 stanno in moto anziche’ a ciondolare davanti a TV e PSP … Non avrei nulla in contrario a far fare a mio figlio U12 una settimana cosi’ e infatti un po’ mi e’ dispiaciuto non averglielo mandato: anziche’ farsi una sett senza tornei a Palazzolo obbligando Gabri’ a rimanere nei paraggi, sarebbe stata sicuramente piu’ proficua…Dopo la scelta era fra il farlo rientrare a Lagos e pssare le ultimer due settimane insieme prima di non vederlo piu’ per 3-4 mesi…E quindi non c’e’ stata in realta’ scelta. Ma scrivo questo per far vedere che sono aperto, disponibile e non integralista. Non sono lke settimane a Sestrola e Serramazzoni il problema tanto piu’ che da piu’ parti fin dall’anno scorso si sottolinea che la qualita’ e’ nettamente migliorata e che i ragazzi si divertono. Non lo prenderei come paragone con settimane alla Bollettieri o alla Sanchez, non le giudicherei come settimane di full immersion tennis e dopo ti fai uno stacco al mare o in montagna ma al contrario le classificherei come Riposo Attivo (o qualcosina di piu’): stanno in compagnia, si divertono, giocano ANCHE 3 ore a tennis e magari si fanno notare dai Tecnici FIT che non si sa mai.
    Nulla di male in tutto cio’. Sono altri i problemi: i costi del giocare a tennis, l’impossibilita’ di allenarsi coi migliori (l’iudea di gianni di una sorta di cooperazione fra bloggers era gia’ sorta tempo fa…in effetti se io abitassi in Italia cercherei di organizzare ogni tanto qualche incontro/raduno fra figli della stessa eta’, coinvolgendo talora Buzzelli e/o Catizone o organizzando uno stage con sartori o rianna o vavassori o semplicemente ritovandosi tutti una volta a Calderino una volta a Sarnico una volta a Pergine e chissa’, magari una volta in Sicilia da Lo Iacono e a Palermo con Papa’ Brancato o in Puglia da Pinot …
    Tornando ai fatti miei, ieri e’ stato molto ‘emotional’ con lacrimoni e lucciconi al momento della partenza quando il Bus per l’Aereoporto e’ arrivato a casa e Nicholas che si stava allacciando le scarpe a capo chino mentre io gli parlavo e gli lasciavo le ultime raccomandazioni (e sai che puoi smettere quando vuoi, se ti accorgi che non ti piace, che non ti trovi bene, che e’ troppo dura o che semplicemente non ti piace piu’ quello che stai facendo…non fare arrabbiare la mamma…lei e’ li’ solo per aiutarti, e’ dalla tua parte…comunque io saro’ sempre con te, in ogni momento, lo sai…)…A un certo punto vedo che le spalle sono percorse da un tremito…Ci siamo abbracciati entrambi non riuscendo a trattenere del tutto qualche singhiozzo … Come era giusto.
    E qualche minuto dopo mi son ritrovato da solo coi miei due cani …

  90. stefano grazia scrive:

    Un’altra cosa: stavo sfogliando una non eccezionale Biografia di Nadal scritta da un giornalista sportivo inglese (Tom Oldfield, che il risvolto di copertina rivela essere un esperto di calcio).E’ piu’ che altro un resoconto delle gesta di rafa da quando passa professionista e ahime’ racconta poco o nulla del periodo che mi interessava di piu’, quello fino ai 14-16 anni, a cui dedica pochissime pagine iniziali. Pero’ a pagina 8 un paragrafo ha attirato la mia attenzione ed e’ quello in cui si dice che anche Nadal ‘ha speso due estati alla Bollettieri Tennis academy in Florida. Rafa si dovette confrontare con un mondo differente quanto a lingua e lifestyle ma a testa bassa si concentro’ sul tennis. Ridefini’ alcuni aspetti del suo tennis e comincio’ a guardare al suo ingresso nel mondo del tennis pro.Bollettieri ha seguito con grande interesse fin da allora la carriera di Nadal traendo grande orgoglio dai suoi successi. Quello che lo colpi’ maggiormente in lui fu il suo desiderio di conquistare il tennis world e la brutalita’ del suo colpire la palla.
    Ho gia’ scritto altre volte che alla Bollettieri sono molto lesti ad appropriarsi del nome del grande campione passato anche per caso attraverso i campi dell’Academy: oltre ai nomi di Arias, Agassi, Courier, Seles infatti campeggiano anche quelli di Sampras, le Williams, la Hingis che sicuramente si allenarono per qualche tempo all’Academy ma che sicuramente non possono essere considerati tipici prodotti della Bollettieri. Il nome di Nadal non l’avevo visto nei banners che campeggiano in ogni angolo della cittadella IMG ma il fatto che ci abbia passato due estati, se e’ vero, mi conferma la bonta’ delle mie teorie/osservazioni/deduzioni gia’ piu’ volte avanzate soprattutto all’inizio di questo Blog, quando cioe’ io sostenevo, quasi contro tutti, che l’ideale e’ si avere un pounto di riferimento ma soprattutto girare, visitare, ascoltare diverse opinioni e pareri, far vedere i propri figli da diversi coach perche’ ognuno puo’ apportare qualcosa…Lo stesso Sampras da piccolo era ’supervisionato’ dal famoso Dr Fischer e faceva un giorno a settimana con Lansdorp che gli curava i groundstrokes e un giorno a settimana con De Little che gli allenava le volley…Yuri ogni tanto portava sua figlia da Bradenton a Delray da Rick Macci e a Los angeles da Lansdorp…Le Williams si allenavano da Macci ma hanno passato diversi mesi alla Bollettieri e ancora sono in ottimi rapporti … L’assolutismo che impera come pensiero dominante in certi circoli e come postulato nella mente di certi Maestri per cui si arriva all’assurdo di genitori che portano di nascosto il figlio alla Bollettieri dicendo che vanno a trovare gli zii al mare secondo me e’ uno dei difetti del piccolo mondo provinciale che e’ (o forse e’ stato) il tennis italiota. Io avevo accolto con ottimismo la notizia, se e’ vera, che la FIT avrebbe pagato la retta a un prospetto che aveva scelto di andare alla Bollettieri invece che a Tirrenia. Infatti secondo me anche l’andare per un anno o piu’ ad allenarsi all’estero non dovrebbe essere visto come un affronto o un errore ma come parte del processo di crescita. Me ne sono comunque reso conto abbracciando mio figlio pochi minuti prima della sua partenza: pur nel dolore del distacco capivo a maggior ragione quanto fosse necessario…
    Poi intendiamoci: mentre me ne andavo a giocare a golf per annegare il dispiacere l’autista vedendomi triste cercava di consolarmi dicendo che era per il bene di Nicholas e io che in realta’ stavo pensando ad altro mi son sentito obbligato a puntualizzare che a confronto di ben altre tragedie familiari che ad ogni minuto accadono nel mondo (guerre civili, rifugiati,etc) il distacco di un figlio che va a studiare e giocare a tennis in Florida e’ veramente ben poca cosa. Ci sono posti peggiori in cui finire. Ci sono situazioni familiari ben peggiori da affrontare. Il mio stesso autista nigeriano affronta ogni giorno problematiche quotidiane che fanno impallidire le mie.
    Eppure, cio’ detto, il mondo alla fin fine si divide fra quelli che partono e quelli che dicono di partire, quelli che dicono che partiranno, quelli che dicono che dovevano partire ma poi, non si sa bene come, non partirono …

  91. gio92 scrive:

    Dai Stefano oltre ai tuoi due cani ci sono un mucchio di “amici di blog” con cui confrontarti. Ti sono vicino, non deve essere per nulla facile.
    A quando il primo collegamento via webcam ?!

  92. stefano grazia scrive:

    Propongo Giorgio Errani come Genitore dell’Anno.
    Motivazione:basta quotare quando scrive:
    “Non sto a tediarvi sulle pressioni ricevute quando dal tennis è passata al basket (ma cosa fa ?… siete impazziti ?… ma questa a tennis gioca bene… non farà come suo fratello ?… pensateci bene…) ed io solo con me stesso e con i miei dubbi a mordermi la lingua e cercare di non farle capire che anch’io pensavo le stesse cose… ma DOVEVO appoggiarla (sempre per il rapporto adulto/adulto che c’era fra di noi), non potevo fare la figura del genitore pirla…
    Finchè un giorno è tornata a casa e ha detto “Ok, ora basta. Da domani ricomincio con il tennis, perché è quello che voglio fare”
    E tutti a ballare di gioia nel bagno, di nascosto…”

    BELLISSIMO!!! Soprattutto il danzare di gioia di nascosto nel bagno! Sara’ stata una metafora ma rende visivamente: papa’, mamma e fratello che apprendono la notizia da Sara e poi con indifferenza si radunano di nascosto in bagno e stappano lo champagne! DA FILM!)
    Vorrei essere stato come lui e so che non lo sono stato, pur avendo fatto anch’io fare a Nikko tutti gli sport possibili incluso lo sci e senza paura che si potesse far male (e infatti tre giorni prima di partire ha fatto un cristo con lo skate con lividone sulla coscia…ma abbiamo ripreso suibito a fare lo slalom su skate fra i coni come parte integrante dei suoi drills atletici-sapete, l’equilibrio…).
    Su Bollettieri: e’ cambiato molto dai tempi di Sara (Golovin e Sharapova). Alcuni magari dicono in peggio. In effetti gli ultimi 10 anni sono stati un po’ avari di scoperte e talenti ma credo che nell’era della globalizzazione i tempi di Agassi Courier e Seles siano over. Negli ultimi 5 anni hanno avuto questo programma (Strategy Zone) che ha re-impostato un po’ la loro concezione di giuoco che ora non e’ piu’ basata SOLO sulla potenza e sul Lethal Weapon. Credo che adesso cerchino di sfornare giocatori piu’ completi, senza punti deboli. Ad ogni modo c’e’ stata una gran rivoluzione, dettata anche dalla crisi e dagli investimenti sbagliati della IMG nel settore immobiliare, e la Cricca dei SudAmericani e’ stata un po’ sfoltita con la reintroduzione nelle posizioni di potere dell’originaria ristretta cerchia di Bollettieri. Boh, vedremo. In effetti quello che scrive Giorgio (Tecnicamente sarebbe mifgliorata anche altrove, ma ha fatto un’importante salto di qualita’ in fatto di mental, solidita’, tenuta del match…) e’ quello per cui noi mandiamo Nicholas da Bollettieri. Insomma, vedremo.
    AUTARCHIPEDRO: perfettamente d’accordo con te anche se poi mio figlio lo porto lo stesso nella costosa academy all’estero… Sono anche perfettamente d’asccordo sulla Corsa in Discesa e infatti se ricordate gia’ quando ero in angola,ormai due anni fa, e potevo utilizzare il treadmill della piccola palestra dell’Agip Guest House, oltre a fasrgli fare degli scatti in salita, lo facevo poi correre-fino a raggiungere anche i 20kmh, in discesa… Correre in salita aumenta la tua potenza e ti costringe a correre sulle punte ma correre in salita, a livello intuitivo, ti costringe ad aumentare le frequenze… In effetti ieri a mio figlio avevo lasciato alcune indicazioni per gli allenamenti atletici in questi due giorni che passera’ in campagna da noi a Calderino: viosto che Gabri’ sara’ impegnata a fare le valigie e non avra’ tempo di portarlo da nessuna parte, gli ho appunto detto di fare un’oretta al mattino e alla sera facendo una ventina di corsa campestre per le cavedagne intorno a casa e magari anche un po’ di Mountain Bike e poi di andare sulla stradellina bianca in salita che porta ai Boschi e di fare delle Ripetute. In salita. E poi in discesa. E poi sul piano.
    E poi passando sulla ciclabile lungo il fiume di prendere la bicicletta e di andare a fare colazione o a prendersi un gelato a Ponte Rivabella!

  93. wik scrive:

    Confesso aver letto questo capitolo in piú fasi, tutto in un colpo non ci son riuscito.
    Ho letto davvero tante informazioni utili e tanta competenza diffusa, competenza che mi ha quasi spaventato e non mi ha fatto piú di quel tanto intervenire perché avrei avuto davvero poche cose da dire in tutti i post, non solo in quest’ultimo, ma un po’ in tutti i capitoli di genitori e figli.
    Ma l’ho letto davvero volentieri, ho imparato molto da voi genitori.

    Sei un bravo papá Stefano, a prescindere dal tennis, questa é la conclusione a cui sono arrivato, non solo tu ovviamente, di bravi papá ne ho letti parecchi in questi post, ma con tutto rispetto per gli altri se avessi potuto sceglierne uno, e visto che un papá purtroppo non l’ho avuto me lo posso permettere, avrei scelto te.

  94. stefano grazia scrive:

    wik, ahime’, non so se me lo merito il tuo complimento e’ veramente il migliore che io abbia mai ricevuto: sara’ che in questo momento sono piu’ emozionabile ma mi hai davvero commosso.
    Per cui anche se molti che mi hanno visto urlare improperi a mio figlio ed inseguirlo sul campo di tennis arriccerebbero il naso, anche se e’ vero che di errori ne ho fatti tantissimi e che gia’ solo in questo blog vi sono genitori che lo meriterebbero piu’ di me il complimento me lo tengo stretto e ti ringrazio davvero di cuore.
    Ma tu scrivici, scrivici sempre, e raccontaci quello che fai (e se dormi, che dormi e che sogni che fai-ovviamente de Gregori) perche’ e’ il conforto degli Addetti ai Lavori, di quelli competenti ma umili,di quelli che hanno viaggiato anche oltre il giardino e posato lo sguardo oltre la siepe(del proprio circolo), che ci fa andare avanti…A leggere solo di me o di Mad Max o di Mauro o di Andrew o Archipedro o Giogas(cito alla rinfusa quelli che piu’ o meno hanno dato un’impronta piu’ personale ai propri interventi)poi alla fine uno si stanca … Se invece inframezzati dalle osservazioni, critiche o conferme di gente che sul campo ci va quotidianamente…be’, il minestrone ha tutto un altro sapore.
    Un abbraccio, comunque, e chissa’, magari prima o poi ci si incontra…

  95. stefano grazia scrive:

    Giorgio: io non avrei avuto problemi a supportare mio figlio qualora fosse venuto a dirmi: “Voglio giocare a calcio perche’ il calcio, e’ lo sport che mi piace di piu’ ” ma ho sempre questionato il fatto che magari ci stiamo allenando a tennis e lui si perde a fare dei palleggi col pallone da calcio muovendosi benissimo o velocissimo mentre magari prima trascinava i piedi durante un palleggio… Gli ho sempre urlato: Vuoi giocare a calcio? Allora gioca a calcio, sei ancora in tempo, chissenefrega se non arrivi in Serie A, fai lo sport che ti diverte di piu’, non diventarmi una di quelle pallide patetiche figure di Maestri di Tennis che avrebbero voluto invece diventare calciatori, che ancora oggi ad una partita di tennis preferiscono una di calcetto, che alla finale Novotna-Tauziat a Wimbledon preferiscono Cecoslovacchia-Bulgaria (o whatever) di un girone di qualificazione dei mondiali (fatto vero, capitatomi al TCA di Bologna)… C’e’ un Coiach marocchino all’adult program di Bollettieri…E’ bravissimo, come coach, ed e’ stato anche un buon giocatore, ma ogni volta che mi vede gli si illuminano gli occhi e comincia a parlarmi di calcio (essendo italiano ne so e ne capisco comunque di piu’ del 90% di chi vive in florida),,,a giugno si guardava tutte le partite della confederations Cup in Sud Africa e poi mi chiedeva del calciuo mercato, di Kaka’ e Ibra… E io dicevo a Nicholas: vedi, la cosa importante e’ non diventare come Mohammad: un tennis pro che in verita’ avrebbe voluto giocare a calcio … Se gia’ scegli di non lavorare almeno scegli qualcosa che sia quello che vuoi veramente fare, che ti diverte di piu’… Ti diverte di piu’ il calcio(o il basket o il nuoto pinnato)? Fai il calcio(o il basket o il nuoto pinnato).
    Fosse apparso un giorno dicendo: Ok, il tennis e’ bello ma non mi piace piu’ cosi’ tanto, vorrei dedicarmi anima e corpo al surf, all’orienting, alla pittura, alla chitarra elettrica,alla recitazione,all’etologia … perfino al nuoto pinnato, non avrei avuto problemi.
    Ma mio figlio ha sempre detto e ripetuto, talora anche fra le lacrime, che quello che vuole fare e’ giocare a tennis (e vincere il Grande slam). Che a lui piace il calcio si, ma come hobby. E cosi’ gli altri sport tranne il golf che e’ boring (e che, considerato il poco che ci gioca, e’ forse quello in cui sarebbe piu’ portato: noi lo costringiamo a giocare ogni tanto anche perche’ a differenza del tennis ogni colpo conta ed e’ utile per la concentrazione…Ovviamente avesse dimostrato un po’ di passione, con lo swing che si ritrova, ora saremmo forse a scrivere su un blog di golf anziche’ di tennis, chissa’… O forse farei come Gus che ci frequenta pur avendo la figlia che gioca a pallavolo, chissa’…)

  96. Giorgio Errani scrive:

    @Archi-atipico-pedro : disamina assolutamente condivisibile, ma chi dovrebbe essere preposto a questa programmazione multi-sportiva dei giovani virgulti ??
    i genitori ??
    lo spirito santo ??
    la scuola ??
    il fato ??
    vedo con difficoltà un genitore che riesce ad organizzare, per il proprio figlio, un’attività multi-sportiva settimanale, quando queste esistono e sono regolamentate all’esterno della scuola, in punti diversi della città, con interferenze logistiche insormontabili…
    A meno che il genitore - che rigorosamente deve vivere di rendita e non avere nient’altro da fare - possa spendere TUTTO il suo tempo a svolgere l’attività di manager-tutore del figlio a tempo pieno…
    La “cooperativa” non è male come idea, ma chi decide poi - alla resa dei conti - chi deve comandare e tracciare la via ??

    @stefano : ringrazio per la candidatura (non la merito, ma mi inorgoglisce)
    Sono totalmente d’accordo con te quando dici che “…bisogna avere un punto di riferimento, ma la chiave è girare, visitare, ascoltare diverse opinioni e pareri…”
    Tutto fa brodo, ma non bisogna focalizzarsi troppo (noi maschi…) sugli obiettivi.
    Quando io siedo alla mia scrivania, in ufficio, butto l’occhio sulla sinistra e vedo - appese alla parete - le foto dei miei due figli con la maglia azzurra e la scritta ITALIA (ancorchè una di calcio di serie C ed una di tennis di serie A) provo una sensazione che vorrei condividere con te (anzi, con tutti i bloggers) ma non posso, perchè è INDESCRIVIBILE.
    Più di tutte le partite che ho vinto al 90′, più di tutti i goal fatti (pochi), più di tutti i rigori tirati spiazzando il portiere, più di tutti gli assist (tanti)……
    Questo deve far riflettere tutti noi, ma deve anche fare paura…
    Perchè lo sport è (e DEVE essere) ORGOGLIO E SODDISFAZIONE PRIVATA E PERSONALE DELL’AUTORE DEL GESTO, E DI NESSUN ALTRO. Noi genitori a volte pretendiamo che i nostri figli facciano qualcosa “per noi” piuttosto che “per loro” perchè siamo troppo coinvolti e mettiamo troppo impegno nel cercare di aiutarli (basta chiedere ad un over-50 quanto i genitori, ai suoi tempi, si preoccupassero delle sue performances sportive). Troppo spesso sottovalutiamo i nostri figli e non capiamo che diventano grandi, a volte mitici, quando fanno qualcosa “per loro” (sport, scuola o lavoro non fa differenza). Tuo figlio ha già avuto una grandissima partenza (a causa delle difficoltà di vita incontrate finora), è già un “cittadino del mondo” totalmente ed assolutamente sprovincializzato.Tu hai già fatto tantissimo per lui (si evince da ogni tua parola), continua a fargli fare esperienze diverse ed assecondalo più che puoi. Se ha qualcosa dentro prima o poi salterà fuori COMUNQUE, se non ce l’ha non potrai farci assolutamente nulla. Non preoccuparti del “avrei potuto ma non ho fatto…” perchè 99,9 volte su 100 non è che una misera scusa verso se stessi.

  97. Elettra scrive:

    Andrew
    Il problema vero è capire cosa è il tennis agonistico, perchè per quanto rigurada la maggior parte dei genitori e dei circoli un promozionale è tennis agonistico e chiunque decide di fare diversamente è un fanatico.
    Trovo che non sia un caso che la maggior parte di quanti dibattono su questo blog dei propri figli abbiano tutti una storia sportiva alle spalle.
    Essendoci pochi ragazzi indirizzati a qualsiasi sport agonistico, caldamente osteggiato dalla scuola fin dalle elementari, è abbastanza improbabile che qualcuno incominci a chiedere ciò che non conosce.
    In mancanza di cultura sportiva ed agonistica è perfettamente inutile aprire campi pubblici, resterebbero inutilizzati.
    Andrebbe inserito seriamente lo sport a scuola, partendo dall’atletica non ho mai capito perchè quasi tutte le scuole hanno la pista se nessuno la usa, valorizzando i giochi della gioventù ed inserendolo tra le attività pomeridiane come avviene all’estero.
    Certo che poi non sappiamo cosa farcene dei professori di educazione fisica in tacco alto od in tuta con la panza.

    Stefano
    se ti può essere di aiuto sulla scelta intrapresa, il bilancio di Marta dopo un anno di accademia parrebbe ai più assolutamente disastroso.
    Quattro tornei giocati e solo tre partite vinte, massimo 15 giorni di allenamento consecutivo intervallati da infortuni che variano dalle due alle quattro settimane.
    Neanche quando ha incominciato ha mai vinto e giocato così poco eppure lei non è mai stata così contenta e sicura della sua scelta.
    Quest’anno così difficile e faticoso ha portato molto poco in termini di risultati, ma molto sul piano della crescita personale, tecnica ed atletica. Abbiamo finalmente scoperto il motivo degli infortuni e da settembre finalmente si respirerà un’altra aria e lei ha definitivamente capito che in un modo o nell’altro questa è la sua vita ed il suo mondo.
    In ogni caso ne è valsa la pena, non fosse latro per tutti i libri di anatomia, biologia, chimica e fisica che si sta leggendo (gli infortuni le hanno scatenato un interesse sconvolgente per la medicina e la fisioterapia).

    Giorgio
    trovo assolutamente eccezionale il tuo equilibrio e la capacità di metterti in discussione.

  98. Atti scrive:

    Stefano … in bocca al lupo per questo vostro nuovo capitolo….anche se le compagnie telefoniche già gongolano.
    Su Sestola, visto che ci sono andato 3 volte .. e sentito le ragazze.. e altri genitori… si allenavano bene con intensità mattina Tennis + atletica e pomeriggio… Idem… per me piu’ di una settimana normale in un circolo.. erano max in 3-4 per campo con un allenatore…orari ferrei e assoluto rigore… poi chiaro per i piu’ piccoli e per i meno agonisti un po’ piu’ soft.. ma nella sostanza direi bene.. non sminuiamo sempre solo per sentito dire e per il gusto di criticare a prescindere… SI molti addetti ai lavori non li vedono di buon occhio… la maggior parte degli agonisti che hanno già un team piu’ o meno personale non ne sentono il bisogno… ma comunque il livello per una settimana è buono.. s

    Giorgio… si certo in tutti gli sport e difficilissimo… ma nel tennis per i motivi che abbiamo detto piu’ volte è ancora piu’ complicato… in uno sport di squadra sei piu’ “accompagnato”..man mano che cresci e ti migliori … in altri sport individuali la competizione è tutti contro tutti (nuoto –atletica-sci) e puoi programmare trasferte di gruppo…. nel tennis giochi solo tu oggi e domani e dopodomani. Etc.. fai fatica anche a gestire i tornei di 2 agonisti contemporaneamente (per classifiche e tempi diversi) con costi per le competizioni esorbitanti.. insomma è tutto piu’ complicato…..e bello per quelli come Sara che riescono ad arrivare vicino alla vetta….

    Andrew… ciao e grazie per il “ragionevole”.. ma fatico a seguirti forse per l’afa padana… ed anche perché è da un po’ che non respiriamo la brezza della vs. pedemontana…
    Comunque non è solo una questione di DOMANDA e OFFERTA….. ma di che OFFERTA serve per una determinate DOMANDA…
    Se la Domanda è per diventare un buon II^ categoria nei circoli dovè è presente una buona scuola agonistica trovi già quello che ti serve.. ti piaccia o no la strada è indicata e basta seguirla pari pari (anche senza essere soci)….vedrai che fra poco anche dalle tue parti ne avrai minimo 5-6 in arrivo…e non serve fare tanta strada .. basta buona volontà, passione e un po’ di talento….il resto lo trovi a modico prezzo…
    Io invece nutro dubbi crescenti, e concordo con te, per chi cercasse supporto per provare a diventare un giocatore professionista…è lì che l’OFFERTA standard latita in tutta Italia… e bisogna “arrangiarsi”…tutti le migliori giovani racchette italiane classificate a livello europeo da U14 in su, sono oramai seguite individualmente (magari dal genitore/maestro) oppure con coach personale a spese di mami e papi e/o sponsor vari… il gruppone misto purtroppo non basta piu’.. se mai fosse bastato…. solo che ammetterlo è difficile….
    Au revoir.

  99. francesco brancato scrive:

    Stefano,deve essere durissima lasciare partire moglie figlio, separare la famiglia,ma l’intento tuo è ammirevole, complimenti per la scelta che dimostra grande amore …. con il racconto dei saluti ci commuovi..un abbraccio virtuale ed in bocca al lupo da chi ti segue dal tuo primo famoso post.
    Riguardo Sestola concordo pienamente con quanto racconta Atti ed altri che erano presenti; almeno nella settimana in cui c’erano mia figlia Francesca,Valentina,Silvia ,Chiara ed altre il livello era abbastanza omogeneo,hanno lavorato intensamente sia come atletica che come tennis con incontri continui tra loro :doppi,singoli, minitornei. Francesca è tornata con una tabella dettagliata dei test atletici che ho poi mostrato ai tecnici locali.La video analisi per mia figlia ed altre era già stata fatta in inverno a Tirrenia nelle convocazioni precedenti.:tutto questo in una cornice divertente che non guasta tipo feste la sera ..gite per conoscere i dintorni etc .Il tutto ad un costo che sicuramente per una settimana è di 1/5 di quello di altri blasononi posti..in questo caso diamo merito alla tanto vituperata Federazione.

  100. andrew scrive:

    cari genitori di figli invitati-frequentatori di centri estivi FIT a pagamento…che posso dirvi?

    Vi hanno invitato, avete pagato, avete visto il prodotto e ne siete rimasti soddisfatti, l’OFFERTA era consona alla DOMANDA, dove la DOMANDA era appunto di far giocare d’estate le figlie in una cornice divertente.

    Purtroppo avete anche parimenti alimentato un MERCATO di dubbia utilità per il tennis come SPORT, ma è un po’ come quando ci si regala una cazzata costosa sapendo che non si fa bene. Difficile resistervi.

    Ma uno dei problemi è proprio questo persistere con una DOMANDA miserevole o sottoproporzionata, direi STERILE. Perché si DEVE domandare che tuo figlio/a, se giudicato meritevole, non paghi quelle prestazioni. Perché DEVONO essere prestazioni che la federazione eroga perché ci crede e vuole che ci creda anche tu e inoltre perché, punto fondamentale, se tali prestazioni assumono carattere di investimento allora poi ci sarà presumibilmente (ma con questa federazione neanche questo) chi chiederà conto. Quindi, saranno prestazioni soggette a controllo e critica, non solo dei genitori di aspiranti 2 categoria.

    Anche per te, Atti…sei troppo buono…A me farebbe parecchio incazzare sapere che trovano 150.000 l’anno per la serie A (senza giocatori neanche della regione, prevalentemente per farsi nome e girare qualche circolo di prestigio dopo una carriera tennistica mai andata oltre i 5 km, i dirigenti) e per altri tipi di DOMANDE pare invece non esserci soluzione. Su quello che dici sono d’accordo, lo sai…ti ho già detto che se la tua DOMANDA è far passare una piacevole e stimolante esperienza in una cornice divertente, nel tuo circolo sono superorganizzati.

  101. Archipedro scrive:

    @ Giorgio Errani, papà della bravissima Sara.
    L’amico Andrew si lamenta dell’offerta tennistica ma non si limita a questo: cerca di trovare delle soluzioni, di coinvolgere il proprio figlio ed altri giovani attorno ad un progetto alternativo. Quindi il suo modello è quello d’un padre che ha un lavoro ma che dedica il proprio tempo libero per organizzarsi. Vox clamantis in deserto…
    Forse non tutti i figli hanno genitori che possono, come nel mio caso, avviarli alla polisportività. Però ne conosco moltissimi, quasi tutti, che nelle mie condizioni non lo fanno. Che preferiscono affidarli, il prima possibile, all’offerta di cui sopra. Magari perché passano il loro prezioso tempo a fare ancora i ragazzini: questione di scelte.
    I presupposti per costruire un agonista sono innanzitutto questi: lavoro precoce mirato, condito da tanta motivazione ed entusiasmo. Verso la crescita sportivo-biologica che consente ai bambini di “diventare il tennis”, non semplicemente di saper giocare. Per offrire una metafora architettonica cito Lloyd Wright quando teorizzava l’edificio che appartiene alla natura circostante, che con essa si compenetra. Genius loci dello sport, lo spirito del luogo, in questo caso della “disciplina organica”.
    Nell’osservare da vicino le giovani tenniste ITF ho avuto la sensazione che il loro sogno, e conseguentemente il fine ultimo del proprio impegno, troppo poco gioioso, sia banalmente quello di “diventare come…”: in tale approccio colgo il limite di fondo del sistema “professionistico”. Infatti per diventare come… Agassi… si dovrebbe necessariamente fare come… Agassi. Spendere gli stessi soldi… assoldare gli stessi coach…?
    Ecco, io non chiederei mai al mio piccolo, che m’appare straordinariamente originale, d’essere il clone d’un campione dello sport, se mai ciò fosse possibile. Ed ho la presunzione di pensare che il suo percorso potrà portarlo ad alto livello senza che lui debba necessariamente indossare i completini di Nadal.
    Per fare la differenza dovrà, questo è evidente, conoscere la materia di cui trattasi, e cercare di volta in volta le strategie per crescere e migliorarsi. In fondo è questa la parte divertente dello sport: che a volte soluzioni estemporanee di gioco portano all’azzeramento dei sacri testi. Che l’X factor si specchia sovente negli occhi della povertà, e di percorsi esistenziali molto sofferti. E che i margini di crescita sono comunque legati ad un sistema complesso di variabili. Rispetto alle quali chi vende a caro prezzo “certezze” dimostra semplicemente d’essere un ottimo business-man ed un pessimo allenatore.

  102. Archipedro scrive:

    Non ho visto alti genitori, a Cascais, nuotare con il proprio bambino sino alla boa, in quell’acqua oggettivamente gelida: sono stato l’unico in due settimane (lo stesso marmocchio che ho “buttato” in acqua due anni fa, al grido di… “lo so che mi vuoi annegare…!”). Né ho incontrato papà che tenevano il piccolo appeso all’imbragatura nella palestra della Val Cimoliana, che non è certo quella con i materassi di Sportler. Non ne incontro al campo d’atletica, e neppure dove giochiamo a tennis. Quelli dello sci sono sovente in rifugio a mangiare, e quelli della bici non superano Moruzzo. Neppure i master podisti si portano la prole a correre: altrimenti le numerose tappe al bar diventano costose. Genitori e figli s’incrociano, di prassi, alle recite scolastiche di fine d’anno.
    Se chiediamo ai nostri bambini d’allenarsi ogni santo giorno forse dovremmo, noi per primi, impegnarci in tal senso. Ogni santo giorno. Chi non sa allenarli può semplicemente osservarli, goderseli, ed imparare. Ma ciò non accade quasi mai. Desideriamo vederli in campo a Wimbledon, ma quotidianamente i nostri occhi si cibano di tv, d’un pessimo libro o magari del sedere delle ragazzine.
    Forse “Genitori & figli” dovrebbe essere il luogo in cui s’approfondisce soprattutto il tema dei primi, che hanno reso l’Italia ciò che è, proprio per la loro attitudine ad usare le scorciatoie, ma pretendono che i figli siano perfetti, magari assomigliando contemporaneamente a loro stessi. Nonsense. Io per primo, lo dico serenamente, non sono degno dell’impegno che richiedo al piccolo. Lui ne è consapevole, e non me ne fa una colpa: gli ho detto che altrimenti finisce come me…

    A proposito, la scuola??!! Ha chiuso la prima elementare con un otto in ginnastica, che spicca come il suo peggior voto. Proprio non capisco… questi maestri, questi voti, questa società…

  103. Giorgio Errani scrive:

    @Archipedro : la polisportività precoce manca totalmente come cultura nel nostro paese (così come la cultura precoce, lo studio delle lingue precoce, ecc.) dimenticando che tutto parte dall’infanzia, e che i bambini hanno una capacità di apprendimento che ancora nessuno (secondo me) ha potuto capire appieno.
    La soluzione più ovvia sarebbe quella di demandare questo compito alla scuola (in Inghilterra cercano di fare in questo modo) sia per facilitare la logistica sia per evitare che, come poi succede in Italia, i bambini siano cooptati dall’allenatore dello sport che hanno scelto (o meglio, che hanno scelto i genitori) sempre riluttante a lasciare che facciano altre esperienze.
    Detto questo però, ci svegliamo tutti sudati… e capiamo che stavamo sognando !
    La scuola in Italia non riesce neppure a fornire uno straccio di cultura e/o ad essere “leggermente” meritocratica, figuriamoci se può permettersi di pensare ad uno step successivo.
    Quindi - dopo la teoria - rimane la mia domanda iniziale: come fare a mettere in pratica questa cosa ?? ma soprattutto CHI lo deve fare ??
    L’unica soluzione, per noi italiani, è quella di arrabattarsi alla meno peggio e di farselo in proprio, supponendo:
    - che il genitore condivida questa idea
    - che abbia il tempo e/o la voglia di farlo
    - che abbia soldi da buttare per superare le difficoltà
    - che sia disposto a commettere errori
    - che sia poi disponibile a riconoscerli
    - che accetti, spesso, di far “guidare” il figlio
    - che a un certo punto si defili in silenzio
    e, comunque, anche ammesso e non concesso che tutte queste utopie possano divenire reali, ci sarà sempre un’aura di ingerenza da parte della famiglia che peserà come una spada di Damocle sulla testa del figlio che potrebbe - in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo - essere riportato brutalmente alla sua condizione di sottomissione forzata: “io sono tuo padre e fai quello che dico io”

    ma questa è filosofia… stiamo divagando… meglio che torniamo a parlare di tennis giovanile, magari postando i prossimi tornei dove i vostri figli (credo di essere l’unico “estraneo”…) si confronteranno, speriamo con loro stessi ancor prima che contro gli altri…

  104. Archipedro scrive:

    Hai ragione Giorgio: questa è (anche) filosofia, stiamo divagando, ed io in particolare faccio perdere del tempo alle persone “terra-terra”, che a fronte di secchiate di soldi pretendono risposte. But.. what if… answers are nowhere to be bought?
    La lettura esoterica ed introspettiva nello sport, come avviene nell’alpinismo, non nega affatto la concretezza dell’arrampicata. Anzi la completa. Dice la Evert che la sua vittoria più bella è stata quella conquistata al suo rientro, da tennista matura, quando ha potuto assaporarne il significato esistenziale: da giovane vinceva da “superficiale”, come lo sono i giovani… sue parole. Concreto sono sempre stato, anche eccessivamente pragmatico, come le cose che facciamo quotidianamente. Anche i miei post, in fondo, non sono poi così dispersivi…

    Concreta è l’idea che i “vostri” tennisti italiani emergenti non abbiano il bagaglio atletico che li può portare ad altissimo livello: perché la preparazione atletica non può nulla a valle della costruzione del tennista. Anzi lo destabilizza, perché rompe i suoi (purtroppo) statici e fragili equilibri biomeccanici. Altrettanto terra-terra è l’idea che un giovane che abbia talento atletico, in condizione quindi, se lo volesse, di prendere una racchetta in mano e diventare vincente, non trova, da noi, una andrewiana “offerta” di tennis. Entra in un circolo ed immediatamente se ne esce ridendo…

  105. stefano grazia scrive:

    AutarchiPiotr:bellissima la frase: “Io per primo, lo dico serenamente, non sono degno dell’impegno che richiedo al piccolo. Lui ne è consapevole, e non me ne fa una colpa: gli ho detto che altrimenti finisce come me…”
    Vedi che non siamo poi cosi’ diversi, e’ la stessa cosa che ogni tanto gli dico anch’io… Ma scherzi a parte, se da un lato mi identifico in quel che fai e pensi (anch’io vado a correre e a nuotare e a sciare con mio figlio, ho fatto l’allenatore di calcio durante il torneo a scuola,ovviamente il tennis, etc e ultimamente ho anche giocato spesso con lui a Subbuteo…, dall’altro mi chiedo/ti chiedo (perche’ non e’ chiaro,magari lo fai gia’): ma lo fai uscire, giocare, stare anche con altri bambini? Perche’, me ne sono reso conto io stesso, alla fin fine i bambini hanno bisogno anche di quello, non solo dei propri papa’…hanno bisogno anche di stare coi loro amici e possibilmente di fare sport anche con loro(Qualche volta,semel in anno, anche di cazzeggiare e basta). Che a volte, magari non e’ il tuo caso ma m’immagino la scena, lui sta giocando coi suoi amici a calcio e arrivi tu e dici: Ale’! Dai che andiamo a farci una bella nuotata nelle acque gelide di Cascais…E poi facciamo tre ore di allenamento percorso di guerra sotto il sole cocente/la pioggia/la neve e poi facciamo una partita a basket one on one di due ore e infine andiamo a giocare a tennis che passando ho proprio visto un bel campo tutto spiattrellato come piace a noi, pensa che non c’e’ neanche la rete…
    E lui che magari ti segue anche, non oserebbe dir di no, ma ti sei mai chiesto se preferirebbe rimanere li’ spaparanzato al sole coi suoi amici?
    Lo dico perche’ questo errore io l’ho fatto spesso…Ma anche altrettanto spesso ho cercato di farlo stare con gli amici, magari coinvolgendoli ma il piu’ delle volte hanno proprio bisogno di stare fra di loro…
    Nel tennis in particolare a un certo punto devi trovare qualcuno con cui giocare e confrontarti e crescere insieme. Ma anche nuotare nelle acque gelide di Cascais (non so come facevate: io ho fatto windsurf al Guincho d’estate e avevo la muta invernale…e fra il vento gelido e le onde di 5 metri non so se tremavo per la paura o il freddo ma tremavo…al sole stavi a torso nudo, ma mia moglie che faceva le foto ed era esposta al vento aveva due o tre felpe e piumino…)magari e’ piu’ divertente se lo fai anche con qualche amico…Io in acqua l’ho messo a tre mesi ma in Angola lo costringevo ad attraversare a nuoto un braccio di mare di 300-400 metri e mi accorgevo che se lo facevano anche gli altri bambini ecco che lui, che prima magari non ne aveva voglia, si ritrovava spinto dallo spirito competitivo, non voleva esser da meno…o piu’ perfidamente se erano gli altri a non averne voglia era lui a spingerli a farlo (perche’ cosi’ e’ la contorta psiche del bimbo!) Comunque quello che voglio dire e’ che a volte non ci rendiamo conto che si, i nostri figli ci amano, che si, i nostri figli con noi si divertono e hanno un rapporto speciale, ma che si, i nostri figli vogliono anche stare coi loro amici e divertirsi con loro. Una delle ragioni per cui l’ho mandato in Florida in una grande (anche di dimensioni e quindi in numeri)e’ per cercare di fargli fare amicizia con bambini che hanno gli stessi sogni, le stesse esigenze, le stesse ambizioni e caratteristiche…che poi giochino a tennis o a golf o a basball o a calcio e’ relativo… Anche in fatto di ragazze…Li’ ce ne sono tante e molte sono piuttosto carine…In comune hanno tutte un qualcosa: sono li’ per fare sport ad alto livello…
    Comunque, if you love somebody set him free…

  106. Giorgio Errani scrive:

    stefano, sei un mito
    ma non dimenticare (nè rinnegare) mai quello che dici (e che molti altri dicono, ma predicando bene e razzolando male…)

    IF YOU LOVE SOMEBODY, SET HIM FREE

    sono SICURO AL 100% che sia tu che Archipedro prestate 100 o 1000 volte più attenzione ai particolari di quanto non lo possa fare il miglior preparatore atletico e/o allenatore disponibile sul mercato, ma non è indispensabile..
    io ho fatto la stessa cosa con il mio primogenito (altra cosa importante, i vostri figli sono primogeniti o secondogeniti ??), ho fatto quello che avete fatto voi, in sport diversi (sci, calcio, tennis), gli ho insegnato a tirare i rigori come pochi altri (non mi ricordo da quanto tempo non ne sbagli uno… eheheh…) ma non era indispensabile…
    se uno ha qualcosa dentro salterà fuori COMUNQUE (la sola cosa sulla quale forse puoi incidere è QUANDO salterà fuori) e comunque il rischio di commettere errori (avendo un’ingerenza troppo alta) cresce in maniera esponenziale

    OGNI ADULTO HA BISOGNO DI UN BAMBINO A CUI INSEGNARE; E’ IL MODO IN CUI GLI ADULTI IMPARANO

    polisportività precoce tutta la vita, ma manteniamoci soft (anche quando siamo certi di avere fra le mani un fenomeno), la vita è la loro ed hanno tutti i diritti (checchè noi ne pensiamo) anche di buttarla via come pare a loro
    non è facile da accettare, but…

  107. stefano grazia scrive:

    Ahime’, La Canaglia e’ figlio unico e secondo mia moglie questa e’ una delle ragioni per cui blah blah blah … Oltre al fatto di aver vissuto una vita in prestito (da figlio di un espatriato al soldo di una compagnia petrolifera in un paese del terzo mondo, e come dico sempre anche in tempo per gli ultimi bagliori di un crepuscolo, quello della vita coloniale … Ha vissuto insomma da ricco senza esserlo veramente, circondato da nannies, cuochi, autisti,guardie … Che sia ben chiaro lui non ha mai trattato in maniera altezzosa, anzi: i suoi migliori amici sono gli autisti e le guardie del compounds.E come ho gia’ raccontato si e’ sempre fatto gli amici fra i locals, a scuola e al circolo…e considera un po’ la nostra Steward, che in Nigeria e’ sempre rimasta la stessa, come una vecchia zia di campagna da cui andare a curiosare in cucina e farsi preparare qualche vecchio piatto locale…Ma essendo figlio unico si e’ ritrovato, ahime’, a farsi carico delle nostre attenzioni e dei nostri errori, questo e’ sicuramente vero…d’altra parte ne avessi avuti due o tre non avrei potuto mandarli certamente tutti in Florida…E quest’anno in Florida resta comunque la diretta testimonianza che almeno fino ad ora io cerco di attenermi a quel che predico: a un certo punto via dalla mia ingombrante e soffocante presenza l’ho davvero mandato! E’ chiaro ,e’ ovvio che fra un anno o due il mio apporto non potra’ essere piu’ quello di prima (Cosa fai? Dopo un anno da Bollettieri con alcuni dei migliori coaches passi ad allenarti con tuo padre e tua madre? Siamo seri…non voglio certo fare la figura del papa’ che insegna cose che il figlio sa gia’ o peggio cose sbagliate e il figlio ti sta lo stesso ad ascoltare per non darti un dispiacere … Il mio/nostro ruolo sara’ necessariamente diverso, solo di supporto … Magari faremo da collante fra le varie parti coinvolte (Coaches, preparatori,agenti, federazione, commercialista,pusher…Scherzo!!!) Chissa’, forse faro’ finta di essere solo il papa’… Certo che mi mancheranno i giorni passati insieme sul campo, quelli del resto mi mancano gia’…
    Bellissima comunque la frase di Giorgio: OGNI ADULTO HA BISOGNO DI UN BAMBINO A CUI INSEGNARE; E’ IL MODO IN CUI GLI ADULTI IMPARANO e infatti io l’ho scritto spesso che ho imparato molte piu’ cose attraverso Nicholas anche nel tennis che ad ascoltarle direttamente dalle bocche dei coaches che me le insegnavano…E’ verissimo. E’ un postulato da inserire nel nostro manifesto programmatico.

  108. mauro topslice scrive:

    Mamma mia quante sensazioni e spunti interessanti………. PROPORREI fra un pò di tempo, non so quando, di pubblicare un libro di tutto questo e di utilizzarlo per la formazione nella scuola maestri perchè quello che noi insegnamo (o dovremmo insegnare) non è solo il tennis tecnico, ma è il mondo del tennis in generale che dobbiamo far conoscere e spiegare quasi dal primo giorno o almeno entro i primi anni di tennis.

    Ho notato come i pareri più mirati e interessanti ( non che altri non lo siano stati, ho trovato in tutti cose su cui riflettere) sono arrivati da chi molto competente in ambito sportivo in generale non necessariamente tennistico, e questo deve far riflettere perchè nella mia professione di istruttore ho trovato e visto tanti genitori di ragazzi bravi e dotati ma che non erano a conoscenza di cosa vuol dire essere un professionista dello sport e loro malgrado coinvolti in ambienti e in scelte non facili. QUESTI genitori credo che siano decisamente la maggioranza, quali di questi non si affiderebbe a chi si sa vendere meglio…..in italia????

    Non mi dilungo per non perdere il filo, ma appena posso intervengo. SALUTO TUTTI in particolare permettetemi il papà di Sara Errani (non è per sviolineria!!!!) perchè è la dimostrazione che quando un allievo/a incomincia a capire quale strada prendere, tutto il lavoro diventa più facile, e non vuol dire vincente ma si gettano le basi per un’attività da professionista. Brava Sara.

  109. Archipedro scrive:

    Mio figlio, come illo tempore vi raccontai, è più “unico che raro”. Da quando ne sono il padre, sono passati più di tre anni, non faccio altro che stupirmi. Sono restio a parlarne, soprattutto su questo blog, perché la mia onestà intellettuale è evidentemente influenzata dal resoconto materno dei suoi non semplici primi anni di vita, con il profondo dispiacere d’averlo saputo in balia di vicende complicate ed indigeste; cosicché lo rappresento, ora, troppo in gamba e troppo dotato da rendere giustizia alla sua sostanziale, semplice, diretta, polacca gioia di vivere tranquillo. Se non fosse per me.
    Tra l’altro lo descrivo con il mio linguaggio involuto, di cui si sta appropriando agevolmente, vista la grammatica impossibile dalla quale proviene, e mi sembra di conoscerlo da sempre, ed in anticipo, appurato che siamo estremamente simili. In una sorta di convergenza genetica che spinge alcuni conoscenti ignari ad affermare che si vede proprio che è mio figlio (intendendo… biologico). Divertente. A parte che lui è bello, ed io decisamente no, e fatte salve tutte le sue qualità, delle quali m’approprio ricordando generosamente le mie, da presuntuoso, ci separa un fondamentale fattore emotivo. Io, terzo genito, sorridevo alla vita, ben protetto da una famiglia dove non mancava nulla, se non la serenità che il nostro privilegio ci avrebbe dovuto accompagnare. Lui, figlio dell’instabilità, continua a non volermi dare la soddisfazione di sembrare finalmente appagato del mondo che gli abbiamo, a fatica, ritagliato attorno. Troppo spesso malinconico, incline ad un’eccessiva e cervellotica emotività…

    Scendeva le scale goffamente, poche settimane dopo il primo incontro, e già pensavo che forse, ma forse ne avrei potuto fare uno di quei ragazzini che finiscono in porta, ma che almeno non sono relegati con le bambine. Sulle sue spalle, a ben vedere, solo un gran peso, non una disarmonica impeditaggine.
    Poi, mentre insegnavo a giocare a tennis alla sua mamma, da ferma, come piace a lei, che mai ha corso e mai lo farà, con il marmocchio cinquenne che rompeva, come piace a lui, quest’ultimo ha deciso d’intercettare una palla in gioco. Timing eloquente.
    Non potevo che accorgermi così, dello sportivo: prima di fare una cosa come solo lui riesce (…) ci dobbiamo sorbire una recita tragicomica fatta di ma-papi-non-ci-riesco-vedi-non-ci-riesco-(pianto)-ma-quante-volte-ma-ti-basta-una-ecco-vedi-cosa-mi-fai-fare…
    Non voglio far (nuovamente) ingelosire qualche padre meno “fortunato” di me, né aggirare le possibili invidie con frasi vuote di significato: Mati è l’idea del talento. E poi speriamo che Platone ci aiuti. Se la merita una chance, quel bimbo che a tre anni s’è ritrovato in un asilo di suore, le uniche che se lo sono preso, senza conoscere una parola d’italiano. Più che un padre io sono il suo più grande tifoso…

    Stefano, se siamo simili, abbiamo fatto molto per far finta di non esserlo… :-) Comunque il resoconto del vostro “arrivederci” è già una prioiezione, non saprei dire quanto felice, del mio cuore paterno. Arriverà quel giorno, ma io ho il gatto.

    Giorgio Errani, i tuoi figli sono fortunati. Non posso che complimentarmi con te…

  110. Federico Di Carlo scrive:

    Mamma mia quanti posts che meriterebero adeguata risposta, uno per uno. Non avendo ne il modo ne il tempo per farlo lo faccio in modo diverso.
    Come tutti gli anni, alla fine della stagione dei tornei faccio il questionario “mentale” ai giocatori dell’agonistica. Ragazzi e ragazze dell’età tra i 12 ed i 15 anni. Alcuni di loro hanno una classifica di 4.1 ed alla domanda “cosa ti aspetti dal tennis e quale lavoro o posizione vorresti raggiungere nel tennis?” alcuni ti rispondono entrare tra i primi 100 del mondo. Sono gli stessi ragazzi che alla domanda se 10 ore di tennis alla settimana sono poche, sufficienti o troppe ti rispondono “che sono troppe………
    Non sono in grado di capire che accedere ai primi 100 vuol dire lavoro, sacrificio, specializzazione, motivazione e dedicazione totale ed incondizionata. E ripeto che diventare tra i più forti al mondo vuol dire diventare maniacali e non venitemi a dire che Federer (ritenuto dai più il giocatore del circuito più tranquillo e “distaccato”) che alla fine di un torneo piangendo sostiene che “la cosa lo sta uccidendo” non è una reazione che non ha del maniacale!!!!!

    Insegnare NON VUOL DIRE SOSTITUIRSI AI RAGAZZI. Le ripercussioni che verranno dai loro successi o sconfitte incideranno sulla loro vita, non su quella dei genitori. In campo ci entrano loro, non gli allenatori, i genitori. Un bravo allenatore si limita a suggerire e stimolare ma non si mette MAI al posto dell’allievo. Aiutare non vuol dire sostituirsi. Del resto è intuitivo che per accorgerti di aver sbagliato strada, in qualche modo quella strada devi averla inboccata……..
    Parlavo con un mio amico carissimo in Australia sull’educazione dei figli. Lui mi diceva di una serata in cui la figlia raccontava della sua prima esperienza con il fumo con gli amici. Il tormento di padre che sentiva dentro, la voglia di esplodere, le budella che gli si torcevano dentro e della necessità di stare comunque zitto ed ascoltare. Necessità nata dal fatto di mantenere vivo il rapporto di comunicazione, dialogo, fiducia. Nonostante stesse per esplodere dentro è rimasto silente. Mi diceva che il racconto della figlia si è concluso con la prova della sigaretta e che subito dopo si è sentita talmente male da vomitare e che a seguito di quell’esperienza traumatica non ci avrebbe mai più provato. Ora, a quel mio amico è andata bene. Cosa sarebbe successo se invece di contenersi e rimanere zitto fosse sbottato. Che cosa sarebbe successo se a sua figlia fosse piaciuto fumare? Tanti se e tanti ma……..I latini dicevano primum vivere deinde philosophari…………….

  111. Stefano Grazia scrive:

    Quindi mi devo fare di eroina prima di dire che non mi piace? Io sono per la liberalizzazione di tutte le droghe e l’ho scritto piu’ volte perche’ trovo assurdo che si proibiscano le canne (che io nonostante tanti anni in Jamaica non ho mai fumato) e poi si permettono il tabacco e anzi addirittura si pubbliccizzano vino e liquori. Meglio venderle le droghe, in farmacia, a poco prezzo ma non tagliate in strada che i Rolling Stones si son fatti come dei coppertoni ma sono ancora li’ che saltano…(tranne Brian Jones, e’ vero…). Poi si troncherebbe il rackett e il sottobosco di delinquenti che ci campa…Naturalmente tu puoi andare in farmacia, comprarti la droga e farti a casa tua ma se ti becco sul lavoro o alla guida o laddove possa costituire un pericolo agli altri, ti rifilo 10 anni di lavori forzati e di tortura…Cio’ premesso, e ribadisco che io non ho mai fumato e bevo anche di rado, mi son fatto in quattro per far capire a mio figlio che fumo e qualsiasi tipo di droga che non siano antidolorofici per uno che sta male, sono una grandissima cavolata cosi’ come fece mio padre con me che pur da fumatore riusci’ ad instillare in me l’avversione piu’ completa per il fumo (che probabilmente e’ anche la ragione per cui non mi sono mai fatto una canna…in Jamaica la si beve anche, la ganja, come con le foglie di te: viene usata per dilatare i bronchi, nelle sindromi influenzali,…non l’ho mai provata nemmeno in quella forma ma gia’ mi darebbe meno fastidio (sia ben chiaro: se tu vieni a casa mia e fumi, puoi tranquillamente fumare: non devi andare in giardino o terrazza…Ma trovo le leggi del fumo nei locali pubblici (ristoranti, aerei,cinema, ospedali GIUSTISSIME). Cio’ detto, dicevo, e premesso che sia sempre una questione di culo, probabilmente un po’ di azione preventiva (buon esempio, educazione sanitaria, etc) male non puo’ fare … E cosi’ anche nell’allenare i propri figli e nell’avviarli ad uno sport qualsiasi, l’essere comunque stati uomini/donne di sport, a qualsiasi livello,certamente aiuta,,,E scendere in campo con loro, almeno all’inizio. Poi, come ricordavo, giunge anche il momento di farsi da parte.

  112. Stefano Grazia scrive:

    Prima di rispondere di getto a Federico stavo per postare invece il seguente:
    Mauro, un libro (o due) io lo vorrei proprio scrivere(e ho gia’ il titolo La Canaglia di Lagos)…se solo riuscissi a staccarmi da sto maledetto blog!(SCHERZO!!!)
    Archi, io ho due cani (di purissima razza bastarda nigeriana (un misto di basenji a pelo lungo con …boh?labrador, ridgeback,cani da slitta?)come i 5 che li hanno preceduti ma credimi, non e’ la stessa cosa…il gatto invece e’ morto in Angola…
    PIUTTOSTO, volevo coinvolgere ancora una volta Giorgio: in altra area del blog infuria una polemica a seguito di un articolo di Ubaldo che paragona il fenomeno Pennetta a Vezzali, Pellegrini & Co giustificandolo col fatto che nel tennis e’ piu’ difficile emergere…Sono intervenuti in tanti, chi dandogli ragione e chi no, ma al prescindere dal fatto che comunque Flavia e’ bravissima, anch’io a un certo punto non ho potuto fare a meno di osservare che cosi’ ragionando allora Panatta e’ meno fenomeno di Gattuso o Massaro o anche Bagni, per non parlar del Pallone d’oro Cannavaro (se penso che a Baresi e a Maldini non gliel’hanno dato…). Poi Riccardo osserva quello che era venuto in mente pensandoci su ieri sera e che avrei voluto scrivere oggi e che cioe’ cosi’ ragionando allora abbiamo anche finito (ed era ora!) di ragionare sul GOAT che,checche’ ne dicano Tommasi e Clerici, ai tempi di Tilden e Kramer(e anche di Laver e Pancho Gonzalez) il campo partecipanti era certamente meno prolifico e qualitativamente pregiato.Concludevo annotando che in realta’ la vera domanda, anzi LA DOMANDA, era quella cheeventualmente si sarebbe dovuta fare alla Vezzali e alla Pellegrini: ma voi lo fareste il cambio con la Pennetta? Al di la’ delle ovvie risposte (ma no, ma figurati…) che si danno davanti ai microfoni, io credo che anche DENTRO DI LORO, di fronte allo specchio, la risposta sarebbe la stessa…Ma Flavia, invece, rinuncerebbe al numero dieci al mondo nel tennis per essere la numero uno in un altro sport? E veniamo a Giorgio che ha giocato a calcio e ha due figli: una che gioca a tennis ed e’ nelle prime 50 al mondo e la numero due o tre in Italia stando alla classifica e uno che dopo aver provato il tennis ora gioca fra I professionisti a calico anche se in una divisione inferiore. Tempo fa avevo scritto che la cosa pazzesca nel tennis e’ che per arrivare a guadagnare qualcosa tu devi entrare nei primi 100al mondo (AL MONDO!!!) nella tua professione mentre nel calico basta essere fra I primi 500 nel tuo paese … Ovviamente, e’ vero, a calico giocano tutti ma proprio tutti e quindi il discorso puo’ essere relativo…La curiosita’ pero’ e’ questa: chi guadagna di piu’ fra I due figli di Giorgio? La tennista numero 2-3 in Italia o il figlio nazionale in serie C? E’ una curiosita’, e’ ovvio che uno chef a sport non deve stare a pensare ai soldi ma a competere nello sport che piu’gli piace, ma ricordo una delle ultime interviste del povero Luzzi che fu molto criticato per aver detto che se rinasceva giocava a calcio, altroche’…In realta’, io credo, il vero problema del tennis e’ che comunque prima di farti guadagnare ti fa spendere troppo … Guadagnare tanto e’ giusto che lo facciano in pochi, I migliori …ma che almeno fosse possible non spendere quelle cifre spropositate per poter arrivare solo (o neanche)ai margini del professionismo questo si che dovrebbe essere, e forse anche Nikolic quando rientra dale ferie mi potrebbe dar ragione, il compito di una Federazione .

  113. Roberto Commentucci scrive:

    Anche a me ogni tanto frulla per la testa l’idea di tentare di raccogliere in un libro quanto è emerso su questo blog “Genitori e Figli”.

    L’esperienza accumulata leggendo praticamente tutti i vostri commenti è stata per me davvero preziosissima. Mi ha arricchito e mi ha consentito di imparare tantissimo. Credo che il patrimonio di conoscenze che abbiamo qui accumulato, per forza di cose in modo disordinato, ma comunque con gran passione, non debba essere disperso, ma al contrario vada valorizzato il più possibile.

    Io il libro me lo immagino pressappoco come una guida destinata ai genitori dei giovani agonisti italiani.

    Dovrebbe mirare ad elevarne la cultura sportiva, la capacità di relazionarsi con i loro figli, di gestire lo stress, e soprattutto di guidarli nelle scelte, insegnando loro a distinguere la qualità dell’addestramento tennistico che viene loro offerto.

    Spiegare le differenze fra un circolo e una Accademia (che non sono mica ovvie a tutti, cosa credete…), spiegare su cosa si basano le moderne teorie di addestramento (ad esempio il Fit Ranking Program), spiegare che i Circoli che lo adottano in Italia sono una esigua minoranza, spiegare l’importanza di una preparazione atletica impostata in modo corretto, eccetera eccetera eccetera.

    Inoltre, il libro dovrebbe anche contenere tutta una serie di consigli pratici su come destreggiarsi nella giungla dei regolamenti e delle modalità organizzative dei tornei, da quelli under, a quelli di categoria, agli Open, fino ai Tennis Europe. Un’appendice a questa sezione dovrebbe contenere i links ai vari regolamenti, ai numeri di telefono, agli indirizzi e-mail, alle pagine web delle istituzioni che organizzano le varie competizioni, fornendo un supporto pratico.

    Un capitolo dovrebbe essere dedicato alle problematiche del rapporto tra il giovane agonista e la Federazione. Il libro dovrebbe descrivere in modo fedele quello che la FIT fa per gli agonisti, e come lo fa: come li seleziona, in base a quali parametri, quanto li aiuta, e con quali mezzi.

    Mi piacerebbe moltissimo scrivere un libro così assieme a Stefano e/o a Ubaldo, e credo che questo blog contenga, sia pure in forma dispersa e disordinata, quasi tutto il materiale necessario. Il mio problema, come è ovvio, è quello di tutti: la mancanza di tempo. Ma forse lo faremo, prima o poi.
    E credo anche che troveremmo un editore.

  114. Stefano Grazia scrive:

    Disponibilissimo alla parte Didattica (il titolo ovviamente: Genitori & Figli con un sottotitolo da trovare). Io comunque voglio DAVVERO scrivere anche LA CANAGLIA DI LAGOS, che un americano descriverebbe di fronte a un editore come ‘Searching for Bobby Fischer meets Jimmy Connors saved my life’…
    In questo momento la Canaglia e’ in volo sull’oceano con la mamma ma ieri sera a un certo punto ho creduto che il Destino ci stesse inviando alcuni segnali: Gabri’ si era gia’ lamentata nei giorni scorsi di aver subito una sorta di stiramento muscolare alla schiena, probabilmente durante il viaggio, caricando e scaricando le valigie,da Lagos.Nulla di che. Solo che ieri sera alle 8 mi chiama Nicholas dicendo che mi aveva mandato 3-4 messaggi (che non mi erano ancora arrivati per problemi del network locale) e che la mamma stava male. Sembrava una cosa fantozziana ma in realta’ era tragica: erano andati in aereoporto a controllare il peso delle valigie e ad assicurarsi di non aver sorprese col numero dei colli (2 a testa + sacca da golf) come assicurato dalla British Airways e comunque Gabri’ quando rientra a casa non ce la fa nemmeno a scaricare le valigie dal vecchio Toyotone del 95, fa fatica a respirare, si sente svenire. Ora pensate: abitiamo in campagna, lontano dal centro abitato, mia sorella che abita di fianco e’ in vacanza a Fuerteventura…E l’aereo e’ il giorno dopo,biglietto non spostabile,taxi alle 4.30 del mattino…Ci sarebbero le cugine del maneggio, mi sembra di ricordare che saprebbero fare una iniezione intramuscolo (in casa ovviamente ho sempre del voltaren e muscoril) ma nel frattempo, mentre Nicholas un po’ preoccupato mi chiede: ma se sta male durante il viaggio io cosa faccio?, arriva la ex badante del mio defunto papa’ che continua, la badante non mio padre, a venire a darci una mano e soprattutto quando non c’e’ mia sorella tiene dietro ai suoi cani (3) e ai gatti (5).Le fa un massaggio pero’ non sa fare le iniezioni e al telefono mia moglie mi sembra piu’ morta che viva, mi parla di una contrattura, di un colpo della strega,di non riuscire a camminare… Le dico che puo’ sempre rimandare, e pazienza, ma lei non ci pensa nemmeno. Potrebbe prendere del Voltaren in pastiglie o ancora meglio due capsule di clonix, un farmaco che si trova solo in portogallo e in angola e che io mi faccio arrivare appositamente perche’ piu’ potente del voltaren quando sono assalito da attacchi di artrite cervicale ma ovviamente una bella iniezione intramuscolare di voltaren mischiata a muscoril adesso piu’ due clonix al mattino sarebbe meglio…Chiama l’AnnaMaria, le dico. E invece 10′ mi arriva un messaggio (CALL!) e richiamo preoccupato e invece e’ mio figlio che trionfante mi dice di aver fatto lui l’iniezione alla mamma e che lei “non ha sentito nulla, anzi ha chiesto se avevo gia’ fatto…E l’ho fatta con lo schiaffetto proprio come fai tu” E io: Ma allora devi proprio fare il Dottore da grande, altro che il tennista!” E lui: No, se non riesco a fare ne’ il tennista ne’ l’attore, allora faccio il dottore….”
    Vabbe’, stamattina ci siamo sentiti, Gabri’ stava nettamente meglio, Iolanda -la badante-l’ha aiutata a caricare le valigie sul taxi, in aereoporto l’ha aiutata il tassista, al check in hanno avanzato dubbi sul fatto dei due collo PIU’ la sacca da golf ma Gabri’ gli ha mostrato la nota firmata dalla British Airways, e insomma, alla fine si sono imbarcati. Spero che durante il volo-in economica che noi nonostante le proteste di Nicholas viaggiamo in business solo se paga la Company-abbia l’accortezza di prendere ogni 8h il clonix perche’ una volta arrivata a Tampa deve comunque noleggiare un auto e guidare per 45′…
    Ed e’ in questi momenti che la cosa ti coglie in pieno: you are on your own, sei li’da solo…Nicholas ha 12 anni…Noi cominciamo ad essere dei vecchi catorci…Cosa succede se succede qualcosa? Se succede qualcosa a casa, ok, puoi affidare Nicky per una settimana o due all’academy o ai Sendegeya, i genitori di Alex, un altro full timer che faceva lo Strategy Zone con Nicholas…Ma se per esempio ieri Gabri’ avesse avuto un grosso problema (una pleurite, un pneumotorace…)anziche’ una peraltro fastidiosissima contrattura muscolare? Un annata costruita cosi’ meticolosamente si sarebbe sbriciolata fragorosamente dinanzi ai nostri occhi … Tutto questo per dire che possiamo fare tutto e di tutto ma poi aveva ragione Arrigo Sacchi, per costruire un campione ci vuole sempre anche,scusate il francesismo, un po’ di culo…

  115. Giorgio Errani scrive:

    @Archipedro : si, i miei figli sono fortunati (ed io anche più di loro…)
    ma anche tuo figlio è fortunato, ad avere un genitore stimolante come te e - ne sono certo - ti darà grosse soddisfazioni

    @Roberto Commentucci : mi associo a stefano, disponibile per un piccolo contributo al libro - unica condizione che sia firmato da qualcuno indipendente al 100%

    @stefano : non credo (personalmente) che abbia molto senso fare confronti fra Pennetta e Vezzali, ecc. come non ha mai senso, nello sport, volere fare confronti fra situazioni diverse per poterle poi classificare (p.es. ma Rivera sarebbe stato Rivera se fosse vissuto ai giorni nostri ??…)
    Flavia ha compiuto un’impresa “storica” per gli italiani, punto e basta; inutile trovare appigli per criticare.
    Sara l’ha solo sfiorata, e ancora mi sto mangiando le mani (se avesse battuto la Safina sarebbe stata la prima italiana a battere la numero 1 in una finale) ma poi avrebbero immediatamente detto che la Safina non è la vera numero 1… non ha mai vinto uno Slam… troppo scarsa… quindi…

    soldi : importantissimi, ma non credo abbiano nulla a che fare con lo sport.
    Qualsiasi agonista, in quanto tale, è mosso da un’unica molla: THE PASSION.
    Per la gara a chi guadagna di più la risposta è obbligata: al momento Sara, in quanto mio figlio, purtroppo, quattro anni fa (sul più bello ??…) ha subito un doppio (perchè il primo gliel’hanno sbagliato) intervento al ginocchio (crociato/collaterale/menisco) ed è stato poi brutalmente “rifiutato” dal sistema, dato che purtroppo era in scadenza di contratto… ora gioca nei dilettanti
    comunque, a priori, più soldi nel calcio (basta pensare che puoi avere un piccolo mensile fino a 40 anni - se ci sai fare - anche nei dilettanti…)
    Sara (ed io) abbiamo solo buttato soldi per dieci anni esatti, prima di avere un anno chiuso col segno + davanti…
    quindi capisco (e concordo) con Luzzi…

    P.S. per chi fosse curioso la risposta è: sì, Rivera sarebbe stato Rivera anche ai giorni nostri

  116. Federico Di Carlo scrive:

    Richiesta di servizio:
    mi saprebbe dire qualcuno a quanti tennisti è riservato il Master Nike junior Tour, dove e quando si svolge, dato che sul sito non si trovano informazioni.

  117. stefano grazia scrive:

    DOMANDA: ma dove sarebbe in Italia un Academy che in pratica e’ una cittadella, con dentro le case, la scuola, i viali alberati e anche una 50ina di campi? In Florida ce ne sono almeno tre (Bollettieri, Hopman a Saddlebrook ed Evert a Boca) piu’ quella di Rick Macci che che fino a ieri non aveva dormitori e scuola ma ora ho sentito che si e’ appena trasferito anche lui da Delray a Boca e quindi non so, potrebbe aver cambiato qualcosa…E poi ce ne sono un’altra trentina…Voglio dire, e’ chiaro che quando sei gia’ formato e adulto (come Sara, per es) ti vai a cercare magari un training center come quello di Valencia o quello di Bruguera o che ne so, puo’ andar bene anche Caldaro…Ma quando sei ancora nell’eta’ del dubbio, insomma, le grandi academies della Florida mi sembrano una sorta di Disneyland o cosi’ apparvero per la prima volta a Monica Seles come lei ricorda nella sua ultima autoibiografia (Get a new grip).
    Il fatto e’ ,ahime’, che questa cosa qui per noi si sta rivelando sempre piu’ una porta aperta su un buco nero: in altre parole stiamo danzando sull’abisso e se ti dovessi dire cosa penso in questo momento, e’ che abbiamo sbagliato tutto, tutti i tempi(dovevamo aspettare un anno…ma poi neanche visto che da quest’anno non abbiamo nemmeno piu’ il campo privato Agip), che abbiamo fatto il passo piu’ lungo della gamba…Il perche’ e’ presto detto: non ci siamo resi conto che siamo appesi a un filo.Ieri l’altro per poco la gabri’ non partiva (e quindi neanche Nicholas). E oggi invece ho il fiele in bocca perche’ stiamo avendo problemi col visto della gabri’. Nel senso che noi sapevamo che mentre Nicholas ha un visto da studente Gabri’ avrebbe continuato ad entrare e a uscire con un visto turistico dal momento che non farebbe mai piu’ di sei mesi. Invece all’Immigration a Tampa gli hanno spiegato che il rinnovo non e’ automatico, che la prossima volta potrebbero non farla entrare, anche se capivano la situazione.Potrebbero non estenderglielo o non rinnovarglielo la prossima volta che entra perche’ secondo loro lei potrebbe essere una che vuol vivere negli US e non stare dietro al figlio di 12 anni (come se non si potesse dimostrare che io lavoro e guadagno a sufficienza per mantenerli e blah blah blah…E poi ci lamentiamo della nostra policy con gli immigrati…Comunque questo conferma l’ottusita’ da burocrate del tipico impiegato americano tanto spesso messa alla berlina nei loro libri,film e telefilm …E solo che io da filoamericano ben conscio che esistono diverse americhe, quella delle coste e quella dell’interno dove magari Darwin e’ considerato un eretico, quella delle citta’ e quella rurale, quella progressista e quella bieca e conservatrice…), io mi ritrovo per la gioia di Archipedro ad avere la sensazione dell’amante rigettato….Adesso dovra’ vedere di risolvere o tramite l’Academy o tramite qualche associazione di Immigrati Italiani… Fino a febbraio puo’ uscire ed entrare, dopo boh… Diciamo pure che e’ quasi sicura l’estensione per il primo annoi (ce lo raccontava anche Annamaria, un amica di Mauro,anche lei sarda, anche lei in US con la figlia di 10 o 11 anni per farla studiare e giocare a tennis (lei ha scelto la Evert), anche lei con l’incubo di arrivare a Miami e di vedersi rinnovato il visto solo per un mese… Perche’ per loro e’ normale mettere il figlio a 8-10-12 anni boarding, senza i genitori, e non gliene frega nulla della mamma che li vorrebbe accompagnare… Immagino che abbiano le loro ragioni e che molti indiani, pakistani, sudamericani, messicani e magari anche italiani ed europei abbiano usato i propri figli come scappatoia per introdursi nel paese, non so…ma dovrebbe esserci il sistema per entrare ed uscire legalmente…Mah! Comunque e’ un altro macigno da spostare, un altro problema, un’altra spada di Damocle…
    Ma d’altra parte e’ illusorio pensare, anche in guerra o in un match di tennis, di procedere sempre senza errori e l’importante forse alla fine e’ solo procedere, andare avanti, verso il risultato finale…l’importante in fondo alla fine e’ forse davvero solo prendere la decisione e poi partire davvero… La differenza e’, come scrivevo, fra quelli che partono e quelli che dicono di partire e poi non son partiti, per un motivo o per l’altro, anche giustificato. E noi per stare a casa ne avevamo tanti … Ma ormai siamo,sono partiti e non si torna indietro e i problemi si affrontano e si risolvono, ad uno ad uno, giorno per giorno. E domani e’ sempre un altro giorno.

  118. Carlo L. scrive:

    Riccardo Bisti segnala in rassegna stampa questo articolo di Lorenzo Cazzaniga pubblicato su “Il Tennis Italiano” di Giugno 2002 sul piccolo Richard Gasquet.

    A due anni Richard Gasquet ha messo piede in campo reclamando le prime lezioni; a quattro ha vinto il suo primo torneo di minitennis contro ragazzini di due anni più grandi; a sei ha dominato i Campionati della Lega Lenguedoc-Roussillon; a otto dormiva solamente se la madre gli stringeva la mano, con il padre spesso dirottato nel lettino; a nove è arrivato in finale nei Campionati Nazionali Under 12 sconfitto da un’improvvisa otite che gli impedì di scendere in campo. Alla stessa età ha raggiunto una classifica nazionale che nessun francese prima era mai riuscito ad avvicinare (salvo Fabrice Santoro), tanto da meritarsi la copertina di Tennis Magazine che lo indicava come “Il dono del cielo”. E poi ancora: a 13 anni ha vinto il Petit As di Tarbes, a 15 i Campionati di Francia cadetti. Poi, a 15 e 10 mesi è arrivata l’esplosione nel circuito professionistico. A Monte Carlo riceve una wild card per le qualificazioni: comincia umiliando Nikolay Davydenko (n. 83 ATP, 6-1 6-1), supera la prova del 9 contro Adrian Voinea (n. 64, 6-3 6-4), quella del 18 nel tabellone principale contro Franco Squillari (n. 53, 7-6 3-6 7-5) prima di cedere con onore a quella del 27 contro Marat Safin (n. 6, 6-4 6-1).

    Giusto sette mesi prima si era trasferito dalla piccola Serignan a Parigi, per raggiungere un gruppo di giovani speranze, allenate da Eric Wynogradsky, discreto giocatore negli anni 90. Per questo Richard ha lasciato la sua casetta nel palazzo Elysèes e la scuola Paul Bert. L’hanno seguito mamma Maryse (che lo accompagna nei tornei) e papà Francis, suo vero mentore. Cinquantadue anni, ex impiegato del Ministero dei Trasporti francese, all’età di 32 anni la passione per il tennis lo spinse ad occuparsi di un piccolo club a Serignan, nel sud della Francia. Richard è cresciuto proprio sugli otto campi in duro del circolo che circondavano la modesta club house dove mamma Maryse si occupava della segreteria e dell’amministrazione. Adesso la famiglia Gasquet vive in un piccolo appartamento del 16° arrodissement di Parigi, poco lontano dal Parco dei Principi. I genitori dormono nella sala, la camera è per Richard. Francis ha abbandonato l’insegnamento e ha trovato impiego in comune, precisamente alla Jeunesse et Aux Sport de la Mairie de Paris. Si occupa sostanzialmente di creare programmi di sviluppo per le aree sportive abbandonate della capitale francese. L’ufficio è in Piazza della Bastiglia, il figlio resta invece nella Bois De Boulogne, nel Centro Tecnico Federale del Roland Garros.

    “Chapeau, monsieur Gasquet”, ecco ciò che andrebbe detto a papà Francis che si è fidato di lasciare il suo gioiello in mani diverse dalle sue, dopo averlo plasmato per 15 anni. “La Francia è la nazione con i migliori programmi in materia di formazione di un giocatore di tennis – dice Francis – Se non vieni fuori a Parigi puoi scordarti di riuscirci da un’altra parte”. La piacevole incombenza di far crescere il giovane talento è dunque caduta nella mani di Wynogradsky che, per quanto giuri di non avvertire la minima pressione nell’avere tra le mani il più prodige degli enfant tennistici, probabilmente sarebbe smentito da qualsiasi macchina della verità. Richard è apparso subito un fenomeno di precocità per stile, coordinazione, intuito. “Aveva 12 anni e giocava un match giovanile – ricorda Pierre Barthes, ottimo tecnico francese – Perdeva 3-0 al terzo quando improvvisamente cambiò tattica. Vinse sei giochi di fila. Chiesi a suo padre se gli avesse fatto qualche cenno per cambiare gioco. Negò. Da solo Richard aveva cambiato strategia. Un caso eccezionale considerando l’età. Capii di avere davanti un grande talento”. Sin da piccolo Richard è dunque diventato la perfetta emanazione della “formula delle 3 A” professata dall’allora direttore tecnico francese Patrice Dominguez: aggredire, avanzare, attaccare. Il padre è concorde e si allinea a questo diktat, quasi fosse il perfetto interprete del trattato: “Come essere genitori di un figlio prodigio”.
    Lezione numero 1. “Da ragazzino la voglia di vincere spinge ad accettare qualsiasi compromesso tecnico pur di conquistare la vittoria – spiega papà Francis – ma questo atteggiamento non aiuta a crescere, è una visione tecnicamente miope. Noi abbiamo sempre lavorato in proiezione futura. Nessuno stile bizzarro, prese classiche, colpi piatti e ben portati. L’ispirazione erano Sampras, Stich, Becker”.
    Lezione numero due. Mai giocare contro il proprio figlio. “Io mi mettevo sempre di fianco – ricorda papà Gasquet – e lo lasciavo palleggiare con i suoi coetanei. I bambini tendono ad imitare gli adulti e non volevo correre il rischio che Richard imparasse a giocare…come me. Al massimo avrebbe imparato il pallonetto”.
    Lezione numero tre. Nessuna strategia tattica va imposta. “Gli adulti consigliano ciò che loro farebbero in quella determinata situazione – continua Francis – ma se si lascia un ragazzino libero di agire, lui stesso imparerà a trovare da solo delle situazioni geniali. Credetemi: lasciate vostro figlio libero di creare secondo la sua immaginazione”.

    Richard dunque, all’età di 4 anni ha cominciato a sviluppare un tennis totale. La sua duttilità tecnica è sorprendente, probabilmente figlia degli allenamenti sui campi all’aperto di Serignan, dove la traiettoria della pallina è determinata dal soffio di nove venti diversi. Il rovescio è un colpo di fulmine per gli esteti del gioco. Pierre Barthes, ottimo tecnico francese, dopo avergliene visto tirare uno a 8 anni esclamò incredulo: “Che Rosewall sia tornato bambino?”. Il diritto invece ha fatto storcere il naso a qualcuno, per via di un ovale in preparazione piuttosto accentuato. Richard però compensa con una grande rapidità esecutiva. “E poi io mi sono sempre trovato bene così” taglia corto. La volèe è semplice, la sensibilità quella dei Grandi. Richard ha infatti la straordinaria capacità di far apparire molto semplici delle esecuzioni molto complicate. Mai un gesto coreografico, ma inutile. Tanto per intenderci, facevano così anche Larry Bird nel basket, Joe Montana nel football, Michel Platini nel calcio. Dove Richard ancora pecca è nel servizio, un colpo ancora da giocatore juniores che raramente supera i 185 km/h. Un handicap forzato anche da una crescita tardiva in termini di statura. Attualmente misura un metro e 78, ma studi antropometrici dicono che arriverà a sfiorare il metro e 85. Patrice Hagelauer, un tempo a capo del settore tecnico francese e ora di quello inglese, di questi studi non doveva essere stato avvisato se arrivò a proclamare seri dubbi sulla possibilità future di Richard, preoccupato proprio dalla sua gracile struttura fisica. “Gioca bene – diceva Hagelauer – ma qui servono giganti di un metro e 90 che sparano servizi a 200 km/h e sfondato col diritto”. Francis Gasquet, per nulla scalfito nelle sue convinzioni, ripeteva la storia di una giovane promessa pallonara scartata dalla squadra di seconda divisione del suo paesino natale, Beziers, perché ritenuto troppo fragile. Quel ragazzino si chiamava Jean Tigana e con Giresse e Platini avrebbe vinto l’Europeo nel 1984.

    Ma se tecnicamente Richard stupisce, mentalmente è addirittura sorprendente. Riservato, schivo, “Nemmeno sotto tortura vi dirà mai che il suo obiettivo è diventare il numero uno del mondo” ammette il padre. Però l’atteggiamento è quello di chi ha estrema fiducia nei propri mezzi, fino a sprofondare nella presunzione, qualità che nel tennis non è meno importante di una buona seconda di servizio. Quelle ammissioni prima del suo debutto a Monte Carlo (“Speriamo di non prendere 6-0 6-0”, “Speriamo di rimandare qualche palla di là”, “Speriamo di rispondere almeno una volta alla prima di Safin”) appaiono figlie di una falsa modestia. Se avete un amico a Stream, fatevi regalare il video del suo match contro Marat Safin. A ogni palla break mancata, la reazione non era quella di un ragazzino sconsolato, ma di chi si chiedeva “Diavolo, ma come faccio a mancare certe occasioni?”. Guillermo Vilas ha detto che, per il suo atteggiamento in campo, non sembra francese ma spagnolo. Suppongo che il campione di Roland Garros 1977 fosse reduce da uno dei suoi frequenti soggiorni all’Hedonism Club in Giamaica. Ma come, più francese di così! Pare il figlio prediletto di monsieur Chauvin, che ride compiaciuto dopo una smorzata vincente, un contropiede beffardo, un cross degno di Totti. Gli spagnoli sono in genere lamentosi, piangini, colpiti dalla sindrome di Calimero. Richard al contrario ha grande autostima e i problemi non nasceranno dai media, dai manager, dagli sponsor che ora gli piomberanno addosso come avvoltoi, ma potrebbero al più venire da Richard stesso.

    Lui si mostra disinteressato alle aspettative altrui, ma ossessionato dalle sue. Papà Francis e mamma Maryse dovranno soprattutto proteggerlo da se stesso, se la crescita non dovesse continuare così spedita. “Da quando era piccolino, Richard non pensa ad altro che al tennis – confessa mamma Maryse – Nella sua camera trovavano spazio solo i poster dei suoi idoli con la racchetta. E poi quella maledetta cassetta della vittoria della Francia in Davis a Lione nel 1991: la guardava tre volte al giorno”. Richard non riusciva a staccarsi dal rettangolo di gioco. Rifiutava perfino le vacanze, tanto da obbligare papà Francis a costruire una piscina per distrarlo di tanto in tanto da racchetta e palline. Non è dunque un caso che dopo aver battuto Squillari ed essere così diventato il più giovane vincitore di un match in un torneo Masters Series, Richard si sia limitato a levare un braccio al cielo, laddove uno dei nostri si sarebbe rotolato sul centrale per due giorni. Quello che per tutti era un risultato sorprendente, per lui invece non doveva essere poi così inatteso. Il problema di Richard è che ha già imparato a vincere, ma non ancora a perdere. Quando aveva 6 anni il padre dovette portarlo fuori a braccia perché non smetteva di piangere dopo aver perso il primo set in un match del Grand Prix dei giovani a Montpellier. E ancora, prima di Monte Carlo, Richard era corso a giocare un satellite in Spagna. Circuito duro, “Dove ti può capitare di giocare la sera tardi, con mezzo lampione acceso, senza arbitro e contro questi spagnoli che sono morti di fame e ti rubano i punti pur di vincere. E’ più dura laggiù che in un Masters Series” sostiene paradossalmente Richard.

    Ebbene, a Badalona gli è capitato di giocare contro il suo compagno di allenamenti Edouard Roger Vasselin, figlio di Cristophe, il più debole semifinalista nella storia del Roland Garros (era il 1983). Sul punteggio di 5-2 al terzo per l’avversario, Richard si è ritirato senza alcun motivo. “Voglio tornare a Parigi” disse a coach Wynogradsky. “Wyno” e il padre lo convinsero a restare, spiegandogli che una sconfitta è comunque la cosa peggiore che può capitare su un campo da tennis. Ora, nel suo personalissimo albo d’oro, figura la vittoria nel Master del circuito spagnolo che poi gli è valsa la wild card a Monte Carlo. “E’ un bene che mio figlio abbia perso quella partita con Vasselin – dice Francis – ha imparato ad andare a fondo di se stesso e scoprire certe sue paure”. E Richard pare aver appreso abbastanza in fretta la lezione, una dote che in effetti lo contraddistingue. Basta analizzare insieme al coach Wynogradsky i suoi match di Monte Carlo. “E’ incredibile: dal Sabato delle qualificazioni al Lunedì con Squillari è migliorato tantissimo. Io non so cosa faccia di notte, forse si allena”. E ancora, Tarik Benhabiles, coach francese di Andy Roddick: “Gasquet a 16 anni non è più forte di Roddick alla stessa età: è 20 volte più forte. E migliora a vista d’occhio. Se continua così a Settembre potrebbe essere pronto per giocare in Coppa Davis contro gli Stati Uniti”. Eric Deblicker, attuale coach di Grosjean: “Il fatto più eccezionale è la sua capacità di interpretare le situazioni. In questo è sulla stessa linea di Borg e Chang”. E poi Fabrice Santoro: “E’ talmente forte che il suo gioco non fa veramente impressione. Al limite, può sembrare che gli altri non siano poi così bravi. Richard fa sembrare tutto così facile”. E infine Guenther Bosch, coach del primo Becker: “Questo ragazzino diventerà un grande giocatore perché vede il gioco e non si accontenta come tanti di colpire forte la palla: lui gioca a tennis, nel vero senso della parola”.

    Ma su cosa sta lavorando l’equipe di tecnici francesi che dovrebbe condurlo a un successo che pare scritto nel destino? Sul fisico. Lunghe sessioni per migliorare resistenza e forza, nella sala pesi e in sella a una mountain bike. “Al mio arrivo nel centro di Roland Garros sapevo che avrei dovuto lavorare soprattutto sul piano atletico – ammette Richard – al principio mi sembrava durissimo, poi mi sono abituato e in campo si notano i miglioramenti”. Sotto le gambe, infatti, pare avere un motorino, anche se le sue straordinarie doti d’intuito lo aiutano non poco nel leggere la direzione dei colpi avversari e anticipare i propri spostamenti. Però con Safin sono emersi i limiti atletici: 8 volte su 10 si trovava sbattuto tre metri dietro la linea di fondo. “Però riguardati bene i game dal 3-2 fino alla fine del primo set: comandava lui gli scambi – attacca Wynogradsky – se usciva indenne dallo schema servizio-risposta lo spostava come voleva”. Detto e fatto, si riavvolge il video e si vede Gasquet prendere a pallate Safin, lasciarlo a quattro metri dalla palla con un’accelerazione di dritto, irretirlo con una smorzatina millimetrica, scherzarlo con un cross di rovescio. “Lezione di tennis” si è messo a urlare Paolo Bertolucci nel commento.

    Una varietà di schermi sorprendente per un ragazzino di 16 anni, conseguenza di un grande talento, ma anche di allenamenti specificatamente mirati. Sotto la guida di papà Francis, tutti i gesti dovevano tendere verso la perfezione. “Se ti alleni come uno stupido giocherai come uno stupido” gli ripeteva il padre. Un obiettivo che, almeno stilisticamente, pare essere piuttosto vicino al raggiungimento. Anche perché la sua carriera è programmata con estrema cura. Quanti dopo l’exploit monegasco avrebbero chiesto una wild card negli altri tornei Masters Series? Tutti. Gasuqet invece è tornato a giocare in due piccoli tornei Futures a Bournemouth in Inghilterra e a Neheim in Germania, affrontandoli da favorito. E dopo che a Monte Carlo ha scoperto che un piatto di pasta può costare 30 euro, che esistono hotel a 5 stelle, che si può avere un chauffeur per scorrazzare in città, è tornato come se niente fosse ad allenarsi in vista del suo primo torneo dello Slam, quello di casa a Roland Garros. I suoi avversari sono tornati a chiamarsi Marko Neunteibl, Daniel Lencina, Konstantin Gruber. Impegni tecnicamente più semplici, ma per questo carichi di pressione. Ebbene, lui ha vinto entrambi i tornei con una sicurezza disarmante, dimostrando una volta di più una maturità impressionante. Non è quindi difficile prevedere per Richard un futuro da superstar, anche se nella sua corsa all’Olimpo del tennis lo attendono due temibili prove della vita: la prima fidanzata e la prima macchina. Un connubio che ha messo in ginocchio tanti suoi predecessori, che al sacrificio hanno poi anteposto il divertimento. Tuttavia è lecito pensare che il 15 Aprile 2002 abbiamo assistito alla nascita di un vero fenomeno del tennis mondiale. Voluto da Dio, cresciuto da papà Francis e mamma Maryse e adottato dalla federazione francese. Mai che accada a Mariano Comense.

  119. andrew scrive:

    StefanoGrazia…In bocca al lupo a Nicholas e mamma accompagnatrice, specialmente a mamma accompagnatrice!!

    Ottima l’idea di un eventuale sbocco in una scuola interpreti per Nicholas! Date le sue doti di prontezza e brillantezza, non dovrebbe avere particolari difficoltà come interprete simultaneo o consecutivo.
    Io, purtroppo, essendo particolarmente “lento”, ho dovuto optare per le traduzioni.
    Se in futuro dovessi avere bisogno di qualche informazione, chiedimi pure. Mi sono laureato alla Scuola Interpreti di Trieste, che all’epoca era considerata la migliore in Italia (forse in quanto unica o quasi). Richiedeva addirittura un esame di ammissione. Siamo passati in 80 su 800 (1 su 10) per l’inglese. Ricordo che passai per la solita botta di culo, in quanto volevo ritirarmi perché incerto in un po’ di cosucce. Tuttavia, l’esaminatore aveva capito invece che volevo consegnare e mi ha rimandato al posto affinché consegnassi alla fine insieme a tutti…e così invece sono stato ammesso.
    Un’altra opzione potrebbe essere la Scuola Interpreti di Ginevra. Ho conosciuto un po’ di persone che l’hanno frequentata, tra cui, guarda caso, un ex-tennista svizzero. Con quest’ultimo abbiamo condiviso 6 mesi un appartamento a Boston, lavorando per un’agenzia di traduzioni. Era stato nr. 7 della svizzera e veniva da un’università californiana dove aveva studiato con una borsa di studio. Mi raccontava che aveva provato per un anno a girare per i vari challenger tra Italia e Europa dell’Est, dormendo in macchina, ma non aveva funzionato (a Bologna aveva perso da Camporese nelle qualificazioni). Quando si andava a giocare nei campi pubblici di Boston, bisognava prima correre almeno 30 min verso Boston College, poi lo stretching, poi il riscaldamento da metà campo. Poi, finalmente, mi faceva fare partita quando ormai avevo la bava alla bocca. Dopo la corsa di ritorno, mi lasciava agonizzante sulle scale e partiva con i roller blades. Alto, bello, cartadicredito oro, i suoi unici difetti erano la stempiatura incipiente (a 26 anni) e che gli piacevano i Talk Talk.

    Comunque, la soluzione ideale per voi Grazias sarebbe un clubbino in Croazia, dove troveresti campi, avversari, vicinanza a Scuola Interpreti, mare, archipedro…

    Pensaci…

  120. stefano grazia scrive:

    Perchè, dopo Max, vuole trasferirsi in Croazia anche AutarchiPedro? Quello di cui non mi capacito è comunque come mai poi tutti i Croati vengano a fiorire in Italia (o in Florida)… Se è così un Tennis Paradise perchè non restano lì? La mia conoscenza del problema è superficiale, lo ammetto, ma è lo stesso dubbio che mi ha colto al momento di decidere fra Australia e Florida: non vi sono dubbi che avrei preferito andare in Australia, paese stupendo, vivibilissimo, sportivissimo,e dove abbiamo anche un parente a Melbourne che haappena ottenuto la residenza e che ci potrebbe accogliere con tutti i benefici collegati, ma a parte il fatto che è a casa di dio, se i loro migliori prospetti finiscono in Europa o in Florida (anche Tomic era alla Bollettieri) un motivo ci dovrà pur essere (credo in questo caso la lontananza dal cuore del circuito, la relativa mancanza di tornei e quindi competizione…Certo, sarebbe stato ideale andare lì dagli 8 ai 12-14 anni, ma dopo devi forse muoverti…)… La sceta di Bollettieri è stata dettata da una serie di cose che non sto ora a ripetervi, avendolo già fatto tante volte. Qui aggiungo una cosa che mi è venuta in mente parlando ieri al telefono con Nicholas: lui ora andrà a questa Pendleton School e ieri hanno fatto tutti la registrazione e sono stati spiegati tutti i programmi, le options, i cambiamenti, etc etc (oggi toccherà al tennis) e Gabrì mi diceva che per quanto siano stati lì 3-4 ore l’organizzazione è stata impeccabile. Ci sono oltre 700 full timer alla IMG Academies e solo 240 nel tennis (40 nuovi ogni anno vengono ammessi)…La Scuola quindi ha un numero di alunni che si aggira sui 400-500 (alcuni scelgono scuole pubbliche outside l’Academy, alcuni proprio non ci vanno): è comunque una scuola piuttosto grande, più grande di quel che mi aspettavo, ma la particolarità che mi colpiva è che ogni compagno di classe di Nicholas, maschio o femmina, ogni compagno discuola anzi, sarà un atleta, sarà per la prima volta un bambino a cui piace comunque fare lo sport e in uno di questi in un modo o nell’altro ha deciso di eccellere non necessariamente per diventare Pro ma comunque per andare ad un college…Insomma nessun rischio di trovarsi compagno di banco con un snob pseudointellettuale che odia solo l’idea di sudare e che disprezza chiunque sia capace di emozionarsi davanti a qualcuno che sale sul podio a ricevere una medaglia e ad ascoltare l’inno del proprio paese o,perfino peggio, con una aspirante velina…è già qualcosa, direi…

    Carlo L: bello l’articolo, soprattutto se letto in ottica ‘col senno di poi: ho sentito infatti qualcuno infatti dire che la colpa(???) di quello che è successo a Gasquet, non tanto il ‘cocaine case’ ma il fatto di non essere diventato come Nadal o Djokovic o Murray o Del Potro, cioè un Contender, sarebbe del padre, che invece-come infatti ben ricordavo- non avrebbe sbagliato una mossa… A parte che arrivare nei primi otto e fare una semi a Wimbledon è comunque più di quanto fatto da qualunque italiano allenato invece come si deve (sono ironico) negli ultimi 30 anni e a prescindere dal fatto che magari il finale della storia ci potrebbe regalare un lieto fine da film (in fondo Lendl divenne Lendl a 26 anni e anche Panatta aveva quell’età lì nel 76) e quindi ci sarebbe ancora tempo, bisognerebbe anche smettere di considerare con disprezzo chi ci ha provato e non ce l’ha fatta a favore di chi non ci magari nemmeno provato. E’ a questo a cui mi riferivo quando scrivevo che sospetto che la maggior parte delle persone dell’ambiente sperino sempre che tu non ce la faccia non tanto per potertelo poi rinfacciare (in fondo non sono così cattivi) ma per non doversi guardare allo specchio e riconoscere il proprio fallimento: il successo di qualcuno che conosciamo è spesso una spina nel fianco ed una cartina tornasole delle nostre miserie. Non nego che istintivamente questo meschino sentimento non affiori anche nei migliori di noi (iodel resto diffido sempre delle anime troppo pure) ma è il raziocinio che ci dovrebbe permettere di apprezzare e non ridicolizzare o denigrare chi per esempio mentre noi passiamo in macchina per strada mangiando un hot dog sta magari facendo jogging (non so se ho reso l’idea… Io ogni volta che vedo qualcuno che corre, maschio o femmina, grasso o magro, bello o brutto, lento o veloce, provo un immediato moto di simpatia nei suoi confronti e semmai il senso di colpa mi spinge a non veder l’ora di arrivare a casa e infilarmi le scarpette da jogging o da tennis …)
    Vabbè, mi son perso…ho diverse altre annotazioni da fare ma adesso, appunto, vado a correre coi cani…A più tardi!

  121. Stefano Grazia scrive:

    Week end piuttosto impegnativo in italia, visto che nessuno ha avuto la voglia di sedersi al computer…Io fra una corsa, una nuotata in piscina e tre sets di tennis al club, ho preso diversi appunti anche mentre guardavo Dementieva-Sharapova (un match pieno di errori, direi piuttosto brutto mentre au contraire era stato bellissimo quello contro Serena) e Federer strapazzare prima il mio McMecir e The Djoker poi: per fortuna che tifo per tutti e tre … Se mi affidassero una rubrica settimanale sul sito,una rubrica di costume, annotazioni e tutta questa specie di cose,scriverei per esempio che per la prima volta (e non me lo sarei mai aspettato) la dementieva mi e’ apparsa, con quei mutandoni azzurri sotto il completino rosa, meno elegante della Williams…(Insisto: ma perche’ il tennis e’ l’unico sport femminile in cui le donne giocano con la gonna anziche’ in pantaloncini o minishorts?). Un altro spunto per la Rubrica che non mi hanno mai chiesto di scrivere potrebbe essere: ma come mai nel tennis alle premiazioni non suonano l’inno nazionale del paese del vincitore? Lo fanno anche in Formula Uno! Invece scrivendo per la Rubrica di G&F per rimanere in tema vi rendo partecipi di quanto mi ha detto al telefono mia moglie prima che s’interrompesse la linea: dunque ieri ‘orienting’ per il tennis con introduzione del Director of Tennis Junior Program, il nostro Chip Brooks, collaboratore della prima ora di Bollettieri fin dai tempi del LongBoat Colony, Gabri’ mi diceva che,per sentito dire, molte cose sono cambiate e migliorate sia come organizzazione che come filosofia, almeno a detta di quelli dell’anno prima e dei coaches e altri addetti ai lavori che ci lavorano. Ma in pratica quello che mi premeva segnalare e’ che la prima cosa che hanno etto e’ che i due termini usati sono stati Friendly e Simply: tenere le cose in maniera amichevole e semplice.E che e’ assolutamente fondamentale e anzi richiesta la reciproca comunicazione fra genitori e coaches e che ogni settimana i genitori riceveranno email dai Coaches e anche loro potranno e dovranno scrivere e ogni piccola variazione verra’ comunicata e discussa e blahblahblah. soprattutto a differenza degli anni passati le selezioni per i vari gruppi, continuava Chip, non verranno fatte in base al risultato dei matches ma anzi au contraire in base a decine di parametri: atletici, tecnici,videoanalisi,eye vision, reaction time, soprattutto mental … I test verranno poi ripetuti a fine semestre e l’obiettivo e’ ar migliorare chiunque e portarlo da un certo punto a un altro, indipendentemente dal livello e dal gruppo…L’altro obiettivo e’ cercare l’11esimo Number One (ne hanno sfornati 10 al momento) A questo scopo hanno anche per 5 giorni al mese Brad Gilbert, per altri gg Brian Gottfried e anche Jimmy Arias e comunque ogni mese almeno 10 gg sono supervisionati da questi tre ex top ten (che non credo sia una cosa possibile in tante Academies, tanto meno in Italia) (Certo, essere stato un top 10 non significa automaticamente essere un buon coach ma Gilbert e’ anche un Top 5 Coach (Lui scherzando ironicamente diceva che la sua carriera di Coach e’ stata migliore di quella da giocatore…)e Gottfried, mi diceva lo scorso giugno Chip Brooks, secondo lui “e’ quasi meglio anche se molti non sapranno nemmeno chi e’”.Anche loro, come da Piatti, da Sartori e da Vavassori, hanno precisato che e’ importante crescere non solo come giocatori ma anche come persone e che questo sara’ uno dei loro obiettivi e per esempio importantissima e’ LA PUNTUALITA’ ed imparare ad organizzare e gestire il proprio tempo. Gia’ questo (il migliorare questo dettaglio) per noi sarebbe un gran successo e avrebbe meritato lo sforzo. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino…Tra l’altro ci sono ancora tante cose da fare: acquistare un auto, andare a verificare con l’Immigration, impostare un discorso gia’ per il prossimo anno per un eventuale discount o contributo, inserirsi nel PTA (Parents Teachers Association) della scuola e verificare all’Academy se han bisogno per qualche lavoro (per es oggi Gabri’ ha sbrogliato una situazione dovuta al fatto che nessuno parlava francese-solo english e sopagnolo- e c’era un ragazzino francese che non parlava ne’ inglese ne’ spagnolo…Oggi Gabri’, purtroppo ancora ‘incriccata’ ha incrociato Nicholas, primo giorno di scuola, che era stato inviato dalla Prof di Francese a fare un Essay in base al quale probabilmente sara’ avanzato (La Prof chiedeva infatti a mia moglie se in casa parlavamo anche francese visto che era rimasta favorevolmente impressionata) e Nicholas sembrava contento e felice,soddisfatto dal primo impatto. Che e’ la cosa piu’ importante, abbiamo detto.Adesso per 3 settimane faranno drills e tests e poi insomma vedremo…Ci saranno Up&Downs, inevitabili su e giu’, ma non so perche’ sono fiducioso…Io magari ogni tanto vi raccontero’ cosa succede,cosa fanno, come vivono e come si allenano ma le prime valutazioni e i primi giudizi critici (l’ho ribadito anche a mia moglie)verranno comunque anche da noi fatte NON prima di Dicembre.

  122. claudiotn scrive:

    Rispondo io velocemente con il cellulare. La penuria di commenti è probabilmente dovuta al fatto che molti bloggers, me compreso, sono agli italiani under 11 a Serramazzoni. Resoconto alla fine dell’avventura.

  123. bogar67 scrive:

    Grazie Stefano e grazie a tutti! Avendo una bimba del 2004 le vostre discussioni sono interessantissime per non incorrere in errori futuri e mi faccio l’idea di quello che mi aspetta preparandomi nel migliore dei modi (soprattutto mettendo soldi da parte eh eh eh). Una domanda se mi è consentito: Ho letto di bimbi portati a 8 anni in stage a Caldaro da Sartori ma sul depliant ci stava scritto nati 1999 (9/10 anni)e la stessa cosa per la van de meer “”programma (4,5 ore al giorno tra tennis e preparazione atletica) è aperto a giocatori Under 18 (compresi i nati nel 1999)”. Ammesso che un bimbo/a abbia delle capacità alla Quinzi o cmq fuori dal normale da poter competere con chi di anni ne ha due o più ci sono strutture che offrono stage o campus di un certo livello a bimbi di 7/8 anni in Italia o per quell’età le uniche possibilità sono i Centri Estivi Fit? Per Stefano, ci sta un capitolo del Blog che descrive le esperienze negative o positive nelle maggiori accademie Italiane descrivendone a cura di chi ci è stato gli aspetti positivi o negativi come hai ben fatto tu? Ho notato che questi stage hanno un costo se alloggiati con la pensione completa e altro se solo tennis e la differenza a volte è notevole, essendo mia moglie originaria di Chions (Pn) che dista 22 Km da Cordenons (Eurosporting di Navarra) appena sarà il caso mi piacerebbe scegliere quella struttura per cui desideravo leggere qualche commento. Nel frattempo ho visto che a Trieste gli allievi di Navarra si sono fatti valere e la cosa se dovessi scegliere in termini di risultati che una struttura riesce a portare nel paniere è ben incoraggiante.
    Domandina per Francesco Brancato, è vero che il maestro Rumeno ha fatto ritorno in patria? se si, quando ci sta un distacco da un maestro bravo che ha contribuito a farla crescre cosa prova una bimba, ne soffre di più tecnicamente o moralmente o vi è indifferenza perchè cmq la passione per il tennis è più forte? Grazie

  124. francesco scrive:

    Adesso torno dalle vacanze e vedo con piacere il commento di un altro genitore che ha raggiunto la meta , purtoppo il mio apporto alla discussione è limitato essendo i miei gemelli troppo piccoli , ancora devono compiere 3 anni
    I miei gemellini sono felici nel tentare di palleggiare con piccole racchette e palline di gommapiuma e quello che ho notato , è che l’intelligenza motoria è innata nei bambini e riescono in modo incredibile a trovare la giusta soluzione motoria per raggiungere lo scopo , nel fare la battuta il gesto sembrava quasi da scuola tennis e lo stesso per le aperture
    Sono rimasto impressionato , forse nel far crescere un campione bisognerebbe stimolare queste capacità di autoapprendimento quasi innate fin dalla nascita
    Un parere di Federico sull’apprendimento motorio mi sarebbe utile per impostare il lavoro nel futuro

  125. stefano grazia scrive:

    Primo Spunto: Mi ricordo che la prima volta che andai in Florida alla Bollettieri era il 93 e a un certo punto uno dei Coaches dell’Adult Program ci racconto’ dell’allora piu’ o meno 14enne Tommy Haas che si era fratturato(vabbe’, forse solo incrinato) il malleolo dandosi una racchettata di stizza sulla gamba. In Italia magari l’avrebbero preso per il culo per cent’anni ma la considerazione fatta dal Coach era di tutt’altro tenore e infatti mi e’ rimasta impressa dopo tutto questo tempo: ‘My God,si disse il Coach,questo ragazzo gioca con una intensita’ non comune’. E’ anche questo, forse, un piccolo segno della differente mentalita’ (e si parla di 16 anni fa!) fra la Bollettieri e l’Italia. La’ si guarda tutto in positivo: per es il giocatore junior s’incazza in campo, bene, vuol dire che ci tiene (at least he cares!), vuol dire che ha grinta, mentre in Italia si urla al solito montato, ma chi si crede d’essere, ah!la bellezza dei gesti bianchi…

  126. stefano grazia scrive:

    Secondo Spunto:il talento,questo sconosciuto.Ricordate la definizione di talento in base alla Teoria della Mielina?
    A volte iinvece piu’ prosaicamente mi illudo che la definizione di talento sia quella per cui un bambino viene giudicato tecnicamente perfetto da diversi e disinteressati piu’ o meno famosi coaches pur essendo stato allenato per la maggior parte dell’anno dai propri genitori
    Il mio miglior amico da piccolo era un certo Sandro A. In pratica eravamo come parenti, con le famiglie che si frequentavano e passavano le vacanze insieme. Siamo rimasti inseparabili in pratica fino ai 24-25 anni, quando prima le donne ,poi il mio lavoro all’estero e infine la sua scarsa dimestichezza con l’arte della corrispondenza ci hanno un po’ allontanato. Quando torno in Italia cerco sempre di organizzare un’uscita coi vecchi membri di quell che io chiamavo Il Gruppo ma negli ultimi 3-4 anni Sandro e’ sempre stato assente o perche’ in vacanza a fare windsurf o perche’ impegnato in una premiazione di cicloamatori:lui lavora in banca, non ha figli (anche se da ragazzi sembrava l’unico a manifestare il desiderio di averne un giorno uno) e ha in pratica un nuovo giro di amici, forse basato anche sulle affinita’ elettive della moglie, e non frequenta piu’ troppo neanche con gli altri (Ma sono convinto che possiamo ancora considerarci tutti vecchi amici). Ne scrivo ora perche’ secondo me lui e’ stato uno dei ragazzi piu’ talentuosi dal punto di vista sportivo che io abbia mai incontrato. E mi e’ tornato in mente lui l’altro giorno quando giocando a tennis e pur vincendo al terzo con un espatriato di qua mi trovavo ad ammettere che ormai il tennis mi era diventato troppo difficile, avendolo cominciato troppo tardi e non essendo mai stato un talento. Prima potevo sopperire con grinta,scatti e resistenza: ora mi sembra di essere un penoso vecchio in ritardo. E non sono cosi’ talentuoso da giocare il doppio (il doppio vero intendo, non il doppio dei pensionati con scambi di tre ore.Meglio darsi al golf…tra l’altro ieri con mia grande sorpresa 3 par e 2 bogey in 7 buche … ).Tornando al mio amico Sandro: Da bambini, a 5-6 anni, quando si giocava a calcio nei cortili correndo piu’ che altro dietro al Pallone lui gia’ faceva 100 palleggi di seguito e se non ha mai finito per giocare per I pulcini di una squadra vera un po’ e’ perche’ probabilmente suo padre, che magari pure ci teneva, fu trasferito per lavoro a Codigoro e non se ne fece un’ossessione anche perche’ a quell tempo prima veniva la scuola e un lavoro sicuro, poi il calcio- che gia’ una lesione del menisco poteva significare la fine della carriera. E un po’ perche’ a 13-14 anni Sandro scopri’ il basket e vi ci si appassiono’ piu’ del calcio.Quando rientrarono a Bologna a 15 anni gioco’ anche un paio d’anni nelle giovanili della Virtus insieme con Antonelli, Binelli & Co, gente che poi vinse uno scudetto. Lui che era piu’ giovane e alto solo 178 stava in panchina ma rispetto a noi giocava comunque da dio e tra l’altro si trovo’ in classe,a ragioneria, un anno anche con con Sacco che in serie A ci giocava veramente e insieme dominavano I tornei scolastici. In quel tempo erano cominciati anche I primi turbamenti e da ragazzo sportivo si tramuto’ in adolescente ‘cool’, coi capelli lunghi,le sigarette e il whiskie per darsi le arie ,come idoli Jean Paul Belmondo o Alain Delon piu’ che Beppe Savoldi o John Fultz. E con con nostro grande sconcerto le ragazze andavano pazze piu’ per il suo fisico acerbo e magro ma dinoccolato, non certo da atleta possente ma atletico in un modo che allora non era contemplato. Si diceva semmai che io avessi il fisico perche’ avevo le spalle piu’ larghe ed ero piu’ robusto, sicuramente piu’ forte di zampe, ma allora si era legati a troppi rigidi schemi e non si contemplavano l’elasticita’, l’esplosivita’,la flessibilita’…E comunque complice il suo calo d’interesse o la maturazione del mio fisico ,nello sport io che ero stato sempre il mulo e lui il puledro di razza cominciiai a raggiungerlo e a superarlo: nel calcio non sapevo fare la meta’ delle cose he faceva lui ma correvo ed avevo grinta da vendere grazie al fisico piu’ robusto e a un certo animus pugnandi, nelle partitelle del cazzo che facevamo tra amici e a scuola o al mare (Bolognesi vs Anconetani) ero ormai diventato piu’ importante di lui nell’economia della squadra. Anche nel ciclismo, che sui 12-14 anni ci aveva rubato I cuori, dopo averle sempre prese nelle finzioni di Tour de France che disputavamo sulle strade di Calderino di Monte San Pietro, avevo finalmente pres oil sopravvento seminandolo in due tapponi di montagna sulle rampe di Mongardino e S.Lorenzo ottenendo il mio primo e ultimo Tour de Calderen, ultimo perche’ battuto lui perse interesse e si appassiono’ al motorino. Anche con I motori lui fu sempre piu’ avanti e non ho mai avuto problemi a riconoscere che guidava megliuo,e piu’ veloce di me, anche se l’unica folle gar ache mai disputammo sui viali di Bologna alla guida di due centoscudi (le inimitabili 500) la vinsi io riuscendo a contenere la sua rimonta fra il traffico e arrivare primo al cinema vicino all’Ospedal Maggiore dove proiettavano Un Tranquillo Week End di Paura. All’uscita del cinema il motore della mia 500 era fuso.Ma Sandro avrebbe voluto guidare in Formula Uno : fortunatamente suo padre non gli compro’ mai il kart e lui rimase famoso per quella volta che disse al suo vicino di guida all’altezza del Mulino Parisio prima d’immettersi in Via Rovighi, a Bologna, venendo da Rastignano: “Guarda come si prende questa curva!, andando poi pero’ a spataccarsi contro un auto parcheggiata.Nello sci avevo cominciato prima io e in un certo senso ho sempre sciato meglio ma lui aveva chiuso il gap in breve tempo e aveva questo stile molto personale e molto elastico e aveva fatto qualche gara con il club sciistico Corno alle Scale (Io giocavo gia’ a rugby e avevo gia’ le domeniche impregnate). Anche nello sci ci fu un momento in cui lui fu li’ li’ per prendere il sopravvento ma poi attraverso’ un periodo di mille paure, esaurimenti e depressioni, e alla fine pur rimanendo un ottimo sciatore non e’ mai stato uno di quelli, che come me, magari si avventurava per un fuoripista in mezzo al bosco o cercava sempre di scendere sotto I piloni della seggiovia. Anche nel tennis: prima d’iniziare davvero a giocare a 34 anni qui a Lagos la racchetta,di legno, l’avevo presa in mano una decina di volte sui 24-25 anni proprio su invito di sandro che si era invaghito di Panatta e andavamo a giocare qualche volta allo Junior Club di Rastignano che allora aveva 20 campi (e oggi ne ha 3) e anche li’ si vedeva che lui aveva un qualcosa di naturale nei gesti e nei movimenti… Poi siccome io ero allenato (a rugby) e lui no magari lo sconfiggevo brandendo la racchetta come una Durlindana e anche perche’ lui si vergognava di non essere ancora bravo e io no.Nell’atletica le avevo sempre prese, in tutte le gare possibili: era nettamente piu’ veloce nello scatto ma anche nelle corse lunghe e ricordo ancora lo stupore a 14 anni quando, maturato di fisico, una volta che stavamo correndo insieme io accelerai e me lo lasciai indietro. Ma quelli erano gli anni dell’High School e dell’Universita’, il periodo in cui Sandro si era lasciato andare e interpretava, in quell film che e’ la vita, la parte del farfallino, del ragazzo leggero, sigaretta in una mano, boccia di whiskie nell’altro.
    Esaurito il suo periodo donne,poker e motori Sandro si e’ riaccostato allo sport amatoriale ritornando ai vecchi amori (prima il calcio in una squadretta in cui si distingueva per classe e tocco ma anche per il gran correre e poi il ciclismoe’ uno di quei fanatici cicloamatori con bicicletta su misura da 7000 euro e rulli in casa che si sparano migliaia di chilometri all’anno)e scoprendone di nuovi come il windsurf, scoperto tardi e nel quale non ha raggiunto mai I miei livelli ma che continua a praticare con vacanze in sardegna in cui alterna la tavola alla bici o il freeclimbing. Ora,a 55 anni, e’ infatti piu’ vecchio di me di un anno, ha un fisico asciutto ed invidiabile e suppongo che se andassimo a fare jogging insieme il suo passo sarebbe nettamente piu’ veloce del mio (mi ricordo ancora l’umiliazione di essere stato inesorabilmente staccato 20 anni fa quando ce ne andammo a correre su per S.Luca-e I bolognesi sanno di cosa parlo- e io credevo di farne un sol boccone). Sono anche certo che se cominciasse a giocare a golf, sport(?) che sicuramente odia a livello pregiudiziale, in pochi mesi raggiungerebbe il mio mediocrissimo livello. Sandro insomma aveva ed ha ancora una sorta di talento naturale per lo sport: lo hanno detto anche di me ma non e’ vero, io sono stato il mulo(con l’eccezione del rugby dove avevo la testa e le mani ma mi mancava il fisico o almeno quel pizzico di velocita’ in piu’): ci mettevo piu’ tempo ad emergere ma poi grazie alla persistenza arrivavo anch’io ad un certo livello e magari anche lo superavo. E’ infatti vero che se poi uno non abbina la consistenza, il rigore, l’allenamento col solo talento naturale si finisce a fare il saltimbanco che alla fiera di paese o nella piazza di Sydney ti palleggia di testa, piede,taco per 45’ senza far cadere la palla ma comunque non giochera’ mai nemmeno in serie C. Diciamo dunque per concludere quest’ennesimo sproloquio estivo che di solo talento si fa prestissimo ad arrivare da zero a 6 ma poi ci si ferma li’ e che con la cocciutaggine dell’allenamento ci si mette molto di piu’ ma poi si arriva anche a 6 e mezzo e forse a 7 ma di li’ non ci si scolla. E’ il regno della Mediocrita’ Aurea a cui la maggior parte di noi puo’ al massimo ambire.Ma per diventare un PRO bisogna arrivare almeno a 8 e ci vuole l’uno e l’altro, talento naturale e fisico,rigore e mental, salute e fortuna. E un Genitore Appassionato, meglio se due.

  127. stefano grazia scrive:

    Per chi non lo ricordasse o si collegasse (ahi lui sventurato) con noi per la prima volta, cosa dice La Teoria della Mielina? Che stimulando ripetutamente un nervo (facendo per esempio ripetere e ripetere un dritto perfettamente impostato) si sviluppa intorno a quel dato nervo una sostanza-la mielina appunto- che lo isola, come un nastro da elettricista, e così facendo migliora la qualità e la velocità dell’impulso. Da cui la Formula secondo cui il TALENTO sarebbe:
    Deliberate Practice+Time=Myelin=TALENT
    dove il Deliberate Practice sarebbe l’allenamento impostato sulla tecnica concentrandosi senza posa sul migliorare le proprie debolezze. Lo stesso articolo individuava anche un’altra formula, complementare e basata sull’osservazione di quella fucina di campioni russi che è lo Spartak Club di Mosca e cioè:Genitori Motivati + Bambini presi in età precoce + Insegnamento Rigoroso della Tecnica + Disciplina Spartana = Talento

  128. gio92 scrive:

    Voglio solo segnalare che a Serramazzoni abbiamo in lizza per il titolo di campione d’Italia u11 di doppio femminile , un bel doppio di “figlie di blog” !!
    Ovviamente il mio tifo è per loro !
    In bocca al lupo

  129. Atti scrive:

    X Stefano…a proposito di TALENTO…
    Esperienza di un umile genitore di campagna , cose già dette ma repetita juvant….

    Teoria delle 3 EFFE tuttora in vigore che sortisce esiti negativi :

    Fame = ZERO (quasi sempre figli di famiglie agiate)
    Fama = Qualche vittoria per montarsi la testa (nr. Uno de noaltri…)
    Fumo = far credere al giovane (e alla famiglia) che la strada è quella giusta …

    Talento in Italia (fino ai 12-14 anni e salvo eccezioni che confermano la regola) :

    Un familiare maestro e/o addetto ai lavori (che sa fin da subito cosa fare…)
    + predisposizione del ragazzino/a (assieme a grinta, e discreta solidità mentale negli scambi)
    + ore e ore di allenamento fin da piccolissimo (quasi sempre personalizzato)
    = TALENTO (fenomeno) …..portatore sano di mielina….

    …. Poi crescendo la cosa diventa molto piu’ difficile e complicata, ed allora, se si è fatto un certo percorso di crescita, ferme restando doti tecniche e fisiche di base, è il ragazzo che deve cambiare marcia (voglia..) con il supporto tout court della famiglia (economico e morale) + un maestro/coach che abbia realmente voglia di seguirlo in maniera personalizzata (non solo a parole) + allenamenti allenamenti allenamenti allenamenti…. (per conferma papà Giorgio Errani potrebbe dirci quante ore di tennis + atletica si allenava Sara a 16 anni, a 18 anni oppure attualmente…)

    NB: Gli stranieri (dell’est) vengono ad allenarsi in Italia perché qui trovano strutture, sponsor, tornei a portata di auto e campionati (A e B) per racimolare ingaggi…

  130. gianni scrive:

    SEcondo voi tutti se un bambino talentuoso con tanta voglia di giocare, di divertirsi, e far divertire, votato al sacrificio per questo sport ma con genitori appassionati e poco ricchi quanta strada potrà fare in italia?

  131. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Francesco,
    il mio consiglio è quello di far fare ai gemellini tanto movimento finalizzato alla coordinazione, equilibrio e agilità. Facendo fare molteplici esperienze anche in altri sport ed attività (scherma, danza, arti marziali, ginnastica artistica…….) sempre sotto forma di gioco. I bambini devono imparare tutto divertendosi. Fino ai sei anni sarebbe meglio fare sul campo da tennis esercizi di spostamento e di coordinazione occhio mano senza usare la racchetta. Dopo i sei anni iniziare con il mini tennis.

  132. Stefano Grazia scrive:

    Dall’ottima intervista del nostro Autorevole a Fanucci, estrapolo quel che ci interessa piu’ da vicino (ma leggetevela tutta sul sito che merita):
    Domanda Roberto:Perché tanti nostri giovani, bravi da junior, faticano così tanto ad entrare nel circuito?
    Risponde Fanucci:I motivi principali sono a mio avviso due. In primo luogo, quasi sempre i nostri adolescenti sono molto più bambini dei pari età stranieri. Sono svogliati, capricciosi, non sanno una parola di inglese, hanno sempre bisogno della balia, che gli si dica cosa devono fare. All’estero, sarà la cultura, ma i maschi crescono molto prima. E poi, noi continuiamo tenerli troppo nella bambagia dei tornei juniores, che contano poco. Quello che conta, è iniziare a fare i Futures, fin dai 16 anni. E’ lì che si gioca il tennis vero, è li che si impara il professionismo.
    Poi a Gio92 ripeto quel che gli ho gia’ scritto via email: I NOMI!!!! Perche’ fra un po’ mi riscoccio e rismetto se nessuno scrive di se’ e dei suoi…Vabbe’ che viene confermato il fatto che solo chi non ottiene risultati scrive sul Blog (e i meno onesti smettono anche quando va male preferendo scomparire nell’oblio) ma visto che siete coperti dal nickname qualche info sui miniatleti, sull’atmosfera, sull’ambiente, sui ristoranti e sui motels, sui musei e le discoteche…Altrimenti che senso ha? So gia’ che ClaudioTn scrivera’ qualcosa ma honestly mi aspettavo un po’ di piu’… Invece che andare per mare e per terra a spargere la buona novella, diffondere il verbo e reclutare nuovi adepti che possano portare anch’essi nuove informazioni, mi sembra che in molti si stiano adeguando alla Filosofia del Prendi i soldi e scappa, del proprio orticello,e del prima pagare poi disegnare (questa e’ di Filippo Scozzari, un noto autore di fumetti della Bologna dei tempi del piu’ famoso Andrea Pazienza col quale ebbe forse un rapporto alla Salieri con Mozart). Su,datevi una mossa senno’ chiudo il rubinetto anch’io e quando e se deciderete di andare in america farete i miei stessi errori.

  133. bogar67 scrive:

    Federico mi pare avevi parlato anche di nuoto. La mia bimba (2004) ha da poco imparato ad andare in bici senza le rotelline e sa già fare le capriole in acqua oltre a sapere stare a galla. Ha inziato a fare mini tennis da settembre 2008 quando ancora non aveva compiuto 4 anni. 2 volte a settimana nella SAT con un maestro e poi con me almeno un altro paio di volte in un campo con un pavimento non liscio, dove praticamente le palline spesso acquistavano una traiettoria fuori dal normale. All’inizio il fatto che il pavimento non era liscio ma stile pavè con rimbalzi irregolari mi sembrava una cosa sbagliata ma invece mi hanno detto che per una bimba di questa età aiuta a migliorare i riflessi. Ho visto che in un catalogo per materaliale scuola tennis vendono palline con rimbalzo irregolare per cui questo tipo di allenamento avvalora questa tesi. Alla fine della stagione la mia piccola ha vinto il torneo di fine corso battendo bimbi/e più grandi di 3 anni (2001) mentre durante l’anno ha partecipato ai campionati PIA UNDER 8 giocando ed in alcuni casi vincendo con bimbi più grandi. Spesso mi interrogo se la mia bimba sia portata per questo sport facendo un paragone con gli altri bimbi che frequentano la sat o si incontrano in spiaggia, ai parchi etc. Ho letto come ti muoveresti tu: 1) chiedere ad un osteopata quale previsione è in grado di fare sulla crescita fisica di mia figlia è una cosa che prenderò in considerazione ma mia figlia rispetto alle altre bimbe/i anche più grandi di un paio di anni ha già un’altezza e una possanza fisica superiore di gran lunga ma ovviamente qui siamo in sardegna e si sa, salvo ultimi periodi, la statura sia maschile che femminile è solitamente non alta per non dire bassa, per fare dei paragoni di maggiore valore dovrei conoscere qualche bimba altoadesina fatto sta che la pediatra cmq dice che per l’età è alta. 2) affideremi ad un coach il compito di verificare il potenziale motorio (rapidità-equilibrio-coordinazione) raggiunto è da prendere in considerazione ma il coach o meglio l’istruttore ISEF mi ha consigliato le stesse cose che dici tu, fare più attività motorie possibile, almeno un’ora al giorno. 3) chiedere ad un mental coach di verificare la motivazione, la capacità di concentrazione e la predisposizione al lavoro per una bimba di 4 anni mi sembra troppo, mia figlia quando fa mini tennis a volte (poche) si distrae ma dipende anche dal tipo di gioco che gli fa fare il maestro, se il maestro è davvero bravo l’ora passa veloce e la bimba di uscire dal campo non ne vuole sapere. In questo momento come dice super giù atti io A) mi reputo un quasi addetto ai lavori,gioco da autodidatta da 30 anni e non sono un maestro, ne consegue che a mia figlia fino adesso non gli ho mai insegnato nulla, non sarei in grado di farlo, farei danni, faccio semplicemente ripetere quello che fa durante le ore di SAT o visto durante le lezioni FIT. B)Predisposizione della bimba penso che ci sia visto che quest’inverno sono stato svegliato più volte di domenica mattina (ore 7/7,30) dalla piccola con la frase “papà portami ai campi”.
    C) + ore e ore di allenamento fin da piccolissima (quasi sempre personalizzato) ne abbiamo fatte e ne facciamo tante, sabato ad esempio siamo entrati in campo alle 9 dope tre ore e mezza era ancora a provare battute e per portarla fuori gli ho dovuto dire che in panificio non si trovava più pane se questo è TALENTO (fenomeno) è cmq da vedere, di sapere quando ancora non ci voglio pensare, vorrebbe dire qualche capello bianco in più. Intanto il mio programma per questo inverno prevede 2 giorni di sat, 2 di scuola nuoto e 3 di allenamento libero, nel senso che se è lei che lo chiede (mai costretta ad andare) si va a giocare se no si rimane a casa. Ultima cosa la bimba ha imparato a fare il rovescio davanti la tv giocando con la wii, per gli addetti ai lavori sembra una bestemmia ma è davvero così.

  134. Edipo scrive:

    Ciao a tutti.
    Sono ancora vivo.
    Mi spiace molto non potermi dedicare al blog, ma nell’ultimo periodo sono stato un po’ preso.
    Non voglio sembrare un cavolo a merenda, intervengo solo per dare qualche notizia, nel primigenio spirito del blog, che è informare su accadimenti tennistici filiali di vario genere.
    Ebbene, Marta, in seguito ad un risentimento muscolare alla schiena, non importante, è stata sottoposta ad un serie di visite e test per accertare con precisione di cosa si trattasse.
    Niente di grave, fortunatamente, soltanto un sovraccarico di lavoro, da smaltire con due settimane di riposo.
    Ma la cosa più interessante e che le è stato riscontrato uno sviluppo muscolo-scheletrico di una quasi 14enne e non 16enne come direbbe l’anagrafe.
    A questo punto è stata prevista per lei una preparazione atletica diversa, che tenga conto di ciò.
    Per lei è stato un grande sollievo scoprirlo, perchè avendo iniziato molto tardi rispetto alle sue competitor (a 11 anni), aveva la sensazione di non essere in grado di recuperarle mai.
    Adesso, invece ha scoperto di essere un’under 14 molto forte, piuttosto che un’under 16 “scarsa”.
    Al di là di come ha potuto prenderla Marta, nella sua testa e nel suo cuore di bimba (pur importante), credo che sia uno spunto buono per riflettere sul fatto che ognuno ha un’età biologica che prescinde dall’anagrafica, e che la precocità non è una condizione essenziale per far bene uno sport, anche come il tennis.
    Marta magari non arriverà da nessuna parte, ma se l’avessimo costretta ad essere per forza una 16enne, probabilmente l’avremmo rotta, sia con il telento che senza.
    Tanti, troppi, rincorrono a un modello di precocità e si rompono, o hai il talento o non ce l’hai devi comunque rispettare la tua natura.
    In ogni caso è la strada giusta da percorrere.
    Tanto gli sponsor si trovano soltanto nelle categorie maggiori e non sono ancora sufficienti per tirare una stagione.
    Con la federazione latitante, capisco che i soldi che ci vogliono sono tanti, ma non scassiamo i nostri figli.
    Facciamoci legare all’albero maestro della nave e non facciamoci prendere dalle sirene.
    :-)

  135. claudiotn scrive:

    A questo link i tabelloni dei campionati under 11

    http://www.federtennis.it/CampionatiNazionali.asp?CodiceTorneo=CAMPIONATIINDIVIDUALI

    Non è difficile risalire ai nomi delle “figlie del blog”, che però hanno perso ieri sera. Comunque fra figlie e nipoti del blog le partecipanti qui erano 5 (su 39). Solo, però, nel tabellone femminile, mentre nel maschile il numero è zero. Che i genitori contino di più in campo femminile rispetto al maschile?

    Alcune impressioni:
    Nel femminile la differenza di altezza tra la più alta e la più piccolina (tutte e due piemontesi) credo potesse raggiungere i 40/45 cm, fattore assolutamente determinante. Nel maschile il fattore fisico è meno importante, anche se la testa di serie nr.2 Dallavalle, emiliano, è nettamente più alto di tutti e, credo, nel proseguo del torneo potrà sfruttare la sua potenza (io lo do come favorito). Mora impressiona invece per la capacità di interpretare il match e cambiare la tattica quando necessario (Papà maestro zen insegna).
    Tra le bambine Zerulo dovrebbe vincere abbastanza agevolmente. Più matura delle altre negli atteggiamenti in campo e fuori, nella preparazione del match, nel fisico già strutturato.

    Con l’occasione un saluto a Madmax, Mauro (e rispettive consorti), la moglie di Atti (e anche Atti ovviamente).

    Come sempre sono troppo sintetico, per chi volesse fare qualche domanda, sono a disposizione. Un saluto

  136. andrew scrive:

    …ClaudioTN…

    ciao Presidente, … ma non c’era anche Sebastiano? Un esempio di bambino che gioca benissimo ma che negli under al momento non può vincere…

    Perché non venite giù questo fine settimana per un mini-raduno? C’è anche un torneo ITF femminile nel circolo-ferrari del veneto….(perse le speranze nel maschile, si sta passando a cavalcare l’onda femminile…)

    Incontro aperto a tutti: soci vaffantennis = ingresso gratuito, soci FIT = 100.000 euro…

  137. gio92 scrive:

    Sempre in relazione ai camp u11 nel settore maschile segnalo Federico Gaio (omonimo) , bambino simpatico fuori ma serissimo in campo. Tenete presente che è di fine dicembre 1998…..

  138. Atti scrive:

    Un saluto a Claudio, Max e Mauro… sarei venuto volentieri anch’io a “ciacolare” con voi, ma avevo l’altra tennista da gestire nei tornei..

    Se Max non fa un commento nel Blog neanche stavolta.. credo che l’abbiamo perso definitivamente….

    Grazie a Claudio che ha svolto il ruolo di coach/allenatore non solo per Giada ma anche per Vale .
    Se cogli l’invito di Andrew facci sapere che organizziamo qualcosa…

    Per quanto riguarda Vale esperienza positiva, se consideriamo che veniva da 3 mesi in qui praticamente non si sono mai allenate con pochissimi tornei giocati (qui dovrei aprire un capitolo per spiegare e scrivere un post infinito e dettagliato anche in vista della prossima stagione di allenamenti…magari fra un po’ di settimane …se il Blog resiste all’usura…anche perché rischio di scatenare l’amico Andrew…), comunque, aldilà di dove si alleneranno la prossima stagione, questo tipo di tornei sono utili a prescindere, e credo che se veramente vogliono giocare ed allenarsi, vedere il livello medio sia di enorme stimolo per impegnarsi in allenamento….

    La conferma è che a livello junior U10 e U12 la solidità nello scambio (intesa come tenere in campo senza sbagliare) prevale quasi sempre su tecnica e gioco (non per sminuire sia chiaro, io dico sempre che chi vince è piu’ bravo e Stop ad altri discorsi e recriminazioni.. ), anche se 2-3 ragazzine sembrano comunque un po’ piu’ avanti delle altre (per la vittoria io scommetto sulla nr.3, visto che fra l’altro è anche corregionale)…

    Bella l’idea di lasciare tutti (genitori e maestri) sul terrazzo a guardare i ragazzi nei campi sottostanti, evitando di farli sedere a bordo campo con le solite manfrine fra genitori su palle piu’ o meno dubbie e/o su coaching (bella la scena di una mamma che dal terrazzo del circolo tentava comunque di dare suggerimenti alla figlia in tedesco.. ma è stata prontamente dissuasa…in italiano )…. Diciamo che tutto il coaching si è svolto solo con segnali e gesti fra uno scambio e l’altro…

  139. Roberto Commentucci scrive:

    Ho dato un’occhiata anch’io ai tabelloni dell’under 11. Dei concorrenti nel tabellone maschile ne conosco pochi, ma sono contento di vedere che sta andando avanti il padovano Bedolo, che ho visto al ttk warriors a Roma, e che a mio avviso gioca un gran tennis, completo e spavaldo. Uno che davvero non alza pallonetti.
    Nel femminile, ho visto che la figlia del nostro max, pur sconfitta al terzo turno,ha comunque avuto una testa di serie, pur essendo nc.
    Il che vuol dire, credo, che i tecnici federali la considerano futuribile.

    Una domanda per claudiotn: la Zerulo ha migliorato il servizio?

  140. claudiotn scrive:

    @Roberto
    per la verità era la prima volta che la vedevo, per cui non saprei com’era il servizio prima. C’era anche chi tirava più forte. Però il suo mi sembra molto sicuro. Di certo è molto solida e dotata anche di talento, tennistico e fisico. Quest’ultima caratteristica mi sembra un’ottima base da cui partire per costruire tutto il resto. Si muove bene, ha degli ottimi “piedi”. Mi ripeto è molto matura come atteggiamento. Pur sperando anch’io che vinca la nr.3 (anche perchè sempre insieme a mia nipote) credo che vinca la Zerulo

    Atti parlava di solidità nello scambio. Questo è assolutamente vero per il settore femminile. Vince chi sbaglia meno, a parità di livello di gioco. E anche abbastanza nettamente. Dialogo colto a bordo campo dalla ragazza (alta quasi come me 176 cm) che ha battuto 6-2 6-2 Valentina, la figlia di Atti
    “Hai vinto?

    Quanto?
    6-2 6-2, ma ho dovuto fare una bella pallettata, perchè volevo vincere a tutti i costi!”
    Per i maschi il discorso è diverso. C’è sì qualche “cagnaccio” che non molla una palla, ma la ricerca del vincente è preponderante. Forse in virtù del fatto che riescono ad arrivare prima con i piedi e a far andare la palla più veloce. Fa eccezione come detto Mora, che si costruisce il punto con molta pazienza. Nel primo match l’ho visto più volte giocare con calma cross stretto di diritto, l’avversario completamente fuori campo e poi rovescio ad una mano (bellissimo da vedere, anche in back) nell’angolo sinistro. Sul recupero del povero bambino già stremato, nuovo crossettino vincente e quasi crudelmente lento . Tutto con estreme calma e padronanza della situazione. E’ vero, il tutto dovrebbe essere testato in situazione di pressione psicologica più impegnative, però intanto…
    Ho visto anche Bedolo, che di sicuro non difetta in quanto a personalità. Anzi direi che oltre al tennis che sa giocare (ottimo, in doppio ieri fantastico) questa potrebbe essere la sua qualità migliore, sempre che col tempo si abbini all’umiltà necessaria per migliorare

    Ottima la scelta di non far scendere al livello campi i genitori e coach. Anche se ad un certo punto un genitore si era messo ad arbitrare dalla terrazza l’incontro del figlio, il cui campo si trovava parecchio distante (poco dopo è stato messo un arbitro).
    Ottima la volontà di far arbitrare gli incontri ai bambini vincenti, peccato che l’arbitro ci sia stato solo il primo giorno e non il secondo e il terzo.

    @Andrew e Atti
    per il miniraduno sono scettico a breve termine. Forse al torneo passo. Magari fra qualche settimana si può fare qualcosa.

  141. andrew scrive:

    …ma cosa vuoi farmi “scatenare” ancora, Atti? Ormai, so chi sono e cosa vogliono…

    essenzialmente vogliono che non esista nulla all’infuori di loro…

    adesso anche i maestri si sono presi il loro bel circolino, in altri due campi comunali di un comune limitrofo hanno installato il bagnino della piscina (che ha subito provveduto ad informare il CCV che lì non si fanno lezioni o se si fanno il campo costa di più…), ancora non sono arrivati nei campi comunali veri e propri della città (40.000 abitanti, che ricordiamolo sono due e solo perché in uno ho messo una rete a mie spese), ma è solo questione di tempo…

    diciamo che è più una guerra logistica prima che sportiva…Per contrastarli bisogna prima studiare Heinz Guderian…

  142. stefano grazia scrive:

    GIANNI, scusa se nessuno ha ancora risposto alla tua domand: “Secondo voi tutti se un bambino talentuoso con tanta voglia di giocare, di divertirsi, e far divertire, votato al sacrificio per questo sport ma con genitori appassionati e poco ricchi quanta strada potrà fare in italia?”

    Mia opinione: secondo me DEVE essere MOLTO talentuoso e poi anche vincere molto e presto in modo di attirare subito l’attenzione dei Federali o di un privato che voglia investire su di lui. Cioe’ non si scappa: alla fine da qualche parte i soldi devono arrivare. Su Tennis Confidential II di Paul Feinn leggevo una intervista a Jim Courier in cui lui indicava in Hopman e Bollettieri le due persone che gli avevano spianato la strada permettendogli di giocare ‘for free’, gratis. Il primo gli permise dopo averlo visto la prima volta a 10-12 aa di andare a Saddlebrook nei week ends a giocare con gli altri senza pagare i 50$ al giorno che altrimenti avrebbe dovuto pagare (e che aveva pagato quel giorno), il secondo dopo che era andato in finale nell’Orange Bowl U14 gli telefono’ per invitarlo ad allenarsi alla Bollettieri.
    So che gli Scout delle grandi Academies girano ancora nei vari tornei internazionali (Quinzi fu adocchiato a 8 anni in un torneo in Croazia e il padre lo porto’ a Bradenton per una settimana: quella volta pago’ ma fu l’ultima e Bollettieri gli fece subito firmare un contrattino secondo il quale lui poteva andare ad allenarsi for free ogni volta che voleva. Queste cose con la crisi sono sempre piu’ rare (lo stesso Miccini per due anni credo dovette pagarsi tutto) ma se uno e’ veramente un fenomeno ed e’ povero in canna… Il ragazzino piu’ benestante ha il vantaggio non indifferente di poter diventare un fenomeno allenandosi meglio e prima (precoscismo acquisito vs precocismo naturale) ma probabilmente gli manchera’ la fame … Ma non meniamo il can per l’aia: a un certo punto qualcuno qualcosa deve pagare.
    Se poi la domanda e’: puo’ fare QUALCOSA IN ITALIA e riguardava l’italia, io credo di si ma devi essere davvero un fenomeno precoce per poter accedere alla qualita’. Il problema non e’ che mancano i coaches bravi in Italia, e’ che manca la possibilita’ di far diventare bravi piu’ ragazzini , manca un percorso naturale e prestabilito per cui tutti possono accedervi e solo poi i fenomeni diventare PRO…In Italia temo che qualche buon giocatore che avrebbe potuto diventare un fenomeno (nel senso di un Top 100)si perda per strada perche’ non ha avuto la possibilita’, non e’ stato gestito al meglio, si e’ perso per strada, ha finito i fondi, non sapeva piu’ ne’ che fare ne’ dove andare,la scuola non l’aiutava,etc etc…E’ una questione di numeri: qualcuno si perdera’ sempre per strada ma e’ chiaro che a causa dei costi e delle difficolta’ dopo i 14 anni continuano solo in 20 anziche’ in mille, bisogna sperare nel colpo di fortuna…. Nel rugby in New Zealand …ci sono e ci saranno sempre campioni perche’ giocano tutti, proprio tutti…Sono solo 4 milioni di abitanti ma a rugby cominciano a giocare nella culla, e poi all’asilo e poi a scuola…Quindi anche se sono solo 4 milioni di cui presumibilmente la meta’ donne, avranno sempre piu’ campioni nel rugby che da noi in Italia anche se siamo 60 milioni … Da noi tutti giocano a calcio.Il tennis ha anche l’aggravante di costare troppo. La Federazione deve investire in campi pubblici, in fascie orarie preferenziali per gli U14, nei tornei nel Week End e in tutto quello che puo’ ridurre i costi del tennis. Qui do ragione a Nikolic: non e’ compito della federazione costruire il campione ma dare a quanti piu’ possibile l;a possibilita’ di diventarlo si: quindi propagandare lo sport e non creare ostacoli (per esempio i vincoli, le liti e le gelosie da cortile coi e fra i privati, etc etc etc)

    Ma e’ vero, verissimo, che oltre oceano i coaches fra le varie caratteristiche che esaminano nel valutare la potenzialita’ di un prospetto, guardano anche alle tasche dei genitori e/o alla loro disponibilita’ a fare sacrifici ANCHe (non solo) economici.. Il fatto e’ che se tuo figlio non e’ ancora un fenomeno magari un po’ di soldi possono aiutare a diventarlo. Triste, ingiusto ma brutalmente vero.

  143. Stefano Grazia scrive:

    Aggiungo e chiarisco: credo che da zero a 10-12 anni un genitore anche che non sia un Coach ma semplicemente uomo di sport e appassionato possa fare bene e meglio dei tanti Maestri Scoglionati del Circolo sotto casa o di una SAT sovraffollata: da zero a 10-12 il grosso del lavoro vien fatto in casa (il che non significa che il genitore deve andare a scegliere a volte a chi affidarlo per le basics, debba portarlo magari una settimana o due all’anno in questa e quella Academy o da questo o quel luminare, ma poi spetta a lui giorno per giorno seguire il figlio e fargli fare tanti altri sports), ma poi fra i 13 e i 16 anni, in quei 4 anni si gioca il tutto e li’ bisogna affidarlo ai migliori, stare in mezzo ai migliori, competere coi migliori and this means an awful amount of money, questo costa un sacco di soldi. O ce li hai tu o tuo figlio e’ tanto bravo che gli fanno fare questa parte del percorso tutto spesato. Alcuni di noi hanno pensato di provare un shortcut,una scorciatoia: spendere un po’ di piu’ prima per poi spendere meno dopo.Ma non sta scritto da nessuna parte che sia la strada giusta.Fondamentalmente l’ideale per avere l’animo in pace e la coscienza pulita sarebbe il fatto che il diretto interessato fra i 12 e i 14 anni scoprisse davvero che giocare a tennis e’ tutta la sua vita, che e’ davvero quello che vuole fare da grande. Ancora da Tennis Confidential II, questa volta Paul Fein intervista Wilander che a un certo punto dice (e’ un intervista di 4-5 anni fa): “Si chiedono come mai Tiger woods ha il ghiaccio nelle vene e piu’ killer instinct di Davis Love III.E’ perche’ pnulla e’ piu’ importante del golf nella sua vita.Una volta che qualcos’altro prende il posto del tennis come la cosa piu’ importante nella tua vita, you’re basically done,sei finito.”

  144. stefano grazia scrive:

    SEGNALO L’ARTICOLO DELL’OTTIMO RICCARDO BISTI IN RASSEGNA STAMPA (e poi dicevate che io e Mad max eravamo esagerati….):

    Due anni, fenomeno by Riccardo Bisti, TennisBest.com

    Hanno così tanta brama da averlo già definito “il nuovo Murray”. Il numero 2 ATP è scozzese, fatto non troppo gradito agli inglesi purosangue. E’ dunque normale che gli english (e i loro giornali) cerchino un “prodotto” tutto loro. Tim Henman era perfetto, ma non ha saputo andare fino in fondo (leggasi: vincere Wimbledon). E allora, dopo aver adottato a fatica il moccioso di Dunblane, sono a caccia di un connazionale che possa rinnovare le gesta tragicamente lontane di Fred Perry. Ma stavolta hanno proprio esagerato. Essì, perché il nuovo Murray sarebbe Jonah Ziff, 2 anni. Si, avete letto bene: il nuovo baby prodigio del tennis britannico ha appena 30 mesi ed è già finito sui famelici tabloid di Sua Maestà. I quali gli hanno già dato un soprannome. Se Richard Kraicek (olandese campione a Wimbledon nel 1996) era “Baby Face”, il piccolo Ziff è stato soprannominato “Baby Ace”.

    “E’ un bimbo prodigio”
    Il prodigio arriva da Stoney Stanton, paese di 7.000 anime non troppo distante da Leicester. Il suo avvicinamento al tennis è già leggenda: si narra che papà Jonathan e mamma Danielle l’abbiano trovato nel cortile di casa, racchetta in mano, a scagliare pallate contro la parete del garage. Jonah è il più piccolo di 7 fratelli (gli altri hanno tutti tra i 5 e i 15 anni), e ciò che stupisce è la totale assenza di atleti in famiglia. Non si è ancora liberato dall’uso dei pannolini, non arriva ancora al metro di altezza e la racchetta è più ingombrante di lui. Eppure sembra che il sacro fuoco del tennis gli scorra nelle vene. I suoi genitori lo hanno portato ad allenarsi a Narborourgh da John Lloyd, dove c’era già il fratello maggiore Hugo. I risultati sono stati sorprendenti: “Colpisce la palla in modo perfetto. Inizialmente abbiamo pensato ad una casualità, ma lui ha continuato senza fermarsi” racconta la madre, pericolosamente orgogliosa “La gente si fermava a vederlo giocare”. Il padre le fa eco: “Mi hanno detto che Jonah è una specie di ragazzo prodigio. Devo dire che è abbastanza sorprendente. Però è come ossessionato dal tennis, e la sua tecnica è nettamente superiore a quella dei coetanei”.

    Primi tornei in vista
    I coniugi Ziff hanno deciso di provarci sul serio. Hanno addirittura assunto un personal trainer, Henry Newball (e già il cognome è tutto un programma…), con il quale Jonah si allena quattro volte a settimana. “E’ molto difficile che un bimbo di due anni mantenga la concentrazione per più di dieci minuti. Lui ci riesce. Ama il tennis, è rarissimo per uno della sua età” racconta il tecnico, che aggiunge: “Quando abbandoniamo il campo può capitare che pianga dal dispiacere”. Intendiamoci: il rischio-bluff è altissimo, ma è altrettanto vero che a due anni di solito non si riesce a tenere una racchetta in mano, né tantomeno a colpire. Ziff (i video lo dimostrano) lo fa: “Ha un’abilità tecnica sorprendente, ma non devo forzarlo. Bisogna solo sperare che continui a divertirsi in quello che fa” conclude Newball. E’ ridicolo parlare di singoli colpi per un protocampione, eppure gli inglesi non si fanno mancare niente. Pare che abbia un gran dritto, un buon rovescio e un servizio “straordinario” (da qui nascerebbe il soprannome “Baby Ace”). Johan gioca partite al meglio dei tre giochi, ed è già arrivato a battere ragazzini di quattro anni più grandi. Bimbi di sei anni, il triplo della sua età. Fino ad oggi ha giocato esclusivamente in ambito amatoriale, ma c’è già il (folle?) progetto di farlo competere in qualche torneo entro la fine del 2009.

    Attenzione: è solo un bimbo
    Che dire? L’attenzione intorno a questo bambino ci sembra francamente eccessiva. La storia ci ha presentato decine di baby-fenomeni che poi si sono persi nei meandri della mediocrità (se non in qualcosa di peggio). Senza voler generalizzare, spesso la colpa è dei genitori che vedono nei propri figli l’opportunità di un facile guadagno o (peggio ancora) una proiezione delle proprie ambizioni. Per un Richard Williams e uno Yuri Sharapov che ce l’hanno fatta (sia pure con metodi discutibili), tante storie restano nell’anonimato. Perché una promessa che si perde non fa notizia. La speranza è che i genitori di Jonah Zinn si rendano conto che il tennis, oggi come oggi, è solo uno splendido passatempo per il loro bambino. Il maestro lo ha capito e avrà il dovere di proteggerlo da eventuali (e inaugurate) derive. Se poi diventerà forte come Murray o come Henman…tanto meglio. Però oggi c’è solo un bimbo di 2 anni che tira una pallina contro il muro, inconsapevole del casino mediatico che gli hanno costruito intorno. Dimenticarsene sarebbe delittuoso.

  145. claudiotn scrive:

    Ovviamente il mio pronostico per il campionato under 11 maschile è già andato a farsi benedire. Comunque anche Moroni è un bel giocatore (e così ne ho decretato la sconfitta…)

  146. Mauro scrive:

    Ciao a tutti. Ecco le mie considerazioni sui campionati italiani, l’0rganizzazione è stata molto buona e con poche sbavature, ho trovato gentilezza e disponibilità da parte tutti, responsabili e collaboratori federali e non. La struttura alberghiera a mio avviso non era all’altezza per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo, una tripla (con brande stile collegio e senza condizionamento aria) con pensioone completa ma senza bevande (neanche l’acqua) 130 euro al giorno, mi sono sembrate eccessive se si pensa che in alto adige per esempio con lo stesso prezzo in albergo notevolmente migliore e con il centro benessere e piscina interna inclusa, costa meno.
    Cominque la struttura tennistica è molto bella con una bella terrazza che sovvrasta i campi e permette una buona visione.
    Il torneo si è svolto in un clima molto positivo e piacevole, le bimbe hanno fatto amicizia tra loro e facevano un gruppo affiato. Anche il ripstik (lo speciale skate che Nicholas ha portato dagli usa e che abbiamo acquistato a nostra figlia) ha fatto la sua comparsa, ho detto a Chiara di farlo provare alla sua avversaria prima del match, ma non è servito…..scherzo ovviamente.
    Anche noi genitori abbiamo fatto conoscenza e ci siamo scambiati tante informazioni interessanti. Tra l’altro confermo che molti di loro e alcuni maestri seguono il blog senza tuttavia scrivere. segue…

  147. Mauro scrive:

    Inoltre, il torneo è stato interessante perché ha permesso alle bambine di diverse regioni di allenarsi fra loro. A parte una bimba, a mio avviso il livello tecnico era molto simile per circa 15/20 bimbe, anche la nipote di Claudio mi è piaciuta molto come gioca, ma al pari di mia figlia per ora non ha il fisico per sovvrastare quelle che attualmente hanno sviluppato prima. I giochi insomma sono aperti, molto dipenderà da come lavoreranno nei prossimi anni e dalle motivazioni che accompagneranno bimbe e genitori.

  148. Mauro scrive:

    Aggiungo poi, che sono sicuro che ci saranno delle bimbe che per vari motivi non hanno partecipato che sicuramente si affaceranno alla ribalta nazionale.
    Insomma, da un lato chi adesso primeggia non deve cullarsi negli allori, e quelle che stanno dietro devono trovare le motivazioni per allenarsi sempre meglio, soprattutto con qualità.

  149. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Bogar,
    il nuota va benissimo ma lo farei praticare dagli 8 anni in su. all’età di 4 anni sono da preferirsi le attività anaerobiche a quelle aerobiche. Ti consiglio di far allenare tua figlia sempre con altri bambini o con un bravo istruttore. Se tua figlia ha imparato il rovescio con i video games vuol dire che apprende bene per imitazione. Occorre che sia esposta ad esempi consoni alla sua età, alle sue capacità ed alle sue possibilità.
    Ieri, parlando con un mio amico tennista, anche lui appassionato di micologia e tartuficultura mi diceva: i giovani tennisti talentuosi sono come piccole piantine micorizzate. Potenzialmente potrebbero produrre tartufi, poi dipende dal tipo di terreno in cui vengono piantate, la quantita di acqua che ricevono, i lavori che vengono fatti al terreno, le potature e via discorrendo. Sono lavori che vengono fatti ogni anno ed in ogni stagione per almeno 20 anni. Nonostante le tartufaie artificiali crescano sempre più di numero, i tartufi sono sempre più rari sul mercato………….

  150. Mauro scrive:

    Ci tenevo poi a fare un caro saluto ed un ringraziamento a Max e famiglia, a Paola e famiglia a Claudio e nipote, alla simpaticissima Letizia G. e alla sua famiglia, alla Martina Pugliese ed a quella Toscana e rispettive famiglie, a Eleonara ed ai suoi genitori che però non c’erano. A tutti i maestri, genitori ed organizzatori che con passione e competenza hanno seguito i bimbi.

  151. bogar67 scrive:

    Ciao Federico, trovo molto interessanti i tuoi interventi, per il nuoto comunque abitando in una regione bagnata dal mare credo sia essenziale saper nuotare e siccome io non sono un grande nuotatore spero che mia figlia almeno abbia questa capacità fin da piccola per cui anche a completamento dell’attività tennistica penso che vada bene. Sul blog molti (anche il papà della Errani) parlano dell’esperienza multisport dei propri figli ed io mi sto convincendo in tal senso. Una cosa poi mi sembra di aver capito che mia figlia ha una certa predisposizione a praticare sport ed anche a primeggiare. Portata in piscina per la prima lezione, l’istruttore gli ha fatto fare una gara con la tavola da un punto all’altro della piscina, risultato mezza vasca dati a tutti gli altri bimbi che invece erano alle alla 6/7 lezione, altro esercizio era quello di raccogliere 5 anelli dal fondo piscina, l’unica a riuscirci in immersione era la mia bimba ed una volta che di anelli ne ha presi solo 4 ha guardato me e mia moglie dispiaciutissima e questo mi fa pensare che le motivazioni nel far bene ci stanno già da piccola. Ora riflettendo con gioia e speranza paragono mia figlia a un mio amico di infanzia che in qualsiasi sport si cimentava primeggiava e si evidenziava per bravura. Questo mio amico tra gli 8 e 12 anni giocava a calcio benissimo, primeggiava nel tennis vincendo diversi tornei ma alla fine ha scelto la pallacanestro dove per l’altezza (1,80) era un pò limitato arrivando cmq a giocare in B2 come play. Adesso questo ragazzo di 42 anni diplomato ISEF gestisce adesso come maestro e tuttofare una struttura con tre campi da tennis in un paese di provincia. Penso che la scelta giusta o sbagliata su cosa specializzarsi cmq sarà da prendere dopo i 12 anni fermo restando che mia figlia vive quasi perennemente in un circolo e non sempre per fare tennis. Ieri ho dovuta portarla casa di forza, non voleva tornare perchè voleva continuare a giocare a dama. Federico tu cosa ne pensi per i bimbi dei giochi anche non atletici dove si sviluppa la capacità di comprendere le tattiche di gioco? La dama o gli scacchi mi sembrano adatte non pensi?

  152. Archipedro scrive:

    Sono salito con mio figlio sullo Jof di Montasio (da m.1500 a m.2750). Quella dell’alpinismo è un’esperienza (fisica e mentale) che vi suggerisco…
    Ah, qui si parla SOLO di tennis?!… Eh, eh..

    Allegasi:

    INNO AL MONTASIO
    « Se vai nelle Giulie, ovunque lo vedrai
    è il più bello, il più maestoso
    Jôf di Montasio re delle Giulie
    Ovunque dalla Val Dogna,
    dalla Saisera e da Nevea
    lo vedrai come un re dominar
    Ascolta! senti questi canti?
    questi canti sono un inno
    sono un inno alla Montagna
    alle Giulie, al Montasio »

    Robis di mas furlans…

  153. stefano grazia scrive:

    Autarchipedro! Potrei sempre mettermi a farfugliare di cinema o di qualche buon libro ma allora mettiamoci d’accordo e facciamo un blog tipo ‘feisbuk’ giusto per trovare chi fra noi ha affinita’ elettive…Ora tu non ci crederai ma sono andato a vedere il tuo sito che mi e’ parso molto bello e ben curato e altrettanto poco visitato almeno a giudicare dalla scarsita’ dei commenti e lo dico con estremo dispiacere che spero tu crederai sincero … Il fatto e’ che il tuo blog e anche quello curatissimo di ADC o del Prof Buzzelli mi confermano che nonostante piu’ volte anch’io abbia pensato, nei momenti piu’ grami, di trasbordare las nostra baracca altrove, magari sfruttando la deriva, in realta’ l’ospitalita’ che ci hanno dato qui sul Blog di Roberto Commentucci (OPS…lapsus freudiano, di Ubaldo Scanagatta…ma scherzi a parte, il Blog ormai e’ moderato forse solo da Roberto ed e’ questo il suo unico punto debole) ci permette comunque una visibilita’ ben maggiore a quella che potremmo trovare in un sito nostro… Il merito di Ubaldo in fondo e’ proprio questo: averci lasciato fare. Certo, anch’io ho nostalgia del primo periodo in cui lui spesso interveniva qua e la’ su tutti gli argomenti e ci raccontava anche le sue esperienze…Proprio in questi giorni sto raccogliendo tutti i miei pezzi per cercare di mettere insieme quel mio famoso libro (Editore cercasi!) e mi sto rileggendo i primi posts e sono veramente interessanti…Poi trovi un sacco di gente che non scrive piu’ e un certo ‘melik’ che per tre mesi ha continuato a inviare commenti dopo il Decimo Riassuntone nonostante Roberto avesse scritto di inviare i posts a seguito del nuovo articolo (l’undecimo): la cosa avveniva a giugno 2008 e Melik ancora a settembre inviava un post del tipo: oh, ma dove siete finiti tutti? Non c’e’ piu’ nessuno??? …
    Mi sono perso, come al solito: che stavo a dire? Che il sito di Archie (www.archipedro.blogspot.com) e’ proprio bello e guardando le foto ho visto che Mati sembra piu’ alto a 7 anni e mezzo di Nicholas a 12 e comunque vedendolo fare il treadmill o free climbing su una parete artificiale ESATTAMENTE COME FACEVA Nicholas in Angola ho scosso il capo pensando a quanto il buon AutarchiPedro ci tenga a differenziarsi da me sporco capitalista ignorando (o fingendo di ignorare) quante affinita’ elettive avrebbe piu’ con me che con tutti i suoi sodali del club ‘Amici del Che’ … Cio’ detto e’ indubitabile che per scrivere su questo subblog dal titolo Genitori & Figli non sia indispensabile essere ne’ gli uni ne’ gli altri ma che si faccia almeno finta di partire dall’argomento…quindi la gita in montagna col proprio figlio ci sta benissimo ma la forzata ironia (e adesso si offende…) del ‘Ah, qui si parla SOLO di tennis?!… Eh, eh..’mi sembra ingiusta…IN REALTA’ QUI SI PARLA E SI E’ PARLATO PROPRIO DI TUTTO, PUR PARTENDO SEMPRE O QUASI SEMPRE DAL TENNIS e in particolare di tennis junior.

  154. stefano grazia scrive:

    E a proposito, mi e’ arrivato Tennis Italiano di Settembre con l’intervista a Safin che a un certo punto dice di essere stasto rifiutato ben due volte da Nick Bollettieri che gli avrebbe proprio detto che non credeva in lui, che secondo lui non ce l’avrebbe mai fatta e bye bye quando invece Marat a 12 aa voleva essere accolto (con una scholarship) visto che li’ in quel periodo c’erano gia’ Mirny,Haas, Lisnard(non so chi sia) e la Kournikova tutti piu’ o meno della sua eta’… Bene, se e’ andata cosi’ un bello ’scazzo’ da parte di Nick e la prova che anche se i piu’ famosi guru ti dicono che sei una merdazza qualche possibilita’,se davvero ci credi, ce l’hai ancora (o che comunque 12 anni sono ancora troppo pochi per giudicare un carattere, una persona, e perfino il suo livello tecnico). Io pero’ sapevo anche un’altra versione (SCOOP!!!!). quando safin dopo aver vinto l’aussie open si fece male al ginocchio ando’ ad operarsi a Bologna dal Prof Marcacci lo stesso che opero’ Baggio (e me) al crociato anteriore (
    la mia era la seconda operazione, la prima fatta 12 anni prima da un altro chirurgo e non riuscita perfettamente). dunque Safin si fece 2-3 settimane di riabilitazione al Centro isokinetic fondato e diretto dal dr Stefano Della Villa che oltre ad essere uno dei miei migliori amici se non il migliore ha anche sposato mia cugina Anna che per me e’ sempre stata quasi una sorella. Ovvio che trovandosi mia moglie e Nicholas in Italia in quel periodo mia cugina (Stefano era a un congresso)organizzasse subito un incontro fra Nicky,che allora aveva 7 o 8 anni, non ricordo se era il 2004 o il 2005, e Marat. Safin fu gentilissimo, simpatico e paziente e rimase una mezzora a parlare con Nicholas (che come sapete mastica l’inglese meglio dell’italiano) e gli racconto’ anche di essere andato in Spagna. E a Nicky che gli chiedeva : ma perche’ non sei andato da Bollettieri? lui sorrise, guardo’ mia moglie, e poi rispose: Be’, questo te lo spieghero’ poi quando sarai un po’ piu’ grande…

  155. Archipedro scrive:

    Stefano, il mio blog, pleonastico rimarcarlo, é ben poco visitato. Due i motivi: tratto argomenti che non intercettano l’interesse del lettore medio, non facendo peraltro molto per attirarlo nella mia atipica direzione, ed il mio nome non dice nulla ad alcuno. Non buco i browsers… :-) Come corollario, il fatto di non essere comunque un allenatore professionista rende i miei pensieri, o appunti che siano, privi d’autorevolezza (la maggior parte dei siti sono comunque così, densi d’informazioni - spesso utili - ma poveri di condivisione… “genitori & figli” è quindi un contenitore molto interessante, come l’ho sempre considerato… ineducazioni e malizie a parte…).
    Ciò ammesso, continuo ad utilizzare il mio sito come diario, memoria personale a disposizione di chi non ne ha mai avuta, e fonte d’ispirazione per i pochi conoscenti che sanno già di cosa parlo. Cosicché se mai qualcuno mi dovesse nuovamente affidare il proprio figlioletto per dell’atletica, o altro, non dovrò più di tanto sforzarmi di mettere le cose in chiaro. Come piace a noi furlanazzi, essere noiosamente trasparenti…
    Ultimamente mi sono reso conto che allenare altri bambini, anche per far sentire mio figlio meno solo, mi carica di responsabilità “improduttive”. E non mi facilita affatto i rapporti istituzionali: al campo d’atletica sono già diventato una presenza scomoda, ed a nulla vale il mio essere “uno della FIDAL provinciale”. Tanto tutti sanno benissimo chi conta e chi no.
    Questo stesso discorso potrebbe ben valere per il mio piccolo blog, dal quale alcuni, ok, pochi :-), trarranno idee senza darmi nulla in cambio… Un giorno, però, potrebbe, magari, capitare che, in sede agonistica, mio figlio renda al padre l’impegno che il vecchietto tristonazzamente gli dedica. Ed allora forse questo nostro libro dei desiderata potrà essere rivisitato con occhi diversi…
    Nuovamente, come piace ad uno sportivo, faranno fede i nostri risultati. Come avviene proprio in montagna…

    Nota quotidiana pittoresca. Libro da noi scelto per le vacanze, da riassumersi: Il Piccolo Principe. Il concetto cardine, al capitolo quarto, partorito dal piccolo in luogo del da me suggerito “ottusi”… riferito ai grandi… è stato <>. Molto meglio.
    Leggere, o semplicemente guardare, oltre il nostro egoismo: aiuta arrivare ad alta quota. Non tutti ci riescono… Forse il mio asteroide dello sport si chiama anch’esso B 612… sopra c’è un fiore, del quale mi devo comunque occupare.
    Per adesso non lo faccio innaffiare ad altri…

  156. Archipedro scrive:

    Ehi, manca un pezzo… !!!

    è stato… “non guardano fuori di sè”

  157. Giorgio Errani scrive:

    ho visto solo oggi il sito di archipedro http://www.archipedro.blogspot.com : BELLISSIMO !
    ne consiglio la consultazione a tutti, e faccio i complimenti ad Archipedro, vecchio furlanazzo trasparente… che amo, come tutti i furlanazzi; ho fatto la naja (bersagliere) a Tauriano, ricordi aspri e ruvidi (il terremoto, il Meduna, il Carso, i pattugliamenti di confine) come la terra che ci ospitava, ma entrambi (i ricordi e ll Friuli) indelebili nell’anima

    mi sentirei di dire che - tirando un pò le fila di questo blog e di tutto quello che è stato scritto, di tutta la competenza, la professionalità, la passione che sono emerse in maniera a volte disordinata e/o altalenante - sarebbe veramente un peccato che “…tutto questo andasse perduto, come lacrime nella pioggia…”

    e quindi mi piacerebbe che qualcuno (Roberto Commentucci ? Ubaldo ? altri ?) potesse ordinare ed integrare - magari con lo sforzo supplementare di chi ha contribuito finora - tutto questo materiale e costruire qualcosa (un libro, come già ipotizzato ? altro ?) che possa servire da punto di riferimento per altre persone, non SOLO per il tennis ma per qualsiasi sport (anche se il tennis è quello che ne ha forse più bisogno degli altri)

    un “decalogo del genitore del piccolo sportivo” è già presente (molto tecnico, umano e bello) sul sito di archipedro
    quelli di voi che hanno praticato fattivamente qualche sport (sorry… gli altri possono sempre provare, non è mai troppo tardi) possono rileggere - all’infinito - i punti 9 e 10 ed emozionarsi ad ogni singola rilettura senza soluzione di continuità

    ai tempi di Sara (esattamente 10 anni fa) non esisteva uno scambio di informazioni sul tennis giovanile e sull’indirizzo al tennis agonistico di un figlio, lontanamente paragonabile a questo blog; e nessuno di voi può immaginare (nemmeno gli addetti ai lavori) quanto siano cambiate le cose in questi 10 anni per un genitore che abbia un figlio che vuole (speriamo sempre che voglia, e che non sia invece costretto…) giocare a tennis a livello agonistico

    fortunatamente le cose sono cambiate in meglio per i genitori (è uno dei pochi lati positivi della globalizzazione), anche se il merito è tutto dei genitori stessi che hanno usato questo strumento in maniera positiva ed invece (once again…) nessun merito mi balza agli occhi da parte di chi dovrebbe essere preposto ad informare ed indirizzare (e magari anche contribuire a) i giovani atleti che vogliono praticare a livello agonistico lo sport che queste persone rappresentano

    mi sarebbe piaciuto fare parte della banda di questo blog…

  158. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Bogar,
    se tua figlia fa un po di nuoto ben venga. E’ uno sport che comunque migliora la coordinazione gambe braccia ed è utilissimo per rinforzare i dorsali, muscoli fondamentali per il movimento del servizio. La cosa importante è che a questa età non sviluppi massa muscolare e che non faccia troppe vasche come esercizio aerobico. Trovo che il gioco degli scacchi sia utilissimo per i bambini. Te lo dico per convinzione e perchè io stesso ne ho provato i benefici. Mi è stato insegnato il gioco degli scacchi a 5 anni e ricordo alcune estati trascorse da bambino a fare interminabili partite con un amico iraniano il quale mi raccontava che nel suo paese ed anche negli stati meridionali della Russia gli scacchi era una disciplina scolastica. A parte le doti di ragionamento, gli scacchi aiutano i bimbi a concentrarsi, a focalizzare e soprattutto a razionalizzare gli istinti di attacco e di difesa. I bimbi sono aggressivi e competitivi per natura. Il gioco degli scacchi tende a razionalizzare questa loro vocazione mettendola alla prova con i tempi ed i modi dell’avversario. Senza che i bambini se ne accorgano gli scacchi formano una grande disciplina mentale.

  159. bogar67 scrive:

    Grazie per i tuoi consigli Federico, la iscrivo per una sola lezione settimanale onde evitare uno sviluppo muscolare superiore a quanto servirebbe per una tennista. Notavo infatti che nelle gare di nuoto e pallanuoto agli ultimi mondiali le atlete hanno una massa muscolare ragguardevole e non credo che la stessa forma fisica sia ideale nel tennis. A parte una delle due sorelle WIlliams nel tennis non mi sembra che ci siano atlete dalle spalle larghissime o dalla muscolatura abnorme. Una buona forma fisica è importante, mi affiderò cmq ad un mio amico istruttore Isef per un controllo periodico della crescita come mi hai consigliato tu. Avere un’ottima possanza fisica vedo però che nel tennis femminile a volte non è proprio necessario, di tenniste non alte di statura e mingherline se ne vedono anche tra le prime, sono rimasto però sconcertato quando ho assistito in tv all’incontro degli internazionali femminili di Palermo tra la Spagnola Dominquez Lino (101 wta) contro la nostra Vinci, era la prima volta che vedevo un’atleta come quella spagnola con una pancia e con del grasso superfluo impressionante, segno che in Spagna riescono a fare diventare tenniste anche…….chi tennista non è nato.

  160. Archipedro scrive:

    Giorgio, sono commosso dalle tue parole. Grazie.
    Le persone come te, con un simile approccio, semplice e sereno, nobilitano il tennis. Ci riconciliano con quello “strano mondo”. Saranno felici i tuoi figli d’un simile punto di riferimento…
    Ma ancor più mi colpisce la tua voglia d’andar oltre i successi della tua tennista, quasi ad esorcizzare l’idea che per diventare delle professioniste queste giovani debbano sacrificare anche un solo pezzetto d’anima :-)

    Vorrei anch’io invitare i lettori a cercare su Google le foto dei fratelli Errani, come ho già fatto…
    http://www.sportravenna.it/mostranews.php?idnews=637
    Cerchiamo di trarre la migliore ispirazione da questi sguardi esemplari ed eloquenti…

  161. Stefano Grazia scrive:

    Volevo fare una precisazione a quanti ogni tanto richiedono di trarre un libro dai due anni e passa di Genitori & Figli. Ricordando che questo spazio era nato semplicemente come commento ad un articolo di Semerano sul fenomeno del momento, Jan Silva di ben 4 anni, in pratica un vecchiaccio comparato al Jonah Ziff ricordato dal sempre ottimo Riccardo Bisti (un altro dei pionieri del Blog: in pratica l’unico che non ha fatto carriera sono io) e che poi fu sviluppato in forma di saga su Genitori & Figli dal sottoscritto con l’aiuto soprattutto in un primo tempo di un certo Stefar, poi di Enzo Lo Iacono e finalmente dall’Orribile Hulk, alias Max da me subito ribattezzato Mad Max e che fu il primo a parlare di una Guida Michelin per i Genitori di MiniTennisti. Certamente altri contributi importantissimi sono arrivati da Mauro,da Andrew,da Atti, da Archipedro e da tanti altri, ultimo il Mental Expert, Federico Di Carlo. In effetti io in questo momento sto davvero cercando di scriverlo un libro ma sara’ piu’ un opera di narrativa (vabbe’, un opera…lasciamo stare) utilizzando ovviamente i miei post personalisti, aneddotici e ‘diariistici’, se esiste una parola simile, ma nel contempo sto anche cercando di recuperare interventi che potrebbero essere utili per un parallelo libro di didattica. Diciamo che l’opera di narrativa la mando alla fandango o alla Baldini & Castoldi mentre quella didattica a qualche casa editrice specializzata in cose sportive… Scherzi a parte,le mie perplessita’ nascono semplicemente dal fatto che queste cose in realta’ ti vengono di solito pubblicate se sei tu che tiri fuori i soldi … Altrimenti queste cose si scrivono su commissione perche’ una qualche casa editrice te le richiede… Ovviamente qui sarebbe Ubaldo il nostro asso nella manica ma al momento non credo questo subblog possa rientrare nelle sue priorita’: certo, gli presentassimo l’opera compiuta lui potrebbe scriverci la Prefazione e una Introduzione e poi magari suggerire a Roberto da chi bussare alla porta… Ho letto il piano dell’opera su cui intenderebbe lavorare Roberto e a questo punto posso solo sperare che venga richiesto anche il mio contributo e che almeno i miei Riassuntoni e i 12 dei 13 capitoli della Second Season. Confesso che ad essere tagliato fuori ci rimarrei male anche se riconosco che la parte meramente tecnico-didattica e’ stata svolta piu’ da altri che dal sottoscritto: io ho descritto Academies e Metodi di Allenamento mutuati dalle Academies in cui eravamo stati.
    MA PER IL MOMENTO LASCIATEMI SCRIVERE “La Canaglia Di Lagos”! Quello si che non trovera’ un editore neanche a morire, a meno che non lo scriva in inglese e poi lo mandi ad andrew per l’editing…
    A proposito: oggi mia moglie mi stava dicendo che Nicholas ha bisogno di studiare anche un po’ d’italiano: stava cantando o ascoltando La Buona Novella e se ne e’ uscito con la domanda: cosa vuol dire a frotte (stelle fin dal tramonto si contendono il cielo a frotte) e allora cosi’ mi e’ venuta l’idea, un ‘illuminazione, e abbiamo deciso che gni sera in videoconferenza con skype si fara’ con me un po’ d’italiano utilizzando come traccia appunto De Andre’…leggeremo un brano ed esamineremo la costruzione della frase, il significato del testo e delle singole parole, e poi con Gabri’ si fara’ un verbo o due di quelli trovati nella canzone… Eviteremo la seconda fase piu’ ermetica e ci limiteremo al De Andre’ piu’ classico e poi semmai passeremo al primo Guccini!(magari anche qualche De Gregori,Vecchioni e Venditti qui e la’…certo spiegare Atlantide mi creerebbe qualche problema nonostante sia una delle mie preferite…)

  162. stefano grazia scrive:

    Sempre dall’ottimo Bisti e dalla sua intervista aMichelle Larcher De Grido, anzi no De Brito …
    “A nove anni sei andata da Bollettieri, nella stessa Accademia da cui sono emerse Seles, Pierce, Kournikova, Majoli e Sharapova. E’ una garanzia di successo?
    Credo sia il luogo giusto per sviluppare il mio gioco e sicuramente da lì sono partite molte campionesse. Per un bambino non è facile crescere in un contesto così competitivo, ma è l’ideale per crearsi una mentalità professionale. Non credo sia un luogo adatto a tutti, però è difficile parlarne male: i risultati parlano da soli.”

  163. francesco brancato scrive:

    Bogar 67,
    scusa per il ritardo ma leggo solo ora, in quanto sono di ritorno da Malta, dove Francesca ha partecipato al torneo TE under 14 che lì si è svolto.
    rispondo alla domanda che mi hai posto :sì è vero il maestro Rumeno Boaghe è partito ahimè! definitivamente per tornare nella sua Bucarest.
    Grandissimo personaggio (faceva parte della davis rumena con un certo Nastase ed un certo Tiriac) ha lasciato negli piccoli che ha seguito una traccia indelebile,sia come uomo che come maestro. Professionalità ed impegno massimi : il primo ad arrivare sui campi e l’ultimo ad andare via ,cura maniacale della tecnica,delle impugnature sin dai primi anni.Insuperabile nella formazione dei piccoli dai 5 ai 10-11 anni.Burbero e severo uomo dell’est,ma amatissimo dai suoi piccoli allievi .

  164. stefano grazia scrive:

    Infine, per concludere:
    Ci sono davvero corsi e ricorsi storici, cicli periodici, situazioni ricorrenti o siamo noi che ci autosuggestioniamo? Per esempio, proprio prima di lasciare Luanda Nicholas vinse il primo e unico torneo in Angola (di solito nei rari tornei veniva battuto da ragazzini di uno o due anni più grandi), una specie di Torneo Rodeo, e la stessa cosa si è ripetuta qui a Lagos, 2-3 gg prima di lasciare la Nigeria per la Florida…In America nel 2005 Nicky da Short Timer fu uno dei primi studenti dell’allora nascente Strategy Zone e ne fu proprio l’ultimo studente prima della chiusura, decisa forse perchè ritenuta scorretta competizione all’interno della stessa academy (lo era e non lo era ma avrebbe potuto essere rivolta esclusivamente agli Short Timer che ritornavano più volte e ai futuri Full Timer) mentre adesso da Full Timer arriva nel momento dei Grandi Cambiamenti con un ritorno all’atmosfera del passato, con una migliore organizzazione,la parola d’ordine ‘friendly and simple’, la collaborazione di Gilbert,Gottfried, Arias (a proposito, Nicky mi diceva di essere diventato amico del figlio di Jimmy) e tante piccole rivoluzioni per far fronte alla crisi sia economica che di nuovi talenti sfornati… Gabrì mi diceva che ha come la sensazione di essere arrivati al posto giusto nel momento giusto…Perchè è anche di questo che si tratta, di arrivare nel periodo giustoE intanto una settimana, la prima, se ne è andata, una settimana di assestamento e di tests psicofisici che continueranno nelle prossime due.Poi dopo gli UsOpen arriveranno Bollettieri e probabilmente anche Gilbert, si selezioneranno i Gruppi e si comincerà a lavorare duro per raggiungere,presumo, il Peak durante l’Eddie Herr di metà Novembre…Ma io vado oltre e vorrei poter davvero essere capace di spegnere l’interruttore e riaccenderlo fra 2-3 anni e poi parlare di nuovo con voi e ragionare davvero seriamente, fare confronti, cercare di capire se era davvero necessario andare oltre oceano, o anche in Spagna (ma perchè non in Francia?)o se visti i risultati suoi o degli altri che sono rimasti in Italia, tanto valeva restarsene nella penisola… Chissà,ai posteri l’ardua sentenza, io per ora vorrei riuscire per un po’ a tornare (e restare) nell’ombra o sull’Aventino e lasciare a voi il compito di tirare la carretta … Anche questo in fondo fa parte dei corsi e ricorsi,dei cicli,delle situazioni ricorrenti…

  165. bogar67 scrive:

    Grazie Francesco, avevo letto che tua figlia era andata a Malta sul sito del circolo tennis Palermo. Mentre ero in vacanza a Cefalù, poco prima di entrare in campo ho notato che ci stava una bambina piccolina ma bravina che si allenava con il maestro del luogo, era Alice Di Matteo. Alla fine mi sono messo a chiacchierare con il maestro e mi dava appunto la notizia del maestro di cui tu parlavi benissimo nelle puntate precedenti era andato via. Ho saputo anche del ritorno di Cinà al Palermo 1 per seguire la “stellina” Albano. Chissà se un giorno pure io potrò portare mia figlia a Palermo per farla allenare!! Vorrebbe anche dire che è finita l’emigrazione che oramai dura da 15 anni!! Francesco cosa ne pensi dei campi estivi di una settimana-10 giorni che organizzano nel tuo circolo durante i primi di luglio e la fine di agosto? Tu con tua figlia hai fatto questa esperienza in passato? Ho un matrimonio a Cefalù il 3 luglio 2010 e sarò in ferie per le prime due settimane di quel mese. Vale la pena sobbarcarmi 70 km al giorno andata e 70 km al ritorno per fare stare la mia bimba con altri bimbi/e e giocare con i giochi che propongono durante la mattinata?La mia bimba è del 2004, quando avrà l’età giusta per gareggiare la farà venire spesso in Sicilia per i vari circuiti. Grazie

  166. Archipedro scrive:

    Sempre pensando a te, Giorgio Errani…
    Forse non lo sai, probabilmente ti sei perso questi interessanti incisi, ma su questo esclusivo blog “si disse” (sempre ironicamente, mai sarcasticamente…) che solo UNO aveva DIRITTO di parola: Fulvio Fognini, in quanto padre di Fabio, attualmente 73° al mondo. Portatore di vero vissuto tennistico.
    T’invito, seguendo tale logica, a sentirti doppiamente più autorevole di tale fortunato genitore, in quanto padre di Sara, attualmente 42°… Tu avresti (pitagoricamente parlando) 73/42mi di diritto di VERBO in più… che tende a + infinito se parametrato al mio… (in quanto a denominatore c’é uno zero).
    Pero, mi raccomando, tiratela un po’… altrimenti, con i tuoi modi gentili, qualcuno ti prende sottogamba… :-)

  167. nipa scrive:

    Grazie Mauro e ricambio.

    Come ben hai detto noi non c’eravamo….ma per due motivi:
    - il primo è perchè volevamo capire la reazione della nostra Ele con la sola guida del maestro: beh credo che sia andata benissimo, sveglia presto, allenamento, controllo alimentare e due match al giorno;
    - la seconda è la impossibiltà per il sottoscritto di essere lì presente per motivi professionali.
    Ma mia moglie cmq è andata ed ha avuto più o meno avuto la tua stessa valutazione sulla organizzazione.

    So che le ns figliie si sono frequentate (compreso la MAX’s daughter-ma nn ho ricevuto nessun feedback ancora da lui- Max battimi un colpo).
    Un aspetto mia figlia mi ha evidenziato ovvero la “lontananza” forzata dal gruppo delle femmine della nr 1……mah! Peraltro, in diversa circostanza “ambientale”, la stessa si comportava come “le altre” (ovvero scambio di foto, aggiornamento sul MONDO DI PATTY, ecc.).
    Vorrei dire: lavorare, lavorare, lavore va bene…ma isolarsi NO. Credo sia importatne insegnare ai ns figli di dividere gli aspetti dedicando il massimo allorquando si trovano impegnati in campo o con gli amici o a scuola…….
    Siete daccordo?

  168. Mauro scrive:

    Nipa, anche la Martina pugliese era sempre con le altre, forse è un pò timida ed all’inizio ha stava sulle sue, poi invece ssi è sciolta ed ha giocato con tutte e come tutte, anzi ha anche provato più volte il ripstik e scambiato numeri cell con quasi tutte quelle rimaste al torneo.

  169. Giorgio Errani scrive:

    caro Archipedro, ti ringrazio per i complimenti (assolutamente immeritati) e spero di avere l’opportunità di incontrarti di persona, un giorno…

    credo che il diritto di parola in questo blog siano in molti ad averlo prima di me (tu per primo, il tuo sito trasuda conoscenza ed un background culturale invidiabile, dovrai sicuramente fare parte della A.P.P. (Accademia Polisportiva Perfetta) che andremo a fondare dopo il successo stratosferico che avrà il libro…… eheheh…

    è vero, anch’io ho sempre considerato il tennis uno “strano mondo” (forse perchè non sono mai stato un super-appassionato)
    ecco… se potessi essere certo (e non lo sono) di essere riuscito a salvare un pezzettino d’anima di mia figlia, durante la prima parte del percorso che ha fatto, sarei l’uomo (anzi, il genitore) più felice del mondo

    voglio però sfatare la credenza (profondamente radicata in tutti i genitori, me compreso) che si possa incidere per fare emergere il proprio figlio; questo NON E’ VERO (a parte l’eccezione del calcio, dove il genitore famoso può dare concreti vantaggi al figlio “discreto” e garantirgli un buon futuro, anche perché una volta entrato in quel giro è facile non uscirne più) e NON E’ VERO soprattutto nel tennis (quanti tennisti figli di ex-tennisti famosi conoscete ??…) come NON E’ VERO in tutti gli altri sport individuali, dove non è possibile “barare”

    si può aiutare (in senso lato) il proprio figlio, oppure si può cercare di mettere i bastoni fra le ruote (credenza ormai in disuso fra i genitori) ma non si può incidere più di tanto, né impedire che quello che il figlio ha dentro venga fuori
    nessuna accademia spagnola o francese (neppure Bollettieri, grande motivatore – secondo me – ma non grande allenatore) può fare diventare nostro figlio un campione (fermo restando che sono utilissime per insegnare mentalità, graduare i tempi di avvicinamento e magari - o forse soprattutto ? - per allontanare il figlio dall’influenza e dalla pressione eccessiva dell’ambiente famigliare)
    l’unica cosa che conta è la combinazione chimico/cromosomica che determina il DNA (i cromosomi non mentono…) ma su quello – per fortuna – ancora non possiamo incidere…

    a questo proposito un piccolo annedoto: alla lettura di un articolo in cui si spiegava come vi sia qualche concreto vantaggio – nel senso di avere maggiori probabilità di un DNA votato allo sport - nell’avere due genitori sportivi (l’esempio era Carolina Wozniacki, di padre calciatore professionista e di madre nazionale di pallavolo) Sara si è voltata verso di me e ha detto “Azz… allora io ho fatto un miracolo !”

    forse questo potrebbe essere un appiglio: convincere i genitori che praticare sport aumenta le chance di riuscita sportiva dei propri figli, magari in un paio di generazioni riusciamo a colmare il gap culturale che ci porta ad essere solamente un popolo di tifosi…

    riassumendo… se vostro figlio ha dentro qualcosa, potete stare certi che uscirà, prima o poi…
    ecco… l’unica differenza può essere temporale, nel senso che un buon aiuto (genitore/accademia/buon maestro/ecc.) può incidere sui tempi di riuscita più o meno lunghi
    Sara – a 15 anni e 6 mesi – era la migliore Under 18 d’Italia (anche se tutti facevano finta di non saperlo ed insabbiavano la cosa), probabilmente se nel periodo “topico” 14-17 anni avesse avuto la chance di un ambiente più favorevole, anziché brancolare un po’ nel buio come abbiamo fatto noi, FORSE (e dico FORSE…) sarebbe entrata nelle top 100 qualche tempo prima, ma nulla di più

    per cui, rispondendo all’amico conterraneo stefano grazia, non chiederti se sarà interessante discutere fra 2-3 anni se ne è valsa la pena…
    DEVI essere certo ora che ne vale la pena, ma SOLO se stai buttando via i soldi per far fare a tuo figlio dodicenne (!!!) un’esperienza di vita (interessante, che altri non possono fare) e NON perché pensi che questo possa produrre altre cose
    peraltro so che è molto difficile farlo

    un buon esercizio (zen ?) può essere quello che facevo io quando Sara era Junior: sulla seconda palla dell’avversaria, ed in qualsiasi momento del match, mi costringevo (anche auto-insultandomi internamente, in silenzio) a sperare che l’altra NON facesse doppio fallo, in modo da dare a Sara la chance di fare una buona giocata vincente… eheheh…

  170. Archipedro scrive:

    Vi segnalo che (a seguito di due diverse stimolazioni) ho iniziato a ragionare sui metodi di preparazione atletica applicati ai giovani tennisti, allo scopo di poter selezionare un ventaglio di proposte d’allenamento che risultino effettivamente utili rispetto alle loro specifiche esigenze. Per far ciò sono partito da un’analisi dei parametri sui quali s’attesta il loro livello di performance. Per gli interessati…
    Un tanto con tutte le precisazioni e cautele del caso, da non professionista quale sono, e ad uso e consumo dei genitori in cerca, come me, di suggerimenti validi e disinteressati.

    http://archipedro.blogspot.com/2009/08/appunti-di-preparazione-atletica-del.html

  171. Archipedro scrive:

    Giorgio Errani, che la forza sia con te! … Non appena entrerò in possesso d’una tua foto me la ritaglio, riesumo il mio vecchio poster del “Quarto Stato” e t’appiccico sopra il personaggio centrale… :-). Scherzo, ovviamente: nessuna destra o sinistra, solo tanti italiani comodi in poltrona…
    Le tue parole aprono degli spiragli di luce, che potrebbero illuminare anche i figli di nessuno, con le pezze nel sedere e la remota speranza che il proprio cuore sportivo possa consentire loro un qualche sogno. Rispetto al paradigma qui dominate, che assimila (a mio parere con troppa disinvoltura) il talento tennistico ad un’osmosi capitalistica, le tue riflessioni ci liberano dal macigno dei sensi di colpa. Lasciamo, o per lo meno facciamo, che lo sport, anche il tennis, sia una dimensione per tutti i nostri figli. Per tutti noi. Ma proprio per tutti…

  172. andrew scrive:

    Io ve lo scrivo da 2 anni ormai…

    …che se ti alleni e che se, specialmente, stai fuori dall’ambiente dei circoli italiani, se ne hai le qualità vieni fuori.

    Invece, StefanoGrazia ancora sei lì che dai consigli, tipo a Gianni, che BISOGNA farsi notare dalla FEderazione o dai procuratori sparsi…

    No, no, no… bisogna evitare proprio di cadere nella tana del lupo…

    Incuriosito dalle WC a Bracciali, sto facendo una ricerca sulle WC nel mondo (che bello, che bello). Beh, sembra che solo in Italia si svolgano una trentina di challenger e altrettanti futures (solo maschile).

    Beh, indovinate: l’italia è prima nel mondo come WC distribuite a propri giocatori nei challenger (fino a oggi). Notare anche che molte WC dei giocatori degli altri paesi sono ricevute all’estero (tipo Gaudio e Zabaleta, in tour di sesso). In Italia invece sono proprio tutte nostre.
    1. Italia 65 1. Bracciali 15
    2. USA 52 2. Gaudio 8
    3. Germania 24 3. Dimitrov 7
    4. Argentina 23 4. Zabaleta 7
    5. Francia 21 5. Fabbiano 6
    6. Spagna 18 6.Volandri 6

    Non è questione di entrare nel giro giusto. In Italia non c’è il giro giusto. Esiste eventualmente il Team Fanucci, che con 26 WC tra Bracciali, Trevisan e Volandri, supera Germania, Argentina, Francia e Spagna. Bracciali, consigliere FIT, nell’ultimo anno ha fatto 23 challenger con 22 WC e uno SE. Ma non va comunque da nessuna parte.

    Bracciali con 15 WC da marzo 2009, supera da solo le WC ricevute da tutti i giocatori inglesi (12) o australiani (11) o croati (11) nello stesso periodo. Austria + Chile + Canada fanno 14 WC totali. Trevisan con 5 uguaglia tutte le WC ricevute dai giocatori svizzeri, cechi, austriaci, messicani, slovacchi, ecc. ecc.

    Non entrate in un sistema tenuto su con lo sputacchio…siate seri…

  173. Giorgio Errani scrive:

    @andrew : stare fuori dall’ambiente dei circoli italiani (se gliela fai) è cosa buona e giusta, ma non puoi esimerti dall’intrattenere rapporti (più o meno cordiali e/o incazzerecci) con la fit, nemmeno se sei contrario alla loro politica e/o idee
    ritirarsi sull’Aventino non produce risultati di nessun tipo, biosgna sempre combattere da dentro e non da fuori, comunque la fit rappresenta il paese al quale appartieni (bella o brutta che sia) e, se vestire la maglia azzurra ha un significato dentro di te, non c’è bisogno di aggiungere altro

    P.S. lascia perdere le WC, andando a rovistare fra le pieghe potresti trovare cose peggiori di quelle che hai trovato, e non ti piacerebbero

    @Archipedro : gli spiragli di luce esistono, esistono ASSOLUTAMENTE, nello sport DEVONO esistere
    poi è vero che il tennis è molto condizionato - a livello medio - dal vile (ma non disprezzabile) denaro che devi possedere (e spesso buttare) ma anche il calcio non è da meno, condizionato - a livello medio - da spinte, consocenze, intrallazzi e raccomandazioni vergognose
    è lo specchio dell’Italia, purtroppo, ma questa è un’altra storia…

    ciò non toglie che bisogna crederci, sempre e comunque, e non smettere mai di lottare… un pò come nel tennis giocato…

    credo intimamente che tutti dovremmo fare sport per imparare a vivere la vita vera (del resto che lo sport sia scuola di vita non l’ho detto io…) e, a tale proposito ed a beneficio dei pigri che non hanno ascoltato il mio consiglio di vistare il tuo sito, pubblico i punti 9 e 10 del tuo decalogo perchè assolutamente fantastici

    9) Gli infortuni, come gli errori e le sconfitte, fanno parte dello sport e della vita.
    Segnano i capitoli ma non la storia dell’individuo nella sua sostanza.
    Che é fatta di piccolissimi ma infiniti momenti d’appagamento.

    10) La dimensione sportiva non ha una sola stagione: lo sport ci può accompagnare e dare stimoli per tutta la vita.
    Di quante altre cose si può dire lo stesso?

  174. Archipedro scrive:

    Ciao Giorgio Errani, qui eletto “Genitore dell’Anno” il 18 Agosto…
    Sei troppo generoso con me: attento che qualcuno non s’indispettisca… :-)

    Spero che ad Andrew non dispiaccia che vi riferisca che è appena ripartito per Bassano, dopo aver passato, in quel di Udine, una giornata di sport assieme al figlio, al mio piccolo ed a me: nell’ordine atletica e tennis, per un totale netto di quattro ore.
    Commuovente è l’entusiasmo con cui cerca di spingere Alessandro verso un atteggiamento agonisticamente più consapevole, mettendosi umilmente in discussione, da padre, in una fase in cui altri genitori, ed io ne ho visti parecchi, trovano molto più conveniente disimpegnarsi con un utilitaristico atteggiamento pilatesco: insisti, vecchi mio, perché il tavernicolo deve rendersi conto che “noi” ci siamo, e che la sua ipotizzata condizione di sportivo agonista sarà PER LUI un privilegio, se troverà la saggezza di crederci (anche se in questo momento fatica a cogliere i risvolti positivi di tale impegno, progressivo e talvolta noioso…).
    Tornando a te, Giorgio, fai molto bene a suggerire prudenza al nostro vaffanfilosofo, che proprio non digerisce la FIT: anche se io avevo fatto il tuo stesso ragionamento, che per cambiare il sistema devi sporcarti le mani e migliorarlo dall’interno; ed ora, dopo soli pochi mesi di FIDAL, mi rendo conto che “tentare di “governare” gli italiani è inutile…”.
    Giova peraltro ricordare che ai recenti mondiali d’atletica l’Italia non ha preso una sola medaglia (abbiamo fatto peggio di nazioni grandi come il mio FVG). E che il metodo vigente è quello di prendere dei giovani “scarti” di qualche altro sport, di quelli un po’ veloci o forti, e “farne” degli atleti. Da adolescenti. Quando i giamaicani corrono dai due ai sedici anni sulle piste in erba senza scarpe. E non fanno altro, ma quello lo fanno come si deve. Ed ai bambini i cubani INSEGNANO la tecnica sportiva (con grande appoggio da parte del sistema scolastico) a partire dai quattro… Ma se t’azzardi a commentare serenamente ciò che vedi ad un campo d’atletica, ciò che tutti vedono, una generale levata di scudi ti fa immediatamente comprendere che QUI non sono gli atleti a giustificare le società e gli allenatori: qui per tenere in piedi un “sistema con lo sputacchio”, come direbbe Andrew, prendi dei giovanotti annoiati e li porti a far gare… e li chiami atleti. E per riempire una pedana fai gareggiare insieme tutte le categorie, con i giudici (ormai settantenni, e lo dico con grandissimo rispetto) che fanno la chiama veloci-veloci, che le gare bisogna finirle presto-presto…
    Questo è l’entusiasmo, queste le motivazioni, questo il modello che proponiamo ai nostri giovani…

    Giorgio, vestire la Maglia Azzurra? Commuoversi con l’Inno di Mameli?!
    Fortuna che il piccolo ha il doppio passaporto… :-)

  175. Mauro scrive:

    Della famosa e fortunata serie “Noi pazzi genitori”, vorrei segnalare il papà italiano di tal Belotti Ricardo, tesserato in Austria, che in occasione del 18 esimo compleanno del figlio, gli ha regalato, una WC per il future f7 in Austria pagandola 10.000 euro.
    Ricardo la ripagato (pensatre alla pressione) superando 2 turni.

  176. bogar scrive:

    Per Mauro, questa delle WC a pagamento per me è nuova. Personalmente non farei mai una cosa del genere per mia figlia,la trovo un’assurdità, forse ma sottolineo forse pagherei per farle avere un posto in banca se l’unica strada percorribile ma lo sport deve essere fatto di risultati guadagnati sul campo con sudore e fatica. Le WC se te le danno gli organizzatori di un torneo è perchè sanno che vali e che porti spettacolo alla manifestazione. A me da già fastidio pagare ad un raduno Pia per la mia bimba e mi sono arrabbiato quando mi hanno chiesto la cifra esagerata di euro 23 per giocare un torno di 4^ dove le palline fornite erano usate ed il premio peri vincitori targa ricordo. Fino a quando i costi del tennis in Italia saranno questi avranno la possibilità di emergere solo i figli chi ha soldi da buttare e siccome i figli di chi ha i soldi da buttare vivono fin da piccoli nella bambagia con la colf a seguito e senza che manchi nulla grazie alla complicità dei genitori, se non capita durante la crescita un’evento che li tempri e faccia capire cosa vuol dire faticare per raggiungere un obbiettivo, in Italia scarsi siamo e scarsi resteremo.

  177. Giorgio Errani scrive:

    caro Archipedro, l’atletica purtroppo è (in Italia) il più bastonato fra gli sport bastonati…
    anziché iniziare dall’atletica (ed eventualmente indirizzare i bambini ad altri sport) iniziamo tutti dagli altri sport, per ripiegare poi – alla canna del gas – sull’atletica…
    è sempre e solo questione di cultura… (o magari di aspettative da parte di noi genitori)

    quando ho scritto “…forse questo potrebbe essere un appiglio: convincere i genitori che praticare sport aumenta le chance di riuscita sportiva dei propri figli, magari in un paio di generazioni riusciamo a colmare il gap culturale che ci porta ad essere solamente un popolo di tifosi…” era proprio per tamponare queste irrazionalità

    ma non smettere di lottare e di fare la tua parte, non saremo noi (e neppure i nostri figli) a riuscire a cambiare qualcosa, ma può darsi che fra un paio di generazioni…

    Sara non ha il doppio passaporto (anche se un paio di volte è stata tentata, in preda ad un attimo di rabbia e/o sconforto… e questo la dice lunga sul contorno) ma non sarei stato contento della cosa (non sono un esaltato, ma mi stupisco del fatto che quando sento l’inno italiano o la fanfara dei bersaglieri – più la seconda del primo – mi viene la pelle d’oca…)

    @Mauro : Einstein ha detto “esistono solo 2 cose infinite al mondo: l’universo e la stupidità umana…”

  178. Giorgio Errani scrive:

    @bogar : non è ESATTAMENTE così…
    le WC a pagamento sono sempre esistite (specialmente in Croazia, Slovenia, ecc. dove non disdegnano mai un po’ di cash…)
    ma, ancor peggio delle WC a pagamento, sono (o meglio, erano) le WC giovanili gestite da personaggi accreditati, distribuite agli amici ed agli “amici degli amici” (a casa mia si chiama “mafia”) illudendosi di essere importanti, prevaricando lo spirito stesso della WC giovanile (premio su base rigidamente meritocratica)
    fortunatamente questo malvezzo sembra essere superato, ma qualche anno fa era la desolante e frustrante normalità
    secondo me le WC servono ai 14/15/16enni più bravi che, volendo provare a giocare qualche torneo Under 18 e/o qualificazioni ITF/Futures, hanno questa sola possibilità, avendo 0 punti nella casellina apposita (e quindi con ridottissime possibilità di entrare, fatta salva la possibilità di andare a firmare e sperare in un posto libero)
    a suo tempo fui tentato, un paio di volte, all’acquisto di una WC per Sara (poi il buonsenso, fortunatamente, prevalse) dato che noi non abbiamo mai usufruito del privilegio di fare parte della schiera degli “amici degli amici” anzi…

    ma non è vero che i costi del tennis permettono solo ai figli di papà di emergere, è vero altresì che il tennis è uno sport molto costoso e che, quindi, i più facoltosi hanno qualche chances in più di provarci (ma solo di provarci, perché se non vali non vali…) ed i meno facoltosi devono sudare di più per riuscire a trovare lo spiraglio giusto (ma se vali salti fuori… ci metterai un po’ più di tempo, ma salti fuori)

  179. Federico Di Carlo scrive:

    Bogar,
    il regolamento fit stabilisce che per i tornei di quarta i tennisti under 12-14-16 debbano pagare 13 euro per l’iscrizione. Scrivi al comitato fit per segnalare l’accaduto. Ti devono rendere i soldi.

  180. BOGAR67 scrive:

    @Giorgio intendevo che la wild card a pagamento per me è una cosa nuova perchè comincio a fare parte di questo mondo da poco e sono qui, su questo blog per imparare e trasmettere le vostre esperienze che reputo più positive a mia figlia che sembra innamorata per questo sport. Io ho praticato da piccolo i tennis e poi ho ripreso a giocare a 29 anni quando ho smesso (mi hanno fatto fuori) in un raduno arbitri di calcio a Coverciano mentre mi accingevo a passare nell’allora campionato interregionale. Adesso di anni ne ho 42, la domenica mattina durante l’inverno trasmetto la mia esperienza come osservatore ai giovani arbitri e questo durerà fin quando la mia bimba non avrà bisogno di essere accompaganata nei tornei per giocare. Sono d’accordo per dare le wild card alle più giovani e brave ma seguendo un criterio meritocratico o al massimo per le atlete sempre più brave del circolo organizzatore ma pagare NO quella è una cosa che non accetterei neanche ad avere soldi da buttare. Ti ringrazio poi per l’incoraggiamento sul fatto che se vali salti fuori uguale anche se non sei facoltoso e ciò mi spinge ad andare avanti sperando un domani di non dire a mia figlia ” non possiamo fare questo o quello riferito a qualcosa che servirebbe per la maturazione tennistica”. Fino al 31 agosto mutuo pagato, un paio di affiiti come entrate e due stipendi statali me rendevono cmq sicuro di poter dare qualcosa, poi è arrivata la riforma Gelmini mia moglie insegnante dopo 7 anni di insegnamento è rimasta a casa a quasi 40 anni ma questo è un altro discorso. Nella mia vita ho avuto la fortuna che le cose che apparivano insormantibili le ho sempre risolte per caso ed all’ultimo momento. Credo al destino anche se quando prendo aereo ho un pò di timore, se la mia bimba avrà bisogno, credo e spero che qualcuno o qualcosa incontrata nel cammin della nostra vita sarà dalla mia parte. Tu stesso caro Giorgio hai scritto che hai incontrato Raffaella Reggi che ti ha permesso e dato lo spunto per andare dal Bollettieri con tua figlia e lasciarla maturare, diciamo che a parte tutto il resto, denaro, talento dei figli, istruttore etc il colpo di qul o di sfiga (nel tuo caso sorella e fratello) fa parte spesso della carriera di un’agonista. Per Federico al torneo di 4^ mi sono iscritto io e hanno applicato il max consentito dalla FIT.

  181. bogar scrive:

    Caro Giorgio, volevo cmq ringraziarti del tuo apporto sul blog, in quanto conoscere le esperienze vissute da chi è riuscito a farcela spinge noi tutti genitori a crederci di più oppure a lasciare definitivamente, dipende il punto di vista. A parte il papà di Fognini ad inizio capitoli, le esperienze qui vissute sono di genitori che attendono dai propri figli il risultato a coronamento di un percorso per alcuni iniziato già da diversi anni e per altri come me da poco. Nel raccontare le proprie vicende personali l’altro genitore lettore deve essere bravo a cogliere quanto di positivo viene trasmesso separandolo da ciò che per forza di cose risulta o potrebbe risultare negativo per la crescita dei propri figli. A volte anche delle osservazioni che potrebbero sembrare banali come sapere quel figlio che si dedica allo sport sia figlio unico, primo o secondo riveste invece una certa importanza. Conosco ad esempio il genitore di una tennista figlia unica la quale non è mandata da sola a fare i tornei per una certa paura dei genitori di perderla, una paura anche comprensibile ma che non permette alla figlia di fare quelle esperienze di cui invece avrebbe bisogno. Per quanto mi riguarda siamo in attesa del secondo pargolo,ci si aspettava una sorellina ed invece sarà un maschietto, agli amici che ironicamente mi chiedevano se lo chiamerò ROGER ho risposto con altrettanta ironia che preferirei chiamarlo DIEGO ARMANDO riferito cmq all’aspetto tecnico e non di certo umano.

  182. Archipedro scrive:

    Dopo tante teorie, e sogni ad occhi aperti, ecco qualcosa di reale:

    http://www.youtube.com/watch?v=X-rfQdE_AlI

    Sara, terza in Italia, già 31° all’inizio dell’anno, attualmente 42°, é sulla tabella di marcia della Pennetta, che a 22 anni giocava agli stessi livelli…
    Sarebbe molto interessante (mia umile opinione) che suo papà ci raccontasse qualcosa di lei, qualcosa di loro. Qualcosa che vada oltre le ripetitive “teorie” dei nostri post o gli estenuanti dibattiti all’italiana del blog… tipo… “il più forte di sempre”… che pure fanno da traino al giornalismo sportivo casereccio…

    Pietrangeli o Panatta?! Ma certamente Pietrangeli…! O forse no?! :-)

  183. gianni scrive:

    Ho visto i partecipanti al torneo master topolino di Torino mancano i migliori,a senso spendere soldi se poi non c’è un confronto vero tra i migliori?

  184. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Bogar,
    ne i genitori ne gli allenatori possono dare motivazioni ai giovani tennisti. La devono trovare da soli dentro se stessi. Il tennis, come la maggior parte degli sport individuali, espone i ragazzi/e ad una pressione tremenda. Solo i ragazzi/e che hanno motivazioni, volitività e spirito di abnegazione ce la fanno. Gli inglesi dicono che “for where there is a will there is a way”. Abbi fiducia in tua figlia ed incoraggiala a perseguire nella sua strada ma non sostituirti a lei. Ricorda che le sue vittorie non sono le TUE vittorie e che le sue sconfitte non sono le TUE sconfitte. Vedrai che le cose andranno per il meglio.

  185. Archipedro scrive:

    Brava Sara!

  186. heraimo scrive:

    Complimenti a Giorgio (l’unico ad avere diritto di parola insieme a Fulvio) per la bellissima vittoria di Sara contro la Schnyder, avanti così fino alla finale!!

  187. bogar67 scrive:

    Grazie Federico, di genitori che cercano di dare motivazioni stressando i propri figli tennisti ne ho già visti parecchi, guardandoli e sentendoli urlare vuoi per una palla colpita male, vuoi per la loro svogliatezza nel rincorrere una pallina e mi sono promesso di non essere come loro. Non ho mai costretto la mia bimba ad andare con me ai campi per giocare a tennis, semmai sono stato costretto da lei andarci per farla giocare perfino la domenica mattina quando un’ora in più di sonno dopo una settimana di sveglie all’alba per andare a lavorare non mi avrebbe fatto male. Mia figlia quando torno da lavoro non mi accoglie con un “ciao papà” ma con un “andiamo ai campi” e ti dirò anche se sono stanco da una giornata lavorativa accompagnarla non mi dispiace. Vedremo, intanto quest’anno il maestro programmerà ancora “a rete piccola” ma con qualche orain più per farla divertire migliorando la tecnica e confrontarsi nei PIA, dal prossimo anno vedremo magari mi dirà che si è stufata perchè da grande vorrà fare la ballerina o la velina o chissà che cosa……….

  188. federico di carlo scrive:

    X Heraimo,
    Giorgio e Fulvio sono due brave persone ma fa attenzione: i giocatori ed i loro genitori ricevono l’ammirazioni dei giocatori e dai genitori di giocatori di livello più basso anche quando non sono impegnati in incontri che li vede di fronte. MA I RISULTATI NEL TENNIS NON DICONO ASSOLUTAMENTE NIENTE DI UNA PERSONA E DEI SUOI VALORI.

    Io non rispetto o ammiro i giocatori di alto livello o i loro genitori soltanto per il loro status. Io rispetto ed ammiro le persone che hanno valori, che sono responsabili e che trattano tutte le persone con rispetto, sia che giochino bene a tennis o non.

    Sia i giocatori di alto livello che i loro genitori sono persone normali con i loro difetti e debolezze. Non hanno niente di più speciale o di più degno di chi non gioca a tennis.

  189. federico di carlo scrive:

    Ciao Bogar,
    il problema dei genitori che stressano i figli con la scusa di doverli motivare è uno dei problemi più complessi del rapporto genitori-figli. I genitori infatti spesso non si rendono conto che il problema risiede più in loro che nei figli. Il genitore che spinge il figlio lo fa per un SUO bisogno egocentrico piuttosto che per la reale necessità del figlio. I bambini hanno soltanto bisogno di avere opportunità ma poi hanno bisogno di libertà per fare le proprie scelte e di apprendere per prove ed errori. Siccome i bambini sin dalla tenerissima età apprendono molto velocemente e per esempio di modelli, ti consiglio di farla subito seguire da qualche bravo maestro che Le insegni gli spostamenti, il gioco di gambe facendole fare esercizi senza la racchetta. Buona giornata

  190. gio92 scrive:

    Ciao Federico
    purtroppo le tue considerazioni scuotono fortemente le già non troppo solide “convinzioni” di noi poveri genitori.
    Grazie al tennis io e mia moglie abbiamo capito che nostro figlio più grande (12 anni) è pigro. Forse non più pigro della media dei suoi coetanei ma sicuramente troppo pigro per i nostri parametri. Lo abbiamo scoperto grazie al tennis ed abbiamo avuto conferma anche negli altri settori della sua vita a cominciare dalla scuola. Partendo da una evidentemente discreta base intellettiva e fisica , il ragazzino si è accorto che con relativi pochi sforzi riesce a raggiungere discreti risultati sia nello sport che a scuola e ciò a lui basta. Ma è giusto lasciarlo fare ? E’ giusto che perda in semifinale in un torneo che potrebbe vincere ? E’ giusto che prenda 7 in una materia dove può prendere 8 ?
    Noi riteniamo che non sia giusto e stiamo cercando di spronarlo con tutti i metodi che conosciamo ad imparare ad IMPEGNARSI , a mettere il cuore e la passione nelle cose importanti della sua vita. La sua vita è sicuramente ben più densa di impegni di quella della stragrande maggioranza dei suoi coetanei , impegni , pero’, che sono tutt’altro che sgradevoli. Si allena in un bellissimo ambiente , va d’accordo con tutti i suoi compagni di allenamento, le occasioni di divertimento certo non mancano e lui effettivamente è contento di allenarsi. Il problema è che più di tanto, per il momento, non riesce a dare. Se si tratta di impegnarsi un po’ di più (e il torneo è il momento in cui si evidenzia questa necessità) allora si tira indietro. Lui gioca, un po’ ci prova, poi pazienza , se perde è lo stesso e certe volte finisce l’incontro quasi neanche sudato.
    Abbiamo provato ad incentivarlo con premi con effetto quasi nullo visto che ha già fin troppe cose che lo appagano. Qualche risultato in più lo abbiamo ottenuto con le minaccie (ebbene si, e prima che qualcuno chiami “Telefono azzurro” specifico NON corporee !!!) che, invece, ahimè, hanno dato sicuramente maggiori risultati (sia a scuola che nel tennis).
    Quindi Federico, noi crediamo (ma come dicevo i dubbi non mancano) che sia nostro dovere di genitori di motivarlo, di spronarlo, di insegnargli ad impegnarsi, a mettercela tutta, questo non perchè diventi nr 1 del mondo ma perchè diventi un domani, un adulto più sicuro, motivato, insomma una persona che possa affrontare al meglio la vita.
    La strada per arrivare a ciò e tutt’altro che chiara……

  191. bogar67 scrive:

    Ciao Federico, la bambina dall’anno scorso, prima ancora che compisse i 4 anni frequenta una SAT diretta da un maestro nazionale che ha dalla sua oltre una bravura indiscutibile il fatto di aver portato ai vertici giovanili parecchi giovani, in particolari bimbe che oggi vengono convocate a Tirrenia e si evidenziano nei raduini di macroarea. L’anno scorso l’impegno alla SAT era di 2 ore settimanali, quest’anno abbiamo deciso insieme al maestro di aggiungere qualcosa. Oltre alla SAT poi ci stanno le ore che dedica al tennis con me a “gioco libero”come ieri ad esempio, mi ha inchiodato ai campi che distano 150 metri da casa dalle 16,30 alle 19,30 provando e ripetendo quanto fatto in SAT mentre in mattinata si era fatta quasi due ore di bici. Ovviamente io mi limito ad allenarla perchè non avendo le capacità tecniche di insegnare potrei ovviamente fare qualcosa di controproducente, abituarla a dei meccanismi di movimento sbagliati. Il risultato cmq di questo lavoro oltre a vederla gioire è di aver vinto il mini torneo under 8 SAT di fine corso e di aver partecipato ad un raduno PIA dove ha superato maschietti con il doppio dell’età e ciò mi fa pensare che se è presto per dire TALENTO una cosa si può dire con certezza PREDISPOSIZIONE.

  192. Giorgio Errani scrive:

    volevo auto-esiliarmi per un po’, sia perché sto diventando logorroico (ma il tema mi piace…) sia perché non vorrei monopolizzare troppo questo blog, dato che qualcuno mi considera (ASSOLUTAMENTE IN MANIERA INGIUSTA, come Federico Di Carlo ha opportunamente fatto notare) un “privilegiato della parola” solo perché Sara ha ottenuto qualche buon risultato sportivo
    ribadisco che in questo blog ci sono persone che hanno diritto di parola MOLTO prima di me (Archipedro e Federico Di Carlo in primis, ma ce ne sono anche altri) avendo cultura ed esperienza molto superiori alle mie e – IN OGNI CASO – io potrei essere, nonostante mia figlia, un cretino totale e/o un semi-delinquente (Dokic docet…)

    detto questo vorrei rispondere a gio92 che – come sempre succede a noi genitori – spinge l’acceleratore “on behalf of the son” perché non si impegna a sufficienza (scuola e/o sport non fa differenza, non si può cambiare il carattere di una persona)

    il mio consiglio, per quello che vale (cioè poco o nulla) è di dargli qualche input (perché questo credo faccia parte del mestiere di genitore, ed anche perché questo è quello che noi genitori VOGLIAMO fare in quanto pensiamo SEMPRE di sapere quello che è bene per nostro figlio) ma di non andare oltre, men che meno con minacce o punizioni

    “…pensare non ti costa niente. riflettere è già più impegnativo. ragionare è spesso arduo… (anonimo)”

    dovremmo sempre fermarci un istante a riflettere sul mestiere di figlio al giorno d’oggi, e sulle pressioni esagerate che devono “subire” a causa dei genitori (anche se ispirate dall’amore e dalla voglia di fare il suo bene), nonché riflettere (o chiedere ad un over-50) sulle pressioni ridicole ed inesistenti che noi (od un over-50) subivamo alla loro età
    a tale proposito consiglio la lettura dell’articolo suggerito sul sito di Archipedro http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/bambini-perfetti/bambini-perfetti/bambini-perfetti.html oppure la riflessione ripetuta sul punto 11 della carta dei diritti del bambino nello sport dell’UNESCO che sancisce il “diritto a non essere un campione”

    tutti vorremmo un figlio fenomeno, dimenticandoci la domanda “ma a lui farebbe piacere essere un fenomeno ??”
    magari a lui piace fare un po’ di tutto senza essere un fenomeno in nulla, magari preferirà fare nella vita 2 o 3 mestieri interessanti diversi piuttosto che il mega-primario della clinica universitaria di vattelapesca

    diamogli degli input, diamogli delle opportunità, magari facciamogli capire che esiste comunque un rapporto dare-avere nella vita come nello sport (più impegno, più risultati) ma non andiamo oltre
    dovremmo imparare a seguire (e, se siamo bravi, ad appoggiare) le decisioni dei figli non solo quando sono giuste (e ci gratificano) ma anche quando sono sbagliate…

    si può dire “penso che tu stia sbagliando, ma ti tengo la mano e sono con te comunque…” e responsabilizzarli, piuttosto che sgridarli o punirli per lo scarso impegno (pensando comunque che, siccome siamo adulti, abbiamo sempre ragione)

    per esperienza personale ti posso dire che la mia più grande (incommensurabile) soddisfazione nei rapporti genitori/figli è stato quando ho accettato (e ti giuro - sulle cose più care che ho – che è stata una fatica titanica) una decisione importante di mia figlia (contraria alla mia) con la sicurezza al 99,999% di avere io ragione e lei torto
    avrei potuto (in zero secondi) far pesare la mia condizione di padre ed avevo (a titolo di spinta supplementare) anche un po’ di rabbia per quanto stava succedendo

    quando lei mi ha potuto dimostrare che avevo torto, mi sono sentito (per una frazione di secondo) un disgraziato per il rischio che avevo corso, poi mi sono sentito (per più di una frazione di secondo) come Superman…

    “chi vince gli altri uomini è forte, chi vince sé stesso è onnipotente (Lao-Tze)”

    .

  193. stefano grazia scrive:

    Senza offesa, Bogar, ma leggendo i tuoi posts mi veniva da sorridere: solo due anni fa io e Mad Max venivamo accusati di aver sottoposto i nostri figli ad allenamenti seri troppo presto e noi avevamo cominciato a fare le cose piu’ o meno seriamente a 7-8-9 anni(diverso e’ farli cominciare e farli divertire) ma tu hai affidato tua figlia a un coach PRIMA dei 4 anni!!!! Fra due-tre anni cosa succedera’? Che qualcuno ha gia’ cominciato ad allenare il figlio mentre e’ ancora nella pancia della madre? Non so se essere preoccupato o invidioso. Comunque, scherzi a parte,se tua figlia a 4 anni batte i bambini di 8 i casi sono solo due: o tua figlia e’ la nuova Steffi/Monica/Martina/Serena o la SAT del tuo paese e’ veramente ignomignosa… Faccio gia’ fatica a concepire un bambino di 7-8 batterne uno di 10 (lo faceva Quinzi, chissa’ forse lo fa Jan Silva), ma non riesco proprio ad immaginare una bambina di 4 anni servire da fondo campo e mandarla di la’ dalla rete… I primi servizi mio figlio li ha cominciati a fare a 7 anni,qualche mese prima di portarlo da Bollettieri perche’ era una condizione richiesta (il bambino deve saper effettuare il servizio in modo di poter giocare partite: li’ non ci sono il minitennis, il campo ridotto, le palline depressurizzate…) e adesso scopro che ho perso 3-4 anni? Scherzi a parte, davvero, se tua figlia si diverte e ti chiede lei di stare in campo, sei a posto e t’invidio moltissimo: io questo lusso l’ho provato solo pochissime volte … Ma chissa’, magari poi le cose cambiano.

  194. bogar67 scrive:

    Caro Stefano, non mi offendo per nulla. Tu mi stai insegnando tanto! La mia bimba è del settembe 2004, facendo una ricerca ho visto che l’anno scorso nei programmi delle migliori Sat sparse per l’Italia venivano proposti corsi di due ore settimanali per i nati fino all’anno di nascita della mia bimba per cui non è un caso eccezionale. Se poi vai sul sito Fit Ranking, http://www.fitrp.org/ di bimbi/e del 2004 ne trovi parecchi ed ho notato che in quello Siciliano ci stanno bimbi del 2003 hanno il massimo dei voti. Sono due le cose ho il maestro della SAT che ha inserito i voti si è inventato qualità che non ci sono oppure ci troviamo davanti a dei fenomeni. Tornando a mia figlia in effetti al raduno PIA, a parte lei ed un’altra del 2002 nessuno sapeva servire la prima facendo cadere la pallina dall’alto verso il basso dopo averla lanciata. Ovviamente il campo ha le dimesioni ridotte per under 8 come da regolamento FIT. Per quanto il lusso che sia lei che chiede di rimanere in campo spero che non finisca, il fatto di farle provare altri sport è un banco di prova.

  195. bogar67 scrive:

    Scusate gli errori grammaticali dettati dalla fretta di scrivere o e non ho il maestro della SAT che ha inserito i voti si è inventato qualità che non ci sono oppure ci troviamo davanti a dei fenomeni.

  196. federico di carlo scrive:

    Ciao Gio 92,
    le mie parole scuotono le tue convinzioni così come scuotono le convinzioni di tutti quei genitori a cui, ogni anno, prima dell’inizio della nuova stagione tennistica, faccio una riunione preliminare sul mental coaching che riceveranno i propri figli.
    Ti scuote perché ferisce il tuo amor proprio. Ma purtroppo è così.
    E’ una cosa abbastanza scontata: non puoi dare motivazione a chi non ce l’ha. Non puoi sostituire le TUE motivazioni, i TUOI interessi, il TUO modo di ragionare a quello di tuo figlio.
    Ti porto il mio esempio direttamente dalla vita. Premetto che vengo da una famiglia di insegnanti. A scuola non sono mai stato un fenomeno, non perché non avessi talento ma semplicemente perché non mi stimolava abbastanza. Ero abbastanza svogliato. Dopo la scuola superiore i miei genitori mi hanno messo al bivio: lavoro o università. Ho scelto quest’ultima. Non avevo motivazioni alla scuola superiore ma all’università mi sono laureato prima del tempo (andando a lavorare d’estate per pagare l’affitto e le tasse universitarie) . Le motivazioni le ho trovate prima dentro me stesso e poi all’università.

    I ragazzi devono essere liberi di scegliere quello che vogliono e devono essere responsabilizzati per il risultato delle loro scelte. Hai due possibilità:

    1) scegliere e vivere per loro assecondando il tuo ego e farli vivere in modo infelice;

    2) far fare loro la loro vita ed avere un giorno la loro riconoscenza per avergli dato la possibilità di fare le proprie scelte ed imparare dalle proprie vittorie e sconfitte.

    Ricorda sempre: prima si fa l’uomo e poi si fa il tennista

    Non è per una questione di reverenza, ne perché ci legge (chi mi conosce sa che non sono in grado di fare vassallaggio per educazione) ma Giorgio, con il suo comportamento e soprattutto con il suo ESEMPIO (dando responsabilità alla figlia per le proprie scelte) le ha dato le armi per giocare dentro ad un campo da tennis. Se sei insicuro delle tue motivazioni nella vita perché qualcuno le fa per te, come credi che quel tennista si comporterà su un campo da tennis durante un punto decisivo del match? Il tennis è un gioco spietato. Il comportamento di un ragazzo su un campo da tennis è lo specchio fedele del suo carattere nella vita di tutti i giorni.

  197. Archipedro scrive:

    Giorgio, se (in generale) mi scrivi una preziosissima mail, io solo posso beneficare del tuo pensiero. E da privilegiato me ne sento in colpa… Stiamo entrambi affermando, credo, che non è con la nostrana logica della “conventio ad escludendum” ma con la condivisione delle buone idee che possiamo migliorare questo italico sistema: ed allora non chiamarti fuori, te ne prego, dalla RESPONSABILITA’ d’essere una brava persona, indipendentemente dalle sorti di tua figlia, e di poter contribuire, con i tuoi suggerimenti, anche al futuro dei nostri prediletti…
    Vinci la tua riservatezza, affronta anche il rischio d’essere mal interpretato (perché qui succede eccome), digerisci magari l’ostentata indifferenza di chi non accetta opinioni diverse dalla propria, e parlaci paternamente di te.
    Non necessariamente delle delusioni di tua figlia, bada bene, che noi stimiamo proprio perché non cerca consensi o consolazioni: le sue scelte raccontano una storia già vista, e chi vuol capire capisce benissimo…

  198. Gus scrive:

    “l’unica cosa che conta è la combinazione chimico/cromosomica che determina il DNA (i cromosomi non mentono…) ma su quello – per fortuna – ancora non possiamo incidere…”

    Ciao a tutti,
    non sapete che piacere mi fa sapere che il papà di una giocatrice pro la pensi addirittura in maniera più radicale del sottoscritto, che si considerava impropriamente il “genetista” del blog. :-)

    Come direbbero i politici sono stato superato a sinistra (o a destra dipende dal proprio punto di vista). :-)

    Così almeno siamo in due, visto che in molti e autorevolissimi, invece, hanno sempre sostenuto che incidesse al massimo per un 10-20%. :-)

    Sapete che non amo molto le discussioni polemiche però mi pare facilmente osservabile oltre che dimostrabile di come alcune affermazioni fatte in questo thread da Giorgio (e che io condivido “quasi” integralmente) siano esattamente il contrario di quanto affermato da molti in questi anni. (Dna al primo posto, genitori non determinanti, ecc.ecc..).

    Poiché tutti si sono detti sostanzialmente d’accordo con Giorgio (Federico potrebbe autorevolmente spiegarci di come mai se una certa teoria viene illustrata con “autorevolezza” diventa più facile trovare adepti) devo pensare che in molti hanno recentemente cambiato idea, rispetto ai genitori determinanti al 100% di qualche tempo fa. :-)

    Vabbè era per stuzzicare un po’ al rientro delle ferie. :-)

    So che non ho scritto per un mesetto, ma anche io mi ero preso un periodo di riflessione, in particolare leggendo libri di alpinisti e di alpinismo. Magari ne viene fuori qualche spunto interessante. Una coincidenza singolare con Archie.

    C’è un’attività più individuale dell’alpinismo?

    Ho letto tutto ciò che avete scritto e saluto davvero con grande affetto gli attori di questo blog, che non solo trovo interessante ma anche divertente.

    Un saluto particolarmente affettuoso a Stefano che ha dovuto prendere con sua moglie Gabry una decisione difficile, molto difficile e che quindi, almeno dal mio punto di vista, merita assoluto rispetto e stima.

    Solo chi non fa non sbaglia.

    Gus.

  199. Archipedro scrive:

    Gus, pensaci un attimo: il DNA del bambino ed i suoi genitori non sono forse (quasi) la stessa cosa?
    Non ritieni che essi non siano altro che la chiave per il passaggio dal genotipo al fenotipo dell’individuo (arricchito cioè delle condizioni ambientali nelle quali viene inserito)? Che in definitiva stia nel loro fondamentale compito la traduzione della “potenza” dei figli in “atto”?
    Quando si dice, almeno io, che i genitori sono fondamentali… ci si riferisce alla loro azione educativa, ed all’esempio con cui ispirano i comportamenti dei figli…
    Mio padre era alpinista… nessuna casualità. Ed è colui che non m’ha tolto le paure, ma m’ha aiutato a farne un buon uso… :-)

  200. Stefano Grazia scrive:

    Tutto giusto,tutte belle parole, ma alla fine se non hai spinto l’acceleratore corri anche il rischio di ritrovarti con un figlio che poi ti accusera’ di non aver spinto l’acceleratore… Nel senso che possiamo raccontarcela e menarcela finche’ vogliamo, ma la grande verita’ e’ che col senno di poi comunque fai, sbagli … Quindi,una volta salvaguardati certi limiti e senso del ridicolo, tanto vale fare. Meglio avere rimpianti per aver cercato di fare una cosa che rimpianti per non averci nemmeno provato.

  201. bogar67 scrive:

    Io geniticamente non sono nato campione e di talento in genere poco, ho cominciato a giocare a calcio che avevo 5 anni evi dico che anche se mi avessero allenato Bearzot o Trapattoni sarei rimasto uno scarso. Quando mi sono sposato, ho detto a mia moglie, se un giorno faremo un figlio o una figlia spero che abbia il tuo talento ma la mia caparbietà. Mia moglie in famiglia benestante ha un cugino vice campione mondiale di sci juniores ed uno zio convocato nella nazionale under 17 di calcio ai suoi tempi, nella mia famiglia ci sono solo muratori,agricoltori ed autisti pulman ma in quanto a caparbietà nel volere ed ottenere le cose con fatica perchè affamati sicuro siamo più forti. Un figlio cmq se ha nel sangue l’essere sportivi si vede fin da piccoli, non bisogna certo essere un esperto per accorgeresene, basta vederne i movimenti e la coordinazione nel fare questo o quel tipo di gioco. Ieri passeggiando ad esempio con mia figlia che andava in bici, un genitore mi diceva che suo figlio che di anni ne ha 6 ancora ha bisogno delle rotelline per andare in giro. Non prendiamo poi in considerazione i bimbi sovrappeso fin dalla nascita, ricordo da piccolo avevo un compagno di scuola obeso, l’estate scorsa ci siamo ritrovati in piscina per la lezione dei figli, tra tanti bambini pur non avendolo visto avevo capito chi fosse suo figlio. Ovviamente non è detto se essere sportivi poi equivale ad essere campioni in una disciplina, ogni sport fa storia a se, secondo voi ad esempio Cassano nel tennis sarebbe diventato Cassano? Io penso di no!!

  202. federico di carlo scrive:

    Ciao Gus,
    scrivo volentieri sul perché della teoria dell’autorevolezza per un semplice motivo: è lo stesso per cui i genitori mettono pressione ai figli. E qui chi vuol intendere intenda: i genitori non sono importanti nella crescita sportiva dei figli: sono fondamentali, nel bene e purtroppo spessissimo nel male!!!!!!
    I genitori da bambini hanno vissuto ciò che fanno passare ai propri figli: si sono dovuti adeguare ai desideri, alla volontà dei propri genitori. Non hanno potuto soddisfare le proprie aspirazioni da bambini e così cercano di trovarle nei loro figli senza sapere che le aspirazioni dei propri figli sono diverse da quelle loro. Ho cercato diverse volte di far capire ai genitori l’assurdità di questo processo. Sai qual è la risposta che sento nove volte su dieci? “ io sono stato educato così……….”
    Quando un genitore legge le parole di un Giorgio Errani che nella sua figura di padre ce l’ha fatta ad avere una figlia di successo nel tennis, quei genitori trovano in Giorgio l’alter ego, la persona che giustifica il loro comportamento egocentrico nell’educazione dei figli. Detto in altre parole i genitori cercano di avere una rivalsa nei figli per ottenere quella attenzione e quelle lodi che non hanno avuto loro stessi da bambini.
    Avere un figlio bravo nel tennis vuol dire accendere la luce dei riflettori sui genitori. Perché un figlio campione del tennis deve avere necessariamente un genitore bravissimo alle spalle. E siccome Giorgio ha una figlia che ce l’ha fatta ad entrare nell’Olimpo, Giorgio assurge allo stereotipo del padre ideale e tutto quello che dice diventa “autorevole”.

  203. Giorgio Errani scrive:

    “…se uno ha qualcosa dentro salterà fuori COMUNQUE (la sola cosa sulla quale forse puoi incidere è QUANDO salterà fuori) e comunque il rischio di commettere errori (avendo un’ingerenza troppo alta) cresce in maniera esponenziale

    OGNI ADULTO HA BISOGNO DI UN BAMBINO A CUI INSEGNARE; E’ IL MODO IN CUI GLI ADULTI IMPARANO

    polisportività precoce tutta la vita, ma manteniamoci soft (anche quando siamo certi di avere fra le mani un fenomeno), la vita è la loro ed hanno tutti i diritti (checchè noi ne pensiamo) anche di buttarla via come pare a loro…”

    questo scrivevo, un paio di settimane fa
    e se il proverbio inglese sopra-citato è una verità (sacrosanta) bisogna anche coglierlo ed interpretarlo nel modo giusto…
    affinchè gli adulti imparino (fatta salva quindi la certezza che, nell’insegnare, sbagliano) occorre che sappiano “vedere” i loro errori e riescano anche ad auto-violentarsi per cercare di correggerli…
    altrimenti non imparano nulla…

    bisogna perciò mettersi nella condizione del “so di non sapere” di socratica memoria e mettersi in discussione

    e credo, stefano, che nessun figlio accuserà mai il genitore di non avere spinto abbastanza l’acceleratore per lui… perlomeno nessun figlio che avesse dentro quel “qualcosa” che fa la differenza

    i rimpianti (ed i rimorsi) sono sempre e solo i nostri…

  204. Archipedro scrive:

    Ma certo, proprio così: voglio esattamente essere uguale a Giorgio, preciso, accento romagnolo incluso…! :-) E non sarebbe male che sua figlia mi chiamasse “papi” :-) ! In alternativa, vorrei la “pelle nera”…

    Sto cercando di rendermi simpatico, e faccio l’italiano medio… :-)

  205. Mauro scrive:

    Federico, se vogliamo filosofeggiare su egoismo, trasferimento dei propri desideri sui figli, potremmo anche dire che l’altruismo non esiste, quando anche regali un oggetto a chi vuoi bene, lo fai perchè ciò ti gratifica e quindi è egoismo anche quello. In definitiva, non credo esiste l’altruismo poichè in quanto tale sarebbe la negazione del proprio essere e questo allo stato di evoluzione dell’uomo non è possibile.
    Cosa voglio dire con questo, che è lapalissiano che i genitori cerchino di traferire i propri desideri ai propri figli, traferire le propri convinzioni, la priopri cultura, il propio punto di vista sulle cose. Questo è normale, sarà poi il figlio se ha un minimo di intilligenza a capire che ci sono altri punti di vista altre idee che non quelle dei genitori. Daltronde quando arrivano all’adolescenza i più mettono in discussione qualsiasi cosa tu abbia detto. Che fare allora? Continuare a trasferire le proprie convinzioni, le proprie idee, i propri desideri in maniera molto franca, onesta e trasparente, saranno poi i figli a sper discernere e scegliere. Quelli che non lo sapranno fare saranno comunque alla mercè se non dei genitori dei primi venditori di fumo che incontreranno.

  206. bogar67 scrive:

    Dai bellissimi racconti di Stefano e dal titolo di tutte le discussioni “genitori e figli” mi chiedevo se in questo blog siamo tutti genitorI di tennisti in fasce, in crescita, affermati, etc oppure semplicemente genitorE di tennisti. Notavo con piacere che Stefano ma anche altri hanno nelle mogli una certa complicità nel far crescere tennisticamente i propri figli. Secondo voi conta molto la presenza di ambi i genitori nel percorso di crescita tennistico del il figlio/a? Vi chiedo questo perchè non sempre la stessa passione sportiva è condivisa in un’unione di coppia ed un pò di invidia per Stefano non tanto per aver portato Il figlio da Bollettieri ma per avercelo fatto portare dalla moglie ci sta. Nel mio caso ad esempio, pur essendo mia moglie una ex sportiva avendo praticato diversi sport tra cui pallacanestro, nuoto, atletica ed equitazione non ho quasi mai trovato disponibilità nel dare alla piccola un supporto anche morale durante gli allenamenti in SAT o con me. Mia moglie considera il tennis uno degli sport più noiosi al mondo ed il suo aiuto sportivo- tennistico per la crescita della piccola è stato fin qui inesistente o quasi per cui sono sempre io a sobbarcarmi la bimba per portarla alla SAT e credo che lo sarà anche in futuro per portarla ai tornei. Per il quieto vivere e per l’amore che nutro nei confronti di mia moglie ho chiesto quanto meno che se l’aiuto tennistico non ci sta e non ci sarà di avere un aiuto nel costruire la campioncina al di fuori del campo cone un grado di istruzione adeguato. Visto che l’insegnante seppur precaria sta in casa, ricorrere ad insegnanti privati almeno adesso mi pare esagerato per cui abbiamo deciso di separare i compiti, io mi occuperò della crescita sportiva e lei per integrare quella scolastica, considerato anche lo sfascio verso cui sta andando la scuola pubblica in Italia. Leggendo parecchi post qui e notizie sul web mi sono fatto l’idea che la costruzione di un campione in questo sport vada di pari passo con quella culturale, certo non bisogna essere laureati ma atleti che girano il mondo devono conoscere l’inglese quanto l’italiano e visto da dove arrivano per ora i campioni ed i loro coach possibilmente anche lo spagnolo. Su You tube, vedevo un intervista al buon QUINZI il quale rispondeva con una certa padronanza della lingua inglese ma la solita criticona di mia moglie faceva notare a me che non mastico l’inglese che il ragazzino sbagliava nell’intervista diversi verbi per cui ho risposto, vediamo se ad 11 anni nostra figlia grazie a te e tua mamma (insegnate di inglese) parlerà meglio di questo bambino prodigio, una sorte di sfida raccolta, vedremo, oltre a dover dare gli imput-motivazioni alla figlia (per ora pochi o nulli) mi tocca darli anche alla moglie per raggiungere poi lo stesso obbiettivo e cioè far diventare una tennista professionista mia figlia.

  207. Archipedro scrive:

    Ovviamente il mio post si riferiva alla teoria appena espressa da Federico… ma casualmente s’è inserito nel mezzo proprio quello di Giorgio. Che, nuovamente, m’appare autorevole, equilibrato, significativo. E non certo perché è il fortunato papà di Sara…
    Il blog ci offre questo, dei nicknames, a volte degli autoritratti benevoli, ed una certa difficoltà a valutare le persone compiutamente: così il solo fatto di poter raccogliere in rete dei dati oggettivi su un genitore, a partire da ciò che scrive, per poi trovare degli interessanti riscontri tra il suo pensiero e l’effetto delle scelte conseguenti, rappresenta un ottimo punto di partenza…
    Non tutti vivono da invidiosi… :-)

  208. gio92 scrive:

    Ringraziando tutti quelli che hanno cercato di darmi una risposta , vorrei rifarmi a quello che scrive Federico quando dice :

    “I ragazzi devono essere liberi di scegliere quello che vogliono e devono essere responsabilizzati per il risultato delle loro scelte.”

    Io e mia moglie cerchiamo di fare proprio così, per quanto riguarda il tennis continuiamo a ripetergli che la scelta è sua se vuole allenarsi noi cerchiamo di dargli i mezzi per farlo nel migliore dei modi , poi, però lui deve dimostrare impegno e volontà. Idem con la scuola, proviamo a non controllarlo mentre studia e fa i compiti ed aspettiamo il risultato di verifiche ed interrogazioni. Ma quando questi risultati sono negativi ?!
    E’ qui che sorge il problema , tutto facile se a fronte di una responsabilizzazione si ha un ritorno positivo ma se la responsabilizzazione è tale solo a parole (”ti assicuro che mi impegno”) e non nei fatti , come si ci deve comportare ? Soprattutto quando si vede che il bambino non è neanche amareggiato più di tanto del cattivo risultato. Non è questa l’ educazione che noi genitori dobbiamo insegnare ai figli ?!
    Sicuramente mio figlio è un bambino sereno e felice , e di questo non posso che essere molto felice, il problema è che rimane “troppo” sereno e felice anche quando prende un 4 a scuola o perde una partita che avrebbe potuto vincere benissimo. Ma , ripeto, forse sono io che vedo le cose in maniera troppo rigorosa.

  209. andrew scrive:

    gio92…

    anche mio figlio “soffre” di questo “problema”. Non credo si tratti solo di semplice pigrizia o poco impegno. Io credo sia un fattore comune alla maggior parte dei bambini, specialmente a quelli maggiormente dotati.

    Lo definirei “economia energetica”. Come per l’economia linguistica, che porta i parlanti, specie nelle fasce giovanili, a storpiare o comunque modificare la lingua non solo in funzione del mezzo comunicativo ma anche, appunto per i più avanzati, in funzione di una sorta di risparmio energetico nell’articolazione dei suoni linguistici.

    Questo meccanismo di “massimo risultato con il minimo sforzo” è una ottima cosa a cui tendere, mentre diventa controproducente quando lo si sfrutta senza alimentarlo, in quanto la “dotazione” (di talento, di atleticità, di conoscenza) lentamente si esaurisce.

    La funzione dell’allenamento sportivo dovrebbe appunto aiutare a raggiungere prestazioni sportive di “massimo risultato con il minimo sforzo”, alimentando la dotazione dell’atleta e vincendo la “resistenza” costituita dal risparmio energetico.

    Io, ad Alessandro, continuerò a cercare di proporre occasioni di incremento del bagaglio conoscitivo e sportivo, fino a quando non riuscirà a capire che dovrà arrivare ad alimentarlo autonomamente.

    Ciao Archi…grazie ancora della bella giornata…a presto….

  210. federico di carlo scrive:

    Ciao Mauro,
    tu che sei una persona adulta vedi il processo di educazione dei genitori come “lapalissiano” e scontato perché sei in grado di viverlo razionalmente. Per un bambino, di solito fino ai 12 anni, non è così: il bambino vive per realizzare i suoi bisogni emotivi in modo spesso irreale . Hai ragione quando sostieni che il rapporto genitori/figli è fondamentalmente basato sull’egocentrismo ma ti scappa il fatto che mentre i genitori si fanno una ragione del processo educativo basato sull’imposizione di un modello, i bambini vivono questa situazione come un RICATTO psicologico: non ubbidienza = non amore. Si fanno così sopraffare dalle proprie paure di perdere l’affetto e la protezione dei genitori ed accettano qualsiasi imposizione pur di soddisfarli, anche se non è quello che vogliono. E’ la stessa paura di perdere che immancabilmente manifestano poi sul campo da tennis mascherandola con ogni tipo di scusa che gli viene in mente.

  211. federico di carlo scrive:

    Ciao Andrew, Ciao Gio
    Le leggi della conservazione della specie sostengono che c’è solo una limitata disponibilità di energia e che dunque questa deve essere economicamente adoperata. Come diceva giustamente Andrew “massimo risultato con il minimo sforzo”. Questa teoria, secondo me non è funzionale nello sport agonistico e pone gli atleti davanti a forti limitazioni del loro potenziale. Gli atleti che infatti seguono questi comportamenti, nel momento in cui non riescono ad ottenere il risultato desiderato, spesso “mollano” senza impegnarsi fino in fondo. Ciò succede perché spesso non sono consapevoli dei propri limiti di capacità, dal momento che non si sono (e non sono stati) mai testati fino a fondo. Mettiamola in questi termini: sei sicuro che un tennista che esca dal campo fresco come una rosa, senza avere neppure la maglietta sudata abbia profuso in campo il 100% del suo impegno?

  212. stefano grazia scrive:

    DA UNO DEGLI ULTIMI ARTICOLI DEL NOSTRO PADRE-PADRONE,Ubaldo, riguardante la Wickmaier,anche lei emigrata in Florida (ma a Saddlebrook, alla Hopman):

    Ma è la storia di questa ragazza ad avermi colpito. A 9 anni ha perso sua madre, proprio come Justine Henin. Un tumore. “Ma io allora non avevo la fissa del tennis…Solo che scomparsa mamma volevo andare il più lontano possibile via da casa, fare qualcos’altro, incontrare altra gente. Così io e mio padre partimmo.”
    _ Cioè…decise tuo padre!
    “No, io…non so bene come è stato, ma anche se avevo nove anni forse ero più vecchia della mia età…”
    _E tuo padre come reagì?
    “Lo ammiro perché ha lasciato tutto quello che aveva. Ha lasciato il suo lavoro (costruttore), gli amici, le sue macchine…e siamo partite per gli Stati Uniti. Tutto quel che ho adesso lo devo a lui, perché lui ha avuto fiducia in me. Mi voleva far felice, qualunque fosse il modo. Mi ha sempre sostenuto…ho avuto anche anni difficili, è una superpersona…”
    Ero andato ad ascoltare la sua intervista, unico non belga insieme a Peter Bodo, perché queste sue vicende mi incuriosivano…più delle unghie smaltate per metà di rosso e metà blù.
    Le ho chiesto se non fosse stata una grossa scommessa per il padre mollare un’attività proficua, per seguire una figlia di appena 9 anni che non poteva garantire a nessuno di diventare una campionessa. E lei: “Ma lui non si aspettava che io diventassi una campionessa, lasciò tutto per farmi felice…ed è molto diverso. Mi piaceva il tennis ma non pensavo davvero a diventare una professionista che gioca a tennis ogni giorno. Andavo ancora a scuola. Sì giocavo a tennis e ogni giorno che giocavo mi piaceva di più…e miglioravo pure. E’ così che è andata la mia storia”.

  213. Kill Bill scrive:

    bogar67,
    una curiosità se non vuoi dire il nome puoi dirmi più o meno l’anno di nascita del vicecampione mondiale juniores di sci cugino di tua moglie ?
    Sci alpino o sci di fondo ?

    Giorgio Errani,
    Sara a 12 anni è andata da Bollettieri a 16 a Valencia.
    Se non sono indiscreto cosa ha fatto dai 13 ai 15 anni ?

  214. Archipedro scrive:

    Andrew, vecchio mio… “massimo risultato con il minimo sforzo” è il leone che deve sopravvivere nel Serengeti, e decidere se correre o meno dietro alla gazzella… Nello sport agonistico c’è, a mio parere, “il risultato”, che è poi il competere “al massimo delle proprie possibilità”. Essere dei mestieranti dello sport ed essere veri agonisti, per non dire campioni, non è la stessa cosa: nel secondo caso non t’accontenti proprio mai… e non ti risparmi proprio mai… E giochi prevalentemente contro i tuoi limiti…
    Lo so, è una fregatura, che dovresti serenamente (ma chiaramente) prospettare ad Alessandro… come ha giustamente osservato Mati… “ogni volta che riesci a superare l’asticella, anche se hai già vinto, te la tirano ancora su… e quindi alla fine te ne vai a casa sbagliando… “ Però sai esattamente quanto vali.
    Se uno impara a risparmiarsi, e poi ad accontentarsi, difficilmente avrà lo spirito per mettersi in discussione quotidianamente…

  215. Giorgio Errani scrive:

    @Kill Bill
    di ritorno da Bollettieri Sara ha continuato ad allenarsi al C.A.FAENZA con il maestro Michele Montalbini (con il quale si allenava già prima di partire per gli USA), poi è passata al C.T.VILLA BOLIS (Lugo di Romagna) sempre con il maestro Michele Montalbini, poi è passata al C.T.VILLA CARPENA (Forlì) con i maestri Alberto Casadei e Paolo Pambianco

    nel frattempo andava a scuola (scuole medie + ragioneria) fino a quando è andata in Spagna, ma in ogni caso ci avevano già avvisato che a ragioneria non l’avrebbero tenuta, perchè non accettavano le troppe assenze, indipendentemente dai voti peraltro ottimi, nonostante alcuni professori cercassero di coglierla spesso in fallo (altri invece erano anche troppo affascinati da quello che faceva)

  216. Roberto Commentucci scrive:

    Ciao a tutti.

    Mentre tutta l’America, come avrete visto, impazzisce per la versione grintosa della cugina Melania di Via col Vento, al secolo Melanie Oudin, da Marietta, Georgia, orgoglio del Vecchio Sud, mi piace segnalare che forse sta esplodendo anche una giovanissima azzurra che ha fatto molto discutere i tecnici e gli addetti ai lavori di casa nostra: l’italo-argentina Camila Giorgi, che ha qualche mese meno della Oudin, essendo nata il 31.12.91.

    La ragazzina di Macerata, infatti, atleta formidabile, dal tennis potentissimo ma fallosa in modo disperante, sembra aver trovato la quadratura del cerchio. La scorsa settimana, in un ben frequentato ITF da 25.000 a Katowice, in Polonia, ha superato le qualificazioni e di slancio è arrivata in fondo, infliggendo punteggi imbarazzanti a tenniste di buon livello, come la ceka Zahlavova (n. 120, ex top 100) e come la promettentissima coetanea Ksenia Pervak, n. 130 Wta, che veniva da 2 tornei vinti di seguito, stracciata in finale con un netto 60 63.

    Sui forum degli appassionati c’è stato qualcuno talmente matto che si è messo a tradurre le news del sito ufficiale del torneo dal polacco… Beh, pare che Camila abbia fatto una grandissima impressione per il suo gioco potentissimo, iper aggressivo e completo (la ragazza, che è di una incoscienza sublime, ama andare a rete dietro le bordate pazzesche che tira con entrambi i fondamentali…).

    E non è tutto: ottenuto uno Special Exempt per il 25.000 olandese di questa settimana, poco fa ha passato il primo turno travolgendo 62 61, in 52 minuti, la olandese Klaffern, onesta tennista a questi livelli, top 250 Wta.

    Insomma, sembra che finalmente le gran cannonate che Camila ha sempre tirato, mandandole spesso in tribuna, fra lo scetticismo generale, siano iniziate a rimanerle dentro. Pare che alla base dei progressi ci sia la frequentazione, quest’anno, di alcuni tornei Open in Francia (Camila è seguita dalla Mouratoglu Academy), che le hanno consentito di maturare sul piano tattico (boh?…).

    Da seguire, perché questa ha mezzi impressionanti.

    La sua storia secondo me è interessante perché il padre, che io intervistai l’anno scorso, mi diceva che fino ai 14 anni non le ha fatto fare alcun torneo, ma solo lavoro sul fisico e sulla tecnica, in modo da costruire una atleta e una tennista il più completa possibile.

    Il paragone stride con la strada che finiscono per imboccare molte giovanissime di casa nostra, abituate ad alzare pallonetti per vincere la Coppa PIA…

    Scusate l’OT.

  217. stefano grazia scrive:

    Uno dei nostri Addetti ai Lavori preferiti,il Professor Buzzelli, mi scrive dicendo che sta lavorando al progetto, coronamento di un suo vecchio sogno, di aprire un Academy (con tanto di Mental affidato ad un Consulente PNL come il nostro Federico!!!) o meglio,come lo preferisce chiamare lui, un Centro Sperimentale Tennis. E dice anche di aver voluto,nel far cio’, seguire molte delle indicazioni di Genitori & Figli. Notizie sul Centro le trovate sul suo sito http://www.salvatorebuzzelli.it. Oltre a cio’ io gli avevo anche chiesto: chi sono i Maestri di tennis, chi sono i coaches, chi
    fa la programmazione,come intendete procedere e chi sono gli
    assistiti,quanti sono i campi da tennis…E quali sono i prezzi. Come vedi,
    vado sul pratico…
    E il Prof risponde:
    - Villa Pallavicini è a Borgo Panigale con tre campi
    - il principio piu’ o meno rivoluzionario poggia sul fatto che mi scelgo io gli atleti già dai 6-7 anni,li educo sotto tutti i punti di vista (motorio, sensomotorio, fisico,morale e lavoro sui genitori)
    - ho costituito con alcuni manager bolognesi una società onlus che ricerca
    fondi per pagare l’allenamento dei ragazzi (che mi scelgo, lo ribadisco),
    per cui a loro non richiedo quasi niente
    - i maestri di riferimento sono Farolfi (per i bimbi) mentre per gli agonisti sono in trattativa con alcuni coaches e non posso ancora fare i nomi
    - i preparatori siamo io e Davide Cassinello ma ce ne sono altri che mi
    devono confermare la collaborazione
    - il preparatore mentale di riferimento è un mio amico che da anni pratica
    la PNL in settori diversi ma chegli piacerebbe farlo con ragazzi sportivi
    - il formatore spirituale me lo fornisce l’Opera Villa Pallavicini
    - il programmatore dell’allenamento globale sarò io ed i maestri
    interverranno tecnicamente come vogliono motivandomi il perchè
    -ci avvarremo anche e molto della videoanalisi ed analisi
    biomeccanica con i miei collaboratori scientifici con cui già lavoro
    - non sarò affiliato alla federazione perchè il mio è soprattutto un centro
    a sfondo sociale e culturale che usa il tennis e se funziona sulla crescita
    della persona sicuramente produrrà anche tenniti di livello
    Ogni ulteriore dettaglio richiedetelo direttamente al Prof che,spero, tornera’ a farci visita magari anche insieme a Stefano Baraldo.
    Approffitto per ricordarvi che il dinamico Prof ha anche aperto un altro sito http://www.preparazioneatletica.it e ha anche messo,almeno credo, in circolazione il suo vecchio video,trasformato in DVD, su Preparazione atletica del Tennista di cui vi avevo gia’ parlato e che contiene a mio avviso, tutte le informazioni base per un Genitore che, voglia essere coinvolto anche in questo aspetto dell’allenamento o che comunque, affidando il proprio pargolo al preparatore, non voglia fare la brutta figura di chi non sa nermmeno di cosa si sta parlando. Scherzi a parte, questo DVD e’ davvero molto chiaro,esplicativo,direi illuminante e secondo me costituisce un MUST nella nostra biblio-videoteca.

  218. Kill Bill scrive:

    Giorgio Errani,
    Grazie. Complimenti a Lei e a sua figlia.

  219. stefano grazia scrive:

    Anche le Williams furono ritirate dal commercio (cioe’ dai tornei giovanili) ma d’altra parte leggiamo spesso che un ragazzino deve giocare tornei su tornei e piu’ ne gioca meglio e’ perche’ si abitua a sensazioni che poi non saranno piu’ nuove e alle quali sapra’ dunque reagire…Poi suppongo che vi sia differenza prima dei 14 e dopo i 15-16: di recente Fognini si lamentava di aver giocato pochi tornei pro o semipro rispetto ai Murray e Djokovic con cui da Junior se la vedeva alla pari …Per cui io credo che sia tutto vero e tutto sbagliato a seconda di chi e’ il soggetto in questione e a seconda delle circostanze, del momento storico, della congiuntura … Mi ricordo di aver letto in un libro del pluripremiato sceneggiatore William goldman (Butch Cassidy, The Princess Bride, Tutti gli uomini del presidente, Il Maratoneta) che non esiste, qualunque cosa vi dicano, alcun modo di sapere in anticipo se il tal film sara’ un successo e mi sa che sia lo stesso anche coi tennisti o comunque coi campioni di sport individuali …E’ vero che ci vogliono tanti soldi e che piu’ che spenderli bisognerebbe essere abbastanzi bravi da farli sborsare a qualcun altro, e’ vero che hai i soldi a volte non hai la fame ed e’ anche vero che fra i monti di pietra o in mezzo al letame puo’ talvolta sorgere un fiore (Morandi e De Andre’,va mo la’…) ma io mi sto un po’ stancando di leggere sempre sortite filosofico-astratte senza piu’ il sostegno di storie vissute…Mi accorgo anche che questo spazio ha avuto un suo significato parlando di bambini Under 12 ed ora grazie a Bogar perfino Under 5 (e se ci penso mi viene comunque da grattarmi il capo come gli artisti sotto la tenda del circo: perplessi), ma bisognerebbe che qualcuno magari sotto falso nome riprendesse a fare un po’ di aneddotica…Sappiamo quasi tutto quel che c’e’ da fare (o da non fare) prima dei 12 anni…Che cosa succede dunque dopo gli 11-12 anni? Quali saranno le prossime mosse di Zanchi, Mora e Mosciatti? Che cosa stanno facendo Quinzi,Bortolotti e Donati? Chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando?

  220. pibla scrive:

    Mi dicono che la Giorgi non si alleni più da Moratoglu.

    In realtà Williams, Fognini e Giorgi pensano, e qualcuno ha anche fatto, tutti la stessa cosa e cioè meno attività junior possibile, questo è il comun denominatore delle tre storie e Fabio proprio della eccessiva attività junior svolta si lamenta.

    Le Williams, come dice Stefano, furono ritirate dai tornei giovanili.

    La Giorgi non ha praticamente mai giocato, né da junior, né i 10.000 $, partendo direttamente dai 25.000 $.

    Quindi direi che tanta contraddizione non c’è.

  221. andrew scrive:

    Archi…forse mi sono spiegato male…

    quel “massimo risultato con il minimo sforzo” è meglio traducibile con “resa efficiente”, ossia uno stato che consenta di ottenere il risultato con l’utilizzo efficiente dei propri mezzi…

    Anche nel salto in alto, l’atleta, nella prestazione complessiva, usa in modo efficiente le proprie risorse, affrontando le prime misure non con superficialità ma con il minimo sforzo necessario.

    StefanoGrazia…
    non verranno mai a scrivere nel blog, non solo sotto nickname, ma nemmeno sotto tortura…la strada della federazione non consente deviazioni o distrazioni…
    Di federazione si muore…

  222. bogar67 scrive:

    @Kill Bill, il cugino di mia moglie è del 72 per cui da quando è diventato vice campione Juniores di discesa libera in Nuova Zelanda, di anni ne sono passati, adesso è istruttore di Sci dalle parti di Folgaria.
    @ Stefano, non capisco le tue perplessità, sei stato uno dei primi a scrivere sul blog, spesso si è discusso di bambini prodigio e mi pare anche che leggendo le varie interviste in giro alle reginette ed ai re del tennis di oggi, pochi o nulli sono i casi di tennisti che sono riusciti a scalare le varie classifiche impugnando una racchetta a 10 o a 11 anni. La Pennetta aveva una racchetta in mano da quando aveva 5 anni e mi pare anche la Errani se ho letto bene abbia cominciato in tenera età. Se si vanno a vedere i tornei under 8/10/12 degli anni scorsi organizzati dai maggiori circoli ed i campionati nazionali mi pare che i campioni di oggi sono stati anche i mini campioni di ieri ma ovviamente non tutti i mini campioni di ieri sono i campioni di oggi, è una piramide e non tutti arrivano in cima vuoi per un motivo vuoi per un alro. Per il discorso poi cosa succederà dopo gli 11-12 anni, sono curioso e le risposte di Giorgio appagano questa mia curiosità. Volevo pure aggiungere che molti genitori (non è il tuo caso) a giustificare il fatto che i figli anni non emergono nelle categorie giovanili prendono ad esempio il numero 1 Federer in quanto a loro dire fino a 12 anni giocava a calcio, non si impegnava nel tennis bla bla bla. Ieri ho visto sul canale supertennis la storia tipo sfide di RAI 3 ma dal nome Profili di Federer e mi pare che non è andata proprio così ma che prima dei 12 cmq il talento ci stava ed emergeva, dopo i 12 è andato nell’accademia svizzera ed è stato un crescendo fino ad i giorni d’oggi.

  223. Archipedro scrive:

    Andrew, o forse sono io che cerco inutilmente di provocarti… :-)
    Tu ci ricami sopra, la chiami “resa efficiente”, ciurli nel manico, e poi (gli) chiedi spensieratamente, ma con estrema diplomazia… quante serie? :-)
    La frusta, ci vuole… la frusta!!!! :-)

  224. Stefano Grazia scrive:

    Bogar, scusami ma non mi devo essere spiegato bene: abbiamo sempre sostenuto che,anche in virtu’ della teoria della mielina, dal punto di vista tecnico e neuromotorio tutto quello che sai di tennis e’ meglio se lo impari prima dei 12 anni e infatti tutti i grandi e meno grandi tennisti a tennis hanno preso in mano la racchetta a 3-6 anni. Quel che mi lascia perplesso e’ che tu ragioni e discuti di tua figlia che non ne ha ancora 5 come io e Mad Max parlavamo dei nostri figli due anni fa, quando ne avevano 10-9 … e non nascondo che la cosa mi fa sentire, come dire, gia’ obsoleto! Hai perfettamente ragione anche nel ricordare che se e’ vero che fino a 12 anni Federer era ancora indeciso fra tennis e calcio, e’ pur vero che anche se nessuno si sarebbe aspettato che fosse diventato The GOAT e forse neanche un Pro, era pur vero che era comunque fra i migliori del suo paese nella sua categoria. Abbiamo altresi’ sostenuto che essere i primi a 12 o 14 anni non e’ garanzia di successo e allo stesso modo non lo e’ di insuccesso per ovvi motivi di maturita’ fisica e mentale che non avviene allo stesso modo per tutti. Secondo alcuni poi vincere troppo in eta’ giovanile non tempra e non abitua agli inevitabili rovesci successivi. Essere fra i 5-6 miglioria 14 anni secondo Fulvio Fognini era comunque importante e secondo me lo e’ anche perche’ in questo modo ottieni visibilita’ e quindi facilitazioni e contributi. Pero’ abbiamo tanti esempi di ragazzini che ce l’hanno fatta anche in barba alle loro federazioni, vedi-se ho capito bene-la stessa figlia di Giorgio Errani.E ricordiamo-l’ho citato io stesso-che anche Safin fu rifiutato,e ben due volte, da Bollettieri (ovviamente voleva una full scholarship: avesse voluto rimanere li’ pagando non l’avrebbero certo cacciato e magari dopo un anno o due cambiava idea).
    Quindi l’equivoco e’ tutto li’: quando ti leggo mi sembra di leggere o di rivivere alcune nostre situazioni ma poi mi rendo conto che tua figlia ha 4 anni e allora mi scappa da ridere (a something blue ed altri criticoni probabilmente scapperebbe da piangere) ma se e’ vero quello che dici, che e’ lei che vuole giocare, che e’ lei che insiste per andare al campo, che e’ lei che ti dimostra sempre che si sta divertendo, no problem, anzi: ti invidio …E in piu’ passerai un sacco di tempo qualita’ con tua figlia. Certo, aspettati sempre che a 13-14 anni anche lei scopra che c’e’ altro nella vita oltre al tennis e che improvvisamente ti pianti in asso…Solo Mad max nega che questo sia possibile ma e’ successo, succede e succedera’ molto spesso: per questo diciamo anche che fare programmi troppo seri e crearsi delle aspettative che non siano quelle di creare bambini sani e sportivi sia inutile, dannoso e forse anche folle. Certo, si puo’ provare a barare: se io metto mio figlio in un academy sportiva e’ piu’ facile che continui a praticare sport che se lo metto in un ambiente dove lui e’ l’unico di tutto il villaggio,il quartiere,la scuola a farsi il mazzo mentre gli altri ciondolano tutto il pomeriggio, giocano a carte, bevono,fumano,tirano tardi alla sera …Che e’ un po’, ci crediate o no, l’ambiente di una scuola internazionale in un paese del terzo mondo. Comunque la mia richiesta di aneddotica (altrui) persiste e la mia domanda su cosa fanno i bambini dopo i 12 anni pure.Il fatto e’ che al momento hanno scritto molto i Genitori di U10 e 12 e poi i genitori di chi ce l’ha fatta (Fulvio e Giorgio) e quelli di chi invece si e’ perso. i primi ormai i hanno un po’ di tempo libero (e forse di nostalgia e possono finalmente rilassarsi e rivivere per e con noi intorno al caminetto quei magici momenti (che allora magari tanto magici non sembravano): loro ce l’hanno fatta e sono sinceramente entusiasti dei nostri sforzi perche’ si rivedono, con un pizzico di nostalgia, in noi stessi. Gli altri sono invece talora un po’ amari e amareggiati, cinici e fin troppo criticoni in nome del mal comune, mezzo gaudio ma e’ normale, e’ umano, e chissa’ che anche qualcuno di noi,ahime’, non finisca cosi’,a vaneggiare di quel che poteva essere e invece non fu, governo ladro… Ma sarebbe bello se uno/a dei Figli del Blog ce la facesse, sarebbe davvero bello …

  225. bogar67 scrive:

    Caro Stefano, hai fatto un’ottimo riassunto delle puntate precedenti ed infatti mi sembrava strana la tua perplessità. Hai ragione anche quando dici che io discuto di mia figlia come tu e Mad Max parlavate dei vostri figli due anni fa, infatti ritengo questo blog una specie di libretto di istruzione per genitori che vogliono far crescere i propri figli giocando a tennis. Ottima l’idea del libro!!!Due anni fa ho cominciato a pensare di far conoscere il tennis alla bimba ed essendo non proprio dell’ambiente pur essendo un 4^ categoria dove potevo acquisire quelle conoscenze necessarie per evitare errori nell’essere genitori di una futura tennista se non sul web?. Vado su google, digito genitori, figli, tennis ed appare tra i primi link proprio questo blog. Ho fatto un pò come il turista che deve partire per una destinazione dove non è mai andato e va su http://www.tripadvisor.it/ a vedere se gli altri viaggiatori che sono andati prima di lui si sono trovati bene oppure no. Ho cercato di cogliere dai tuoi racconti ma anche degli altri (ultimi e importanti arrivati compresi) quello che di positivo viene trasmesso nelle varie discussioni. Voi ci siete passati e ci state passando, chi meglio può darmi l’idea di cosa mi aspetta e se ne vale la pena intraprendere questa strada? Quoto in pieno quando rispondendo a chi criticava il fatto di poter rubare l’infanzia dei nostri figli rispondevi super giù meglio il tennis che la play station. Io che di lavoro faccio lo sbirro, ti dico che facendo far sport ai miei figli anche se non diventeranno campioni comunque avrò fatto il tentativo spero a buon fine di toglierli dai mali che la società di oggi propina ai nostri giovani, fumo, alcool droga etc. La bimba, oggi come oggi è pazza per il tennis, ci passerebbe ore ed ore con una racchetta ad inseguire una pallina domani chissà ed il domani chissà è un’eventualità che comunque prendo in considerazione, sarebbe da illusi non farlo, specie se poi le aspettative di oggi non corrisponderanno alla realtà di domani.

  226. Archipedro scrive:

    Che gli uomini siano nati “nella natura”, uguali, come pensava Rousseau, e poi ammorbati dalla società (in)civile, o che siano intrinsecamente diseguali, ma resi “gregge” dalla ipocrita pretesa di pietosa rassegnazione (Nietzsche), una NATURALE VOLONTA’, di libertà o magari di potenza, é spesso rievocata nel pensiero filosofico occidentale. Almeno quando questo analizza (e critica duramente) le basi delle nostre cosiddette ”democrazie”.

    Per (un ecologista come) me il tema è interessante, perché spesso mi chiedo se sia più ragionevole spendere parte della propria vita a correre dietro ad un pallone, guadagnando bei soldi, e chiamando (giustamente) quello “lavoro”, oppure fermi al computer, con un cellulare in mano, perché se sei dottore, come il “geografo” del “Piccolo Principe”, devi stare seduto. Che il mondo te lo raccontano gli “esploratori”. Dei quali però devi attentamente esaminare la moralità… sia mai che mentano…

    Sono stato accusato di fare qui filosofie, ed allora continuo, ma partendo da quel tanto apprezzato pensiero “terra-terra” che ha, suo malgrado, ispirato l’ideologia nazional-socialista… a dire: a voler fare troppo i concreti si finisce prima a litigare per l’orticello e poi a convertirlo in campo di concentramento… spesso guardare le cose dall’alto può essere utile.

    Noi qui indirizziamo, fortissimamente convinti, i nostri figli allo sport perché sentiamo che in quella dimensione possono, se dotati, trovare una qualità di vita superiore alla madia. Lo facciamo assumendoci delle NATURALI responsabilità, perché nel momento in cui intraprendiamo un percorso “controcorrente” i ben pensanti (o gli invidiosi) sono pronti a giudicarci. Il gregge ci ricorda, ad esempio, la fondamentale importanza della “scuola”, di cui noi oseremmo contestare la supremazia culturale, indipendentemente da chi siano gli insegnanti dei nostri figli, che poco importa… E poi ci dovremmo sentire, con il pezzo di carta in mano, superiori all’artigiano che sa tutto, ma proprio tutto, del proprio lavoro… mentre noi ora parliamo di non si sa bene di cosa a dei simposi tavolorotondistici…

    C’è bisogno di AZIONE, in questo mondo decadente: anche il mio gatto, tenuto in casa per il suo bene, si sogna una nuova vita da ghepardo… questo è un pensiero elementare. Il mio non è un gatto filosofo… Carpe diem…!

    p.s. Non male le nuove proposte, non foss’altro per i costi prospettati, ma la VAFF-Academy m’appare ancora l’opzione migliore, quella a maggiore “resa efficiente”…

  227. bogar67 scrive:

    Gentile Stefano, trovo l’idea del libro davvero ottima. Raccogliere le esperienze di noi genitori in questo blog e negli incontri che ci sono stati nei vari raduni dei propri figli potrebbe essere utile davvero a molti. Credo che tu caro Stefano sei anche la persona adatta per cultura per poter raccogliere tutto quanto e tradurla in un libro, non che gli altri frequentatori siano persone non colte ma sul blog sei quello che ha speso più tastiera di computer e i tuoi interventi seppur a volti lunghissimi sono stati sempre interessantissimi e hanno dato spunto a diverse discussioni costruttive. Io che non ho la capacità di scrivere un libro, perché mi manca malgrado il diploma una certa cultura ed i miei errori sono diversi dei tuoi perché non sono solo di semplice battitura, vorrei darti però uno spunto per scriverlo. Secondo me un libro sull’argomento genitori e figli di tennisti dovrebbe essere schematizzato e non certo alla confusa come la raccolta dei post che si sono succeduti negli anni nel blog, colui che lo dovrebbe scrivere dovrebbe avere le stesse capacità del grande chef che prepara il suo menù da portare ai suoi clienti (in questo caso lettori). Il libro dovrebbe cominciare dall’antipasto dove vengono raccontati i motivi per cui un genitore folle (dipende i punti di vista) decide di mettere una racchetta nelle mani del proprio figlio/a, quali sono le motivazioni, le aspettative, i paragoni con i figli di altri genitori non tennisti etc Il periodo dell”antipasto” dovrebbe coincidere si e no fino agli 8 anni del figlio/a, poi si passa al primo, i primi tornei giovanili con le prime gioie e delusioni, le ore passate alla SAT, un racconto dettagliato anche sul modo di lavorare diversi maestri, le partecipazioni ai vari tornei, i primi stage nelle accademie con un resoconto delle esperienze vissute. Finito il “primo” (intorno ai 12-13 anni) intervallato da un “sorbetto” che spiega quali sono i dubbi dei genitori e la volontà dei figli se nel decidere se continuare o meno con scelte di vita spesso drastiche si passa al “secondo” che all’incirca arriva ai 20 anni. In questo periodo 12/20 anni bisognerebbe raccontare l’esperienza di come ci si avvicina al professionismo, quali sono le strade da intraprendere cercando di dare consigli per non cadere nei tentacoli del gatto e la volpe, contratti capestro etc. Per finire dopo che il percorso del genitore con il figlio è stato servito nella tavola dei lettori bisogna anche vedere se ci sta da mangiare anche il dolce (l’essere diventato un Top o meno) o bere l’amaro della sconfitta sportiva. Ovviamente come ogni cena o pranzo in un ristorante al genitore del tennista bisognerebbe presentare il “conto” generale e dettagliato delle singole “portate” che può variare da genitore a genitore anche per il semplice fatto di abitare in questa o quella regione d’Italia, o di frequentare questo o quel circolo, ma che da l’idea se si è in grado di sopportarlo. Per quanto mi riguarda ad esempio essendo ancora all’antipasto” visto che la bimba compie 5 anni tra poco, nella speranza di assaggiare il dolce senza affogarmi con qualche boccone durante il pranzo-percorso tennistico vi dico solo che per l’anno 2008/2009 ho speso quasi 1300 euro, una cifra che comprende la retta alla SAT, attrezzatura varia del perfetto genitore allenatore tra cui Muro di allenamento, lancia palline elettrico twister adatto ai principianti, kit composto da coni e cerchi, bidone di palle depressurizzate, racchette, abbigliamento, benzina per raggiungere i campi della SAT scelta che dista più di 52 km tra andata e ritorno ed affitto campi quando non vi sono a disposizione i mini campi. Nel conto non ho inserito gli integratori (mia figlia durante i giochi-allenamento da perfetta sportiva ne pretende uno rigorosamente all’arancia rossa) e il costo dei gelati o delle merendine che utilizzo per cercare di farla smettere di giocare e tornare a casa.

  228. Giorgio Errani scrive:

    giusto per entrare un po’ nel merito e fornire qualche informazione agli utenti che (comprensibilmente) si preoccupano più delle cose concrete (cosa fare dopo i 12 anni ??…) piuttosto che teorizzare e filosofeggiare “davanti al camino, con un bicchiere di merlot in mano…” vi riporto un po’ il percorso di Sara e le mie idee

    ATTENZIONE ! DA PRENDERE COME ESPERIENZA SU CUI RIFLETTERE, E NON COME LA GUIDA PRATICA PER FARE DIVENTARE IL PROPRIO FIGLIO UN PRO… EHEHEH… (fate finta che io sia il padre della Dokic… vi fidereste di me ??…)

    a parte gli scherzi, Sara ha giocato non tantissimo da Junior, e molto spesso (direi quasi sempre) nella categoria superiore, fino a quando non ha iniziato a giocare ITF/WTA

    non ha avuto grandissime performance da Junior, in generale

    ci sono (come quasi sempre) due teorie che girano: una quella di giocare molto da Junior ed una quella di giocare poco da Junior, fino alla terza (rarissima) che è quella di non giocare mai da Junior

    i pro ed i contro sono quelli che probabilmente tutti - avendo accesso ad una serie di informazioni facilmente disponibili che io non ho mai avuto - conoscete meglio di me, e cioè:

    giocando da Junior
    - più gratificazione
    - più fiducia in sé stessi
    - più possibilità di controllare la tecnica in partita
    - meno ricerca del proprio limite
    - meno crescita della combattività

    non giocando da Junior
    - meno vittorie / meno gratificazione
    - meno fiducia in sé stessi
    - meno possibilità di controllare la tecnica in partita
    - più ricerca (forzata) del limite (troppa ?)
    - più crescita della combattività

    come si evince facilmente da questo schema semplificato, la chiave è (come spesso succede) l’equilibrio fra le due cose e l’applicazione di questo equilibrio alla personalità del giocatore in questione
    è un po’ una coperta corta – secondo me – che viene raffazzonata se si mantiene un buon equilibrio oppure esasperata se l’equilibrio non è buono

    se dovessi tornare indietro farei rifare a Sara esattamente quello che ha fatto, o forse la farei giocare un po’ più da Junior (ma solamente per la curiosità di vedere se il risultato finale cambia, più che per convinzione)

    però rimango sempre convinto che questi siano sofismi, nel senso che dipende sempre e comunque dal materiale che hai in mano, o meglio (per la gioia di…) dipende sempre e comunque dalla combinazione chimico/cromosomica del DNA dell’atleta (i cromosomi non mentono… MAI !)
    quindi direi che possiamo (potete) stare tranquilli, secondo me, perché non riusciremmo a fare danni su queste cose neppure se volessimo (o meglio, l’unico danno potrebbe essere temporale e non sostanziale)

    mentre invece… possiamo fare molti danni su altre cose… e non danni all’atleta (può non essere determinante perdere un atleta) bensì alla persona (e qui invece è determinante…) quindi il mio consiglio, per quello che vale (sempre poco o nulla…) è quello di essere soft, accompagnate ma non pretendete, elargite qualche consiglio ma non imponetevi, non fate i genitori (nell’accezione maligna del termine), fate finta che il figlio che avete sia un ospite (sia in casa che fuori) e trattatelo come tale…
    ecco, questa dell’ospite è una buona metafora (non è mia, ma non mi ricordo chi l’ha detto…) e può essere applicata a tutte le situazioni

    direi che un po’ di distacco “forzato” non fa male (beninteso questo non vi salva dal mangiarvi il fegato dal nervoso e dal mordervi la lingua fino a farla sanguinare – ne so qualcosa anch’io, in questo caso – ma dovete (dobbiamo) farlo in silenzio, di nascosto, senza farci vedere, come ho fatto io quando ho festeggiato in bagno il ritorno al tennis di Sara dopo l’escursione cestistico/calcistica/natatoria)

    concludendo, cosa fare dopo i 12 anni ??…
    un po’ di tutto, con calma, senza troppe esasperazioni e/o pressioni (già il tennis ne ha a sufficienza, essendo uno sport bastardo dal punto di vista mentale…)

    poi - quando siete convinti e/o siete riusciti a convincere qualcuno che vostro figlio ha le chances per farcela – coach privato e ci si prova (rigorosamente ,come dice Fulvio Fognini, con un obiettivo temporale ben preciso)
    se a X anni non sono almeno qua… lo faccio per hobby e per divertimento e per gratificazione personale (e non è detto che non mi diverta anche di più…) ma non per lavoro

    sperando che in questa nostra ricerca per indirizzare i nostri figli allo sport (ma sappiamo poi perché li indirizziamo più volentieri allo sport anziché a fare il falegname ?? perché amiamo lo sport ?? anche senza farlo ??… o per cosa ?? ognuno si dia la risposta che vuole) riusciamo a farli crescere come persone, che magari domani faranno i falegnami (guadagnando un pacco di soldi) e giocheranno a tennis per divertimento (togliendosi soddisfazioni che li gratificheranno immensamente) o magari faranno i tennisti pro discreti, guadagnando meno di un falegname ed a volte odiando la racchetta
    per cui… siate soft…
    ma questa è – di nuovo – filosofia, e non voglio annoiarvi andando OT…

    ma lo sport è lo sport… per me ! e per voi ??


    10) La dimensione sportiva non ha una sola stagione: lo sport ci può accompagnare e dare stimoli per tutta la vita.
    Di quante altre cose si può dire lo stesso?

  229. Gus scrive:

    @giorgio:

    mi sembra di sognare, continuo a leggere che Giorgio Errani, il papà di Sara dice, molto più autorevolmente di me ovvio, alcune cose che il sottoscritto pensa da sempre. Questo naturalmente non significa obbligatoriamente che si abbia ragione, ma sapere di non essere l’unico (o quasi) tutto sommato mi fa piacere. Ma una volta stabilito che il DNA è il DNA che si fa? Ed è qui che Giorgio pone due domande centrali per noi genitori e cioè:

    Perché indirizziamo i nostri figli verso lo sport e non verso altre attività?
    Cos’è lo sport per noi genitori?

    Almeno ad una di queste due domande, come ho già consigliato di leggere in passato, ha già risposto e in modo esauriente (almeno dal mio punto di vista) Julio Velasco.

    “educare attraverso lo sport” che tra le altre cose significa: “imparare a gestire il confronto tra le persone (aggressività, ad esempio) con delle regole(etica) e in modo divertente ed emozionante(quest’ultima parola l’ho aggiunta io)”.

    Ma cos’è lo sport per me: soprattutto vivere emozioni(in positivo, ma è sottinteso) che considero il dono più grande che un uomo possa desiderare. Ma perché ci si emoziona così tanto? Non saprei con precisione, dobbiamo pensarci su e discuterne, per me è una cosa che è dentro di noi, come se riconoscessimo in questi esseri delle capacità superiori e che ci inducono alla meraviglia, alla sorpresa, al superamento di un limite accompagnato però da comportamenti etici. (Ed è per questo che quando scopriamo un atleta dopato ci sentiamo traditi). Osservo che i “mestieri” che regalano emozioni spesso sono quelli che vengono pagati di più e contestati di meno. Persino i poveri del Brasile sarebbero disposti a togliersi un dollaro dalle tasche per strapagare Kakà e vincere un mondiale di calcio, chi potrebbe biasimarli!!

    Ma cos’è lo sport per me come genitore: è difficile spiegarlo con esattezza. Condivido ciò che dice Giorgio, lo sport, saper suonare uno strumento musicale, sono compagni di una vita. Io continuo a giocare e a tentare di migliorarmi ancora a 45 anni e con diversi incidenti seri alle spalle (femore dx, crociato anteriore sx, due menischi sx/dx, due volte il braccio, setto nasale, piede dx, così il figlio di Giorgio non si sente solo:-) )
    Mi permetto di aggiungere con le parole di Velasco: “educare attraverso lo sport” nella speranza che lo sport stesso sia un buon compagno per me e mia figlia non per raggiungere l’eccellenza sportiva a tutti i costi (sarei già felicissimo se riuscisse a raggiungere i suoi limiti), ma nella speranza che mi aiuti a renderla una “bella” persona , che è un obiettivo molto più importante.

    Ovviamente il massimo sarebbe “bella” persona in serie A di volley :-)

    Un mini-aggiornamento su Monica, mia figlia tredicenne, che gioca a pallavolo (come qualcuno ricorderà), al contrario del padre che invece fa finta di giocare a tennis :-)

    La società per cui giocava da quando aveva sei anni si è fusa con un’altra società più grande, con più mezzi, allenatori con più esperienza. Stiamo preparando la stagione U14 pieni di nuove motivazioni e mia figlia è sempre più determinata anche perché i nuovi allenatori sembra che la tengano in ottima considerazione.

    Abbiamo anche avuto l’occasione di farla vedere da uno dei migliori allenatori del settore giovanile piemontese (non l’ho portata io apposta, ma è stata accompagnata, così si sarebbe sentito più libero di esprimere giudizi). Il giudizio è stato buono/ottimo, (gli sarebbe piaciuto portarla nella sua squadra, ma siamo troppo lontani), le basi ci sono e può continuare così. Il suo ruolo è la palleggiatrice e ora dobbiamo preoccuparci di lavorare moltissimo sulla tecnica nella speranza che poi la natura sia benigna (leggi altezza, un pezzettino di DNA :-) ). Facciamo tre allenamenti la settimana da tre ore ciascuno circa e a breve si comincerà con le partite di campionato.

    Scusate l’intrusione ma così Monica tiene “compagnia” a Nicholas, anche se da un altro sport.

    So di essere un intruso (da questo punto di vista) ma io continuerei ad aggiornarvi in corso d’anno. Come sapete io ci metto da sempre nome/cognome e non credo di violare la privacy di mia figlia se condivido con voi qualche aspetto della sua vita.

    Se per caso la cosa dovesse dar noia, basta dirlo.

    Gus.

  230. Roberto Commentucci scrive:

    Signore e signori oggi è un gran giorno per Genitori & Figli:

    La FIT ha fatto sua l’idea, QUI LANCIATA E MATURATA IN QUESTI DUE ANNI DI DIBATTITI INFUOCATI, dei centri periferici di qualità per gli agonisti.

    In sostanza, qualcosa di molto vicino alla “Guida Michelin” propugnata da Mad Max e al sistema periferico integrato pubblico/privato immaginato, tra gli altri, dal sottoscritto.

    Ricopio dal sito FIT:

    PIA 2009-2010/Le proposte entro il 10 ottobre
    Ecco i “Centri di allenamento periferico”
    C’è tempo fino al 10 ottobre per inviare alla FIT le proposte di partecipazione al programma dei Piani Integrati d’Area 2009-2010. Il bando, il regolamento e tutta la relativa documentazione sono scaricabili alla sezione “PIA” del sito.
    1) La FIT intende continuare a regolamentare e a migliorare l’offerta tecnica in tutto il territorio nazionale, rafforzando i settori di specializzazione didattica nelle scuole tennis aderenti al presente progetto ed individuando strutture, di adeguate caratteristiche, che ospitino sistematicamente allenamenti riservati agli allievi under 13 individuati dal S.T.N., che saranno denominate “Centro di Allenamento Periferico”. La FIT intende inoltre promuovere fra i giovani la diffusione dei valori morali dello sport e del rispetto dei regolamenti e della maglia azzurra.
    2) A tale scopo, la FIT ha individuato, tramite le direttive che sono allegate al presente documento, tre settori di specializzazione didattica, determinando per ognuno di essi i requisiti minimi in termini di strutture, professionalità, conoscenze e standard di allenamento che i vari soggetti privati dovranno dimostrare di possedere per richiedere che gli venga riconosciuta la certificazione della qualità sul servizio offerto.
    La Scuola Nazionale Maestri ha istituito e regolamentato tali settori distinguendoli in relazione all’età e al livello tecnico degli allievi ai quali gli stessi si riferiscono:
    a) il centro Federale di Minitennis (5-6-7 anni: avviamento; 7-8-9 anni pre-perfezionamento);

    b) il centro Federale di Perfezionamento (10 – 13 anni);

    c) il centro Federale di Specializzazione (dai 14 anni in poi).
    In tutti i Centri potranno essere ammessi, in qualità di allievi, esclusivamente giovani che risultino tesserati presso la FIT.

    3) I soggetti ai quali la FIT avrà ritenuto di riconoscere la “certificazione di qualità” per uno dei settori sopra indicati, saranno gli unici a potersi fregiare del titolo concesso e riceveranno dalla FIT un apposito riconoscimento visibile da applicare all’interno del circolo.
    3) La FIT successivamente provvederà, mediante un costante monitoraggio, a verificare che i requisiti richiesti vengano mantenuti nel tempo e consentirà ai soggetti certificati di partecipare alle iniziative descritte nei successivi paragrafi. Ai soggetti che in seguito a una di tali verifiche verranno giudicati non più idonei sarà revocato il titolo e ritirata la targa federale od ogni altro segno distintivo che contraddistingua l’appartenenza al Progetto P.I.A. .

    Sul sito, qui, http://www.federtennis.it/DettaglioNews.asp?IDNews=43729 c’è un link ove scaricare la documentazione per chiedere la certificazione federale.

    A me pare che potenzialmente si possa fare un passo avanti epocale in termini di trasparenza e qualità, a patto che la certificazione dei centri che richiederanno il “marchio di qualità” avvenga con coscienza, onestà e trasparenza, in modo da non perdere credibilità.

    Ora lo step successivo è che l’elenco dei centri che avranno ottenuto la certificazione venga propagandato urbi et orbi, in modo da informare adeguatamente l’utenza e far sì che le forze della concorrenza inizino a dispiegarsi, stimolando una buona volta tutti i Circoli, maestri e i tecnici a migliorarsi e ad adeguare le metodologie più moderne, in primis il Fit Ranking Program per il minitennis.

    Ricordo che attualmente il minitennis è insegnato secondo le direttive federali solo nel 10% dei circoli affiliati: 300 su circa 3000!

  231. bogar67 scrive:

    Grazie Giorgio di appagare la nostra fame di informazioni, ottimo lo schema che hai fatto sul giocare molto o poco da Junior e le cose come le hai spiegato diventano molto più chiare. Il passo che invece mi piacerebbe che approfondissi è il seguente “poi - quando siete convinti e/o siete riusciti a convincere qualcuno che vostro figlio ha le chances per farcela – coach privato e ci si prova”" Che significa convincere qualcuno? che accordi ci sono tra un coach convinto in una tennista e i genitori di quest’ultima? Mi riferisco soprattutto all’aspetto logistico-economico. Qualcuno mi diceva che un coach personale prende il 25% di guadagni dell’atleta ma le spese accesssorie? biglietti aerei, hotel, preparatore atletico e tutto il resto? chi paga il genitore? Grazie per una cortese risposta!

  232. Elettra scrive:

    Giorgio
    Sara non è un gigante, in proporzione negli allenamenti quanto dedicava e quanto dedica oggi al potenziamento fisico e muscolare?

  233. andrew scrive:

    Roberto…

    il solo aggettivo che mi viene è: gagliardo!!!

  234. Giorgio Errani scrive:

    @bogar 67
    1.) ecco… una delle esagerazioni, secondo me, (fatte in senso buono naturalmente, ma dettate dalla voglia dei genitori di strafare) è avere a 4 anni e mezzo (oltre alla SAT, che già mi sembra eccessiva, ma in questi ultimi anni il mini-tennis è diventato la normalità) è avere l’attrezzatura completa da tennis (muro di allenamento, lancia-palline elettrico, ecc.) che fanno “sentire” al bambino già una certa pressione ed un certo “obbligo” alla specializzazione in uno sport quando invece – secondo me – a questa età deve essere uno dei tanti sport che si praticano
    Sara a 4 anni giocava solo in giardino, sul cemento, con palline più o meno sgonfie che trovava in garage, quando riusciva a convincere me o suo fratello o sua madre a ributtarle la palla, con una racchetta da Junior di suo fratello (troppo grande) immediatamente sostituita – a causa delle sue lamentele – con una vecchia Dunlop maxply di legno, storta, opportunamente segata da me a lunghezza più o meno giusta
    il calcio – in questo senso – è molto più “educativo” (un pallone si trova sempre, basta uno spiazzo, e due magliette per fare la porta)
    non bisognerebbe eccedere con il perfezionismo, i bimbi perdono interesse… (idea assolutamente personale)

    2.) cosa significa convincere qualcuno ??
    significa che, dopo che hai maturato la certezza che tuo figlio abbia serie chances di riuscita (e già qui siamo nel difficile, perché occorre essere obbiettivi ed ascoltare i pareri di molti, esperti e non) occorre trovare qualcuno (un maestro) che sia disponibile ad affiancare tuo figlio lungo la strada, sempre MOLTO incerta, del passaggio da adolescente discreto a possibile tennista

    da Bollettieri Sara aveva un maestro che andava in giro con un gruppetto di juniors di età mista 12/14/16 (Sara ha fatto il circuito COSAT in Argentina, Brasile, Uruguay)
    tornata a casa ha fatto i primi tornei (in Italia) con me o mia moglie, oppure con il maestro di allora (Montalbini) e le prime uscite all’estero con la nazionale FIT
    fino a quando giochi U.14 e U.16 la cosa è abbastanza gestibile, specialmente se sei in un gruppetto di agonisti (e Sara con Montalbini – grande personaggio - lo era), perché i maestri (bene o male) qualche uscita la fanno
    il vero problema si pone attorno ai 14/15/16 anni quando – se giochi benino e l’idea è quella di giocare nella categoria superiore – ti metti in testa di giocare ITF Under 18 (circuito internazionale)
    a questo punto chi va in giro con il tennista in erba ?? risposta: nessuno
    perché in Italia la mentalità è da circolo, ed i maestri non hanno né la voglia né la disponibilità ad andare in giro con un ragazzino che (8 volte su 10) poi non ce la farà, magari dovendo poi anche discutere coi genitori perché scontenti…

    le accademie che si sono sviluppate in questi ultimi 10 anni possono tappare questa falla, facendo un discorso specifico con ragazzini votati all’agonismo

    con Sara l’età 13/14/15 anni è stata l’età delle discussioni infinite, dei litigi con i maestri, dei mugugni e dei compromessi, nonché di qualche viaggio (mio o di mia moglie) di accompagnamento a qualche torneo, perché la mia (anzi la sua, perchè le critiche più feroci e taglienti sono sempre partite dalla bocca di Sara…) domanda di professionalità era totalmente disattesa e l’offerta era semplicemente quella di un circolo dove allenarsi, con la prospettiva di fare qualche torneo sporadico in Italia e (una o due volte l’anno) all’estero

    Sara è diventata una “emigrante” perché scontenta di quello che offriva la piazza, mentre invece in Spagna ha trovato il paese di Bengodi… gente che aveva voglia di lavorare, di mettersi in discussione, di impegnarsi, di girare il mondo assieme ad un ragazzino anziché stare al circolo a dare lezioni private
    ora non voglio dire che tutti siano così in Italia, anche perché i maestri che Sara ha avuto erano tutti molto bravi, ancorchè in difficoltà (per motivi ed esigenze diverse) a spostarsi all’estero

    quindi testa sul manubrio e pedalare…
    finchè, ad un certo punto, trovi qualcuno con il quale sei in sintonia ed inizi a lavorare in proprio

    i costi sono variabili, ma sicuramente tutte le spese accessorie sono a carico del tennista (o degli sponsor), il costo del coach è frutto di un accordo (fisso + percentuale, oppure solo percentuale), infine il preparatore atletico è a parte

    @Gus
    hai centrato il problema (secondo me)
    l’obiettivo deve essere raggiungere (e possibilmente superare del 5%) i propri limiti, non diventare un campione

    se siamo capaci di capire (ed applicare) questo, lo sport sarà nostro compagno per tutta la vita e sarà veramente “educativo”

    @ Elettra
    non so se ho capito bene la tua domanda, in proporzione la percentuale di tempo dedicata all’atletica (rispetto al tempo totale dedicato all’allenamento complessivo) non è cambiata di molto, direi 30/40% del tempo atletica e 60/70% del tempo in campo
    quello che è cambiato radicalmente è – ovviamente – l’intensità

  235. Archipedro scrive:

    C’è un esercizio eccezionale, che i pallavolisti conoscono bene, ma che opportunamente adattato può dare NOTEVOLI risultati anche con altre categorie d’atleti, tennisti lenti-lenti compresi… (di quelli che non servono un ace neppure se s’istituisce un apposito premio… :-) )
    Di norma s’effettua con il pallone da pallavolo, ma il relativo peso può essere incrementato (es. con palla da basket o palle mediche fino a 2 kg). L’impulso é veloce, verticale, a piedi pari leggermene divaricati, ed il gesto perfettamente simmetrico: con un rapido caricamento s’effettua un balzo verso l’alto (ho detto ALTO! saltate ALTO!) portando la palla alta dietro alla nuca, con accentuato arco dorsale, per poi schiacciarla (anzi, esploderla violentemente) in salto secondo un angolo di circa 45° rispetto al terreno. La ricaduta del corpo avviene mezzo metro circa dalla posizione di partenza. Avendo a disposizione più palle l’ideale sarebbe effettuare 6-10 salti in rapida successione, con qualcuno che te le passa… 3 serie almeno per allenamento.
    Faccio fatica a pensare ad un esercizio più completo per la potenza elastica rapida, che agisca contemporaneamente su tutte le principali catene muscolari del corpo.

    Provatelo e fatelo provare… su, genitori, coraggio… !

    p.s. gagliardo, no?!

  236. bogar67 scrive:

    Grazie Giorgio, sei stato chiarissimo e ti ringrazio dei consigli che mi mi hai dato anche se li avevo già recepiti, la battuta poi sul nuoto pinnato di tua figlia mi ha colpito e mi fa ridere ancora. Pur lasciando maggiore ore per farla giocare da dedicare al tennis non voglio far “sentire” a mia figlia già una certa pressione ed un certo “obbligo” alla specializzazione in uno sport infatti se qualcuno le chiede cosa vorrà fare da grande, le risposte sono ” da grande voglio fare la ballerina, la tennista, la ciclista ed anche piscina” Anche mia figlia si lamentava della racchetta che seppur junior era pesante e l’abbiamo cambiata con una più piccola, mentre non avendo casa con giardino qui in sardegna i giochi li facciamo in un campetto di fortuna, dove la rete è una parte di una vecchia ed il pavimento stile pavè che spesso fa rimbalzare la palla in maniera irregolare ma che dicono ha il lato positivo che aiuta i riflessi. Per il resto hai descritto la situazione di tua figlia in un arco temporale dove hai avuto difficoltà che ti hanno costretto ad emigrare, da allora per chi segue il blog e ha i figli adesso di 14/15 anni qualcosa spero sia cambiata, la VINCI cmq che non la giudico ne inferiore ne superiore a tua figlia in un intervista al Tennis Italiano ha dichiarato che lei dall’Italia non si è mai spostata, questo solo per dire che non è poi tutto da buttare il bel paese.

  237. Archipedro scrive:

    Ah, dimenticavo, i più esperti fanno così… prendono una di quelle palle mediche che rimbalzano abbastanza, in plastica dura da kg.1 e si piazzano a qualche metro da un (solido) muro… Poi effettuano l’esercizio di cui sopra recuperando al volo la palla che rimbalza a terra e poi sul muro stesso…

  238. Giorgio Errani scrive:

    @bogar 67
    un consiglio spassionato che mi era sfuggito: qualche volta non prenderle il gelato o le merendine per farla smettere e andare a casa, falla restare a continuare a giocare fino a quando fa buio (anche se piove, o se fa freddo da battere i denti)

    i ricordi che ti restano dentro – nelle situazioni al limite – sono indelebili e possono innescare, a volte, processi mentali incredibili

    a parte il risparmio sui costi…

  239. Archipedro scrive:

    In questo blog, da ieri “gagliardo”, sono stati citati spessissimo “Nick Bollettieri himself” e Julio Velasco; tra l’altro comunemente considerati i più grandi allenatori nelle rispettive discipline (o per lo meno motivatori…).
    Ebbene sapete cosa accomuna questi due colossi dello sport mondiale? Proprio no?!

    Il primo è diplomato in FILOSOFIA, ed il secondo è laureato in FILOSOFIA…

    p.s.
    Mai sentito parlare Arrigo Sacchi? “Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti…”
    E Phil Jackson: “If you meet the Buddha in the lane, feed him the ball…”
    Senza dimenticare il più grande allenatore-filosofo di tutti I tempi, Vujadin Boskov: “Dopo pioggia viene sole…”

    Beh, si, Gustav Thoeni diceva solo “Sono arrivato uno”… Era muto come una bara, con Tomba… o forse viceversa…

    Al nostro raccoglitore di aforismi… (G.E.) ne dedico uno (quasi) mio:
    “Non importa che tu sia GENITORE o FIGLIO: comincia a correre…!”

  240. andrew scrive:

    grazie degli esercizi (sto aspettando il programma che mi avevi promesso) e della filosofia…

    quando l’unica vera filosofia imperante nel nostro tennis è “i campi sono nostri e ne facciamo quello che ci pare”, credo che una filosofia anche un pelo meno troglodita possa essere di aiuto.

    Del resto, senza un sistema di pensiero, non ha neppure senso mettersi a giocare…

  241. Mauro scrive:

    Roberto, vedremo come si svilupperà questo progetto, quali saranno requisiti e prerogative dei CAP, che tipi dio controlli verranno effettuati etc. Io vedrei come ideale la situazione che si sta attuando in Liguria col maestro Leo Caperchi, ovvero un centro agonistico organizzato e diretto da persone di indubbia capacità e soprattutto passione. Poi i centri possono essere più di uno ma devono avere comunque un unico ed autorevole responsabile.
    Inoltre, a questo punto anche l’odioso vincolo non ha più senso che esista.

  242. Archipedro scrive:

    Andrew, t’invierò quanto prima una tabella in cui agli esercizi che (ti) ho già selezionato sul mio blogghino, divisi tra erba (in alternativa parquet) e gradonate, associo serie e ripetizioni, secondo la prassi comune … in genere le serie vanno dalle 3 alle 6, per i ragazzi, e le ripetizioni sono legate es. ai gradoni che hai a disposizione (meglio se più di sei)… se balzi/salti in genere sono 10 ripetizioni… insomma, buttate un po’ lì…
    Umilmente preciso: questa tua richiesta “terra-terra” di “quantità”, dopo che sulla qualità, mi pare, c’eravamo confrontati, è tipica non dello sportivo, quale tu sei, ma del genitore pretenzioso… leggermente inquietante… :-) e degna d’una brevissima riflessione…

    Parto da un esempio. Due volte alla settimana il piccolo fa esercizi d’atletica e pesta le pedane del lungo, dell’alto e del giavellotto, dedicando a quelle attività un tempo oltremodo variabile… che dipende dal suo grado d’attenzione ed efficienza… a volte con sei salti / lanci se la cava, per chiudere la sessione in modo soddisfacente / costruttivo… altre devo aspettare il 12° salto per vederlo correre… in fondo è un bambino, non un robot. A volte, anzi spesso, devo innervosirmi… magari fosse un robot! :-) E lui è già abituato a rispettare un programma preciso… Insomma, andiamo via quando siamo SODDISFATTI: la scelta dipende da entrambi.
    Inoltre, come noto, gli esercizi vanno fatti, nell’ordine dalla velocità alla forza, fina al punto in cui i relativi movimenti sono corretti: se la stanchezza li rende imprecisi di deve smettere….

    Ergo: il programma perfetto non dipende affatto dall’esperienza certificata del costoso preparatore… il programma dipende dagli accordi famiglia-atleta.
    Infatti mio figlio fa due allenamenti d’atletica, due di tennis ed una giornata sportiva generica ogni singola settimana dell’anno, fatto salvo un mese nella vacanza estiva, dove può staccare la spina… Pioggia, neve, compleanni, cene in famiglia… lui sa che il programma dev’essere rispettato. Accordo familiare, scelta condivisa.

    Ed il genitore / allenatore accorto non s’affida a dei numeri buttati giù a spanne, ma vigila che il figlio faccia il MASSIMO, nel modo MIGLIORE POSSIBILE, mantenendosi LUCIDO E CONCENTRATO, soprattutto allo scopo di NON FARSI MALE…

    Altrimenti finiamo per confondere la ricerca attorno alla preparazione atletica con le diete dimagranti dei giornali scandalistici… :-)

  243. Giorgio Errani scrive:

    @bogar67
    giusto per puntualizzare che non volevo assolutamente dire che il Bel Paese sia tutto da buttare
    in mano agli olandesi, sarebbe il paese leader in Europa, additato come esempio nel mondo, e su su fino a Marte…

    la Vinci è una ragazza simpaticissima, tennista fortissima, se fosse nata in Australia avrebbe un serve and volley da sfracelli
    sa volleare in maniera strepitosa, pur essendosi sempre allenata in un paese dove ci sono solamente campi in terra rossa (Roma/Palermo)

    sai perchè ??… io lo so… anche Gus lo sa…
    ah… maledetti cromosomi…

    la Vinci (o la Errani) sarebbe diventata la Vinci (o la Errani) in Spagna, in Italia o in qualunque altro paese, l’unica differenza sarebbe stata - secondo me - esclusivamente temporale
    però dispiace (anzi, fa rabbia) che la nostra poca concretezza, superficialità e mancanza di professionalità (non sempre, e non in tutti) condizionino non tanto i 3 o 4 che arrivano (sarebbero arrivati comunque) ma tutti quelli che stanno dietro, che si riflette sul sistema, che si riflette sulla base dei bambini, che si riflette…

  244. bogar67 scrive:

    Grazie Giorgio, avevo comunque anche assimilato il tuo concetto nelle puntate precedenti del blog ed avevo scritto chiedendo del perchè in Italia non si copiano i modelli come quelli spagnoli visto il gran numero di campioni che quella scuola riesce a sfornare. A volte meglio una bella copia che un brutto originale.

  245. Elettra scrive:

    Giorgio
    hai perfettamente ragione ed è il motivo per cui ho incominciato a scrivere sul blog la storia di mia figlia che è riuscita ad inanellare una serie infinita di delusioni e di soldi buttati per il solo fatto di avere la passione per il tennis.
    Quello che molti non capiscono, partendo da posizioni di privilegio economico, logistico e temporale, che in alcuni casi e luoghi è impossibile imparare a giocare a tennis perchè di questo si tratta e non di diventare campioni, cosa di cui normalmente ci si preoccupa in una fase successiva.
    Il discorso è semplice e crudele per chi non ci è passato, se quello non è allenato è perchè il maestro ha l’occhio lungo ed ha già stabilito che è una schiappa.
    A prescindere dalle qualità di chi stabilisce cosa può fare un ragazzino, che non mi sembra discorso affrontabile in Italia ove come è noto a tutto il mondo strabordiamo di coach con l’occhio lungo e di grande esperienza, bisognerebbe garantire una qualità e quantità minima di allenamenti ed accessibilità ai campi per consentire a tutti di imparare, poi i migliori quelli con il DNA usciranno gli altri avranno imparato a giocare a tennis e non alla lippa e si divertiranno.
    Comprendi che mia figlia ha iniziato insieme ai suoi compagni a due ore collettive la settimana e dopo due anni è passata all’agonistica a tre ore collettive la settimana divisi per impegni pomeridiani e non per livello di gioco.
    In questo modo si allenano 120 ragazzini della SAT e dell’agonistica e che qualcuno mi venga a dire che Federer e Nadal avrbbero avuto altra sorte.
    Le lezioni private del maestro sono appannaggio dei più facoltosi che le comprano per l’intero anno.
    Poi il circolo tira fuori un solo “fenomeno” under per generazione ed ha l’attestato di qualità, ma quello non si allena con gli altri perchè sin dall’inizio ha mostrato la sua maggiore disponibilità non nell’impegno ma nello spendere ed è anche abbastanza solido da garantire un’escalation, di spesa naturalmente, nei prossimi anni.
    Altro che valori dello sport.
    Circa le modifiche apportate dalla Federazione attendo di vedere i due circoli in cui ha militato mia figlia che tipo di riconoscimento avranno per valutare la bontà del progetto.

    Grazie per la risposta era quello che volevo sapere, mia figlia ha 15 anni ed è piccolina e leggerina oltre ad essere in ritardo con lo sviluppo, al momento il problema principale è atletico perchè in doppio dove copre metà campo compete con gente molto più alta in classifica ed ha ottenuto ottimi risultati, in singolo non riesce a reggere il ritmo con le gambe ed è sempre in ritardo.
    Abbiamo provato ad intensificare l’atletica ma il fisioterapista l’ha ridotta e modificata in attesa dello sviluppo ed ero curiosa di capire se Sara aveva avuto problemi simili non essendo altissima ed a quanti anni aveva incominciato a potenziare il fisico.
    Naturalmente non è possibile fare paragoni, posto che mia figlia fa atletica e gioca seriamente da un anno e tralasciando il DNA, ma solo per capire quali sono i passaggi nello sviluppo e nella crescita atletica di una ragazza che si è allenata sempre bene e non ha il fisico di un’orchessa.

  246. nicoxia scrive:

    Per me il compito di ogni persona,è ottenere il massimo da quello che si ha a disposizione in base alle proprie possibilità.Lamentarsi serve a poco,abbiamo una federazione che sta cercando di fare il suo meglio,diamogli consigli invece di criticarla solamente.Per esempio,centro estivo di Sestola,ottimo dal punto di vista tennistico,Palumbo bravo organizzatore,tirocinanti di alto livello,ex 130 180 200 al mondo e seconda categoria,dal punto di vista atletico poca qualità,i test atletici quelli che hanno pagato la retta non li hanno fatti,solo i selezionati.Almeno un terzo dei partecipanti non entravano nei parametri nonostante le iscrizioni fossero chiuse molto tempo prima.L’organizzazione di Palumbo ha fatto si che i gruppi fossero omogenei,però è rimasto fuori chi aveva i requisiti.Elettra non bisogna avere fretta,l’importante è che lei stia facendo la cosa giusta in base alle sue(E TUE)possibilita,non c’è nessuno da raggiungere,a breve.Mio figlio ha a disposizione un circolo e un fisico gracilino,deve sfruttare al massimo queste disponibilità cercando di compensare in altri modi quello che manca,e aspettare la maturazione lavorando bene.

  247. Gus scrive:

    Sono sicuramente d’accordo con Giorgio, aggiungerei ad integrazione, che intorno ci vuole comunque quello che chiamo “sistema” e che non è solo una struttura riguardante il singolo sport, ma un sistema paese. Ma forse questa discussione ci porterebbe lontano.

    Noto che ad un declino generale del paese, negli ultimi 15 anni peggiore del previsto e del prevedibile, corrisponde un declino costante in quasi tutti gli sport.

    I risultati dei vari sport in questi ultimi mesi (in particolare quelli di squadra, dalla pallavolo alla pallamano, dall’hockey su prato, alla pallanuoto e non parliamo del basket) sono lì a dimostrare un declino generale del paese di cui lo sport è solo una facile fotografia.

    E’ difficile stabilire delle regole generali, quindi non sapremo mai se la Vinci andando in Australia avrebbe raggiunto risultati migliori. Io penso di si, ma è una sensazione non è qualcosa di misurabile.

    Noto e faccio notare però, che la nostra migliore giocatrice ha fatto un salto di qualità notevole migrando in Spagna e anche gli ultimi risultati della Schiavone fanno ragionevolmente pensare che in Spagna in questo momento si lavori meglio che da noi.

    Quindi sicuramente un campione ha il DNA del plusdotato, ma per sviluppare al massimo le sue potenzialità deve crescere e maturare nell’ ”ambiente” giusto, altrimenti le potenzialità rimarranno in qualche modo irrimediabilmente “mutilate” e alcune cose, purtroppo, da grandi non si imparano più. Un sistema efficiente, secondo me, funziona per tutti, proprio perché è sistema e non è affidato al caso.

    In generale in questo momento occorrono: progettualità, obiettivi misurabili, feedback e ricicli, ma sarebbe più semplice affidarci ad altri per una trentina d’anni. :-)

    Gus.

  248. Roberto Commentucci scrive:

    Sono molto vicino alle posizioni di Gus e di Giorgio Errani.

    Ho cercato di studiare ed approfondire gli esiti di alcuni dei tentativi di riforma fatti dalla Federazione in questi anni, cercando di capirne i pregi e i limiti.

    Ad esempio, i PIA hanno avuto un risultato inferiore alle attese non tanto per l’idea di base, (sussidiare i Circoli che fanno formazione secondo certi standard qualitativi) che in sè era ottima, ma per problemi diciamo di “sistema paese”: prevalenza di maestri anzian e refrattari alle nuove tecniche di insegnamento, prevalenza di interessi dei vecchi soci all’interno dei circoli, rivalità feroci e incancrenite tra un circolo e l’altro, specie nelle grandi città, eccetera.

    Insomma, il nostro paese perde competitività anche per problemi connessi con la gerontocrazia sempre più dilagante, in tutti i campi.

    L’età avanzata dei leader, in tutti i campi, tende ad privilegiare soluzioni sperimentate e sicure, e tende alla conservazione dell’esistente.

    Per tirarci su il morale, vi linko un video di Camila Giorgi, girato durante la finale da lei vinta il Polonia domenica scorsa contro la coetanea Ksenia Pervak, n. 130 del mondo.

    http://www.tvs.pl/informacje/15773/

    Oggi Camila, che veniva da 10 vittorie consecutive a livello ITF, ha perso nei quarti al 25.000 olandese, e prossima settimana sarà al 25.000 di Napoli.

    Chi può, la vada a vedere, ché ne vale la pena.

  249. bogar67 scrive:

    Io conosco due tipi di circoli, quelli comunali, gestiti da un direttivo di soci e quelli privati. In quelli comunali, specie se pochi, della scuola Tennis non frega nulla perchè i soci (non genitori) avendo pagato una quota annuale vogliono giocare loro e pretendono i campi liberi. Nella seconda ipotesi, quella gestita dai privati, il gestore ha l’obbligo di lucrare con il minimo sforzo, la scuola tennis deve portare più alunni, più mensilità ma nello stesso tempo i campi devono essere meno impegnati come ore per aumentare la redditività facendo giocare più bimbi per cui alla fine sei obbligato per far crescere tuo figlio/a a fagli fare lezioni private che hanno un costo a secondo della fama del maestro e questo non è per tutte le tasche. Conosco maestri che prendono 10 euro per un ora come altri che si “accontentano” di 30 euro per 50 minuti. Ecco vedete, non so se il buon Giorgio quando ha scritto buttare i soldi per dieci anni intendesse anche questo ma questa è la realtà vista da un genitore con stipendio da impiegato. Il tennis non è per tutte le tasche, visto che abito in sardegna, vi dico anche che il circolo del presidente della FIt ha una scuola tennis piuttosto costosa ed infatti ultimanente il suo circolo non sta ottenendo grandi successi a livello under 10/12/14 mentre invece prendendo giocatori già svezzati dai circoli minori e meno costosi qualche trofeo riesce a portare in bacheca.

  250. Archipedro scrive:

    Vi propongo un interessante articolo del prof. Carlo Vittori (…) sul rapporto tra atleta ed allenatore.

    http://www.atletica5cerchi.it/articoli/IL%20RAPPORTO%20FRA%20ALLENATORE%20ED%20ATLETA.pdf

    Lo so, alcune sue critiche sembrerebbero rivolte, nel metodo, anche a me… e viceversa io sposo in toto il suo pensiero. Perché quando SIMULO assieme al piccolo la partita o la gara lo faccio nell’ambito d’un programma di lavoro estremamente polivalente e differenziato. Inoltre l’intensità del nostro approccio agonistico cerca d’essere comunque rispettosa degli equilibri morali d’un bambino di neanche otto anni. Magari chi ci giudica dall’esterno potrebbe pensare che io sia semplicemente un padre-padrone invasato… e tale pregiudizio gli impedisce forse di cogliere la continua approfondita relazione tra comportamenti e finalità ultime…

    L’ultima frase di Vittori è significativa perché critica, pensate, i Campionati Mondiali ed Europei giovanili.. “forme elitarie di affermazioni individualistiche”… parliamo quindi di adolescenti… non si riferisce certo a BAMBINI messi in campo a sei anni, e considerati CAMPIONI se vincono delle “non-le-chiamerei-proprio-partite”…

    In regione abbiamo una Campionessa Mondiale di salto in alto under 18 che, a mio parere, salta secondo una tecnica comune nel settore femminile, alla Simeoni - Di Martino, ma obsoleta. Ed infatti la Vlasic, attuale campionessa mondiale, che stacca viceversa come i maschi, sfruttando l’azione d’entrambe le braccia, è la dimostrazione evidente che questi ragazzi non sono effettivamente allenati ma solo messi a far gare… quando si consolida la loro tecnica imperfetta nessuno ha più il coraggio, o la volontà, di correggerli…
    Provate voi a saltare degli ostacoli tenendo un braccio già in alto… e vedrete quanta elevazione perdete… è inevitabile. Mai visto un pallavolista fare il caricamento prima della schiacciata tenendo già un braccio sollevato… mi pare elementare… ELEMENTARE :-)

  251. andrew scrive:

    …ieri sera, mentre mi apprestavo a ritirare le pizze da asporto da Gaetano con la mia bella Gaetano Card (una pizza gratis ogni 10 pizze), davo un’occhiata al Giornale di Vicenza…

    Vi si riportava la finale raggiunta in singolare da Marco Tamiozzo nei Campionati Italiani U16, oltre alla vittoria in doppio. L’articolo chiudeva con un richiamo alle “scuse di Renzo Furlan verso l’allenatore Falchi per non aver mai considerato Tamiozzo tra i giocatori convocabili o comunque considerabili”.

    Ora, io dico, salviamo il tennista Marco Tamiozzo.

    Se fino ad ora infatti Tamiozzo ha potuto godere della disattenzione del settore tecnico FIT ed ha quindi potuto crescere indisturbato, non vedo perché si dovrebbe rovinarlo ora che il ragazzo è già pronto per tuffarsi nei futures e nei challenger (sempre entrando nel circolo 10 minuti prima per firmare, poi giocare e quindi lasciarlo immediatamente dopo aver conosciuto l’eventuale orario della partita successiva).

    Il ragazzo mi aveva colpito in marzo di quest’anno, quando lo avevo visto giocare con pantaloncini ascellari e maglietta dentro i pantaloncini. Non aveva mai giocato un partita under, né nazionale né internazionale. Solo tornei di 4 categoria e 3 categoria (ossia, lo sviluppo che io ritengo, se non l’unico possibile in Italia, almeno il più sicuro).

    Il senso di questo mio post è quindi: Marco Tamiozzo, padre e allenatore, tenete duro e andate avanti per conto vostro. Avrete sempre il mio sostegno.

  252. bogar67 scrive:

    Scusa Andrew ma questo Tamiozzo da quanto tempo gioca a tennis? Posso capire che il settore tecnico non si accorga di un under 10/12/14 ma per arrivare alla finale under 16 dei campionati nazionali non è che abbia iniziato a giocare ieri. Il Tamiozzo avrà ottenuto qualche successo prima di oggi ed allora è colpevole la Fit che non se ne sia accorta altrimenti se è una sorpresa tanta colpa a Furlan non ne darei. Per il discorso dei futures e challenger da soli quoto in pieno.

  253. Roberto Commentucci scrive:

    Il ragazzo è interessante. Me ne parlano come di un ragazzino dall’ottimo braccio, e dal buon tocco, ma con un fisico un pò troppo gracilino e un servizio così così.

    Il problema è sempre lo stesso: purtroppo con i mezzi attuali del settore tecnico non si riesce a seguire che un numero limitato di giovani agonisti e spesso capita che chi è il 20o in Italia a 12-14 anni due anni dopo recuperi il tempo perduto e superi chi gli stava davanti.

    Spero che il nuovo assetto del settore tecnico (oltre ai centri di addestramento periferico, la FIT sta introducendo i referenti tecnici regionali, con il ruolo di osservatori delle realtà di base) riesca ad assicurare una più capillare copertura del territorio.
    Spero.

  254. andrew scrive:

    …Tamiozzo è apparso 3 anni fa nei tornei di 4 categoria. Ricordo che scorrendo i tabelloni, vedevo che andava parecchio avanti. Poi, ha continuato nei tornei di terza. Quest’anno lo si vedeva nei tornei di terza (è un 3.1), nei seconda e negli Open. Ha fatto anche qualche vittoria nelle quali di un paio di futures.

    Non ha invece fatto attività giovanile internazionale, né nazionale almeno dopo i 12 anni. Approfondirò.

    Per quanto riguarda gli osservatori o referenti, mi permetto di dubitare fortemente sulla loro “imparzialità”, visto che saranno tecnici con la propria scuola e con la propria scuderia o area di riferimento. Al limite, farei come nella ex-jugoslavia, quando mandavano i serbi a fare servizio militare in Slovenia e gli Sloveni in Kosovo.

    ps… Saluti da Madmax, che ho incontrato sabato per una sessione di allenamento sul lago d’Iseo. Il giorno successivo si è svolto il raduno PTR ed è stata particolarmente interessante la relazione di Bertino, incentrata sulla necessità di allenare i giovani ad un gioco aggressivo, con mentalità aggressiva (aggredendo i dirigenti di circolo, ma questo lo aggiungo io).

  255. Archipedro scrive:

    Siamo arrivati a 253 commenti legati ad un post del 29 luglio: ti hanno già chiesto nelle retrovie, Giorgio Errani, di scriverci un nuovo autorevole capitolo? Sei titubante? Ti mancano gli argomenti?! Dai, non scherzare… :-)

    E potresti fare ancora di più… sono sicuro che anche a Valencia hanno la connessione ad Internet… non occorre mica dire TUTTE le verità… un piccolo contributo originale, forza, per non copia-incollare delle interviste datate…

    p.s. Autocensurare prudenzialmente un proprio scritto è semplice: lo fai leggere ad Andrew, e poi i passaggi che più l’entusiasmano, li stralci… :-) Oppure potresti chiamare “tartufi” le WC… come fanno i ciclisti, che per procurarsi l’Epo ordinano le “ruote” nuove…

    A proposito di WC: Kim Clijsters, 26 anni, dopo due anni di STOP ed una MATERNITA’, è rientrata in campo con una WC per vincere gli US Open… Suo commento a caldo: “Con il tennis per quest’anno è finita. Ci rivedremo l’ANNO prossimo…”

    :-)

  256. mauro topslice scrive:

    Ma scusa Roberto, mi spieghi perchè io istruttore (o altri colleghi) devo mandare un mio allievo in questo “CENTRO ADDESTRAMENTO PERIFERICO” ??? ( per la patria? la gloria? )

    Inviterei tutti a rileggere l’intervista a Fanucci e i relativi post poi MORTI con il mio ultimo post……..

    http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/08/26/222888-parola_coach_fabrizio_fanucci.shtml

    ripeto un conto sono le esperienze dei genitori,l’entusiasmo che i ragazzie e genitori mettono in questo sport, un conto è l’organigramma e i programmi che la federazione dispone.

    I PIA sono per pochi è anche per questo che non hanno ancora dato buoni frutti……. anche se dal “vecchio lombardia 10″ qualcosa mi sembra ci sia….

    Per il resto non c’è struttura e regole che organizzi i Maestri e istruttori, e si deve partire da qui……. ma questa è un’altra storia!!!!!!

    Ho fatto una domanda a un dirigente del mio comitato provinciale chiedendogli : ” cosa a fatto in 12 anni la federazione ( media 100 iscritti all’anno) per il nostro tennis club?? e perchè un nuovo circolo si dovrebbe affiliare???”
    RISPOSTA: mi ha sorriso ……

  257. Atti scrive:

    @Andrew:
    … Marco Tamiozzo per noi veneti non è una sorpresa non c’era una volta, nei tornei regionali, che vedendolo giocare, fra genitori, non si parlasse del suo talento e delle sue potenzialità.. è stato convocato tante volte a livello regionale ..come non lo conoscono ??? forse volevano dire che non era nel circolo giusto.. a Roma non se ne erano accorti ?…. mi vien da ridere…(e offende il tecnico regionale e il tecnico di macroarea che certamente lo conoscono molto bene)
    Anche a livello junior le WILD CARD (leggasi inviti spesati) per fare esperienza nei tornei internazionali sono a discrezione.. o no ?
    E’ la dimostrazione di come si sviluppano le cose in Italia.. e del perché ci sia una corsa a bruciare le tappe.. per vincere fin da subito in modo da ottenere contributi, convocazioni, piccoli aiutini vari e visibilità per i maestri e i circoli interessati…. poi, in generale, da U14-U16 in su’, quando è ora di fare il vero salto di qualità, i costi per il circolo (leggasi scuola agonistica) diventano troppo onerosi per destinarli al singolo e picche O SEI NEL GIRO GIUSTO OPPURE TI DEVI ARRANGIARE COMPLETAMENTE A TUE SPESE.. Tamiozzo è l’eccezione che conferma la regola…

    Argomento Circoli :
    I club e i loro soci…c’erano, ci sono e ci saranno… non sono loro che devono cambiare…semmai ci vuole un alternativa “agonistica” (come piu’ volte detto) che sia indipendente dalle logiche amatoriali e geopolitiche legate ai tennis club.(il punto è chi gestisce i fondi ? ? Chi controlla Chi? Su che basi oggettive e non soggettive verrà gestita la cosa ? ) FANTASCIENZA ?
    Invece mi lascia dubbioso il NEW DEAL della FIT; non basta ”dare” il diploma di tecnico nazionale ad alcuni ex seconda categoria (scatenando, fra l’altro, le ira di altri maestri costretti a percorsi molto piu’ impegnativi per arrivare ad ottenere la stessa qualifica) per pensare che questo determini un cambiamento nell’OFFERTA…

  258. andrew scrive:

    Atti…

    non ho detto che Marco Tamiozzo è una sorpresa. Ho riportato un articolo di domenica del Giornale di Vicenza in cui si scriveva che Furlan aveva rivolto delle scuse all’allenatore di Tamiozzo per non aver considerato fino ad allora questo giocatore (e io me ne felicito per Tamiozzo, grossa botta di culo non essere stato considerato e speriamo continuino così).

    Ho detto che da quando scorro i tabelloni dei tornei giovanili (4 anni), non mi è capitato di imbattermi in sue partecipazioni. Probabilmente è stato convocato per qualche raduno regionale, non lo so. Quello che volevo dire è che SI PUò BENISSIMO FARE A MENO DEI TORNEI GIOVANILI, anzi, che per non finire tra le grinfie di osservatori, procuratori, dirigenti, ecc. ecc….è molto meglio FARE A MENO DEI TORNEI GIOVANILI. Non che i tornei in sè facciano male, solo le persone che li frequentano…

    Tamiozzo forse, come dici tu, è l’eccezione alla regola. Ma non è questo che mi interessa. Se c’è una regola del cazzo non è che bisogna per forza seguirla. Mi interessa di più venire a sapere se Tamiozzo l’ha subìta o l’ha voluta. O entrambe.

    Sui circoli hai detto proprio IL CONTRARIO di quello che penso io: tu affermi dei soci che “non sono loro che devono cambiare”. Io invece penso proprio che siano loro che devono CAMBIARE O ESSERE CAMBIATI.

    Ciaooooo

  259. bogar67 scrive:

    Avendo una bimba di 5 anni tra 11 giorni, sono ancora un neofita però a parte quello che ho letto qui, durante le lezioni della bimba quattro chiacchere con i genitori che hanno i figli più grandi confermano in linea di massima quello che ha scritto Atti. Mi sono fatto anche io questa idea sopra esposta da ATTI “”poi, in generale, da U14-U16 in su’, quando è ora di fare il vero salto di qualità, i costi per il circolo (leggasi scuola agonistica) diventano troppo onerosi per destinarli al singolo e picche O SEI NEL GIRO GIUSTO OPPURE TI DEVI ARRANGIARE COMPLETAMENTE A TUE SPESE”"”
    Il problema secondo me è se sei un impiegato o comunque non hai grandi disponibilità economiche e tuo figlio ha le qualità e la caparbietà di voler fare il salto di qualità o ti adegui entrando nel GIRO GIUSTO oppure sei fuori. Se non hai denari non ti puoi arrangiare a tue spese. Se invece hai le disponibilità economiche mandi a quel paese il giro giusto, spendi i denari ed emigri in questa o quella nazione oppure vai in questa o quella accademia, dove pagando ti forniscono un servizio (coach compreso) per fare diventare tuo figlio/a una campione/essa.

  260. nicoxia scrive:

    Andrew,essere considerato è un opportunità in più che ti si offre,tu la puoi sfruttare o no,nessuno ti obbliga,tu puoi benissimo fare il tuo percorso e in più avere delle opportunità diverse.Se poi tu pensi che il genitore non riesca a gestire la situazione a suo favore,e si faccia coinvolgere in una spirale negativa,probabilmente questo genitore non sarebbe in grado neanche di gestire una situazione di complicazione futura.Nella vita bisogna saper sfruttare le opportunità che ti capitano,senza piangere sempre.

  261. andrew scrive:

    si, forse hai ragione, Nicoxia…penso proprio che non sarei in grado di gestire queste opportunità. Anche se continuo a credere che siano opportunità non-gratuite con costi superiori ai ricavi.

    E, in più, come genitore, non è percorso che voglio far compiere a mio figlio.

  262. nicoxia scrive:

    Esempio pratico,la federazione manda un responsabile di macroarea a visionare l’allievo nel proprio circolo di appartenenza,fa due o tre raduni per farli giocare insieme,organizza eventi con connessi raduni (coppa delle province etc)e cosa chiede in cambio dimmelo tu perchè io non lo so.

  263. Giorgio Errani scrive:

    @andrew
    non credo che estraniarsi dalla realtà italiana (per quanto criticabile o sbagliata possa essere) sia produttivo, ho già detto in precedenza che - secondo il mio modesto parere - bisogna lottare dall’interno del sistema senza disinteressarsene
    magari criticando e/o litigando (a torto o a ragione) ma comunque confrontandosi

    guarda quale indegna classe politica (di qualsiasi colore) abbiamo lasciato proliferare, disinteressandoci e non partecipando (io per primo) più attivamente alla vita del paese e alle sue storture, anzi imparando ad usare gli strumenti più bassi (raccomandazioni, spinte, nepotismi, in altre parole mafia) che loro usano normalmente e che sono diventati “normali” anche nella percezione comune

    l’organizzazione FIT è sicuramente migliorabile (nobody is perfect…) ma sicuramente è GIA’ migliorata un poco in questi ultimi 10 anni (e se tu avessi vissuto il passato di galganiana memoria saresti d’accordo con me…)

    in questo blog sono uscite cose nuove (non nel senso di idee nuove e/o secondo me “giuste” per una formazione di tennisti migliore di quella attuale, che io avevo già maturato per conto mio avendo avuto la fortuna – o la sfortuna – di avere vissuto la situazione in prima persona) bensì cose nuove in quanto comuni ad una base di genitori-di-tennisti che fa sentire la sua voce

    sia chiaro che i genitori (imprescindibili nel tennis, non perché ne capiscano, anzi… ma solo perché nel tennis – in particolare – la formazione dell’uomo prima che dell’atleta è fondamentale) non sono la soluzione di tutti i mali, tutt’altro…
    io sono sempre stato (e sono tuttora) contrario ad un’ingerenza eccessiva dei genitori nello sport dei figli, primo perché non in possesso (salvo rari casi) di cultura sportiva, secondo perché la visione distorta e “italiota” delle capacità del figlio porta a valutazioni e comportamenti sconsiderati

    frase già sentita mille volte, riportata anche da Romano Fogli quando mio figlio era nel Bologna “… presidente, vuole vincere uno scudetto juniores ? mi faccia allenare una squadra di orfani…”

    per cui sarebbe bello che questo blog, anziché rimanere una chiacchierata simpatica ma sterile, potesse essere il primo passo per la costruzione di qualcosa di concreto

    magari anche solo per formulare – molto fanciullescamente – una lista delle cose che vorremmo (vorreste) o di come dovrebbe essere strutturato il Circolo o l’accademia perfetta nei quali ci piacerebbe fare andare i nostri figli (ma più probabilmente i figli dei figli dei nostri figli…)

    Roberto Commentucci l’ha buttata là, questa novità FIT… cominciamo a criticarla (in maniera costruttiva, però… non a priori) e vediamo se riusciamo a mettere qualcuno di fronte alle proprie responsabilità

    da qualcosa si dovrà pur cominciare… o no ??

    P.S. però non dal mini-tennis, vi prego…

  264. Giorgio Errani scrive:

    da leggere !

    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2575#more-2575

    analisi attenta, ancorchè critica (e costruttiva)

  265. Roberto Commentucci scrive:

    A Giorgio Errani.

    Per la verità la linea editoriale che con Ubaldo e Stefano Grazia abbiamo cercato di seguire in questo blog nei confronti della federazione è sempre stata quella di critica costruttiva e di proposta.

    Poiché purtroppo trovare i vecchi post è un pò faticoso, ti incollo di seguito cosa scrissi alla FIT qualche mese fa, raccogliendo in un unico documento le principali proposte emerse nel dibattito.

    A quanto ne so, il documento è stato esaminato con attenzione in Federazione.

    ALCUNE CRITICITÀ DEL SISTEMA DI
    ADDESTRAMENTO TENNISTICO IN ITALIA

    Premessa.
    Con il presente documento si intende fornire una serie di spunti alla discussione sui problemi connessi con la crescita di giovani agonisti in Italia, che si terrà nella puntata di martedì 2 dicembre del talk show “Tennis Club”, in onda su Supertennis.
    I temi che seguono costituiscono una sintesi delle principali evidenze emerse in quasi due anni di discussioni fra genitori di giovani agonisti, maestri, preparatori atletici, dirigenti di circolo, giornalisti, coach e addetti ai lavori sul blog “Servizi Vincenti”, di Ubaldo Scanagatta.
    La finalità del documento è quella di contribuire costruttivamente e in modo trasparente al dibattito sui problemi del nostro movimento, in modo da offrire a coloro che definiscono le politiche federali in materia di settore tecnico un patrimonio (si auspica utile ed interessante) di esperienze, di analisi, di conoscenze e di proposte.
    Si precisa che non si intende in alcun modo censurare l’operato della attuale gestione federale, né si vogliono fornire pretestuosi argomenti a possibili speculazioni e strumentalizzazioni da parte di correnti di opposizione all’attuale dirigenza federale.
    Un ringraziamento sentito va alla redazione di Supertennis per aver avviato l’iniziativa e per aver sollecitato il parere dei tesserati. Riteniamo che si tratti di una operazione molto proficua e potenzialmente molto efficace per migliorare l’interazione fra i vertici delle Federazione e la base dei praticanti.
    Si riportano di seguito le principali problematiche individuate, nonché alcune possibili linee di azione.

    - Promozione: le recenti teorie sull’apprendimento della tecnica tennistica, nonché le storie individuali dei giocatori professionisti, hanno dimostrato che per avere concrete speranze di arrivare al professionismo i bambini vanno avviati al tennis fra i 4 e gli 8 anni. Una promozione mirata ai risultati agonistici dovrebbe pertanto essere svolta prioritariamente nei confronti dei bambini che frequentano la scuola elementare. Al riguardo, per il tramite dei Comitati Regionali potrebbero essere acquistati dei kit di minitennis da destinare ai bambini delle scuole elementari. Detti kit potrebbero essere utilizzati nelle ore pomeridiane, quando le palestre sono per lo più libere, dai bambini che frequentano il tempo pieno, previa dimostrazione di un istruttore federale. L’iniziativa potrebbe essere concordata su base decentrata dai Comitati stessi con i Provveditorati agli Studi o con i singoli istituti scolastici, coinvolgendo i Circoli e i maestri del territorio, che avrebbero così l’opportunità di operare un reclutamento diretto nelle scuole.

    - Reclutamento: oltre alla concorrenza di altri sport più popolari, in primis il calcio, il nostro movimento deve fronteggiare i pregiudizi e i timori, ancora molto diffusi fra la popolazione italiana, circa la presunta pericolosità per la salute dei bimbi della pratica del tennis in età inferiore ai 10 anni. In questo modo molti bambini, potenzialmente promettenti, arrivano alle nostre scuole tennis ad 11-12 anni compiuti, e iniziano quando è già troppo tardi per avere risultati di eccellenza a livello agonistico. Al riguardo potrebbe essere opportuno avviare una campagna di informazione sull’opinione pubblica, sulle famiglie, coinvolgendo allo scopo l’ordine dei medici pediatri, al fine di rassicurare sulla assoluta non nocività dei corsi di mini tennis per bambini sani.

    - Disponibilità e costi dei campi:
    In molte realtà, soprattutto quelle dei piccoli centri, è molto difficile reperire campi a costi contenuti dove allenare i giovani agonisti. L’azione di sensibilizzazione sui circoli dovrebbe essere più capillare, privilegiando le esigenze dell’agonismo rispetto all’attività sociale e ricreativa. Potrebbe essere emanata agli affiliati una circolare (giuridicamente non vincolante) volta ad invitare le direzioni dei circoli a consentire l’utilizzo gratuito dei campi (quando non occupati dai soci) da parte dei figli dei soci che frequentano la locale SAT o la scuola di agonistica, come già avviene in alcune realtà più “illuminate”. Tale prassi dovrebbe diventare generalizzata. Nel contempo, andrebbe rilanciata l’opera di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali per la realizzazione di campi pubblici in duro.

    - Costi di attrezzature, dei viaggi e dei tornei per gli agonisti: I costi per l’attività agonistica internazionale, già a livello di under 12 - under 14, sono molto al di sopra delle possibilità di una famiglia di medio reddito. Questo scoraggia molti ragazzi promettenti. Oltre ai programmi di sostegno economico per i meritevoli, che la Federazione ha utilmente avviato, sarebbe opportuno che si sfruttasse la capacità di “massa critica” dei tesserati agonisti, stipulando convenzioni con ditte produttrici di materiali tecnici, con agenzie di viaggi, con strutture alberghiere (le spese di trasferta per i tornei all’estero sono le più rilevanti) al fine di ottenere sconti e riduzioni. In tal modo, si incrementerebbe l’utilità dei contributi federali erogati, senza appesantire il bilancio della FIT, e si allargherebbe la platea degli agonisti, includendo quelli provenienti da famiglie appartenenti a fasce di reddito inferiori.

    - Qualità dell’addestramento di base. Molti coach professionisti lamentano che quando iniziano a lavorare con i nostri migliori ragazzi di 15-16 anni li trovano ancora alle prese con difetti di natura tecnica nei fondamentali o con un fisico mal costruito, a causa della qualità non sempre elevata dell’addestramento (tecnico e atletico) di base che hanno ricevuto negli anni precedenti. Occorre intensificare gli sforzi già intrapresi, molto meritori, per migliorare la qualità dei maestri di base diffusi sul territorio. Inoltre, appare necessario diffondere programmi di preparazione atletica più moderni destinati ai giovani agonisti e vigilare con più attenzione sulla qualità dell’addestramento di base nelle realtà periferiche.

    - Informazione alle famiglie. I genitori di agonisti promettenti lamentano spesso la grande difficoltà ad orientarsi nella jungla di circoli, coach privati, accademie, programmi di allenamento, eccetera. Ciò dipende anche dalla scarsa cultura sportiva dei genitori, che deve essere accresciuta. Ne risultano scelte a volte contraddittorie, a volte sbagliate, che portano l’atleta a perdere tempo prezioso prima di trovare una sistemazione tecnica adeguata. Occorrerebbe, in prospettiva, definire con maggiore chiarezza, informandone i genitori, quali sono le strutture adatte per supportare un percorso agonistico ad alti livelli e quali invece sono adatte all’attività amatoriale e all’addestramento di base. Su questo occorre una maggiore trasparenza ed informazione. L’esperienza fatta in questi anni insegna che, seppure con il progetto PIA siano stati fatti notevoli passi avanti, non è sufficiente, per un circolo, avere i requisiti per partecipare ai PIA per poter garantire la capacità di crescere correttamente agonisti di alto livello.

    - Copertura del territorio. Stante la qualità disomogenea delle diverse strutture sparse sul territorio nazionale, è cruciale che i giovani talenti con elevato potenziale siano tempestivamente riconosciuti, avviati e concentrati verso centri tecnici di buon livello. A tal fine, vista l’impraticabilità, per i costi eccessivi, di una soluzione basata sul modello francese (un centro tecnico nazionale più 10 centri tecnici federali regionali) è necessario migliorare le sinergie tra il settore tecnico federale e le strutture private di alto livello (accademie e team privati dei nostri giocatori e coach professionistici) sparse sul territorio, con le quali andrebbero stipulate apposite convenzioni. Ciò consentirebbe di offrire a tutti i giovani promettenti, indipendentemente dalle disponibilità economiche delle rispettive famiglie e dalla provenienza geografica, di accedere ad una sede di allenamento di alto livello, non troppo lontano da casa e nella quale possono trovare altri agonisti promettenti, facendo “massa critica” negli allenamenti e nella programmazione dell’attività agonistica.

    - Regolamenti di tesseramento. Alla luce dell’entrata in vigore delle norme relative all’albo nazionale dei procuratori degli agonisti, con il quale si è inteso giustamente contrastare il mercimonio, spesso dannoso quanto immorale, di giovani atleti promettenti da parte di figure senza scrupoli, si potrebbe valutare la possibilità di abolire le norme vigenti in tema di vincolo al circolo di primo tesseramento per gli agonisti under 14. Tali norme, infatti, paiono avere l’effetto di limitare la possibilità, per i bambini davvero promettenti, di potersi trasferire presso strutture più adatte ad assecondarne il percorso di crescita agonistica.

    - Organizzazione dei tornei. In molte realtà estere i tornei giovanili fino alla categoria under 14 vengono organizzati in forma compressa, dal venerdì alla domenica, facendo svolgere ai bambini più partite al giorno. I vantaggi di questo sistema sono molteplici. Giocare tornei nel week-end consente di meglio conciliare gli impegni scolastici e i programmi di allenamento, permettendo un training meno frammentario, più continuo ed efficace. Inoltre, si limitano le spese per le trasferte, che diventano più brevi. Al riguardo, si potrebbe sensibilizzare il Ministero per la Salute per la rimozione dei regolamenti vigenti, che sembrano essere di ostacolo alla disputa, da parte dei bambini, di più di due match al giorno, impegno peraltro che in quelle fasce di età (fino ad under 14) è ampiamente sopportabile.

    - Superfici di gioco. Nel nostro paese la grande maggioranza delle competizioni giovanili si svolge sulla terra rossa, superficie predominante. Ciò, assieme ovviamente ad altri fattori, porta una serie di inconvenienti nella costruzione di agonisti adatti al tennis professionistico odierno, nel quale sono fondamentali la qualità dei colpi di inizio gioco e un atteggiamento tattico propositivo. Competere solo su terra può portare ad adottare stili di gioco troppo difensivi, o a non far emergere tempestivamente lacune tecniche poi difficilmente colmabili (il servizio, la capacità di rispondere aggressivi, quella di giocare vicino alla linea di fondo). E’ necessario incentivare l’organizzazione di tornei su campi veloci, sulla scia di quanto fatto all’estero (in Spagna, ad esempio, i tornei sul veloce, sia professionistici che giovanili, sono ora oltre il 30%).

    Roberto Commentucci

  266. Mauro scrive:

    Giorgio, la battuta sui juniores orfani, peraltro come dici tu già ripetuta da molti, nel tennis perlomeno in quello italiano, ma non solo, non ha senso di esistere. Senza di noi che ci accoliamo in tutto e per tutto, dai soldi. agli accompagnamenti ad allenamenti e tornei, alla scelta dei maestri giusti, alla parte psocilogica nel consolare i ragazzi nelle le difficoltà e spronarli quando serve, il tennis da noi sarebbe ben poca cosa. Certo, è stato detto più volte soprattutto da Stefano Grazia, esistono genitori e genitori, maestri e maestri, dirigenti e ditigenti, giornalisti e giornalisti, si può quindi discutere e qui lo stiamo facendo da tempo su come fare, mafar cadere certe colpe sui genitori reputo sia profondamente sbagliato, bisognerebbe chiedersi come fare per vincere insieme ai genitori e non contro di essi.

  267. Gus scrive:

    @giorgio:

    anche io sono convinto che sia meglio cambiare le cose dall’interno, laddove naturalmente questo è possibile. Ad esempio in una dittatura questo è molto più complicato. Qui, per fortuna, credo si possa lavorare ancora a livello politico anche se purtroppo non è che abbiamo interlocutori di grande cultura sportiva.

    Sui circoli in passato ci siamo già espressi e Roberto ha sintetizzato un pò tutti i nostri ragionamenti.

    Il circolo in quasi tutti i casi deve mediare le esigenze dei soci (dopolavoristiche) a quelle dello sport agonistico. A mio modo le due gestioni andrebbero scisse completamente.

    Le strutture dovrebbero essere assegnate prioritariamente alle società sportive agonistiche e in subordine all’attività ricreativa.

    Ma questo non sarebbe che il primo passo, poi bisognerebbe decidere come organizzare le società sportive a livello provinciale, regionale, nazionale, come organizzare i tornei giovanili per limitare i costi, istruttori, volontariato ecc.ecc.

    Insomma una vera rivoluzione.

    OT (ma poi mica tanto): mi puoi dire gentilmente con che corde gioca Sara?

    Grazie

    Gus.

    Gus.

  268. bogar67 scrive:

    Bravo Roberto, le tue analisi sono obiettive e costruttive e mi auguro che strada facendo anche per chi come me ha oggi i figli che fanno minitennis siano recepite dalla Federazione. Il tuo articolo di oggi poi è lo specchio della realtà del Tennis e contiene una serie di proposte concrete e molto costruttive che sono sicuro molti genitori vorrebbero vedere realizzate per i loro figli ma anche per l’intero movimento tennistico Italiano. Grazie

  269. Giorgio Errani scrive:

    @Roberto Commentucci
    bello

    @Mauro
    sono d’accordo con te, bisogna cercare di vincere (lapsus freudiano ?… non sarebbe meglio cercare di dare un’educazione sportiva ?…) insieme ai genitori, e non contro di essi
    ma occorre partire da un alto senso di autocritica da parte di noi genitori; se ti guardi in giro non vedi molti figli che pretendono di scialacquare i soldi dei genitori in maestri di tennis iper-costosi, per contro vedi molti (troppi) genitori che proiettano sui figli le loro frustrazioni

    @Gus
    Luxilon Alu-Power

  270. andrew scrive:

    sì, Giorgio, provare a cambiare dall’interno sarebbe giusto e sensato…peccato che dalle mie parti comporti un costo di 480 euro l’anno in un circolo e di 600 euro in un altro circolo, solo per essere soci e quindi avere diritto di parola e di accesso ai campi. L’ho fatto per qualche anno, finché mio figlio era piccolo piccolo, giusto per usufruire della piscina che in entrambi i circoli non è separabile dai campi da tennis (quindi chi nuota paga anche il tennis e chi fa tennis paga anche il nuoto. Chi invece fa calcetto può entrare liberamente senza essere socio).

    Ho esposto liberamente le mie idee in assemblea dei soci, tra una discussione su Sky e una sulle siepi, e infatti….sono fuori.

    Sarei anche disposto a creare un’associazione sportiva FIT, ma i costi sono altrettanto proibitivi come peraltro le regole monopolistiche che richiedono un maestro FIT per fare attività. E i maestri FIT costano. Senza contare che i campi (specialmente coperti) sono appunto monopolizzati.

    Capisci anche tu che se per cambiare le cose dal di dentro devi fondare un club, trovare un terreno, costruirci dei campi, coprirli, trovare il maestro FIT, pagarlo, ecc. ecc., le cose si complicano un pochino. Il tutto condito dalla diciamo non-accoglienza a braccia aperte dei circoli monopolisti del territorio, che finché c’è da farsi finta concorrenza tra loro, tutto bene, ma se appare un altro concorrente, tutto male.

    Per questo, ho dovuto forzatamente ingegnare il vaffantennis…

  271. Gus scrive:

    @giorgio

    sempre relativamente OT: gioca con una wilson ktour 95 giusto?

    potresti spiegarci come mai della scelta di un monofilamento invece di un multifilamento (anche nel femminile). Anche questi dettagli visti da “vicino” possono essere utili.

    Grazie

    Gus.

  272. Giorgio Errani scrive:

    @Gus
    temevo che mi avresti fatto questa domanda…….
    Wilson K Tour 95, ma non sono in grado di andare oltre… sorry

  273. Gus scrive:

    Figurati :-)

    Non hai nulla da temere da me :-)

    Gus.

  274. Mauro scrive:

    Giorgio, l’essenza di questo blog, la sua nascita, come spesso ripetuto da Stefano, è come cercare di portare i propri figli al professionismo, e non come fargli fare sport, questo deve essere chiaro altrimenti rischiamo di non capirci. Qui ci confrontiamo su questo tema e cerchiamo di trovare idee e soluzioni. Certo come in tutte le chiaccherate, a volte si divaga, ed è spesso un bel divagare, ma l’obiettivo rimane sempre quello. Certo ognuno cerca di persaeguirlo come meglio può o con i mezzi pochi o tanti che dispone, ma sempre quello rimane. Se volessi far fare solo sport a mia figlia, certamente non l’avrei mandata da Caperchi, da Vavassori e Sartori, ma avrei fatto altre cose. La cosa fondamentele è che mia figlia è contenta della vita che fa, ma sicuramente lo sarebbe lo stesso se avesse scelto altre strade. Quasi tutti i padri hanno trasmesso il loro mestiere al figlio, chi negoziante, chi odontotecnico, chi farmacista avvocato o muratore, non ci trovo nulla di male, quello che trovo sbagliato a fare un mestiere o inseguire una meta con pressopochismo e poca volontà. Mi era piaciuta molto la frase di Elettra che diceva, mia figlia non insegue un sogno, lo sta vivendo.

  275. Elettra scrive:

    Mauro
    grazie, nonostante tutte le difficoltà di quest’anno è ancora così e lei è felice come non lo era mai stata prima.
    Il punto non è fare quello che ci porta risultati ma lavorare sodo facendo ciò che ci piace, qualsiasi cosa ne verrà sarà buona.
    A Marta piace giocare e se ci si limita a quello è assolutamente contagiosa i problemi nascono dalle aspettative degli altri (non noi e non l’accademia) che pretendono di vedere oggi un risultato per giustificare una scelta, questo genera ansia ed incertezza sul futuro.
    Quello che stiamo cercando tutti di farle capire è che ha ragione lei se questo la rende felice e non si gioca per dare un risultato perchè altrimenti non si chiamerebbe gioco e non si ha la giusta serenità per mettere in pratica ciò che sappiamo fare.
    Certo è naturale aspettarsi dei miglioramenti e delle belle partite quando si è lavorato molto, ma ci si deve limitare all’aspettativa di giocar bene.
    Se poi quando hai ottenuto di giocare bene non ne esce nulla farai le tue valutazioni, magari il tuo talento è l’insegnamento o il giornalismo o chissà cosa.
    La cosa sbagliata del tennis in Italia è che nella maggioranza dei casi non è uno sport e non è praticato da sportivi, sembra una multinazionale americana in cui ti insegnano le tecniche di vendita del prodotto e devi dare il risultato, senza sapere nemmeno quello che stai vendendo.
    Leggevo da Andrew che Bertino sostiene che ai ragazzini bisogna insegnare a giocare aggressivo, ma non ci si può limitare ad insegnargli il tennis, intendo tutti i colpi e poi assecondare il loro istinto.
    Una generazione di baby Killer che aggrediscono la palla e fanno neri i giocatori nei IV e forse qualche 3.5 o 3.4 giù di gambe e poi..quando gli altri corrono e sanno giocare cosa gli insegnamo a dar fuori da matto.
    Giocatori come la Sharapova hanno unostrapotere fisicoe doti agonistiche furoi dalla norma e sono dei talenti assoluti da quel punto di vista, nonostante le carenze tecniche, ne è la prova il fatto che stravincono solo quando sono al top fisico.
    Ma sono eccezioni e talenti assoluti, non sono modelli replicabili, nella maggioranza dei casi bisogna saper giocare e per fare questo bisogna imparare tutto se si ha la possibilità di farlo e darsi magari anche il tempo di maturare e mettere ordine.

  276. stefano grazia scrive:

    Tu quoque,Giorgio?
    Ancora sta battuta stantia sui Figli Orfani? Romano Fogli e’ stato un gran mediano, uno dei vertici di quel triangolo di centroccampo con cui il Bologna giocava il calcio che si giuocava solo in Paradiso (gli altri due erano Hasller e Bulgarelli: poi, ovvio, rivedi una di quelle partite e ti vorresti suicidare dalla vergogna e prendere un randello e correre dietro a tutti quelli che dicono che una volta si che c’erano dei campioni, dei fuoriclasse, non oggi…E vale per tutti gli Sports, dal calcio al rugby passando per il tennis: oggi sono piu’ bravi, piu’ forti e devo anche dire quasi sempre piu’ divertenti e spettacolari) ma ritornando a Fogli, questa volta ha perso un’ottima occasione per stare zitto. Stessa stantia e quasi volgare battuta l’ho sentita ripetere fra gli altri,senza accreditarla a Fogli, dal Prof Buzzelli, dal nostro Federico e anche da un Maestro del clan Bertino della VanDerMere a Marlengo, mentre prendevamo una birra con l’amico Parodi (questa volta Igor,non Adriano) e che con questa battuta voleva fare il saccente o il simpatico o l’ironico sarcastico (senza sapere la differenza fra le due che per la gioia di chloe vi risparmio) e invece riusci’ solo ad essere imbarazzante per se stesso rivelandosi tra l’altro come lo stereotipo del Maestro di tennis frustrato,scoglionato, amaro e acido (che almeno il Maestro Pierino di Nikolic era solare e andava benissimo per la SAT e per chi vuole diventare al massimo un giocatore da Coppa Italia nc mentre questo no, perche’ sicuramente si sarebbe sentito sprecato), perfetta prova vivente del fatto che ci sono si Genitori e Genitori ma ci sono sicuramente anche Maestri e Maestri, Coach e Coach, Dirigenti e Dirigenti. E se ci mettiamo a fare la conta non so quale categoria annoveri nelle sue file il maggior numero di inqualificabili.Di Genitori abusivi, folli, ciechi, illusi, naives o tutte queste cose insieme ce ne saranno tanti ma finche’ si continuera’ ad usarli come scusa per i guai del tennis italiano, allora meglio andare davvero all’estero. Coi genitori.

  277. stefano grazia scrive:

    Ovviamente ho capito che Giorgio non intendeva generalizzare e non e’ quello che lui pensa ma come tutti noi rabbrividiamo di fronte a certi genitori, questo non significa dover sempre fare di tutta erba un fascio o comunque non sentire l’obbligo di ricacciare nei denti a chiunque la battuta dei figli orfani, foss’anche Romano Fogli (mio idolo da bambino insieme a Giacomino)(Bilgarelli,ovvio…mi sento come Tommasi quando cita Elles Vinesworth o Jack Crawford o Lew Hoad…).
    Volevo pero’ aggiungere: bellissimo l’ultimo post di Mauro, il saggio Grillo Parlante del nostro Blog. In effetti io mi ero un po’ messo da parte rivedendo come il Blog stesse di nuovo finendo nelle mani dei Filosofi, il che va benissimo, per carita’…Ma ci vuole anche un po’ di polpa, un po’ di ciccia… Come dice Mauro, non e’ che ci siamo ritrovati tutti qui a parlare di come far fare sports ai nostri figli: l’interesse comune era come far fare TENNIS AGONISTICO ai nostri figli.E possibilmente capire quale potesse essere la lunga e tortuosa strada che porta al professionismo. Che poi questa passi anche attraverso la polivalenza da piccoli e la felicita’ armonica, siamo tutti d’accordo. Vediamo in pratica come si puo’ fare.

  278. Giorgio Errani scrive:

    @stefano
    mi dispiace, ma non sarà mai stantìa questa battuta…
    perché è verissimo quello che dici, in tutte le situazioni ci sono Genitori e Genitori, Maestri e Maestri, Coach e Coach, Dirigenti e Dirigenti
    ma mentre il maestro od il coach te lo scegli (e lo puoi scartare quando vuoi) il genitore non lo scegli, se lo subisci tocca a te e non ci puoi fare nulla
    ecco perché ritengo che la nostra attenzione (di genitori) sulle nostre paranoie debba essere un poco superiore a tutto il resto (sai quella famosa pagliuzza che vedi nell’occhio dell’interlocutore, dimenticando la trave che ti porti appresso ??…)

    io non dico che i guai del tennis italiano dipendano dai genitori (e chi lo dice è un ipocrita), i guai del tennis italiano dipendono dagli addetti ai lavori che, evidentemente, non sono abbastanza all’altezza del problema

    ma proprio perché penso che i genitori siano fondamentali nella crescita di una persona (prima), di uno sportivo (poi) e di un tennista (eventualmente) ritengo che il livello di attenzione debba essere non altissimo, di più…
    non dimentichiamoci MAI che abbiamo perso la più grande (forse) tennista femminile italiana di sempre

    @mauro
    accetto la critica di non uscire troppo dal seminato, in quanto tutti super-appassionati di tennis in questo blog ed iper-concentrati su come far passare al professionismo i figli tennisti

    in quanto a trasmettere un mestiere al figlio, forse non c’è nulla di sbagliato (forse…) ma possiamo insegnargli la partita doppia prima di insegnargli a far di conto ??…

    per me il percorso persona (prima) sportivo (poi) tennista o calciatore o altro (eventualmente) è imprescindibile, ma sia chiaro che rispetto le idee di tutti
    altrettanto chiaro è il fatto che a scegliere devono essere gli attori, e non i registi

    Scusami Giorgio, nel tuo accenno a come abbiamo perso forse la più forte tennista italiana di sempre, ti riferisci a Francesca Bentivoglio? Potresti dirci qualcosa di più? Grazie (Rob. Comm.)

  279. stefano grazia scrive:

    SULLA FEDERAZIONE: parliamoci chiaro. A me,padre di un bambino del 97 che a torto o ragione qualcuno ha giudicato talentuoso,interessa la Federazione solo per una cosa: per quello che puo’ fare per mio figlio.Punto.Non ho pregiudizi o preconcetti: se mi aiuta, bene. Se non lo fa, e’ perche’ non lo ritiene bravo abbastanza. Benissimo. Se avra’ torto, non si aspetti che se mio figlio per caso entrasse nei 20-30 del mondo poi vada a giocare la Davis. Prima pagare, poi giocare. Se invece lo aiuta con contributi, e’ chiaro che i debiti d’onore e di riconoscenza vanno pagati. E con gli interessi: se tu mi aiuti quando ho bisogno e non sono nessuno, conta molto di piu’ di un aiuto quando magari ho gia’ altre offerte o mi sono gia’ costruito una classifica. L’onore della bandiera, il sentimento nazionalistico…onestamente per me son cose molto relative. Son contento di essere italiano (o europeo) per il tipo di cultura che mi son ritrovato ad avere, ma mio figlio si sente in cuor suo africano (lo ha anche scritto nel suo primo tema alla scuola dentro l’Academy) e se l’Australia mi avesse offerto citizenship e scholarship come fecero con la Dokic, avrei accettato di corsa…Mi sento Cittadino del mondo, tifo Pennetta non perche’ e’ italiana ma perche’ e’ la Pennetta (e comunque contro la Henin, tiferei per Justine). Dalla Federazione io non mi aspetto nulla finche’ non me lo merito. Se mi aiuta, commozione e riconoscenza. Se non mi aiuta, o ha ragione lei o avremo ragione noi: in quest’ultimo caso che non ci vengano a cercare dopo a meno che non ci sia un chiaro interesse economico da parte dell’atleta.Oppure e’ una buona opportunita’ per allenarsi. oppure la sede dell’incontro e’ in una bella citta’ dove io atleta non sono ancora stato e ho sempre voluto andarci oppure a Melbourne dove abbiamo dei parenti …E’ crudo cinismo, certo, roba da Principe di Machiavelli, va mo la’, pero’ onestamente e’ cosi’. Pero’,aspettate, io parto anche dal presupposto di Nikolic e cioe’ che la Federazione NON sia completamente responsabile della costruzione del Campione.La Federazione dovrebbe soprattutto PROPAGANDARE il proprio sport e cercare di non ostacolarti, non metterti i bastoni fra le ruote se tu scegli altre strade: anzi, aiutandoti lo stesso. Per esempio si discute di Tirrenia: ma Tirrenia va benissimo.Chi ci vuole andare ci vada, chi non ha i mezzi per andare in Spagna, Francia o US (dove al tennis si combina anche l’esperienza del vivere ‘fuori’, del distacco dalla famiglia, del ‘crescere’) puo’ e deve sfruttare l’opportunita’ che non deve negare le altre nuove opzioni di decentramento. Ma l’ideale sarebbe anche che se un Miccini o un Quinzi (o un Grazia se e quando quest’ultimo rivelasse un qualche potenziale) decidessero di volersi allenare altrove, anche a loro dare un aiuto piu’ o meno sostanzioso e personalizzato con magari l’obbligo di relazionare, tenersi in contatto con un supervisor che non sia geloso/invidioso o si senta ridimensionato o privato di autorita’, e poi farsi vedere di tanto in tanto quando si passa dall’Italia (o andare a trovarlo laddove si allena approffittando cosi’ per vedere le altre metodologie e blahblahblah).Per esempio la madre di Alex Sendegeya, 96 che si allena a Bradenton ed e’ sottocontratto IMG per 5 anni, raccontava che aveva ricevuto la richiesta della Federazione UK di partecipare a un torneo Junior e lei diceva: si, basta che ci paghino i viaggi e non solo il soggiorno… Insomma, alla fine le Federazioni devono avere delle gran idee, essere molto elastiche e anche avere un sacco di soldi…O almeno spendere molto bene i pochi che hanno.Cosi’ va il mondo.

  280. Gus scrive:

    @mauro:

    mi pare sempre che si equivochi sui termini, professionismo, sport, attività sportiva, agonismo.

    A mio modo di vedere bisognerebbe cominciare da qui:

    attività sportiva ricreazionale
    sport agonistico
    sport professionistico

    A mio modo di vedere non è assolutamente possibile stabilire in un ragazzino se potrà fare sport professionistico e quindi dichiarare che l’unico obiettivo del blog è “portare i propri figli al professionismo”, perché questo non è “tecnicamente” un obiettivo, ma una dichiarazione d’intenti.

    L’obiettivo possibile è far praticare ai propri figli sport agonistico e se poi ci sono le condizioni, verificare quale strada intraprendere per far diventare una professione la propria attività sportiva.

    Non concordo quindi con te quando dici che non l’avresti mandata da Caperchi e C (non so a quanti anni, ecc.ecc.) perché è sicuro che nemmeno Caperchi o chi per esso potrà mai garantirti che i nostri figli potranno mai diventare dei professionisti (se per professionisti si intende i primi 100 del mondo). Se, invece, per professionisti si intende che campi facendo il maestro, l’istruttore o simili, allora possiamo discuterne.

    Ma allora perché scegliere la strada di Caperchi o di Bollettieri? Semplicemente perché così facendo si riducono al minimo le variabili legate all’inefficienza, alla mediocrità, alle strutture, ecc.ecc. Andando dai maestri migliori si è sicuri che i nostri figli avranno tutte le possibilità per raggiungere il loro massimo potenziale e che quindi se ci sono le potenzialità per diventare un pro queste non saranno inficiate da un modello di apprendimento mediocre.

    “La cosa fondamentale è che mia figlia è contenta della vita che fa, ma sicuramente lo sarebbe lo stesso se avesse scelto altre strade. Quasi tutti i padri hanno trasmesso il loro mestiere al figlio, chi negoziante, chi odontotecnico, chi farmacista avvocato o muratore, non ci trovo nulla di male”

    Consentimi di dire che spesso qualcosa di strano in questo c’è e peraltro crea non pochi fattori distorsivi nel nostro mondo del lavoro, pubblico e non. Ma come sempre lascio all’esperto psicologo Federico gli approfondimenti del caso.

    “Mi era piaciuta molto la frase di Elettra che diceva, mia figlia non insegue un sogno, lo sta vivendo.”

    Anche a me, ed infatti mi piace perché so che questo però è il suo sogno e non la trasposizione del rimpianto di uno dei suoi genitori. Ed è proprio per questo che trovo molto strano che persone diverse, alla fine, coltivino gli stessi sogni, come dici tu, di padre in figlio.

    @stefano grazia:

    Caro stefano,

    il problema è che continuiamo a ragionare per categorie, mentre gli “stupidi” sono equamente distribuiti in tutte le categorie e in tutte le classi sociali. Però c’è un però.

    Se sei “sfigato” i tuoi genitori non li puoi cambiare e DEVE essere il sistema a quel punto a funzionare, altrimenti nella vita sarà sempre tutto affidato molto al caso. E’ per questo che un buon sistema DEVE essere indipendente dai genitori, dai nonni, ecc.ecc. Altrimenti creiamo quella che quando parlo di scuola in Italia chiamo “società basata sui nonni”. Solo che mia figlia non li aveva vicini e noi non potevamo farci conto e di conseguenza me la sono sempre presa in quel posto.

    Quindi il problema è far salire il livello e magari questa ti sembrerà filosofia, ma il sistema funzionerà bene e creerà campioni a ripetizione (non solo nel tennis ovviamente, ma anche nel tennis), quando sarà un sistema che non avrà più bisogno dei genitori o quantomeno quando i genitori diventeranno solo una parte del sistema e non il SISTEMA.

    I maestri danno la colpa ai genitori e i genitori ai maestri. Alla fine è solo la ricerca di un colpevole dei propri rimpianti.

    Per certi versi è una forma di autodifesa anche naturale per un certo modo di pensare a cui pare si siano adeguati in molti.

    @stefano grazia:

    onestamente mi rimane difficile condividere qualcosa nel tuo ultimo post e la cosa mi suona strana, sinceramente.

    Un paio di considerazioni così:

    se un giorno Nicholas dovesse diventare un campione tu dici che “chissenefrega” di giocare la Davis salvo ritorni economici o di varia natura, contestando alla Federazione ciò che comunque non avrebbe fatto.

    Ma guarda che eventualmente tu mica giochi per la Federazione, ma per l’Italia e mi fa un po’ specie che tu confonda i due piani.

    Infatti dici: “Benissimo. Se avra’ torto, non si aspetti che se mio figlio per caso entrasse nei 20-30 del mondo poi vada a giocare la Davis”

    Cos’è una specie di vendetta contro la Federazione? Ma scusa, ma chissenefrega della Federazione. O ti sta a cuore rappresentare al meglio il tuo paese oppure no (ovviamente su questo nulla da dire), ma se giochi la Davis giochi per la tua nazionale, per il tuo paese, per la tua gente, non certo per la Federazione, che potrà avere anche mille torti ma che è solo e semplicemente un’ente pubblico. Ed è strano che lo dica proprio tu, amante del rugby e degli Usa.

    “Mi sento Cittadino del mondo, tifo Pennetta non perche’ e’ italiana ma perche’ e’ la Pennetta (e comunque contro la Henin, tiferei per Justine).”

    E perché mai dovrei tifare per la Henin contro la Pennetta? Al limite potrei dire: “vinca quella che gioca meglio”, ma perché addirittura tifare contro?

    “che non ci vengano a cercare dopo a meno che non ci sia un chiaro interesse economico da parte dell’atleta. Oppure e’ una buona opportunita’ per allenarsi. oppure la sede dell’incontro e’ in una bella citta’ dove io atleta non sono ancora stato e ho sempre voluto andarci oppure a Melbourne dove abbiamo dei parenti …E’ crudo cinismo, certo, roba da Principe di Machiavelli, va mo la’, pero’ onestamente e’ cosi”

    Mi sembra un discorso stranamente rancoroso, davvero. C’è qualcosa che non capisco.

    Quindi che ne so farebbe bene la Juve a non dare nemmeno un giocatore alla Nazionale perché i suoi interessi “particolari” non coincidono con gli interessi delle Nazionali.

    Boh, se mi posso permettere, mi è sembrato un discorso un po’ sgangherato. Detto con affetto, sia chiaro.

    Gus.

  281. Stefano Grazia scrive:

    Giorgio, quello che dici e’ sacrosanto ma al tempo stesso e’ sacrosanto anche quel che diciamo noi,e cioe’ che troppo spesso si giudica a prescindere. Sei un Genitore? E allora zitto e a cuccia.Vietato l’ingresso a negri,ebrei,comunisti, cani…e Genitori di Tennisti.
    Io ho sempre scritto e sostenuto che non avrei mai svenduto il mio background culturale solo perche’ quello dall’altra parte e’ un Maestro o un Coach anche famoso …Certo, io non ho mai interferito (se non col Temporary Personal Coach invitato in Nigeria) e finora non ho mai avuto problemi: certo, mi arrogo il diritto di scegliere e scelgo dopo averci parlato e dopo aver visto come uno lavora. Secondo me un Coach bravo lo e’ quando non e’ preoccupato di doverlodimostrare ESCLUDENDO il Genitore. Ma ha ragione Mauro: i Genitori nel Tennis sono un pochettino diversidai Genitori del calcio, rugby, baseball,basket…la loro valenza soprattutto negli anni dai 3 ai 12 mi sembra molto diversa. Poi e’ chiaro, arriva il momento di lasciarli volare (if you love somebody set him free). Poi c’e’ il caso Wickmaier: la’ dove c’e’ una storia bellissima e incredibile con un padre che molla tutto per poter accontentare la figlia dopo la morte deklla mamma, in molti nel nostro Blog hanno solo visto una storia inquietante e morbosa in un clamoroso processo alle intenzioni: giudicati e condannati a prescindere, prima ancora di aver commesso il fatto. Ah, l’invidia, l’invidia…di non essere stati o non aver avuto un padre cosi’…
    MA VOLEVO ANCHE PRECISARE IL MIO DISCORSO SULLE FEDERAZIONI: quello che voglio dire e’ che una Federazione fa quello che puo’, bene o male, ed e’ meglio se lo fa bene, e ripeto quello che dovrebbe fare e’ allargare la base (creando campi pubblici, tornei nel week end,creando associazionisportive e distaccandole dal Sistema dei Circoli…tutte quelle cose che Roberto ha scritto e che raccolgono i nostri pensieri da 2 anni a questa parte…MA ALLA FINE LA FEDERAZIONE NON PUO’ E NON DEVE DIVENTARE UNA SCUSA PER I PROPRI FALLIMENTI: certo, se ci da una mano e’ meglio, ma l’aiuto bisogna anche meritarselo. Finora mio figlio non ha fatto nulla per meritarselo e quindi e’ perfettamente normale che agli occhi della FIT lui non esista.E per me e’ giusto che sia cosi’.

  282. Stefano Grazia scrive:

    Gus, non e’ rancore, e’ semplicemente considerare il tennis uno sport individuale. Se qualcuno mi aiuta, io gli sono debitore. Altrimenti no. Nessuna vendetta: e’ il discorso fatto su Bolelli. Se lui aveva ricevuto degliaiuti dalla FIT, era giusto che fosse riconocente, altrimenti e’ un Professionista e deve fare i suoi interessi. Nessuna vendetta. quanto alla Henin: io ho sempre tifato Henin, l’ho scritto e l’ho sempre detto: io non tifo la nazione, tifo il giocatore. Tifavo Agassi anche contro gli italiani non perche’ tifassi CONTRO uon in quanto italiano ma perche’ il concetto di patria nei confronti di uno sport individuale e’ molto relativo. Perche’ in un incontro di boxe fra Ali’ che danza come una farfalla e punge come un ape e,per fare un esempio Pasquale Mazzasette, ergastolano, stupratore di vecchiette, semianalfabeta e puzzolente MA ITALIANO, perche’ dovrei tifare per l’italiano? Tiferei mille volte e sempre per Ali’. La Pennetta mi piace ma io nel tifo sono leale,figurati che ho continuato a tifare fino alla fine per Baronchelli nel ciclismo: la Henin e’ venuta prima, mi e’ sempre piaciuta, pensa che mentre gioca a me sembra addirittura bellissima, piu’ bella della sharapova, perche’ unisce talento, qualita’ dei colpi, grinta ed epos/pathos… Se Seppi batte Federer mi fa piacere: l’ho conosciuto, e’ un bravo ragazzo…Ma la Henin la tiferei anche se gioca contro la Pennetta, ma non CONTRO la Pennetta persona.La Pennetta mi piace,ripeto, in quanto Pennetta.Devo dire comunque che io anche nel calcio tifavo non per la nazionale ma per i giocatori che vi giocavano: e allora si l’Italia di Rivera o quella di Sacchi…Ma le ho preferito il Brazil di Tostao Pele’ e quello di Zico e soprattutto l’Olanda di Neskens e Cruyiff e la Francia di Platini Giresse e Tigana’…Poi ho smesso di guardare il calcio, Comunque a 20 anni tifavo Panatta e quindi non ho preclusioni se uno e’ italiano, se questo ti puo’ consolare. Si, il mio post sopra e’ probabilmente sgangherato, hai ragione tu, e puo’ sembrare minaccioso o rancoroso o offensivo, ma in realta’ voleva essere a favore della Federazione, pensa un po’… Mi sono espresso dunque male.

  283. bogar67 scrive:

    La Pennetta si allena in Spagna ed è residente in Svizzera (forse perchè il fisco incide meno?) e poi rappresenta l’Italia perchè è nata a Brindisi. Lo spirito patriottico di giocare in federation cup per la nostra nazionale proprio non riesco a coglierlo.

  284. Stefano Grazia scrive:

    Non ci credo: avevo scritto-ma e’ andato perduto porca internet!- un altro sproloquio per cercare di farmi perdonare lo sproloquio spiegando che la mia mancanza di nazionalismo e’ palese solo nello sport mentre nella politica e nella vita sono orgoglioso e fiero di essere italiano, sia sotto il Belusca che stto Prodi o D’Alema e a chi all’estero mi obiettava la mancanza di democrazia o il comunismo o la mafia o l’immondizia io potevo sempre ribattere di pensare ai problemi loro che erano comunque tanti (la mancanza del bidet in UK,il negazionismo in US,Cesare Battisti in Francia e via cosi’…Scrivevo tante altre cose,che pero’ vi risparmio, spaziando dagli All Blacks al Tennis per cercare di spiegare il perche’ io di solito tifo la persona, nell’illusione,perche’ di illusione si tratta, di arrivare un pochino a conoscerla e ad identicarvicisi,eventually. E concludevo notando che trovo comunque piu’ facile identificarmi in una Pennetta o in una Sara errani che vanno ad allenarsi in Spagna che in un Bracciali,Volandri o starace che non appena arrivano a Melbourne cercano l’edicola dove vendono la Gazzetta e il ristorante dove si mangiano gli spaghetti …

  285. Roberto Commentucci scrive:

    Devo una risposta a mauro topslice, a proposito dei centri di addestramento periferici. Mauro come maestro di base (se capisco bene) è contrario all’idea: ma come, io mi impegno, formo dei ragazzini meritevoli e poi arriva l’accademia riconosciuta dalla FIT e me li porta via? E io che ci guadagno?

    Caro Mauro. Mettiamo che tu, con il nuovo sistema, nel giro di 3 anni hai avuto 4-5 allievi che sono approdati al centro di addestramento periferico nella tua regione.

    Mettiamo che il Comitato Regionale pubblica i nomi dei primi maestri dei ragazzini avviati al Centro Regionale.

    Se tu compari fra coloro che sono riusciti a far fare lo step successivo del percorso, non avrai certo difficoltà a trovare nuovi allievi da formare.

    In Francia funziona così, e direi che funziona bene. Ci sono dei buoni maestri di base, e ci sono i centri tecnici periferici dove vengono concentrati i ragazzzini pèiù promettenti. L’unica differenza è che in Francia sono della Federazione, che è molto più ricca della nostra.

    Ad ognuno il suo. Tu prepara bene i ragazzini, e fai la tua parte con coscienza. Ne avrai molta più soddisfazione che dal tenerti attaccato un ragazzino promettente al quale tu o la tua struttura non può dare più nulla.

    Un saluto e grazie per il tuo illuminante contributo.

  286. Gus scrive:

    @stefano 1: non trovi che si parli troppo spesso di fallimenti, perdenti, ecc.ecc. Un ragazzo che non riesce ad arrivare in serie A, giocando al calcio è un fallito? Ma in una vita quante volte siamo “falliti” e quante volte siamo “perdenti”? Ma Maradona, ad esempio, è un vincente o un perdente? Continuo a pensare che questa divisione netta in voga negli utlimi anni sia uno dei risultati peggiori della nostra società. Non sei ricco? Sei un perdente. Non hai la Mercedes, non vali niente, …….. non entri nei primi 100, sei un perdente.
    Possiamo cominciare ad abolire le parole fallimenti, perdenti, vincenti e tornare a pensare che si vince e si perde, si sbaglia e si ricomincia, si soffre e si gioisce.
    Ribadisco che chi non fa non sbaglia ma aggiungo: è già morto.
    Che nello sport si può tradurre in: chi non gioca non rischia di perdere ma chi si mette in gioco e accetta la possibilità della sconfitta non è comunque un perdente.
    @stefano 2:
    “Gus, non e’ rancore, e’ semplicemente considerare il tennis uno sport individuale.”

    Esattamente come molti altri, lo sci, il nuoto, l’atletica leggera, tutti i tipi di “tiro”, ecc.ecc.
    Continuo a credere che il tennis vorrebbe essere considerato come uno sport a parte, diverso, particolare. Questo, almeno in Italia, continua ad essere uno dei suoi grossi limiti. Questa sua voglia di elitarietà, di tirarsi fuori dal gioco, sentirsi diverso, che lo porta poi ad essere osservato dall’esterno come se si trattasse di un club esclusivo, di ricchi “esaltati” e che di fatto è una delle componenti che tiene lontano molti genitori&figli da questo splendido sport.
    “Se qualcuno mi aiuta, io gli sono debitore. Altrimenti no.”
    Ribadisco che confondi i due piani. Tu non giochi per la FIT, di cui onestamente in quella circostanza non frega nulla a nessuno, giochi per l’Italia.
    Se non te ne frega di rappresentare l’Italia nel mondo è un discorso, ma la FIT in questo ragionamento non c’entra assolutamente nulla.

    “Nessuna vendetta: e’ il discorso fatto su Bolelli. Se lui aveva ricevuto degliaiuti dalla FIT, era giusto che fosse riconocente, altrimenti e’ un Professionista e deve fare i suoi interessi.”

    Io credo che un buon sistema sia quello che fa corrispondere gli interessi del singolo con quelli della collettività. Se uno “deve” pensare esclusivamente ai propri interessi alla fine porta alla crisi del sistema e mi pare che in questi ultimi tempi tutto questo sia stato ampiamente dimostrato.

    “il concetto di patria nei confronti di uno sport individuale e’ molto relativo.”

    A parte che la Davis è un torneo a squadre, il concetto di patria rimane tale e quale sempre. Se lo senti ti fai New York-Genova in aereo privato perché riconosci che la “patria” ha bisogno di te, se non lo senti nessuno te lo può far sentire. Poiché a me emoziona sentirmi italiano e vedere gli italiani dare il massimo in una competizione, spero che Nicholas arrivi in Nazionale e mi emozioni senza stare a sentire cosa dice il padre. :-)

    “La Pennetta mi piace ma io nel tifo sono leale…”

    Anche qui c’è un piccolo grado di confusione, secondo me. Uno sportivo vero riconosce il valore qualitativo della Henin anche quando gioca contro la Pennetta. Ma siccome in una partita di tennis (al contrario del calcio dove c’è una componente di casualità diversa) vince sempre chi gioca meglio, se vince la Pennetta, e cioè l’Italia, io sono più emozionato e contento che se vince la Henin.

    “Poi ho smesso di guardare il calcio, Comunque a 20 anni tifavo Panatta e quindi non ho preclusioni se uno e’ italiano, se questo ti puo’ consolare.”

    Non ho bisogno di essere consolato, tu la pensi in un modo, io diversamente da te. Tutto qui. In generale se gli italiani amassero un po’ di più il loro paese e un sentimento di interessi “collettivi” si integrasse con i propri interessi individuali non mi dispiacerebbe ma entreremmo in un discorso troppo complesso.

    Io comunque mi sento italiano fino al midollo e forse questo si era capito. :-)
    Spero si sia anche capito che non sono un Nazionalista, così per evitare fraintendimenti.

    “…. a favore della Federazione, pensa un po’”

    Ah ecco ora ho capito meglio :-)

    @bogar67:

    “La Pennetta si allena in Spagna ed è residente in Svizzera…”

    Quando si gioca la Federation cup o la Davis, va in campo l’Italia, Quindi io sono contento se vince l’Italia. Mi emoziono se vince l’Italia.
    Sono d’accordo con te che un maggior senso etico in generale, anche e soprattutto degli atleti che ci rappresentano, sia un obiettivo da raggiungere e su questo la FIT dovrebbe vigilare con attenzione (mi riferisco alla residenza in Svizzera e non agli allenamenti in Spagna, ovviamente).

    @ultima per stefano vilmente estrapolata dal contesto.

    “sono orgoglioso e fiero di essere italiano”

    Ecco, così va molto meglio :-)

    Gus.

  287. bogar67 scrive:

    Gus io mi riferivo ovviamente alla residenza, le tasse o si pagano in Spagna dove ci sta la base dei sui interessi e vive stabilmente quando non è in giro per tornei oppure in Italia dove è cittadina, tutto il resto sono i tipici escamotage di cui i nostri sportivi celebri oramai ci abituano. Certo la tassazione in italia è piu alta di altri paesi ma un pò di etica non farebbe male allo sport in generale e non solo al tennis.

  288. Gus scrive:

    infatti, concordo con te.

    Gus.

  289. Stefano Grazia scrive:

    Anche un secondo commentone sproloquio mi e’ rimasto sul computer perduto da un block out della magnifica rete nigeriana…A questo punto e’ destino e quindi rinuncio: confermo pero’ che su questo punto,Gus, siamo lontani anni luce: io nel tifo sportivo antepongo la simpatia epidermica, la mia proiezione (giusta o sbagliata),la mia possibile identificazione con l’atleta al nazionalismo, sara’ perche’ ho viaggiato e mi ritengo cittadino del mondo o piu’ probabilmente perche’ son fatto cosi’…e poi per esempio, dovrei tifare Ferrari guidata da Villeneuve o Brabham guidata da Patrese? Valentino Rossi o Ducati? Nello sci ho tifato molto Gustav Thoeni (piu’ del mio compaesano Tomba, che strano) e nel ciclismo gli eterni secondi Zilioli e Baronchelli e poi Bugno e Pantani prima della caduta,per cui non credo di poter essere definito ANTI italiano, ma semplicemente nel tifo sportivo(e in amore) scelgo chi mi piace e non lo discrimino se non e’ italiano…In amore mi sono sposato un italiana e non si cambia piu’, nel tifo sportivo vivo alla giornata…

  290. Archipedro scrive:

    Semplicemente… genitore sportivo d’un bambino sportivo: un vero privilegio.

    “Per mettere in fuga le paure di mio figlio quelle paure devono necessariamente avere terrore di me”.

    Semplice, immediato, incontrovertibile. E fondamentale.
    Buona continuazione, filosofi… :-)

  291. stefano grazia scrive:

    orpo!

  292. stefano grazia scrive:

    Scherzi a parte, ma possibile che NESSUNO abbia pensato di scrivere e riportare osservazioni sui campionati italiani U10-11-12 tenutisi di recente in varie parti d’Italia? L’U12,Coppa Porro Lambertenghi, e’ stata vinta tra l’altro da QUEL Mattia Rossi (dicevo a Nicholas ieri: vedi, se invece di mandare in campo la tua controfigura a Rungg l’avessi battuto o comunque ci avessi giocato alla pari, ora avresti uno scalpo pregiato alla tua cintura per quello che puo’ valere e comunque un boost of confidence mica da ridere…) mentre fra le ragazze la Sartori e’ arrivata in finale battuto dalla Peri…Certo, se su un blog di G&F nessuno sente il bisogno di scrivere di queste cose vuol dire che siamo arrivati al capolinea e che e’ giunto il momento di scendere o che nessuno dei Figli del Blog e’ arrivato abbastanza in la’ da potersene vantare (tranne Francesca Brancato che ha raggiunto i Quarti, mi sembra).Oppure che e’ gia’ in atto il trapasso generazionale, come e’ giusto: adesso tocca a Bogar e ad Autarchi raccontare dei propri pargoli perche’ poi sui 10-12 anni tutti si diventa improvvisamente piu’ filosofi (non sara’ perche’ cominciano le ’stese’? Scherzo…So benissimo che privacy dei pupi e rapporti coi Maestri/Coaches/Dirigenti hanno frenato i migliori di noi e che per me era facile, visto che vivevo all’estero). Chiudo dunque raccontandovi che la famigerata Academy del cioccolataio Bollettieri ha fatto l’ein plein agli USOPEN con l’australoslavo Tomic e con Heather Watson, un’altra britannica (dopo Murray e Robson…)A fine post il trafiletto in inglese dal sito dell’IMG…Magari non sfornano piu’ americani, ma qualche buon elemento per le mani ce l’hanno sempre, senza contare che almeno una trentina di giocatori nei rispettivi main draw professionisti potevano vantare l’esperienza Bollettieri nel loro apprendistato…
    Ecco cosa dice la Watson della sua esperienza da Bolletta,5 anni: credo di essere davvero maturata e migliorata ma soprattutto di aver imparato a giocare i punti specifici.E il mio livello atletico e’ sempre ottimale durante i tornei.Ho imparato anche molte parole straniere: una delle mie migliori amiche e’ Koreana e un’altra Californiana.CX’e’ una gran competizione fra noi e questo serve da stimolo ma anche ad aiutarci l’un con l’altra.Nick Bollettieri ha una voce che non puoi dimenticare. E’ un gran motivatore ed e’ anche molto bravo a identificare qualcosa che non va nel tuo gioco.E’ uno che capisce il gioco molto bene.
    (…spending five years at the IMG Bollettieri Tennis Academy: I think I’ve really developed and matured, but most of all I’ve learned how to play specific points. And my fitness level is always high for tournaments. I’ve even learned lots of words from other languages. One of my best friends is from Korea and another is from California. There’s so much competition, and everyone here is an athlete, so we know what we’re all going through and help each other out.
    …Nick Bollettieri: He’s got a voice that you’ll never forget. His speeches are very inspirational. He’s very good at spotting what you’re doing wrong and understands the tennis game really well.)

    IMG Bollettieri students sweep U.S. Open Juniors.September 14, 2009
    Two international teens made the winner’s circle at the U.S. Open Juniors tournament an all-IMG Bollettieri Tennis Academy occasion.

    IMG Bollettieri students Bernard Tomic and Heather Watson took the 2009 U.S. Open Juniors boys’ and girls’ title, respectively.

    Tomic defeated Chase Buchanan in straight sets 6-1, 6-3 in the final to capture his second Grand Slam Juniors title this year. The 16-year-old from Australia also won the Australian Open Juniors title, becoming the first player since Andy Roddick in 2000 to win the U.S. Open and Australian juniors titles in the same year.

    Already a signed professional, Tomic said after the win that he’ll no longer play any junior tournaments and concentrate on his ATP ranking. As of Aug. 31, Tomic was ranked No. 324 in the world.

    Watson, 17, defeated Yana Buchina 6-4, 6-1 in the girls’ final to win her first Grand Slam Juniors title. The England native, seeded No. 11 in the tournament, dropped only one set in six matches during her impressive run at the U.S. Open.

    It was Watson’s first appearance in a Juniors Grand Slam final.

  293. bogar67 scrive:

    @Stefano
    Pensavo di essere uno dei pochi tifosi di G.B. Baronchelli, sei rimasto anche tu attaccato alla Tv il 31 agosto 1980 per i Mondiali di di Sallanches? 1) Hinault 2) Baronchelli. Dei 107 partenti, arrivarono al traguardo solo 15 atleti!!!

  294. Stefano Grazia scrive:

    Bogar: fu l’anno migliore di Gibi’, dopo tutte quelle promesse mancate (La doppietta Giro e Tour da Dilettante e il secondo posto all’esordio nel Giro Pro a 12″ dal grande Eddy Merckx): quell’anno vinse una ventina di corse e qualche classica, incluso Giro dell’Emilia (io ero sui colli di Casaglia a fare il tifo mentre passava in fuga col mio amico Stefano Della Villa,che sarebbe diventato il marito di mia cugina e il fondatore dell’Isokinetic, lui pero’ grande tifoso di Moser quella volta nettamente ’stracciato’)… Il ciclismo era sicuramente uno dei miei sport preferiti:poi cominciarono a trovarli tutti dopati, non si era piu’ sicuri di chi aveva vinto fino a qualche giorno o mese dopo, e insomma, ho completamente perso interesse cosi’ come per la Formula uno dopo la morte di Villeneuve, per il calcio per troppa esposizione e troppo sfoggio generale d’ignoranza da parte di chi lo segue etc etc Il che non mi impedisce di capire che e’ un bellissimo sport,ottimo da insegnare nelle scuole perche’ immediato e coinvolgente (col vantaggio anche che alle elementari possono giocare maschi e femmine tutti insieme…E a volte penso anche che se fossi rimasto fedele al piano originale: comprare casa in Jamaica e continuare a fare windsurf e vivere senza pretese di mare, spiaggia e onde coi proventi del lavoro all’estero (se ricordate bene io scelsi di andare a lavorare all’estero non per aiutare i bisognosi, ahime’, ma per avere i soldi e il empo di cavalcare le onde ai Caraibi e alle Hawaii),be’, forse sarebbe stato meglio… Per noi Genitori e per il Figlio, che sarebbe cresciuto libero e selvaggio sulle bianche spaggie di Trelawny ad aspettare il Dr Breeze, il Trade Wind che quasi ogni giorno batte le coste della Jamaica… Altro che Bradenton.

  295. bogar67 scrive:

    Stefano avendo visitato i Caraibi ed in particolare Cuba, Santo Domingo, Messico e Honduras comprendo i tuoi rimpianti anche se a dire il vero abitando in Sardegna, mare e luoghi incotaminati come qui da lasciare i tuoi stessi rimpianti li ho visti solo a Pralin (Seichelles). Detto questo, penso che sei una persona fortunata, vero è che per soldi hai lasciato l’Italia ma non sei stato costretto ad andare in Afghanistan come militare oppure in Belgio come minatore oppure ancora a fare manutenzione nelle ferrovie tedesche come 42 anni fa ha fatto mio padre. Tu poi ti sei portato la famiglia, con te fino adesso hai avuto moglie e figlio vicino, io mio padre lo vedevo due volte all’anno e quando è tornato lui per godersi la giusta pensione sono partito io. Nicholas grazie al tuo lavoro ha la possibilità di andare in un’accademia che gli permette di continuare la sua e la tua passione. Io ricordo che a 12 anni avevo una Slazenger di legno con cui giocavo nei campi comunali del mio paese e quando tornavo a casa, mia mamma mi rimproverava dicendo che non dovevo giocare con palla e paletta (lei chiamava così la racchetta) ma dovevo pensare a lavorare per portare qualche soldino a casa. Non penso di aver avuto talento nel tennis però mi piaceva giocare ed i rimproveri di mia madre (stiamo parlando sempre del rapporto genitori e figli) mi facevano davvero male e mi riempivano di tristezza. Una volta che mi sono “sistemato” una delle prime cose che ho fatto è stata quella di riprendere in mano la racchetta, non più la slazenger che avevo nel frattempo distrutto ma una Head Radical. Adesso ho trasmesso (non costretto) la passione a mia figlia per questo sport ed il problema invece rischia di porsi al contrario, sarò io genitore in grado di poterla accontetare qualora dimostrando talendo ed ottenendo risultati a livello giovanile, dopo i 12 anni volesse fare quel salto di qualità che ha bisogno di un cospicuo investimento economico per portarla in una struttura adatta in Italia o all’estero? la risposta in questo momento è NO. Qualcuno potrebbe chiedermi ma allora se è no perchè non provi a farle fare qualche altro sport meno costoso visto che è predisposta? La risposta è che confido nella mia buona stella, un incontro casuale con il giusto addetto ai lavori, un’eredità, un quattordici al totocalcio, qualcosa quanto basta per farla andare avanti sono sicuro che incontrerò per strada basta pensare positivo.

  296. valeria scrive:

    Stefano,mi piacerebbe approfittare delle vacanze di Natale per uno stage alla Bollettieri e ,anticipando un po’,l’Orange under 12…Potresti darmi delle dritte su come muovermi? Voi sarete li’o in vacanze extra tennistiche? Grazie!!! Valeria

  297. Stefano Grazia scrive:

    Cosa vuoi sapere esattamente,valeria? Da qualche parte negli Archivi del Blog alla voce “Noi li’ ci siamo stati” ci sono alcuni articoli sulla Bollettieri (uno del figlio di Ubaldo che ci passo’ 2 sett nel 2004 quando noi portammo per la prima volta Nicholas e nella stessa settimana c’erano anche Miccini e Quinzi,tutti per la prima volta (noi ci andavamo DA ADULTI fin dal 93). A parte tutti gli innumerevoli post che ho scritto, ti posso consigliare di andare su http://www.imgacademies.com per le notizie pratiche su prezzi e training schedule e per la brochure. Per contattare qualcuno puoi scrivere (in inglese) a Roxane Kigongo che ti mandera’ tutte le info e i documenti da riempire (incluso un certificato medico) e puoi dire che ti abbiamo dato noi l’indirizzo email (Roxanne.Kigongo@imgworld.com).Puoi pagare con carta di credito.
    L’Orange Bowl pero’ si gioca a miami, non a Bradenton (e’ l’Eddie Herr in Novembre che si gioca dentro l’Academy).A Natale Gabri’ e Nicholas NON ci saranno: tutto il programma Full Time e’ in pausa natalizia e lascia il posto agli Short Timer …e’ un buon periodo comunque perche’ non c’e’ tanta gente (come a Pasqua o nei Summer Camps).Gabri’ e Nicholas dopo l’Orange Bowl verranno a passare il Natale (e poi la Pasqua)in Africa mentre io dovrei fare un salto a meta’ novembre: cerchiamo di frazionare visite mie e loro in modo da non restare troppo tempo separati…ovviamente per ottimizzare loro devono venire da me durante le vacanze scolastiche e io utilizzare le mie ferie in periodi di scuola.Il contro e’ che non possiamo cosi’ andare a fare un bel viaggio tutti insieme ma si sa, siamo nati per soffrire (ovviamente mi piglio in giro).Il vero problema sara’ quando lui DURANTE LE VACANZE DA SCUOLA dovra’ andare in giro a fare tornei: allora si che non lo vedro’ piu’…Escogiteremo qualcosa.Ritornando al tuo viaggio, puoi arrivare a Miami o a Tampa o a Sarasota. A Sarasota (10′ dall’Academy) e a Tampa l’Academy ti manda un bus a prenderti oppure puoi noleggiare un auto. Se stai una settimana solo e sei li’ solo per il tennis, puoi stare senza: se vuoi uscire dall’Academy, puoi sempre chiamare un taxi ma la realta’ e’ che le giornate sono molto piene. Noi l’auto l’abbiamo sempre presa tranne il primo anno ma perche’ volevamo andare al cinema, qualche volta un salto al mare e nel week end portavamo Nicholas ad Orlando (Disney,SeaWorld,etc) e ai Parchi Acquatici…L’Academy e’ un piccolo villaggio: se stai con tuo figlio, puoi prendere una camera DENTRO l’Academy (e ti costa sui 150-200$,ahime’)…Se stai fuori (in hotel o in una casa) risparmi un po’ ma devi prendere l’auto e farti da mangiare…Una volta era una bazza economica: ricordo che dal 93 al 2000 circa noi pagavamo 700$ a testa e con tale cifra dormivamo in una villetta a due camere con bagno (in una stavamo noi, in un’altra eventualmente altri due Adulti) con cucina e sala da pranzo, e avevamo poi BFAST,LUNCH e DINNER nella sala adulti, piscina e jacuzzi riservate all’Adult Program, etc. Poi hanno reso tutto piu’ lussuoso sulla scia della Hopman a Saddlebrook e certo, adesso hai camere o villette piu’ belle dove puoi stare con tuo figlio, intorno a una bellissima piscina con Jacuzzi e ristorante molto piu’ attrezzato, ma …era meglio prima.Era anche piu’ socializzante: i primi tre anni ci divertimmo molto e ci facemmo diversi amici e si usciva poi alla sera anche coi coaches.Eravamo anche piu’ giovani ma adesso e’ un po’ tutto piu’ asettico.I ragazzini normalmente sono messi tutti insieme nei grandi dormitori…ovvio che se vai li’ con la famiglia e’ piu’ facile o stare fuori dall’academy o stare insieme in una delle Camere deLuxe… Insomma, ci sono diverse options. Il mangiare dagli Adulti non e’ nulla di che ma e’ decente(a meno di non essere Bracciali…),un misto di buffet e piatti caldi… Direi che non e’ un ristorante di prima classe ma ci si nutre abbastanza bene e sicuramente non soffri la fame.Fammi sapere se ti serve qualche info specifica ma prima fai un alto sul sito cosi’ hai un’idea…
    Comunque se autorizzi la Redazione a darmi la tua email, e hai qualcosa di specifico da chiedere, ti posso scrivere privatamente…

  298. Stefano Grazia scrive:

    Bogar, cosi’ pour parler:comunque i miei primi lavori all’estero furono in Iraq (nell’83: era in guerra con l’Iran) e poi dopo la Jamaica, anche in Saudi Arabia e in Libia…La Nigeria poi e’ considerata da tutti come uno dei posti piu’ pericolosi del mondo e non si riesce proprio a trovare gente che sia disposta ad andarci… Che il diavolo non sia poi cosi’ brutto come lo si dipinge o che io mi ci sia trovato poi bene (nonostante diverse disavventure in una delle quali mi sono trovato anche con una pistola puntata addosso) non significa poi che sia stato fortunato: la fortuna era li’ ma bisognava saperla cogliere. Bisognava aver voglia di partire. Piantare amici,ragazza,sport,carriera universitaria…Sara’ per quesro che mi piace papa’ Vickmaier, ma di tutti quelli che ogni tanto sentono e mi dicono:ah,pero’, fai una bella vita tu…, non ce ne sono tanti che a 27-28 anni se ne sarebbero andati in un paese in guerra o del terzo mondo africano a fare il medico,l’ingegnere, il pontista, l’idraulico,il capocampo…E la cosa peggiore e’ che in molti non andrebbero, e nemmeno con un contratto in tasca, neanche in Sud africa, in Brazil o in Australia e nemmeno ai Caraibi.Per cui dentro di me mi ritengo fortunato (soprattutto per quei tre anni in Jamaica) ma di fronte agli altri sono convinto di non dovermi sentire in colpa e di non aver rubato nulla a nessuno…mi ricordo addirittura di passare le giornate a scrivere centinaia di lettere a tutte le ditte italiane e straniere che lavoravano all’estero…Rispondevano in 6-7 ed erano sempre risposte negative e quando arrivava quella positiva non e’ che potevi fare lo schizzinoso: che fosse Iraq,Algeria,Saudi Arabia o Libia, quello che capitava dovevi prendere… Solo diversi anni dopo,entrato nella grande Oil Company, le cose sono un pochettino,ma molto relativamente, mutate.Ed e’ vero che negli ultimi dieci anni ho potuto/mi hanno lasciato scegliere anche in funzione alla famiglia…Ma in moltissimi,tuttora, la famiglia in Nigeria o in Angola o in Congo non ce la portano e le mogli si rifiutano di seguire i mariti…Vai avanti tu, che mi scappa da ridere. Ignorando poi in verita’ che la vita dell’Expat in Africa puo’ essere qualitativamente molto appagante (lo era di piu’ un tempo, 10-20 anni fa, ma anche perche’ allora avevamo anche noi 10-20 anni di meno…e non avevamo un figlio che vuole diventare un Top 10)

  299. Stefano Grazia scrive:

    Precisazione sulla cosiddetta bazza economica:700$ tutto compreso, intendo: 6-8h di tennis,mangiare e dormire…

  300. andrew scrive:

    …mentre qualche genitore si decide a raccontare come è andata la stagione estiva del figlio con annesse considerazioni, vi intrattengo con una storia di genitori e dirigenti dementi e di come una struttura sportiva sana possa arginare tale problema.

    La storia si svolge nel mondo dell’hockey pista, dove mio figlio Alessandro, 11 anni, ha appreso a inizio settembre che non avrebbe più fatto parte della squadra A insieme agli altri ‘98, ma sarebbe stato spostato nella squadra B, insieme ai ‘99.

    Come è, come non è…, telefoniamo al responsabile del settore giovanile, che ci informa di problemi con la formazione della squadra B, che richiede la presenza di un 98 perchè alcuni 99 non possono giocare fino a dicembre. Ma, comunque, ci dice che sarà una bella esperienza per Alessandro, che potrà giocare sempre e fare il leader della squadra.

    Decisi a capirci di più, ci presentiamo dagli allenatori, che sgranano gli occhi e notano un 99 che era stato spostato tra i 98 al posto di Alessandro. In men che non si dica, la situazione si chiarisce e Alessandro viene riammeso tra i 98.

    Cos’era successo? Un trio di genitori, che desiderava stare insieme durante gli allenamenti e durante le partite per fare combriccola, aveva fatto pressione estiva perché il figlio 99 di uno di loro venisse trasferito nella squadra A. Badate, non per richiesta del piccolo, ma proprio perché questi genitori volevano stare insieme tra di loro.

    Quindi, per le esigenze sociali di questi genitori e con la complicità di un dirigente demente, si era bellamente passati sopra sia a mio figlio che al proprio figlio.

    Per fortuna, degli allenatori sani e competenti hanno prontamente mandato a cagare il dirigente. Ecco un esempio di associazione sportiva sana e dotata di anticorpi.

    Fine della storia.

  301. Stefano Grazia scrive:

    Mi piacciono le favolette morali di andrew ma continuo a constatare che manca un ricambio generazionale e che per scrivere un post ormai stiamo parlando di tutti gli sports tranne che di tennis: i vecchi Genitori hanno deciso di trincerarsi dietro un piu’ sicuro silenzio che non li esponga ne’ a ripercussioni da parte di coaches/maestri/dirigenti ne’ a brutte figure da parte di eventuali lettori che li aspettavano al varco della dura legge del campo … e i nuovi, be’, i nuovi o proprio non ci sono o hanno i figli che ancora non giocano…E’ gia’ stato detto tutto e di tutto e senza nuova aneddotica a sostenere i nuovi spunti tutto questo andra’ perduto come lacrime nella pioggia.Peccato.

  302. simplypete scrive:

    In questo periodo ho letto il blog solo di straforo, ma questa sera avendo un po’ di tempo e voglia vi ragguaglio sui nuovi avvenimenti sportivi di mia figlia.
    Dopo essersi confermata seconda nella finaledel master regionale di appartenenza non è andata a fare gli italiani semplicemente perchè non li può fare è un 99; si è qualificata per il master naz. topolino, dove ha vinto due partite fermandosi negli ottavi di finale visto le altre 99 presenti direi che il livello della vincitrice era molto simile al suo…anzi forse era quella che serviva meglio di tutte e cmq di fenomeni in giro non ne ho viste…
    Segnalerei piuttosto nel 2000 masch. Micca lo trovo veramente buono sotto ogni aspetto sia tecnico che caratteriale, oltre ramazzotti tra i 99 e naturalmente la Zerulo tra le 98, una menzione particolare per un certo Moroni
    2001 piccolino ma io non ho mai visto nessuno giocare così bene a tennis a 8 anni…. e bene o male sono più di 20 anni che bazzico in questo ambiente..
    Che dire per il resto la piccola ha cambiato ambiente d’allenamento e da un mesetto trovo che il cambio sia stato profiquo sotto ogli aspetto sia tecnico che motivazionale….aspettiamo con fiducia la stagione a venire prossimamente farà uno stage presso un allenatore di fama internazionale vediamo quale sarà la sua opinione su di lei, sono curioso anche se non credo agli oracoli…se son rose fioriranno…..
    x stefano grazia perchè non ci dai qualche dettaglio neglio allenamenti del pargolo se puoi? mi farebbe piacere….a presto

  303. Stefano Grazia scrive:

    Sugli allenamenti di Nicholas alla Bollettieri non posso essere molto specifico perche’, come spesso fingete di non ricordare,io ahime’ sono qui in Africa: potro’ esserlo magari quando andro’ su, spero a Novembre.Ma fino ad oggi hanno in pratica giocato molti matches per delineare i gruppi.Mio figlio inoltre fa un’ora di mental individuale a parte ogni settimana (l’unica ora extra che sono disposto a pagare per quest’anno).Proprio oggi e’ iniziato il vero e propriuo allenamento ma mio figlio era a riposo avendo giocato stamattina (e perso al terzo) la finale di un torneo USTA giocato nei pressi di Tampa (ha perso da un olandese che si allena a Saddlebrook ma sembra che abbia giocato almeno a tratti molto bene. Normalmente giocano molti matches e hanno dei tornei interni definiti Gran Prix (il prossimo sabato ne hanno uno,per esempio)ma quando non sono previsti, la nostra idea e’ di portarlo in giro a fare i tornei USTA che si giocano in zona nei week ends). Come curiosita’,il Direttore dello Junior Program parlando con mia moglie diceva che chi era in tabellone e avesse partecipato perdendo al primo turno in singolo, doppio e doppio misto avrebbe comunque portato a casa oltre 100.000$…Non male,eh?
    INFINE APPROPOSITO DI BOLLETTIERI E DEDICATO A COLORO CHE DICONO CHE BOLLETTIERI NON TIRA PIU’ FUORI NESSUNO DA SECOLI E BLAHBLAHBLAH…Oltre ai gia’ citati(da Nishikhori a Tomic e ai recenti vincitori dell’USOpen Jr, vi ricordo che anche Bhambri, di cui Daniele Malafarina scrive sul sito (in occasione del ritorno dell’India nell’elite della Davis:
    “Infine la promozione, assicurata dopo il primo singolare di domenica, ha permesso a Yuki Bhambri, classe 1992, di giocare il suo primo incontro in Coppa Davis, battendo Izak Van Der Merwe in tre set. Yuki è il numero 1 delle classifiche juniores di quest’anno, vincitore all’Australian Open ed all’Orange Bowl (non ha partecipato al Roland Garros per infortunio). Yuki è la grande promessa del tennis indiano e forse in un futuro prossimo si giocherà un nome tra i grandi contro i vari Tomic e Dimitrov, ma per adesso il ragazzo tiene la testa sulle spalle e sta facendo esperienza tra ITF e futures. Infatti nonostante la vittoria all’Orange Bowl gli abbia aperto le porte, grazie ad una wild card, del primo torneo maggiore a Miami (sconfitto con onore da Junqueira), il giovane Bhambri è prontamente tornato in patria a giocare i futures, vincendone 4 ed affacciandosi per la prima volta ai primi 500 del mondo.Bhambri, come detto, rappresenta la grande speranza indiana di avere un tennista di vertice dai tempi di Vijay Amritraj.”
    (lo so, e’ vero che alcuni sono prodotti di altre scuole e arrtivano a Bradenton come clienti IMG: e’ anche il caso di Quinzi che in questo momento e’ a Bradenton e ci restera’ fino a Dicembre …Comunque e’ gente che si fa diversi mesi all’anno se non anche diversi anni all’Academy e insomma liquidarla con superficialita’ e faciloneria e’ altrettanto sbagliato del crederla l’unico posto dove uno debba andare per diventare un campione. Diciamo che non e’ facile trovare nello stesso posto tanta gente qualificata, tanti coach di grido e tanti giovani promesse (Non tutte diventeranno top 10 ma in parecchi un salto nei 100 lo faranno…E tutti gli altri andranno al college!)

  304. Giorgio Errani scrive:

    vorrei dare un piccolo “rinforzino” a quanto detto da stefano nel post precedente, essendo io stato il primo (o sicuramente un pioniere) nell’invio della prole da Bollettieri in giovanissima età (la Reggi c’è andata prima di Sara, ma era già grandicella)
    l’accademia di Bollettieri è sicuramente il miglior posto in assoluto dove un ragazzino di 13/16 anni (meglio da un minimo di 12 anni ad un massimo di 17 anni) può andare per testare se stesso su quello che vuole fare nel tennis
    come ho già detto, per Sara non sono state tutte rose e fiori, ma – in generale – l’esperienza è stata assolutamente positiva

    tenuto conto poi del fatto che, per chiunque, l’esperienza di vita da Bollettieri sarà molto accrescitiva (sia che poi riesca a sfondare o meno nel tennis) la valutazione non può che essere iper-positiva

    anche perché Bollettieri è l’unico posto al mondo dove tutto rasenta la perfezione, per un ragazzino che voglia provare a giocare a tennis, e non parlo di qualità di allenamenti (che pure è elevatissima) ma del contorno perfetto (tornei, tantissimi ragazzi di nazionalità diverse con lo stesso scopo, coaches che ti portano in giro per l’America a giocare, ecc.)

    il problema è che dovremmo copiare e replicare questi posti nel mondo, a costi più accessibili per quelli che ci vogliono provare oppure a costo zero per i più meritevoli (non come quando Sara è andata, che – proprio perché è andata – hanno pensato bene di non darle i contributi per quella stagione, dato che si era allenata da un’altra parte… sic!) ma già qui ci incasineremmo con spinte e raccomandazioni quindi forse meglio costo fisso per tutti, poi chi si vuole trovare lo sponsor..

    si può fare, si può fare, con molti meno soldi di quanto pensiate (ma occorre moltissima voglia e moltissima disponibilità da parte degli organi preposti a questo)
    ma – alla base – ci deve essere interesse a produrre giocatori internazionali, anziché giocatori da circolo, ed è questo che mi sembra latiti alquanto…

  305. Giorgio Errani scrive:

    naturalmente, come ho detto anche a stefano, scordatevi di mandare vostro figlio da Bollettieri per farlo diventare un tennista pro…

    mandateglielo ! ma perchè siete coscienti che sarà un’esperienza di vita fantastica per lui, indimenticabile… tutto il resto è zelig…

  306. francesco brancato scrive:

    Stefano anch’io speravo che qualcuno ci raccontasse dei campionati Italiani,coppa Lambertenghi,visto che non ho potuto assistervi.Confermo i quarti di finale di Francesca che ha perso netto nel punteggio ma meno, nel gioco, contro Silvia Chinellato con la quale l’anno passato,in quel di Torino dispurtarono una lottatissima finale del Master OUATT il punteggio allora fu 6/4/4/6 7/6 (6)in favore di Silvia ,ma fu un match bellissimo deciso da 2 palle…. Tornando alla Lambertenghi poi la Chinellato ha battuto la Sartori in semi ed ha disputato la finale con la Pieri perdendola dopo un tie break lottatissimo(21/19).Al momento la Jessica Pieri ,figlia di maestro,è quella che ,a detta dei tecnici ,interpreta meglio le partite.

  307. giogas scrive:

    Sono appena rientrato in Turchia dopo la pausa estiva e non sono riuscito ancora a leggere tutti i post arretrati. Ho appreso comunque che Nicholas è partito … auguro buona fortuna a lui e alla famiglia. Ho letto gli interventi di Giorgio e molti altri ancora e dell’invito di Stefano che più volte esorta i genitori a riferire e a fare partecipi tutti dell’ esperienze fatte. Sui vari siti nazionali ed internazionali ci sono infinite informazioni risultati e classifiche ma è difficile discernere tra i figli di frequentatori di blog e non, anche perchè non tutti ci conosciamo con il vero nome. In realtà non credo che il blog possa servire per dare sfoggio di eclatanti risultati (se ci sono stati) o clamorose sconfitte motivate o falsamente giustificate nel caso contrario . Questo blog ci ha insegnato che ognuno deve fare un suo percorso coerente con gli obbiettivi prefissati, nei tempi e nei modi compatibili con esigenze personali e che i risultati contano relativamente poco fino ai 13-14 anni. Devo riconoscere che Stefano ha ragione a sostenere che può essere utile a tutti avere a disposizione dettagli relativi all’organizzazione dei tornei, e le impressioni personali sugli stessi. Alla fine, come lui sostiene, sono sempre pochi quelli che danno e molti quelli che ricevono…. Io riferii a suo tempo dell’esperienza al TE di Antalya under 12; in quell’occasione rimasi colpito dall’atteggiamento aggressivo di molti genitori e dell’ingerenza degli stessi nella gara dei propri figli. Mi colpì anche la diffusa e frequente fragilità di bimbi che pur conducendo saldamente una gara, al minimo errore che facevano, volgevano lo sguardo al proprio genitore disperandosi o piagnucolando. E’ sempre più chiaro dunque, quello che in questo blog è stato ribadito più volte: il genitore è la figura più significativa ed importante per lo sviluppo psico-attitudinale e comportamentale del figlio aspirante tennista; a lui vanno le responsabilità più grosse, a lui competono le scelte a volte anche difficili e dolorose da compiere come lo è stata quella di Stefano o a suo tempo quella di Giorgio.
    In precedenti post avevo sottolineato la diversità caratteriale e comportamentale dei miei figli gemelli eterozigoti. Avrei voluto indirizzarli verso sport differenti per evitare l’eccessivo antagonismo ma invano: continuano a perseguire l’obbiettivo di diventare da grandi, dei tennisti, ma mentre uno “si accontenta “ (si fa per dire) di diventare un maestro di tennis, l’altro aspira al professionismo dichiarando di voler essere tra i primi 300 del mondo (per ora). E pensare che il tennis è stato per lui un faticoso impegno e fino a pochi mesi fa era sempre trascinato agli allenamenti dal fratello, che di passione sembrava ne avesse di più. Adesso avviene il contrario: è lui il trascinatore che non si accontenta della partitella-allenamento ma che vuole giocare partite vere, sempre. Passa ore a guardare e riguardare cassette video registrate di tornei recenti o dei tempi andati con la racchetta in mano per mimarne le mosse, si studia in modo maniacale qualsiasi cosa riguardante il tennis, ritaglia foto ed immagini dei suo idolo Federer e incolla tutto sulle pareti della camera con l’aggiunta di spiegazioni personali agli avvenimenti narrati. Devo dire che per la costruzione dei “collage” è aiutato dal fratello che ne condivide l’esperienza. E’ sempre molto bimbo, da una parte strizza l’occhio ai personaggi della fantasia, ai Goku e Majmbù dell’infinita serie di cartoni animati giapponesi non disdegnando però neppure qualcosa più “da grande” come i telefilm di Rex , e dall’altra mostra sui campi da gioco una freddezza e una maturità da veterano. Dell’infinita serie di tornei regionali italiani ha scelto di giocarne due di 4° categoria e 4 di under 14 e di fronte alle mie perplessità non ha mosso ciglio. Nei quarta categoria si è trovato di fronte dei giganti che lo hanno spazzato via al primo e al secondo turno e negli under 14 ha vinto sempre le prime due gare arrendendosi al terzo turno per fatica fisica di fronte ad avversari di gran lunga più grandi e grossi di lui. Tecnicamente non ho visto significative differenze rispetto ai coetanei di due o tre anni più vecchi ma il fisico gracile ed ancora acerbo non può sopportare a lungo lo sforzo ed è inevitabile la resa (peraltro sempre composta e consapevole). A fine agosto sono riuscito (finalmente) a convincerlo a partecipare a due tornei under 12 che ha vinto entrambi con relativa facilità. Mi piace pensare che ci sia stato un tacito accordo tra “gemelli” per evitare di incontrarsi tra loro perché si temono l’un l’altro. Il fratello “con meno ambizioni” ha partecipato infatti, a 6-7 tornei under 12 vincendo numerose gare e arrivando in finale più di una volta, ma senza avere la gratificazione di alzare la coppa del vincitore. Non riesco a capire quanto ne abbia sofferto, ma non più di tanto forse, perché a lui piace giocare per il gusto di giocare e se sente di avere giocato bene anche se ha perso è comunque soddisfatto. E’ un perfezionista che analizza, rete campo racchetta e molte altre cose ancora prima di giocare e poi gioca e si arrabbia se qualcosa non ha funzionato (per esempio una buchetta là proprio dove non doveva esserci, che ha fatto cambiare traiettoria alla pallina) e se la prende con sé stesso; è attento al comportamento dell’avversario e quando ne trova sul suo cammino di quelli che fanno i furbi o “carte false” per arrivare alla vittoria, si innervosisce fino a commettere errori palesi. E’ un idealista che si comporta a suo modo, come quando in una partita che conduceva saldamente in mano dopo avere vinto il primo set per 4 a 0 ed essere in vantaggio nel secondo per 4 a 1 è venuto in discussione con l’avversario che sosteneva fossero 3 a 1, si è innervosito ed è riuscito a farsi rimontare perdendo il set, ma invece di giocarsi il terzo si è alzato, si è diretto verso l’avversario, gli allungato la mano e l’ha salutato regalandogli di fatto la vittoria, oppure in un’altra occasione quando approdato ai quarti di finale, dopo aver giocato una delle partite migliori dell’estate (proponendosi di fatto come il favorito alla vittoria finale), ha telefonato a casa del giudice arbitro dichiarando di non avere le motivazioni per continuare e che voleva rinunciare. Il giudice arbitro stupito ha cercato di convincerlo ma lui non ha cambiato idea.
    La cosa più significativa dell’estate è stata la partecipazione all’unico torneo estivo internazionale programmato che coincideva con quello TE austriaco a cui abbiamo rinunciato. Si è trattato del torneo internazionale di Gasperich in Lussemburgo e lì loro malgrado, i gemelli si sono incontrati in finale (non nel singolo ma nel doppio misto) ed ha vinto, come da pronostico, l’aspirante top 300. Nel singolo hanno perso entrambi la prima partita con gli avversari che si sono poi incontrati in finale. Per la cronaca ha vinto un minuto e sorridente ragazzino francese di Metz che mi ha positivamente impressionato per possedere calma, serietà e un ottima tecnica. Il torneo di Lussemburgo non ha la pretesa di competere con i prestigiosi TE sia come organizzazione, che come livello di partecipazione più modesto ma comunque di buon livello in quanto c’è una buona selezione con torneo di qualificazione per i “locali” e a volte capitano anche buone rappresentative estere come è accaduto quest’anno con un folto gruppo di svedesi. Non è competitivo ed agonisticamente spinto come i TE ed è consigliabile per chi si affaccia per la prima volta ai tornei internazionali senza avere l’ansia che se giochi e perdi torni a casa. Infatti il torneo è concepito a gironi di 4 partecipanti ciascuno, i vincitori dei gironi si incontrano poi tra di loro nei quarti o nelle semifinali. E’ iniziato il lunedì ed è terminato il sabato: ogni giorno si giocava una partita e a metà settimana anche due perché iniziavano i doppi maschili, femminili e misti. Purtroppo non ci sono campi coperti e se il tempo è brutto non giochi. Fortunatamente il sole ha brillato per tutta la settimana sul Granducato ed il torneo si è svolto regolarmente; i gemelli si sono fatti nuovi amici, raccolto e-mail a cui inviare foto e notizie e mantenere i contatti.
    Per finire e curiosando in casa d’altri mi permetto di correggere il nome scritto da Stefano in un recente suo post della vincitrice della coppa Lambertenghi: si tratta di Pieri anziche Peri. Figlia d’arte ha una sorella di due anni più piccola, brava quanto lei o anche di più. I padre maestro gestisce con intelligenza un buon gruppo di agonisti e riesce a conciliare l’essere padre con la figura di allenatore delle proprie figlie con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

  308. simplypete scrive:

    Grazie per la risposta, non ho dimenticato che stai in africa ma penso che con internet qualche cosa riesci a sapere…
    Cmq mi sembra che sei abbastanza soddisfatto per adesso quindi ti faccio a te e a tuo figlio un grande in bocca al lupo; su bollettieri sai non ho dubbi che sia valido le cose che hai detto sulle nuove leve è ampiamente documentato in internet, ma se mi permetti solo un consiglio non devi valutare un programma solo da quanto è in grado di portare gente al professionismo ma quanto è adatto a tuo figlio, cioè mi interessava di più come stava andando l’aspetto umano di adattamento al nuovo ambiente e se da parte di tuo figlio le motivazioni sono a mille etc…
    Per quanto riguarda mia figlia il nuovo allenatore si sta basando molto sulla video analisi, sui dettagli tecnici e noto che i progressi si vedono la palla le viaggia sempre di più, la bionmeccanica del gestomi sembra fluida
    e la mentalità è quella di giocare un tennis di alto livello a sedici-diciasette anni non vincere adesso….poi vedremo, intanto noto che la pargola è motivata a mille e devo trascinarla a forza fuori dal campo mi sembra un buon segno
    A presto

  309. Nikolik scrive:

    Sbagli alla grande, Stefano, quando classifichi il mio grandissimo e vecchio Maestro Pierino come quello che “andava benissimo per la SAT e per chi vuole diventare al massimo un giocatore da Coppa Italia nc”.

    Eh sì, sbagli, perché se tu ti prendessi la briga di andare a vedere il sito internet del TC Bonacossa, guardando l’albo d’oro della Coppa Lambertenghi, che poi, com’è noto, altro non è che il Campionato Italiano under 12, non avresti alcuna difficoltà a leggere a chiare lettere il nome della figlia di Pierino.

    Eh sì, perché anche altri allievi di Pierino sono stati, pochi anni dopo, dei campioni nella loro categoria di età, per anni.

    Ma la cosa ha rilievo per un altro motivo.
    Sai che fine ha fatto la figlia di Pierino, Stefano? Ottima fine, direi, dal momento che l’ho vista in occasione di un recente ricovero ospedaliero per mia madre: è una tua bella collega, Stefano.

    Rivedendola, mi è venuto in mente cosa diceva Pierino di lei, vedendola giocare: è proprio forte, molto forte, ha talento, ma è una vagabonda, non ha voglia, non le interessa, non si applica…

    Rivedendola prima che entrasse in sala operatoria mia madre, le ho rinfacciato quel che diceva Pierino, suo padre, di lei: mi ha abbracciato e mi ha detto: “che bei tempi, Nikolik (va beh, non ha detto Nikolik, ma non stiamo a formalizzarci, ora), che bei tempi, quanto mi sono divertita. Ma il tennis era la gioia di Pierino (ha detto così, di Pierino, non di papà, di Pierino), non la mia, io giocavo perché lo amavo e avrei fatto di tutto per lui. Mi ha voluto così tanto bene che un giorno è venuto da me e mi ha detto: smetti con il tennis, non fa per te. Gli deve essere costato proprio tanto, ma l’ho amato ancora di più, se possibile”.

    Meditate, Genitori di possibili e futuri campioni, meditate.

  310. Atti scrive:

    Nikolik, il maestro Pierino (e la figlia) confermano invece molte cose gia dette da noi genitori nel BLOG:

    1) Spesso o quasi, a livello under 10-12 (e 14) vincono quelli piu’ allenati, magari figli di maestri e/o ex giocatori (ore e ore e ore…)
    2) La motivazione del ragazzo poi è fondamentale per proseguire, (s)fortunatamente non è un attributo “trasferibile” dal genitore al figlio…
    3) Comunque, aldilà del fatto che il genitore avesse spinto la figlia, lei l’ha vissuto in maniera corretta .. ed ha passato, mi sembra, bei momenti in compagnia del genitore (fatto da non trascurare).. non ha detto che avrebbe preferito giocare con le Barbie….ha fatto del sano sport perbacco..
    4) Difficilmente si puo’ raggiungere un risultato di vertice lasciando fare al metodo standard (Pia –Sat –Agonistica)… casualmente la figlia del maestro Pierino aveva vinto la Lambertenghi (“casualmente” chi ha vinto l’edizione 2009 ???)…..
    5) Il maestro Pierino (genitore), incarnava entrambe le figure “indispensabili” nella crescita tennistica. Per molti di noi genitori “normali” invece, il difficile è, trovare un punto di equilibrio, dovendo gestire, a 360 gradi, allenamenti e tornei. Chiederci anche di stare “totalmente” in disparte mi sembra, Nikolik, francamente un po’ troppo…. . ricordo che altresì, raramente, si trova qualcuno che voglia piu’ di noi il bene dei ns. figli…. Che poi nel tennis (come nella vita) ci sia uno strettisimo imbuto in qui passano in pochi eletti questo è un altro discorso… ma insegnare a provarci,, si puo’ e si deve … sempre… e anche il maestro Pierino, aldilà del pane e nutella… ha provato a trasmettere il messaggio.

    Per quanto concerne il voler o meno raccontare le proprie esperienze, nel mio caso dovrei premettere troppe cose, riguardo, in particolare, alle decisioni (tennistiche) recentemente prese, e francamente non è il caso… le esperienze dei tornei credo siano comuni.. non c’è molto da aggiungere…
    Comunque in linea generale, e per esperienza diretta vissuta, una cosa mi preme sottolineare, e questo lo dico ai genitori alle primissime armi, ricordate : è FONDAMENTALE che vs. figlio si diverta, sia nell’ allenarsi e sia a giocare match, SEMPRE nella massima fiducia (in campo) e serenità (prima e dopo)… tenete presente che NESSUN Maestro/coach, neanche il piu’ esperto, conosce fino in fondo il carattere e la personalità di vs. figlio (noi stessi a volte fatichiamo a comprenderli)…. ascoltate tutto e tutti, in molti casi l’esperienza degli addetti ai lavori puo’ esservi utile, ma all fine decidete sempre in prima persona (ascoltando ovviamente anche il parere di vs. figlio.. diciamo dai 12-13 in su’ quando cominciano a pensare “in modo indipendente”)…. ci sono segnali che non vanno trascurati…
    Con queste premesse.. aldilà dell’obbiettivo finale.. che poi dipenderà ESCLUSIVAMENTE da loro (se le premesse erano quelle giuste)… non sarà stato tempo (ed Euri) sprecati…

    Come disse Piatti al Megaraduno di Roma “ Prima si forma l’uomo e poi l’atleta/giocatore… per poi chiedergli… tu perché giochi a tennis ??.

  311. Stefano Grazia scrive:

    Simply, il riferimento ai successi della NBTA e’ dovuto solo al fatto che molti ancora mettono in dubbio l’efficienza della Academy solo perche’ non sforna piu’ contemporaneamente Agassi, Courier e Seles … In realta’ da noi e’ stata scelta anche e soprattutto come “environment”, ambiente in cui far maturare Nicholas (a egregie cose l’animo accendon l’urne dei forti,o pindemonte ma non solo: e’ un posto dove Nicholas e’ venuto due volte all’anno a fare il pit stop e la controllatina olio gomme freni, conosce tutti ed e’ conosciuto da tutti, si sente quasi a casa…E c’era la storia della scuola americana o comunque in lingua inglese: intendevamo almeno fargli finire le medie… Comunque, cose gia’ dette e ridette.E nel salutare il gradito ritorno di Nikolic, mi viene comunque da dirgli: MA COME? Prima mi dici magnifico post, il tuo migliore, rispondero’non appena torno dalle ferie da zompatore, e poi la prima cosa che scrivi e’ per rimproverarmi di avere messo in dubbio la professionalita’ di Pierino? A parte che noi su questo blog ormai usiamo il termine Maestro Pierino per indicare il Buon Maestro SAT, e’ ormai un termine che trascende dal vero Pierino. Atti ti ha gia’ risposto e vorrei anch’io aggiungere che comunque anche Pierino, da genitore, sua figlia prima l’ha spinta e poi, come mi sembra tutti noi , abbia deciso che fosse lei a decidere a 12-14 anni. Tra l’altro proprio tu,Nikolic, hai sempre sostenuto che se vuoi diventare un pro, l’unica strada possibile e’ quella indicata e percorsa almeno fino a qui da genitori come il sottoscritto e Mad Max…Poi e’ chiaro che non c’e’ nessuna garanzia di riuscire: bisogna anche che il soggetto in questione abbia talento, fisico, mental e, come direbbe Sacchi, bus del cul.Ribadisco comunque qui una cosa assolutamente fondamentale: l’esperimento/esperienza in Florida noi l’abbiamo presa soprattutto per permettere a Nicholas di capire meglio se e’ davvero questo quello che vuole fare da grande.Spendere di piu’ prima per poter forse spendere di meno poi o forse non spendere affatto (nel caso della rinuncia). Tra l’altro a proposito di spesa, ricordando che Mad Max l’anno scorso aveva indicato in 25000 euro la sua spesa annuale (dovuta soprattutto ai viaggi per tornei)e vorrei far notare che la retta annuale per un boarding (allenamento,vitto e alloggio) + scuola non e’ che sia poi di molto superiore…certo, si puo’ obiettare che sia comunque oscena, ma io mi chiedo quanto costa comunque un anno in italia di lezioni di tennis, viaggi e tornei,mangiare (e lasciamo stare il dormire). Insomma, a un certo livello(20-30 tornei in Italia e Europa) non costa poco nemmeno non andare in America e restarsene a casa …

  312. Stefano Grazia scrive:

    CON UNA INTRODUZIONE COSI’ NON POTEVO ESIMERMI DAL COPIA E INCOLLA:

    dyana scrive il 23 Settembre 2009 alle 12:28 a commento dell’articolo sul Non e’ mai troppo tardi dell’Autorevole Commentucci:

    Da oggi in dieci anni prometto di darti una risposta esauriente - come sono modesta - oggi un primo appunto: questo bel autunno romano sono dovuta girare come una trottola per ben due settimane prima di trovare una SAT disposta ad accettare mia figlia ( nata a gennaio 2005). Veramente con questo argomento volevo andare a rompere le scatole sul blog di Grazia, visto che è fatto apposta, però un articolo del genere non me lo potevo lasciar sfuggire. Prima che mi dimentico, a proposito della “sconosciuta valchiria belga”, che tenevo d’occhio dal torneo di Anversa dello scorso anno e mi aspettavo una sua molto più rapida scalata: quando l’ho vista perdere con la Brianti mi sono detta: Noooo, anche questa si è persa per strada, ma dico io, perdere con la Brianti!!! E chi sarebbe???!!!Questione di punti di vista :). Non sapevo ancora niente di Alberta, adesso che, insensibile al fascino della Davis in versione prevedibilmente double loser ( Romania- Svezia, Italia – Svizzera) ho seguito passo dopo passo il suo percorso in terra cinese mi sono dovuta ricredere. Perché è anche vero che la strada era abbastanza sgombra, una Sevastova esaurita dopo aver eliminato la Medina garrigues, una sgangherata Morita in semifinale, però si sa, più gli ostacoli sono piccoli più facile s’inciampa…
    Bene. Torniamo alle SAT. Che per quanto riguarda l’avvio al tennis, almeno nel area romana alla mia portata di mano, sono di due tipi: il primo tipo prende rigorosamente, tra i più piccini, solo il 2004. Perché, come mi è stato gentilmente spiegato in una nota polisportiva inclusa nel elenco FIT dei centri PIA ( non che io sappia che cosa vuol dire, e un’attenta lettura delle 4500 pagine di Genitori&Figli non mi schiarito granché le idee, mi sa che le devo rileggere :() e che in realtà è un vivaio della Roma, sono “costretti” ( ha detto proprio così, mi limito a riportare tutto fedelmente) insomma sono costretti ad avere un certo numero di iscritti del 2004 alla scuola tennis. Non ho capito bene il perché. Il secondo tipo quelli del 2005 li prenderebbero pure, a patto che ci siano almeno tre bambini, anzi si accontentano anche di due, però due almeno devono esserci.
    Booon. Il primo tentativo, comunque, prima di complicarmi l’esistenza con i centri PIA che no so cosa siano però sembra siano qualcosa di superiore al famigerato circolo sotto casa, il primo tentativo, dicevo, lo abbiamo fatto proprio al famigerato circolo sotto casa. Mi sembra giusto a questo punto mettere il plurale e includere anche mio marito nel resoconto, visto che, una volta sgombrato il campo del “complesso del pediatra”, di cui non avevo mai avuto sentore e di conseguenza ignoravo e continuo ad ignorare alla grande, ha partecipato attivamente alla ricerca. Il tentativo lo abbiamo fatto lì per tutta una serie di ragioni: perché è letteralmente sotto casa; perché è del secondo tipo; perché ci giochiamo tutti i fine settimana da almeno sei sette anni, perché mia figlia qui la conoscono tutti e conosce tutti, perché è accanto alla scuola materna e quando vado a prenderla all’una è solita sgambettare una mezz’oretta tra i campi, dispensando critiche e consigli a chi li vuole e sopratutto a chi no ( Troppo lento! Hai sbagliato! Dovevi andare di diritto, non di rovescio!) insomma perché si sente a casa e non vedeva l’ora di entrare in campo come tutti gli altri. Qui il primo incontro ufficiale con il complesso del pediatra, l’allenatrice sconsolata mi fa“signora noi i bambini di quattro anni non li vediamo mai, purtroppo i pediatri sconsigliano ai genitori di farli giocare a tennis così presto, è una c@volata però difficile da sradicare, se arriva qualche altro bambino di questa età possiamo farlo il corso, ma se è solo lei no”. Giustissimo. Ha fatto cmq la prova che è andata benissimo, si è divertita molto c’erano pure altri due bimbi coetanei e sembrava fatta. Poi è finito tutto in un nulla di fatto, gli altri bimbi erano lì giusto perché accompagnavano il fratello /la sorella di 7-8 anni che dovevano fare la prova, e visto che c’erano…
    OK. Mi armo di santa pazienza, vado contro tutti amici, conoscenti, soci incontrati per caso, i pensionati del palazzo che stanno tutto il giorno a giocare a carte al circolo bocciofilo ( che è all’interno del circolo di tennis, circondato dai campi, metà delle palline prima o poi finiscono lì) incluso uno che ai suoi tempi ( molto remoti) aveva palleggiato con Pietrangeli perciò gode di grande autorità nel quartiere. Fortunatamente mio marito, all’inizio un po’ incerto per la questione del pediatra e anche un po’ sconcertato dal fatto che io non la prendevo per niente in considerazione, è dispiaciuto quanto me e la bimba e mi chiede di sua iniziativa di cominciare a vedere in giro anche altri circoli, la bimba dopo aver chiesto diverse volte “ma quando andiamo a fare di nuovo la prova?” una volta afferrato il concetto ( questo anno niente prove) mi fa “Beh, allora andiamo sul campo e mi tiri tu le palline, tanto io so come fare”, mi sa che mi tocca a fare proprio questo, però avrei preferito farti fare un corso vero e proprio, con un maestro vero, ed insieme ad altri bambini.
    Perciò mi stampo l’elenco delle scuole dal sito FIT, una volta svanito il vantaggio dell’immediata vicinanza tanto valeva andare sulle più quotate, e comincio a chiamare quelle che non si trovano dall’altra parte della città ( ahimè, la maggior parte sono, appunto, dall’altra parte) collezionando diverse risposte negative, perché le più quotate sono, a quanto pare, del primo tipo, alla fine becco il direttore di un circolo che si prende la briga di parlare con il maestro e di richiamarmi ( cosa più unica che rara) e poi è andato tutto più liscio di quanto speravo.
    Insomma, queste sono le impressioni sulla fase iniziale di un percorso tennistico, dal punto di vista di chi è completamente fuori dal giro e non sa nulla su come viene organizzata l’attività tennistica in Italia. Da questo punto di vista, ahimè, il sottoblog del grande Stefano Grazia più che un faro di luce è una tempesta di confusione, non per colpa sua ovviamente. Personalmente ho imparato tante cose – che poi magari tutti gli altri conoscono da sempre – certo che se l’avvio si fa a manovella non mi sorprende che i bambini di 10-11 anni che vedo giocare alla SAT sotto casa farebbero ridere un Jan Silva, che a cinque ani si muove meglio, e anche non volendo andare su esempi cosi estremi, ecco, i piccoli calciatori della stessa età ( ho tre scuole calcio in raggio di cento metri, ma perché non ho avuto un maschietto?) sono molto più coordinati, hanno una certa presenza fisica, non so se rendo l’idea, sembrano già degli sportivi veri e fatti.
    Come dicevo all’inizio, a condizione ovviamente che la piccola peste non decida di fare altro, man mano che mi addentro nel mondo del tennis under – perché il bando della matassa secondo me si trova sempre in questa fase - spero di farmi un’idea piuttosto precisa sui motivi della famosa maturazione tardiva … e di trovare delle contromisure. Nel frattempo, auguro ad Alberta Brianti buon proseguimento e di riuscire a mantenersi a lungo ai piani medio alti. Nella maggioranza degli sport si dice che è facile arrivarci, più difficile mantenersi ad alti livelli, mi sono fatta l’idea che nel tennis è vero il contrario, secondo me dovrebbe avere una vita più facile d’ora in poi.

  313. Stefano Grazia scrive:

    Dyana, io credo comunque che dai 3 ai 6 anni l’importante sia giocare col papa’ e la mamma, e’ per questo che i Genitori sono fondamentali: non dopo i 10-12 anni ma soprattutto fra i 3 e gli 8… Ci fosse il corso SAT, tanto meglio, ma soprattutto per stare in compagnia, perche’ sarebbe soprattutto babysitteraggio…E farle fare una lezione di mezzoretta a settimana per impostarla col Maestro sotto casa e il resto con mamma e papa’ secondo i consigli sparsi qua e la’ del nostro Blog e dopo aver comprato magari Munchkin Tennis nell’edizione tradotta da Luigi Bertino? Jan Silva non ha certo fatto un corso SAT, lo hanno tirato su i genitori…Mio figlio non ha mai partecipato a un corso SAT ne’ preso lezioni in Italia prima dei 6-7 anni e anche li’ erano semplicemente un’ora di valutazione e basta col maestro del circolo o con un amico quella volta che passavamo da Bologna, una volta all’anno…Credo che sia proprio fra i 3 e i 6 anni che si veda l’importanza dei Genitori… La SAT a quell’eta’ e’ solo una Baby Sitter….Quello che imparano in un anno lo imparano meglio e prima da soli con Papa’ e Mamma…Anche se non sono dei Maestri e non sono mai stati dei campioni…Certo, se le puoi far fare una mezzora ogni tanto (una al mese?) con la Maestra ED ESSERE LI’ PRESENTE e farsi spiegare cosa deve fare, a cosa stare attenti…Be’, quello puo’ essere utile, non dico di no…Ma per il resto, tanta buona volonta’, tanti giochi, e qualche altro sport: calcio anche per le bimbe, ginnastica-arti marziali,nuoto, atletica,danza…

  314. bogar67 scrive:

    @Stefano
    Come vedi, il blog è più seguito di quanto tu possa pensare e non solo di genitori e figli agonisti. Ci sono anche i neofiti, gente appassionata del tennis con figli di tutte le età. Forse, per evitare discussioni in sovrapposizione sarebbe stato meglio più che un blog un vero forum con diverse sezioni dedicate. Ad esempio una a sezione per figli nati 2002/2005, un’altra 1999/2001 etc per finire ad una per genitori professionisti che però visti i risultati dei nostri tennisti sarebbe poco frequentata.
    @Atti
    Faccio copia ed incolla per dirti che avevo già recepito e che continuo a recepire trovandomi d’accordo in pieno.
    “per esperienza diretta vissuta, una cosa mi preme sottolineare, e questo lo dico ai genitori alle primissime armi, ricordate : è FONDAMENTALE che vs. figlio si diverta, sia nell’ allenarsi e sia a giocare match, SEMPRE nella massima fiducia (in campo) e serenità (prima e dopo)… tenete presente che NESSUN Maestro/coach, neanche il piu’ esperto, conosce fino in fondo il carattere e la personalità di vs. figlio (noi stessi a volte fatichiamo a comprenderli)…. ascoltate tutto e tutti, in molti casi l’esperienza degli addetti ai lavori puo’ esservi utile, ma all fine decidete sempre in prima persona (ascoltando ovviamente anche il parere di vs. figlio.. diciamo dai 12-13 in su’ quando cominciano a pensare “in modo indipendente”)…. ci sono segnali che non vanno trascurati…
    Con queste premesse.. aldilà dell’obbiettivo finale.. che poi dipenderà ESCLUSIVAMENTE da loro (se le premesse erano quelle giuste)… non sarà stato tempo (ed Euri) sprecati…”"

  315. dyana scrive:

    @ Stefano Grazie per il lavoro di copia incolla :).
    Parlando di cose serie, noto con piacere che oltre alla passione per Justine Henin la pensiamo allo stesso modo anche su altri argomenti.
    Allora, quello che dici tu è passo dopo passo quello che mi è frullato per la testa queste settimane: fare con lei una mezz’oretta ogni tanto, avevo già parlato con il responsabile del già nominato circolo sotto casa per poter usufruire di un campo in sintetico e portarla a palleggiare un po’ quando usciva dall’asilo, nessun problema ( e nessun costo) tanto a quell’ora i campi in sintetico a doppia funzione tennis/calcetto sono deserti. C’è poi sempre nello stesso circolo una mia connazionale con un discreto passato ITF, da piccola prometteva bene, a 14 anni è stata portata in Italia, naturalizzata, si è allenata con i più forti poi la schiena rovinata ha messo fine a tutti i suoi sogni di fare carriera nel circuito che conta, insomma adesso è maestra FIT, cioè campa di SAT e lezioni private a schiappe come me, mica ci permettiamo tutti l’adult program da Bollettieri ( la mia è solo invidia, eh)avevo fatto con lei un po’ di lezioni negli scorsi anni e pensavo adesso di chiederle di fare una lezione al mese con la piccola, così da avere una specie di guida. Sbirciando di passaggio mi sono fatta un’idea di quello che fanno fare ai bimbi di 6-7 anni alla SAT, niente di speciale. Se n’è accorta anche mia figlia, che come scrivevo nel primo post mi aveva già detto “tanto me le puoi tirare tu le palline”. Quando mi hanno richiamato dal circolo ( non ci speravo più, e nemmeno mi facevo un cruccio, però un po’ preoccupata per dover pensare io a tutto lo ero) e detto di venire a far vedere la bimba questo era già un piano ben delineato.
    Perché allora ho voluto il corso “ufficiale” e ho deciso di non arrendermi prima di aver esaurite tutte le possibilità? Non stiamo a filosofeggiare e andiamo sul concreto. Adesso la giornata tipo (tranne i due gg in settimana che c’ha la danza) è: asilo, pranzo, un episodio Winx, verso le due e mezzo ci avviamo verso il parco, a scelta con la bici o il monopattino, e le prossime quattro ore si scatena: giro completo di tutti gli attrezzi, 1-2 giri al tappeto elastico, un salto all’area ginnica per gli adulti dove ci sono due travi di suo speciale gradimento, giochi con la palla, se incontra qualche amichetto poi è finita, si mettono a correre come pazzi e guai a perderli di vista. Insomma quando verso le sette si torna a casa io sono già esaurita e devo ancora preparare la cena, mentre lei passa a giocare con papà, arrivato fresco fresco dopo una giornata di lavoro. Non è che lo fa correre, ma disegnano, scrivono le lettere dell’alfabeto, cose più tranquille. Programma che dopo aver retto per tutta l’estate dalla mattina alla sera onestamente non riesco più a sostenere. E qui entrano in ballo le varie attività adatte ai bambini della sua età.
    Non so se sia questione di carattere oppure l’abbiamo impostata così, però lei si trova benissimo in un quadro organizzato. Avere il maestro e altri bambini intorno. L’abbiamo portata in piscina che aveva solo cinque mesi – ammetto che qui sono state le mie frustrazioni ad aver dato la spinta, a 20 anni avevo ancora paura dell’acqua e ci ho messo altri cinque anni per imparare a nuotare, insomma questa cosa glielo voluta risparmiare. Gli altri fattori forse non sarebbero stati decisivi: che il movimento in acqua fa bene – non solo a lei ma anche alla mia schiena – soprattutto perché era una cicciona mangiona dormigliona che il primo anno di vita non l’interessava nemmeno gattonare, per cui la piscina era cosa buona e giusta, poi stava insieme ad altri bambini, e lì che ha cominciato a socializzare, e anche a capire – verso i tre anni – che se il maestro ti chiede di fare un esercizio lo devi fare e basta.
    Poi lo scorso anno ha cominciato la danza classica, adesso non so se sono capitata io in un covo di fanatici cmq all’asilo dove va lei funziona così: le femminucce danza, qualcuna, come mia figlia, danza/piscina, i maschietti tutti piscina e calcio ( qualcuno più raffinato - scherzo eh - karate a posto del calcio). Praticamente in questi giorni che io andavo in giro per i circoli le mamme dei maschietti più grandicelli stavano cercando i turni giusti nelle scuole calcio – e non parlavano d’altro. Personalmente lo scorso anno l’avrei iscritta a karate, come rimedio ad una timidezza cronica, però anche lì il discorso dell’età, alla danza l’hanno presa anche se non aveva ancora compiuti i quattro anni. Devo dire che è stata una scelta molto azzeccata, è una scuola molto rigida – e guarda caso ottiene dei risultati – dove ha imparato la disciplina, lavorare per un obbiettivo insieme agli altri, non ci sono delle smorfiosette in giro, le adolescenti con già 12-13 anni di danza alle spalle trattano le piccoline con rispetto, la parola di base è “lavoro” non “divertimento” dandosi per scontato che se non ti diverti non vai lì a lavorare. Delle volte penso che tutto questo entusiasmo per il tennis sia anche un effetto collaterale della danza, vuoi mettere correre dietro ad una pallina con i minuziosi esercizi ginnici richiesti dalla danza… Cmq visto che si è trovata bene continuerà anche quest’anno, non ha minimamente il fisico della ballerina, è alta, con prospettive più di 1,80 che di 1,70, robusta, spalle larghe, però già dopo un anno i risultati si vedono, cammina diversamente, sempre a testa alta le spalle all’indietro, la timidezza è scomparsa…insomma non m’interessa di vederla camminare sulle punte a 12 anni, a quell’età avrà già smesso da parecchio, però anche 2-3 anni di danza portano tanti benefici. Ovviamente è una mia opinione. Probabilmente quest’anno togliamo dal programma la piscina, anzi sicuramente (la cosa con il corso di tennis si è concretizza solo ieri, ho le idee ancora confuse), per noi va già bene che non ha paura dell’acqua e sa tenersi a galla, più tardi si vedrà. Anche lei non è più così entusiasta della piscina perché superata la fase del nuoto baby gli ultimi mesi hanno fatto vasche vasche vasche e come dicevo… vuoi mettere correre dietro a una pallina col fare vasche vasche vasche?
    Non so se mi sono spiegata.non siamo nemmeno noi sicuri di aver preso la decisione giusta, ma una decisione la dovevamo prendere e se ci facciamo tutte queste paranoie adesso quando avrà dieci anni ci spariamo direttamente. Intanto lei è molto su di giri, non vede l’ora di andare domani al suo primo corso di tennis, da questo punto di vista almeno ci sentiamo tranquilli. C’è pure il discorso ma perché tutta questa agitazione quando la potrei fare giocare nel cortile con quei 3-4 bambini più o meno della stessa età? Beh, ci ho provato pure questo. Lunghi pomeriggi nel cortile a cercar pinoli, giocare con il cagnolino della vicina, fare gare di triciclo, gelati e lecca lecca, io a chiacchierare tranquilla con le altre mamme…e che dopo due giorni così mi annoio da morire, e anche la bimba preferisce andare al parco giochi, è più divertente. E siamo da capo.

  316. francesco scrive:

    Per Dyana Bogard67
    Finalmente sono n buona compagnia , i miei gemellini del 2006 hanno delle compagne per giocare , dovremmo organizzare un raduno .
    iguardo all’argomento del blog , come crere un campione l’esperienza del circolo di Tandil ovrebbe essere di esempio in Italia
    scusate per il copia e incolla
    Tandil vs. Resto del Mondo
    La fucina di campioni è il Club Independiente, un circolo in mezzo al verde da cui sono emersi anche Juan Martin Del Potro, Maximo Gonzalez e Diego Junqueira, gli altri tre moschettieri tandilensi. Sono almeno 20 anni che Tandil sforna professionisti: no, non può essere un caso. “Tandil contro il resto del mondo” esulta Monaco. E Gonzalez, pieno d’orgoglio, aggiunge: “Lo sognavamo da anni: tutti insieme, uniti per l’Argentina. Con “Pico” abbiamo fatto il collegio insieme…”.

    Da Perez Roldan a Marcelo Gomez
    Ma com’è possibile che una cittadina tutto sommato banale sforni tennisti a getto continuo? Se lo è chiesto Maximiliano Boso del quotidiano argentino La Naciòn, che si è recato direttamente a Tandil. La risposta sta tutta nella scuola tennis del Club Independiente, diretta da Marcelo Gomez e dal socio Mario Bravo. Tutto nacque negli anni 80 con Raul Perez Roldan, ma le origini sono ancora più lontane. Perez Roldan senior apprese i suoi metodi da un certo Felipe Locicero. Si, lo stesso che formò il grande Guillermo Vilas. Gli insegnamenti di Locicero furono la base per Perez Roldan, che li sperimentò per primi sui suoi figli, Guillermo e Mariana. Faceva parte del gruppo anche Franco Davin, attuale allenatore di Del Potro. Come un cerchio che si chiude. Raul Perez Roldan abbandonò Tandil per spostarsi a Mar Del Plata, e la sua eredità venne presa da Gomez. “El Negro”, proveniente dalla provincia di Cordoba, ripartì da zero. La fama di Tandil si diffuse in tutto il paese, e diversi giocatori passarono dal Club. Gomez è stato anche coach di Mariano Zabaleta, che aveva cresciuto sin dall’età di 14 anni. “Gomez è stato importante per tutti noi” racconta del Potro “A me ha insegnato tutto fin da piccolo. E’ una grande persona, un maestro”.

    Umiltà, disciplina e volontà
    Ma Tandil non fabbrica solo giocatori. Da qui è partito anche un coach di livello come Daniel Panajotti, oggi residente in Italia e da noi ben noto per aver portato Francesca Schiavone a ridosso delle top-ten. Senza dimenticare il professor Juan Carlos Menchon, uno dei primi a studiare un programma di preparazione fisica specifico per il tennis. Il figlio Ignacio prosegue il suo lavoro, e dopo aver lavorato con Del Potro continua ad occuparsi dei muscoli di Juan Monaco. “A Tandil c’è una specie di mistica” sostiene Gomez “Ma nessun segreto. Le nostre armi si chiamano sacrificio, umiltà, dare tutto in campo. Ovviamente ci sono anche questioni tecniche. Non è un caso che Del Potro sia il più forte. Ha sempre avuto un talento pazzesco, ma quando l’ho cresciuto avevo più esperienza”. Un altro segreto è la presenza di giocatori con caratteristiche ben diverse. Continua Gomez: “C’è un Del Potro che ha saputo mischiare talento e umiltà, ma c’è anche un Junqueira che senza talento né fisico si è costruito con la forza di volontà”.

    “Del Potro? Passa il tappeto dopo l’allenamento”
    Secondo Gomez, per sfondare nel mondo del tennis ci vuole una combinazione di fattori. “Lavoro, sforzi, l’essere un popolo piccolo ed orgoglioso, avere una tradizione…tutto questo si somma e fa si che Tandil sia il luogo ideale. Se adesso arriva un giovane talentuoso sappiamo come fare, perché abbiamo esperienze importanti alle spalle”. E poi non mancano gli esempi per i giovani. “Prendi Del Potro. I bambini lo vedono spesso, perché quando torna a Tandil passa sempre dal Club e dopo l’allenamento deve passare il tappeto per rifare il campo. Questo è fondamentale. Ed anche il fatto che i campioni passino un po’ di tempo a palleggiare con i ragazzi”.

    UNA SCUOLA VINCENTE
    Presso il Club Independiente di Tandil si allenano circa 300 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 20 anni. L’intensità degli allenamenti dipende dall’età e dal livello dei ragazzi: si comincia con allenamenti di un’ora, 2 o 3 volte a settimana. Questo è il gruppo “Inicio de competencia”, di età compresa tra i 6 e i 9 anni. Il gruppo “Precompetencia” lavora tutti i giorni, con allenamenti di due ore. C’è poi il gruppo “Alta Competencia”, in cui ci si allena in forma quasi professionale. Questa elite comprende i ragazzi che giocano i tornei internazionali, mettono il naso fuori dall’Argentina e cercano i primi punti ATP nei tornei Futures. I ragazzi di Tandil abitano con le loro famiglie, mentre gli altri stanno in una pensione, dove gentili signore preparano da mangiare e lavano i vestiti. Questo però avviene solo dopo i 14-15 anni, affinchè i ragazzi non subiscano il trauma di allontanarsi troppo presto dai genitori. Lo studio non è obbligatorio, ma è ritenuto altrettanto importante. “Il regime è un po’ militaresco” ammonisce Gomez “Chi arriva tardi, chi lancia la racchetta, chi chiacchiera troppo…può accomodarsi fuori. I ragazzi devono comportarsi bene, essere educati, rispettare gli orari e avere sempre presenti gli obiettivi. Fateci caso: avete mai visto Monaco e Del Potro rompere una racchetta?”. I ragazzi più meritevoli hanno anche qualche aiuto economico, e provano a giocare i primi tornei Futures. Altrimenti c’è l’opportunità di avere una borsa di studio per trasferirci in un’Università statunitense oppure per giocare il campionato Interclub in Francia, dove si può guadagnare qualcosa e reinvestirlo per la propria carriera.

  317. bogar67 scrive:

    Francesco altro Tandil che penso che al massimo a mia figlia con i prezzi che sono stati nominati in questo blog, non ultimo i 25000 euro spesi da madmax per portare in giro la propria figlia, posso garantigli in questo momento per i prossimi 5/6 anni, qualche settimana di stage all’anno in un’accademia tra caldaro, cordenons, palazzolo o barcellona optando per la seconda e la quarta per una questione di logistica più qualche torneo per confrontarsi con altre bimbe in giro con prevalenza Sicilia, Sardegna, Lombardia, Friuli e Trentino dove ho possibilità di ospitalità. Come ho già scritto dai 12 anni fino ai 17 nello schema del percorso pranzo del tennista campione ci sta il secondo che di solito è quello più costoso, che oggi come oggi non potrei garantire da solo(25.000 euro è quasi tutto quello che dichiaro come lavoratore dipendente nel 730) e cosa più importante sta anche vedere se mia figlia avrà anche la voglia di mangiarlo o meno visto che come si è scritto più volte è quella l’età in cui si decide se continuare per sfondare nel tennis oppure studiare per diventare qualcosa d’altro, medico, dentista, avvocato, velina o casalinga, moglie di george cloney etc etc !! Intanto ringrazio dyana che ha la bimba di soli 3 mesi più piccola della mia di essere intervenuta, leggendo, su certe cose sembra che sia io stesso a scrivere. Avremo modo di confrontarci.

  318. stefano grazia scrive:

    Welcome to the second generation di G&F…Unica avvertenza: Francesco inventati qualcosa per distinguerti da Francesco Brancato che è uno degli aficionados della prima ora (e padre di una 97 piuttosto brava e con una personalità non comune: va in trasferta con la sqyuadra, le rubano la borsa e le racchette e invece di disperarsi che fa?Se ne fa imprestare una e vince il torneo…)…DANYA: una mia connazionale? Di dove sei,dunque?Perchè comunque da come scrivi l’italiano l’hai imparato perfettamente…Mi trovo d’accordo con tutto quello che hai scritto: se al corso SAT te la prendono, mandacela pure…Ma complementa lo stesso anche tu, probabilmente imparerà più con te (ma il corso le serva per divertirsi con gli altri bimbi e per far vedere a loro quello che ha imparato con te…Quando ero a Lagos prima di andare in Angola, con Nicholas sui 4-5 anni,avevo organizzato io un corso SAT alla scuola italiana (ne ho scritto anche sul Blog copiando un mio pezzo per Doppio Fallo, il giornalino che scrivevo per gli Espatriati Tennisti)…Nicholas frequentava l’American School ma al Sabato mattina andavamo all’Italian school (2 campi + piscina + campo da calcio dove poi io giocavo a rugby) e avevo raggruppato 7-8 a volte perfino 10 bambini dai 5 ai 7 anni e con l’aiuto dei genitori li facevanmo correre, colpire la pallina, fare gimkane, giochi vari (per esempio colpire lanciando la pallina da dietro le spalle-’serve motion’- dall’altra parte della rete i genitori i quali se colpiti dovevano fare UH!!! e girare in tondo su se stessi come l’orso nei luna park…un successone! Poi però alla domenica mattina prima di andare al mare lo prendevo con me sul campo Agip e ci facevamo un’oretta io e lui, da soli…E non è che ne avesse sempre tutta sta voglia…Durante la settimana faceva delle mezzore alla scuola, forse qualche volta al Club con qualche palleggiatore coach ogni tanto…Gli allenamenti veri e propri li abbiamo cominciati in Angola,a 7 anni…E le modifiche tecniche sul grip solo dopo la prima volta da Bollettieri, prima guardavamo più come muoveva i piedi (lui fino all’estate 2004 colpiva il dritto a due mani con impugnatura da mancino)… Però sott’acqua in piscina a 3 mesi, sci e golf a 4 anni (a 5 anni vinse un torneo!),karatè e calcio…e anche,alla scuola americana,un po’ di baseball…Quindi secondo me quello che stai facendo con tua figlia è PERFETTO…ma non pensare che la SAT risolva il problema: SAT + Genitori Appassionati allora si…E quella mezzorettaal mese col Maestro FIT io la manterrei, soprattutto se davvero tua figlia ha in previsione di diventare 180…

  319. Mauro scrive:

    Lo Statunitense Sam Snead, fu una leggenda del golf, ammirato per il suo swing perfetto. La gente diceva sempre che avevo uno swing naturale, non pensavano che lavorassi duro. Ma quando ero giovane, giocavo e mi allenavo tutto il giorno, poi continuavo di notte alla luce dei fari della mia auto, le mie mani sanguinavano, nessuno si esercitava più di me.
    Questo è l’apertura di un servizio di Focus di ottobre dedicato al successo, ai tre fattori che lo determinano alla luce di studi scientifici.
    In sintesi i 3 punti:
    1) Con un esercizio costante tutti possono eccellere,esiste una regola delle 10.000 ore, è la quantità di esercizio per arrivare al top.
    2) La famiglia, come sostegno economico e come trasmettitrice di passioni e conoscenze.
    3) Il caso, ovvero essere al posto giusto al momento giusto.

    L’articolo continua poi affermando che poi ci vuole motivazione, forza di volontà e capacità di ripartire dopo un insuccesso, fino alla meta.
    Si aggiungono inoltre alcuni consigli su come allenare l’autodisciplina (facendo un piano con mini obiettivi da superare) o come superare le difficoltà (in 3 fasi,rabbia, sfida ed infine soddisfazione).
    Secondo me questo articolo l’ha scritto l’amico Stefano Grazia con uno pseudonimo, scherzo ovviamente. Vale comunque la pena leggerlo.

  320. Giorgio Errani scrive:

    sono sempre più stupito del livello di conoscenza e di competenza che traspare da questo blog, e credo che questo porterà sicuramente a qualcosa di positivo
    sono convinto che vedremo qualche bel giocatore italiano nel prossimo futuro (sia della prima che della seconda generazione di G&F)

    dopo 10 anni (periodo giusto per un cambiamento) siamo passati da una situazione “pionieristica” di Sara, che si sbatteva fra mille difficoltà per poi andare a finire all’estero e dimostrare sulla propria pelle che era la scelta giusta (seguita poi anche da giocatrici più affermate come Pennetta e Schiavone), ad una situazione di conoscenza “globale” dove ormai quasi tutti i genitori – grazie anche al contributo di G&F – sanno un miliardo di cose in più rispetto a quelle che sapevo io (ammetto comunque la mia ignoranza tennistica…)

    piccoli risultati si sono visti nella generazione di mia figlia, sia nelle donne (Knapp, Gabba, Sara) sia negli uomini (Bolelli, Fognini, Arnaboldi) ed i tentativi di “migrazione” (parziale e/o totale) di Arnaboldi, Sara, Fognini sono stati utili per la causa

    i genitori hanno ora un quadro (sia nel bene che nel male) molto più delineato e “facile” da leggere - nonostante le mille difficoltà - per cui sono convinto che la capacità di giudizio critico della massa farà il suo compito e produrrà risultati positivi (facendo sempre molta attenzione a non prevaricare i figli)
    speriamo anche che riesca a produrre una spinta prepotente nel campo dell’organizzazione del lavoro tennistico ad alto livello qui nel nostro paese

  321. bogar67 scrive:

    @ Dyana e Francesco, oggi la mia bimba compie 5 anni essendo nata il 24/09/2004. IRENE pesa 18,5 kg ed è alta 1,13 cm, quasi quanto la VINCI o la ERRANI per cui siamo a buon punto, un passo avanti!! Da qualche parte sul web ci dovrebbe essere una tabella medica per la prospettiva in termine di altezza futura ma considerato i miei 1,79 e gli 1,75 di mia moglie sopra 1,70 ci si arriva. Dall’altezza però non si misura ne la qualità ne la bravura agonistica di un tennista seppur qualche vantaggio a livello giovanile soprattutto femminile ci sta però poi contano più le gambe ed il mental. In un’intervista al maestro della giovane promessa Burnett tra i punti deboli della sua assistita mi sembra di aver sentito dire che ci stava una certa rigidità nei movimenti dettata dal fisico prorompente. Da questo deduco che contrariamente al tennis maschile nel femminile avere un fisico da bombardieri che potrebbe essere utile per un buon servizio conta solo fino ad un certo punto. La rinata Justine Henin non mi pare avesse un’altezza stratosferica, anzi… Se si misurasse la bravura dall’altezza vincerebbe sempre quel Turco di 2,40 cm da guinness dei primati. Oggi come regalo di compleanno abbiamo regalato una nintendo ds i, servirà per farla divertire nel tempo trascorso in auto tra la SAT (56 km a/R) e la mia abitazione e successivamente nelle varie trasferte per tornei PIA, Nike, topolino, ttk e chi più ne ha più ne metta in giro per l’isola e la penisola. Irene ha cominciato a giocare a tennis davanti alla TV con la wii a due anni. Avevo montato la postazione nella Tv che tengo in cucina, un giorno, quando di anni ne aveva neanche tre, mentre mi trovavo in sala sentii un urlo e un rumore assordante, mia figlia aveva scaraventato il telecomando della wii per terra e con un volto pieno di rabbia passando dalla cucina al salotto dove mi stavo godendo la visione di una partita di calcio mi ha detto “papà ho perso”. Da quell’episodio mi sono fatto un’idea, mia figlia “non vuole perdere” e me ne sono reso conto anche successivamente con altri episodi, vuole essere una vincente a tutti costi ma quando perde non piange si arrabbia e rivuole giocare. L’anno scorso, ai primi di settembre dopo aver sentito il parere di molti esperti del settore, visto con i miei occhi e le mie orecchie varie metodologie di lavoro ho preferito portare la piccola in una SAT distante da quella presente nel mio circolo. Ad inizio, nel mese promozionale ci stavano altri bimbi della sua età o poco più grandi, poi con l’arrivo dell’autunno e l’abbassamento della temperatura mi figlia è rimasta unica allieva under 8 con vantaggi perché praticamente erano tutte lezione individuali (2 ore a settimana) ma con svantaggi perché secondo me giocare con altri bimbi è importantissimo. A gennaio ho coinvolto un genitore con una bimba del 2003 deluso dal maestro del circolo sottocasa e accollandomi il trasfert ho trovato la compagnetta per mia figlia con cui giocare almeno fino ad aprile perché poi come accade in quasi tutte le SAT d’Italia che non hanno campi coperti con il bel tempo sono rispuntati bimbi nuovi e sono tornati quelli che hanno lasciato a ottobre. Le due ore alla SAT sono durate fino a luglio, agosto pausa fino al 16 agosto, abbiamo ripreso con 4 lezioni (due a settimana) con il maestro nel circolo sottocasa che nel frattempo è cambiato e poi da settembre, solite due ore a settimana nella SAT dell’anno precedente perché un progetto si porta avanti almeno in un biennio e perché cambiare ogni anno a questa età lo reputo controproducente. Poi ci sono le ore passate in un campo di fortuna passate con me che non sono istruttore ma pur sempre uno che gioca tornei di 4 categoria da qualche anno per cui almeno la parte dell’allenamento riesco a trasmettere. Dai primi di ottobre ecco il programma individuato per la bimba: LUN: Piscina 18,30 19,15 MAR: Tennis 17/19 (1 ora tecnica e 1 ora atletica) MER: Piscina 18,30 19,15 GIOV: Tennis 17/19 (1 ora tecnica e 1 ora atletica), VEN Tennis 17/18 (1 ora tecnica). Sabato e Domenica a disposizione per sport a piacere: bici e tennis soprattutto ma solo se è lei a richiederlo. Ovviamente il programma ci sta ma ne io ne mia moglie costringeremo mai ad andare se la bimba non si diverte più o quel giorno preferisce fare qualcosa d’altro.

  322. gianni scrive:

    Chi mi sa dire dovendo fare un regalo a mio figlio quando costa una settimana da bollettieri,ma non per imparare a giocare a tennis solo per premiarlo per il suo impegno , visto che ha solo 10 anni.

  323. Stefano Grazia scrive:

    gianni, pero’… basterebbe leggere solo qualche post piu’ sopra le risposte che ho dato mi sembra a valeria …basta andare su http://www.imgacademies.com, poi cliccare su Bollettieri e poi andare su Junior.Li’ ci sono i prezzi per i diversi periodi e vanno da 1200$ boarding nei periodi di bassa stagione a 1850 nel periodo natalizio. Una volta costava molto di meno (sui 700$).Ci sono anche dei programmi a mezza giornata, a volte si riescono ad avere degli sconti: noi ne abbiamo usufruito spesso ma siamo vecchi aficionados,non so come si comportano coi nuovi. Bisogna contattarli e sentire. Oppure andare attraverso un agente, per esempio la GO Tennis di Filippo Montanari che pero’ suppongo si tenga una percentuale.Sentire anche loro non fa male.Ci sono le opzioni Boarding e non Boarding: rileggiti quanto scritto a Valeria,ovviamente se lo accompagnate anche voi il non boarding (dentro o fuori l’Academy) diventa necessita’.Poi c’e’ il viaggio aereo.Non so, una settimana solo per questo potrebbe non valerne la pena…costa molto.Noi andavamo sempre per almeno due settimane: costa di piu’ ovviamente ma ti sembra di avere un riscontro superiore.Se invece la fate rientrare in un viaggio di 4 settimane negli Stati Uniti, allora ha piu’ senso (quando noi andammo in Australia, delle 5 settimane una la spendemmo a Hope Island e Nicky si fece una settimana alla Pat Cash…Ovviamente non ci saremmo mai andati se non andavamo gia’ in Oz per conto nostro.Allo stesso modo oltre a Bollettieri in Florida ci sono la Evert e Rick Macci a Boca Raton e Hopman a Saddlebrook …Mi sembra che nel 2004 il figlio di Ubaldo passo’ una settimana in tutte e 4 (o forse 2 a Bradenton e salto’ invece Rick Macci che comunque dovrebbe essere piu’ economica: se andate su google, cliccate Rick Macci, vi salta fuori il suo sito (non me lo ricordo con precisione), ci andate, gli scrivete…e lui vi risponde, per posta o per email,vi manda tutti i dati… A Naples c’e’ anche un distaccamento della Sanchez-Casal ma ovviamente se uno vuole andarci, allora va in Spagna…I prezzi fra tutte queste grandi Academies sono piuttosto simili (la piu’ cara e’ la Weil, in California) e ognuna ha ben presente il lato business: non fatevi illusioni, il 90% dei bambini che ci va paga per poter permettere a quelli che diventeranno pro di pagare meno o non pagare affatto. E bisogna comunque distinguere fra Short Time, Summer Camps e Full Time: comunque, semel in anno, una volta almeno nella vita, l’esperienza anche di un paio di settimane da Bollettieri io la consiglio perche’ vi da l’idea dell’esistenza di un altro pianeta. Poi se ci tornate una seconda, terza volta allora si che potrebbe cominciare l’insoddisfazione perche’ a meno di non riuscire a capire come muoversi, a meno di non riuscire ad agganciare qualcuno o essere cosi’ bravi da attrarre subito l’attenzione (quello che fece Quinzi a 8 anni mentre lo stesso Miccini,che vi arrivo’ a 12, per due anni rimase uno del gruppo).Molte cose sono cambiate in meglio(un ritorno alla spartana semplicita’ dei primi tempi) e qualcuna in peggio (la soppressione del programma Strategy zone che era l’ideale per chi come noi veniva un paio di volte all’anno,per esempio) ma bisogna accostarsi con entusiasmo e senza pregiudizi e poi,solo dopo essere ritornati in Italia e alla nostra routine, sedersi un attimo e con serenita’ fare i confronti. Ci sono certamente altri modi e altri posti dove imparare a giocare e diventare campioni, questo e’ sicuro, ma trattare con superficialita’ e ostentato disprezzo la Bollettieri e’ secondo me un peccato di miopia e di ubris,di superbia italiota.La Bollettieri e’ prima di tutto uno strumento e sta a te, genitore ed atleta, riuscire ad accordarlo e a suonarlo nel miglior modo possibile. Certo,per un europeo che non ha interesse ad imparare l’inglese puo’ essere piu’comodo andare in Spagna o Francia…

  324. Stefano Grazia scrive:

    Sam Snead apri’ anche una catena di ristoranti …ce n’e’ uno anche a Sarasota dove lo scorso giugno ci portammo, io e Nicholas, la nostra cara coach Margie e sua madre.Bel ristorantino e ottime bistecche americane. Non c’entra niente con il Blog ma fa colore …

  325. bogar67 scrive:

    Sono d’accordo con Stefano, un paio di settimane da Bollettieri o in un’altra Accademia di quelle rinomate va fatto, giusto per far capire a vostro figlio/a la differenza con gli allenamenti agonistici del proprio circolo dove ci allena normalmente. Io però aggiungerei un’altra esperienza che mi piacerebbe far fare a mia figlia e che ho avuto la fortuna di fare andando a Wimbledon. Portarla a vedere una o più partite in uno dei templi dedicati ai tornei del grande slam. Far vivere le emozioni di assistere una gara tra due big del tennis e vivere tutto il contorno sarebbe uno sprono non indifferente. A me ad esempio non piace vedere gli altri giocare a tennis, in tv mi annoio e su supertennis.tv mi soffermo solo a vedere le storie dei tennisti oppure la vita dei vari circoli sparsi per l’Italia ma l’emozione che ho vissuto sul Campo 1 di wimbledon per assistere all’incontro Nadal - Soderling non la dimenticherò mai o almeno fino a quando non ci vedrò mia figlia eh eh eh.

  326. francesco coach gemelli scrive:

    @ MAURO
    A proposito della legge delle 10000 ore , ai miei gemelli ne mancano 9940
    Facendo un calcolo veloce 3 ore al giorno x 300 giorni anno 900 ore
    900 ore per 11 anni 9900 + due anni di potenziamento atletico
    Faremo i conti finali nel 2023 , meta Wimbledon finale del doppio solo a 17 anni !!!

    Malcolm Gladwell: “Ci vogliono 10.000 ore per raggiungere il successo”
    Traduzione di Carlotta Cerri

    Il modo migliore per raggiungere la notorietà internazionale è impiegare 10.000 ore nell’affinare le proprie capacità, dice il nuovo libro di Malcom Gladwell, autore del best-seller “Il Punto Critico”.

    I più grandi atleti, imprenditori, musicisti e scienziati emergono solo impiegando almeno tre ore al giorno per un decennio a diventare esperti nel campo che hanno scelto.

    La capacità, secondo Gladwell, è solo una dei fattori del successo. Il lavoro, l’etica, la fortuna, una solida base di supporti e perfino l’essere nato nell’anno giusto, giocano un ruolo di gran lunga più importante.

    Proprio come i Beatles raggiunsero il successo con l’esplosione della cultura pop degli anni ‘60, così la passione che Bill Gates aveva per la tastiera telescrivente ASR33 che usava a scuola nel 1968, ha trasformato un ragazzo timido in uno degli uomini più ricchi del pianeta.

    “Nessuno – né le rock star, né gli atleti professionisti, né i milionari informatici e nemmeno i geni – si fa da solo”, scrive Gladwell in “Outliers: The Story of Success”.

    Gladwell è diventato uno dei più influenti sociologi al mondo con la pubblicazione nel 2000 de “Il Punto Critico”, che dimostrava come le piccole azioni possano scatenare epidemie sociali.

    Il suo nuovo libro sostiene che “l’uomo che si fa da sé” non esiste. Invece, sono gli anni di intensa focalizzazione sull’area di competenza che mettono le persone più famose del mondo al di sopra dei loro coetanei.

    “La cosa veramente interessante di questa regola delle 10.000 ore è che è applicabile ovunque””, ha detto Gladwell ad una conferenza tenuta dal magazine The New Yorker. “Non si può diventare un grande campione di scacchi, se non si ha giocato per almeno 10.000 ore”.

    “Il ragazzo prodigio del tennis, come Boris Becker, che inizia a giocare a sei anni, raggiungerà il livello della Wimbledon a 16 o 17 anni. Il musicista classico che inizia a suonare a 4 anni, debutterà alla Carnegie Hall verso i 15 anni”.

    L’approccio ossessivo è particolarmente evidente nelle icone sportive. Jonny Wilkinson, il giocatore di rugby, Tiger Wood, il golfista, e le sorelle Williams del tennis, si sono tutti allenati senza sosta da quando erano bambini.

    Gran parte del successo olimpico della Gran Bretagna è una combinazione di talento naturale e assoluta dedizione. L’oro indiscusso della ciclista Victoria Pendleton nello sprint femminile a Pechino è arrivato solo dopo l’umiliante sconfitta ad Atene di quattro anni fa. Con quattro ore di allenamento al giorno per sei giorni alla settimana, l’atleta ventisettenne si è conquistata la sua ricompensa. Rebecca Adlington, la nuotatrice diciannovenne che ha vinto due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Pechino, si è allenata per un tempo stimato di 8.840 ore da quando aveva 12 anni.

    Bill Furniss, il suo allenatore, ha detto: “Quando l’ho vista la prima volta, mi ha colpito la sua volontà di sopportare il dolore e fare sacrifici”.

    […]

    In generale, Gladwell dice che gli Asiatici eccellono nelle materie matematiche perché è la loro cultura a richiederlo. Se altri Paesi educassero i loro bambini così rigorosamente, otterrebbero risultati simili.

    Inoltre è fondamentale trovarsi al posto giusto nel momento giusto, perché la possibilità di successo deriva dalle “particolari opportunità che ci vengono offerte dal periodo storico in cui viviamo”.

    Una tale “fortuna demografica” può rivelarsi essenziale nel business. Secondo Gladwell, gli anni ‘30 del 1800 e del 1900 hanno favorito il successo di futuri imprenditori.

    In quei decenni, infatti, la combinazione tra boom economico e bassa percentuale di nascite, ha portato a classi di studenti ridotte e imprese alla ricerca di talenti.

    Frank Furedi, professore e sociologo all’Università di Kent, ha detto che chi ha alle spalle molte ore di pratica si crea la propria fortuna

  327. bogar67 scrive:

    Io neanche facendo 100000 ore di calcio sarei diventato un grande calciatore. Questione di geni come dice il buon Giorgio. Dalle mie parti di origini (cefalù) si usa dire “cu nasci tundu un può muoriri quadratu”. La traduzione letterario di questo detto siciliano è “chi nasce tondo non può morire quadrato” aggiungo anche dopo 10000 ore di allenamento.

  328. bogar67 scrive:

    Off topic, cmq francesco coach gemellini, mi ha incuriosito la teoria delle 10000 ore, sto facendo il calcolo da quando Berlusconi è “sceso in politica” .

  329. Roberto Commentucci scrive:

    A proposito di Miccini. Ha vinto ieri il suo match di primo turno al future da 10.000 dollari battendo Andrea Falgheri (n. 800 Atp) 64 67 64. Giacomo era seguito da Umberto Rianna, da circa un mese il suo nuovo coach.
    Pare che il giovane azzurro (che in queste settimane ha lavorato duramente sul piano atletico con il bravissimo Stefano Baraldo, il preparatore atletico del Blue Team) sia molto contento e si trovi benissimo con Umberto.
    Mi hanno parlato di un atteggiamento in campo totalmente diverso, molto più determinato, sereno e consapevole.
    Ieri avrebbe tranquillamente potuto vincere in due set, ha perso il tie break per una palla girata male, ma non ha fatto una piega e ha vinto al terzo.

    Inoltre, pare già piuttosto migliorato sul piano della mobilità in campo, sebbene ci sia ancora parecchio da fare per irrobustire il rovescio bimane (sembra soprattutto un problema di appoggi).

    A quanto pare, tra novembre e dicembre Giacomo e Rianna dovrebbero andare negli USA per allenarsi (forse a Bradenton) e per giocare alcuni tornei future sul cemento. L’ambiente americano Rianna lo conosce benissimo, avendo imparato il mestiere proprio da Bollettieri.
    Speriamo.

  330. dyana scrive:

    bogar67: Faccio ancora in tempo a fare gli auguri alla piccola Irene, che probabilmente a quest’ora è già nel mondo dei sogni. Mi ci tuffo anch’io, di corsa.

  331. valeria scrive:

    STEFANO,grazie per le notizie che mi hai dato!! Autorizzo la Redazione a darti la mia email. Di cose ne vorrei sapere parecchie…anche perche’ non ho le idee chiare…Mi piacerebbe che mio figlio vedesse l’accademia non quando è frequentata dai turisti ma quando è in piena attivita’.Questo perchè a volte pensiamo a 1 anno da full timer per l’anno prossimo…Esiste la possibilita’di fare il full timer per una settimana non venendo durante le vacanze? Come è la qualita’ della scuola che frequenta tuo figlio?
    E ancora tante ,tante domande…Grazie…

  332. bogar67 scrive:

    Grazie dyana per gli auguri alla piccola. Visto che mi pare se ho capito bene abiti a Roma ti verrà facile di questo passo iscriverla tra tra anni al lemonbowl per under 8, chissà se non ci si incontri. Intanto quest’anno per i PIA programmati qui in Sardegna mia figlia li farà tutti. La cosa più importante per la crescita è confrontarsi il più possibile e meglio anche se confrontarsi con i maschietti. Mi figlia deve divertirsi ma nella crescita agonistica tennistica a sua insaputa ovviamente programmo degli obiettivi da raggiungere in comune accordo con il maestro anche grazie a quello che sono venuto a sapere in questo blog. Quest’anno obbiettivo farla giocare nei Pia senza sfigurare, ad inizio settembre 2010 si vedrà. Importante! mia flglia pur non facendo attività agonistica e non richiessto ha fatto tutti gli esami medici necessari per farla: spirometria, elettrocardeogramma etc la salute prima di tutto, poi la scuola e poi lo sport. Genitori appassionati SI incoscienti NO.

  333. dyana scrive:

    Certo su questo blog si va sempre di corsa, basta saltare un giorno e quando lo apri i post non letti ti crollano addosso come una tonnellata di mattoni :))
    @Stefano Romania. Le tabelle le ignoro per principio, nella mia famiglia di origine chi non arriva almeno a 1,80 viene disconosciuto, perciò la piccola si deve dare da fare ( altrimenti niente regali dai nonni…). mi sembra di aver letto, non so se era pura speculazione oppure il risultato di una laboriosa ricerca scientifica ( il confine tra le due è comunque mobile come l’acqua), che l’altezza ideale per il tennis sia 1,77, guarda caso proprio l’altezza di Steffi Graff, per cui mi dichiaro d’accordo. Avessi anche voluto di lasciar solo alla SAT il delicato compito di produrre la prossima vincitrice a Wimbledon ( nello stesso anno che i gemelli di Francesco conquistano il trofeo in doppio, è ovvio) non sarebbe stato possibile. Ieri sera dopo la sua prima lezione ufficiale di tennis (mancano ancora 9999) appena esce dal campo mi fa: “Domani andiamo al parco e ripetiamo tutti gli esercizi che ho fatto oggi”. Insomma non si capisce più chi è il Genitore e chi il Figlio.
    @Mauro grazie di aver segnalato l’articolo, le storie di questo genere sono la mia droga ed era da mo’ che non mi facevo una dose; il prezzo, poi, è più che ragionevole
    @Francesco ho visto che i Bryans si sono dati alla musica, che abbiano già sentito odore di concorrenza vera? Per inciso, sembra che l’album si chiami “let it rip”, chiedo aiuto a Stefano cosa vuol dire, a tutta manetta?!
    Sarebbe il caso di mettere pure due righe serie:
    @Bogar67. Ho visto che hai messo delle attività da lunedì a venerdì, si trova bene la bimba? Noi lo scorso anno siamo andati con due danza due piscina, giovedì pomeriggio libero, con il risultato che puntualmente ogni giovedì mi chiedeva “ma oggi perché non facciamo niente?”che poi era un niente molto relativo…OT: la Kimiko ha appena fatto fuori Hantuchova in tre set, complimenti! Adesso il programma sarebbe due danza due tennis e siamo ancora indecisi se farle fare o meno anche un’ora di piscina. Manca ancora una settimana, se va tutto bene con le altre attività e ci chiede anche la piscina gliela facciamo fare.
    A cinque anni fa già dei tornei? Per adesso la mia fantasia non viaggia cosi velocemente. Cosa sono, degli under 8? Oppure esistono degli tornei in base all’anno di nascita per i più piccoli? Diciamo che le prime gare le ha già fatte, in piscina, però cmq in una dimensione essenzialmente ludica. Anche se l’organizzazione è molto seria, arbitri, medagliette con tanto di tricolore, cerimonia di premiazione. La più divertente è una medaglia per il secondo posto. Avevano gareggiato in due…

  334. bogar67 scrive:

    @dyana l’attività che ho indicato parte dalla prima settimana di ottobre. L’insegnante ISEF che cura la preparazione della SAT ci ha detto che a questa età più attività motoria si riesce a fare alla bimba meglio è, indicando in almeno un’ora la soglia minima da fare. Esistono dei tornei per i bambini a secondo dell’età e variano anche le dimensioni del campo. Mia figlia ha partecipato l’anno scorso ad una giornata del campionato PIA a squadre (mi pare limite max anni 2001 e non convocati per rappresentativa regionale). E’ stato molto divertente, sono stati allestiti 6 minicampi e ci stavano 4 circoli che avevano 4 bambini a testa schierati idipendentemente dal sesso. La squadra di mia figlia risultata ultima era composta da tre femminucce e un maschietto mentre le altre squadre che avevano più ambizioni solo maschietti o al massimo una femminuccia. Mia figlia è entrata in campo un pò spaesata ma poi mi ha colpito per il modo disinvolto di affrontare ogni partita riuscendone anche a vincere più di una con bimbi nati 2001/2. La vera prova però era per noi genitori, io e mia moglie abbiamo deciso di non intrometterci mai quando gioca e giocherà, un pò ci siamo riuscito ed un pò no. Ricordo sorridendo che stava giocando con una bimba del 2002 per cui già alle elementari, io da fuori osservavo e mi contavo i punti delle due, ad un certo punto mia figlia aveva fatto un punto e si era portata sul 5 a 3 per lei, l’altra bimba ha esclamato “fuori 5/1 per me” ed il maestro che stava parlando con altri bimbi non ha detto nulla per correggere. Mi sono stato zitto anche se per il nervoso mia moglie se ne è andata ma dalla settimana successiva in macchina mentre si andava alla sat ho cominciato a insegnare il punteggio: Irene se hai due punti tu e l’altra zero, se l’altra fa il punto quanto state? Irene se hai tre punti tu e l’altra anche, e fa lei il punto quanto state? e così via.
    ps @ Stefano: non ridere!

  335. francesco coach gemelli scrive:

    @ Bogar and Dyana
    Allenamento 2010 gemelli
    2 ore con me nella palestra coperta nella scuola dove insegno ed fisica , a proposito ho avuto l’idea di attrezzare una parte di una parete della palestra con uno specchio in modo che le due pesti potessero vedere i movimenti che fanno durante i palleggi al muro , secondo voi potrebbe essere una buona idea ?
    2 ore settimanali taekwondo

  336. bogar67 scrive:

    francesco coach gemelli non so che dirti, a questa età come è stato ripetuto più volte bisogna che imparino divertendosi. Stamattina la mia dopo 10 minuti di palleggio a muro si è stufata, ho cercato di convincerla che è un ottimo allenamento ma nulla da fare, urlava perchè voleva che prendessi la macchinetta lancia palle twister a tutti i costi. Ebbene con la twister si è fatta dalle 10,30 a quasi l’una, dritto e rovescio da mettere entro i limiti del campo dove per intenderci si mettono le prime e le seconde di servizio. Alla fine voleva provare pure il servizio. Dall’esperienza di genitore-allenatore in questo primo anno sono arrivato alla conclusione che mia figlia quando gioca con me vuole essere solo assecondata, è lei che sceglie che tipo di gioco bisogna fare, al massimo riesco a farla divertire proponendo qualche esercizio e giochino nuovo ma nulla più. Quando si trova alla SAT invece effettua ciò che indica il maestro senza battere ciglio anche se sono le stesse cose che magari propongo io. Raramente ad esempio finito il bidone di 61 palline con cui effettuo le serie mi aiuta a rimetterle dentro, vuole quasi sempre (ma non sempre) che sia io a farlo, mentre al “comando” del maestro “bambine raccogliamo le palline” corre come una pazza a raccoglierle. In questo tipo di rapporto genitore-figlia se a qualcuno potrà sembrare negativo io ci vedo invece il lato positivo perchè mia figlia non gioca per fare piacere a me. La bimba non è un robot che ascolta quello che dice il genitore che arrivata poi all’età 12/13 anni quando comincia ad uscire con le amichette, ad avere più coraggio di ribellarsi, ti manda a quel paese a te e a tutti gli anni che hai cercato di inculcare lo sport del tennis. Ne ho visti di genitori che stressano, stressano e ancora stressano i propri figli, ottendo anche eccellenti risultati a livello giovanile salvo poi appena nella vita i figli prendono coraggio di aprire la bocca sentirsi mandati a quel paese. Come è stato scritto dal buon Federico Di Carlo sono i figli che devono trovare le motivazioni. Io aggiungo che se queste motivazioni non le hanno, puoi sforzarti quanto vuoi per cercarle tu per loro, puoi far fare tutte le sedute di mental trainer possibili ma in campo non daranno mail il meglio di se stessi.

  337. bogar67 scrive:

    Avevo scritto “vuole quasi sempre (ma non sempre) che sia io a farlo”. A volte quando mi rileggo vedo in me un grande genitore allenatore: TRAPATTONI!!

  338. simplypete scrive:

    …. la piccola ha vinto i compionati regionali vincendo tutte le partite abbastanza nettamente in due set (la finale è stata più lottata), a gennaio era ultima( mai fatto tornei) a settembre la prima della sua regione e azzardo visto il livello delle altre 99 ….direi nelle 10 in italia.
    Per me non sa fare ancora praticamente nulla, se analizzio il suo gioco: servizio specialmente la seconda palla, volee(così così),smash (idem), back lo gioca solo difensivo, corsa in avanti lentuccia.. ma nonostante ciò risultati alla manoè tra le migliori d’italia e non perchè tira su pallonetti. Cmq lei è motivata a mille si sta allenando bene…. vedremo certo che deve migliorare un sacco..
    Il problema più grosso che noto è che i ragazzini e le ragazzine migliori non sono abituati a perdere, sembrano imbattibili poi appena incappano nella gionata storta vanno in crisi isterica (compresa la mia naturalmente) mi fa una rabbia non riuscire a far capire che la vittoria è solo un parametro di giudizio e nemmeno il più importante in questa fase di apprendimento…..che l’importante è come si gioca ed il risultato è puramente una conseguenza di quello…

  339. andrew scrive:

    Notiziona: Il settore tecnico FIT risolve il problema dei raccattapalle

    Dal sito FIT, raduni u14 e u16 femminili: “……Il prossimo raduno è previsto a Reggio Calabria in occasione della finale di Fed Cup tra Italia e Stati Uniti (7-8 novembre) con un gruppo ristretto di 15 atlete, che per l’occasione oltre a ripetere i temi sopraevidenzainti avranno l’opportunità di stare a stretto contatto con le giocatrici italiane ed americane come raccattapalle dell’evento.”

    Pensandoci bene, non è una cattiva idea…certo che fino a Reggio Calabria…

  340. bogar67 scrive:

    andrew: giudico la notizia positiva, infatti come avevo scritto, ai figli/e devi far assaggiare il dolce (la teoria del libro da scrivere illustrata sopra a Stefano) portandoli a vedere un grande evento. Vedere ed in questo caso partecipando attivamente ad un evento così importante potrebbe far scattare certe molle (motivazioni) per far bene ed essere in futuro loro stessi/e i/le protagonisti/e.

  341. Roberto Commentucci scrive:

    Anch’io giudico positiva la notizia apparsa sul sito FIT. In primo luogo, per i motivi espressi da bogar67, che mi paiono ragionevoli.
    In secondo luogo, perché la notizia riportata da andrew contiene anche un’altra novità interessante: ovvero che Rita Grande, ex top 30 Wta, inizia a collaborare, sia pure part time, con il settore tecnico femminile della Federazione.
    Poiché la cooptazione degli ex giocatori è sempre parsa a tutti un’ottima cosa, e abbiamo sempre criticato la Federazione perché non seguiva a sufficienza, in questo, l’esempio dei francesi, mi pare giusto evidenziare, in questo caso, anche questa positiva novità.

  342. federico di carlo scrive:

    Chiedo scusa agli amici del blog ma la lunghezza del capitolo fanno si che praticamente io non possa leggere gli articoli e rende praticamente impossibile il mio intervento. Stimolato dall’interesse che sta suscitando la materia, in questo periodo ho deciso di mettere per iscritto gli interventi che saranno affrontati nella sessione 2009-2010 di mental training. Sto scrivendo gli articoli a 4 mani insieme a mia sorella in modo da attingere a piene mani ed applicare le conoscenze dalle PNL in campo tennistico. Ne sta venendo fuori davvero un bel lavoro. Vi terrò informati, ovviamente!!!!
    Mi fa veramente molto piacere sapere che il blog viene sempre più letto ed usato e che la partecipazione è rappresentativa di tutta la penisola. Lo considero un ottimo auspicio per il futuro del tennis italiano.
    A Symple Pete che vorrebbe far vivere al proprio figlio/a l’esperienza del tennis con il lume della ragione ricordo che nel cervello umano la neocorteccia si sviluppa dai 12 anni in poi. E’ soltanto usando uno stile comunicativo istintivo ed emozionale che riuscirai eventualmente a portarli dalla tua parte. I bambini apprendono fondamentalmente per imitazione del modello.

  343. bogar67 scrive:

    Federico la tua ultima frase” I bambini apprendono fondamentalmente per imitazione del modello” se ho inteso bene il significato non fa altro che sottolineare la buona notizia data da andrew ed apprezzata anche da Roberto Commentucci seppur in questo caso parliamo di giovani che hanno già 14/16 anni. Per avere degli ottimi imitatori del modello dobbiamo però averlo il modello inteso come campione da imitare e qui mi pare che negli ultimi anni di questi campioni da imitare nel panorama dello sport tennistico italiano ve ne sono stati davvero pochi o riguardano il settore femminile. Da aggiungere poi che per imitare il campione anche di fama internazionale bisogna che questi oltre ad essere affermato abbia una certa visibilità mediatica che oramai la tv non a pagamento non concede più al telespettatore come una volta. La gare in chiaro sono poche e riguardano più che altro il torneo del foro italico dove i nostri escono sistematicamente ai primi turni e la coppa davis dove siamo relagati in serie b. Mi pare ovvio che se un bambino lo metti davanti la Tv e vede solo le partite di calcio avrà come modello da imitare questo o quel campione che ha fatto gol la domenica pomeriggio. Nella sua stanzetta non avrà attaccato il poster di Starace o Seppi ma quello di Totti o Del Piero. Per le bambine o ragazze siamo nell’epoca del grande fratello e dei programmi di Maria de Filippi, quale modello dovrebbero imitare se non quello delle veline o delle ballerine di “amici”? Certo se attaccato alla porta della casa di vostro figlio non ci sta ne Valentino Rossi, ne Totti ma Roger Federer o Nadal vuol dire che siete sulla buona strada. Un campione nazionale di livello mondiale in qualsiasi disciplina aumenta la visibilità ed i praticanti per quello sport. Mi piacerebbe sapere ad esempio quanti genitori hanno scritto le loro figlie e i loro figli in piscina dopo che la Pellegrini ha vinto i mondiali di nuoto. La stessa cosa accadrebbe se un Italiano o un Italiana prima che ci riesca mia figlia eh eh eh vincesse Wimbledon o il Roland Garros, il giorno dopo tutti ad iscriversi alle varie SAT sparse per l’Italia. Giudico positiva la nascita del canale supertennis.tv. anche se molti programmi mandati in onda sono adatti a noi over 40 per farci ricordare la gioventù che ci stava ed adesso non ci sta più. Ad una nuova leva di Connors o Borg da imitare secondo me non frega nulla. Buona serata. ps Per chi vuole portare i propri figli a Miami da Bollettieri vorrei sottolineare che con la nuova gestione i prezzi di Alitalia sono vistosamente calati e concorrenziali, sul web trovate un Roma - Miami a 415 euro tutto incluso.

  344. Roberto Commentucci scrive:

    A proposito di Supertennis, stasera alle 22.30 sarò ospite al Talk Show “Tennis Club”. Si parlerà di un tema caldo per G&F: il rapporto fra la FIT e i coach privati, a cui finalmente la Federazione sta iniziando ad affidare i nostri giovani. Si parlerà anche, credo, dei nuovi “centri di allenamento periferico”, i centri regionali privati, ma riconosciuti e certificati dalla FIT, per fare agonismo di qualità (accademie).
    A me pare un’ottima cosa che se ne parli, andrò a dire la mia.
    ps
    ma tanto lo so che stasera starete tutti a vedervi l’intervista della Pennetta versione sexy su Italia 1…

    E come darvi torto?

  345. andrew scrive:

    Roberto…

    puoi chiedere spudoratamente ai coach presenti (se presenti) se vedono questa apertura della federazione più come riconoscimento per il loro meritorio lavoro o più come premio per aver preso le distanze da Pistolesi?

  346. pibla scrive:

    Grande Robè, tema molto interessante, ma l’amara e scomoda verità è che finora i risultati migliori li raggiungono quelli che se ne vanno ad allenarsi all’estero (Pennetta, Errani, Fognini…), il che non vuol dire necessariamente che sia colpa degli allenatori, magari può anche essere l’ambiente diverso, il fatto di doversela finalmente cavare da soli, sarà quello che sarà, ma chi va fuori, in questa fase raggiunge risultati di gran lunga migliori di chi rimane….

  347. bogar67 scrive:

    Roberto le domande su Emmanuelle, pardon la Pennetta sono sul corriere dello sport di oggi, preferisco associare il tuo nome e cognome al viso per ascoltare la tua opinione su supertennis.tv. Sono anche di carattere siculo e all’antica, a mia figlia che vedo oggi con quel visino da bambina non accetterei che domani da grande pur entrando tra le top ten del tennis mondiale dichiari “ho fatto l’amore in aereo su una lunga tratta”. Altra domanda di cui risposta anzi non risposta mi ha lasciato sorpreso è stata quello dei guadagni e ciò avvalora un pò quanto avevo indicato sulla residenza in svizzera. Certo, siamo nel 2009, malgrado il berlusca un pò di libertà di stampa ci sta e uno dice quello che gli pare senza ovviamente darne conto a nessuno, ricordo però che per un’intervista analoga data alla sorella giornalista di Fiorello il portiere della nazionale di allora Gianluca Pagliuca (ex Bologna e Samp) perse il posto in nazionale ma erano altri tempi….

  348. Roberto Commentucci scrive:

    Tornato ora dalla registrazione del talk show. Vi dico in anteprima che c’erano anche Renzo Furlan (ottima impressione, davvero, era la prima volta che ci parlavo) Vincenzo Santopadre e Paolo Rossi di Repubblica. Avrebbe dovuto esserci anche Francesco Elia, ma era a Ciampino, dove le sue due ragazze (Caregaro e Di Giuseppe) sono impegnate in un ITF 10.000.

    Spero che non vi annoierete troppo, si è parlato a lungo di Davis (ho proposto di giocare sul veloce contro la Bielorussia, ma credo che Barazza come al solito sceglierà la terra), e poi del rapporto FIT-team privati.

    Sono emerse novità interessanti, buona visione.

  349. nicoxia scrive:

    Simplypete,in quale regione fanno i campionati regionali under 10.Hai mai visto giocare la Ginocchio o la pafundi?

  350. bogar67 scrive:

    @Roberto Sono arrivato a programma iniziato per aver disputato un incontro di quarta ma sono felice di aver ascoltato fin qui le tue proposte e le tue osservazioni. L’idea del team di coach copiata come hai detto dagli spagnoli specie aggiungo se pagati in parte dalla FIT, in parte dagli eventuali guadagni dei giocatori ed in parte da eventali sponsor, abbatterebbe di molto anche i costi per i genitori, permettendo così a qualche famiglia in più di avere un figlio o una figlia tennista di livello e all’Italia qualche campione in più.

  351. nicoxia scrive:

    Simplypete,visto che tua figlia è tra le prime 10,sicuramente avrà vinto il torneo di macroarea quindi ha il nullaosta per giocare nelle under 12,come si è comportata lì,perchè le migliori 99 hanno fatto i tornei under 12.Esempio la Turconi Lombardia ha vinto il Master fratelli Rossetti ma nelle under 12.

  352. simplypete scrive:

    X nicoxia per il momento ..vorrei che il nome di mia figlia rimanesse anonimo, ti posso solo dire che Pafundi e Ginocchio le ho viste giocare lo scorso anno; giocano bene specialmente la Pafundi mia opinione ma a quest età la cosa difficile da capire sono i margini di miglioramento…e lì non conoscendone la storia personale, proprio non saprei farmi un idea.
    Nei dodici ha fatto solo tre tornei per scelta mia non mi andava in questa fase farle cambiare palline e racchetta ha battuto una ‘98, una ‘97 ma non forti ed ha perso da una ‘97 bravina e da due ‘98 idem in pratica 3 w /3 l
    Sullo scambio da fondo se la giocava tranquillamente ma era meno incisiva sui colpi di inizio gioco ma sinceramente la cosa più importante è il livello di gioco vincere qualche u.12 adesso di basso livello non è che conti molto..vedremo

  353. andrew scrive:

    Roberto, sono molto deluso…non hai fatto LA domanda…

    ma forse effettivamente non c’era nessuno a cui porla. In effetti, quel dibattito dava tanto l’idea di un role-play, di una riunione del consiglio comunale della città dei bambini.

    Ma la gente che decide, i dirigenti, dov’erano? Vi avevano lasciato lo studio a disposizione con la raccomandazione di spegnere le luci una volta finito di dibattere?

    Pollice sempre più verso…

  354. pibla scrive:

    Vista la trasmissione, interessante, Roberto ottimo e propositivo come sempre.

    La faccenda che ha raccontato Furlan di Poitiers mi è sembrata una bischerata, perchè infatti questo posto sperduto nel bosco viene utilizzato per i ragazzini dai 13 ai 15 anni, ma per quell’età ci può stare, quello che invece non ci può stare è di tenere troppo al di fuori del mondo i ragazzini dai 15 ai 18 anni e quella è un’età completamente diversa, perché non ci dicono dove tengono in Francia i ragazzi dai 15 ai 18 anni??
    Passare l’inverno a Tirrenia in questa età delicatissima, magari senza mezzi per spostarsi nelle vicine Livorno o Pisa, assicuro che deprimerebbe chiunque, hai voglia di dire che se sono lì devono pensare al tennis, ma poi, finiti gli allenamente, dovranno pur vivere ’sti ragazzi….

    Per il resto emerge, come sempre, che anche nei rapporti FIT-team privati siamo in una fase sperimentale; del resto gli ‘89-’90 sono le prime annate che escono da Tirrenia e purtroppo questi ragazzi hanno fatto un pò da cavie ad un sistema del tutto nuovo e che è ancora di là dallo stabilizzarsi…

  355. Kill Bill scrive:

    COMUNICAZIONE IMPORTANTE: Masters rinviati
    inserito da Crt
    “SI PREGA PRENDERE NOTA CHE I MASTERS REGIONALI UNDER 12 E UNDER 14 SONO RINVIATI A DATA DA DESTINARSI CAUSA TRASLOCO DEL COMITATO REGIONALE TOSCANO”

    Mah !

  356. francesco coach gemelli scrive:

    @Federico
    Puoi aggiormi sul tuo lavoro PNL e tennis ?
    Vorrei sperimentare il migliore approccio per l’apprendimento dei gemelli

  357. Roberto Commentucci scrive:

    Cari amici,

    decido di postare proprio qui, nella parte del blog che mi è più cara, nonché quella da cui ho imparato di più, l’annuncio del mio addio a Ubitennis e a Servizi Vincenti.

    E’ giunto per me il momento di salutare la bellissima
    squadra che si è venuta a creare, dopo oltre 2 anni di sforzi, intorno ad Ubaldo e intorno alla sua creatura, Ubitennis.

    Il motivo del mio addio è presto detto: nulla di drammatico, nulla di polemico.

    Semplicemente, una scelta di vita.

    Come forse sapete, io non sono un aspirante giornalista.

    Ho già la mia professione, impegnativa, e ormai non sono più in tempo per cambiare strada a 360 gradi e svolgerne un’altra.

    Sono però come pure sapete, molto tifoso e appassionato di tennis italiano, che vorrei tanto possa crescere e migliorare.

    In questi mesi di lavoro, grazie ad Ubitennis e alle esperienze che ho potuto fare, nonché grazie all’opportunità datami da Ubaldo, mi sono
    reso conto che forse, nel mio piccolo, posso provare a fare qualcosa di concreto - a livello dilettantistico - per aiutare il tennis italiano.

    Quindi vorrei provarci, sperando che mi venga consentito di portare il mio contributo.

    Ho però capito che questo mi pone, come dire, in un certo senso in conflitto di interessi. Non potrei ricoprire contemporaneamente entrambi i ruoli.

    Da qui la scelta, dolorosa, ma meditata, di cui vi metto oggi al corrente.

    Di questi 2 anni e mezzo, dei rapporti con voi tutti, compagni di redazione, lettori e commentatori, mi resterà sempre uno splendido ricordo e sono convinto che non mancheranno i momenti per ritrovarci e discutere di tennis.

    Vorrei formulare un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno letto e commentato i miei pezzi, spesso usando parole di apprezzamento.

    E un grande ringraziamento a Ubaldo, che mi ha dato spazio e fiducia, rendendo possibile tutto questo. Ha tutta la mia riconoscenza.

    Auguro a tutti voi, a Ubaldo e a Ubitennis, tutto il meglio, e auspico che i desideri e le ambizioni di ciascuno possano realizzarsi.

    Un caro saluto.

    Roberto Commentucci

  358. bogar67 scrive:

    Grazie Roberto!! io ti stavo leggendo più attentamente nell’ultimo periodo e devo dire come del resto ho anche sottilineato che stavo cominciando ad apprezzare giorno dopo giorno le tue osservazioni ed i tuoi post nel blog e in ultimo anche in TV. I tuoi auguri e i tuoi saluti mi sembrano però da uno che ha deciso di “scendere in campo” e non credo solo a livello dilettantistico vista anche la tua visibilità acquisita e la tua straordinaria competenza. Ti auguro un mondo di bene e spero anche un giorno di incontrarti in qualche circolo per qualche raduno o ancora in qualche torneo per parlare della mia bimba che nel frattempo sarà cresciuta. Praticamente è un augurio per te ma anche uno per me. Saluti

  359. andrew scrive:

    …era naturale, Roberto…sei solo entrato nella seconda fase della cooptazione, ma credo tu abbia saputo sviluppare i necessari anticorpi perché non diventi una “fagocitazione”.

    Certo continuerò a pensare che saresti stato molto più utile al tennis italiano con una posizione apertamente di scontro anti-federazione di circoli… ma sicuramente qualcosa di positivo, nelle riunioni della città dei bambini con Furlan e Santopadre, sarai in grado di apportare.

    Mi raccomando: niente rubriche tipo “Veline da Tirrenia”….

    Un salutone a te e ….vaffantennis!!

    ps.: salutami Baccini!!!

  360. francesco coach gemelli scrive:

    @Roberto
    Auguroni per il tuo progetto , ho sempre apprezzato il tuo modo diretto e concreto di affrontare i problemi e spero che i tuoi commenti non andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia

  361. pibla scrive:

    Forza Roberto!!!

    Qui. Tu e Stefano, i miei fari…

    Un abbraccio.

  362. Atti scrive:

    Grazie per i tuoi articoli ed i tuoi commenti sempre molto competenti.. per noi genitori appassionati ma “inesperti” un ottima fonte di informazioni e preziosi consigli nel mare magnum del tennis italico…

    E credoi….una perdita importante anche per la redazione di UBS..

  363. bogar67 scrive:

    Considerazione: Facendo una ricerca sul web dei tornei under 10/12/14 promossi nelle varie regioni, spesso ho notato che gli iscritti al tabellone sono davvero pochi, soprattutto in campo femminile dove a volte non si riesce a far partire perfino un master.
    “”Esempio:
    http://www.dottennis.it/news/11704/villari-chiara-e-latona-i-master-under-12-e-14-caltagirone
    L’under 14 femminile non si è disputato per mancanza di iscritte, come precisa il responsabile dell’attività under della Fit Sicilia, Ignazio Caschetto.”".

    Tennis….. lo chiamano sport d’elite! A parte i costi eccessivi che devono sobbarcarsi i genitori, con uno scarso movimento giovanile mi pare normale poi avere pochi che riescono a sfondare.

  364. Avec Double Cordage scrive:

    Roberto, un grande grazie per i tuoi articoli informativi e i commenti costruttivi. Ho già scritto altrove che per me sei senza esagerazioni nettamente il migliore, e in parte proprio perché non sei un giornalista e non ti devi preoccupare di tutte le cose annesse. La tua partenza dal sito é veramente una perdita, ma si spera che i tuoi pezzi possano servire da esempio ad altri. Auguri per i tuoi nuovi progetti e spero che quando sarai pronto ci farai sapere di cosa si tratta.

  365. TCC'75 scrive:

    Non ho ben capito se Roberto Commentucci lasci il blog per lavorare con/per la FIT. Dalla lettura del comunicato si apprende che si vuol dedicare ad un più sostanziale FACERE piuttosto che ad un inutile DICERE.
    Dal mio punto di vista, di chi non aspira a nulla e non pretende riconoscimenti, riesco benissimo a FARE e poi, eventualmente, anche a DISCUTERE.
    Leggendo Andrew si direbbe che Commentucci andasse a lavorare a Tirrenia: non si può lavorare nel campo del tennis e, allo stesso tempo, discuterne sul blog?
    Oppure, dando ragione allo stesso Andrew, o si sta di qua o si sta di la?
    Nessuna polemica. E’ per capire la situazione.
    Siccome leggo di genitori che sono ‘poco soddisfatti’ di come Ubitennis e i giornalisti che vi collaborano, raccontano le “non imprese” dei loro ragazzi, mi viene il dubbio che tu ti sia lasciare convincere che è veramente colpa di Tommasi o di Ubaldo se Fognini non vince niente alla ‘tenera’ età di 22 anni.
    Spero veramente che la passione e la preparazione del sig. Commentucci venga fatta fruttare. Nell’augurarle un buon lavoro, vorrei chiederle gentilmente una cosa: tra un paio d’anni, anche sotto le mentite spoglie di un nick name tipo “ToRino”, ce lo fa un bilancio delle difficoltà che sicuramente troverà nel dover lavorare con la FIT? Grazie

  366. Kill Bill scrive:

    un saluto a Roberto Commentucci.
    Spero che quando sarai operativo ci farai sapere di cosa ti occupi.
    La mia mail ce l’hai, se hai bisogno di qualcosa sempre disponibile.
    In bocca al lupo per il tuo nuovo impegno.

  367. anto scrive:

    Grazie Rob per tutto quello che hai fatto, ma perchè sono sempre i migliori ad andarsene………veramente un peccato…….

  368. stefano grazia scrive:

    La differenza fra un giornalista e un Federale/Addetto ai Lavori e’ che mentre il giornalista e’ a caccia di notizie senza preoccuparsi troppo delle conseguenze che la pubblicazione di queste comportino, il Federale/Addetto ai Lavori ha o dovrebbe avere come obiettivo ultimo The Greater Good, il Bene Comune… Il Giornalista ha l’obbligo morale di scrivere un articolo anche se questo potrebbe urtare i sentimenti di chi gli e’ simpatico o danneggiare il partito, l’idea, il movimento (in questo caso il tennis) che lui supporta… L’Addetto ai Lavori ha un diverso approccio e magari tende a coprire alcune notizie che potrebbero avere un impatto negativo sull’ambiente cercando magari di risolvere la faccenda nelle retrovie, mediando, proponendo, criticando anche ferocemente ma dall’interno. Sono necessarie entrambe le figure, intendiamoci, pero’ ognuno si puo’ sentire piu’ portato per l’una o l’altra professione. In sostanza Roberto, che a tutti noi era sembrato in fieri un grande, grandissimo giornalista dilettante (e ancor piu’ autorevole in quanto dilettante: non scrivendo per denaro non ha mai avuto padroni e ha sempre detto quel che pensava), ci dice ora che da grande appassionato di tennis piu’ che di giornalismo, vorrebbe provare a cercare di migliorare il sistema anziche’ criticarlo (e quando dico criticarlo intendo sia positivamente che negativamente). Il fatto che abbia scelto il nostro SubBlog per dare l’annuncio e’ oltre che un onore forse anche significativo: il tempo delle chiacchere, ci dice in fondo, e’ finito, e’ ora di provare a fare qualcosa. Sono sicuro che portera’ con se’ tutte le idee che sono affiorate su queste pagine elettroniche e che non potremmo mai aver avuto un migliore portavoce.

    Ma e’ anche vero pero’ che con l’uscita dell’ Autorevole Commentucci dopo che in periodica successione si erano prima defilati i vari Stefar ed Enzo Lo Iacono e dopo che perfino Mad Max si era fatto di nebbia, a dimostrazione che non appena uno comincia a fare sul serio…smette di scrivere sul Blog!, ora
    sembra davvero giunto il momento di calare il sipario se non su G&F almeno sulla Prima Generazione.Oddio, il de Profundis l’ho gia’ recitato 2-3 volte e poi come un Araba Fenice siamo sempre risorti ma ora e’ chiaro che siamo alla contingenza di diversi fattori:
    1)abbiamo gia’ detto e ripetuto le stesse cose diverse volte
    2)i nostri figli hanno raggiunto o stanno raggiungendo l’eta’ turning point,quando non tanto si vedra’ se sono o meno carne o pesci, cavalli o muli, ma l’eta’ in cui i Genitori Appassionati DEVONO per forza affidarli a QUALCUNO DI CUI SI FIDANO o trasformarsi loro stessi in Coach Professionisti alla Dr Bartoli o Yuri Sharapov e abbandonare il loro lavoro. Che non e’ quello che noi predicavamo: coinvolgimento e comunicazione si, improvvisazione no. Non calarsi le braghe solo perche’ uno e’ un famoso coach e’ giusto,credersi superiori a qualunque Maestro/Istruttore/Coach/Prepartatore solo perche’ si ha una laurea o si e’ stati agonisti o si e’ appassionati e’ sbagliato.
    3)e’ finita l’Eta’ dell’aneddotica innocente, e’ iniziato il Regno della Paura (dei permali, delle vendette,del Ma se scrivo questo un domani poi potro’ rimpiangerlo… ) Me ne rendo conto sempre di piu’: da un lato non vuoi urtare la suscettibilita’ di persone oneste che cercano comunque di fare il loro lavoro ma che per motivi disparati non incontrano piu’ quelli che tu,a torto o ragione,ritieni i requisiti necessari…Dall’altro vorresti eccome sparare a zero su Pinco e Palla ma ti trattieni perche’ non si sa mai , potrebbero poi trovarsi loro nelle condizioni di farti del danno e allora perche’ mettere tuo figflio nei guai, non sei tu il diretto interessato, non e’ giusto che lui paghi per le tue voglie di dire in faccia a qualcuno quello che davvero pensi (ammesso che poi sia giusto quello che tu pensi)… Piu’ io e mia moglie abbiamo incrociato i nostri destini con le persone al Top, piu’ abbiamo scoperto storie insospettabili, a meta’ fra il pettegolezzo e la frode conclamata,ingiustizie somme e realta’ striscianti che risultano essere l’opposto delle verita’ di facciata, bimbi angelici senza problemi (rispetto almeno a quel che raccontavo io del mio) che poi risultavano anche loro essere un po’ canaglie, pigre se non peggio,in campo e fuori … E’ proprio vero che spesso le storie migliori sono quelle che non puoi raccontare … Almeno finche’ non sei certo del lieto fine.

  369. daniela scrive:

    Ma adesso che Commentucci va a lavorare per la Fit avremo più campi in cemento vista la sua fissazione per la diffusione di questa superficie in Italia? :) scherzi a parte, Commentucci, grazie per i tuoi bellissimi articoli di questi anni, che ho spesso salvato sul mio pc. Ho sempre considerato però il tuo punto debole la tua adesione acritica all’Italtennis…mi dispiace sapere che vuoi seguirla.

  370. bogar67 scrive:

    Punto 3 Stefano, ho scelto il nick anzichè nome e cognome anche per questo motivo, in prospettiva futura poi volevo farvi partecipe di come avrò risolto il problema del garantire a mia figlia l’apporto economico per farla diventare una tennista professionsita……..una rapina in banca o un 14 al totocalcio penso non siano da mensionare in un blog.

  371. Enzo (IL GUARDIANO DEI FORUM) scrive:

    Ho sempre resistito alla tentazione di “scendere in campo” per dire la mia sull’argomento FIT perchè rischierei di offendere la sensibilità di molti (strano, vero? :-) … ), ma ciò non può impedirmi di rinnovare comunque la mia stima verso un uomo che ritengo capace e coerente. In bocca al lupo, Roberto!

  372. Mauro g&f scrive:

    Un saluto anche da parte mia a Roberto, anche se in passato, abbiamo avuto un duro scontro poi chiarito, ho sempre apprezzato i tuoi commenti ed interventi sempre fatti con passione e voglia di migliorare il tennis in Italia, soprattutto quello giovanile.
    Mi piace pensare che questa sia una vittoria anche di g&f, insomma, abbiamo inserito uno di noi. A presto Roberto ed un sincero in bocca al lupo.

  373. Giorgio Errani scrive:

    un caro saluto e tantissimi auguri a Roberto per la sua nuova sfida

    sono certo che produrrà movimenti positivi per il settore

    in bocca al lupo !

  374. stefano grazia scrive:

    Clamoroso Off Topic ma se ve lo siete perso leggetevi lo scontro Theresa-Chloe sul sito a seguito dell’articolo di Enzo Chierici. A un certo punto un certo Maglieri si stufa delle solite diatribe senza capo ne’ coda fra Federiani e Nadaliani e posta un commento normalissimo invitando tutti alla calma e al rispetto pur continuando a tifare per chi si vuole.Chloe come ogni tanto gli capita e la cosa e’ alquanto piu’ appariscente perche’ e’ indubbio che di norma ha uno stile molto elegante pur se pungente-sprezzante ha una caduta di stile e lo invita ad essere meno saccente.La riprende Giuseppe Birocchi chiedendosi il perche’ di tanto astio e acidita’ (evidentemente non ne conosce i trascorsi) e Chloe manda a ranare anche lui,dandogli piu’ volte del reverendo. A questo punto…enter Theresa:
    07/10/2009 23:30
    theresa
    Cara Chloe visto che lei insiste nell’apostrofare con spregio l’amico Giuseppe Birocchi col soprannome di reverendo,allora sappia che con lui me ne sono fatte di meravigliose,e secondo me dovrebbe provare anche lei signora Chloe,perchè con i suoi commenti sempre cosi acidini ed arcigni,ha tutta l’aria di averne bisogno.Saluti
    STANDING OVATION!!!
    E lo dico con tutta l’ammirazione che ho avuto e ho per certi interventi di Chloe ma non dimenticando nemmeno certi scontri-esilarante quello con Roberto Commentucci sceso in campo per difenderla e costretto alla ritirata senza nemmeno rendersi conto del perche’ mai si era cacciato in un simile pasticcio- e certe improvvise cadute di stile tanto piu’ inspiegabili in quanto precedute da raffinate e coltissime cesellature…Sicuramente non ama essere attaccata,lei o Federer, contraddetta, presa in giro…Lei puo’ farlo, gli altri no. Come il Verga sul balcone lei guarda la plebe (noi)passare e agitando il ventaglio a scacciare la (nostra)puzza si diverte a trafiggerci con le sue perfide stoccate…A volte sono i suoi affondi a meritare il sorriso o l’applauso, ma questa volta e’ la tamarra Theresa a farci sognare …Tra l’altro quando Chloe viene attaccata si rifugia spesso sul fatto che lei poverina e’ una donna in un mondo popolato di famelici lupi…Questa volta almeno non potra’ aggrapparsi a questo. Suvvia, un po’ di autoironia, di saper perdere o incassare, di Che tu possa affrontare vittoria e sconfitta, those impostors, allo stesso modo…

  375. marcos scrive:

    mi auguro che il saluto di roberto sia un arrivederci.

    tra i più costanti frequentatori ed autore di argute analisi ed attenti approfondimenti, roberto ha partecipato allo sviluppo del blog, del sito e della sezione G&F, dedicando tutto il meglio di sè.

    ringraziandolo per questo e per l’ottima compagnia, gli auguro tutto il meglio per le sue funzioni di addetto ai lavori (per dirla come stefano). checchè ne dica roberto, io penso che il suo apporto non sarà da dilettante (se non nel senso che si diletterà): l’approccio di tutti i suoi scritti è sempre ben sostanziato. serietà ed applicazione.

    arrileggerci su queste pagine!

  376. Enzo (IL GUARDIANO DEI FORUM) scrive:

    …. stefano, stefano … hai perso un sacco di tempo per scrivere un “poema” che, di certo, non lascerà alcuna traccia nella storia di questo blog … una serie di corbellerie che certificano (qualora ce ne fosse ancora bisogno) quanto sia improbabile sperare in un miglioramento del livello di “scontro-confronto”. Parli di “diatribe senza capo ne’ coda fra Federiani e Nadaliani” e, magari, non hai neanche provato ad approfondire le varie argomentazioni. Invochi una “STANDING OVATION” per un intervento sgrammaticato, volgare e senza alcuna ironia (quella vera!). Giudichi i “comportamenti” di Chloe, senza capire che, molto spesso, alcune prese di posizione costituiscono l’unico “linguaggio” comprensibile da certi individui …. un consiglio: prova a leggere attentamente ogni articolo ed intervento, prendi un po’ di tempo per riflettere, magari chiedi consiglio a qualcuno più “esperto” di te …. forse riuscirai a fare quel “salto di qualità” necessario per potersi definire “uomini”!

  377. stefano grazia scrive:

    Enzo,sei appena arrivato, io sono qui dall’inizio…e ho fatto la storia di questo blog. Tu sei appena arrivato e gia’ mi hai rotto i maroni, pensa un po…

  378. stefano grazia scrive:

    Detto con affetto,eh… Suvvia, un po’ di leggerezza, di autoironia,di consapevolezza che sono chiacchere da bar…si prendono e si danno, e’ il blog,bellezza… A me poi il commento di theresa non mi e’ sembrato nemmeno volgare, pensa un po’… Magari birocchi era sposato e adesso ha qualche problema con la moglie, chissa’… Ma Chloe ha detto spesso di peggio, certo usando un linguaggio piu’ alto e quindi infinitamente piu’ sprezzante… Le mie affinita’ elettive sono, con loro errore, piu’ vicine a quelle di Chloe e a Giovanni de Rompiquaion piuttosto che alla tamarra (confesso di trovare insopportabili i suoi duetti con lo zio) ma la sua risposta alle stoccatine di chloe continua per me a rimanere un capolavoro e chi non lo capisce mi dispiace per lui: o e’ un ipocrita o un beghino… Interviene in difesa di un terzo e lo spiazza completamente : magari e’ vero, magari non lo e’, ma ha avuto un effetto deflagrante, liberatorio,comico…da scena da film.Mi ha ricordato anche se non c’entra niente un Maurizio Costanzo Show di migliaia d’anni fa (me li guardavo la notte quando me ne stavo in un Offshore al largo di Tripoli) e c’era questa ragazzotta che raccontava di aver fatto la escort nel Sultanato del Brunei: lei e un’altra trentinaa di ragazze erano state fatte venire dall’Europa per intrattenere, in un modo o nell’altro, il figlio del Sultano e i suoi amici. Salta su una ospite, una Maestrina in minigonna, che urla allo scandalo e dice, giustamente per carita’, che questo modo di procurarsi da vivere non era dignitoso E CHE LEI NON LO AVREBBE MAI FATTO. E la escort, glaciale, replico’: No, carina: a te non ti avrebbero mai invitato.
    And the crowd got wild!
    Ecco, la battuta di Therry mi ha fatto quest’effetto. La prossima volta magari mi fara’ impazzire una di Chloe. Difficilmente mi rendono invece cosi’ eccitato i tuoi commenti a margine delle solite diatribe fra Federiani e Nadaliani, ma immagino che tu te ne farai una ragione.

  379. zio tony scrive:

    ciao stefano, lo sai che ti ammiro oltre che per le tue conoscienze “universali” anche per la tua schiettezza e per il coraggio di esporti in g&f raccontando aneddoti e fatti molto personali;
    in questo specifico caso però trovo perlomeno di cattivo gusto la tua uscita stile “annuncenziò annuncenziò” (con tanto di copia e incolla su due articoli del blog) su di un “colpo basso” sferrato dalla tamarra.
    Non ho la pretesa di piacere a nessuno, quando vedi i miei post salta pure dal leggerli.
    buona giornata.

  380. bogar67 scrive:

    MIIIIIIIIIIIIIII che state diventando difficili, sono venuto per parlare e apprendere per genitori e figli tennisti e leggo di escort, Maroni (non il ministro), Maurizio Costanzo etc etc ? Parliamo d cose serie, del nostro sport: avete visto Remondina - Jovine a Foggia? la Giulia Remondina con chi si allena? che speranze ha di scalare la classifica avendo soli 18 anni? Chi gioca in A1 femminile con una squadra ha diritto ad allenarsi gratis per il circolo con cui gioca sostituendo le spese che si potrebbero avere con un coach o in una accademia?

  381. theresa scrive:

    é l’ultima volta che torno sull’argomento,non vado orgogliosa della standing ovation di Grazia,non ne ho bisogno in quanto sono dotata di un narcisismo quasi borderline,ed infatti non scrivo per difendere me stessa,ma per distribuire un pò di và a quel paese.Stefano a quanto pare è l’unico ad aver colto lo spirito della mia ormai nota frase,che era pura provocazione.Come ha scritto Stefano:” Ma Chloe ha detto spesso di peggio, certo usando un linguaggio piu’ alto e quindi infinitamente piu’ sprezzante…”ed il punto è proprio questo,il nanismo mentale della moltitudine che giudica lo stile ed il buongusto dalla forma,se ben incartata da un linguaggio raffinato,anzichè dalla sostanza dei concetti e dei comportamenti espressi.E Chloe,prendo ad esempio lei ma ce ne sono molti altri, è spesso di una sguaiataggine degna di una sceneggiata di Merola.Poi siccome sono tamarra,non la mando a dire a nessuno,ci si è messa anche Renèe,pure lei non c’ha capito una cippa,e ha tirato in ballo banalità come la solidarietà fra donne e bla bla bla,sempre col vizio irritante di fare il supervisor/ maestrina di stile e misura e con l’abitudine di arrivare all’ultimo per distribuire voti in condotta.E colmo dei colmi Birocchi è tornato quatto quatto sui suoi passi e ha chiesto scusa a tutte le donne tranne a me…eheheh…scusa Giuseppe mi ero dimenticata che le donne si toccano solo con i petali dei fiori,e Monna Chloe se ne stava serenamente in posa come la Gioconda.Massa di comformisti!

  382. stefano grazia scrive:

    mi sa che la tamarra mi ha capito perfettamente e lo zio proprio per niente, ma va bene cosi:vedi theresa, a flirtare sulle sciocchezze sono capaci tutti, poi nel momento della verita’ si squagliano al sole… Non l’avrei mai detto leggendo qualche tuo post qualche mese fa, ma sono onorato di averti conosciuto, sei una delle poche dure e pure…una volta era cosi’ anche Mad Max, e le sudate che ho fatto per difenderlo a spada tratta,poi si e’ fatto di nebbia anche lui e mi ero ritrovato solo.Ah, comunque come l’ultimo post ci ha ricordato, Theresa sicuramente non sa fare solo la ‘tamarra’ …
    E l’Off Topic e’ vero, potevo anche risparmiarmelo, ma tanto qui non si parlava piu’ di G&F e io mi sentivo solo, qui in Nigeria, con moglie e figlio in florida, e avevo bisogno di compagnia MA NON DI SCASSARMI I SANTISSIMI a parlare ancora di Nadal e Federer e del GOAT,e della palla senza profobdita’ di Nadal che ha perso 4-10 kili e del guardiano del faro che non richiesto da le pagelle ai commentatori, ma basta, andate a lavorare, non se ne puo’ piu’…In mezzo a tutto questo la battuta di Therry e’stato uno squarcio di luce nel mare procelloso e volevo essere ben certo che nessuno se la perdesse, altro che cattivo gusto…
    Pero’ ovviamente ognuno puo’ dissentire e criticarmi e mandarmi financo a quel paese, io non me la prendo, magari rispondo e avolte mi riesce il colpo di fioretto a volte quello di spadone e a volte era meglio se stavo zitto…Succede nelle migliori famiglie. Ma secondo me questa volta ci avevo preso. Grande Therry e la finiamo qui che ha ragione anche Bogar67, ma adesso tocca a voi, noi abbiamo gia’ dato.

  383. Elettra scrive:

    Bogar
    La Remondina si allena da Vavassori e prima aveva già una buona classifica, l’anno scorso ha avuto dei problemi fisici ed ora si sta riprendendo.
    Non sono in grado di dirti quanto può salire perchè non ne capisco nulla, però gioca molto bene ed è una ragazza seria che ha sicuramente voglia di allenarsi.

    Theresa
    io ho trovato il tutto divertente e come Stefano ne avevo colto il senso che condivido, c’è una bella differenza tra il parlare di filosofia e argomentare su un blog di tennis.
    Posso anche scrivere molto bene ed usare uno stile ricercato, ma sempre di c..te sto parlando, ne consegu che andare sul personale giudicando il mio interlocutore io lo riservo a faccende un pò più serie.

  384. stefano grazia scrive:

    Che poi, ad andare ben a vedere, l’unico che ci fa una figura un po’ barbina alla fine e’ il povero Birocchi che viene non dico offeso ma qualificato come ‘beghino’ : e’ questo che scatena l’intervento cavalleresco, in un certo senso, di Therry (che poi sia vero o non vero che se ne son fatte di meravigliose e’ secondario e sia nell’uno e nell’altro caso incredibilmente divertente,spiazzante e deflagrante per motivi diversi) e lui cosa fa? Scompare con la coda fra le gambe. A meno che…a meno che l’unica a cui non deve chiedere scusa sia invece che Theresa proprio Chloe che l’aveva dileggiato come reverendo…
    Mah, e comunque torniamo al tennis: con l’abbandono di Commentucci e Spalluto ho perso i miei punti di riferimento alla Redazione e non saprei nemmeno piu’ a chi rivolgermi per inserire un eventuale nuovo articolo che pero’ confesso di non avere.Contattero’ comunque Ubaldo per farmi assegnare un punto di riferimento e magari farmi consegnare Le Chiavi della Sala Moderazione (piu’ che altro per sveltire il flusso dei posts altrimenti ristagnante). Cio’ detto, bisognerebbe trovare un nuovo Format oppure semplicemente postare ogni 15 gg-un mese una nuova Intro, giusto per facilitare il vecchio utente e attrarne di nuovi. Pero’ ragazzi, tocca anche a voi farvi sotto e raccontare. Senza entrare troppo in particolari, io per il momento vi posso dire che Nicholas in Florida sta facendo la solita altalena ma fedeli alla linea di fare valutazioni solo dopo un mese, tre mesi e sei mesi cerchiamo di vivere la cosa piu’ serenamente (il che riesce meglio a me che a mia moglie per via della distanza).Comunque negli ultimi due tornei ha raggiunto la finale in tutti e due e sembra che nell’ultima settimana abbiano cominciato a spostarlo con ragazzini piu’ grandi. Come ho sempre detto non e’ che la Bollettieri sia esente da difetti e la presenza di Gabri’ ‘in the field’ serve anche a monitorare il tutto e c’e’ comunque un continuo feed back con il Direttore del Programma Chip Brooks, il Direttore del Full Time Paul Forsyth e l’Head Coach Greg Hill e proprio ieri avevo inviato un paio di fogli in cui sottolineavo alcune cose che secondo me dovevano essere rifinite meglio e che invece di essere stracciati o usati come carta igienica come credo avverrebbe in molte academies o circoli italiani sono stati subito distribuiti ai Coaches che si curano di Nicholas. Addirittura Gabri’ in precedenza fra il serio e il faceto era stato chiesto di fare da mediatrice fra Coaches e Genitori (ve ne sono di particolarmente arrabbiati e fuori di testa che non sono mai soddisfatti del gruppo in cui e’ stato inserito il proprio pargolo: questa e’ una cosa di cui,per esempio, noi non ci lamenteremo mai e non perche’ riteniamo che Nicky sia nel gruppo giusto (actually, non lo e’) ma perche’ se passi di gruppo in seguito alle insistenze del genitore significa che comunque non sei poi cosi’ bravo. Se veramente te lo meriti, il passaggio di gruppo e’ automatico: significa che hai battuto,anzi stracciato, tutti gli altri.La cosa che mi ha fatto piu’ piacere e’ una, anzi due.Una e’ che proprio ieri avrebbero detto che Nicholas tecnicamente NON ha nulla da imparare, e’ come Agassi, e’ come Rios…deve fare molta moltissima atletica (non perche’ ne abbia bisogno ma perche’ la chiave e’ tutta li’ e lui appunto non ha bisogno di fare tecnica) e deve giocare moltissimi tornei. Uno di questi giorni Paul Forsyth, il Full Time Recruiter, si siedera’ con Gabri’ a stilare tutto il programma da qui ai 17 anni: a 17 anni dovra’ essere in grado di giocare gli Slams Junior, confrontarsi coi primi 10 nel mondo…’perche’ voi non siete venuti qui dall’Africa per giocare il college tennis, al college e’ gia’ sicuro di andarci, lui e’ qui per diventare un pro’ e questo onestamente ci fa piacere anche perche’ e’ qualcosa che noi non diamo mai per scontato visto che il piu’ delle volte riceviamo sempre critiche (sul comportamento in campo, sul fatto che non si allena da pro-si,vabbe’, dico io, ha poi solo 12 anni…sicuramente non mi arrabbio piu’ di tanto).Quindi stiamo a vedere: noi abbiamo gia’ fatto capire che non abbiamo nessuna intenzione di fare la figura dei polli al tavolo da poker e che quindi se dopo 20′ (un anno nel caso del tennis) non ci siamo accorti di chi siano i polli da spennare, ce ne andremo perche’vorra’ dire che siamo noi…Tradotto in pratica, significa che non abbiamo alcuna intenzione di lasciarci abbindolare con le lezioni private : le uniche ore extra che Nicholas fara’ sono quelle , una a settimana, di Mental.E che il prossimo anno ci aspettiamo anzi se non una full scholarship ‘a huge discount’. Che ci parlino di un piano quinquennale quindi non puo’ che farmi piacere. La seconda cosa che mi era piaciuta e’ stata la definizione che ha dato di Nicholas Chip Brooks, il Junior Program Director, parlando con Greg Hill, uno degli Head Coaches piu’ rinomati: He’s like water on the wall looking for a crack, e’ come l’acqua che scivola sul muro cercando una fessura per insinuarvisi dentro…NON PUOI CAMBIARLO,he will never change, devi solo indirizzarlo. Il che ci riporta alla mia vecchia teoria per cui l’80% dei campioni in qualsiasi sport abbiano avuto da piccoli un carattere come quello di Nicholas, una personalita’ borderline con la maleducazione, molto accentuata, un ego spropositato, una stubborness, testardaggine talora degna di miglior causa, una intelligenza viva ma spesso utilizzata solo a fini egoistici…Ora e’ chiaro che chi non riesce a sottrarsi al Lato Oscuro della Forza e a incanalare questa rabbia e iperattivita’ anche cerebrale in energia positiva diventera’ un frustrato pazzo mezzo criminale serial killer o finira’ a fare con tanti rimpianti e frustrazioni il maestro in un circolo o entrera’ in banca pure lui come il compagno di scuola di Venditti, e si tratta di capire se vale la pena di correre questo rischio, ma e’ indubbio che la competitivita’ a quei livelli nasca da una sorta di febbre interna che non tutti possono avere. Non e’ garanzia di successo ma puo’ servire anche per una carriera al di fuori del tennis.
    Ah, questa settimana c’e’ anche Brad Gilbert: magari riusciro’ a raccontarvi qualche cosa.

  385. Elettra scrive:

    Già dalla B prendi un ingaggio più o meno elevato che utilizzi per finanziarti gli allenamenti o i tornei, raramente i giocatori che giocano per un circolo si allenano lì o provengono dal vivaio.

  386. stefano grazia scrive:

    Non ho completato una frase: Come ho sempre detto non e’ che la Bollettieri sia esente da difetti MA I PREGI SONO COMUNQUE SUPERIORI.

    Indipendentemente comunque da pregi e difetti, l’esperienza e’ positiva e da classificare fra quelle importanti. Ve l’avevo gia’ detto che Nicholas ha incontrato un ragazzino italo francese di 14 anni con cui e’ diventato abbastanza amico e che ogni tanto Gabri’ invita fuori per un cinema, una pizza o similia, che e’ alla Bollettieri in pratica per colpa del Blog e piu’ precisamente mia. Il padre infatti ci legge sempre anche se sembra non sia mai intervenuto e alla fine ha scelto Bradenton proprio in virtu’ di quello che ho scritto e soprattutto perche’, dopo averne visitate parecchie, alla fine ci abbiamo davvero mandato anche noi il figlio. So che anche lui e’ molto contento dell’esperienza : secondo mia moglie e’ un ragazzino molto maturo ed educato, l’esatto contrario di Nicholas e quindi un ottimo amico per lui … Tra l’altro hanno fatto un doppio insieme in un torneo interno con competizione a squadra simil college e mi diceva mia moglie che durante il match Nicholas a volte non andava per il sottile ma l’altro rideva, ammirato dal suo coraggio e competitivita’ … ecco, anche questo e’ uno dei punti a favore delle grandi academies: la possibilita’ di trovare ragazzini/e con gli stessi obiettivi, speranze, sogni, illusioni, problematiche…speriamo che amici come questi, piu’ grandi e piu’ maturi, e comunque con le stesse affinita’ elettive, lo aiutino a capire e a trovare le risposte (chi siamo, dove siamo, dove stiamo andando, ovviamente…comunque, che brutta bestia l’adolescenza al tempo di facebook…)

  387. theresa scrive:

    Stefano ciao,mi è tornata in mente una cosa piuttosto comica,sai ho pensato che sei in un luogo sperduto del globo,tutto solo,e ti annoi a morte,siccome anch’io mi annoio a leggere di marche di racchette e perdi+ ho la vaga impressione di aver destato troppo scandalo,tutti hanno preso le distanze,pure lo zio,e mi sento come un appestata,ma ho voglia di farmi 2 risate.Ho letto solo ieri la severa ed inappellabile condanna al tuo comportamento da parte di Enzo il guardiano del Forum,sono parole dure di un Enzino che da un pò di tempo a questa parte è mortalmente serio,scrive in un italiano più ricercato,ha preso a criticare la volgarità e a darsi un contegno,ma se Enzo si “imborghesisse” sarebbe un grave vulnus per il mondo della letteratura,perchè Enzo con onestà intellettuale ha sempre avuto il coraggio di scrivere di tutto,un coraggio notevole,ed è stato sempre un autore controcorrente ed originale,ricordo ancora un suo pezzo cult che stranamente è passato inosservato,era un saggio sullo stiramento agli addominali di Nadal:ENZO (IL GUARDIANO DEI FORUM) “Pare che lo stiramento sia stato risolto, ma un altro problema si è presentato agli occhi dello staff dello spagnolo: lo sfibramento dei peli del deretano … si pensa che la causa sia da ricercare nel continuo “smucinamento” a cui il tennista li sottopone tra un servizio e l’altro …..”
    i critici più tradizionalisti come Agostino hanno accusato Enzo di “cattivo gusto” ma il genialoide scrittore è riuscito a spiazzare tutti,e prendendo spunto dal fatto che Agostino stava nel frattempo conversando amabilmente con me del più e del meno,e qui stà il lampo di genio,sempre rimanendo in tema tricologico ha risposto cosi “AGOSTINO AGOSTINO, mi parli di buon gusto per conquistare le grazie di theresa … è vero che tira più un pelo di **** (mi autocensuro) che un carro di buoi, ma qui si esagera ” Ecco questo è il vero Enzo che conosciamo ed amiamo.A me Stefano sai che effetto strano mi fa Enzo?Ci sono film comici,quelli che fanno cassetta con le risate grasse della massa,ma che se uno ha un minimo di q.i. non ride ma piange,però,non sò se ti è mai successo,a volte,perfortuna di rado,avviene uno strano fenomeno,il film ti fà schifo,ma è talmente scemo,balzano e squinternato che riesce alla fine a farti ridere controvoglia,ridi e t’incazzi con te stessa,ma non ce la fai a trattenerti e più cerchi di trattenerti peggio ridi.Ce ne era uno famoso,visto che di cinema ne capisci,ricordi Scuola di polizia? Il primo fu un capolavoro perchè fece questo effetto irrefrenabile a tutti,anche ai critici,mi piacerebbe rivederlo ma non lo danno mai.Enzo ti prego torna in te,ti prometto che non ti chiamerò mai più il cazzaro del forum,giurin giurello Saluti Therry

  388. Enzo (IL GUARDIANO DEI FORUM) scrive:

    … forse, per la prima volta, hai centrato un punto essenziale, mia “cara” Theresa … a differenza di te (e di tutti quelli come te), io posso “calarmi nel ruolo” … provo a semplificare il concetto … in base all’argomento e, soprattutto agli interlocutori, sono in grado di modulare il “livello” del mio intervento … tu, invece, sei esattamente “ciò che scrivi” … non pretendo che tu possa capire, perchè è ormai chiaro che non possiedi “strumenti” adeguati per reggere il confronto … ciò non toglie che tu abbia tutto il diritto di esprimere liberamente i tuoi “pensieri”, le tue “sensazioni” … che senso avrebbe la vita (tennistica) senza voi Miliziani? …. :-)

  389. bogar67 scrive:

    Grazie Elettra delle risposte che mi hai dato. Ho letto che la Remondina ha iniziato con un circolo vicino alla Vavassori per poi allenarsi li. La Giovine, l’altra finalista e cugina della Pennetta dalle immagini tv aveva un fisico e una potenza nelle braccie superiore alla Remondina ma da come si è sviluppata la finale la parte mental ha influito con una percentuale molto alta sul risultato finale giunto agli ultimi punti dell’ultimo set. Sono tutte e due atlete cmq che a mio avviso dovrebbero tentare anche per l’età una programmazione che non si fermi ai tornei da 10000 dollari. Non entro negli altri ultimi commenti perchè dovrei sforzarmi di capirli!

  390. theresa scrive:

    Eddai Enzino non volevo offenderti,guarda che dicevo sul serio,quando non esageri sei divertente,mi piaci come sei,a me la gente sofistica o mi stà sulle balle (come Monna Chloe)o mi annoia,non lo vedi che anch’io ho sempre voglia di pazzià?Ciao Therry

  391. Elettra scrive:

    bogar
    sicuramente la Remondina ha una programmazione che prevede anche tornei più impegnativi, non ho idea di dove si allenasse prima perchè è con Vavassori già da quando era a Cividino quindi sono parecchi anni.
    Ciao

  392. Federico Di Carlo scrive:

    Cari amici del blog,
    vi chiedo scusa per non poter partecipare alle discussioni, come pur meriterebbero. Sto attraversando un periodo di lavoro matto e disperatissimo. Sappiate comunque che sto continuando a lavorare sulla pubblicazione di tennis e PNL e che vi penso sempre con affetto.
    PS. Un nuovo capitolo sarebbe utilissimo per una più veloce e comoda lettura e partecipazione.

  393. bogar67 scrive:

    Carissimi del blog,aspettando il PNL di Federico, visto che io sono ancora nell’età dell’innocenza vi racconto della mia bimba di 5 anni. Con la SAT siamo già alla seconda settimana, nella prima dopo le due ore di martedì e giovedì (1 ora preparazione atletica più 1 ora di tennis a seduta) fatta con altri bambini ma con un max di tre per gruppo, il venerdì ho trovato una lietissima sorpresa, il maestro non avendo altri due bimbi della stessa fascia di età della mia mi sta garantendo una lezione individuale. E’ stata una lezione bellissima, sia perchè il maestro è stato davvero bravo riuscendo a tirare il meglio dalla mia bimba sia perchè la risposta di mia figlia è stata a dir poco sbalorditiva. Su venti palline che il maestro le tirava la percentuale di rimessa dall’altra parte era di 19/20. Ai palleggi è seguita anche una serie di mini partite dove stavolta a mia figlia è stato spiegato che non doveva tirare al maestro per palleggiare ma bensì bisognava fare il punto cercando di tirare nella parte libera del mini campo. Mia figlia ha afferrato subito il concetto e provava riuscendoci più volte il cosiddetto “tergicristallo”. Ieri siamo stati in piscina per l’unica seduta settimanale programmata, seguendo anche i consigli di Giorgio Errani, sto cercando di farla praticare altri sport. Ebbene, dopo 45 minuti di ottime nuotate la bimba si è messa a piangere. Alla fine quando è uscita dalla vasca mi ha detto “papà voglio fare solo tennis”, mia moglie dice che il motivo potrebbe essere che in vasca gli istruttori non insegnano ma allenano i movimenti per cui viene a mancare la parte ludica dello sport. Non mi piace costringere ma penso che insisterò per un pò nel portarla in piscina almeno una volta a settimana, lo reputo cmq un buon allenamento integrativo al tennis se fatto però non in maniera intensiva. Saluti e mi raccomando non litigate!!
    ps Nel tentativo di trovare la somma occorrente per farle fare il salto di qualità quando e se lo vorrà, cioè come stato più volte ribadito dopo i 12 anni, ieri ho giocato il mio solito sistemino da 4 doppie al totocalcio, peccato ho fatto 11, tre partite indovinate in più ed avrei ottenuto il mio scopo visto che sarei stato unico in Italia a fare 14 ma non demordo ha ancora 7 anni di tempo.

  394. theresa scrive:

    bogar67 sei un bravo papà,quindi in bocca al lupo per il totocalcio!

  395. bogar67 scrive:

    Grazie Theresa, speriamo bene, ho la possibilità di farla crescere fino a 12 anni, confrontandola anche con bimbe di altre regioni d’italia perchè ho parenti un in tutto lo stivale che mi possono ospitare e da qui partono tante rotte low cost ma poi so già che al momento pur avendo mutuo pagato e due stipendi statali non riuscirei a farla andare avanti sempre che la bimba abbia veramente voglia di andarci. E’ di fondamentale importanza per ora che cominci a giocare con bimbe più grandi o maschietti. Nel gruppo di tre creato dal maestro ci sta un bimbo bravo ed ero compiaciuto perchè con mia figlia hanno spesso degli scambi prolungati o delle partite dove nessuno dei due ci sta a perdere. Ieri ho saputo che quel bimbo alto e bravo quanto mia figlia, è di tre anni più grande. A dicembre inizieranno i primi mini raduni PIA, vorrei invitare successivamente al circolo che frequento i genitori delle bimbe/i più bravi per delle minipartite, praticamente mi faccio un PIA fai da te, cosa che non so se vietata dalla FIT ma mi frega poco e farò ugualmente. Per mia figlia questo ed altro. Buon fine settimana a tutti.

  396. bogar67 scrive:

    Visto che avete scritto della Pieri vincitrice della 67′ Coppa Porro Lambertenghi under 12 di cui spero nell’albo d’oro tra qualche anno anche la mia figliola, volevo sottolineare il difficile compito dell’allenatore padre - coach. Fare il padre - coach è un compito difficilissimo e che configura spesso nel rapporto padre-figlio due ipotesi l’una opposta all’altra. Il primo è essere con il proprio figlio/a tennista molto indulgente anche nei momenti in cui il ragazzo o la ragazza dovrebbe essere spronato/a ad un maggiore impegno. Il secondo è invece è la troppo severità con i figli, abusare del fatto di essere il creatore (insieme alla madre ovviamente) dell’essere umano figlio/figlia e pretendere un riconoscimento per aver dato la vita attraverso un impegno al di fuori del normale ardore agonistico-tecnico. Il concetto sbagliato del padre coach severo è super giù:Io ti ho dato la vita, tu mi dai la tua vita impegnandola allo spasmo per il tennis. Ovviamente sono due ipotesi che non condivido ma non avendo la possibilità di avere un coach strettamente personale fin dalla tenera età per la mia bimba oppure un portafoglio tale da garantire un’infinità di lezioni individuali non mi resta che affrontare comunque la situazione personalmente cercando una via di mezzo e sperando di ottenere gli stessi risultati del papà Pieri. Vorrei però sottolineare che un figlio giocatore che gioca per il padre o la madre e non per se stessi (non dico con questo sia il caso della Pieri) è destinato a fallire. Un figlio o una figlia deve trovare per se le motivazioni per giocare e vincere facendo sacrifici, al massimo i genitori dovrebbero dare degli imput.

  397. bogar67 scrive:

    Salve, ho letto che in alcuni circoli (quelli più importanti) , i giovani tennisti per essere ammessi alla SAT devono fare un provino che ne tasti la capacità di apprendimento. Mi piacerebbe portare mia figlia in uno di questi circoli e simulare una possibile iscrizione, solo che non saprei comportarmi. Se alla domanda, tua figlia ha mai giocato? rispondessi no, direi cmq una bugia e mia figlia sarebbe ammessa perchè dimostrerebbe delle capacità in dote che in realtà sono frutto di un lavoro già iniziato e non natutarali. Se invece rispodessi si, rischierei magari di non farla ammettere però avrei (forse) capito quali sono le vere potenzialità della piccola. Ci penso e poi vi racconto come è andata. Buon fine settimana.

  398. theresa scrive:

    bogar67 Oddio,si tratterebbe una piccola ed innocua bugia per il bene della tua bambina,ma se l’iscrizione avviene alla presenza della piccola,non sò se questa è la prassi,subentra un piccolo problema di ordine morale,devi mentire davanti a lei e,per scongiurare eventuali gaffes,dire a lei di fare altrettanto…non sò…

  399. Pierpaolo scrive:

    Un saluto a tutti e due flash molto brevi:

    - ho invano chiesto chiarimenti al buon Commentucci sul presunto conflitto d’interessi. mi sono fatto un’idea leggendo i suoi post, ma vorrei sentire il diretto interessato. per cui, bob, se leggi sai dove trovarmi o come contattarmi.

    - avrei piacere di contattare privatamente il brillante stefano grazia, in ragione di un libro che sto scrivendo, che è decisamente connesso alla materia di cui mr grazia himself è maestro. quello che chiedo è la disponibilità ad un colloquio verbale di circa 10 minuti. That’s about it

    All the best,

    Pierpaolo

  400. Federico Di Carlo scrive:

    Ciao Bogar,
    la cosa importante è che tua figlia non diventi un mezzo per espletare nel tennis quelle che sono le TUE aspettative. La cosa più difficile per un genitore è sostenere i figli quandanche essi non vogliano seguire i tuoi consigli ed idee seppur sensati. Amare incondizionatamente vuol dire anche torturarsi contronatura nel vedere i figli soffrire ed essere sconfitti. Purtroppo è così che crescono e che diventano uomini. Non esiste scorciatoia ne alternativa.

  401. andrea scrive:

    Non ho figli, nel caso dovessi averne tutti i commenti letti in questi mesi saranno d’aiuto. Tuttavia ciò che mi spaventa dei genitori è quando diventano assoluti programmatori della vita dei figli, anche quando si tratta di sport. E’ giusto pur avendo un figlio dotato spingerlo in maniera insistente verso una disciplina? Leggo di bambini che a 5 anni fanno il tergicristallo, papà che sognano un coach privato, e guardano già a quando il pargolo sarà finalmente cresciuto. La natura in tutto questo non c’entra nulla? Leggo ancora di precocità, come valore imprescindibile, e domando a tutti dove arriveremo? Una volta si diceva “quel bambino ha iniziato nella culla”, ho l’impressione che tale previsone si stia avverando. Forse è giusto così, è inevitabile se si desidera emergere, ma scusate l’ovvietà, molte delle vostre considerazione mi spaventano, da uomo, da maestro di tennis, da possibile genitore!

  402. Mauro g&f scrive:

    Andrea, seneca diceva che se non conosci il tuo porto di partenza e di arrivo nessun vento potrà esserti favorevole. Il problema di una parte dei giovani d’oggi, è proprio questo, non sanno dove stanno andando o dove vogliono andare. Se i genitori trovano una via, qualinque essa sia, non può assolutamente che fargli bene, in attesa che il ragazzo trovi la sua strada o segua quella già tracciata.
    Prova a vedere in quali luoghi stanno o cosa fanno la maggior parte dei giovani d’oggi. Crack, alcool fumo di tutti i tipi, sballi di ogni genere, permettimi ma io preferisco nel tempo dopo lo studio, vedere mia figlia dare il massimo nello sport e lasciare il cazzeggio ai figli dei genitori benpensanti.

  403. andrea scrive:

    Non sono d’accordo. Se i giovani, come hai sottolineato, passano il tempo tra sballi di ogni genere, la colpa è dei genitori che non ci sono mai. Sono i pessimi esempi a portare i ragazzi su strade sbagliate, non l’ossessiva ricerca di qualcosa, anche se si tratta solo di sport. Gli adulti dovrebbero passare più tempo con i figli, per capirli meglio, proteggerli quando serve, lasciarli fare quando è necessario. Invece tentano programmando tutto di metterli sulla via giusta solo perchè si dedicano molto a qualcosa. La vera libertà individuale è quella di poter seguire la proprie naturali inclinazioni, ma se queste sono troppo condizionate da scelte altrui? Ho avuto la fortuna di avere genitori presenti, nel bene e nel male, lo stesso non accade ai ragazzi che alleno, lasciati molto soli; lo sport è un’ottima occasione di crescita, che bisogna rispettare nei tempi, cosa spesso ignorata persino dai maestri. I giovani d’oggi sono pieni di talento e capacità, come quelli delle generazioni percedenti, colpevolizzarli mi sembra sbagliato, il grosso del lavoro deve essere fatto purtroppo sui genitori, in preda ad un vero fallimneto generazionale.

  404. bogar67 scrive:

    @Andrea non mi fare diventare un mostro solo perchè organizzo la vita di mia figlia che ha 5 anni e di conseguenza anche la mia. Da sola, adesso, a questa età sarebbe in grado di raggiungere un campo di tennis o uno di pallavolo o uno di calcio? Io le sto facendo provare diverse esperienze sportive poi sarà lei a scegliere, le sto solo indicando la strada che adesso è la mia ma non è detto che un giorno sarà la sua.
    @ Federico
    Non mi aspetto che mia figlia vinca wimbledon ma che rimanga lontana dai vizi che la società di oggi (tv compresa) propina ai nostri giovani. Al mio paese in poco tempo sono morti due giovani di overdose, lo sport qualsiasi esso sia aiuta a restare lontano anche se non allontana da questi mali. Ecco quella di non finire come questi ragazzi è si un’aspettativa ma non solo mia ma penso di ogni genitore. Non mi prendete per un padre malato di tennis, io non assillo mia figlia, la assecondo e per ora assecondare è portarla a fare sport, diversi sport!! Mai obbligato mia figlia a fare qualcosa che a lei non piaccia dove quel qualcosa è inteso lo sport. Nella crescita di mia figlia e del bimbo che tra poco arriverà ho messo delle Esse nella loro crescita in ordine prioritario. 1° SALUTE 2° SCUOLA 3° SPORT. Per scuola intendo anche l’essere educati ed avere rispetto per il prossimo. Saluti a tutti.

  405. bogar67 scrive:

    Dicevo lo sport qualsiasi esso sia aiuta a restare lontano anche se non allontana DEFINITIVAMENTE.
    Al solito faccio concorrenza al TRAP.

  406. Mauro g&f scrive:

    Andrea, inanzittutto prima di criticare, diventa genitore poi ne parliamo. Nel tennis poi ci criticano per la troppa presenza e tu dici che non ci siamo mai.
    Mi sembra un intervento il tuo fatto solo per criticare e non costruire.

  407. andrea scrive:

    @bogar67
    Non voglio farti passare per un mostro, ci mancherebbe, e in ogni caso con i tuoi figli puoi fare ciò che ritieni più opportuno. Le mie considerazioni vogliono essere più generali, indirizzate verso l’eccessiva quanto precoce programmazione della vita altrui. Mi fanno ridere i genitori che mandano i figli a scuola un anno prima, come quelli che li portano in piscina a nove mesi! Non capisco la necessità di abbreviare i tempi, di anticiparli, quasi fosse un sinonimo di miglioramento garantito. Una volta si giocava in cortile, e andava bene a tutti, oggi per far giocare un bambino dobbiamo scomodare scienziati e professoroni, psicologi e super tecnici: scusate se lo trovo un pò ridicolo! Non sto lanciando un giudizio verso qualcuno, semplicemente proporre una riflessione, e maggiore attenzione riguardo alle scelte nei confronti dei bambini. C’è ancora qualcuno che li ascolta?

  408. stefano grazia scrive:

    Andrea,il postulato di questo subblog e’ sempre stato: ci sono Genitori e genitori, ci sono Coaches e Coaches e ci sono Bambini e Bambini.
    Chiunque voglia generalizzare e addossare le colpe solo agli uni o agli altri, o e’ miope e cme al solito vede la paglizza negli occhi altrui e non la trave nei suoi o si sente in colpa.
    AVVISO AI NAVIGANTI:
    Gia’ consegnato l’Ultimo (in tutti i sensi)Articolo di G&F_GRAN FINALE.
    Eccovi il trailer:
    Il Blog ha esaurito la sua spinta oppure il fuoco cova ancora sotto le ceneri?
    La Tecnica e’ sopravvalutata soprattutto in Italia?
    Nascere Canaglia e’ un vantaggio o uno svantaggio?
    Da Bollettieri sono dei Ladri o no?
    E in piu’ i Consigli per gli Acquisti…

  409. NOTFORYOU scrive:

    CIAO A TUTTI. Sono una mamma di un bimbo di sei anni che gioca a tennis da quando ne aveva tre. E’ già bravino per la sua età tanto è vero che il maestro lo fa giocare con i bambini di otto e nove anni. Io gioco spesso con lui a mini tennis sfruttando uno spazio pubblico vicino casa (per contenere le spese..). Per il momento non ha mai superato l’ora settimanale di scuola tennis, un pò per i costi e un pò perche ritenevo che alla sua eta’ era già abbastanza quanto faceva. Adesso ho il dubbio che ciò non sia più sufficiente. Vorrei che diventasse davvero bravo e mi chiedo se alla sua eta’ è meglio aumentare le ore settimanali di scuola tennis o se è ancora presto per farlo, considerando che ha iniziato la scuola elementare e che frequenta il corso di nuoto una volta alla settimana. E’ ovvio che il maestro propone di aumentare le ore di sat ma non so se lo dice perchè ci crede o per altri motivi..e poi ho l’impressione che in un piccolo circolo anche chi ha talento dopo un po’si perde. Il problema è che durante la stagione invernale non riesco a giocare con lui e temo che giocando solo un’ora la sua tecnica non migliori abbastanza. Non conosco altre esperienze in modo diretto ma vorrei evitare di trovarmi fra tre o quattro anni a rimpiangere il tempo perduto. Si dice sempre che da piccoli si acquisiscono meglio le nozioni di qualunque genere esse siano e quindi suppongo che anche nello sport sia così, giusto? Poi alcuni dicono che non bisogna stressare troppo i bambini che si rischia il rigetto..e un genitore non sa mai cosa è meglio fare..Lui si diverte molto a giocare a tennis e io vorrei quantomeno creare l’opportunità affinchè possa provarci. So che è molto difficile se non impossibile riuscire a diventare qualcuno nel tennis, ma credo che il compito di un genitore sia quello di intuire quali possano essere le attitudini di un figlio e di conseguenza preparargli il cammino, almeno nei primi anni quando ancora dipende da noi. Chissà quanti talenti non sono emersi a causa della miopia o della pigrizia dei genitori, non vorrei certo commettere questo errore. Poi, se son rose fioriranno seno’ pazienza, avrà comunque imparato uno sport meraviglioso. Ma qual’e’ la strada da seguire in questi casi? Sento parlare di accademie, di Stati Uniti, ma per chi non ha grandi risorse economiche è davvero impossibile riuscire nel tennis? E se uno è bravo ma non può permettersi tutto questo?Vorrei sentire il parere di qualcuno più esperto di me e quindi colgo l’opportunità che questo blog offre per inviare la mia richiesta. Grazie a tutti voi.

  410. simplypete scrive:

    Prendo spunto dall’ultimo post di Stefano Grazia

    -La tecnica in italia è sopravvalutata?

    Per la mia esperienza direi proprio di no; anzi direi che trovare maestri validi e competenti (detto in parole povere che ne capiscano veramente) è tutt’altro che semplice, casomai c’è il problema opposto, pochi tecnici validi e tornei giovanili dove si vede spesso una tecnica approssimativa salvo rare eccezioni, quali guarda caso, figli di maestri o comunque di addetti ai lavori che essendo dell’ambiente sanno chi è valido e chi no.
    Altro problema specie nel settore femminile il 90% delle bimbe “palletta” proprio perchè hanno una tecnica approssimativa ed all’inizio e più facile vincere aspettando che l’avversaria sbagli piuttosto che cercare il punto.
    Mi ci è voluto una anno per trovare un maestro che mi dicesse non:” ha vinto?… ma come ha giocato “il che penso la dice lunga sulle capacità e sugli obbiettivi dei medesimi.
    Io la vedo così: per tirare fuori dei campioni con continuità bisogna che fin dagli under 10/12 il livello tecnico sia curatissimo nella media, in modo che il livello del gioco si alzi così che possano emergere non solo i tre o quattro che sanno giocare, ma magari non hanno altre qualità fisiche-mentali ma i più bravi potenzialmente, quelli sui quali si possano investire dei soldi da parte della federazione e/o privati…con una ragionevole speranzache esca un top 100.
    Faccio un es. si parla un gran bene della Zerulo (98) molto bene sono contento per lei, ma del suo livello dovrebbero essercene una decina con la base di praticanti che c’è in italia.
    Magari in Italia sei un fenomeno poi vai fuori sei una/un buon giocatore e basta…se il livello competitivo fosse più alto nel tuo paese d’origine non c’è dubbio che ci sarebbro meno traumi da trasferte e…( lo so che è lapalissiano) ma per elevare il livello bisogna insegnare a giocare a tennis non a pallettare….
    Nel maschile forse per indole si cerca un po’ di più il punto, ma essendo tecnicamente lacunosi appena la partita si fa tesa vai giù di gran remate a scapito del cercare di colpire bene….vedete un po voi se c’è troppa cura della tecnica…

  411. andrea scrive:

    @stefano
    Non mi sembra di aver generalizzato i comportamenti dei genitori, piuttosto ho espresso le mie perplessità nei confronti di una precocità esagerata. Se avessi un figlio di certo non lo porterei in piscina a nove mesi, o gli metterei la racchetta in mano a due anni, cercherei di farlo crescere nella maniera più serena possibile. Vedo bambini bravi ogni giorno, ma mi chiedo cosa voglia dire esserlo; rispetto a Nadal bambino oppure al figlio del mio vicino di casa? Quali sono i parametri? E chi li stabilisce? Il maestro? Il papà fanatico? Forse tutti noi abbiamo dimenticato che i bambini hanno bisogno di giocare nel vero senso della parola! Lasciamo che la natura faccia il suo corso, con pazienza e amore: in queste due cose c’è già tutto quello di cui hanno bisogno.

  412. bogar67 scrive:

    Quoto in pieno quasi tutte le considerazioni di NOTFORYOU con cui condivido parecchie cose tra cui possibilità economiche limitate, precocità del figlio, spazi dove far giocare il figlio improvvisato, possibili risvolti futuri. Per le ore da far fare, l’anno scorso per mia figlia vi erano due ore di solo tennis settimanale in SAT ed al resto pensavo io . Quest’anno, abbiamo deciso in comune accordo con il maestro di “caricare” (brutto aggettivo per una bimba di 5 anni) altre due ore di atletica e una di tennis in più mentre rimangono intatte le ore a disposizione per giocare nel fine settimana con me. Per il prossimo anno penso che aumenteremo il divertimento della bimba di altre 1,30 ora settimanale di solo tennis.
    @Andrea ti ringrazio di avermi compreso, preciso ancora una volta che io non porto con le catene mia figlia a giocare, piuttosto come scritto in precedenza è lei che mi trascina in catene ai campi per vederla e farla giocare. Per portarla in Sat sono 30 minuti e 26 km di strada anche sterrata, quando ha anche l’ora di ginnastica, visto che il circolo è in aperta campagna mi tocca passare il tempo mentre la bimba gioca a leggere giornali o ascoltare musica ma per i figli questo ed altro. Saluti a tutti
    @Theresa opterei per seconda ipotesi ma portarla in altri circoli per avere pareri diversi sarebbe poisitivo. Se un coach o come mi capita spesso un altro genitore mi viene a dire senza che io lo chiedessi “tua figlia è brava” posso pensare che ciò viene detto per far piacere a me. Mi è capitato però di ascoltare due genitori che commentavano senza sapere che io ascoltassi le gesta di mia figlia elogiando il modo di “giocare e divertirsi”, questo mi convince di più. Saluti a tutti.

  413. stefano grazia scrive:

    NOTFORYOU: e’ gia’ stato scritto TUTTO MA PROPRIO TUTTO e bisogna solo aver la pazienza di andarsi a rileggere ALMENO ALMENO i Riassuntoni della Prima Stagione e gli Articoli Introduttivi della Seconda: vai sull’Archivio di Genitori & Figli e troverai tutto li’. MA NEL PROSSIMO ARTICOLO TROVERAI ANCHE IL TITOLO DI UN LIBRO CHE POTREBBE FARE AL CASO TUO.
    Per il momento il mio consiglio (non ti sto a ripetere la mia esperienza perche’ un po’ di fatica dovrai farla anche ad andare a rileggerti quel che abbiamo scritto in 2 anni) e’ quello di farle comunque fare la SAT perche’ cosi’ sta insieme ad altri bambini E DI INTEGRARE COL TUO TEMPO LIBERO…Se poi e’ un fenomeno te ne accorgerai tu e se ne accorgeranno i Maestri ma a 6 anni deve solo giocare il piu’ possibile E NEL CONTEMPO FARE ANCHE ALTRI SPORT (concetto di polivalenza): atletica, arti marziali, calcio o basket…fagli fare anche una-due ore a settimana di questi sports… Fino a 8-9 anni non credo sia il caso di preoccuparsi troppo se ha gia’ un maestro che gli insegna i fondamentali e se tu gli fai fare poi le ripetizioni… Magari,se proprio non ne sai mezza, portalo da un preparatore atletico (Buzzelli, Catizzone…) e fatti insegnare degli esercizi specifici (di footwork) per il tennis, esercizi ovviamente adatti a quell’eta’… Io credo che a quell’eta’ i genitori se hanno tempo e voglia possano fare molto ma nemmeno devono angosciarsi perche’ di tempo ce n’e': l’importante e’ cominciare a fare i gesti giusti, a fare i movimenti giusti…ma anche a divertirsi. E poi incontratevi con Bogar e date il via a G&F Season 3…

  414. Pinot scrive:

    Se ti dessero le famose “chiavi” il blog avrebbe qualche possibilità di rianimarsi. Con il congedo di Max di Commentucci e il tuo, a singhizzo, si è rotto il filo conduttore.
    Incursioni di filosofi, moralisti e rompi vari, oltre che qualche punta di polemica non sempre garbata ne hanno minato la fluidità e poi la funzione.

    E certo che numero di ore di atletica, numero di ore di tennis, fasi sensibili, allenabilità, polivalenza e poi il contributo di esperti come Buzzelli, Baraldo, Federico, e le esperienze, fondamentali, dei figli di max, stefano, atti, giucas… e i discorsi su talento, allenamento ma anche, che nostalgia, su omeopatia ma anche cinema e letteratura perchè no.

    Torneremo faticosamente a riparlarci? Avanti i prossimi?
    Era tutto oro, certo non colato, ma stava all’intelligenza di ognuno colarlo, agli occhi di genitori inesperti e preda di meccanismi sconosciuti, indefiniti e spesso autoreferenziali, ed un porto presso cui riparare nei momenti di sconforto o di incertezza.
    E poi le proposte…tornei fine settimana, guida michelin, ecc.

    Di tanto in tanto diamo un’occhiata distratta alle dispute tra tifoserie, degne delle migliori tradizioni calcistiche, che si scatenano su altre sezioni di questo sito e sconsolati torniamo ai nostri problemi di programmazione di allenamenti, lezioni col maestro, racchetta junior, ma quanto lunga?, palline mid o dure?, policoncorrenza e partecipazione ai tornei, km macinati, sconfitte da digerire, elaborare prego, ed anche alle partite di calcio e a tutti i problemi che questo benedetto sport “individuale” ti riversa addosso quale genitore e dei quali se non ti prendi cura direttamente, non si prenderà cura nessuno.

    Mi sarebbe piaciuto narrare dei progressi del pargolo, era poco meno di un’anno fa che scrivevo su queste pagine che dal campo di minitennis si avviava nel mare magnum del campo intero.
    I primi tornei, le prime vittorie e le prime sconfitte su quei campi enormi, con quelle reti altissime e l’esperienza di aspettare ore il tuo (suo) turno e i km macinati come previsto e constatare che il bambino gioca come sarebbe piaciuto a mad max. E gli incontri col prof. Buzzelli e il sens tuoch system e i raduni…
    E mentre il pargolo cresceva il blog si avvitava in quella spirale che ne ha sterilizzato la funzione.

    C’è fuoco sotto la cenere, caro Stefano, ma se qualcuno non se ne occupa, se qualcuno non provvede ad alimentarlo, scalderà sempre meno e resterà un’esperienza irripetibile.

  415. stefano grazia scrive:

    Andrea, io ho portato mio figlio in piscina a 3 mesi (e l’ho messo sott’acqua, secondo le tecniche di un istruttore non mi ricordo il nome, mi pare francese e di conseguenza non ha mai avuto paura dell’acqua, degli squali o dei motoscafi magari si ma dell’acqua in se’ no),gli ho messo la racchetta in mano a 3,gli sci ai piedi a 4 e la mazza da golf a 5. Questi sono i 4 sport ’socializzanti’, se non diventa un campione a tennis puo’ comunque arrivare per lavoro in una citta’ sconosciuta in Italia o all’estero e iscriversi al circolo locale e in virtu’ del suo gioco farsi subito degli amici. allo stesso tempo non sara’ mai nel gruppo di amici in vacanza o al mare lo sfigato che se ne sta sullo sdraio perche’ non sa nuotare o sciare mentre gli altri si divertono.Ovviamente a 5 aa giocava anche a calcio alla scuola americana (vincendo il titolo di capocannoniere nel torneo kindergarten,una decina circa di partite nel primo semestre. Ha fatto un paio d’anni di karate’ e qualche mese di nuoto all’anno per 2-3 anni. Se si va a un Club Med si iscrive ai corsi di tiro con l’arco ,di free climbing, di teatro o di trampolino acrobatico…Alla scuola Americana era il migliore l’anno scorso nel test di Cooper e sul miglio.Avesse frequentato una scuola inglese o avessimo vissuto in S.Africa o Australia sicuramente avrebbe giocato anche a rugby e la prossima estate abbiamo intenzione di fargli fare un paio di settimane di un corso di vela per disintossicarlo dal tennis e per aiutarlo ad essere ordinato e concentrato. Suona (male e poco) anche il piano e quando ha tempo a Bradenton fa un’oretta o due di Yoga.In Sud africa ha fatto surf sull’onda artificiale e con il RipStick (lo skate snodabile)si lancia giu’ per le discese curvando come se fosse su uno snowboard.Secondo me si diverte come un matto…

  416. Mauro g&f scrive:

    Simplypete, concordo con te, anche se a mio avviso potenzialmente come la Zerulo ci sono eccome, il problema a quell’età è che come ebbe a dire Stefano Grazia, le bimbe si dividono in ancora sporche di latte e quasi veline. E’ importante perciò, distinguere tra età biologica ed anagrafica. Ma ancora più importante è creare queste strutture agonistiche regionali che si occupino della crescita agonistica di almeno otto atleti per anno.

  417. madmax scrive:

    Pinot la verità è che il tennis italiano (stampa compresa) non vuole assolutamente crescere perchè per chi lo gestisce sarebbe una tragedia… Ad una eventuale crescita del settore risulterebbe indispensabile una conseguente crescita tecnica dei maestri e dei dirigenti (e molte volte anche proprio a livello di spessore umano) che ora come ora sono per lo più dilettanti, quando va bene mestieranti ma troppo spesso lestofanti. Questo nell’attuale stato di mediocrità che impera a tutti i livelli sarebbe una tragedia colossale in quanto si romperebbe il giocattolo ed il loro giardino verrebbe messo in pericolo, fatto che si sa come nessuno voglia che accada. E visto che i nostri figli stanno crescendo e di conseguenza le problematiche che si incontrano cambiano (ed aumentano), le cose da scrivere sarebbero molte ma a questo punto il gestore del blog dovrebbe prendere una posizione e decidere da che parte stare… Purtroppo un’idea su cosa deciderà già ce l’ho…

  418. bogar67 scrive:

    Condivido in pieno il progetto di creare le strutture agonistiche regionali che si occupino della crescita agonistica di almeno otto atleti per anno sotto l’egida anche economica della federazione.
    Queste strutture a mio avviso quantomeno per i bimbi fino all’under 12 dovrebbero funzionare non più di una o due volte a settimana lasciando al lavoro dei maestri del proprio circolo cosa bisogna fare negli altri due o tre giorni. Ovviamente questo perché il territorio regionale o anche provinciale può essere vasto a secondo della regione per cui trasferire un bambino di 8/12 anni e tutta la famiglia nella sede di questa struttura non è semplice. Ad esempio, se mia figlia di anni 9/10 agonista (Mauro non hai specificato età degli agonisti) abita a Caltanissetta ove primeggia nel Tennis Club Caltanissetta ma si raffronta ogni giorno con poche bambine meno brave sarà poi difficile che diventi bravissima se non ha un confronto negli allenamenti con chi invece gioca in un circolo più grande e con più iscritti come il Tennis Club Palermo. Sarebbe opportuno almeno una volta a settimana sempre che i genitori siano disponibili a raggruppare i piccoli agonisti dei vari circoli in una struttura apposita e farli confrontare insieme con allenamenti ed incontri sotto la visione di uno o più referenti FIT regionali. In realtà questo già avviene con i vari raduni fissati per classe ma in maniera sporadica nell’arco temporale della stagione. Diverso invece il discorso per chi supera i 12/13 anni quel punto l’impegno sarebbe più gravoso e da “Caltanissetta” bisogna decidere se è il caso di trasferirsi in questa struttura di Palermo o Catania o Messina ect a tempo pieno.

  419. simplypete scrive:

    Medmax sai hai proprio centrato il punto la mediocrità tecnica regna sovrana, salvo qualche centro noto ai più il resto è desolazione.
    Se vuoi provare ad arrivare devi arrangiarti, spendere molti soldi e tempo e non ultimo avere la fortuna di trovare un maestro onesto aggiungi la materia prima (un buon talento di base) e forse ne cavi qualcosa.
    Dal mio punto di vista la federazione dovrebbe spendere la maggior parte delle risorse fino a 15 anni per le femminuccie e 16 per i maschietti poi dovrebbe lasciar fare ai privati.

  420. Pierpaolo scrive:

    @ Mr Grazia

    Sono in partenza per Bradenton, mi piacerebbe scambiare qualche idea prima del decollo. Ripeto: sto scrivendo un libro di metafiction sulla Florida. Sarebbe così gentile da dedicarmi 10 minuti?

    Grazie in anticipo, anche nel caso in cui non accettasse.

    G2G

    Pierpaolo

  421. valeria scrive:

    Avrei 2 domande da fare: 1 Un agonista di 12 anni deve fare regolarmente massaggi preventivi( per sciogliere i muscoli ) ? 2 Chi è il migliore a fare tests di valutazione fisica e a impostare un programma di preparazione atletica? Un grazie a chi vorrà rispondermi…

  422. stefano grazia scrive:

    Pierpaolo, anch’io sto scrivendo un libro (La Canaglia di Lagos) e vorrei anche pubblicarlo a puntate su questo o un altro Blog cosi’ almeno mi costringo a scriverlo per cui saro’ ben contento di parlare con te ma non so se lo hai capito io sto in Africa al momento…Comunque autorizzo la Redazione a darti la mia email oppure dammi tu un recapito dove contattarti… Anch’io comunque sto per partire per Bradenton dove staro’ nelle ultime due sett di Novembre (poi i miei vengono a Lagos a Natale, io forse andro’ altre 2 sett a Febb, loro verranno a Pasqua e poi d’estate , etc etc, insomma cerchiamo di distribuire mie ferie con feste scolastiche in modo da ottimizzare il nostro tempo insieme.
    VALERIA: la risposta a chi sia il migliore a fare i tests di preparazione atletica sara’ diversa a seconda di chi ti risponde: Mad Max dira’ senza dubbio Catizone, io ti potrei dire invece il Prof Buzzelli e non perche’ Catizone non sia bravo ma perche’ appunto io conosco Buzzelli e so che sui tests di valutazione lui ha costruito parte della sua carriera tanto che credo li faccia o li abbia fatti anche per la FIT.Credo che ci siano diversi suoi POSTS nei precedenti articoli di G&F,credo che altri Genitori del Blog abbiano usufruito dei suoi consigli (cfr Pinot) e comunque basta andare sul suo sito http://www.salvatorebuzzelli.it e poi ce ne ha un altro sulla preparazione atletica. Certo, ce ne saranno tanti altri,qui sul blog abbiamo conosciuto anche Baraldo che pero’ lavora con Rianna,c’e’ Lisa Sartori che lavora a Caldaro col marito…Al Sud ce ne saranno altri ma direi che con Buzzelli e Catizone puoi andare sul sicuro e tutti e due sono in grado di darti un buon programma atletico e fare un corretto test di valutazione. I tests di valutazione sono comunque il campo di Buzzelli che,avendo il pallino dell’inventore…e del business, ha anche inventato dei macchinari(il SensoTouch per esempio) per misurare i tempi di reazione.Fondamentale a mio avviso per tutti quelli che si avvicinano al Tennis il suo DVD La preparazione atletica del tennista. Dopo aver visto quello possiamo cominciare a parlare qui sul blog e magari aggiungere questo o quell’altro argomento ma quel DVD deve costituire almeno il punto di partenza, uno che e’ a digiuno di nozioni dovrebbe fare di tutto per guardarselo.

  423. stefano grazia scrive:

    VALERIA: dal sito di Buzzelli:
    News !!!
    Domenica 1° novembre ‘09, dalle 9 alle 13, presso il mio Centro Tecnico eseguirò gratuitamente una serie di test atletici a ragazzi/e tra i 10 e i 16 anni che vorranno una valutazione attitudinale allo sport. Vi aspetto nel Palazzetto dello Sport di Villa Pallavicini, Via M. E. Lepido 196- Bologna.

  424. costa azzurra scrive:

    ciao a tutti

    e soprattutto a mad max …. lo sapevo che ti ritrovavo qui….

    è molto che non ci vediamo ma con questa crisi bisogna lavorare il doppio per prendere forse la metà ….. e quindi … poco tempo…. poco denaro …. e tante speranze che un mattino questo momento sia il passato.

    volevo far notare a tutti l’articolino di commentucci sul sito della federazione

    ecco lì sta il problema: la FIT dovrebbe premiare i circoli che fanno questo e non i circoli che fanno un gran numero di soci , i circoli che di tasca loro sovvenzionano i ragazzi promettenti e giovani e aiutano un’attività che costa come minimo 50.000 euro annui e non 5.000 euro perchè con 5.000 euro non vai da nessuna parte ………………

    e il tennis è uno sport per ricchi perchè non è come gli altri sport dove il talentuoso viene preso dal vivaio e viene interamente spesato da chi ha interesse affinchè diventi il più forte o uno dei più forti

    e nella mia esperienza ne ho visti di ragazzi veramente bravi che hanno smesso e non ti dicono” perchè i miei non ce la facevano” ma inventano altre scuse….

    e purtroppo vedo anche un sacco di figli di papà veramente incapaci che hanno tutto quello che serve e loro si che smetteranno un giorno per ….noia….

    comunque chi la dura la vince e vedremo chi è la roccia vera !!!!

  425. madmax scrive:

    Ciao Valeria… Noi massaggi non sono necessari anche se una volta ogni tanto male non fanno… Per quanto riguarda i test atletici ma in realtà per il tennis in generale di tutte le persone con cui ho avuto a che fare (che sono molte e tra i migliori se non i migliori in assoluto soprattutto ora che mia figlia è andata via dalla Vavassori) c’è solo un nome…. se vuoi mandami una mail a:

    dreamtennis@alice.it

  426. madmax scrive:

    redazione vi siete dimenticati un mio post….

    ciao costa proprio non sapevo dove trovarti perciò mandami una mail….

    dreamtennis@alice.it

    come scrivevo sopra non ho rinnovato con la Vavassori, voi che fate ci andate ancora? cmq teniamoci in contatto…

  427. madmax scrive:

    stefano, io non so se sia meglio uno l’altro o quell’altro anche perchè gli altri non li conosco, quello che posso dirvi sono le cose che so per certo e le ultime novità sono…

    alberto cova medaglia d’oro alle olimpiadi ed ai mondiali rispondendo al presidente di una delle squadre di pallacanestro femminile più titolate d’europa che gli domandava chi era il preparatore atletico migliore che lui conoscesse e che potesse far fare un ulteriore salto di qualità alla sua squadra ha risposto: ne conosco solo uno solo all’altezza, posso provare a chiamarlo…

    riccardo piatti all’ultimo incontro che abbiamo avuto in occasione di un raduno dove ho portato mia figlia la sera a cena mi ha detto: è inutile dirti qualsiasi cosa perchè sei già sulla strada giusta, cotinuate così….

    controindicazioni?? principalmente due, non lavora gratis ma soprattutto bisogna riuscire a sopravvivere e resistere!!

  428. bogar67 scrive:

    @costa azzurra 50000 euro per un’attività di una ragazza under 14/15 mi sembra cmq una cifra inverosimile. Prendendo ad esempio il listino prezzi di Eurosporting Pordenone, ci vogliono dai 10000/15000 per la retta annuale e penso che con altri 10000 euro i tornei giovanili programmati si riescono a fare. Per tornei intendo quelli in Europa e zone limitriofi perchè se poi comincia ad andare in Cile o Costarica la cifra da spendere per il genitore aumenta. Hai scritto e sono d’accordo che il tennis è uno sport per ricchi perchè non è come gli altri sport dove il talentuoso viene preso dal vivaio e viene interamente spesato da chi ha interesse affinchè diventi il più forte o uno dei più forti. Io cmq non sono ricco ma neanche un monoreddito, con il mio stipendio e quello di mia moglie fino a 12 anni posso dare, poi sempre che ci siano le condizioni tecniche e il volere di mia figlia credo e spero nella provvidenza!!! Farmi adesso il problema eliminando a priori la possibilità alla bimba di poter diventare, se lo vorrà, una tennista professionista non se ne parla. Per ora si diverte poi si vedrà, nel cammin di nostra via incontrerò………………………….

  429. costa azzurra scrive:

    bogar67

    come la maggior parte dei genitori italiani non sai cosa voglia dire fare tennis sul serio
    con una retta da 15000 euro ti paghi un parcheggio in accademia
    con 10000 euro un giretto turistico tra i tornei per vedere un po’ cosa è il tennis

    i veri tornei sono in america ma non parlo del cile come dici tu ma in florida
    sono in australia in inghilterra in francia e negli emirati arabi ecc.. non so se mi spiego
    poi con la cifra che dici tu la mandi da sola tua figlia ??? in hotel tipo ETAP HOTEL dove la frequenza è assicurata… e voli low coast così arriva al torneo che le sembra ancora di avere la valigia sulla testa

    ecco perchè fatichiamo così tanto ad avere dei top ten !!!!

    se la mentalità è questa

    50 000 euro sono il minimo per un anno con coach , preparatore fisico, medico che ti segue , aerei decenti e viaggi decenti , perchè se per risparmiare mangi hamburger a 1 euro da mac donald la tua carriera finisce presto e non per motivi tennistici

    buona sera a tutti

    per mad max …lunedì ti scrivo una mail…. piacere di averti ritrovato …

  430. Pinot scrive:

    Bene, se torna qualcun’altro saremo al completo. E, magari, decidere tutti insieme il da fare per dare continuità a questo affare.

    Mad max l’incontro con Piatti e la storia con il Vav sarebbero da raccontare, almeno agli aficionados, non ti pare?
    In ogni caso mi piacerebbe sapere se quei raduni il Piatti li tiene anche a latitudini diverse, a sud del Rubicone per intenderci o meglio ancora dell’Ofanto.

    Quanto ai preparatori atletici posso confermare quanto di buono scritto da Stefano G. su Salvatore Buzzelli.
    Ad averci al possibilità il 1 novembre mi fionderei a razzo da quelle parti.

    A proposito di pietre miliari, la fit ha organizzato qualche settimana addietro degli incontri di aggiornamento con il prof. Schmit, sì quello dello schema motorio, che ho scoperto essere stato, oltre che uno scienziato, un formidabile atleta degli anelli.

  431. bogar67 scrive:

    Costa azzurra, i 50000 euro e anche di più saranno spesi da chi oggi (Schiavone, Pennetta, Vinci, Errani) fanno quei tipi di tornei che però portano anche ritorno in termini economici tali da ripagare le spese. Non penso che i genitori della Oprandi, della Remondina, della Gatti Monticone, della Floris, della Burnett, Di Sarra, Jovine etc spendano così tanto solo per far divertire i loro figli. Certo se questi devono fare il salto di qualità le spese aumentano e per farlo, questo salto servono maggiori introiti che un genitore anche facoltoso non può dare, (tornei vinti, sponsor, ingaggi squadre di a1/a2, etc). Io parto dal presupposto, se ti chiami bogar, hai passione, vuoi davvero sfondare e sai che per farlo ci sono soldi da spendere, questi soldi te li devi guadagnare vincendo. Da qualche parte, ho letto che in un torneo negli Usa una giovane tennista russa di cui non ricordo il nome, passeggiava per la cittadina e chiese al padre se gli potesse comprare un bene di consumo (non ricordo se un gioiello o un capo di abbigliamento), il padre rispose, vedi se domani batti la Sharapova avrai quei soldi per poterlo comprare. Il giorno dopo quella ragazza vinse contro la Sharapova.
    Mia figlia è piccola e adesso si deve solo divertire, io devo far capire a mia figlia crescendo il valore dei soldi come sono riusciti a farmelo capire i miei genitori seppur in maniera esagerata (a 7 anni facevo già il commesso in un negozio di fiori), e che nulla gli è dovuto se non attraverso lavoro e fatica. Vuoi fare il torneo negli Usa, bene prima vinci quello da 25000 euro sottocasa. In questo blog si è scritto di wild card pagate per i loro figli, mai e poi mai una cosa del genere.

  432. nicoxia scrive:

    Costa Azzurra, avere tutte le comodita’ non e’ per forza il percorso giusto dipende dall’allievo, Davidenko non aveva certo tutte le possibilita’ di un ricco pero’ questo gli ha forgiato il carttere, quello che non si puo’ dire di molti italiani.

  433. simplypete scrive:

    Costa azzurra scusa ma penso proprio hai una visione distorta del tennis giovanile, guarda che il livello del tennis in europa è più alto che in america del nord, con molto meno della metà di quella cifra, si può fare una programmazione più che adeguata; se poi pensi che fare attività giovanile vuol dire fare i professionisti atp wta perchè fa figo allora chiaro che non bastano 50000 salvo poi che nel tennis giovanile forse te lo scordi ma non c’è price money.
    L’unico tennis vero è quello senior il resto serve solo per capire a che punto ci si trova,la mia filosofia è: qualche torneo importante eta, qualche open poi quando vedi che i 2.3 2.4 li fai a fettine prendi la valigia, una buona dose di coraggio, il coach fai i 10k 25k e via di seguito se dopo due o tre anni li non sfondi pensa realisticamente o a prenderti una laurea o puoi sempre fare il maestro….
    Quando vedo che ci sono giocatori italiani/e che a 22/24 sono ancora tra i 10k e 25k penso proprio che siano fortunati evidentemente possono vivere senza lavorare…..

  434. simplypete scrive:

    X madmax scusa ma il raduno che hai fatto con piatti era a titolo oneroso?
    l’ hai trovato valido? hai fatto video analisi con pizzorno? un ultima cosa tua figlia farà qualche torneo quest’inverno?

    Grazie in anticipo per la risposta

  435. felice scrive:

    A proposito di test, io sarò con mia figlia a farglieli fare, il primo novembre a bologna al centro tecnico del prof. Buzzelli. Per chi è interessato, finalmente qualcuno che ci offre qualcosa senza chiederci niente in cambio!

  436. bogar67 scrive:

    @costa azzurra Da quello che avevo letto sul blog ed ascoltando altri addetti ai lavori io mi ero fatto l’dea di simplypete in termini di spese per un’agonista tra i 14 ed i 18 anni. Mi immedesimo nella filosofia si simplypete. Ovviamente poi uno cresce i propri figli secondo principi morali ed economici che appartengono alla sua tradizione familiare o che comunque senti propri. Hai ragione nel dire che il tennis in Italia è uno sport da ricchi (io dico d’elite) e questo è una delle concause del perchè siamo senza veri campioni. Un figlio tennista di un facoltoso (non genovese eh eh eh) solitamente nella vita è abituato ad avere tutto, a non conoscere il senso del denaro e di cosa significa guadagnarlo. Spesso dai loro genitori facoltosi questi ragazzi vengono assecondati non solo con l’esaudire i desideri ma pure i semplici capricci. Tutto questo avviene perchè magari il genitore facoltoso è impegnato in azienda quasi tutta la giornata e non potendo educare personalmente il proprio pargolo cerca di farsi perdonare assecondando tutto quello che desidera il figlio. Mia figlia non ha questo problema, sono un genitore presente che asseconda ma che cerca di non viziare, sarebbe la fine di tutte le prospettive. Ricordo che non avendo ottenuto il diploma di maturità mi scrissi a 23 anni in una scuola parificata privata con una retta mensile che pagavo io di 350000 lire. Ebbene ero il primo della classe, non tanto perchè avevo una cultura superiore agli altri ma perchè avevo voglia di raggiungere il traquardo del pezzo di carta per crearmi un futuro migliore che gli altri ragazzi figli di facoltosi invece avevano già assicurato dall’attività del padre o della propria famiglia. La mattina frequentavo la scuola, il pomeriggio e la sera lavoravo e la notte tarda studiavo ed ero sempre preparato alle interrogazioni e lo stesso non si poteva dire degli altri perchè non avevano come me FAME. Nel tennis come in ogni altro sport, devi essere prima portato, poi avere talento e poi quello che manca a tanti per i motivi sopra elencati è la FAME, con questo non voglio dire che a mia figlia nella crescita le farò mancare qualcosa o le farò fare una vita da poveraccia ma che quel qualcosa in più rispetto ai suoi coetanei se lo dovrà guadagnare con lo studio e/o l’applicazione sportiva. All’ottenimento del risultato si avrà quello che si desidera e questo deve avvenire e sta avvenendo fin da piccola. Quando sarà il momento sempre che ci si arrivi e che ci sia la volontà si parte in low cost (ci partono cmq anche i ricchi) e se arrivano i risultati si viaggerà in business. Si andrà in principio in una pensione e se vincerà questo o quel torneo si passerà ad un Hotel 4/5 stelle. Un coach personale che crederà in mia figlia, se ci sarà, dovrà lavorare senza fisso ma solo con le provvigioni, più si vince e più si guadagna tutti. Questo è il bogar67 pensiero!!

  437. nicoxia scrive:

    Simplypete,probabilmente il raduno era vicino casa tua,400 euro per il weekend,videoanalisi prima e dopo,molto valido,come molto valida era Alessia.

  438. NOTFORYOU scrive:

    Anche se un po’ in ritardo vorrei ringraziare Bogar e S.Grazia per i consigli. A S.Grazia vorrei dire che ho letto quasi tutti i suoi post ma avevo avuto l’impressione che le sue esperienze con il figlio fossero sì dettate da un’enorme passione per il tennis, ma anche supportate da basi economiche di partenza ben più importanti delle mie. Quindi ero un po’ demoralizzata: io di certo non mi posso permettere di mandare mio figlio da Bollettieri o da Sanchez ma questo non è certo colpa di nessuno. Spero arrivera’ il giorno che anche in Italia non sarà più indispensabile avere una banca in casa per poter permettere ai propri figli di sognare di diventare giocatori di tennis..perchè è avvilente vedere il proprio figlio (parlo in generale, ovvio) che ha talento, voglia di giocare e di allenarsi, sapendo che prima o poi gli si dovra’ dire che.. mi dispiace ragazzo ma la tua “carriera” finisce qui. Non ci sono più soldi. In ogni caso seguiro’ i suoi consigli e cerchero’ di giocarci il più possibile insieme. Fra qualche anno vi farò sapere. Grazie

  439. giogas scrive:

    E’ già passato un po’ di tempo dall’ultimo mio intervento, forse troppo, per questo ritengo che sia il momento di scrivere facendovi partecipi delle esperienze vissute qui in Turchia. Abbiamo iniziato il nuovo “anno tennistico” con idee e programmazioni differenti dal passato anche alla luce dei nuovi avvenimenti. Uno dei due gemelli mi ha chiesto di incrementare l’attività di allenamento in quanto desidera fare del tennis la sua futura professione. Si allenano per complessive 12 ore settimanali (anziché le 8-9 ore precedenti), escluse le attività sportive svolte a scuola (tre ore di attività motoria che presto saliranno a sette ). Si sono inseriti in un circolo prestigioso della città e per tre volte la settimana svolgono un programma per complessive 4 + 2 ore. Il sabato affrontano nei mini-tornei di singolo e doppio, i migliori ragazzi del ’97 e del ’98 che seguono i corsi intensivi dell’accademia. Le restanti 6 ore settimanali sono di tennis giocato con adulti di passaggio o tra di loro nel campo in cemento dell’ hotel vicino a casa. Il nuovo programma ha però escluso per questioni logistiche (difficoltà di reperire un campo coperto in cui allenarsi, lunga attesa per l’attraversamento della città con i mezzi di trasporto ecc.) le lezioni del maestro francese . Del maestro ho tutti i filmati e le spiegazioni riportate su CD che ho registrato, pertanto i miei figli possono rivedere la tecnica che è stata loro insegnata, quando desiderano. Oltre a questo non è da meno il fattore socializzante e la possibilità di poter scambiare idee e/o pettegolezzi con i coetanei turchi nella lingua madre o in inglese. Il vantaggio di appartenere al Circolo è quello di giocare con un numero ampio di ragazzi, partecipare ad allenamenti collettivi e andare ai tornei con “la squadra”. Il maestro responsabile del circolo sportivo è rumeno ed è particolarmente attento alla crescita tennistica del gruppo; aveva già conosciuto i miei figli durante la partecipazione al torneo internazionale di Antalya per cui non è stato difficile il loro inserimento. Il maestro si avvale della collaborazione di un preparatore atletico bulgaro di notevole esperienza. L’appartenenza ad un Circolo costituisce una novità non indifferente in quanto per due anni e mezzo abbiamo improvvisato preparazione atletica e programmazione in un isolamento quasi totale. Come avevo scritto nei miei primi interventi sono un genitore anomalo nel panorama globale: non gioco a tennis, non ho mai praticato uno sport, ho imparato a nuotare a 25 anni e neppure sono stato un sostenitore accanito di qualsivoglia squadra fatta eccezione per una manifesta simpatia per quella di calcio della mia regione. Per queste ragione mi è stato difficile improvvisarmi coach ma mio malgrado ci sono riuscito anche grazie al sostegno indiretto dagli amici del blog che perseguono gli stessi obbiettivi nei contesti territoriali e sociali più disparati . Adesso mi ritrovo ad avere due figli che “esplodono” di passione per lo sport in generale e per il tennis nello specifico. Non posso neppure limitarne troppo l’attitudine intervenendo ad interrompere le loro divagazioni sul tema (spegnendo il computer o sequestrando le videocassette) perché i risultati scolastici danno loro ragione. Questo entusiasmo un tempo faticava ad emergere ed è una novità ripeto degli ultimi mesi, non escludo che sia dipeso anche dalla mia apparente indifferenza ed avversione verso lo sport in generale e che nasca come spirito di contraddizione che caratterizza i primi segnali dell’adolescenza, fatto sta che è rilevante. Adesso oltre al gioco “giocato” ci sono le partite alla TV, i video DVD, le riviste specializzate e perfino le enciclopedie cartacee. Si sono inventati le riprese video delle immagini televisive delle più significative gare dei loro idoli per poi rivederle a rallentatore durante i viaggi di trasferimento per raggiungere il circolo. Questa smoderata passione che è iniziata a primavera, perdura con un’intensità e un accanimento maniacale che a volte è sconcertante. Cerco di spegnere un po’ gli ardori ma è come soffiare aria sul fuoco perché regolarmente ottengo l’effetto contrario. Allora mi faccio forza dichiarando che questo ritmo ed intensità non è sostenibile e dico loro che a quattordici anni dovranno rinunciare alla carriera oppure inizieranno ad odiare pallina e racchetta (come sembra sostenga Agassi nella sua autobiografia). In realtà questa passione maniacale per il tennis è nata in uno dei miei figli ma è contagiosa per l’altro. Chi ha dei gemelli sa quanto il rapporto tra di loro sia complesso ed interdipendente . Il fratello quindi non vuole essere da meno e anche se non lo manifesta apertamente sembra incline a seguire con la stessa intensità e passione le orme dell’altro. In conclusione quindi è un sinergismo favorevole, al momento, alla crescita tecnica e agonistica di entrambi ma i cui sviluppi futuri non sono facili da prevedere. In campo mi mostrano i servizi di Sampras o quelli di Agassi per arrivare a Federer senza contare il ripetere la famosa mossa dello stesso Federer agli U.S. Open contro Djokovic, analizzata in fotogrammi anche dalla rivista Tennis italiano del mese di ottobre . Non tutto è perfetto, non tutto funziona come vorrebbero ma si impegnano a migliorare. A mia moglie raccontano le gesta e le imprese dei tennisti più famosi e lei, aliena, ascolta.

  440. felice scrive:

    Siamo di ritorno dai test effettuati dal prof. Buzzelli.
    Esperienza costruttiva ed educativa per chi come mia figlia non viene chiamata ai raduni .
    Complimenti al prof per come è organizzato e un sentitissimo grazie per i preziosi consigli che ci ha dato.
    Notevole il lavoro possibile con il sensotouch.

  441. bogar67 scrive:

    @Giogas magnifico resoconto. Ho scritto in precedenza che se i nostri pargoli tennisti hanno in stanza un poster del campione di tennis preferito si è sulla buona strada e tu, a quanto scrivi, non sei solo sulla buona strada ma di più. Good luck

  442. valeria scrive:

    Ho portato mio figlio dal prof Buzzelli Mi è sembrata una persona gentile,disponibile,e con molte idee innovative…Oltre ad alcuni tests classici dei raduni ha fatto dei tests nuovi che valutano i tempi di reazione…Ha suggerito alcuni esercizi da fare…ha evidenziato qualche debolezza su cui lavorare…Esperienza molto positiva che è valsa il viaggio!!! GRAZIE !!!!!! PROF BUZZELLI

  443. costa azzurra scrive:

    bogar 67 pensiero

    non voglio toglierti l’ottimismo ma ci sono due tipi di “tennis”

    quello professionistico vedi williams sharapova safina dementieva ecc ecc
    e chi ha il talento e le capacità dovrebbe essere aiutato per poterlo affrontare dal punto di vista economico

    poi c’è il tennis pret a porter dei quarta categoria dei terza e degli open
    c’è il campione provinciale e quello regionale che andranno fieri della loro medaglia magari anche per tutta la vita ….

    insomma c’è la formula uno e il kart

    non so se mi spiego

    non sono la stessa cosa sono due sport completamente diversi e credimi ho visto e asoltato storie di chi aveva fame e la fame ce l’ha ancora ma adesso ha pure problemi di salute

    non voglio scoraggiarti ma chi è bravo a giocare a tennis può divertirsi a livello nazionale e andare a fare gite turistiche ma non farà mai tennis professionistico se non ha i mezzi

  444. nicoxia scrive:

    Felice e Valeria,nello specifico che tipi di test avete fatto.

  445. simplypete scrive:

    Sapevo che questo tipo di raduni l’anno scorso era gratuito, ma come dire evidentemente nessuno fa nulla per nulla…..(non giudico per carità) ma trovavo più giusto un ingresso meritocratico, albergo + vitto + stage poco poco si arriva a 700€ per due giorni, mi sembrano cifre non basate sulla meritocrazia ma sul portafoglio.
    In questi casi la federazione vista la disponibilità di coach di alto livello a fare questo tipo di lavoro potrebbe contattare il Piatti di turno e sovvenzionare una parte dei costi su basi meritocratiche, promuovere queste iniziative con una certa frequenza ma forse dico forse non viene fatto perchè i vari responsabili di macroarea si sentirebbero scavalcati?
    In Italia ci saranno una decina di tecnici validi e mai possibile che in federazione a nessuno sia mai venuto in mente di farli incontrare periodicamente, per favorire l’incontro delle loro esperienze, in modo da creare nel tempo quella famosa scuola tecnica italiana.
    Nell’ambiente atp wta gira questa storiella: vedi un tipo giocare capisci che è argentino, ne vedi un altro intuisci che è spagnolo un’altro ancora capisce che è francese, ne vedi uno che non sai da dove possa provenire di solito è italiano…..

  446. Elettra scrive:

    Vi consiglio di ascoltare con grande attenzione quello che dice costa azzurra perchè è sicuramente una che le ha provate e le sta provando tutte e sa di cosa parla.
    E poi gode della mia ammirazione incondizionata anche solo per lo spessore umano del figlio/a prima che tennistico il cui valore è indiscusso.
    Vi posso assicurare che avendo avuto modo di conoscerli si resta assolutamente incantati dall’umiltà, dalla passione, dalla disponibilità e soprattutto dalla serietà e maturità del ragazzo/a (nonostante la giovanissima età) oltre che dai sacrifici di tutta la famiglia, loro si che meriterebbero molto di più.
    Costa lo spot è gratuito :-)

  447. madmax scrive:

    @ Pinot

    La storia con il Vava è presto raccontata nel senso che io ho sempre avuto come unico e vero punto di riferimento Catizzone e cmq sin dall’inizio la parte atletica mia figlia la faceva con lui come anche alcune cose tecniche di sviluppo indirizzate ad un under 12, perciò una mia presenza fissa sul campo era obbligatoria (non fosse altro che per riportare il tutto a Giovanni). Da quest’anno mi è stato comunicato che non sarebbe stato più possibile o meglio per renderlo possibile ci saremmo dovuti spostare nella nuova struttura da loro presa in gestione (il C.T. Palazzolo) ma a costi diversi. Io a costi diversi (che poi in realtà diversi non sono ma non fa nulla), ho preferito un discorso uno a uno, di cui due ore con me (quelle dal cesto e quelle tecniche) e un’ora con un maestro 2°cat che fa da sparring per il lavoro in palleggio e nei punti. Tra l’altro quest’ultimo è anche il maestro di uno degli under 12 più forti d’Italia perciò esiste anche un confronto nonostante il programma sia stilato da Giovanni. Ovviamente un paio di volte al mese c’è il controllo dal Cat ed in più quando lo credo giusto partecipiamo ai vari stage come quello di Piatti ma anche altri come ad esempio quando sono andato da una coach francese. D’altro canto era già in preventivo un discorso molto più personalizzato e sarebbe stata solo una questione di tempo, (inizialmente pensavo di organizzarlo all’interno della Vavassori), detto questo a solo un mese e mezzo di distanza sono felicissimo della scelta fatta…

    @ Simplypete e Pinot

    Si lo stage non era gratuito e veniva 400 euro per sei ore di tennis, quattro di preparazione atletica più la video analisi ed ha avuto la durata di due giorni. A parte c’era il costo dell’hotel e del ristorante cmq a costi di convenzione. Sinceramente il costo non mi è sembrato per nulla elevato se consideriamo che normalmente solo una video analisi completa (che non è la stessa del video analisi tour) ha un costo di 300 euro. In più Piatti è rimasto fisso in campo (mangiava un panino sul campo) e con lui c’era anche Giampaolo Coppo (il coach della Santangelo) cosa che non mi pare accada tutti i giorni.. Il fatto poi che lo si ritenga valido o meno dipende molto da con che spirito si va. Io personalmente l’ho trovato molto valido nonostante non si siano sentite cose trascendentali, ma bisogna capire che spesso sono proprio le cose semplici quelle fondamentali e sono proprio tali cose che poi avendole trascurate mancheranno quando si dovrà fare il salto di qualità. A mio parere perciò a questi stage se si portano i maestri dei ragazzi e questi poi lavorano giornalmente sulle indicazioni ricevute ha un senso andare (direi un paio di volte l’anno), se invece qualcuno si aspetta la bacchetta magica che faccia diventare il proprio figlio (magari scansa fatiche) Federer allora è meglio stare a casa. Ed è il medesimo discorso che facevo per Catizzone quando dicevo che lui è un fenomeno ma chi va da lui deve esserlo ancora di più per riuscire a sopportare i suoi ritmi..

    P.S. Comunque questi stage non hanno nulla a che fare con quelli di Progetto Tennis che ricominceranno più avanti. Qui il numero massimo è di 12 ragazzi di cui 6 vanno in campo (divisi per due campi ma non per forza tre e tre) e 6 fanno preparazione atletica. Gli altri non so dove li faranno so solo che il prossimo si svolgerà alla fine del mese a Verona

    @ Simplypete

    Si mia figlia quest’inverno farà dei tornei, anche perchè abbiamo deciso di invertire i periodi di tornei e di allenamento, fermo restando che quasi mai rimarrà troppo tempo senza giocarne. Comunque comincerà con i vari rodeo nel bergamasco e bresciano (u12/14 e IV) per preparare il Lemon Bowl e successivamente l’Open Super 12 di Aurey che si svolgerà in febbraio. “Obbiettivo” finale andare l’inverno prossimo a trovare La Canaglia di Lagos per il trittico Prince Cup, Eddie Herr e Orange Bowl

    @ Bogar67

    Purtroppo Costa Azzurra ha perfettamente ragione e come potrebbe non conoscere questi problemi visto che è proprio il padre di uno di quegli atleti di 15 anni forti ma per ora non abbastanza tanto da far arrivare sponsorizzazioni totali da parte di IMG e simili?

  448. costa azzurra scrive:

    SEMPRE PER BOGAR 67

    a me non piace fare nomi e coinvolgere tennisti che non possono poi
    replicare perchè non scrivono sul blog

    alcune delle tenniste che mi hai elencato stanno facendo una programmazione molto bassa di livello rispetto alle loro potenzialità proprio perchè non vogliono o non possono spendere di più

    c’è una ragazza inglese del 94 che sta facendo la giusta programmazione per diventare una professionista: nel 2008 ha iniziato con tutto il grande slam juniores us open, heddie herr , australian open, bonfiglio roland garros e wimbledon, quest’anno (primo anno under 16) sta facendo la scalata ed è già 300 al mondo

    non è un mostro ce ne sono in Italia delle coetanee che un anno fa ci perdevano al terzo di poco ..
    ma le sue coetanee italiane hanno fatto per tutto il 2008 solo under 14 e magari con gran sforzo una capatina in qualche under 18 di secondo grado …. è la programmazione che alza il livello delle tenniste giovani …. ma per fare la programmazione di questo livello ci vogliono sponsor e federazione e soldi … questa ragazzina viaggia con 4 persone al seguito … e diventerà di sicuro una giocatrice professionista top 10.

    noi ne abbiamo di altrettanto valore ma non abbiamo le stesse sponsorizzazioni e le stesse sovvenzioni e non abbiamo programmazioni così “ardite”

    voi fate pure due anni di under 12 poi due anni di under 14 e due ani di under 16 e poi due anni di under 18 e poi 4 anni di open ………..

  449. madmax scrive:

    infatti almeno una (perchè la conosco) di quelle che hai elencato è un insulto che non sia almeno nelle 100..

    per chi ci prova veramente l’under 14 lo deve giocare al primo anno under 12 l’under 16 al secondo anno ed il 18 a 13/14 anni e a 15 anni ma solo nei grade 1… eh si perchè ovviamente sto parlando di tornei eta/itf non del circuito orobico!!! poi ovviamente qualche torneo di prova di colpi e schemi vicino a casa va bene ma non di più e purtroppo per fare i tornei di cui sopra che sono sparsi per il mondo di soldi ce ne vogliono e molti..

  450. felice scrive:

    @ nicoxia
    l’incontro è stato organizzato per l’inaugurazione del Centro Tecnico di cui il prof. Buzzelli è titolare, e ci è stata offerta la possibilità di eseguire test per l’accelerazione libera e a comando (per capire i tempi di latenza motoria), test di mobilità articolare delle spalle (per il servizio), test su una pedana elettronica per capire la forza, l’elasticità, e la coordinazione muscolare nelle spinte per quanto riguarda le gambe, e due test di riflessi fatti con uno strumento ideato dal prof (sensotouch) il primo sulla capacità reattiva semplice (in pratica bisognava premere un pulsante quando lo strumento emetteva un segnale o visivo o acustico) il secondo test per capire la capacità di reazione complessa (bisognava associare e schiacciare un pulsante o una pedana al tipo di segnale relativo : gli stimoli erano 5 diversi) .
    Alla fine dei test il prof ci ha elaborato una scheda di valutazione secondo principi statistici e da questa ne viene fuori una fotografia mtoria (come la lui la definisce) su cui prendere lo spunto per fare un programma di lavoro personalizzato.
    Mi ha anche colpito positivamente la dimostrazione delle varie possibilità di lavoro atletico specifico per il tennis attraverso il sensotouch.
    Insomma una bella giornata di sport in un posto magnifico!

  451. bogar67 scrive:

    @Costa azzurra, io sono per il massimo profitto ed il minimo sforzo. Comprendo che mi toccherà spendere soldi e tanti soldi ma buttarli NO. La ragazza che dici tu, cammina con 4 persone a seguito, spende 50000 ed è del 94?. Questo vuol dire non programmare, scommettere soldi su una ragazzina, addossare ad una bambina responsabilità non indifferenti. 50000 euro all’anno per 4 anni sono già 200000 euro scommessi e non tutte le scommesse sono vincenti, sei proprio sicura che entrerà nella top 10? Sei sicura che avrà un ritorno economico? Con queste cifre “programmate” non parli solo di genitori facoltosi, parli di genitori straricchi, se sei straricco, non hai bisogno di girare il mondo per guadagnare soldi da professionista. Cmq Costa azzurra visto che la Schiavone è entrata nelle prime 20 del mondo, la Pennetta, è 12^, ci stanno la Vinci, la Errani e la Garbin mi hai messo il cruccio, potrei abusare del mio status per fare un’interrogazione al terminale tributario e vedere quanto i loro genitori dichiaravano nella dichiarazione dei redditi quando queste ragazze erano giovani quanto Per spendere 50000 euro per una figlia penso che i Signori Schiavone o Vinci o Pennetta una decina di anni fa avrebero dovuto dichiarare al fisco per entrate da reddito di impresa o dipendente almeno il doppio.
    @chi ha i bimbi piccoli è cambiato il programma fit ranking, su http://www.fitrp.org/ trovate le nuove regole, da quest’anno mi pare di aver capito si fanno i tornei a tappe. Cliccate su regole!!

  452. bogar67 scrive:

    @madmax Costa azzurra mi sembrava una madre e non un padre ma solo per il nick. Se ha ragione o torto ho ancora tanto tempo davanti per capirlo. Ho capito che i soldi ci vogliono, eccome!! Sapete quando ho capito a cosa andavo incontro? leggendo questo articolo intervista alla DENTONI:
    http://www.spaziotennis.com/2008/04/dalle-stalle-alle-5-stelle/ tra cui questo passo:

    “”"”"”Altri patemi d’animo al momento della ripartenza da Kona (aeroporto di Big Island) verso Los Angeles. “Ci presentiamo, ancora una volta facendo le corse a pagare il volo: la carta di credito non funziona più, raggiunto il limite mensile, tensione! Discussioni, tentativi falliti… niente da fare! Telefonate costosissime in Italia, quando le banche ancora erano chiuse, per cercare di fare qualcosa; rischiavamo di perdere l’aereo e quindi anche la successiva coincidenza intercontinentale. Pensa, chiama, prova a spiegarti, niente! Poi miracolosamente al secondo tentativo, a distanza di un’ora, la carta è passata. E via, si torna a casa”"”"

    Ho scritto che per una bimba di 4 anni hoi speso l’anno scorso 1200 euro e quest’anno che ne ha 5 visto anche il tipo di programazione saranno anche di più. Ho già scritto che dai 12 anni in su serve un grosso investimento economico però la cifra rappresentata è esagerata, io mi attesto come normalità sui 20000 euro. Non so le regole del tennis giovanile ma a 16 anni NADAL vinceva tornei da 50000 euro anche in Italia, il modo migliore è autofinanziarsi. Se il figlio di costa azzurra è davvero tra i più bravi in Italia, cominci appena possibile ad autofinanziarsi con i tornei challenger e poi tentare il salto! Altra cosa, io sono cmq neofita, la cultura me la sto facendo su questo blog e leggendo articoli, sulle spese però ci sono pareri discordanti.

  453. bogar67 scrive:

    A proposito di videoanalisi, di seguito vi faccio vedere la mia piccola impegnata in alcuni scambi con me eh eh eh eh
    http://www.youtube.com/watch?v=HnDR0HB3Ejs
    la pallina è molto depressurizzata eh eh eh

  454. costa azzurra scrive:

    elettra

    ho letto solo ora il tuo spot …. ih ih ih grazie e a presto …. mi raccomando anche voi … in bocca al lupo …ma che crepi questo lupo !!!!

    mad max

    grazie a presto
    ti scriverò prestissimo appena ho qualcosa di vero da dirti … ih ih stiamo ancora in fase di sperimentazione….

  455. Kill Bill scrive:

    Ciao Max, che piacere rileggerti. Sei sopra o sotto i 100 Kg ? Io appena sotto. Ma di poco.
    Ci vediamo al Lemon Bowl. Spero.

    Costa Azzurra, se vuoi dirlo, hai un figlio o una figlia del 94 ? io ho un figlio del 95.

  456. Andrea Nizzero scrive:

    Si prosegue qui: http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2588