Tre junior italiani fra i top del mondo
Anche il tennis ha il suo Camoranesi
Non più solo donne finalmente

 
29 Gennaio 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

MELBOURNE_ L’Open d’Australia appena concluso con il terzo trionfo aussie di Roger Federer e di Serena Williams, sembrava essere stato assai negativo per il tennis italiano che al sabato della prima settimana aveva visto finire eliminati tutti i suoi 13 rappresentanti, cinque uomini (quattro sconfitti al primo turno e Seppi al secondo) e 8 ragazze, di cui soltanto Tax Garbin e Maria Elena Camerin approdate al terzo turno per raccogliere però appena quattro games ciascuna con Dementieva e Sharapova.
Ma la seconda settimana, con le gare juniores, ha riacceso un po’ di luce in fondo al tunnel. Per anni erano state semmai le donne a non farci sfigurare, Farina e Schiavone soprattutto, ma ora finalmente anche i nostri giovani paiono competitivi. Non abbiamo nessuno fenomeno, uno capace di vincere fra i “grandi” da junior _ ma ciò non accade più dai tempi di Becker e Chang: oggi il tennis pretende muscoli da adulti _ ma i tre ragazzi presenti a Melbourne Thomas Fabbiano, Daniel Lopez e Matteo Trevisan, erano tutti inclusi fra le prime 16 teste di serie. E si sono rivelati tutti competitivi con i migliori del mondo. Fabbiano, pugliese di San Giorgio Jonico, è arrivato in semifinale e ha perso dopo un primo set molto lottato da un francese, Jonathan Eysserich di cui risentirete parlare perché assai dotato. Prima di lui dallo stesso francese aveva perso anche Lopez, ma soltanto 7-6,7-6 dopo aver condotto 5-3 nel primo ed essere stato avanti di un break anche nel secondo. Lopez è nato e cresciuto in Paraguay, dove si allenava con Victor Pecci (il gigante che disputò una finale del Roland Garros contro Borg), ma la sua nonna (Casaccia) era genovese e da un anno gioca ormai per l’Italia e si allena al centro tecnico di Tirrenia. Ha un gran servizio, un bel dritto, e tanta grinta…altrimenti non avrebbe fatto le scelte che ha fatto, lasciando casa, genitori e amici per tentare la via del professionismo. Il terzo junior, Matteo Trevisan, fisico esplosivo, figlio di una maestra di tennis del pisano, è quello che piace di più ai tecnici stranieri. Ha perso al terzo set dall’australiano Jones ma l’Adidas si è già interessata a lui sebbene sia sponsorizzato dalla Fila. Insomma, non tutto è nero come può sembrare. Un raggio di luce c’è. Ed erano 20 anni che non c’era. Forse qualcuno (Renzo Furlan? Giancarlo Palombo? Riccardo Piatti?) sta finalmente lavorando bene. Palombo, ad esempio, ha il merito di aver scovato la nonna italiana di Lopez (dopo aver visto il giovane paraguagio al torneo dell’Avvenire). Insomma anche l’Italia del tennis ha il suo Camoranesi. E se diventa campione del mondo nessuno potrà scandalizzarsi come accadde per Martin Mulligan negli anni Sessanta.

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10 Commenti a “Tre junior italiani fra i top del mondo
Anche il tennis ha il suo Camoranesi
Non più solo donne finalmente”

  1. Mauro scrive:

    Hai detto bene, Ubaldo, la seconda settimana dello slam australiano ha accesso una fiammella di speranza nel tunnel oscuro in cui da svariati decenni è piombato il nostro tennis. Vorrei sapere da te la programmazione di questi nostri 3 giovani (Lopez, Fabbiano e Trevisan) e soprattutto chi li seguirà nei prossimi mesi spero in giro per il mondo nei vari futures e chiallenger. Perchè è chiaro che ora dovranno lasciare da parte l’attività giovanile per entrare nel tennis che conta davvero. Grazie.

  2. Alfredo Izeta scrive:

    Ciao Ubaldo!
    Sono Alfredo Izeta e mi occupo dei servizi web dell’Anpecomit (hai scritto al Presidente Antonio Masia).
    Ti volevo dire che:
    - ti ho riservato una pagina nella sezione Cultura e Attualità del sito
    http://noicomit.altervista.org/culturascanagatta.html
    - ho linkato “Servizi vincenti” anche nella pagina “Collegamenti web”
    http://noicomit.altervista.org/collegamentiweb.htm
    Fammi sapere se il tutto è di tuo gradimento.
    Alfredo

  3. marcos scrive:

    il tennista di livello è un apolide naturale.

    gioca per i colori del suo paese solo in davis, ma per il resto gioca per se stesso, anzi, per tutto il mondo che lo guarda.
    l’origine geografica di un rovescio importa meno di una palla sgonfia, ormai da sostituire.

    al tennista sudamericano, per esempio, talvolta può convenire il passaporto italiano, per questioni organizzative o logistiche.
    al tennista europeo, talvolta può convenire farsi monegasco.
    al tennista italiano può convenire farsi svizzero, o viceversa.
    al canadese conviene farsi inglese.
    e lo scozzese? mah…a quello è preclusa la squadra di davis del suo paese, addirittura!

    non mi scandalizzo mai dell’oriundo, termine che nello sport si usa a sproposito…significa, infatti, originario di un certo luogo…ma tutti lo siamo!

    c’è qualcuno che ancora è arrabbiato con vassallo arguello perchè, dopo aver chiesto il passaporto italiano, ora gioca vestendo i colori argentini: e allora? si vede che per lui era meglio così!
    non vorremo mica arrabbiarci perchè ancic e ljubo sono nati in una terra che, qualche anno fa, ci eravamo annessi! mario e ivan, in quest’ottica, potrebbero essere richiesti anche dagli austriaci, dai turchi e dai serbi!

    benvenga chiunque voglia giocare con la nostra maglia: assai gradito, naturalmente, è chi gioca bene.
    e se poi ne sceglie un’altra…continui a giocar bene: noi ci divertiamo lo stesso!

    marcos

  4. alessio scrive:

    La notizia dei progressi di questi ragazzi è incoraggiante, ma il tennis italiano è talmente un malato cronico che è veramente una piccola fiammella.Io sono convinto che ottimi tennisti c’è li abbiamo avuto ( Camporese, Furlan, Gaudenzi,Cane,Sanguinetti che gioca ancora) e non è del tutto casuale che abbiamo fatto una finale di Coppa Davis.Anche adesso abbiamo buoni giocatori; Seppi, Volandri per dire non sono per nulla inferiore ai top 20 di oggi.Manca la programmazione, manca la capacità di valorizzare questi talenti.
    I campioni nascono dalla base e i circoli tennsiti in Italia che dovrebbero essere la spinta dello sport, hanno delle politiche per allontare non avvicinare i giocatori.Qualcuno dice che il tennis è uno sport in crisi.Ma se
    si parla con qualunche sportivo, tutti sanno chi è Fededer o conoscono la Williams.Allora il n 1 del mondo fa da traino per il tennis in tutto il mondo e quindi anche il Italia.Manca la base, il lavoro la mentalità nei circoli;quanti giocatori si perdono per la mancanza di un circuto sportivo che raccolga i giovani alla base.Ricordo che vi sono altri sport individuali che hanno meno utenti del tennis, vedi lo sci; qui i risultati i campioni, vengono.In Italia un nuovo Pannatta lo aspettiamo da una vita.
    Purtroppo però le mie sono considerazioni vecchie…speriamo nel miracolo del campione e spero che nel decreto Bersani vi sia qualcosa anche per il tennis!!!

  5. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Mauro, abbi pazienza e un po’ più di comprensione, ho fatto più di 40 art.
    dall’Australia per il blog, più cento risposte, oltre agli art.per i miei
    giornali e Matchpoint, e avevo scritto sul blog _ se tu avessi visto i
    precedenti articoli _ che non sarei tornato a Firenze prima di venerdì
    notte, con 32 ore di aereo e un paio di gg. finalmente senza computer. Detto
    questo ora vedrò se riesco a trovare qualcuno a Tirrenia (ma il weekend
    è dura) per sapere i programmi di tutti. ok…ma fai il bravo
    Ubs

  6. Mauro scrive:

    OK Ubaldo, scusami. Mauro

  7. eros f. scrive:

    Benvengano in Italia gli oriundi, benvengani serbi, croati o sloveni…
    E’ vero come qualcuno qui ha detto, il tennista non veste una maglia ma sono felice - da sportivo e da appassionato di questo sport - che degli atleti di spessore vengano ad allenarsi nelnostro Paese.
    Mi fa felice perchè questo potrà contribuire a far alzare il tasso tecnico in Italia, perchè in questo modo il tennis farà parlare di più di sè e perchè forse così avremo più giocatori, più circoli, più talenti che potranno crescere…
    Non so se siete d’accordo con me, ma credo solo con più campioni italiani i nostri media daranno più spazio al nostro sport, creando così quel circolo virtuoso capace di regalarci soddisfazioni sempre maggiori.

  8. Andrea scrive:

    ..non vorrei dire una castroneria, e soprattutto quella che sto per scrivere è una rettifica di poco conto, ma credo che Trevisan sia sponsorizzato Australian. Confermi Ubaldo?

  9. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Andrea smentisco. Ma avevi quasi ragione. Trevisan aveva un contratto con Australian, ma è scaduto a fine anno. E ora ce l’ha con Fila. E Adidas glielo avrebbe fatto volentieri…
    A Mauro dovevo una risposta: dopo aver parlato con Renzo Furlan, posso dirti che i tre juniores che si sono ben comportati in Australia giocheranno tre tornei Futures da 10.000 e 15.000 dollari in Sicilia nei prossimi giorni, poi andranno certamente a Parigi e Wimbledon, oltre al Bonfiglio, ma se fosse loro utile _ per garantirsi un posto da teste di serie agli Slam junior _ andare a S.Croce e a Beaulieu, tornei di 1 livello ITF, allora ci andranno. Soddisfatto? Nei prossimi giorni pubblicherò l’intervista a Furlan
    Eros (mica Ramazzotti vero?) è super-pragmatico. Drobny era apolide ma era anche un grande campione e andavano tutti a vederlo (a Roma vinse 3 volte, a Wimbledon battè Rosewall nel ‘54). Quando l’Italia schierò in Davis Mulligan _ Martino Mulligano, oriundo australiano _ scoppiò un mezzo scandalo. Oggi, dopo l’esempio Camoranesi, forse non sarebbe più così, anche se nel tennis siamo più conservatori che nel calcio… ma tu eros sei molto disinvolto sull’argomento. Sul fatto che un campione italiano aiuterebbe molto, moltissimo, la causa del tennis, non ci piove. E’ un miracolo anzi, vi dirò, che questo sport abbia retto in casa nostra nonostante 30 anni di disfatte…nessun altro sport avrebbe retto tanto.

  10. Rik scrive:

    Sono perfettamente d’accordo che come scrive il sig.Scanagatta “non tutto è nero come può sembrare. Un raggio di luce c’è. Ed erano 20 anni che non c’era. Forse qualcuno (Renzo Furlan? Giancarlo Palombo? Riccardo Piatti?) sta finalmente lavorando bene.”

    Solo vorrei precisare che Giancarlo si chiama PalUmbo :))

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