Pillole di US Open : Primo giorno e Cerimonia per i 40 anni degli US Open

 
26 Agosto 2008 Articolo di Angelica
Author mug

Come evitare la fila all’ingresso. Campo allagato dalle lacrime delle giocatici russe. Schiavone vince e convince. Fognini si lamenta perde e non stringe la mano all’arbitro.
Maria Sharapova finalmente fa la sfilata e giro del campo: non sono le Olimpiadi, non è la sua bandiera ma lei è contenta lo stesso

Metro linea 7. Arrivi fino alla stazione Shea Stadium (quello del baseball). Scendi e davanti, c’e’ un lungo pontile di legno che ti porta all’ingresso degli US Open 2008.
Fiumana già di prima mattina. Alle 10, aprono i cancelli, alle 11 iniziano le partite. Ma molti, tanti, sono arrivati ancora prima per poter acquistare il biglietto, Ground Pass o Centrale fa poca differenza. I biglietti permettono l’accesso su tutti i campi basato sul principio chi primo arriva meglio alloggia (a meno che non si acquistano quelli più cari con posto garantito, ma allora si paga quasi il doppio) tutti in fila e carta di credito in mano

La fila a serpentone lentamente si avvicina allo sportello, quando le persone dello staff (li riconosci perché, si agitano tanto, urlano molto e se ancora hai dei dubbi, sul dietro della maglietta hanno scritto STAFF), in questo caso una ragazzona di colore con megafono in mano, inizia ad urlare dove andare, come spostarsi. E qui, allora capisci di essere a New York, dove rumore e affari so in mancabili.

Capisci che il rumore continuato sarà la colonna sonora della giornata.
Capisci che anche se hai la carta di credito già in mano, ti toccherà aspettare tanto.
Capisci anche, che i bagarini non ci sono. Non gli converrebbe rischiare l’arresto (qui le regolo sono molto rigide) O meglio, in realtà ci sono, ma sono ben mimetizzati. Talmente bene che sono loro che approcciano te con gran discrezione. Ti studiano e vanno a colpo quasi sicuro. E così una coppia Cilena, riesce ad acquistare due biglietti pagando solo 20 dollari, a biglietto, in più del prezzo ufficiale e risparmiandosi più1 ora di fila. Qui si capisce perfettamente il significato de “Il tempo è denaro” Il concetto base è ‘prima entri piu’ tennis vedi’ e la figura del bagarino assume quasi quella di un uomo di affari più che di uno speculatore. Ma guarda un po’ te cosa si riesce a pensare qui a New York.
Biglietto in mano ci si sposta verso i cancelli: altre urla disumane aiutate anche dal megafono degli addetti allo staff: ‘Chi non ha borse o zainetti da controlla vada nella fila di Destra !” Come al supermercato, fila veloce per chi ha meno di 10 prodotti.
Tutti gli altri fila di sinistra. Quella lunga. Quella lenta.
Che si fa?
Se hai avuto l’accortezza o la fortuna di portare uno zainetto tipo sacchetto, con grande uso di faccia tosta e l’immaginazione italica si procede così:
lo svuoti, lo pieghi e lo ‘nascondi’ dietro la schiena sotto la maglietta.
La macchina fotografica la tieni in una mano, la bottiglietta dell’acqua la tieni nell’ altra mano.
Le tasche sono piene come quelle di mamma canguro dopo un parto gemellare. Il maglioncino leggero che ti porti ovunque, perché serve per sopravvivere alle botte improvvise di aria condizionata, lo indossi subito. Ci sono già quasi 30 gradi ma soprattutto un’umidità altissima. Fa nulla, si farà la sauna solo per pochissimi minuti.
E così con il massimo della disinvoltura, si va sparati nella fila di destra, si sorride, si mostrano le mani e si entra subito al USTABJKNTC…si lo so, sembra un codice fiscale (nome ufficiale USTA Billie Jean King Tennis National Center).
Da questo momento, gli Us Open 2008, per l’appassionato di tennis, sono ufficialmente cominciati.

Ok visto che hai il biglietto per il centrale, vai a vederti il primo match: Elena Dementieva – Akgul Amanmurodova.
(vedi che succede a vincere le Olimpiadi, primo incontro del torneo sul Arturh Ashe. Forse neanche a Mosca le era mai capitato)

Elena ha un completino con visiera e gonnellino jeans. Maglietta bianca a spalle scoperte.
Elegante. Strano che per una volta la Yonex le ha dato un completino decente.
Akgul invece ha la maglietta grigia della salute. Pantaloni stile giocatore di palla canestro (bè in fondo l’altezza c’è) e capellino. Caldo e umidità sono aumentati e bastano solo i 5 minuti di riscaldamento che si vedono le prime chiazze di sudore sulla maglietta, da grigio chiara diventa grigio scuro. Non proprio il massimo dell’eleganza.
Elena sembra che abbia ancora la medaglia d’oro al collo e la testa a Pechino. Non sembra aver molto chiaro dove si trova e perché. Sbaglia 5 punti di fila e poi forse si rende conto che visto che sta qui, tanto vale provare a giocare a tennis. Ma sul servizio della Amanmurodova non vede quasi palla. Sul suo di servizio e la uzbeka che malgrado si sia messa gli occhiali da sole non riesce a vedere palla. Il servizio della russa è davvero migliorato e di molto. Il gioco non e’ eccelso anche se ogni tanto Elena si sveglia e fa vedere delle risposte micidiali. Nessun break fino al 4 pari. Qui la russa si ricorda:
1) che sul cemento gioca bene, 2) che lei ha vinto la medaglia d’oro mentre Akgul è uscita la primo turno. Fa il break, tiene il servizio facile e vince il primo.
C è qualche sbadiglio. Ai cambi campo, musica e filmati sui maxi schermi. In uno si vede Billie Jean King che vince Wimbledon su Rosie Casal. No aspetta, non e’ Wimbledon, sono gli US Open e si giocava sull’erba. Mamma che effetto strano che fa.

Se poi penso a quante persone ci sono in campo rispetto a quando si gioca a sul centrale di Wimbledon Lì sembra un tempio. Qui un mercato.
2 giocatrici, 6 raccattapalle, 7 giudici di linea, 1 arbitro, 4 addetti alla sicurezza, 2 cameramen (le altre telecamere sono spostate verso la buca li dove si trovano anche i fotografi) 1 tecnico del suono, 1 addetto ad acqua ed asciugamani.
Il bello e’ quando l’arbitro dice “Time”: gente che corre da tutte le parti, chi per uscire (la sicurezza), chi corre verso gli angoli (i raccattapalle che al cambio di campo devo stare vicino alla sedia dei giocatori) chi si sposta sulla linea (i giudici) e chi lentamente si posiziona in campo (le giocatrici). Chi si muove sugli spalti sempre anche a gioco iniziato (gli spettatori americani=

Nel frattempo la maglietta della Amanmurodova è diventata di un grigio scuro, ma almeno il colore è uniforme e l’effetto è migliore. E anche il gioco. L’uzebaka scende a rete, mette pressione alla russa. Fa il break, fa a servire per il set sul 5 a 3. Elena ripensa che la medaglia d’oro non l’ha vinta per sbaglio e fa il contro break. Poi sul suo servizio concedere 2 set point. Sembra che la russa giochi alla grande solo i punti che contano e quando e’ appesa ad un filo. Annulla i set point, tiene il servizio, mette la marcia e vince i due restanti game punteggio 64 75 e può tornare a lucidare la medaglia d’oro. In conferenza stampa dirà che per lei e’ difficile concentrarsi, che il suo grande obbiettivo dell’anno era la medaglia d’oro. E adesso non e’ facile tornare a giocare perchè la sua testa è ancora a Pechino.

Si esce dal centrale e si va dare uno sguardo a Francesca Schiavone. Maglietta di un rosso aggressivo, gioco pulito, partita vinta in 2 set. Sembra facile a dirsi, in realtà Francesca è stata brava a giocare bene, molto bene i punti importanti. Il tabellone non è male per Francesca. Un pizzico di fortuna e chissà.

Fognini vince, perde, vince, perde, perde. 5 set giocati, un po’ di parolacce come intercalare fra un bel colpo e un errore. Si prende prima un warning, poi spacca la racchetta e si prende il penalty point, Discute troppo con l’arbitro. Perde male e non stringe la mano all’arbitro. Chissà forse per lui non sarà importante, un gesto che si può non fare, ma tra il pubblico invece rimane la sorpresa e il ricordo non proprio positivo per quella mano non stretta.
Se poi qualcuno gli spiega anche che per il regolamento certi gesti, certe parole non sono consentiti, forse si renderebbe conto che non sono gli altri ad avercela con lui ma che lui può fare tanto per se stesso.

Nel campo accanto entra la Pazsek e Maria Kirelenko. Maria ha un completino molto femminile, un polsino grande, alla Lendl, e il simbolo dello sponsor troppo grande sul polsino. E’ una targhetta cucita. L’arbitro prende la sua borsetta ed estrae un paio di forbici. A volte le borsette degli arbitri sembrano come quella di Mary Poppino. Hanno di tutto: forbici, lacci per le scarpe, cerotti, pennarelli, nastro adesivo. Io mi aspetto prima o poi che esca anche la lampada a stelo lungo. L’arbitro taglia la targhetta. Allora Maria, forse sapeva già di avere un match lungo da affrontare e il bisogno di tanti polsini, tira fuori due pacchi e li porge all’arbitro ‘Mi togli anche questi?’ L’arbitro li passa alla raccattapalle, per alcuni minuti in versione sarta.

Si gironzola fra i campi e si nota, spettatrici a bordo campo che bevono un drink come se fossero su una spiaggia di una località alla moda, un chiaccericcio costante e mai a voce bassa. Un grande divertimento sui bei colpi, con applausi, urla e sempre, sempre, sempre qualcuno che urla ‘Great Shot !’ Gli spettatori sono lì per divertirsi. E si divertono

Chi si diverte poco, poco è la Chakvetdaze. Ha il primato di essere la prima testa di serie (numero 10) ad essere eliminata dal tabellone. Perde contro “Lacrima Facile” Makarova (con un tipico punteggio da partita femminile: 16 62 63)
Questo titolo si può dire che appartiene da sempre alle giocatrici russe.
Prima la Zvonareva, poi degna erede arrivò proprio Anna Chakvetdaze. La russa ha studiato all’università psicologia per potersi aiutare a gestire meglio le emozioni (non oso chiedermi cosa sarebbe stata se non lo avesse fatto). Infine il titolo è passato alla Makarova. Capace quasi di allagare il campo di lacrime, per un punto perso e di giocare piangendo. Oggi alla fine del match, Anna piangeva per la sconfitta, Ekaterina per la vittoria (ma dico io, piangi quando vinci, piangi quando perdi, ma benedetta ragazza ma per farti sorridere che serve? Io la proporrei come testimonial per i fazzoletti di carta)

Prima della sessione serale c’è stata la celebrazione dei 40 anni degli US Open.
E si sa che gli Americani quando si tratta di celebrarsi non sono secondi a nessuno. E allora che ti fanno? Una mini copia, in 20 minuti, della cerimonia di apertura delle Olimpiadi.
Gruppo di ragazzini che suonano i tamburi, sfilata delle bandiere delle nazioni di tutti i partecipanti (e pure stavolta alla Sharapova gli e’ andata male, le bandiere veniva portate dai marinai in divisa), Poi c’è stata la presentazione di un gruppo di vincitori delle edizioni passate con mezze standing ovation per Billie Jean King, Chris Evert, John McEnore.
L’unica vera standing ovation, invece è stata per Roger Federer che ha regalato allo svizzero un sorriso grande così.
Tra i vecchi Campioni si fa fatica a riconosce Ivan Lendl, con la stazza che ha oggi, se ne fanno due e mezzo del Lendl giocatore. Vilas e’ sempre uguale. Capelli stessa lunghezza e stesso aspetto. Come Nastase. E come Rod Laver. Solo un po’ di rughe in più.

Mensione d’onore per :
Safin, jeans, giacca e camici che usciva dalla sotto alla giacca. Sciolto e sornione come sempre.
Andy Roddick, in camicia e senza giacca. Un po’ “faccio il Piacione” che è piaciuto
Gabriela Sabatini, vestito elegante nero. L’argentina è decisamente migliorata con gli anni.
Lindsay Davenport, vestitino nero attillato. Però la mamma sta proprio alla grande. Non me lo aspettavo.
Maria Sharapova: elegantissima, in queste occasioni non sbaglia mai.
Roger Federer : elegantissimo, come Maria, in queste occasioni non sbaglia mai
E la migliore di tutte: Svetlana Kuznetsova in pigiamino celeste! Va bene, era la tuta ma, sarà stato il modello di tuta, sarà che aveva la faccia e la voglia di chi era appena stata buttata giù dal letto. Pronta più per una colazione che per una cena. Mi sa che la ragazza sta ancora con il fuso cinese.

E poi giro d’onore del campo. Oh finalmente Maria Sharapova potrà dire che anche lei ha fatto la sfilata dietro la bandiera. Va bene, non erano le Olimpiadi e non era nemmeno la sua bandiera però almeno un sfilata che non fosse di moda questo anno l’ha fatta.
E a chiudere tutto, bandiera americana che copre il campo, Earth Wind and Fire che cantano ‘God Bless America e fuochi d’artifico a chiudere lo spettacolo. O meglio a far iniziare lo spettacolo.
Ladies and Gentlemen, benvenuti agli Us Open 2008

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15 Commenti a “Pillole di US Open : Primo giorno e Cerimonia per i 40 anni degli US Open”

  1. Cristina scrive:

    Mitica Angelica!!!

  2. Piero Pardini scrive:

    Che dire Angelica, il tuo commento è puntale e preciso su ogni dettaglio.
    Idem i consigli sulla tua Città Eterna sono stati preziosi.
    Buon lavoro e buon divertimento.

  3. Margherita scrive:

    bravissima Angelica. i tuoi commenti sono esilaranti :)
    goditi l’Open

  4. maxgarros scrive:

    Bravissima!!! Mi hai quasi fatto credere di essere lì anch’io in mezzo a tanta confusione americana.

    Complimenti

  5. andrew scrive:

    io ci sono andato nel 1996, durante il Labor Day, e non c’era fila agli sportelli…

    Sonnolento pomeriggio di festa…ma la puzza di cibo c’era…e anche le torri gemelle…

  6. anto scrive:

    @ Angelica, interessante l’articolo, meno il discorso su Fognini. Per quanto concerne il discorso Fognini/Arbitro, il ligure non gli ha stretto la mano perchè l’arbitro sicuramente ne avrà combinate di tutti i colori, e poi quando si gioca contro un americano agli us open, l’arbitraggio è di parte, e questo lo sanno tutti. Forse molti non sanno che il giocatore che Fognini ha incontrato, è uno dei giocatori meno apprezzati dai suoi stessi colleghi, in quanto un campione di scorrettezze. E se non ci credi chiedi a qualche italiano se questo non corrisponde a verità. E poi Fognini non ha bisogno di nessuno che gli spieghi come comportarsi, lui sa quello che deve fare.

  7. angelica scrive:

    anto grazie per aver perso un po’ del tuo tempo per leggermi. :)

    Non mi trovo in sintonia con quello dici
    Ci sono delle regole e vanno rispettate: non si spacca la racchetta, non si dicono parolacce, non si scaglia la pallina fuori dal campo etc etc
    Sono sbagliate ? Va be’ diciamo che sono sbagliate, ma allora è meglio far cambiare la regola invece di comportasi contro la regola, perchè poi il regolamento va applicato e tu viene punito.
    E non mi piace nemmeno sentire dire chissà quante ne avrà fatte l’arbitro e che era di parte (tra l’altro non era un arbitro americano ma australiano)

    In ogni caso Anto, parere del tutto personale, io non ritengo che inun campo da tennis come nella vita, se il tuo rivale si comporta male tu ti debba comportare male e questo è giustificato.

    Anche perchè perdi un punto, perdi denaro e spesso perdi anche la concentrazione.

    Ripeto anto, parere personale.

  8. Safinator scrive:

    ancora la gente difende fognini!?
    poi scusa anto..se l arbitro sbaglia (ammesso che lo abbia fatto eh..) trovi giusto il comportamento del tennista?mah…
    Crescesse un po’,fognini…

  9. stefano grazia scrive:

    “In ogni caso Anto, parere del tutto personale, io non ritengo che inun campo da tennis come nella vita, se il tuo rivale si comporta male tu ti debba comportare male e questo è giustificato.Anche perchè perdi un punto, perdi denaro e spesso perdi anche la concentrazione. ”

    Sono d’accordo con Angelica: se le regole sono quelle, c’e’ poco da fare: o cambi sport o ti adegui. Sono anche d’accordo che ci sono arbitri-piccoli uomini che si prendono la rivincita dalla loro vita miserrima e dalle frustazioni per non essere loro li’ a giocare o arbitri che hanno intenti educatori prioritari (contro le rockstar viziate) che li fanno deragliare dal loro compito principale che sarebbe quello di far svolgere regolarmente la partita (ci sono arbitri che non capiscono la tensione del momento e godono nell’applicare la regoa punitiva, ce ne sono altri che invece sono piu’ comprensivi) etc etc etc (Io in effetti cambierei certe regole e permetterei lo sfogo se non disturba l’avversario e sulle parolaccie mi vien da ridere: alla fine cinesi, giapponesi, russi possono dire trutto quello che vogliono mentre inglesi e latini no …)
    Ma Angelica ha ragione: la regola e’ questa, period.
    Nel suo piccolo mio figlio, la Canaglia di Lagos, nell’ultimo torneo U12 giocato in Florida sarebbe stato tartassato a torto e a ragione da un arbitro molto rigido che gli comminava penalty points e game points ad ogni minima infrazione (il tutto perche’ probabilmente non aveva gradito l’arroganza iniziale con cui mio figlio prima di iniziare il torneo aveva preteso di completare il suo riscaldamento entro i limiti del tempo concesso per il walk over). In Semifinale un penalty point (per sbattimento di racchetta)e poi un game point(per lancio in aria di pallina) in un momento topico del match hanno fatto si che mio figlio rinsavisse e finalmente si concentrasse sul match (al punto di non lasciare piu’ un game all’avversario). In Finale addirittura un Penalty Game assegnato subito per un minuto di ritardo (quando erano su un altro campo ad aspettare che li chiamassero) e’ sembrato, sia a mia moglie che a me, che non ero comunque presente, un piccolo sopruso ma ancora la reazione di mio figlio e’ stata: ok, vuoi il gioco duro? when the going is getting tough, the tough get going! E ha vinto ancora senza perdere un game (seppelendo e intimidendo di C’MON e ALLEZ! l’incolpevole avversario).
    MA IO VORREI AVERE SEMPRE GIUDICI ARBITRO COSI’ FIN DALLA TENERA ETA’ CHE STRONCANO SUL NASCERE OGNI PICCOLA DEVIAZIONE… Certo, se non c’e’ mai uniformita’ di giudizio e per dieci anni tu puoi fare il bello e il buono in campo, e’ poi inutile che agli USOPEN certi arbitri si sfoghino con i relativamente sconosciuti o addirittura con gli juniores, quasi come a rifarsi di quello che devono sopportare quando arbitrano i Big. Mi viene in mente la squalifica alla Wozniaki uno o due anni fa al torneo Junior … Come ci sono Genitori e Genitori e Coaches e Coaches, ci sono anche Arbitri e Arbitri… Arbitrare Humanum est e per esempio bisogna ammirare Safin perche’ chiamargli in tutta la partita due falli di piede nello stesso game sul 4/5 nel quarto set (e nella ripresa televisiva non si vedeva) mi e’ sembrato un po’ eccessivo… Senza contare gli errori (corretti dal Challenge) del giudice di linea da quella parte quando giocava il Russo…Mi piacerebbe sapere cosa ha detto il Giudice Arbitro quando Safin l’ha chiamato in campo… Bravo Safin a non farsi attrarre dal Lato Oscuro della Forza … e a stringere poi ugualmente la mano all’Arbitro!

    Se l’Avversario pero’ si comporta male, malissimo, e tu lo ripaghi di ugual moneta e poi pero’ vinci…mah, questa regola, nel tennis come nella vita, e’ pero’ degna di maggiore riflessione: nella vita, cosa significa? Che allora siccome c’e’ Hitler o Pol Pot che si comportano male, non scendiamo in campo e li lasciamo fare?
    Alla fine in questi casi hai torto solo se perdi…Fognini ha perso e quindi ha torto. Avrebbe fatto,semmai, molto piu’ bella figura a NON stringere la mano all’arbitro DOPO AVER VINTO.

  10. stefano grazia scrive:

    Su SAFIN ecco l’articolo su SI:in soldoni Safin si lamenta perche’ gli han chiamato fallo di piede sul secondo servizio perche’ il piede dietro avrebbe attraversato (di 2 mm???) la linea centrale… Lui sbotta: Mi vengono a rompere i c**** a me per una regola che qualcuno avra’ inventato nel 1850 o giu’ di li’, a me che non mi e’ stato mai chiamato in carriera un fallo di piede sulla seconda palla … Sembra quasi che lo vogliano fare apposta per farmi incavolare quando ormai io non gioco per soldi, non sono uno che ha bisogno di mangiare, gioco solo per divertirmi, per avere un bel match, vinco o perdo chissenefrega, lasciatemi giocare e non rompetemi piu’ il c**** con ste cavolate…
    Questa e’ la traduzione mooooolo libera dell’articolo che ho copiato e incollato qui sotto… Le parolaccie son tutte mie (ma le ho anche censurate) ma secondo me Safin le ha veramente dette o almeno pensate (si e’ rivolto perfino in spagnolo all’arbitro)
    ARTICOLO DI SI:
    It’s do as I say, not as I do when it comes to Marat Safin and his up-and-coming sister Dinara Safina.

    Safin, the 2000 U.S. Open men’s singles champion, is well known for his hard-hitting and his explosive temper. His boiling point was reached again Tuesday during his 3-6, 6-2, 6-3, 4-6, 6-4 first-round win over Vince Spadea.

    Serving to stay in the fourth set, Safin was called for a foot fault on the first point of the 4-5 game, and then was pushed to the brink again at deuce. While in his serving motion, Safin was again called for a foot fault — this time because his back foot crossed the center line.

    The little-known rule gave Spadea the game advantage and put him in position to clinch the fourth set on the next point.

    “It’s stupid rules that somebody made in, I don’t know, 1850, and now they give me problems with these things,” the still-perturbed Safin said. “It shouldn’t be that way.”

    Safin grumbled at the linesman on the far end of the court and voiced his displeasure to chair umpire Carlos Bernardes. Speaking to him in Spanish, and in the universal language of frustration, Safin punctuated his remarks with expletives in English that were clearly heard.

    He even sat on his chair mid-game in exasperation. After the set was lost, he went off court with tournament referee Brian Earley and took up the argument with him, to no avail.

    Safin said, except for earlier this season in Cincinnati, he never had anyone call a foot fault against him on a second serve. He pleaded to be given a warning the first time he committed the fault before it would cost him a serve.

    “I’ve already been on tour 10 years, and I want to enjoy my tennis,” he said. “I don’t want to fight anybody. I don’t want to face any problems on the court. It’s not like I’m starving to death and I need to do something original to earn money. I want to enjoy. It’s so simple.

    “I just want to have a nice match, win or lose, and whatever happens go home. That’s it. I don’t want to face the foot faults and all these things.”

  11. stefano grazia scrive:

    Ecco, io credo che forse davvero bisognerebbe cominciare a cambiare qualche regola obsoleta e parruccona, bisognerebbe permettere agli Atleti di avere i loro sfoghi (se non sono pericolosi-tipo scagliare una pallina o la racchetta contro il pubblico- o disturbano l’avversario…ma mi spiegate cosa c’e’ di sbagliato nel rompere la racchetta? Tanto e’ sua…Rompesse quella dell’avversario, ok… Piuttosto, diamogli una multa, anche salata (1000$ a racchetta rotta) o limitiamo il numero di racchette sul campo (ricordo Ivanisevic che ne aveva portate solo tre e dovette dare default per esaurimento scorte)… INVECE,beninteso, FRA GLI JUNIORES TOLLERANZA ZERO…
    Sulle parolaccie invece mio sembra il regno dell’ipocrisia…premesso che anch’io come pubblico preferisco chi non le dice, un conto e’ la lamentela piagnona e un altro e’ l’esclamazione saltuaria a mo’ di sfogo…Alla fine poi e’ molto piu’ disturbante la Makarova che piange di Billie Jean King che urla Oh, sssshhh…ugar! E poi in fondo negli altri sports gli atleti se ne dicono di tutti i colori, anzi il trash talking fa parte del gioco nell’NBA e nell’NFL…non dico sia giusto, anzi, ma un conto e’ offendere l’avversario, un altro e gridare Shit! o Merda! o Merde! o Mierda! e beccarti un penalty e dire le stesse cose in serbocroato o cinese e passarla liscia …

  12. stefano grazia scrive:

    Vabbe’, mi son riletto e mi son trovato indifendibile anch’io, ma trovo sbagliato che il risultato di una partita possa dipendere dal fatto che uno dica parolaccie o sbatta la racchetta per terra…Era questo il senso… Diamo multe, facciamo fuggire gli sponsors, ma il risultato del campo dovrebbe essere dettato dal fatto che uno gioca piu’ o meno bene a tennis,punto. E non dal fatto che uno dica le parolaccie o sbatta le racchette per terra. Tutt’al piu’ non andra’ in Paradiso.

  13. Safinator scrive:

    Quanto mi farebbe piacere che “qualcuno” leggesse l’ articolo di Stefano e ne facesse tesoro…

  14. anto scrive:

    @ Angelica, quando ti leggo non perdo mai tempo anzi leggerti è molto piacevole. E poi ad essere sincero, quando mi toccano il Fognini, spesso mi inquieto. E’ un ragazzo buono come il pane, veramente d’oro, certo qualche volta eccede ma devi capire che ha solo 21 anni e vuole sfondare, e poi è preferibile avere un top 50 perfettino oppure un giocatore con gli attributi ma top 10…………bel dilemma vero angelica? Credo che Fognini fra un paio d’anni diventerà il ferrer italiano e allora ci sarà davvero da divertirsi……..

  15. stefano grazia scrive:

    A PROPOSITO DI BRAT BOYS, copio e incollo (e tappezzo tutto il Blog) un mio commento dopo l’impresa diu Murray con Meltzer:
    murray, that’s my boy!!!! Altro che quel fighetto di Federer!!!!
    Inutile, continuo a tifare Roger perche’ ho cominciato con lui e andro’ a fondo con lui (cosi’ come son stsato semper fidelis ad Andre Agassi) ma non c’e’ dubbio, non posso continuare a nascondermelo, che i miei preferiti sono i Brat Boys col cuore di un leone e le palle di un toro…Hewitt prima, Andy Murray ora…E dopo Gasquet a W un’altro recupero da 2 sets sotto… E che gioco…I’M TOO STRONG!!!! Gridava autopompandosi…
    Insomma, inutile tergiversare: io vorrei che mio figlio sul campo si battesse cosi’… E insomma, lui e’ un misto di fighettino coi colpi alla Federer e di monellaccio tignoso alla McEnroe/Murray… Vorrei meno tigna, meno lamenti, meno gnola e piu’ cuore, piu’ epos … Il tennis ha bisogno di guerrieri e non fighetti da gesti bianchi e basta (Ora e’ ovvio che per arrivare a dove e’ arrivato anche Federer sia ANCHE un guerriero e lo abbia piu’ volte dimostrato: la mia e’ una provocazione metaforica (???) per intenderci e spero che mi abbiate inteso…

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