J.McEnroe:”Devo tutto a mio padre”
Intervista parallela ai due Mac, sr e jr
Tanta fiducia, l’arma vincente
“Papà ne aveva più di me”

 
2 Marzo 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Visto il grande interesse suscitato dall’argomento Padri-Figli Scuola _ che se andate a vedere nell’apposita categoria nella colonnina di destra, sta per sfiorare i 100 interventi, SONO 98 SOTTO IL TITOLO BAMBINI PRODIGIO CON RACCHETTA E ULTIMAMEMENTE SONO INTERVENUTI LA MAMMA DI GIULIA MASTELLONE, FINALISTA DI LAMBERTENGHI, NONCHè CON IL POST N.98 IL PAPà DEL GIOVANE QUINZI CHE è APPENA ARRIVATO IN FINALE AL TORNEO UNDER 12 PIù IMPORTANTE D’EUROPA PUR AVENDO SOLO 11 ANNI, IN ANTICIPO ANAGRAFICO RISPETTO AI VARI NADAL, FERRERO E SOCI _ immagino che questa intervista rilasciata da padre e figlio McEnroe a Belfast _ dove John doveva giocare un torneo senior _ possa quantomeno incuriosirvi.
Il fatto che, sia pure per rivedere la terra irlandese dei suoi avi, John Patrick McEnroe segua ancora il figlio nel Senior Tour (BlackRock Tour of Champions) non è senza significato. E John non ha dubbi nel sostenere che “è stato mio padre l’ispirazione e lo stimolo alla mia carriera di tennista…non ci fosse stato lui, con la sua straordinaria passione per il tennis, né io né mio fratello avremmo mai provato a diventare giocatori professionisti, tantomeno campioni.
_John, che tipo di padre è stato il tuo?
Figlio: “Uno di quegli uomini che sono disposti a fare anche due lavori pur di consentirci di frequentare le migliori scuole e al tempo stesso di praticare lo sport. Abbiamo cominciato a giocare insieme che io avevo 8 anni e mezzo. Io dico che mi ci è voluto sei mesi prima di cominciare a batterlo…lui dice un anno e mezzo! Un sacco di volte vedi genitori che si arrabbiano se i loro figli cominciano a batterli e fanno di tutto per evitarlo…Lui sembrava invece non preoccuparsene ed era felice anche soltanto di seguirmi nei miei primi passi agonistici. Anche quando mi vedeva stufo di restare sul campo o insicuro mi diceva sempre :”Ce la puoi fare, ce la puoi fare, coraggio”. E’ come se sentisse quel ritornello ancora oggi nelle mie orecchie…Lui ha rappresentato sempre il mio più grande…sistema di sostegno”.
_E tu papa McEnroe ti aspettavi questo tipo di risultati da tuo figlio John?
Padre John Patrick McEnroe: “Eravamo molto, ma molto sorpresi nel vederlo diventare il campione che è diventato. Quando venimmo a sapere che si era qualificato per il tabellone principale di Wimbledon nel ’77, sua madre ed io non ci volevamo credere. Invece, a 19 anni, arrivò addirittura in semifinale contro Connors (perdendoci in 4 set)….
_C’era un consiglio in particolare che cercavate di mettere in testa a John?
Figlio: “A parte non imbestialirsi con l’arbitro e i giudici di linea…?
Padre: Ho sempre incoraggiato John a fare meglio che poteva dicendogli che vincere è meglio che perdere…Questo abbiamo cercato di instillarlo in tutti e tre i nostri figli…Io rimasi in realtà molto sorpreso di constatare che quando John giocò il suo primo Wimbledon ebbe subito tutti quegli scatti furibondi con gli arbitri. Da junior non gli succedeva a quel modo, con quella frequenza. Gli junior si arbitrano da soli e John nel dubbio dava addirittura dei punti ai suoi avversari (Qui mi sa che il papà McEnroe esagera…nello stravedere per il figlio discolo; ubs). Era comunque un problema…minore, ma non giurerei che se lui si fosse sempre comportato come Bjorn Borg o Arthur Ashe sarebbe diventato quel campione che è diventato…”
Figlio: “La cosa più importante che mi ha dato mio padre è stata la fiducia. Ne aveva di più di quanto spesso ne avessi io stesso. Anche quando io ero giù lui non dubitava mai, aveva sempre fiducia, me la trasferiva in toto….
_E quando facevi le tue sceneggiate?
Figlio: “Mi diceva:’Sei più forte di questa gente, non ha bisogno di fare così, vai e gioca il tuo tennis!’. Ed era il modo in cui lo diceva a farmi impressione…Papà non era un tipo calmo neppur lui, d’abitudine, aveva un…caratterino! Diciamo che…quando ero ragazzino lui…era uno di quelli che a tavola parla a voce alta!”
Padre: “Io sono irlandese, i miei genitori erano entrambi nati in Irlanda…sì, ho anch’io un certo caratattere, talvolta. Le nostre conversazioni a tavola, effettivamente, non si svolgevano…sottovoce!Appena un po’ più rumorose…”
_Considerate le vostre origini che effetto vi fa trovarvi in Irlanda?
Padre: “Ci sono tornato diverse volte. Fui particolarmente felice quando si è giocato in Davis contro la Repubblica d’Irlanda con John in squadra e Patrcik sparring-partner…ma è la prima volta che ci troviamo nell’Irlanda del Nord insieme. Mi ha invitato John, gentilmente, io ho accettato subito ed eccoci qui.
Figlio: E’la prima volta che vengo quassù. Poter venire qui, quando le cose sembrano essersi normalizzate, vedere i posti dove ci sono state quelle manifestazioni massicce, è abbastanza tranquillizzante….
_Ma c’è qualcosa che John non ha raggiunto che tu, padre, pensi invece che avrebbe dovuto raggiungere?
Padre: “C’è una cosa che lui rimpiange di non aver vinto…il Roland Garros! E, certo, avrei preferito anch’io che l’avesse vinto piuttosto che il contrario, ma in realtà non è importante”.
_Quanto sei orgoglioso dei risultati che John ha conseguito nella sua carriera?
Padre: “Naturalmente sono orgoglioso di lui…lo sono sempre stato. Mi piace l’idea che lui abbia sempre amato e sostenuto la Coppa Davis e che sia stato il miglior giocatore americano di Coppa Davis della storia e mi inorgoglisce il fatto che stai ancora giocando, bene e con successo, con la gente che lo applaude, che compra il biglietto per vederlo…come si fa a non esserne orgogliosi? Qualunque padre lo sarebbe.”
Figlio: “Già, e ogni due o tre mesi mi chiede ’John, ma c’è qualche possibilità che tu giochi a Wimbledon ancora una volta?’… E non parla del doppio eh! E io gli dico: Ascolta papà, sei al corrente del fatto che giocano ancora al meglio dei cinque set?’…Ma lui è fatto così, ha una tale fiducia in me!”
Padre: “Macchè, non gli credere, non l’ho mai detto (ma chi dice bugie qui, il padre o il figlio?ubs), però penso che il doppio potrebbe proprio giocarlo senza sfigurare…”
_ John, la rapidità con cui Andy Murray è diventato uno dei migliori tennisti del mondo, così giovane, ti ha stupito?
Figlio: “No, no davvero, perché è cresciuto molto fisicamente e tennisticamente. Non ti capita di vedere tanti giocatori che hanno la capacità di farti….grattare la testa e farti pensare “guarda come è facile fare quel colpo” come lui. Sarei sorpreso se non si ritrovasse fra i primi 5 del mondo entro Wimbledon, insomma nell’arco di sei mesi. Murray è più naturalmente a suo agio di Nadal su un campo veloce. Non c’è motivo per non pensare che non possa salire così in alto. E poi…gli basterà tirare una bacchettata su una gamba a Federer di modo che Roger non possa giocare a Wimbledon e sarà fatta!”
_A proposito di Federer…ha appena battuto il record delle 160 settimane da leader Atp di Jimbo Connors, quanto vale un record di quel tipo?
Figlio: “E’ un traguardo straordinario. E non è tanto il fatto che lui sia così bravo, quanto la combinazione di tanti fattori, la sua continuità, il suo livello di condizione fisica, la sua voglia di vincere settimana dopo settimana, il fatto che gli piaccia così tanto questo sport che lo rende disponibile con tutti, avversari, pubblico, arbitri…
Padre: “Ecco, magari, questo di te, John, non avrei potuto dirlo tutte le vlte che avrei voluto!”
Ma papà McEnroe lo dice con un sorriso largo così, guai ad accennare alla minima critica nei confronti di un uomo che invece nella sua vita, pur costellata di successi, di critiche ne ha ricevute tante, tantissime. “Ma questa è stata la mia forza _ ribadisce John_ il sostegno che mi ha sempre dato Dad (papà)”.
Una bella lezione di vita anche questa, vero genitori che …popolate, questo blog ponendovi mille domande?

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11 Commenti a “J.McEnroe:”Devo tutto a mio padre”
Intervista parallela ai due Mac, sr e jr
Tanta fiducia, l’arma vincente
“Papà ne aveva più di me””

  1. gianni scrive:

    …..ancora un bellissimo “documento”…grazie Ubaldo!!!

  2. stefano grazia scrive:

    In veritá io ho sempre letto molti articoli in cui i vari giornalisti del tempo si lamentavano del fatto che Papá McEnroe non avesse tirato qualche sberlone in piú al proprio figlio… Su Johnny Mac ho sempre avuto un’istintiva simpatia (dettata dal binomio atleta di successo/persona molto intelligente) legata anche dal fatto che ti potevi identificare maggiormente con l’ambiente e la famiglia di provenienza ma minata alla base dai reports di giornalisti e atleti che Mac l’hanno conosciuto bene e davvero…Poi peró leggi della sua amicizia con Gerulaitis, con Borg, dei suoi rapporti con altri…ma, ognuno sembra avere la sua da dire…Ma in realtá questa intervista me la voglio stampare e farla leggere a mio figlio…A egregie cose l’animo accendono l’urne dei forti!

  3. stefano grazia scrive:

    A proposito: che avrebbe detto JohnnyMac al posto di Nadal nell’incontro perduto con Youznhi dopo quel che é sembrato a tutti un clasmoroso errore dell’HawkEye? Che abbia ragione Safin a dire che non é perfetto?
    Nadal never seemed to recover after Youzhny won a challenge to reverse an out call and take the first-set tiebreak.
    Riporto la notizia e i commenti dei due protagonisti:
    “I lost the first set in the last point,” Nadal said. “I saw and even the referee saw, the ball was outside. There was a mark on the court. The ball was definitely out, but when he challenged, it was in. So it was really unbelievable.”
    Even Youzhny admitted he was shocked that his challenge was upheld by Hawk-Eye.
    “(It) looked like it was a little bit out. I saw the mark was a little out, but it was such an important point, I decided to call for the Hawk-Eye. Even I was shocked it was called in, because, to be honest, I thought it was out.”
    In particolare si nota l’intelligenza tattica di Youzhny che fa un buon uso delle regole, giuste o meno, a disposizione.
    Ció non toglie nulla al fatto che Nadal abbia perso per la seconda volta consecutiva dal Russo e che probabilmente indirettamente Federer da queste sue sconfitte psicologicamente ricavi fiducia…Sono curioso di vedere se Nadal riacquisterá l’indispensabile fiducia sul Rosso e la cosa non é improbabile visto che i grandi terraioli quest’anno non ci sono (Gaudio,Coria,Ferrero…)

  4. Michele scrive:

    Ciao Ubaldo,
    premetto che quello che ti sto scrivendo non c’entra nulla con quest’ultimo articolo ma non sapevo dove altro inserirlo…
    Hai visto cosa è successo ieri sera a Dubai tra Nadal e Youzhni sul 6-5 al tie break del primo set? Occhio di falco è stato smentito da entrambi i giocatori e dall’arbitro stesso (come risulta dalle interviste del dopo partita): la palla era stata chiamata fuori, in corridoio, ma il russo ha chiesto il challenge che ha mostrato la palla sulla linea: lo stesso Youzhni ha ammesso di aver visto il segno della palla out e quindi il challenge sembra aver sbagliato… Nadal ha aggiunto che lo stesso giudice di sedia gli ha confermato di aver visto la palla larga ma do non poter cambiare la chiamata.
    avevo già sentito delle dichiarazioni di Grillotti il quale affermava che non sempre la moviola gli sembrava attendibile su alcune chiamate.
    Questo è il primo caso evidente di errore di occhio di falco…

  5. marcos scrive:

    caro ubaldo,

    sono assolutamente fuori luogo, ma considerando il fatto che questo, fortunatamente, non è un forum e considerando anche ciò che è successo a las vegas questa notte, non potendo aprire personalmente una discussione ufficiale, ti invito a descrivere l’accaduto, quanto al passaggio di blake ai quarti, dopo i famigerati rounds robin.

    è la morte del tennis…non basta che il direttore del queen’s se ne sia accorto: tutti devono rifiutare questa clamorosa porcata.

    perdona lo sfogo.

    marcos

    ps. il direttore del torneo di las vegas ha fatto passare ai quarti blake, portando la seguente motivazione: blake avrebbe comunque battuto del potro 61 o 62 nel secondo set, se l’argentino non si fosse ritirato per problemi respiratori. korolev aveva un coefficiente “set vinti” migliore di blake: sarebbe dovuto passare lui…e, invece, no!
    gli hanno dato una valanga di dollari per farlo star zitto ed hanno portato blake nei quarti d’ufficio.
    è impossibile andare avanti così: è un sistema truffaldino, che falsa completamente l’etica di questo sport, avviandola ad un futuro solo mercenario, che, prima o poi, ci allontanerà definitivamente dalla nostra passione.
    ubaldo: fai sentire il nostro enorme disappunto ai rappresentanti del più alto livello che conosci.
    grazie.

  6. Michele scrive:

    Sono anch’io d’accordo con Marcos! Bisogna che i top players si diano una svegliata e si facciano sentire per abolire questa buffonata del round robin!
    è doveroso che Federer in primis si prenda la responsabilità di schierarsi apertamente contro questo sistema che toglie lo spettacolo (mi sembra che abbia effettivamente già dichiarato che non intende partecipare a nessun torneo con il round robin).
    Bisogna però rilevare che i direttori dei tornei sembrano favorevoli ed addirittura entusiasti di questa soluzione (come quello di Buenos Aires).

  7. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Io conto meno del due di briscola, Marcos, però non perderò occasione a Montecarlo, dove ci sarà Et.de Villiers di dirgli quel che penso. Quello che mi dici essere accaduto a Las Vegas è vergognoso…ma anche quel che è successo con l’Hawk Eye a Dubai è preoccupante. Vuoi vedere che Federer ha ragione su tutta la linea?
    Di altre cose ho parlato poco fa con Francesco Elia (in Farina) e appena gli verrà installata l’ADSL _ a giorni _ ci farà sapere le sue idee su allenamenti, giovani etc, idem con Daniel Panajotti.

  8. angelica scrive:

    Ubaldo, tu conterai come il due di briscola, ma meglio una briscoletta che un liscio, sopratutto quando “quello” afferma che :

    “This has troubled me enormously, and I feel as though I’m damned if I do and damned if I don’t,” de Villiers said. “We have said all along we are going to learn from the experiment. A similar situation occurred in Buenos Aires, which has given us great cause for concern. IT IS CLEAR OUR FANS LIKE ROUND ROBIN, AND RESEARCH CONFIRMS TAHT. But unless we can find a way to ensure that withdrawals don’t unfairly affect the outcome of groups, I’m afraid round robin will fail.”

    Il testo in maiuscolo e’ mio, solo per evidenziare quella frase: ai fans piace ?!?!? Ma dove, ma quando !!!

    (link all’articolo: http://www.reviewjournal.com/lvrj_home/2007/Mar-02-Fri-2007/sports/12912901.html)

    Per quanto riguarda l’ Hawk Eye era ora che succedesse in maniera palese un errore.
    Occhio di Falco è una proiezione computerizzata di un probabile impatto della palla con il terreno. Non e’ una moviola. Io credo che non dovrebbe essere usata come ‘la solo vera unica e definitiva fonte di giudizio’. E’ una macchina, dovrebbe essere usata come un aiuto per gli arbitri. Invece gli arbitri non possono modificare la decisione del computer.

    (a parte lo scorso agosto in Canada nel torneo WTA, quando i tecnici si erano dimenticati dopo un incontro di doppio, di impostare nuovamente i parametri per il singolo e una palla chiaramente OUT nel match di singolo era stata data IN. Be’ li’ l’arbitro non ha potuto non chiamare la palla OUT. Scena al quanto esilerante per me )

  9. marcos scrive:

    conterai come il due di picche, ma intanto avrai l’occasione per dire a de villiers che cosa gli appassionati pensano della sua squallida invenzione.

    siccome qui, invece…e non solo! conti molto, ne approfitto e posto il link di petizione (che servirà a nulla, ma, almeno, ci si conta) per la cancellazione dei round robin:

    http://www.petitiononline.com/nomorerr/petition.html

    grazie!

    marcos

  10. Fabio F. scrive:

    Vergognoso quanto accaduto a Las Vegas. in 100 anni di questo sport, certe pagliacciate non si erano mai viste.

    Federer (domani finalista a Dubai contro uno strepitoso Misha Yohuzny) si è già schierato: è non è affatto della stessa opinione di etienne de Villiers.

    Venendo a Mc Enroe: per me nell’infanzia era il grande nemico, quello che rubava spazio,copertine e spesso tornei (ah, quella mitica finale di dallas….) al tennista per cui tifavo. Strepitoso quel 1984. Suo padre mi ha invece trasmesso sempre un’immagine positiva, solare,credo anche io che sia stato un ottimo genitore.

    Cutioso notare come il mancino di Wiesbaden in gioventù praticasse anche il calcio, dove era un’ala destra sgusciante e fantasiosa. verosimile che avesse giocato a calcio sarebbe divenuto capocannoniere…

  11. marcos scrive:

    http://sports.yahoo.com/ten/news;_ylt=AmyJ_.G0df8MMyX2XVxsJho4v7YF?slug=reu-menvegasblakedc&prov=reuters&type=lgns

    de villiers chiede scusa: non basta!

    a lui spetta la stessa sorte che toccò a turigliatto: quando si commettono errori enormi, si paga. allontaniamolo.

    perdonate questi sfoghi, ma al tennis tengo troppo.

    marcos

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