Richard Gasquet resta nel limbo.
Incompiuto o sopravvalutato?

 
17 Ottobre 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Virtual Tour: day6!  

Pregi e difetti del braccio d’oro del tennis francese, che proprio non riesce ad inserirsi stabilmente ai vertici del circuito. Quest’anno, con i top ten, una vittoria e 6 sconfitte. E se non fosse così dotato come si è sempre pensato? Scopriamo perché.

…eppure è forte, bello da vedere, ma perché vince così poco?

La sonora batosta rimediata ieri al Masters Series di Madrid dal suo coetaneo Rafael Nadal (un netto 64 62 in nemmeno un’ora e mezza di gioco) ha crudelmente dimostrato, ancora una volta, la scarsa competitività di Richard Gasquet ad altissimi livelli. Non si è mai avuta l’impressione, nemmeno per un attimo, che il francese potesse vincere.

Il risultato non ha destato particolari sorprese. Il 22enne talento francese è unanimemente considerato, fra gli appassionati e gli addetti ai lavori, il grande incompiuto del tennis contemporaneo. Richard, attuale n. 14 del mondo, negli ultimi 2 anni è stato anche parecchio tempo fra i primi 10, si è aggiudicato 5 titoli Atp, ma non è mai andato oltre la settima posizione assoluta del ranking e soprattutto, nei tornei dello Slam, con l’eccezione della semifinale raggiunta a Wimbledon nel 2007 (sconfitto in 3 set da Federer) non ha mai varcato la soglia degli ottavi di finale. Quest’anno, contro i top 10 ha giocato 7 volte, con un bilancio di una vittoria (contro Ferrer) e 6 sconfitte.

Un po’poco per uno che da ragazzino era considerato un sicuro n. 1 ed aveva suscitato attese messianiche (al punto di essere sbattuto in prima pagina sull’Equipe a 12 anni). Un magro bottino per un talento così cristallino, per un giocatore capace di esecuzioni regali, in grado di sciorinare colpi di ineguagliabile bellezza e dal bagaglio tecnico di incredibile completezza.

La diagnosi, sulla bocca di tutti, è chiara: genio e sregolatezza, talento e fragilità psicologica, classe unita a scarsa capacità di gestire la pressione. E’ certamente vero, per carità. Ma c’è anche dell’altro.

Gasquet è un giocatore fortemente atipico, nel tennis moderno. E la sua naturale atipicità è la principale ragione della sua incompiutezza, più ancora della sua vulnerabilità nervosa.

Dietro gli insuccessi del talento francese, insomma, ci sono anche ragioni squisitamente tecniche. A guardar bene, il ragazzo non ha lacune solo nella componente che gli anglosassoni definiscono “mental“: al contrario, anche sotto il profilo tecnico e fisico è meno forte di quanto sembri a prima vista, e di quanto lasci supporre l’eleganza dei suoi gesti. Vediamo perché.

Le lacune fisiche

Sotto il profilo fisico, Richard non è certo un superman: è meno muscoloso e potente della media degli altri giocatori di vertice. Non è nemmeno particolarmente resistente alla lunga distanza. Di notevole, ha la rapidità dei piedi e la sicurezza sugli appoggi bassi che gli deriva dal suo baricentro. Le gambe corte e tozze lo aiutano parecchio, quasi quanto il suo braccio fatato, nell’eseguire le incredibili mezze volate di rovescio con cui ci incanta. E tuttavia, fisicamente il francese si discosta parecchio dal modello ideale di tennista moderno, alto e grosso, esplosivo, potente e ipervitaminico. Quindi, non essendo troppo fornito di muscoli, quando il punto è importante, e fatalmente lo si gioca più tesi, meno fluidi, la palla di Gasquet tende a perdere velocità in misura maggiore rispetto a quanto avviene ad atleti magari tecnicamente meno dotati, ma fisicamente più nerboruti.

L’anomalia del rovescio dominante

Dal punto di vista tecnico, abbiamo un’altra anomalia, fondamentale. Il francese è un giocatore naturale di rovescio e di voleè, capitato ahilui in un’epoca in cui il gioco si basa sull’uno-due servizio-diritto, i due colpi che meglio si prestano, sotto il profilo biomeccanico, a sfruttare il potenziale dei nuovi attrezzi, vere macchine lanciarazzi. Vediamo questo cosa comporta. Data la diversa forza dei muscoli coinvolti nell’esecuzione dei due fondamentali (gli intrarotatori, che si adoperano per il diritto, sono il doppio più potenti di quelli extrarotatori, che sono sollecitati nell’esecuzione del il rovescio) è stato dimostrato che, a parità di potenza, giocare un’accelerazione a 150 km/h con il diritto fa prendere meno rischi che non giocare la stessa accelerazione con il rovescio a una mano, per quanto bello e sublime tale gesto possa essere.
E’ per questo che fra due giocatori di pari livello, dotati uno di un gran diritto, l’altro di un gran rovescio a una mano, normalmente è il primo a prevalere. In sostanza, Gasquet, che cerca per lo più il vincente con il rovescio, è costretto a prendere costantemente più rischi rispetto agli altri giocatori con diritto dominante.
D’altra parte, ad altissimi livelli il servizio e il diritto del francese sono colpi meno affidabili e costanti rispetto a quelli degli altri giocatori di vertice: e non solo rispetto ai primi 3, ma anche nel confronto con i vari Gonzales, Blake, Roddick, Del Potro e via esemplificando.

Pregi e limiti del gioco al volo

Un notevole punto di forza di Richard è la qualità del suo repertorio al volo, che è eccezionale per tecnica, esecuzione, piazzamento, sensibilità di mano. Ma anche qui, rispetto ad altri grandissimi volleatori “specializzati“, a Gasquet manca qualcosa dal lato fisico: le qualità atletiche e acrobatiche, non eccelse, lo rendono meno efficace di uno Tsonga, o di un Llodra, o di un Mahut, tanto per restare in Francia, in termini di capacità di copertura della rete. In più, va detto che Richard, pur disponendo di un ottimo servizio, non possiede nella battuta un colpo così solido e continuo da sorreggere un serve & volley costante. Questi limiti, oltre alla oggettiva difficoltà, nel tennis moderno, di legare il gioco al volo con quello da fondo (i colpi di approccio, gli attacchi in back e i chip and charge oggi sono diventati molto problematici) fanno si che il potenziale di Gasquet nel gioco al volo resti spesso del tutto inespresso, tranne che sull’erba, dove però si gioca solo un mese all’anno.

Si, so fare un po’ di tutto ma… che faccio ora?

Il possesso di un repertorio tecnico così affascinante, ma così atipico, se arricchisce notevolmente il fascino del giocatore transalpino, rende oggettivamente molto difficile il suo inquadramento tattico e complica tantissimo la vita ai suoi allenatori. E non a caso ne ha cambiati parecchi. Facciamo un gioco: se voi foste il coach di Richard, come gli direste di giocare?

Spingere da fondo? Ok, ma ad altissimo livello di rovescio prende troppi rischi e di diritto non è abbastanza incisivo (ed è anche per questo, oltre che per la mancanza di tranquillità - Riccardo Cuor di Telone - che a volte lo troviamo a remare nei pressi dei giudici di linea).

Servire e scendere a rete, fare chip and charge? Ok forse sull’erba (dove non a caso ha raccolto finora i migliori risultati) ma sulle altre superfici?

Variare in continuazione il gioco, alternando ritmo, effetti e angoli, effettuando attacchi in controtempo? Potrebbe essere una strada vincente, ma è un gioco difficile e dal grande impegno mentale e fisico. Un impegno spesso eccessivo per un giocatore come Richard, non particolarmente dotato di fondo atletico né di grandi energie nervose. Sotto questo ultimo profilo, il match di quest’anno con Murray a Wimbledon, al di là delle intemperanze dello scozzese legate al fattore campo, è stato esemplare: Andy è forse meno dotato tecnicamente di Gasquet, ma ha una superiore forza fisica e nervosa, che gli consente di meglio sopportare lo stress richiesto per adottare una tattica fatta di continue variazioni, che è poi la base del gioco dello scottish, ormai quarta forza del circuito maschile.

Il talento di Beziérs trova quindi molte difficoltà nella gestione dei match, perché è un giocatore senza grandi certezze. Sa fare di tutto, e in modo splendido, ma non ha uno schema base realmente affidabile a cui aggrapparsi, specie nelle situazioni di tensione, quando la racchetta scotta e il cuore batte forte in gola. Come quando si va a servire per chiudere il match: in quelle circostanze, i grandissimi giocatori in genere si affidano a soluzioni semplici e percentualmente redditizie: cercano una gran prima di servizio, per poi aggredire con il diritto sulla ribattuta, costringendo l’avversario in una situazione difficile senza prendere rischi eccessivi. La capacità di fare questo li aiuta a gestire la tensione e a giocare bene i “big points”. Richard, come abbiamo visto, queste certezze non le ha. E quindi, quando è teso, quando si deve stringere, la mente gli si affolla di mille soluzioni diverse, tutte affascinanti, ma tutte complicate: “Ora faccio serve & volley… No, gli gioco una palla corta e la seguo a rete in controtempo… Oppure no, tiro due cross di rovescio e appena accorcia tento il lungolinea vincente…”. Non stupisce che, a un giocatore del genere, capiti di vincere quasi sempre gli scambi più spettacolari di un match, ma anche di commettere troppi errori, proprio nei momenti importanti. Da qui l’impressione generale, in parte errata, di fragilità psicologica. C’è anche quella, ma non solo, come abbiamo visto.

Quanto sono forte, ovvero chi sono io nel tennis?

Per concludere: Gasquet è un giocatore bellissimo da vedere, non ci sono dubbi; ma la ammaliante perfezione estetica dei suoi gesti ci ha sedotti e ingannati tutti quanti. La verità è che, sotto il profilo squisitamente tennistico, per quelli che sono i canoni tecnici, fisici e tattici del power tennis attuale, il francese non può aspirare ad essere un campionissimo assoluto.

Può stare nei primi 10 (lo ha già dimostrato) forse anche nei primi 5, ma difficilmente arriverà nei primi 3 o vincerà uno Slam. E come sempre, come per tutti, saranno i risultati a rifletterne il valore complessivo, che forse è inferiore a quello che abbiamo sempre pensato.

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101 Commenti a “Richard Gasquet resta nel limbo.
Incompiuto o sopravvalutato?”

  1. marcos scrive:

    ottimo saggio del robbi!

    a me basta che gasquet, di tanto in tanto, mi mostri i suoi gioielli: non importa se non sa venderli bene perchè, comunque, sono autentici e preziosissimi.

  2. Avec Double Cordage scrive:

    un capolavoro questo pezzo! Giusto per onore della verità nella semifinale di Wimbledon 2007 ha perso contro Federer, a Roddick lo aveva battuto nel turno precedente

    Grazie della segnalazione, Avec, sempre attentissimo. Correggo il pezzo. (Rob. Comm.)

  3. antonio taviani scrive:

    Analisi che non fa una piega.Gasquet ha un tennis tanto bello quanto rischioso e le partite soprattutto se dall’altra parte della rete c’è un top,si vincono con percentuali “alte” e solidità nei momenti importanti.Lui quasi sempre fa il punto-spettacolo,ma non può vincere le partite senza far toccare la palla all’avversario.Inoltre riceve pochi punti “gratis”,nel senso che sono poche le occasioni in cui provoca l’errore dell’altro,è spesso lui a “fare” (e a “disfare”) il punto,normale che giocando una partita intera con poco margine di sicurezza,si amplia la percentuale di rischio di errori,sia gratuiti e ancor di più nei momenti chiave del match.Ovvio poi che il fisico non lo aiuti.Resta comunque bellissimo da vedere,la speranza è che riesca comunque ad ottenere risultati in linea col talento cristallino che madre natura gli ha donato.

  4. baruz scrive:

    Gasquet è sicuramente un ottimo tennista ed è ancora molto giovane. Il suo problema è che è troppo discontinuo e spesso deconcentrato. Però il talento c’è, ha un rovescio a una mano elegante ed efficace. La partita migliore che ricordo di lui sono i quarti di finale lo scorso anno a Wimbledon, dove battè Roddick in cinque set dopo essere stato sotto di due set e totalizzando a fine partita più di 80 vincenti. Sul fatto se sia omosessuale o meno non lo so e sinceramente non mi interessa, l’importante è vederlo giocare a tennis!

  5. Fas scrive:

    Grande talento quello di Gasquet, molto tecnico ed elegante… il suo limite purtroppo è nel fisico… gli manca qualche centimetro in altezza e qualke kiletto in + per avere un corpo capace di esprimere al meglio la sua tecnica. Cmq anke se è stato nel top 10 x me nn farà + quel salto di qualità che gli consentirà di entrare nei primi 3. Sono anni che si parla di lui come una grande promessa del tennis ma non ha mai confermato le aspettative riposte in lui. Resterà un buon giocatore da primi 10 al massimo, ma non di più…

  6. Supermad scrive:

    Il pezzo di Commentucci ha sintetizzato al meglio tutti i discorsi e le teorie che da tempo circolano sul francese. Davvero un bell’articolo.

    Non solo Gasquet non vincerà mai uno Slam, io sono pronto a scommettere che non vincerà mai nemmeno un Master Series. Il suo gioco è splendido, ma per funzionare bisogna che tutto il meccanismo giri al 100%: considerando la tipologia di tennis di Richard (assai complicata e unica) è raro che tutto giri alla perfezione. Succede molto di rado (i quarti contro Roddick a Wimbledon 2007 sono un caso, così come il primo set della finale di Toronto 2006, contro Federer).

    Sprazzi di talento puro…ma tirando le somme, le vittorie non arrivano.

    Io però credo che se uno come Murray è riuscito a migliorare notevolmente a livello fisico, può farcela anche Gasquet: Murray non è mai stato una potenza (fisico gracile, ricordate?), però in questo 2008 ha fatto moltissimo lavoro atletico, nello specifico, migliorando alla grande i suoi risultati.

    Possibile che Gasquet non riesca fare altrettanto? D’accordo, il suo tennis complicato gli impedirà di chiudere le partite (come detto da Roberto) ma almeno potrà diventare un po’ più costante nel rendimento.

  7. pibla scrive:

    Tutto più che giusto ed infatti è sopravvalutata anche la debolezza psicologica di Richard che invece, purtroppo, è in gran parte figlia del suo repertorio atipico.
    A mio avviso Richard è un giocatore che può ottenere, come del resto sta già facendo, i suoi risultati migliori sull’erba, l’importante è che non ci arrivi “massacrato” psicologicamente dalla stagione su terra, come è successo quest’anno, perché invece su terra, sopratutto tre su cinque, lo vedo parecchio meno competitivo e quindi è bene che si tranquillizzi se non farà bene a Parigi e che vada a Londra a mostrare tutto il suo valore.
    Ed un altro da cui, prima o poi, mi aspetto un exploit sull’erba londinese è Tsonga, ma ci sarà modo di riparlarne….

  8. sette scrive:

    una piccola domanda prettamente tecnica: vedendolo giocare ora rispetto al passato, non vi sembra che abbia estremizzato l’impugnatura del diritto, rendendola ancora più chiusa, “a martello”, rispetto a prima? sono curioso di sapere se è solo una mia impressione o se anche altri l’hanno notato.

  9. weee scrive:

    Avevo letto “e se non fosse così doPato?” …

  10. Nik85 scrive:

    L’articolo dal punto di vista tecnico è impeccabile, non c’è dubbio. E spiega il motivo o i motivi per cui Gasquet non vince. Ma da amante dell’estetica pura, quella kantiana per intenderci, ritengo che l’argomentare, seppure in modo corretto ed equilibrato sui limiti di gasquet, significa sminuire (non certo in modo intenzionale, sia chiaro) un genio assoluto nel tennis moderno, inferiore solo a federer. La reazione emotiva che può scaturire da ogni gesto tecnico del francese, secondo me, è qualcosa che trascende le disquisizioni tecniche sul perchè non vince. Imprigionarlo in una tattica di gioco sarebbe un delitto, il suo genio deve rimanere libero di inebriare gli spettatori.
    Del resto, anche il dio assoluto del tennis sino a 22 anni non aveva vinto nulla.

  11. anto scrive:

    Probabilmente il francesino ha la malattia degli italiani, maturano tardi. Secondo me il meglio lo darà intorno ai 25 anni. Complimenti Roberto per la scheda.

  12. Stefano Grazia scrive:

    Leggendo l’articolo di Roberto mi e’ venuto in mente che, come andre Agassi prima di lui,Gasquet avrebbe bisogno di incontrare il suo Brad Gilbert … Essendo francese temo infatti che culturalmente difficilmente potrebbe trovarsi bene con l’originale.Eppero’ di sghetto o di sliscio, dai, un master se non proprio uno slam potrebbe anche vincerlo cosi’ com’e’ … l’ha vinto anche Robredo,mi sembra, e se non lo vinceva lui l’avrebbe vinto Stepanek!
    Comunque, fondamentalmente il fatto e’ che finche’ ti stai formando, il discorso del non cambiare il tuo gioco poteva essere giusto ma se sei un professionista e giochi per guadagnare, possibile che uno che sappia giocare cosi’ bene non sia anche capace di giocare un po’ peggio e vincere di piu’?
    Io credo che sia soprattutto un fatto di MENTAL perche’ come dice Safin, tennis, everybody has. A Federer, quando compi’ 22 anni, scatto’ qualcosa fra i meandri e le circonvoluzioni del cervello, e la storia del tennis non fu piu’ la stessa…chissa’ se qualcosa di simile succedera’ anche a Richard…

  13. Alex scrive:

    Un appunto soltanto: ha cambiato un solo allenatore, e da poco, da quando ha iniziato a giocare.

    Io penso che il problema principale sia quello fisico, dico questo perché è il problema che hanno tutti i giocatori di talento come lui (oggi solo Federer).

    Prendete Roger, quando è al top fisicamente è ingiocabile, quando era debilitato dalla mononucleosi ha perso addirittura da Simon, con tutto il rispetto per quest’ultimo.

    Se Gasquet riuscisse a costruirsi con “sangue e sudore” un fisico adeguato ai tempi moderni penso possa fare un ulteriore salto di qualità, poi non so se possa diventare o meno numero 1, ma sicuramente potrà essere più continuo e competitivo di quanto sia oggi.

    Tra l’altro è 1.85, proprio come Federer e Nadal, e ha il baricentro basso, proprio come lo aveva Sampras, quindi la base c’è per migliorare ma deve volerlo lui fortemente, altrimenti rimarrà nel “limbo” (e che limbo però, a chi non piacerebbe?) a ridosso dei top player.

  14. Pietro scrive:

    Analisi largamente condivisibile. Come il suo “antenato” Leconte ha braccio da campionissimo, ma testa e fisico non all’altezza. (A mio avviso più il fisico che la testa). Ciò detto, vederlo giocare resta un piacere e pazienza se non diventerà il numero uno del mondo.

  15. Riccardo Remigi scrive:

    Questo articolo è chiaramente un modo per provocare Scanzi, una sorta di contrattacco a quello che aveva scritto Andrea qualche giorno fa a proposito degli italiani. Prova evidente infatti è che l’autore sia Roberto Commentucci, noto per il suo patriottismo italico, giustificabile quando si parla di qualunque altra cosa riguardi il tricolore, un pò meno quando si pensa al tennis, francamente indifendibile sotto quasi ogni punto di vista.

    Come è noto, Scanzi è un sostenitore di Richard Gasquet, e Commentucci in questo modo si è preso una sua piccola rivincita…solo che, data la pochezza (in senso numerico) dei commenti, evidentemente l’obiettivo, la rivalsa, è stato mancato…

    Inutile commentare il pezzo in sè, poi…è vero, Gasquet a 22 anni non ha vinto niente, ma non tutti si chiamano Nadal o Borg, plurivincitori di Slam a così verde età…come è stato fatto notare, infatti, nemmeno Federer aveva vinto chissà poi cosa a 22 anni…no?

    Cordiali saluti

  16. Alex scrive:

    @Nick85
    Veramente il dio del tennis (Pete Sampras) a 19 anni ha vinto il suo primo slam ;-) (in finale con Agassi e non con un Philippoussis qualsiasi, con tutto il rispetto per il buon Mark naturalmente)

    @sette
    Ha sempre giocato con la “eastern pura” di dritto, non mi sembra abbia cambiato. Forse ti riferisci al fatto che “sbraccia” un po’ di più di prima.

  17. Luca scrive:

    Ma perfavore…. il problema di gasquet è il fisico??????…. il problema è mentale…. e cmq penso sia il giocatore più talentuoso di tutti i tempi!

  18. pibla scrive:

    Ah bè, se ora la bontà di un articolo la si giudica dal numero di commenti, ricevuti o meno, stiamo freschi……ma per favore, parliamo di tennis che è meglio.

  19. Alex scrive:

    @Luca

    Non esserne così sicuro, non so se tu giochi e nel caso a che livello, ma spesso la fragilità mentale deriva da una scarsa condizione fisica, anche fosse solo il fatto di sapere di non poter reggere adeguatamente una partita lunga e lottata.

    E se sai che la tua autonomia è limitata nel tempo sei portato a strafare per chiudere prima il punto, ciò ti porta ad alzare i tuoi errori e la conseguenza è la perdita di fiducia in te stesso e nel tuo tennis…è tutto consequenziale.

  20. Luca scrive:

    eeeee che tecnico! ma pervafore… unon che sta male fisicamente non si mette a remare da fondo, se tu vedi, gasquet rema da fondo molte volte se non per tutta la partita. e non ci dimentichiamo che a 9 anni si è visto la sua faccia su un magazine di tennis… e cmq gasquet rimane il giocatore pùtalentuoso di tutti i tempi

  21. Giovanni da Roussillon scrive:

    Amo molto gli scritti di Roberto Commentucci. Credo avere già espresso il parere che vanno quasi sempre così bene, per come li leggo e apprendo, da non sentirmi di replicargli alcunché. Ma se qualcuno ritiene che Commentucci stia gareggiando prendendo a criterio la conta dei commenti (benché lo stesso diminutivo del nome che porta ci faccia intuire bene quanto poco sia coinvolto da simili stoltezze), allora eccomi a ringraziarlo pubblicamente (+1).
    ____________________
    Sono certo di non essere l’unico ad essergli riconoscente. Inoltre non penso abbia qui misconosciuto il talento di Gasquet, semmai lo farebbe dubitare un poco il titolo del suo pezzo, che forse non ha nemmeno scelto personalmente. Il suo difetto è di non essere sguaiato.

  22. Rosinaldo scrive:

    Articolo a dir poco surreale. Come si può avere la presunzione di sapere i motivi della non ascesa di un tennista? E’ forte, è bello da vedere, ma perchè vince così poco? Ma che domande sono? Dire che è forte equivale a non dire niente, è forte quanto dice la sua classifica. E’ bello da vedere, nessuno ha dubbi su questo, ma cosa c’entra col fatto che debba per forza diventare numero uno del mondo? Anche Korda era straordinario da vedere, anche Feliciano Lopez è bello da vedere, e come loro molti altri. Ma come si può pensare che perchè uno è bello da vedere deve per forza sfondare e fare il salto di qualità?
    Punto per punto:
    1 è meno muscoloso e potente della media degli altri giocatori di vertice.
    Sciocchezza terribile, alcuni esempi: Djokovic e Davidenko sono magrissimi, Ferrer è alto un metro e una banana, Nalbandian è a dir poco sovrappeso. Tutta gente che è o è stata top 5.
    2 L’anomalia del rovescio dominante. Eh???? Cosa ci si inventa pur di far colpo sui lettori eh? Il problema è la scarsa conoscenza del tennis di chi scrive, che ha passato la maggior parte del tempo della sua vita a battere su una tastiera e non con in mano una racchetta da tennis.
    Gasquet ha un dritto eccellente, e non vuol dire che perchè dalla parte del rovescio gioca con maggiore naturalezza non può diventare numero 1 del mondo. Ma siamo impazziti? Allora Djokovic cosa fa, può smettere di giocarsi le sue carte perchè non potra mai essere numero 1? Oppure a Safin, che a volte col dritto fa il tiro al piccione, dovremmo togliergli Us Open, Australian Open e (ex) primato in classifica perchè ha un gran rovescio? Ma per favore….
    3 Pregi e limiti del gioco al volo. Cosa bisogna sentire…. Non ha le doti acrobatiche di Mahut e Tsonga? Perchè tutti i numeri 1 o vincitori di slam hanno avuto quelle doti? E poi per Gasquet il gioco di volo non è importante come per i classici giocatori serve and volley, non è che perchè gioca bene di volo vuol dire che basa il suo gioco su quello.
    4 Il possesso di un repertorio tecnico così affascinante, ma così atipico. Atipico? Cosa c’è di atipico in Gasquet? Solo perchè ha talento è atipico? E quindi non può puntare a fare il salto di qualità? Ma di cosa stiamo parlando?

  23. stefan scrive:

    gasquet è alto 1.85? se è vero,li porta male

  24. elso scrive:

    sono assolatamente d’ accordo con quanto detto da rosinaldo. la sua analisi mi pare azzeccata quanto semplice. anche secondo me il punto è il seguente: essere belli a vedersi è semplicemente cosa a se, se sei bello a vedersi sei bello non n°1 o 2 o 3, puoi essere bello e essere 265 senza problemi.
    spiegazioni aberranti tipo ha un bel rovescio si spiegano da sole, non pare il caso di commentarle. il continuo calore dato a questo fatto del gioco di volo inoltre è davvero stucchevole, il gioco di volo è quel che è, un tipo di gioco che porta alla sconfitta usato da chi ama perdere. inoltre è proprio così, il raggio d’ azione di feliciano lopez è davvero enorme, probabilmente anche superiore a quello di gasquet.
    e con ciò mi congedo.

  25. Alex scrive:

    @Luca

    “eeeee che tecnico! ma pervafore… ”

    Potevi veramente risparmiartelo.
    Non so se noti con che tono ho scritto io, quindi rispondi senza attaccare e con educazione, grazie.

    Non ho mai detto che sta male fisicamente, ho detto che se migliora sotto quel profilo può progredire (come sicurezza e di conseguenza mentalmente, oltre che come classifica) ancora e ciò credo sia innegabile.

  26. Giovanni da Roussillon scrive:

    La bella coppia.

    Uno è dotato
    1/ acrobaticamente: quando porta un effettivo di 3 esempi, dei quali uno perfino non pertinente, per stabilire una media;
    2/ di talento esegetico a fronte del testo che desidera demolire: se si riconosce al rovescio di Richard Gasquet maggiore efficienza rispetto a quanto sappia produrre col diritto, e se, come scrive l’autore del pezzo, il gioco potente di oggi tende a basarsi sull’uno-due servizio-diritto (chi può confutarlo?), è ovvio che sia Richard l’ “anomalo”, aggettivo sostantivato non sinonimo d’incapace; né Roberto Commentucci non lo prevede numero 1 per quell’unica ragione;
    2 bis/ di fede nel credere che il tempo sia fermo al fu dominio di Marat Safin, dunque che il power tennis 2008 sia fantasia eretica;
    3. della propensione a considerare la parte per il tutto, se tale espediente gli permette il recupero di un suo assunto non comprovabile;
    4. della facoltà di fingere di non capire (quasi anche di non capire di fingere quando ne esprime la negazione) quale sia il significato contestuale dell’ “anomalia”;
    5. (non è replica ad uno dei punti del suo intervento) di una propensione spiccata alla spacconeria ed al costellare di interrogativi tautologici ed ottusi il suo commento.

    L’altro manca
    del minimo di rispetto verso l’articolista, necessario a far sì che valga la pena di spendersi in una discussione con lui,
    nonché della capacità di suscitare rammarico quando si congeda in tutta fretta.

  27. flexible scrive:

    m’avessero detto 20 anni fa che sarei arrivato al punto di tifare per la censura non ci avrei creduto. sob.

  28. pibla scrive:

    Bravo Giovanni………ma poi obiezioni che in alcun modo vanno a contraddire la globalità delle argomentazioni esposte nell’articolo e che puzzano di calcolata prevenzione lontano un miglio.
    Ma leggere gli articoli con un pò più di attenzione prima di commentare no???

  29. Roberto Commentucci scrive:

    Provo a risponderti, Rosinaldo, sebbene dai toni che usi sembra che tu sia stato sin troppo impegnato sul campo con la racchetta in mano.

    Al punto di non avere avuto il tempo di imparare l’educazione. Comunque.

    La premessa dell’articolo mirava proprio ad introdurre il tema della possibile sopravvalutazione di Gasquet, che a mio avviso deriva sostanzialmente dal fatto che nel suo caso si è in una certa misura scambiata la bellezza estetica con lo spessore tecnico-agonistico. Per anni i tecnici e gli appassionati francesi hanno pensato che il piccolo Richard, una volta divenuto adulto, avrebbe potuto dominare il tennis. In altre parole, ottenere risultati comparabili ai Sampras e ai Federer. Cosa che ritengo ormai francamente improbabile.

    Veniamo ora ai singoli punti che mi contesti. L’asserzione sull’inferiorità fisica del francese rispetto agli altri top players si basa sulla seguente considerazione. Nei giocatori di vertice, c’è sempre una mirabile coerenza fra qualità fisiche, doti tecniche e tattica di gioco. Ricorrendo ad alcune necessarie semplificazioni, ti faccio alcuni esempi: i giocatori molto potenti cercano di comandare lo scambio da fondo e finire il punto in fretta (Blake, Roddick, Safin, Gonzales); quelli molto rapidi e resistenti cercano di allungare la durata media dello scambio, sono bravissimi in difesa e cercano di stancare l’avversario, aspettando l’occasione propizia per contrattaccare (Davydenko, Ferrer, lo stesso Nadal); quelli molto dotati di qualità acrobatiche, cercano la rete appena possibile (oggi Tsonga, Mahut, Llodra, Lopez, Stepanek) ieri, a un livello più alto (anche perché il gioco lo consentiva) Becker, Edberg, Rafter.
    Gasquet dal punto di vista fisico non appartiene a nessuna di queste tipologie di fondo. Non è nè abbastanza potente da sfondare con continuità da fondo, nè tanto resistente da poter giocare di difesa e contrattacco, né tanto acrobatico da poter attaccare costantemente (ammesso che oggi sia ancora possibile).
    I paragoni che fai con Djokovic Davydenko e Ferrer sono ingenui, a mio avviso. Djokovic non è certo gracile: è più potente di Gasquet da fondo (specie con il diritto) anche perché può sfruttare la maggiore lunghezza della sua leva (ammesso che tu sia in grado di capire perché un giocatore con arti più lunghi può esprimere una maggiore potenza. Forse sei stato troppo tempo sul campo per studiare qualche elementare nozione di fisica). Inoltre, il serbo è infinitamente più elastico del francese, si muove meglio ed è nettamente superiore nella fase difensiva. Ed ha un servizio più efficace, anche grazie alla statura. E quindi ha un fisico eccezionale, che Gasquet si sogna. Davydenko fa un altro tipo di gioco, le sue qualità di spostamento e resisteza non sono comparabili a quelle di Gasquet. E lo stesso discorso vale per Ferrer.

    Sull’anomalia del rovescio dominante, sono costretto a chiederti se tu, Rosinaldo, nei tuoi lunghi trascorsi sul campo, abbia mai trovato il tempo di leggere un testo di biomeccanica, la scienza che ha generato il tennis contemporaneo. Le nuove racchette e la biomeccanica hanno portato al power tennis attuale: lo schema base del gioco, il più redditizio in termini di efficacia offensiva ponderata per il rischio, è l’uno-due servizio diritto. Il rovescio, in questo schema, è un colpo meno offensivo, semplicemente perché per tirar altrettanto forte è necessario rischiare di più. L’eccezione si ha nel rovescio bimane, che consente di usare anche i forti muscoli intrarotatori del lato sinistro del corpo (per i destri) e di ottenere quindi anche più controllo a parità di potenza. E’ anche per questo, che il rovescio ad una mano si fa sempre più raro.
    Il diritto di Gasquet, poi, giocato con impugnatura eastern, è un colpo tecnicamente dèmodè: si basa sul timing, sull’accelerazione di braccio, su un gran lavoro del polso, ma non può consentire, per legge biomeccanica, il fluido e massiccio, trasferimento di peso sulla palla che viene permesso dal gesto moderno, basato sull’impugnatura western (anche Federer la usa, sebbene in una versione non estrema) e che conferisce al colpo molta più potenza e controllo, abbassando nello stesso tempo il rischio di errore, a parità di velocità impressa alla palla.
    E quindi Richard con il diritto ottiene si, molti vincenti, perchè ha un gran braccio. Ma commette anche tanti errori, specie nei momenti importanti, quando è più teso e gioca meno fluido.
    Comunque, al di là dello spiegone tecnico, ti basta vedere chi sono stati i giocatori dominanti degli ultimi 20 anni: Lendl, Sampras, lo stesso Courier, (che per due anni ha dominato), Federer. Giocatori naturali di servizio e diritto.
    Quindi un giocatore con rovescio dominante ha poche chances di diventare un grandissimo. E perciò dico “anomalia del rovescio dominante” con cognizione di causa, e non per impressionare i lettori, credo modestamente di non averne bisogno.

    Sul discorso del gioco al volo, il mio intento era quello di spiegare che Gasquet, pur avendo una volee eccellente, non è nemmeno un attaccante puro come erano i grandi volleatori degli anni ‘80-90, sia per la relativa insufficienza del servizio (e la statura di 1,85 del sito Atp è probabilmente un po’ generosa), sia per la minore capacità acrobatica. E comunque, oggi come oggi, arrivare nei primi 3 basandosi sul serve & volley è impossibile.

    In conclusione, tutti questi fattori fanno di Gasquet, a mio modesto avviso,un giocatore atipico, un giocatore cioè che non può essere categorizzato in nessuna “tipologia” di tennista. E’ un unicum. E i pezzi unici, come si sa, sono molto rari, e ci paiono preziosi.

    Ma qualche volta, a girare con la bellissima, rarissima macchina d’epoca, si rimane a piedi in autostrada.

    Buon tennis, Rosinaldo, e mi raccomando: non ti stancare troppo, gioca di meno e leggi di più. Diventerai, spero, anche più educato.

  30. Fabio P. scrive:

    @Commentucci.
    Dai del maleducato alle persone perchè dicono che scrivi sciocchezze ?
    Il diritto di critica non esiste più ?

  31. ueilà scrive:

    Ueilà Signor Commentucci.
    Io non avrei proprio altro da aggiungere a sua lucidisimma analisi del fenomeno da Baraccone transalpino.
    Ueilà Signor Commentucci.
    Ho sempre pensato e ancor lo penso che al Signorino d’oltralpe mancasse un poco di materia grigia ma il suo articolo ha indirizzato il mio pensiero verso lande che ancor non avevo preso in considerazione.
    Complimenti Signor Commentucci.

  32. Nik85 scrive:

    @ Alex ognuno è libero di credere nel proprio dio, devo dirti però che l’accostamento gasquet - sangue e sudore lo trovo una contraddizione in termini, o come dicono i letterati, un’ossimoro. Sono d’accordo con te in generale sull’interazione salute fisica- forza mentale e pare che l’attuale n. 1 del tennis sia l’incarnazione di questa combinazione. Ma se nadal è la chimera, gasquet è il bellerofonte che (finora) nulla ha potuto per debellarla (confido nel mito, però), e dunque non possono che avere una diversa natura intrinseca, collocarsi sui due poli contrapposti del gioco del tennis.
    Sull’anomalia rovescio-volee. La spiegazione fisica è assolutamente corretta e non ne ho dubbi. Ma se si trascende la scienza, io dico che l’anomialia di gasquet è nondimeno l’essenza del suo genio. I geni, per definizione, si discostano dal paradigma dominante (in questo caso il sistema servizio e dritto), per questo sono considerabili anche dei ‘matti’. Perchè il paradigma dominante in quanto tale è sempre il sistema più redditizio, efficace, prolifico. E che lui sia o meno consapevole di ciò, questo non fa che aumentare la mia ammirazione per il tennis di gasquet.

  33. Giancarlo scrive:

    Gentile Roberto,
    è l’approccio del tuo ragionamento a non convincere. Non si può arrivare ad una presunta sopravvalutazione di Gasquet attraverso il pallottoliere dei tornei non vinti e quelli ancora da non vincere. I numeri soffiano a favore della tua analisi, per il momento; ma gli stessi potrebbero decretarne, nel caso di vittoria si uno Slam o di approdo nei primi 3, la fine immediata, e spazzare via le brillanti (e fondate) considerazioni biomeccaniche. Si corre così il rischio di banalizzare il discorso.

    Il primo punto è la considerazione “estetica” di Gasquet, sulla quale (Nik85 lo sottolinea in maniera anche se vogliamo “romantica”) tutti concordiamo. Estetica che bellezza e purezza del gesto.
    Si inciampa tuttavia nell’errore di separare la questione estetica da quella “concreta”: il colpo di Gasquet è per lo più efficace: tanto più è bello, tanto più porta ad un probabile punto. Nella maggior parte degli incontri che ho visto perdere a Gasquet, il francesce non sbaglia tanto i colpi giocati - non in maniera superiore all’avversario - quanto quelli di transizione, quelli che a tabellino vanno come errori non causati. Nel colpo semplice si specchia la fragilità psicologica di Gasquet, e le tue tesi biomeccaniche trovano fondamento, in una perfetta inversione: il colpo “semplice” giocato da Gasquet ha un fattore di rischio maggiore dello stesso colpo tirato da un Djokovic, e nel contempo il drittone abbastanza certo di Djokovic è molto più pericoloso di quello di Gasquet.
    Questo cosa significa, che Gasquet dovrebbe giocare tutti colpi vincenti? No, certamente, ma non siamo così lontani dalla soluzione.

    Tu parli con cognizione di causa del modello attuale di tennista vincente, ma forse commetti l’errore di assurgerlo a parametro unico di valutazione.
    Per tua stessa ammissione, Gasquet è un unicum. Sarebbe sbagliato tentare di “normalizzarlo”, di adattarlo e farlo rientrare in una delle categorie da te elencate. Diventerebbe un giocatore dai risultati ancora più modesti. In un solo modo potrà vincere Gasquet: facendo il Gasquet. Nella fase finale del “mandato”, il precedente coach di Gasquet gli aveva arretrato considerevolmente la posizione sul servizio dell’avversario, anche sulla seconda. Non a caso è coinciso con la fase più buia della carriera. Il francese dovrebbe invece avere la forza mentale di dimenticare i propri limiti, di dimenticare di giocare al tennis (a quello di oggi), e di “lasciarsi giocare” dal tennis, per scomodare il Carmelo Bene su Edberg. Bene diceva che Edberg era il tennis, per questo si addormentava a tratti in campo, perché il tennis non può giocare a tennis. La grandezza assoluta di Edberg era della costante e naturale ricerca del gesto, dell’”atto”, con incosciente (non-cosciente) discesa a rete 120 volte a partita, indipendentemente dalla superficie, indipendentemente dal risultato.

    Per concludere, Gasquet pecca (e meno male, direbbe Bene) nell’azione. Eccelle nell’atto. La sua dovrebbe essere una costante, ancora maggiore rispetto a quella attuale, ricerca dell’atto, dimenticando l’azione. In questo modo potrà arrivare anche a risultati maggiori. E quant’anche non ci arrivasse, non sarebbe stato sopravvalutato. Perché, come la maggior parte dei commenti ti confermano, Gasquet rappresenta per gli appassionati di questo sport la speranza di sopravvivenza del tennis. Sopravvivenza dal fisico, dallla regolarità, dalla biomeccanica, dal servizio-dritto, dalle racchette sempre più leggere.

  34. Agostino scrive:

    Roberto, hai scritto un ottimo articolo, ma hai fatto un cattivo e livoroso intervento nei confronti di un lettore senz’altro poco cortese ma evidentemente meno competente di te. Hai più argomenti, non c’era bisogno di tutto questo sarcasmo.
    Stima immutata.

    Mi dilungherò nel fare la mia modesta analisi, ma RG, anche in ordine alfabetico, oltre che nel mio cuore di appassionato, viene subito dopo RF.

    Provo a schematizzare anche io.
    1) Gasquet è un piccolo Federer, su questo ci troviamo. A mio parere piccolo non per talento. Federer fino ai 22 ha fatto poco (ma comunque più di Gasquet): diamo al francese un altro paio d’anni, Ciò che ci fa più rabbia è forse il confronto con il fenomenale coetaneo spagnolo, che a 22 anni, produce un tennis maturo ma infinitamente meno gradevole.

    2) Il rovescio dominante come causa di “atipicità” rispetto al tennis contemporaneo, è una teoria affascinante non dimostrabile perché parte da un assunto valido (”nel tennis di oggi lo schema vincente è servizio diritto”) ma non esclude che un tennista con un grande rovescio possa avere anche un grande diritto! Si dica allora: gasquet deve migliorare nel diritto. Poi vedo un match di Gasquet e trovo che il suo diritto (infinitamente meno bello del compare di sinistra) sia un colpo competitivo, efficace, non inferiore a quello di Murray, di Nalbandian, di Ferrer, di Wawrinka o Roddick. L’argomento, affascinante (lo ripeto), perciò cade.

    3)Il servizio di Gasquet. Qui, caro Roberto, ritengo tu abbia preso un abbaglio. Come dice Tommasi, sarà pure “il nano più alto del mondo”, ed al metro e 85 ci arriva col tacco da 10 secondo me, ma le statistiche del 2008 (non certo una stagione brillantissima per il buon Richard) riportano in 49 matches disputati, 393 aces. Per fare un raffronto: James Blake ha messo a segno 394 aces ma in 61 partite; Berdych (udite udite) 395 in 49 partite (alla pari!); Murray 359 in 55 partite. Non ho tempo di fare proporzioni o altro, ma dando un occhio Gasquet si attesta nei primi 15 per media aces a partita (contando anche i vari Guccione, Isner, Fish e Querrey). Si dirà: ma non contano solo gli aces. Bene: Gasquet vince il 75% di punti con la prima, come Querrey, Llodra, Tursunov, Cilic e meglio di Djokovic, Murray, Lopez, Gulbis e Del Potro. La seconda, è vero, è debole, col lancio di palla esterno che non le da’ kick. Ma il tennis di vent’anni fa ti chiedeva una buona seconda per fare S&V anche in quel caso o per evitare il chip&charge dell’avversario; oggi ha una funzione diversa sulla quale tornerò a fine intervento.

    4) Il fattore mentale: la vita privata influisce su ogni aspetto professionale, è vero. In cosa si traduce per RG? Non lo potremo mai dire, ma non posso pensare che esista un rapporto universale tra inclinazioni sentimentali e scarso rendimento o “killer istinct”. La spiegazione è principalmente sul campo, non fuori.

    5) Il gioco di volo e l’atletismo a rete. Oggi non è più affatto un fattore. Dire che uno perde o vince perché gioca bene o male la volée è anacronistico. I colpi di volo sono talmente marginali nell’economia del gioco da non poter incidere quanto proposto. Stepanek e Lopez galleggiano sui 30, Llodra sul 50. Se Tsonga non avesse quel servizio e diritto con i colpi di volo andrebbe a fare le esibizioni con Bahrami.

    6) Fattore atletico: veramente a me sembra molto rapido. Né le sconfitte per due set a zero sono giustificabili con la scarsa resistenza fisica. Non ho al momento elementi per sindacarne la tenuta aerobica, i 20-30 secondi sui quali Nadal o Ferrer stroncano l’avversario, ma a me RG sembra un atleta.

    Cos’è che non va allora? Perché detta così abbiamo descritto il numero 3 del mondo…
    RG ha un solo grandissimo difetto. Per giocare i suoi splendidi colpi (belli da vedere, non ci sono dubbi… il suo lato sinistro è da sindrome di Stendhal), il buon Richard deve stare troppo lontano dalla linea di fondo, mediamente due metri. Da laggiù non si cantano messe. Il suo atletismo diventa insufficiente per coprire un campo che si allarga a dismisura. Ci riesce Nadal, ci riesce Monfils, da quest’anno ci riesce anche Murray, lui no. Cosa fare? Lavorare sulla condizione per poterselo permettere o entrare nel campo? A me pare più opportuna la seconda.
    Inoltre le statistiche ci spiegano come in attacco egli sia efficace (vedi sopra quel 75%), ma in difesa sia deficitario per questa tendenza ad arretrare che non dipende neanche dall’aggressività dell’avversario (vince solo il 49% dei punti sulla secodna dell’avversario) e con la sua di seconda che non tiene lontano l’avversario, finisce per giocare troppo sulla difensiva. E come se si prendesse il tempo necessario per la sua cappella sistina. Come se dall’altro lato della rete uno gli stesse suonando un rap mentre lui ha bisogno di ouverture e crescendo. Ha bisogno di molto tempo in campo, anche per decidere tra la notevole varietà di colpi. Qui mi ricorda molto Federer e, torno a quanto detto all’inizio, forse tra un paio d’anni parleremo di un tennista diverso, altrettanto elegante e più vincente.

  35. wik scrive:

    Lo scrissi dopo la sconfitta a Wimbledon con Murray, lo copio ora tale e quale

    Cosa non funziona in Gasquet ?
    Per prima cosa, é capace di fare con la racchetta ció che vuole. Ieri me lo son visto bene dall’inizio alla fine. Accellerare la palla a quel modo senza sbracciare piú di quel tanto é ai limiti della fisica.
    L’accellerazione di Gasquet ha del magico, il rovescio meglio del dritto, ma il rovescio é molto fisico, se le gambe non ti reggono non ti entra piú.
    Il dritto ha dei problemini di polso, non resta a 90 gradi fino alla fine, la tendenza a coprire con un impercettibile movimento del polso accompagna spesso i grandi colpitori di rovescio a una mano, Edberg fu un esempio su tutti. Colpire di dritto cosí chiede molta confidenza, se non l’hai e se qualcosa non ti quadra é il primo colpo a uscire, esce sulla misura e non sulla direzione. E del dritto non si puó fare a meno.
    Ieri il dritto andava che era una bellezza, accellerava come e quando voleva, la copertura di polso non dava garanzie sulla lunghezza, ma era sufficiente.
    L’erba ti obbliga a giocare a ridosso della linea, per cui nessun problema di scappare tre-quattro metri dietro e giocare per linee perpendicolari.
    Poi il fattaccio, a un passo dalla vittoria crolla.
    Crollo mentale ? fisico ? caratteriale ? tattico ? tecnico ?
    C’é un momento chiave in una partita dove la testa a livello di professionisti ha una rilevanza estrema. In realtále partite si giocano su alcuni fondamentali punti, come ieri, quella decina di punti non di piú a cavallo fra il terzo e quarto set hanno stabilito chi doveva vincere o perdere.
    In quei punti Gasquet é debole, non ce la fá proprio. Sembra Leopardi con Silvia.
    Da lí comincia il calvario, non regge fisicamente i colpi, stanchissimo non arriva correttamente sulla palla e le magie svaniscono. nel quarto set, fra l’altro ieri si riposa, prende fiato visto che ormai l’inerzia era tutta per Murray, ma non ce la fa lo stesso al quinto.
    Ma complici sono quel modo di colpire, che se comandi vanno a mille, ma appena appena qualcosa non quadra fanno vedere tutti i propri limiti. Footwork, polso nel dritto e necessitá di forza del rovescio diventano la solidificazione del momento no, del passaggio a vuoto mentale.
    E da ultravincente come visto nei primi tre set, passa a ultraperdente, come visto negli ultimi due.
    Negli ultimi due set l’ho guardato bene in faccia, non c’era reazione, c’era rassegnazione, come sapesse giá il risultato finale, come il Leopardi sapeva giá di Silvia, come se si chiedesse se davvero amava il tennis, come Leopardi si chiese se davvero amava Silvia. Era tutto irreale, surreale, la facciotta del Gasquet per prima.
    No Gasquet non é un’agonista, é un poeta della racchetta, e come tale fa e disfa il suo tennis surreale e atipico, personalissimo e fragile. Fragile come il suo animo.
    Non credo sia finito sinceramente, credo sia semplicemente lui, ci delizierá ancora di grandi emozioni e grandi crolli, soliditá non sará mai nel suo stile, a cercare sensazioni sublimi nei suoi colpi come un adolescente cerca il suo primo amore.
    Prendiamolo cosí e accettiamolo cosí, non sará mai un guerriero, le cose della vita fanno piangere i poeti.

  36. Rosinaldo scrive:

    Guarda, non ho molta voglia di stare a discutere con chi mi da del maleducato solo perchè non ho le sue stesse idee. E poi chi ha mai detto che io ho passato la mia vita sul campo da tennis? Non mi pare di aver mai detto questo, ho solo detto che TU probabilmente ne hai passato troppo poco, o niente.
    Credi che leggendo i tuoi interventi diventerò più educato? Ho qualche dubbio, visto che tu non mi sembri particolarmente educato e aperto al dialogo. In compenso sei risentito perchè dopo tanti commenti
    Comunque, tanto per sottolineare la tua conoscenza in fatto di biomeccanica del tennis (che io ovviamente non conosco, da buon buzzurro che passa le sue giornate sul campo da tennis), riporto solo una tua frase:
    “Il diritto di Gasquet, poi, giocato con impugnatura eastern, è un colpo tecnicamente dèmodè: si basa sul timing, sull’accelerazione di braccio, su un gran lavoro del polso, ma non può consentire, per legge biomeccanica, il fluido e massiccio, trasferimento di peso sulla palla che viene permesso dal gesto moderno, basato sull’impugnatura western (anche Federer la usa, sebbene in una versione non estrema) e che conferisce al colpo molta più potenza e controllo, abbassando nello stesso tempo il rischio di errore, a parità di velocità impressa alla palla.”
    Vogliamo vedere quante sciocchezze ci sono in così poche righe?
    Ma sì, perchè no.
    1 Il dritto di Gasquet non è giocato con impugnatura eastern.
    2 Si basa su un gran lavoro del polso. Hai mai sentito parlare di polso a 90 gradi che deve rimanere immobile durante l’impatto? Evidentemente no, i tuoi testi di biomeccanica questo non lo riportano. Il polso nell’esecuzione del dritto moderno è rilassato ma non lavora, la spinta la fa la rotazione del busto. E la cosa non dipende dal tipo di impugnatura.
    3 Il trasferimento di peso sulla palla che viene permesso dal gesto moderno, basato sull’impugnatura western, dovrebbe essere minore di quello con impugnatura eastern. E’ esattamente il contrario nella realtà, il contrario di ciò che dicono i tuoi testi di biomeccanica. Con presa eastern si tira più forte e più piatto. Il topspin maggiore con presa western aumenta il controllo e la tolleranza della palla sulla rete. Quindi è vero che conferisce al colpo maggiore controllo, assolutamente falso che gli conferisca più potenza.
    4 Federer usa una western, anche se non estrema. Io continuo a chiedermi, perchè scrivere delle cose, quando si è totalmente ignoranti in materia? Vedi, non ci prendi neanche per sbaglio. Federer impugna con una eastern estremizzata verso la semi-western.
    Mi sembra un buona media (1 sciocchezza ogni 2 righe) per uno che vuole scrivere un articolo tecnico su un tennista, con l’obiettivo di fare aprire gli occhi su questo alla massa di profani.

  37. Luca scrive:

    @ alex
    non volevo esprimermi in quella maniera… era ironica.. cmq scs (non capisco cosa ho detto di maleducato, e che tono ho usato)..

    però da come ti esprimi qui sembra che sei l’unico a capire di tennis: “Non esserne così sicuro, non so se tu giochi e nel caso a che livello, ma spesso la fragilità mentale deriva da una scarsa condizione fisica, anche fosse solo il fatto di sapere di non poter reggere adeguatamente una partita lunga e lottata.

    E se sai che la tua autonomia è limitata nel tempo sei portato a strafare per chiudere prima il punto, ciò ti porta ad alzare i tuoi errori e la conseguenza è la perdita di fiducia in te stesso e nel tuo tennis…è tutto consequenziale.”

    oora chiudiamola qui.

  38. Rosinaldo scrive:

    Ho troncato una frase:

    In compenso sei risentito perchè dopo tanti commenti accomodanti, finalmente trovi qualcuno che ha qualcosa di diverso da dire. E fammelo dire, rispondere con questi toni sarcastici, non è comportamento così educato ed elegante.

  39. Karlovic 80 scrive:

    Non sono d’accordo con chi dice che Roberto Commentucci dica sciocchezze, o che non sia competente.
    Si vede lontano da un miglio, da come scrive e racconta tecnicamente, che è uno molto preparato.
    Si può essere d’accordo o meno sulle sue disamine tecniche, ma non vuol dire incompetenza.
    Che poi, non sia un maestro o un allenatore di tennis, questo non vuol dire nulla.
    Pe me potrebbe benissimo scrivere su una rivista specializzata.

    Se poi, Rosinaldo(!?!?), è l’incarnazione di Piatti…….questo è un altro conto!

  40. stefan scrive:

    @fabio p.
    agli iper-pseudo tecnici tendenzialmente logorroici piace poco essere contraddetti…

  41. Rosinaldo scrive:

    Dimenticavo un’altra grande perla:

    la statura di 1,85 del sito Atp è probabilmente un po’ generosa.

    Ma hai mai visto Gasquet dal vivo? Perchè magari non l’hai neppure mai visto giocare dal vivo e pretendi pure di capire il suo gioco? O forse d’ora in poi Gasquet sulla carta d’identità dovra togliersi dei centimetri perchè le tue teorie devono per forza essere corrette? Ma cose da pazzi!

  42. ueilà scrive:

    Ancor trovasi in giro estimatori del Galletto dallo sguardo assente.
    Io dico che basterebbe visionar con attenzione non dico un filmato di Richard in azione..il che parrebbe anche troppo facilitante per l’esposizione di una elementare analisi psicologica del soggetto in questione..ma bensì un semplicissimo riquadro raffigurante i connotati inespressivi del soggetto al momento preso in considerazione.
    Il nulla e nulla più.
    Quando federazione di tennis inventerà match al meglio di Uno Solo set forse…forse..Richard diventerà a furor di popolo Numero UNO incontrastato.
    Al momento tale eventualità pare esser a lui negata.

  43. Roberto Commentucci scrive:

    Non volevo certo sopprimere il diritto di critica, altrimenti un blog non avrebbe più ragione di essere.
    Nè pretendo certo di avere sempre ragione, figuriamoci, siamo nel campo delle opinioni e qui, per definizione, nessuno possiede la certezza della verità. Il dissenso, poi, è sempre il benvenuto quando, come in questo caso, stimola il dibattito.
    Tuttavia, faccio notare che il dissenso su un’opinione altrui può essere espresso in molte maniere e personalmente preferisco usare toni e modi più urbani e misurati, meno inutilmente aggressivi, che fanno decadere il grado di serenità della discussione (in questo probabilmente ho contribuito anch’io con la mia replica, e me ne scuso) e la fanno spesso sfociare in dispute personali che portano un minor valore aggiunto in termini di conoscenza.
    Sull’impugnatura eastern del diritto di Gasquet, e su quanto ne consegue, resto della mia opinione, ma non mi permetto di dire a rosinaldo che è un incompetente, come ha fatto lui con me.
    L’impugnatura eastern consente di tirare più piatto, ma non è per nulla detto che in assoluto un colpo piatto sia anche sempre più veloce di uno in top spin. Dipende dalla potenza complssiva esercitata sulla palla, che è funzione di tanti fattori. La western, e soprattutto il gesto del diritto che da essa consegue, permette di imprimere alla palla maggiore potenza complessiva. Questa potenza complessiva poi si ripartisce su due distinte azioni sulla palla: rotazione e velocità. E quindi i diritti moderni con la western sono più “pesanti” di quelli classici di una volta. E a parità di velocita, grazie alla rotazione, consentono un più ampio margine di sicurezza, contenendo l’errore.

    Sulla statura. Richard lo ho visto da vicino in varie occasioni, e secondo me è leggermente (2-3 cm.) più basso di 1,85. Certamente non lo ho misurato con il centimetro, e può essere che mi sbagli, anche per l’impressione che lui dà di essere più piccolo a causa del suo basso baricentro. Ma non ho venduto la mia impressione, nè tutto ciò che ho sostenuto, per verità di fede, ma solo per uno spunto di discussione.
    Volevo poi complimentarmi con Agostino per il suo intervento, che ho trovato molto buono. Quano alle statistiche sul servizio di Gasquet, certamente è un ottimo colpo, ragazzi, stamo parlando di uno che è stato n. 7 del mondo e che probabilmente arriverà ancora più su, dato che ha 22 anni.
    Tuttavia, la mia idea è che per essere un giocatore davvero dominante, un numero 1 assoluto, ovvero quello che i francesi si aspettavano da lui, il suo servizio non è un colpo di qualità sufficiente, specie nella seconda palla, e anche per come si lega con il resto del suo gioco.
    Grazie a tutti per la discussione.

  44. Nikolik scrive:

    A mio modesto avviso, la chiave di lettura dell’articolo è, a tutta evidenza, il discorso sulla sopravvalutazione di Gasquet.
    Insomma, tutto parte dal fatto che questi francesi erano sicuri di avere in casa il n. 1 del mondo.
    E, allora, scusate, altro che discorsi: altro che “possibile sopravvalutazione” di Gasquet, altro che possibile, è una certezza, questa sopravvalutazione.
    Poi, che discorsi, ad avercene di Gasquet, ma il n. 1 questi francesi se lo sognano, e loro erano sicuri che fosse il nuovo n. 1.
    Insomma, si sono presi una bella fregatura.

    E, allora, scusatemi, eh, sarà per carattere, sarà per origini territoriali, sarà perché sono un misero italiano invidioso, io sono felice di questa bella fregatura che si sono presi questi francesi.
    Tremendamente felice.

  45. anto scrive:

    Mi meraviglio degli utenti che riprendono Commentucci per la sua risposta nei confronti di Rosinaldo. Ha ragione Roberto, si è adeguato al tono che Reginaldo ha utilizzato con lui. Due anni fà ero a Montecarlo ed ho scattato una foto con a fianco gasquet. Io ssono alto m 1.80, Richard e un pelino più alto di me, massimo 1.82. Comunque resto dell’opinione che entro i 25 sara tra i primi top 3. Roberto, non credi che questa sua mancata esplosione, sia stata ritardata dalle polemiche che in Francia lo hanno sfiorato sulla sua presunta omosessualità?

  46. Rosinaldo scrive:

    Come previsto, sui pochi punti analizzati l’autore dell’articolo non ha argomentazioni valide per controbattere. Nulla di personale, solo che le cose stanno così. Le cose scritte sono oggettivamente errate. Puoi rimanere della tua idea sull’impugnatura eastern di Gasquet, ma comunque questa continua a rimanere una considerazione inesatta.
    Non sto qui ad analizzare questo o tutto il resto dell’articolo, ci sono talmente tante incongruenze che ci metterei tutto il resto del giorno.
    A far riflettere basti il fatto che è stato scritto che Federer usa una western, o che Gasquet ha una eastern e gioca quindi di polso.
    Tralascio alcuni interventi dove si scrive che io sono meno competente di Roberto, e che lui ha maggiori argomentazioni, anche se sarebbe interessante capire da dove partano tali deduzioni. E salto anche alcune valutazioni paradossali del tipo che Gasquet, ex top ten, semifinalista a Wimbledon, non sappia mantenere il polso fermo all’impatto (mai sentito parlare del rilascio del polso evidentemente) e che quindi questo possa essere uno dei problemi per cui non faccia il salto di qualità.
    Semifinale a Wimbledon vuole dire che basta vincere altre due partite e si è vinto Wimbledon. Se questo fosse successo, di cosa staremmo qui a parlare? Oppure dominare per 2 set Murray, che ha da poco battuto Federer a Madrid, per poi perdere gli altri tre set sparendo dal campo, cosa vorrà mai dire? Che non è muscoloso, che ha l’anomalia del rovescio dominante, oppure che con la testa non riesce a starci dentro?

  47. Alex scrive:

    @Luca

    Solo mia opinione, lungi da me voler insegnare qualcosa a qualcuno, ho solo riportato ciò che è successo a me durante la mia esperienza tennistica.

    Comunque tutto chiarito, no problem, ci tengo solo all’educazione (non mi era parso chiaro il tono ironico in questa frase “eeeee che tecnico! ma pervafore… ”) e al rispetto delle idee altrui, tutte valide e rispettabili.

    Ciao, tutto chiuso anche per me naturalmente.

  48. elso scrive:

    con sto strapotere tecnico io dico che il mio maestro di tenni se mi vedeva a usare il polso mi rimbrottava al brucio. mi gridava di continuo “polso fermo”. usare il polso è un errore che nessun terza categoria degno di questo nome potrebbe mai commettere. che uno come gasquiat usi il polso è semplicemente impossibile.
    inoltre la tecnica non è un’ opinione ma un fatto e chi la conosce la conosce gli altri possono solo opzionare.

  49. flexible scrive:

    secondo me c’è un problema astrale. E’ saltato quelche trigono e son tutti schizzati di testa.
    Ricapitoliamo: fino a poche anni fa (finito l’effetto panatta) l’informazione tennistica erano pochi trafiletti a pagina 58 e roma e davis in tv. Poco altro.
    Poi ubaldo ha tirato su un blog, un giornale telematico a 360 gradi, con firme prestigiose, possibilità di scrivere da parte di tutti e fondamentalmente trasmettendo la sensazzione che non c’è una cupola esoterica impermeabile ma che ci sia molta permeabilità tra chi scrive e chi legge con anche trapassi.
    Bene.
    mi costa dirlo ma l’errore è stato l’eccesso di democraticità, perchè la gente non è pronta alla responsabilità che questa conferisce.
    Ho sentito dare del “andato” a Clerici (clerici, dico clerici ma abbiamo solo lontanaamente l’idea delle statue che dovremmo fare a giuannin, e di quanto un cantore sia importante per fabula? io la dico tutta: clerici italiano e federer svizzero. Non farei mai cambio. Mai.
    ho visto gente che se la piglia con commentucci che è di un pacato, competente e misurato da ricordarmi i probi borghesi che si vedono nei film ormai d’epoca,
    ho sentito dare del pippaiolo a Ubaldo, che forse, mi si passi la metafora, è più sul omosessuale spinto visto il culo che si fa,
    ho letto che federer pesava quasi 100 chili,
    che si sarebbe ritirato,
    che Nadal dovrebbe essere su una sedia a rotelle,
    che djokovic dovrebbe essere il numero 1 del mondo da almeno un anno, e per almeno altri 8,
    forse anche a Nalbanjan,
    ho visto dare del matusa o del rancoroso a Rino Tommasi (dico rino tommasi, uno che crive così asciutto ed esauriente che nessuno si azzarda a commentargli di sopra, e quindi il successo di un pezzo non è dato dal numero delle risposte, please….),
    e poi gente di un permaloso che in italia credevo,
    legioni di federeoffesi,
    plotoni di vamosnadal che manco avessero insultato la loro sorella,
    fucili puntati su Scalzi,
    e adesso i veleni anche sulle prese di racchette,
    davvero io credo che la libertà di parola sia una cosa preziosa ma anche una responsabilità se uno dice con tracotanza che federer è finito e poi questo vince uno slam dovrebbe come minimo stare zitto o chiedere scusa o postare con la coda tra le gambe o almeno sottovoce,
    comunque
    e dove erano questi signori quando le uniche righe visibili sul tennis erano quelle che delimitavano il campo?
    relax ragazzi, anzi che ben venga la guerra su gasquet si o gasquet no, però deve essere una guerra che alza il livello del discorso, non un capestare gratuitamente l’altro.
    insomma avete la libertà di scrivere ma prima avete l’obbligo di pensare.

  50. Physicus scrive:

    A proposito della bellezza e dell’eleganza dei colpi di Gasquet, a me non piace il modo in cui esegue il gesto del dritto.
    Si avvita su se stesso e colpisce la palla troppo dietro e di lato, non impatta tanto avanti al corpo. Tira meglio il dritto piatto vincente, ma quello difensivo o di palleggio in top spin è spesso scarico di peso, resta alto e troppo corto, ed è poco efficace

  51. daniela scrive:

    @Alex

    Perchè dici che finora Gasquet ha cambiato solo un allenatore? per quel che ricordo io, da ragazzino la federazione francese lo affidò al giovane tecnico più promettente, Eric Winogradsky, e quando ci fu la rottura fra i due, il padre di Richard e lo stesso tennista ne dissero tante su di lui, da farlo cadere in una forte depressione da indurlo a lasciare il tennis. Fu Tsonga a recuperarlo e chiedergli di allenarlo, e il suo valore si è visto.
    Per qualche tempo Gasquet fu affidato alle cure di Chesnokov, sempre scelto dal padre, poi toccò a Benabilès, che se ne andò dicendo che non gli era possibile allenare un ragazzo con il cervello di uno di 8 anni. Passò a Deblicker e si sa come è finita…e sicuramente ne dimentico qualcuno.

  52. Alex scrive:

    @daniela

    Da ciò che sapevo io (evidentemente sbagliavo) era stata la federazione francese, d’accordo col padre naturalmente, che gli aveva affiancato Deblicker che, a detta di molti commentatori televisivi (evidentemente non ben informati) era per lui quasi un secondo padre in quanto lo seguiva da quando era bambino, anche se si era visto affiancato da altri tecnici, ma alla fine il riferimento di Richard era sempre lui.
    E’ per questo motivo che il cambio di Deblicker per il tennista è stato così sofferto.
    Questo è ciò che sapevo io, ma sono notizie apprese dal web e da commentatori tv e non da fonti dirette, quindi prendile con beneficio d’inventario.
    Ciao.

  53. wik scrive:

    @sette
    Non è che gioca a martello, che probabilmente intendi come presa continental, è che quasi nessun giocatore ha un’impugnatura fissa. E’ corretto dire che gioca prevalentemente o meglio ancora “la sua impugnatura gira attorno ad una”, e nel caso di gasquet è una eastern.
    A volte soprattutto in risposta, non ha il tempo di girare impugnatura e si appoggia al colpo forte con una continental, come gli ho visto giocare anche in semiwestern. A volte un po’ più aperta e a volte un po’ più chiusa, ma non esiste “l’impugnatura fissa”.
    Così com’è vero che Federer ha un’impugnatura che gira attorno ad una semiwestwern, ma a volte l’ho visto tirare colpi in western piena.
    La sensazione di impugnatura a martello che hai è della posizione non a 90 gradi del polso, una posizione del genere con la velocità di palla e le attrezzature odierne, ti porta spesso a dover controbattere anticipando il rilascio di polso con un microscatto dello stesso in avanti, trovando infatti il polso non a fine corsa un impatto forte provoca il cedimento dello stesso, e di conseguenza una resa minore. Con questo sistema, che non è un vero e proprio movimento in avanti del polso come giustamente i maestri insegnano ai principianti a non esguire, il colpo non perde resa, nè direzionalità, ma è debole nella misura della lunghezza di palla.
    Il rilascio di polso di cui si parla poco sopra è altra cosa, è il progressivo rilasciamento della muscolatura che consente di non interferire negativamente in uscita di colpo sia sulla direzionalità sia sulla potenza.
    Questa caratteristica accompagna spesso i giocatori molto abili di rovescio ad una mano, perchè colpiscono molto avanti la palla sul rovescio, la posizione corretta di impatto è a braccio proiettato quasi frontalmente, nel momento in cui a causa della spalla comincia ad avvenire la rotazione di fine corsa. In quel momento un forte colpitore di rovescio monomane dà quello spin di polso che rende il colpo migliore. A volte succede proprio che questo pregio del rovescio lo si riporti sul dritto, ma in questo caso l’effetto è negativo.

  54. Avec Double Cordage scrive:

    @flexible
    il tuo articolo riassume perfettamente le ultime ore (o giorni) sul blog, sono pienamente d’accordo, d’altronde persino Roberto si è scusato per il tono della sua risposta, certo non fosse stato lui a rispondere in quel modo si sarebbe detto che era un risposta troppo pacata. Il tono di Rosalindo era veramente troppo frizzante, un tono che può andare bene tra amici in privato per prendersi un po’ in giro ma su un blog dove è importante alzare il livello di interazione (specialmente tra vecchi e nuovi appassionati e non sterilmente tra super esperti del settore integrati nell’ambiente) ha poco senso urlare, tirarsi ceffoni verbali, sbattersi le porte in faccia… va detto però che non bisogna nemmeno essere permalosi e prendere sempre tutto sul personale, per far funzionare un blog bisogna avere anche la pelle dura e saper rispondere sul tema anche quando si preferisce star zitti… in questo Roberto è molto bravo anche se sicuramente spesso ha le molle tiratissime… se non si seguono queste “regole” finisce che siamo tutti dei troll l’uno per l’altro e si sa un delle regole vere di un blog è “never feed the trolls”

    complimenti quindi a Roberto, e penso che sicuramente gradirebbe un aiuto maggiore da parte di noi utenti nel calmierare gli spiriti autonomamente anche tra di noi se questo dovesse essere necessario utilizzando un linguaggio più amichevole e meno scontroso tra di noi, senza aspettare sempre l’intervento dall’alto

    ciò non toglie che si possano anche fare delle denuncie con toni forti, ma è inutile andare poi subito “ad personam”

    comunque non mi sembra che Roberto abbia dato del maleducato a Rosalindo, ha semplicemente detto che toni più educati sarebbero graditi da tutti, e c’è un bella differenza

    tornando al topic personalmente io sarei ben interessato a conoscere le impugnature utilizzate dai vari pro, e se Rosalindo o qualche altro utente (senza dover scomodare Piatti) è uno dell’ambiente magari può scrivere qualche riga a riguardo magari anche un articolo. Probabilmente molti pro variano anche le varie impognature sul colpo, ad esempio posso immaginare che Gonzalez usi una eastern quando tira il su drittaccio bomba e invece una semi-western per i dritti “normali”, forse anche anche Federer varia tra due impugnature anche se forse la differenza è minima.
    La cosa migliore ovviamente sarebbe intervistare direttamente i giocatori o i loro tecnici, per capirci qualcosa però bisognerbbe prima stabilire chiari definizioni delle impugnature, in base alle quali farsi dare le risposte, perché troppo spesso in scritti sbrigativi si confondono la presa eastern di rovescio con quella di dritto e anche le prese continental e western sono spesso indicate in modo poco chiaro.
    Per quel che ne so io ogni colpo va suddiviso nei vari stili eastern, continental, western (e semi-western) e ognuno di questi stili va poi ulteriormente suddiviso in rovescio e dritto, anche se le differenze tra rovescio e dritto in alcuni casi sono minime, e sicuramente alcuni giocatori utilizzano prese che sono una via di mezzo. Da quel che ho letto io in gior Federer non utilizza mai una western (ovvero full-western) ed effettivamente la sua presa di dritto sarebbe, come scrive Rosalindo, una via di mezzo tra una eastern e una semi-western, più verso la semi-western però

    Per fare un esempio spesso si legge che il servizio in kick viene fatto con un presa eastern. Ma se non si specifica che si tratta della presa del rovescio eastern e non del dritto eastern allora non si è chiari e possono sorgere degli equivoci.

  55. Roberto Commentucci scrive:

    Mi complimento di cuore con te, Wik per la qualità e la precisione del tuo ultimo commento in tema di impugnature e di uso del polso: davvero bravissimo.
    Era un concetto molto difficile da spiegare, e tu sei stato chiarissimo e preciso. Sono perfettamente d’accordo.
    Io devo confessare che stavo cercando da mezz’ora di scrivere qualcosa di simile, ma non riuscivo a buttare giù nulla di comprensibile.
    Chapeau.

  56. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Mi complimento con Roberto per l’ottimo articolo. Ho ricevuto commenti per lui da colleghi professionisti e mi sono sentito in colpa per non averglieli fatti anch ‘io prima degi altri

  57. Avec Double Cordage scrive:

    @wik
    molto interessante quello che scrivi, sei uno che frequenta il circuito? Magari tu potresti scrivere quell’articolo che vorrei leggere (e penso molti altri appassionati) sulle varie impugnature di dritto, rovescio (volley) e servizio utilizzate dai pro, mi interesserebbero particolarmente, Federer, Nadal, Djokovic, Murray, Nalbandian, Del Potro, Tsonga, Gasquet, Monfils, Llodra, Mahut, Santoro, Stepanek ma anche i nostri Seppi e Bolelli

    strano mi accorgo adesso che la maggior parte dei giocatori che mi interessano sono francesi… può significare qualcosa questo? …forse che hanno una scuola eccellente e molto variegata

  58. Avec Double Cordage scrive:

    mi sono dimenticato SAFIN 8)

  59. daniela scrive:

    @ Alex

    Quando parli di commentatori tv ti riferisci ad italiani o francesi? perchè dalla tv francese e dalla lettura di Tennis magazine d’oltralpe io ho ascoltato e letto più volte le cose che ti ho raccontato.

  60. stefan scrive:

    @marcos “a me basta che gasquet, di tanto in tanto, mi mostri i suoi gioielli”

    ehm ehm…..considerate le voci che girano sui gusti del (perdentone) transalpino…l’affermazione risulta tendenziosa.. : ) :)

  61. Rosinaldo scrive:

    @wik

    Ottima spiegazione sulla sensazione d’impugnatura, che non è quella (che è poi la fondamentale) che Gasquet ha all’impatto, e del rilascio del polso. La cosa certa è che l’impugnatura predominate del dritto di Gasquet non è eastern, e tanto meno continental. Non sono invece d’accordo con wik invece quando parla di spin di polso sul rovescio. Anche qui si tratta di sensazioni visive, un utilizzo di questo tipo è sempre dannoso per il colpo, rendendolo instabile e poco consistente, esattamente come nell’esecuzione del dritto.

    P.S. Ma chi sono Reginaldo e Rosalindo????

  62. Avec Double Cordage scrive:

    @Rosinaldo
    scusa ho letto in fretta e Rosinaldo è un nome che non avevo mai visto ancora, cosi ho letto Rosalindo :) non c’era cattiveria

    Quando parli di rotazione del polso sul rovescio intendi quello che in inglese si definisce supination (immagino supinazione in italiano)? E per il dritto pronation (pronazione in italiano, almeno spero), ovvero la rotazione dell’avambraccio-polso nel servizio precedente-coincidente l’impatto?

  63. wik scrive:

    @commentuci
    grazie, appena passo per l’Italia mi offri il caffé che hai promesso.

    @avec
    mi chiedi di scrivere una sorta di trattato, impossibile qui su un blog, sono necessari video, foto, foto in sequenza, cose piuttosto complicate. Per il dritto é relativamente semplice visto che girano attorno quasi tutte alla semiwestern, ma per il rovescio bimane ognuno ha la sua e le dovrei pure ad anadare a scoprire.

    @rosinaldo
    leggo volentieri la tua opinione, ma resto della mia.
    Che usi in prevalenza eastern a me é abbastanza chiaro leggendo l’uso della spalla destra. Una eastern prevede una copertura di spalla che avanza in rotazione rispetto all’asse del corpo, cosa che é ben visibile quando gioca l’incrociato. Una semiwestern sfrutta di piú la rotazione di busto sull’anca e la flessione di gambe, l’avanzamento rispetto all’asse é lineare non rotazionale.
    Sul rovescio monomane credo tu stia mettendo in discussione uno dei dogmi del tennis, se non avviene la copertura di polso, e qui é da verificare dal vivo purtroppo per evitare equivoci ed eventualmente accordarci sui termini (non stó di certo parlando di una deleteria frustata, ma di copertura) non é possibile impattare nel punto piú avanzato possibile prima della rotazione di spalla in uscita, ma l’impatto viene arretrato, un po’ come lo gioca Robredo in palleggio da fondo. In questo modo il colpo guadagna spin sfruttando la deflessione di gambe che é ancora a metá dell’opera, ma perde peso e precisone, molta.

  64. wik scrive:

    C’é un altro aspetto importante toccato dall’articolo, quello fisico. E’ mia ferma convinzione che problemi di tenuta fisica di Gasquet derivino da problemi tecnici di steppaggio, e di sforzo fisico eccessivo nell’eseguire stilisticamente il rovescio. Questo pezzo lo scrissi tempo addietro e lo riporto qui ridimensionato a misura blog.
    Per i meno addetti ai lavori lo step é il salto, i movimenti all’interno di un campo sono effettuati a microsalti, é un aspetto fondamentale del gioco poco visibile rispetto al colpo vero e proprio , ma altrettanto importante.
    Questo di un dodiceenne Gasquet
    http://www.youtube.com/watch?v=sFetqfo8-hk&feature=related
    E questo di Camilla, dieci anni
    http://it.youtube.com/watch?v=BUaxmyHEcSo

    Camilla piú giovane di un giovanissimo Gasquet, sa’ steppare, Gasquet no. A quell’etá Gasquet avrebbe giá dovuto conoscere quasi tutti i segreti dello step, stranissimamente invece conosce i crossover, ma non steppa. Mentre il crossover e il gravityturn vengono inseriti come insegnamento a posteriori, lo step va’ immediatamente inserito, oggi si parla di insegnarlo addirittura prima di dritto e rovescio.
    Camilla conosce splitstep, babystep, step di posizionamento, step di rientro ecc. ecc. Manca praticamente solo il gravitystep per ragioni anche abbastanza ovvie, né il suo peso é tale, né la sua muscolatura é tale da averne la necessitá né la possibilitá di adottarlo correttamente. Ma sicuramente impostata cosí riuscirá tranquillamente a trasformare quando necessario naturalmente i suoi splitstep in gravitystep.
    IL footwork vá insegnato, nessuno lo conosce per natura, puoi impararlo anche in etá avanzata, ma il problema é che maggiore é il livello di tennis raggiunto, maggiore é la difficoltá di inserirlo, al punto tale che si, un minimo puoi migliorarlo, ma se prendi il vizio di non eseguirlo al momento di farlo vai a pregiudicare anche l’esecuzione dei colpi, perché ormai hai una tua tecnica alternativa allo step di posizionamento e non riesci piú a posizionarti correttamento.
    La conclusione che ne traggo é che a quel tempo Gasquet era in mani errate, non in grado di insegnargli il tennis come avrebbe dovuto, probabilmente é anche una sua proprensione naturale, una cattiva volontá, dico puó essere, ma un allenatore come si deve, deve a quell’etá e con quel talento a disposizione imporre i movimenti corretti di footwork.
    Arriviamo ad oggi e se ne vedono i risultati
    Davydenko
    http://www.youtube.com/watch?v=AFG_nf4Az78
    e invece Gasquet
    http://www.youtube.com/watch?v=6g4ic7b5Tt0
    Davydenko esegue un corretto footwork ormai talmente inserito nel suo bagaglio che nemmeno potresti immaginare un Davydenko che non si muove correttamente, Gasquet é piantato come un palo anche appena la velocitá di palla comincia a salire.
    E in tutti questi quattro video i giocatori sono freschi, non stanchi, non hanno una fatica alle spalle da non potersi muovere correttamente.
    Quello poi che dá l’esatta percezione di quanto sia carente in proposito, si sente e si osserva in questo video, alzate l’audio per bene.
    http://www.youtube.com/watch?v=9UYkSlYdYCI&feature=related

    L’esatto momento in cui si esegue lo splitstep dalla posizione di attesa é immediatamente prima dell’impatto dell’avversario, in maniera tale che all’impatto sei in ricaduta, pronto a partire in direzione o pronto allo step di posizionamento, quando senti l’impatto del giocatore che non vedi, Gasquet deve ancora cominciarlo !!!!!! E’ clamorosmente in ritardo. In questo video si osserva si che qualcuno ci ha messo le mani e qualche accenno di un pigro step lo esegue, ma assolutamente fuori tempo. E qui é ben fresco, nessun affaticamento, se si torna al video di Davydenko lo si vede steppare invece perfettamente a tempo, perché chi esegue questi movimenti correttamente ha ormai una risposta neuromuscolare che, a prescindere sia in allenamento, in blando palleggio o in partita, ti fa muovere a ritmo corretto.
    Cosa significa tutto questo ?
    Significa che con la velocitá odierna della palla in un match, non sei in grado di raggiungere il punto previsto d’impatto nei tempi richiesti e lo sforzo per eseguire l’avvicinamento é molto maggiore, lavori infatti di potenza e non di agilitá con risultati decisamente piú scarsi. Dire per quale motivo vero Gasquet non steppa correttamente non lo so’, pigrizia, cattiva volontá, insegnamento giovanile errato, non gli interessa, boh, questo proprio dovrebbe essere lui stesso a dircelo, ma é sicuro che poi i risultati in partita, quando la fatica diventa parte della cosa si vedono :
    Federer sembra volare in agilitá
    http://www.youtube.com/watch?v=TDR9CqSVpok
    Gasquet sembra in cerca di tartufi tanto é piantato e tanto raspa esclusivamente di potenza il terreno
    http://www.youtube.com/watch?v=_zeRKntVYOc&feature=related
    Una delle ragioni tecniche del suo precoce affatticamento é proprio questa, un footwork errato.

    Ma andiamo oltre, e verifichiamo il suo stato di forma e i suoi colpi.
    Per prima cosa osserviamo questa sequenza
    http://www.tennis.com/uploadedImages/Your_Game/Instruction_Articles/Backhand/2006_04_16_gasquet_backhand.jpg
    http://www.tennis.com/uploadedImages/Your_Game/Instruction_Articles/Backhand/2006_04_16_gasquet_backhand_2.jpg

    La spinta è tutta nel piegamento esasperato sulle gambe e nel loro rialzarsi, potentissime, la ricerca è fatta tutta e pesantemente sul piede destro, ma sfruttando la dinamica della diagonale di avvicinamento. Gasquet si muove in campo al contrario di altri grandi giocatori sempre a grandi falcate, quando arriva sul rovescio non cerca il posizionamento, ma posiziona solo il destro e richiama il sinistro, usa la spinta della dinamica della corsa per dare pesantezza al colpo cosa che in teoria andrebbe fatta da un posizionamento e caricamento del destro. Questo lo può fare solo perchè ha un talento mostruoso, e sfido a provarlo in allenamento a uno qualsiasi di noi e avere un tempismo del genere di palla.
    http://www.youtube.com/watch?v=gUQxb4ZtR-4&feature=related

    Cerca la palla molto in basso con punta della racchetta molto in basso, è un rovescio molto toppato, carica molto e esce molto con la racchetta, la spinta mostruosa di gambe gli consente un recupero immediato della posizione a fine colpo ritornando in posizione al volo per recuperare il centro. Pazzesco, è un rovescio di potenza e talento incredibile.
    Se avete possibilitá, notate la differenza abissale di piegamento delle gambe di Gasquet con sequenze di altri giocatori, il rovescio di Gasquet é tutta potenza di gambe, piegamenti del genere non sei in grado di farli se non sei allenato e non hai il fisico a posto. Per eseguirlo di continuo devi avere gambe fuori dal comune e tenuta fisica a disposizione. E osservate come a fine colpo la potenza é tale che giá da solo si riposiziona a cominciare il rientro e non rimane sul colpo, incredibile, davvero incredibile, ogni volta che vedo il video del suo rovescio resto esterefatto, in preda a delirio di ammirazione per un talento di tale levatura.
    Ma anche qui, se si guarda il video si noti come Gasquet esegua lo step di posizionamento, o qualcosa di simile a uno step, direi piú che altro non si posiziona quasi , ma si posiziona in rincorsa, o quasi nemmeno si posiziona, beh insomma vedete voi come lo possiamo chiamare, in maniera talmente particolare e personale che inserire un corretto footwork allo stato attuale delle cose sarebbe piú dannoso che altro.
    Ma ancor di piú, questo stile é dispendiosissimo, fatica che si accumula, in questo caso diciamo che non é colpa della mancanza di tecnica come ci si puó riferire alle sue carenze di footwork, ma causa della sua tecnica. Ma qui giá si é visto che allenamento c’é, non é vero che non si alleni.
    E andiamo oltre, e osservate questo video
    http://www.youtube.com/watch?v=8qHnb-yy4K4&feature=related

    Notare come i suoi step siano pesanti e di potenza, come appena il gioco si fa duro, comincia ad arretrare la posizione perché non riesce a coprire gli angoli chiudendo campo avanzando proprio per la precedente ragione, ma come corre ! come un matto segno che é allenato, ma a fine scambio la sua azione sia rallentata rispetto a Federer, alla lunga nello scambio, Federer é ancora fresco, Gasquet a causa del suo stile e del suo footwork energiticamente dispendioso é giá a fine benzina.

  65. anto scrive:

    @ Rosinaldo. Scusami se ti ho chiamato reginaldo, ma sai in quel momento stavo pensando alla canalis……..

  66. Rosinaldo scrive:

    @anto e avec

    Nessun problema, scherzavo… Avevo capito che non era voluto.

    @wik

    Appena ho un momento leggo il tuo articolo che sembra pieno di spunti interessanti. Per quanto riguarda la copertura col polso ovviamente bisognerebbe vederlo dal vivo per capire meglio, difficile spiegare dettagli così specifici a parole. Ci sono poi scuole diverse per il rovescio ad una mano, la maggior parte lo fa in modo da ruotare il polso appena dopo l’impatto (e forse è questo il movimento che intendi tu), qualcun altro lo esegue esemplificato tipo Blake con il polso che non cambia angolo neppure nel finale. Per quanto riguarda l’impugnatura del dritto di Gasquet vi lascio il link a un’immagine che aiuta a chiarire le cose:

    http://aigopen.jp/07/images/player_l/richard_gasquet_l.jpg

  67. flexible scrive:

    @ubaldo e commentucci

    chapeau wik
    mi sembra una lezione di livello che meriterebbe di uscire dal post e diventare articolo se non una sezione in cui i “tecnici” ci deliziano.

  68. anto scrive:

    @Wik —non so da quale pianeta tu sia stato partorito, ma veramente intervento di una qualità stupefacente. Tu non me la racconti……..come minimo avrai 65 anni di cui 47 passati su un campo di tennis………

  69. wik scrive:

    @rosinaldo
    eh appunto, mi sembra decisamente una eastern hammer, se vuoi leggermente aperta secondo la teoria che non esiste impugnatura fissa,
    al contrario di questa
    http://www.egesport.ch/images/federer1.jpg
    che é decisamente una semiwestern molto vagamente pistol data la presa molto fonda.

  70. Alex scrive:

    @ daniela

    Io le informazioni le ho apprese da cronisti italiani e giornali italiani.

    Ciao.

  71. daniela scrive:

    @Alex

    Se le tue fonti sono solo italiane, credo proprio che l’Equipe, Tennis magazine e i telecronisti francesi siano più documentati sui vari allenatori scelti per lo più da papà Gasquet per il figlio

  72. Alex scrive:

    @ daniela

    Infatti avevo scritto anche prima che probabilmente le tue informazioni sono più precise delle mie, che sono state apprese dalla televisione a dalle riviste italiane. Mi chiedo solo il perché commentatori spesso precisi e ben informati diano notizie errate.

  73. Alex scrive:

    @ wik

    Ti faccio veramente i complimenti per la tua preparazione e la tua competenza, ho letto con molta attenzione e interesse i tuoi interventi e posso proprio dire che, grazie a te, ho imparato qualcosa.

    Ma sei un maestro F.I.T.?

    Te lo chiedo non per farmi gli affari tuoi, ma perché se ciò che hai scritto l’hai imparato nei corsi fatti significa che sono davvero utili.

    Non ho mai avuto il piacere di trovare un trainer che mi abbia dato spiegazioni come hai fatto tu nei tuoi post: chapeau!

  74. wik scrive:

    @alex

    No non sono maestro FIT, non vivo in Italia, ma sono un allenatore e ho il corrispondente titolo del paese che mi ospita come tale.

  75. Riccardo scrive:

    mah, secondo me la situazione non è così grave; basterebbe un po’ di allenamento alla Murray, corsa e ancora corsa (vi ricordate che catorcio era Murray l’anno scorso? adesso corre come un pazzo e prende tutto) e mettere a posto la testa, concentrarsi sui punti importanti e non uscire dalla partita per interi games.

    Poi diventa numero 1 tranquillamente, perchè il talento un talento come quello di Gasquet non ce l’ha nessuno, manco Federer (forse Safin)

  76. Alex scrive:

    @ wik

    Ecco spiegato il perché della tua ottima preparazione.
    Peccato però, mi piacerebbe trovare trainer così preparati anche in italia, anche se forse sono solo stato sfortunato io.
    Ciao e grazie.

  77. Camilla scrive:

    Grazie per quest’ottima analisi del mio adorato Richard.
    Beh, credo di poter affermare con sicurezza che Gasquet è uno dei migliori talenti al mondo che, purtroppo, difetta di alcune grandi componenti fondamentali nel tennis, quali: autostima, fisico, tattica e….TESTA!
    Dunque, ha ragione, è un campione..e l’abbiamo potuto notare tutti. Ha un repertorio di colpi incredibili (rovescio prima di tutti) e una grazia e una classe invidiabili. Il dilemma, tuttavia è sempre il solito: perchè vince così poco?
    La chiave degli insuccessi del bel numero uno di Francia sono stati citati sia da me che da lei.
    Un’amica che lo conosce abbastanza bene (anche lei francese come me e Gasquet), ha confermato appieno i pensieri sul nostro miglior giocatore. Siamo convinti che Richard sia e sarà sempre la nostra più grande speranza, uno dei migliori talenti che la Francia abbia mai avuto e siamo contenti della sua carriera, seppur fra alti e bassi. Certo..è ovvio che vorremmo un Federer, Nadal o anche un Murray, ma abbiamo lui e ne siamo fieri=)
    Grazie ancora per l’attentissima analisi, alla prossima!

  78. luca scrive:

    Wilk
    analisi ottima. lo split step è ormai una delle cose fondamentali che si insegnano da bimbi. in Italia con un pò di anni di ritardo rispetto agli altri paesi naturalmente
    anche io lo metterei come articolo se no non lo legge nessuno, però in quel caso dovresti firmarti…

  79. wik scrive:

    @Alex
    è un discorso parecchio lungo e complesso, seppure in ritardo buoni tecnici si trovano anche in Italia, purtroppo però a volte tenuti in ombra da ragioni che ti accenno appena.
    Un buon tecnico deve sapere guardare al futuro di un atleta, e guardare al futuro significa perdere, significa darti impostazioni a lungo termine e vittorie a lungo periodo. Il tennis che si voglia o non voglia è così.
    La mentalità Italiana prevede invece vittorie a breve per rendere visibile il circolo o quant’altri possono trarre vantaggi dalle vittorie di un atleta. Succede che troppi tecnici validi vengono soppiantati proprio da tecnici che danno opportunità a circoli e company di rendersi visibili con risultati immediati, ma che bruciano letteralmente gli atleti in formazione.
    Non voglio qui criticare chi finanzia e sonoramente il tutto, parlo di mentalità diffusa, di ragioni di un fallimento generale del movimento tennistico partendo dalla base.
    Personalmente sono stato tirato su tennisticamente all’inizio da tecnici Italiani di quest’ultimo tipo da cui sono letteralmente fuggito (si badi bene non critico tutti, anzi ce ne sono di validissimi), poi da Francesi molto meglio e infine ho trovato in quegli Argentini la vera filosofia a lungo termine che mi ha fatto fare il salto di qualità sia dal punto di vista di atleta sia e soprattutto da quella del punto di vista tecnico-formativo come allenatore.
    E’ a loro soprattutto che devo questa preparazione, che in parte si, si studia dai libri e dai corsi, ma in larga parte è una sorta di cultura verbalmente tramandata come in un’antica bottega artigiana.
    I segreti, le intuizioni si imparano lì, alla corte del mastro-allenatore come in altri tempi si studiava nella bottega del pittore di fama.
    Ci sono anche in Italia questi validi trainer, ne conosco parecchi, ma è tutto molto più difficile, ed una delle ragioni, non certo la sola è quella che ti ho appena descritto.

  80. wik scrive:

    @Riccardo
    La versione ufficiale del salto di qualità di Murray è quella del miglioramento del suo stato fisico, l’ha dichiarato lui stesso, ho l’impressione però che la vera ragione è che qualcuno finalmente ha messo in testa a Murray di muoversi in campo attraverso le diagonali e non per linee perpendicolari.
    Il salto di qualità l’ha fatto così, poi è possibile pure che le cose fossero correlate e la scarsa preparazione fisica fosse il motivo per il quale vagava senza senso in campo.

  81. Avec Double Cordage scrive:

    grazie wik argomentazioni molto interessanti le tue, quando ho iniziato io a giocare a tennis (fine anni ottanta) mi ero fatto un abbonamento al tennis magazine tedesco nel quale c’era una rubrica tecnica con Dennis Van der Meer e il capitano della squadra tedesca di Fed Cup (mi sembra di ricordare si chiamasse Hofsäß ed aveva un accademia a Marbella) dove spiegavano molte cose basilari per gli appassionati, mi ricordo anche dello split step grazie al quale ero riuscito a migliorare di molto la mia risposta (sto parlando di livelli amatoriali) a un certo punto però il mio gioco da fondo campo era diventato talmente aggressivo (aggredivo ogni palla subito dopo il rimbalzo manco fossi Agassi) che effettivamente non riuscivo più a giocare con nessuno degli altri tristonazzi che c’erano in giro, penso anche per le molte ore passate solo a randellare il muro, alla fine smisi pure di giocare a tennis e solo l’anno scorso mi sono riavvicinato …non sono mai riuscito a costruirmi un servizio decente però, penso per mancanza di insegnamenti, io sono un autodidatta totale (purtroppo) e ai miei tempi non c’erano le macchine fotografiche digitali per filmare e autovisionare i propri colpi, penso che sul servizio questo mi avrebbe aiutato parecchio, perché grossomodo i principi tecnici li conoscevo ma non sono mai riuscito a vedere in cosa stessi sbagliando, con il senno di poi penso sia il lancio di palla, in primis troppo basso ma anche troppo poco costante

    volevo chiederti che importanza dai alla pratica contro la parete

    e vorrei anche chiederti cosa pensi del seguente sito

    http://www.fuzzyyellowballs.com

    certo il ragazzo che fa da presentatore pare un po’ “saputello” e non è proprio il Feliciano Lopez della situazione ma io lo trovo molto comprensibile e quello che dice e come lo presenta utile per giocatori amatoriali come me che vogliano analizzare e migliorare i propri colpi, ma penso che anche per un principiante possa essere utile anche se certo difficilmente può sostituire un corso

  82. Matteo scrive:

    Dal mio punto di vista Gasquet ha solo bisogno di tranquillità, perchè uno ke a 8 anni viene fotografato su una importante rivista nazionale con quasi l obbligo di diventare il numero uno modiale del tennis nn sia facile da sopportare, certo fisicamente potrebbe migliorare ma penso ke ce la possa fare…Noi cmq lo aspettiamo…io scommetto ke Richard riesca a vincere almeno uno slam…FORZA RICHIE NN MOLLARE…

  83. anto scrive:

    @Avec double cordage– interessante il sito americano, ma per poter accedere ai video didattici bisogna registrarsi e pagare una fee di Ingresso?ciao grazie

  84. Avec Double Cordage scrive:

    @anto
    no non bisogna pagare, è gratuito, bisogna solo mettere una e-mail (valida) come qui sul blog poi li puoi vedere tutti e anche scaricarli in risoluzione media e anche alta

    alcuni video li trovi anche su youtube ma noin tutti basta cercare sotto “fuzzy yellow balls”

  85. wik scrive:

    @avec
    la parete é valida se fatta nella maniera corretta, ovvero é possibile che se non fatta come si deve procuri difetti invece di evolvere il gioco, é un po’ come ogni cosa nel tennis dal punto di vista stilistico, devi avere qualcuno che ti spieghi come fare se non ci arrivi da solo.
    Essere autodidatta non é sbagliato rubando dritte un po’ ovunque e sfruttando quella che si chiama “tecnica di visualizzazione”, una sorta di imitazione mnemonica osservando altri che giocano. I livelli raggiunti come autodidatta sono proporzionali alla passione e alla naturale propensione al gioco, si possono raggiungere ottimi livelli anche, peró difficilmente oltre un certo limite.
    Il sito é uno dei molti che girano per il web, come quasi tutti validi nei principi di base, poi oltre un certo limite si entra nello stile personale del trainer in questione e lí dipende molto se il tuo stile corrisponde o meno, ovvero se esiste la compatibilitá con il tipo di insegnamento oltre il limite di base che é generalizzato e non personalizzato.

  86. anto scrive:

    @Avec double cordage.–Ti ringrazio, gentilissimo.

  87. Stefano Grazia scrive:

    wik…avresti dovuto intervenire su Genitori & Figli…magari lo tenevi in vita…
    Se mai ripartiremo con G&F_New Season_La Vendetta, facci un salto…
    Comunque nella tanto famigeata ed esecrabile Bollettieri Tennis academy il Footwork viene insegnato ormai da anni regolarmente e nel 2005 usci’ un ciclo di DVD col titolo The Strategy Zone prodotto da Jose Lambert e Lance Luciani (Nick faceva le introduzioni, ci metteva il nome, aveva un DVD con i suoi Tips, consigli, ma il lavoro era dei due sucitati allenatori con l’aiuto di Margie Zesinger). In questi DVD c’e’ molta enfasi su una decina di footwork movements, suddivisi in offensive, contol e defensive. Step power ,hop, two foot pivot,one foot pivot,mogul,transfer etc…Molti di questi non sono nulla di nuovo,e’ vero, e li ritrovate sotto altri nomi anche in altri libri di tecnica, ma quel che era nuovo era l’enfasi… Mio figlio che ha frequentato da esterno il Programma nei suoi viaggi 2-3 volte all’anno a bradenton, ha imparato tutti questi movimenti e li ha memorizzati…ad ogni tipo di palla corrisponde un modo di colpire la palla, a volte due o tre… Una volta che sei in grado di eseguirli bene, ti alleni ad eseguire il colpo giusto nel momento giusto…Poi probabilmente fai tabula rasa, cancelli tutto, e colpisci in maniera fluida e naturale senza nemmeno pensarci, ma all’inizio queste cose le devi imparare e assimilare…

  88. luca n scrive:

    questo forum di discussione era (ed è tuttora) molto utile e istruttivo. peccato che sia scomparso dal sito. ho fatto fatica a trovarlo persino nell’archivio degli articoli. ubaldo fai qualcosa! in fondo lo spirito del web è quello (anche) di creare da un presupposto (proprio come in questo caso che dall’analisi del gioco gasquet si è finiti a parlare di insegnamento base) un dicorso più ampio in cui ognuno può dare un valido contributo..

  89. Avec Double Cordage scrive:

    @luca n
    basta cliccare su BLOG, il secondo bottene affianco a quello verde di UBITENNIS immediatamente sopra i primi articoli e arrivi qui dove c’è anche un archivio

    però hai ragione il link al blog andrebbe posizionato in punto più strategico sul sito, attualmente è in fonado a tutto sul lato destro sopra al link per facebook, uno che non sa dell’esistenza del blog non lo nota nemmeno perché pensa si tratti di un banner del sito, andrebbe messo in cima tra il banner quadrato di pubblicità e le foto del giorno

    si dovrebbe anche capire meglio la differenza tra blog e sito evidenziandola con una breve frase

  90. Avec Double Cordage scrive:

    wik se ci sei ancora avrei una domanda, volevo chiederti se ci puoi spiegare perché il servizio di Seppi, particolarmente la seconda, è un colpo cosi debole, mentre la sua prima certe volte funziona bene.

    è un problema del lancio di palla? O un problema di un movimento troppo orientato verso avanti invece che in alto, come in questo video di Bollettieri http://www.youtube.com/watch?v=Kpj5ZthpxbI dove nel finale viene contrapposto il servizio di una ragazza (penso la Gagliardi) a quello di Joachim pim pim Johansson

    a me non sembra che sia questo il problema sulla seconda di Seppi comunque, ma quando carica il braccio e le gambe mi sembra di vedere che la sua schiena rimanga piuttosto dritta e non si curvi indietro formando un arco con il resto del corpo

    e poi mi sembra di vedere anche chi nel movimento di Seppi il suo busto al momento d’impatto con la palla sia quasi parallelo alla linea di fondo campo mentre mi pare che per massimizzare la velocità della racchetta sia meglio rimanere vagamente perpendicolari alla rete con il busto fino all’ultimo, si nota anche che il suo avambraccio sinistro non rimane alto e attaccato al busto ma invece penzola in avanti

    questo è un video dello US Open 2007 http://it.youtube.com/watch?v=ZlZUCIqUtpc

    questo invece è del matchpoint contro Nadal di quest anno a Rotterdam e si vede una prima e poi una seconda di sola rotazione, mi sembra slice ma posso sbagliarmi perché non sono un tecnico http://it.youtube.com/watch?v=hDJ3Hmi5ZAY

    anzi probabilmente farei meglio a non avventurarmi in queste cose tecniche visto che non sono un esperto ma mi meraviglio che un giocatore come Seppi, alto e con una prima non proprio debole (spesso ci fa circa il 80% dei punti) anche se ballerina abbia una seconda cosi debole e poco affidabile, sarei proprio interessato a quale errore tecnico è dovuto

    …anche se oggi un po’ meglio ha funzionato anche la seconda (tara il 50% e il 60% dei punti vinti sulla propria seconda di servizio contro Simon) ma diciamo che oggi ha perso per motivi psicologici di scarsa concentrazione nel game di servizio dopo aver vinto il secondo set dove comunque aveva avuto il solito calo psicologico al momento di servire per il set beccandosi il break (va beh aggiungiamoci anche la percentuale del misero ca 30 % di prime in campo nel terzo set anche se ne ha vinte 12 su 14 …orrore il modo in cui ha servito sul set point del secondo set poi, prima fuori e senza un attimo di pausa per concentrarsi seconda in rete ..roba da roulette russa) … ma secondo te lavorare sul mental con un psicologo dello sport è una cosa cosi inusuale, io direi che non c’è nulla da vergoniarsi, e la ritengo essenziale se da soli non si riesce a ad essere incisivi nei momneti di comando

  91. wik scrive:

    La mia impressione è che siano problemi di tipo fisico a limitarne l’efficacia.
    Non conoscendolo direttamente non posso dirlo con certezza, ma è molto strano che avendo una seconda così scarsotta non si rifugi in uno di quei kickconi da pura difesa.
    Quella seconda è davvero malfatta e il non utilizzo del kick sono troppo per non esserci di mezzo qualche magagna alla schiena o alla spalla.

  92. Avec Double Cordage scrive:

    grazie wik, certo che se dovesse veramente esserci un problema cronico alla schiena o alla spalla allora sarà difficile andare oltre il rendimento attuale, magari riuscendo ad ottimizzare il lato mentale si potrebbe evitare di perdere le partite di primo turno contro i vari numero 150 e 200 e vincere qualche partita tipo quella con Robredo di Madrid ma già quella contro Simon a Lyon sarebbe un impresa, contro i calibri grossi invece rimarrebbero poche speranze

    vedendo la partita con Simon però mi sembra che gicare il doppio qualche frutto lo abbia dato perché ho visto delle discese a rete con conclusioni in volèe abbastanza convinte

    qual è il tuo punto di vista riguardo all’utilizzo di un psicologo dello sport per migliorare l’aspetto mentale?

  93. wik scrive:

    Se è vero che la prima di Seppi è buona, è anche vero che Seppi è 1′90, per cui potrebbe anche essere migliore !
    Ma quello che mi fa pensare è che è abbastanza piatta e dà la rotazione di slice in maniera piuttosto strana. Nella seconda và aumentato lo slice fino ad arrivare ad un effetto di kick, questo Seppi non lo fa. Perchè sà dare poco slice o perchè alcuni problemi fisici lo impediscono ? Io propendo per la seconda ipotesi, per cui difficile che migliori se è così.

    Sul discorso psicologi sono propenso, ma solo in parte.
    Ovvero la maggior parte dei problemi che si imputano come mentali sono in realtà problemi di tipo tecnico.
    E’ quasi sempre un errore tecnico-tattico a provocare il calo mentale, per cui quando si parla molto spesso di psicologia di una partita, troppo spesso si mette quest’ultima come causa, è esattamente il contrario, e l’effetto.
    Io ti dimostro ad esempio che il dritto che tu nei momenti difficili di un set non devi sbagliare mandandolo a rete, allenandolo come si deve ed eventualmente dandoti opzioni corrette di gioco in quel momento, quel dritto non lo sbagli più.
    Ciò non toglie che il carattere di un giocatore possa influire e molto, se uno psicologo lima quei tuoi specifici difetti ben venga, ma qui parliamo del tuo carattere in generale, più che di una lettura in chiave psicologica della partita.
    Dove gli psicologi o chi per loro possono realmente dare una mano è in chiave concentrazione. Come gestire la concentrazione all’interno di un incontro ? Qunato influisce il controllo della concentrazione nel gestire le risorse di un atleta ?
    Questa si è una prateria sconfinata dove si può intervenire con risultati che davvero possono cambiare le sorti di molte partite.

  94. Luca scrive:

    Ottimo articolo.

    @WIK

    sei un fenomeno
    non è che per caso insegni anche Golf?? (che a me servirebbe di piu’)

    Non conoscevo questo sito, devo dire che per un appassionato di tennis è bello leggere cotanta competenza!

    Per quello che posso dire io, la mia sensazione è che giocare un tennis alla Federer (miliardi di punti servizio-dritto) stanchi poco a livello mentale/fisico,
    se tutte le volte devi inventarti qualcosa (come tocca fare al povero Richard) ti esaurisci prima, e nel tennis moderno avere uno schema di gioco SEMPLICE ed efficace penso sia fondamentale soprattutto nei momenti critici del match.

  95. Alex scrive:

    @ wik

    Altro grande articolo, spero di non ripetermi troppo, ma la profondità con cui affronti ogni argomento è veramente rara da trovare, almeno in Italia, scusa se lo ribadisco ma l’amarezza di non aver trovato un tecnico all’altezza quando stavo facendo quel salto di qualità che forse mi avrebbe portato al professionismo è tanta.

    Come hai scritto tu sono stato “usato” dal mio circolo per vittorie facili piuttosto che cercare di costruire un giocatore vero. All’epoca ero solo tredicenne e quindi non capivo e quando mi sono reso conto di ciò che stava succedendo era troppo tardi.

    Inutile dire che sono completamente d’accordo con te sul discorso che hai fatto sulla psicologia, infatti avevo provato a scrivere le stesse cose in qualche post precedente, anche se il mio intervento, essendo su Gasquet, era più portato sull’analisi del suo aspetto fisico, anche perché non ero all’altezza per poter affrontare l’aspetto tecnico che tu hai evidenziato.

  96. wik scrive:

    Certo che questa striscia é davvero zeppa di spunti interessanti che mi fan venir il prurito alla tastiera, e vi ringrazio davvero per i complimenti che mi fate.

    @stefano grazia.
    La famigerata Bollettieri é sicuramente zeppa di contraddizioni, contraddizioni che col tempo si sono accumulate invece di risolversi, ma che sia una scuola che a suo tempo sia stata innovativa in un periodo in cui sembrava tutto in stasi é indubbio.
    La vena innovativa ora si é un po’ persa, anzi una delle ragioni che reputo imputate di un calo di qualitá del movimento tennistico Statunitense odierno é propio il ritardo con cui si é andati oltre alle innovazioni di Bollettieri.

    Rialacciandomi al tuo discorso ho un’esperienza interessante da raccontarti.
    Di ritorno un paio di anni fa da un workshop che come tema aveva l’analisi delle principali scuole di tennis, preso dall’entusiasmo mi unii all’insegnamento di ragazzini principianti, cosa di cui normalmente non mi occupo, ad uno dei miei allievi che cosí si paga da vivere unendo l’utile al dilettevole.
    In quella nidiata si tentó di introdurre seguendo le indicazioni emerse dal convegno, un discorso a ben piú ampio respiro rispetto ai tradizionali metodi di insegnamento.
    Invece di ragionare a: dritto, rovescio, volée, ecc. ecc. si partí da una filosofia ben diversa, ovvero “se ti arriva una palla cosí e colá cosa devi fare dal punto in cui sei per mandarla dall’altra parte della rete ?”
    In questo modo si introdussero inizialmente, ancor prima dell’esecuzione del colpo vero e proprio, concetti che normalmente non vengono insegnati se non a livelli ben superiori di capacitá.
    Concetti come lo step, l’uso della X spagnola, e della differente modalitá di colpire a seconda di che tipo di palla arriva, alta o bassa, lunga o corta, il dover scegliere un opzione ecc. ecc.
    Preso da questo punto di vista il tennis davvero cambia forma e connotati, anche se ti dico il vero, un ragazzino non é facile interessarlo con questo schema di lavoro, quello che infatti ti chiede é colpire la palla per mandarla al di lá della rete, e il lavoro piú difficile fu proprio l’inventare esercizi in forma di gioco per non perdere la loro attenzione.
    Ma usando questo sistema ci siamo accorti di come queste cose fondamentali alla loro evoluzione entrassero a far parte integrante e imprescindibile del loro tennis. Cosa non facile eh !!, perché una volta che si é acquisita una certa padronanza con la racchetta un atleta principiante agisce solo ed esclusivamente colpendo e non sente l’esigenza di approfondire gli aspetti di come arrivare a colpire una palla, aspetti che invece sono fondamentali nel proseguo di una eventuale attivitá agonistica anche a livello di banali tornei di circolo. E questo da un punto di vista didattico é errato.

    I risultati furono davvero buoni, eccetto per i miei livelli di stress che raggiunserro i massimi storici visto che tenere a freno un’agguerrita banda di ragazzini vivaci é una delle cose che mi riesce peggio.

  97. nicola scrive:

    caro agostino chiunque tu sia hai scritto non un commento ma un inutile tema.Cerca di limitarti a poche brevi affermazioni e gioca di più.
    GO NADAL

  98. ANDREA scrive:

    CHIEDO UMILI SCUSE A TUTTI PER QUEI COMMENTI MA ALMENO QUESTO APPROVATEMELO.

  99. Stefano Grazia scrive:

    Wik, scusa il ritardo ma dove vivo,nel Continente Nero paraponziponzipo, ogni tanto non ci si allaccia ad Internet ma ti invito ufficialmente a frequentare o almeno ad affacciarti di tanto in tanto su Genitori & Figli_2, che dovrebbe riaprire presto i battenti… Si tratta di un SubBlog che ha registrato oltre 4000 posts in passato e dove si e’ discusso (secondo alcuni anche a sproposito ma io direi neanche tanto) di questo ed altro, di videoanalisi, di Sistema Circoli, di preparazione atletica, di Bollettieri,Pat Cash, Vavassori,Bob Brett e VanDerMere Academies…Sulla Bollettieri ho scritto tonnellate di posts (e ne scrivero’ ancora) e proprio il mio ultimo commento prima di una pausa di riflessione riguardava proprio i difetti e la crisi di una Academy che io comunque continuo a ritenere la prima del mondo se non altro per quello ch ti puo’ offrire (e soprattutto il livello di competizione che puoi trovare)
    Poi dipende da chi sei,cosa vuoi, da che eta’ ci vai, quanto sei introdotto e quanto e’ il tuo livello di conoscenze… E sicuramente devi essere abbastanza intelligente da saper distinguere Full Time da Summer o Easter Camp…
    Cio’ detto, sono comunque molte le cose che non vanno e soprattutto a un certo punto il costo alla lunga per uno senza supporto sponsor/federazione e’ proibitivo…
    Il Footwork insegnato da Jose’ Lambert, Lance Luciani e Margie Zesinger nel Ciclo di Lezioni The Strategy Zone e’ qualcosa di molto simile a quello di cui parla Wik…Credo che loro siano arrivati a selezionare una serie di footwork attraverso una accurata videoanalisi dei colpi dei campioni …magari nulla di nuovissimo ma certe cose forse si, come quella di insegnarle ai bambini di 7-8-9 anni in modo che le assorbano nella loro memoria corporea…Anche qui, e’ un po’ la vecchia teoria della Mielina (vedi uno dei Riassuntoni di Genitori & Figli ma avremo modo di riparlarne nella New Season)
    Comunque Wik, Andros, Gudpis e chiunque abbia voglia di discutere su questi argomenti, si vada a sfogliare gli 11 Riassuntoni (o solo a vedere che ci sono) nell’Archivio di Genitori & Figli oppure semplicemente faccia un salto da noi quando riapriremo…

  100. stefano grazia scrive:

    Volevo fare il centesimo commento…e anche ricordarvi che su Genitori & Figli, appena ripartito,si puo’ parlare sempre di queste cose (FIT ma anche FOOTwork ed e’ anche meglio perche’ c’e’ meno dispersione…)

  101. fabiola scrive:

    Ho solo una cosa da dire :”non è un fenomeno da baraccone”….
    Sarebbe meglio pensare a ciò che si scrive…

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