Straordinaria storia di Cino Marchese.
I due che volevano perdere…
Se si fosse scommesso allora…
La guerra fra McCormack e Dell.
Bertolucci: “Cino, ma sei ammattito?”
Le 300.000 sterline puntate contro Berlocq (sconfitto…) a Wimbledon.
Più tardi un’altra su Borg e la Mafia

 
29 Settembre 2007 Articolo di Cino Marchese
Author mug

(Cino Marchese è organizzatore, ex direttore di tornei e manager IMG “nd UBS”)

Ormai il mio amico Ubaldo mi ha contagiato ed al proposito ho un’altra storia da raccontare occorsa ormai tanti anni fa, ma che oggi avrebbe fatto fare affari d’oro con le agenzie di betting on line e non solo con loro.
Eravamo a Bologna dove si giocava il torneo indoor e quell’anno regnava un’attesa spasmodica perchè avrebbe giocato Bjorn Borg allora incontrastato numero uno del mondo. Il torneo era particolarmente forte e la entry list corposa. La settimana prima si giocava il torneo di Wembley a Londra, dove io mi recavo regolarmente e questa volta avevo una ragione di più per farlo perchè volevo controllare di persona che fossero disponibili tutti i giocatori che poi avrebbero giocato a Bologna e tra di loro particolarmente l’americano Bill Scanlon, giovane che si era già segnalato in più di una occasione. Io ci tenevo molto alla sua presenza. Nella stessa settimana del torneo di Bologna si sarebbe giocata una ricca esibizione a Dubai organizzata dal nostro rivale in affari Donald Dell ed io che lavoravo per Mc Cormack ero molto preoccupato di tale fatto, ben conoscendo la maniera di agire dei miei amici di Dell e soprattutto dei soldi che gli arabi mettevano loro in mano per gli ingaggi dei giocatori. Dell controllava un bel numero di giocatori tra cui Ashe,Smith,Lutz, Stockton,Orantes ed altri. E tutti erano nella lista di Dubai.
Bill Scanlon anche era della sua scuderia, essendo regolarmente iscritto a Bologna io ero tranquillo. In più stava giocando il doppio a Londra per cui non c’erano problemi. Succede che Orantes si infortuna e deve essere sostituito, ma io sempre tranquillo torno in Italia a Bologna e incomincio con l’incaricata dell’ufficio giocatori a predisporre tutti i dettagli per prelevare i giocatori agli aereoporti o di Bologna stessa o di Milano. Vedo Steve Denton che giocava il doppio a Londra con Scanlon e gli chiedo se avesse notizie dell’arrivo di Scanlon perchè aveva lasciato l’albergo a Londra, ma di lui non c’erano tracce ed anche Denton non sapeva nulla.Ma mi disse di non preoccuparmi che sarebbe arrivato. Io invece incomincio a sospettare che i miei amici di Dell avessero sostituito Orantes con Scanlon, fregandosene delle regole che l’ATP voleva che si rispettassero sempre di più ed aveva da poco al proposito introdotto i Supervisor, una sorta di Giudice Arbitro internazionale che aveva l’ultima parola in tutti i tornei. Quello che era a Bologna era forse il migliore di quel gruppo ed era Dick Robertson, un ex militare deciso ed intelligente.
Il sospetto con il passare delle ore diventa certezza perchè nel frattempo riesco a sapere che ufficialmente Orantes era stato sostituito da Scanlon che invece era regolarmente in tabellone a Bologna e avrebbe dovuto giocare con Pavel Slozil che era venuto a Bologna soprattutto perchè si sarebbe sposato in quella settimana ed io gli avevo promesso le fedi come regalo di nozze. In più Slozil non viaggiava in aereo volentieri e quella settimana era venuto a Bologna in macchina. Io incomincio a telefonare a Waschington, sede di Proserv, la società di Dell senza sosta e dopo parecchie tergiversazioni riesco a parlare con Lee Fentress, manager di Scanlon, a cui dico minaccioso che se non fosse venuto avrei chiesto al Supervisor il massimo della sanzione: Non tanto per la pena pecuniaria abbastanza affrontabile (specialmente con i soldi degli arabi), ma soprattutto per la squalifica di 6 mesi, assai più grave e consistente. Il Supervisor di fianco a me confermò il tutto e Fentress mi chiese una mezz’ora per organizzare le cose e sicuramente dicendo a Scanlon di prendere il primo aereo e di presentarsi a Bologna. Dopo 15 minuti Fentress mi comunicava “Manda un’auto a Roma a prenderlo domani”. Intanto eravamo arrivati a martedì sera. Mettemmo in orario il match come l’ultimo della sessione pomeridiana di mercoledì perchè alla sera avrebbe dovuto giocare Borg. Slozil a quel punto era agitatissimo perchè non voleva far vedere che avrebbe “sciolto” e si aggirava nervoso al Palazzo. Verso le 17.00 di mercoledì si presenta Scanlon assonnato e stanco al Palazzo dicendomi in malo modo di voler andare in campo subito. La partita surreale finalmente inizia con entrambi i giocatori che cercano di perdere, ma per complicarmi vieppiù la vita vanno al terzo con fuori il pubblico che vuole entrere per il match di Borg. Finalmente vince Slozil che viene da me e mi dice di metterlo in campo più presto possibile, perchè lui doveva rientrare a Praga. Accetto e lo accontento anche perchè avrebbe dovuto giocare con Paolo Bertolucci e a me faceva gioco che comunque vincesse un italiano. Così lo misi in orario alle 9 del mattino dopo. Quella sera Paolo aveva giocato il doppio. Avevano finito tardi, sicuramente dopo mezzanotte e negli spogliatoi mi chiese: “A che ora gioco domani?”. Come gli dissi l’orario saltò in piedi:”Ma sei ammattito??” Io candidamente gli dissi ” Si giochi alle nove ma hai già vinto” e lui di rimando “Siamo sicuri?”.
Questa è la storia di una manipolazione genuina, involontaria, onesta, ma che oggi avrebbe rappresentato, se saputa, una grande risorsa per le agenzie on line e per tutti quelli che disonestamente vogliono alterare i risultati delle partite. Curioso no?
Nota di UBS: Questa storia Cino me l’ha cortesemente mandata, senza preavviso stavolta, come commento alle vicende delle scommesse, ma era troppo bella, troppo divertente, troppo curiosa per non finire come post di testa…grazie Cino! Continua così…Sono sicuro che di storie, aneddoti così ne hai a bizzeffe. Concludo ricordando di aver visto una volta Bill Scanlon battere John McEnroe _ i due oltretutto non si sopoortavano _ insomma Cino aveva ragione a volerlo in campo a Bologna…

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21 Commenti a “Straordinaria storia di Cino Marchese.
I due che volevano perdere…
Se si fosse scommesso allora…
La guerra fra McCormack e Dell.
Bertolucci: “Cino, ma sei ammattito?”
Le 300.000 sterline puntate contro Berlocq (sconfitto…) a Wimbledon.
Più tardi un’altra su Borg e la Mafia”

  1. Stefano Grazia scrive:

    Quel che non dice Cino Marchese è che Scanlon era già andato a Dubai e di fronte alla minaccia della squalifica di sei mesi ha preso non so quanti aerei o comunque si è dannato per precipitarsi a bologna…E poi incavolato nero se ne è andato la sera stessa o il giorno dopo preoccupato,scrive lui, o comunque consapevole di non essere persona gradita visto lo scherzetto che aveva tentato di giocare agli organizzatori…Lo racconta nel suo libro biografiBad News For Mcenroe_Blood, Sweat & Backhands With John, Jimmy, Ilie,Ivan,Bjorn, & Vitas in cui per almeno metà del libro parla male di Johnny Mac… Libro divertente, come molti altri…ragazzi, davvero: guardate meno tennis in tivù e leggete più libri di tennis, ne vale la pena…

  2. Nikolik scrive:

    A chi può interessare, era il novembre del 1980, Bertolucci vinse contro Slozil 6-3 6-2 e perse solo in finale, contro Tomas Smid.
    Però Scanlon non perse in tre set, perse contro Slozil 7-6 6-3.
    Divertentissimi questi aneddoti di Marchese.

  3. stefan scrive:

    bertolucci stesso tempo fa raccontò durante una telecronaca questa storiella…peccato davvero non ci fossero ancora le scommesse online…

    il tutto xò era “genuino”

  4. marcos scrive:

    che ricordi, cino!

    era il 1980 e, per la precisione (sito atp, sempre che sia corretto), slozil battè scanlon per 76 63: cino, evidentemente, ricordava il primo interminabile set, con il pubblico ai cancelli per vedere borg, che, per altro, quell’anno lì, si ritirò ai quarti contro smid.

    me lo immagino paolone: già era nero per aver giocato il doppio la sera tardi, con adriano che, probabilmente, s’addormentava ai cambi campo; poi, era ancor più nero perchè, quella sera del doppio, le aveva prese dalla coppia simpson/van’t hof (ma…è il simpson che conosco io??), uscendo al primo turno in due facili set; infine, a mezzanotte, gli arriva cino in spogliatoio e gli racconta che pavel s’ha da maritare in fretta e che, l’indomani, avrebbe dovuto puntare la sveglia alle 7, per batterlo rapidamente (63 62), in modo da non constringerlo a difendersi dalla suocera, ancor prima di sposarsi!

    malgrado ’sta vitaccia, paolo arrivò in finale in quel torneo: perse in due da smid, ma lottando il primo set. son sicuro che se cino gli avesse proposto un order of play migliore…l’avrebbe vinto il torneo!

    ancona, ferrara, treviso, milano, firenze, bari, palermo, saint vincent…rileggendo i tornei gran prix che si giocavano in italia negli anni 80, m’è venuta un pò di tristezza.

  5. anto scrive:

    Grazie CINO, bell’aneddoto!

  6. Enzo Cherici scrive:

    Il torneo indoor di Bologna mi fa tornare alla mente un episodio che sicuramente in pochi ricordano e che vorrei raccontarvi (non sono inclusi Ubaldo e Cino Marchese ovviamente). Si tratta della vittoria di 1° turno nel 1974 del mio amico Vincenzo Franchitti contro un certo…Bjorn Borg. Vincenzo è stato un inconstante giocatore italiano di talento dei primi anni ‘70, spesso giocava in doppio con Robertino Lombardi e proprio in quell’anno ha avuto il suo best ranking come 134 del mondo. In quel torneo incontrava, ovviamente da sfavorito, il giovane, promettente e già famoso Bjorn Borg e vinse clamorosamente 6-3 6-4. Naturalmente perse immediatamente dopo nel turno successivo. Quell’impresa fa di Vincenzo l’unico italiano assieme a Panatta che abbia battuto Borg. Adesso Vincenzo dirige un circolo vicino casa a mia nella periferia di Roma e nella sala fanno mostra due belle foto di quella partita. Il momento in cui, incredulo, dopo il punto vincente si mette le mani nei capelli e quando poi stringe la mano al titolato rivale. Vincenzo è stato diversi anni numero 5-6 d’Italia, dietro ai famosi mostri sacri. Come ammette lui stesso, poteva dare sicuramente di più. Comunque sia, è bello sentirlo parlare di quell’impresa e anche della rivincita che Borg si prese l’anno successivo allo stesso torneo: 6-2 6-3. Mi concesse l’onore di giocare un set contro di lui, mi sembra, nel 1987 o 88. Fu naturalmente un 6-0 senza che lui versasse una sola goccia di sudore. Agghiacciante il suo rovescio slice che non s’alzava di un cm da terra. Quel giorno pensai: “E sto giocando con Franchitti, un ex giocatore nemmeno allenato; immagina contro Lendl”. Ecco, uno dei miei sogni sarebbe stato quello di scambiare anche solo 5 minuti con un grande giocatore, tanto per vedere l’effetto che fa. Ammettetelo: c’avete pensato anche voi :-)

  7. daniele flavi scrive:

    Bel aneddoto Enzo, anch’io ho frequentato ogni tanto per qualche torneo 4 cat. Nc il circolo di Franchitti e una volta l’ho visto, ti parlo di qualche anno fa, giocare con un amico del circolo e sono rimasto veramente impressionato dal quel suo stupendo rovescio slice giocato con una naturalezza straordinaria…inoltre chi di noi appassionati e malati di tennis non vorrebbe scendere in campo con un campione…anche solo per pochi minuti….io penso che il giocatore con la piu’ alta classifica che ho incontrato per qualche tie-break e’ stato il nostro mitico Ubby…e non sto scherzando….

  8. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Mentre vi anticipo che Cino mi ha già scritto un altro gustosissimo inedito aneddoto che riguarda nientemeno che Bjorn Borg (capito Luca?), ma lo inserirò domani perchè voglio che la gente del lunedì (quelli che tornando in ufficio accendono il computer che non hanno a casa…) si goda appieno intanto questo secondo intervento di Cino (il primo era fra i commenti alla vicenda di Djokovic, Starace, scommesse etc e riguardava un tennista ceco, Pimek, che chiedeva soldi per lasciar via libera a Smid…andate a leggerlo), segnalo che un bookmaker parla di 138 incontri molto sospetti…e fra questi probabilmente quello che contrassegnò la vittoria a Wimbledon della wildcard inglese Richard Bloomfield, n.259 del mondo sull’argentino Carlo Berlocq, 170 posti più su. Detto fra noi io su Berlocq erbivoro tanto non ci credevo, anche se ha un discreto servizio, ma nemmeno su Bloomfield peraltro: però c’è chi ha puntato ben 300.000 sterline (400.000 euro circa mi pare) sullo sconosciuto inglese (che vinse tre set a zero) e su BetFair e allora qualche sospetto per via di quella scommessa può anche nascere. O no? Ma niente è venuto a galla.

  9. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Questo è un lungo art.scritto sulle scommesse pubblicato nell’ultimo numero di Matchpoint. Leggerlo non è obbligatorio!
    Di Ubaldo Scanagatta

    Se ne farebbe volentieri a meno di parlare di scommesse e soprattutto di incontri truccati nel tennis. Ma l’argomento è sempre più sulla bocca di tutti, ignorarlo non si può. Sarebbe come se chi ama il ciclismo si rifiutasse di credere che esiste il problema del doping. E’ scoppiato il caso Davydenko, ancora in attesa di giudizio per il match di Sopot con Vassallo Arguello (n.87 Atp) su cui si è arrivati a puntare 7 milioni di euro e gran parte sull’argentino sebbene egli avesse perso il primo set e ben prima che Davydenko si ritirasse nel terzo set per una frattura da stress ad un piede, ma _ innocente o colpevole che fosse il tennista russo a conclusione dell’indagine promossa dall’Atp_ quella resterebbe comunque soltanto la punta dell’iceberg. Una punta abbastanza prominente, peraltro, perché altrimenti BetFair _ che ha tutto l’interesse a che le scommesse aumentino essendo sostanzialmente un broker che vice di commissioni _ non avrebbe mai sospeso il gioco. Ma la stessa BetFair temeva l’effetto boomerang: se la gente si persuadesse che gli incontri truccati sono tanti quanti quelli non truccati, molti perderebbero il gusto di scommettere.
    Sott’acqua di iceberg se ne muovono a migliaia. Anche alcuni incontri che riguarderebbero tennisti italiani/e sarebbero attentamente analizzati.
    La federazione americana, USTA, ha ingaggiato l’agenzia investigativa Safir-Rosetti, guidata da un ex commissioner della polizia americana per monitorare il flusso delle scommesse e individuare le correnti di danaro che, oltretutto, potrebbero consentire anche il riciclaggio di denaro sporco.
    Come accennavo il caso Davydenko, che giura la propria innocenza e attribuisce malignità, maldicenze e calunnie al fatto di essere russo _ soprattutto dopo che in passato sia Poker-Face Yevgeny Kafelnikov che Marat Safin avevano stretto rapporti di amicizia con quell’Alimzhan Tokhtakhounov pesantemente accusato nel 2002 di aver condizionato le giurie di pattinaggio artistico _ non ha che una incidenza minima sul problema della sussistenza o meno degli incontri truccati.
    Prima di tutto va chiarito un aspetto, dopo che diversi giocatori francesi (Clement. Llodra?) e americani (Goldstein) hanno denunciato di essere stati avvicinati da loschi figuri che li avevano consigliati a non…impegnarsi troppo. Poiché Mickey Mouse De Villiers si è soffermato a lungo su questo aspetto del problema, e a Miami i giocatori erano stati addirittura catechizzati da un ex mafioso pentito che li aveva messi in guardia dal cadere in tentazione (“Se lo fate una volta poi siete fritti, non ve ne liberate più, sarete ricattati per tutta la vita”), va detto che naturalmente questo è…un aspetto totalmente secondario. Nel senso che è molto meno diffuso dell’altro problema, quello che riguarda cioè l’accordo diretto fra gli stessi giocatori e le scommesse on line.
    Mentre nel caso del giocatore avvicinato prima di una partita, si tentano di condizionare i risultati fin dall’inizio, di solito facendo perdere il giocatore nettamente favorito (e non è così facile trovarlo, anche fra i più disonesti e i più incoscienti, perché nei tornei più importanti che sviluppano per solito un maggior volume di scommesse ci sono anche i premi abbastanza cospicui nonché i punti per la classifica a fungere da parziale deterrente…), nel caso dell’accordo diretto fra i giocatori la truffa è molto più subdola e…più coperta.
    Non è sempre necessario, infatti, che il favorito perda (soldi, punti, prestigio). Basta invece che molli un set, e magari anche i primi del secondo o del terzo set, perché alcuni scommettitori on line cadano nella trappola preparata scientemente dai due giocatori e puntino sul giocatore sorprendentemente in vantaggio.
    Ovviamente puntando sull’exploit dell’underdog (il non favorito) perderanno i soldi a beneficio di altri, alcuni dei quali all’oscuro di tutto e quindi in buona fede, altri invece al corrente della truffa che saranno stati ben attenti a scegliere il momentopiù opportuno per “scendere in campo e bancare” approfittando delle quote più favorevoli offerte a chi scommetta sul giocatore favorito sì inizialmente ma non più nel prosieguo del match.
    Perché questo secondo tipo di approccio ai match truccati sia più difficile da controllare e impedire è evidente: non ci sono mafiosi coinvolti, e quindi grosse organizzazioni alle spalle. Magari gli spostamenti di denaro non sono enormi perché devono consentire soltanto ai due giocatori che si sono messi d’accordo (o meglio ai loro team, perché a scommettere fisicamente non sono i protagonisti ma qualcuno del loro team, del loro entourage tecnico, se non un familiare), di lucrare qualche decina di migliaia d’euro senza rischiare nulla (e come abbiamo visto, senza nemmeno dover sacrificare il proprio ruolo di favorito).
    Con somme minor coinvolte diventa molto più difficile, se non impossibile, il compito degli investigatori, altrimenti messi sull’avviso dal giro di affari dietro segnalazione delle stesse società di betting o di intermediazione.
    C’è anche _ da non sottovalutare _ un aspetto psicologico che facilita lo sviluppo della truffa ai danni dello scommettitore ignaro. Esempio: se un giocatore più debole in classifica e sulla carta, con gravi necessità di sopravvivenza nel circuito _ sapeste quanti ce ne sono! Tanti che non sanno neppure se riusciranno a poter disputare alcuni dei tornei proposti dal calendario commisurato alla loro classifica _ avvicina l’avversario che è assai più forte, e che al contempo un amico di vecchia data, un connazionale, e gli chiede: “Mi fai vincere il primo set e qualche game del secondo, e ti garantisco che non faccio scherzi, poi perdo di sicuro…ma così ho più chances lo sponsor mi rinnovi il contratto che stiamo discutendo (balla…) e ti faccio un regalino…tanto a te non costa niente…”.
    Beh (siano o meno al corrente del discorso scommesse on line, facciano lo gnorri oppure strizzino l’occhiolino in segno d’intesa) alcuni “favoriti” accettano di farlo di buon grado e non provano nemmeno particolari rimorsi di cattiva coscienza. Quasi quasi, anzi, credono di aver fatto una buona azione (soprattutto se a loro non entra in tasca niente…che non è quasi mai il caso) nei confronti dell’amico più scarso, più povero, più sfortunato, più disperato.
    Si sbagliano, ovviamente, perché comportandosi a quel modo, al di là della supposta prova d’amicizia, hanno invece contribuito a far spennare qualche pollo del tutto ignaro della combine. Hanno cioè fatto una buona azione nei confronti dell’amico, ma hanno fregato qualcuno che nemmeno conoscono.
    Gli incontri che mi sono stati segnalati come sospetti sono parecchi, ma ovviamente non ci sono prove né rei confessi e per questo quando Etienne de Villiers ha detto a Flushing Meadows che il problema esiste, che non viene sottovalutato e che rispetto ad altri organismi sportivi il tennis è molto avanti…io gli ho risposto che finchè non beccano nessuno in flagrante e non lo cacciano a vita, non sono avanti per nulla.
    Io posso, al momento ricostruire la storia di un caso assai sospetto, sostituendo ai nomi dei protagonisti A (il favorito) e B (il probabile sconfitto). Se prima del via, in un primo turno abbastanza insignificante di un torneo ATP, ci sono già più di 500.000 euro scambiati, anziche 50.000 o 100.000, già la cosa comincia ad avere un brutto odore.
    Il giochino funziona così: chi “organizza” _ presumibilmente il team di B che ha chiesto il favore di essere battuto sì…ma non troppo e soprattutto non all’inizio _ inserisce un bel po’ scommesse su A dato favorito netto (poniamo a 1,15). Prendendo gioco lo alza fino a 1,40, bancandolo.
    Il mercato prende atto, nel senso che nota comunque un rialzo della quota.
    Poi comincia il match truccato. B parte alla grande, conquista un paio di break, ne perde uno ma vince il primo set. Non solo, ma parte alla grande anche nel secondo set, con un altro break a metà set.
    E’ qui che scatta la trappola. Infatti in quel momento, dato il punteggio, un set e un break di vantaggio per B vicino al traguardo, le quote cambiano radicalmente. E avrebbero dovuto scendere, in condizioni normali, a 1.20 per B, sennonché chi sa già il risultato finale _ in questo caso sia quelli del Team B, naturalmente, che quelli del Team nel caso si siano lasciati prendere dalla tentazione di lucrare loro stessi (al di là del piacere fatto all’amico, pensano anche a se stessi) _ continua a puntare su A cifre talmente importanti che chi regola le quote paga ancora B a 1.70, cioè un’esagerazione…E’ così che tanti pesci, attratti da quella quota ancora così favorevole nonostante il vantaggio di B, scommettono ancora soldi su B.
    E li perderanno. A furia di tutti questi rialzi, cambi di quote, da A a B etc, il giro di scommesse inevitabilmente sale a seguito di spinte “provocate” a bella posta, sacrificando un po’ di euro all’inizio ma riprendendoli con gli stra-interessi alla fine, e si così quel primo turno ha magari raggiunto 2 milioni e mezzo di euro, quando normalmente non avrebbe passato i 300.000.
    Nelle tasche di chi sono finite le vincite? Di tutti quelli che hanno scommesso su A, ma in particolare di quelli che hanno scommesso su lui anche quando il punteggio era totalmente a favore di B, “bancando” i truffati ignari. Se su un giro di 2 milioni e mezzo di euro, giocato in tutto il mondo, anche soltanto 300.000 euro fossero finiti nelle tasche di Team B e di Team A, B avrebbe risolto i suoi problemi di sussistenza nel circuito tennistico (lo stipendio del coach, i viaggi, etc) per quasi tutta una carriera, mentre anche A avrebbe arrotondato considerevolmente rispetto al semplice premio costituito dal passaggio del turno.
    Conclusione: se i giocatori sono disonesti e si innesca in tanti una mentalità fraudolenta, si può sì realizzare dal monte-scommesse su unmathc che c’è qualcosa sotto, qualcosa di poco pulito, ma di lì a provarne la responsabilità di A e di B ce ne corre.
    Insomma l’ATP, la Wta (si scommette cifre a volte esorbitanti anche sui match femminili, e guarda caso sono spesso quelli fra connazionali, cioè fra giocatrici che si conoscono bene quelli a destare più sospetti in relazione all’ammontare del giro), sanno che il problema esiste, riescono anche abbastanza facilmente a individuare i match sospetti, possono anche rendersi conto che certi nomi sono più ricorrenti di altri in questi “giochini”, e possono anche mettere quei giocatori sull’avviso dicendo loro “Stai attento, sono stati ravvisati movimenti sospetti su quel tuo incontro”, ma sanno anche che non è di facile soluzione, restano abbastanza disarmati.
    Ed è un piaga grave, purulenta, destinata ad allargarsi. Almeno fino alla prima radiazione. Ma anche se il rischio di radiazione diventasse più consistente, ad un giocatore di 29-30 anni, che gli importa?
    Fine

    FINE FINE (Ce l’avete fatta ad arrivare in fondo? Se no…è inutile che vi dica di dirlo anche a Stefano Grazia!)

  10. giorgio scrive:

    Una situazione molto meno nobile di quella raccontata da Cino Marchese, ma che può farsi portatrice di sospetti ed insinuazioni.

    La prossima settimana si gioca a Tarragona un Challenger da $50,000 +H. In questi giorni si stanno giocando le qualificazioni che vedono in gara 3 italiani (Francesco Aldi, Federico Torresi e Gianluca Naso), tutti e 3 ancora in corsa per la qualificazione al main draw. Purtroppo il sorteggio ha voluto che Aldi e Torresi debbano fronteggiarsi domani mattina nel terzo e decisivo turno. Succede, però, che Aldi è tds numero 1 delle quali, e si è già a conoscenza della rinuncia di Hanescu. Ergo, Aldi è già sicuro della qualificazione (in quanto primo Lucky Loser) e potrebbe non impegnarsi alla morte, oltretutto contro un suo connazionale. L’unica controindicazione per Aldi sarebbe la perdita dei 3 punti in palio per coloro che superano le quali (a cui non avrebbe diritto il LL).

    Cito questo episodio (non certo per insinuare sospetti sulla correttezza di Aldi) solo per ricordare una delle combine più frequenti e più acclarate nel mondo del tennis. Quelle che si verificano nell’ultimo turno delle quali, quando si è già a conoscenza di ritiri dell’ultim’ora. Non a caso, si è cercato di porre fine a questo fenomeno quantomeno negli slam, operando il sorteggio tra i migliori 4 LL.
    Perchè non estendere il sorteggio anche agli altri tornei?

    Poi può capitare come a Bangkok, dove ci sono stati più LL che qualificati, ma quella è sfiga……..anzi jella, soprattutto per gli organizzatori

  11. marcos scrive:

    e va bè…

    berlocq era la prima della sua vita sull’erba: ve la ricordate la vostra prima sull’erba? era dato a 3.70.

    bloomfield era a 1.40 ed in quel giugno/luglio 2006, vinse sull’erba anche contro baker, berrer, clarke e nielsen, lottando con dancevic e tipsarevic nei giorni precedenti l’incontro ed uscendo al secondo turno contro haas, a wimbledon, 76 al terzo. insomma, qualcosina in più! se non altro 46 partite già giocate sull’erba: mica poco!

    anzi…se ben ricordo, io giocai 3 euro proprio su bloomfield!

    e che è…stiamo a guardare gli zeri??

  12. remo scrive:

    Straordinario Marchese! E io che ho sempre pensato, da vero ingenuo, che un tennista scendesse in campo sempre e comunque con l’unico pensiero di battere l’avversario e vincere la partita. Invece Scanlon non voleva essere a Bologna e Slozil voleva andarsene a Praga il più presto possibile. Mah!

  13. Luca scrive:

    Grazie sinceramente UBS per la segnalazione; attendo impaziente l’aneddoto su IceBorg. Sembra di tornare ai tempi di Match Ball !!!

  14. Stefano Grazia scrive:

    bè, scanlon non voleva essere a Bologna perchè a Dubai l’avrebbero pagato non so quante volte di più … cioè avrebbe preso più soldi solo a partecipare a Dubai che probabilmente avincere il torneo di Bologna…Il problema era che aveva già dato l’adesione a Bologna…quando gli si è creata l’opportunità, per il ritiro di qualcuno, di andare a Dubai, ha pensato di dare buca agli organizzatori di Bologna e se icordo bene si è messo in viaggio per Dubai…Quando gli hanno prospettato la squalifica di 6 mesi (ovviamente non avrebbe potuto esibire certificato medico che lo esentasse da Bologna e poi scendere in campo a Dubai), ha dovuto far marcia indietro e arrivare a Bologna in stato semi comatoso e incavolatissimo per il mancato guadagno,l’occasione sfumata e la sfacchinata inutile… Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso anche se temo che molti di noi, incluso chi scrive, un po’ di rabbia o di frustrazione l’avrebbero provata (cioè: io avrei rispettato i miei impegni il che non mi avrebbe impedito di maledire la sfortuna del tipo: me l’avessero detto prima avrei potuto guadagnare di più etc etc etc)
    Ricordo anche un altro esempio di partite perse per scarso impegno: credo lo ricordasse qualcuno su questo blog o addirittura Fabio della Vida nella sua gradevolissima rubrica su Tennis Italiano e riguarda Il Gentleman per antonomasia, Stefan Edberg…quando era junior e già era una stella fu obbligato dalla sua Federazione a prender parte ad un torneo a squadre in Italia contro la sua volontà, non ricordo se era reduce da un altro torneo ed era stanco e il risultato fu uno 0/6 0/6 in 20′…

  15. tilden scrive:

    Dall’Equipe di oggi ; cinque italiani Starace,Bracciali,Galimberti,Di Mauro e Luzzi sotto inchiesta da parte dell’ATP per avere aperto un conto presso un sito di scommesse on line. L’informazione é stata passazta all’ATP da un associazione di Bookmaker su internet la ESSA

  16. roberto scrive:

    Torno per un momento sull’attualità. A Stoccarda questa settimana va in scena un torneo WTA di grandissimo livello, sono in gara ben 8 giocatrici fra le prime dieci, e la entry list ha chiuso al n. 32 del ranking! La cosa sorprendente è che si tratta di un torneo tier 2, che può vantare un campo di partecipazione superiore a molti tier 1…
    Evidentemente le “garanzie” di cui parlava Ubaldo riescono a guarire anche molti dei malanni che affliggono le giocatrici di vertice.
    Sono in tabellone due giocatrici italiane: Francesca Schiavone, che affronta al primo turno l’ostica israeliana Peer, e Karin Knapp, che ha superato il difficile torneo di qualificazione (tre turni ad un livello da torneo WTA di media qualità) battendo nell’ultimo match l’ucraina Olga Savchuk, intorno alla 90 posizione del ranking, con il punteggio di 61 63 in poco più di un’ora di gioco.
    Da notare che la Savchuk, (coetanea di Karin, buona atleta sul veloce) nel turno precedente aveva battuto Gisela Dulko, eccellente e avvenente tennista argentina, nota anche per essere la fiamma di Mano de Pedra Gonzales.
    Comunque, Karin ha giocato benissimo, mettendo in campo una altissima % di prime palle (quasi il 70%, da cui ha ricavato il 73% dei punti) e rispondendo molto aggressiva, con la povera ragazza ucraina che sulla seconda ha fatto solo 3 punti su 20…
    Ora nel durissimo main draw… Staremo a vedere.

  17. Tilden scrive:

    In attesa della pubblicazione della notizia che i nostri magnifici 5 : Starace, Bracciali, Luzzi, (tutto il Blue Team) , più Galimberti e Di Mauro avevano un account presso un sito di scommesse ora si capisce un po l’agitazione di Potito. Ma Rianna queste cose non le controlla?

  18. Marcello scrive:

    Off-topic:

    Fognini e Bolelli subito a casa a Tokyo, torneo orfano di Federer….se il rilancio si vede anche da questo…andiamo bene.

    Interessante articolo su Tennis Italiano di Ottobre riguardo alle superfici su cui si allenano e crescono i giocatori italici e su come la amata/odiata terra battuta purtroppo continui a farla da padrone.

    Ottima e secca la replica sibillina di Tommasi al sig.Baccini…

  19. Nikolik scrive:

    Visto la Knapp, che servizio?
    Così impari, Roberto, a dire che le nostre non sanno servire per colpa di quei maestracci che, cattivacci, non glielo insegnano… Non c’è nulla da insegnare, se una vuole e si allena, migliora.
    Comunque, il main draw non sarà proprio durissimo per la Knapp, almeno al primo turno, visto che incontrerà o un’altra qualificata, o la Bondarenko o una WC.

  20. giorgio scrive:

    Immaginavo l’intervento pro Knapp di roberto che giustamente sottolineava la difficoltà nel superare le qualificazioni di un torneo, il cui campo partenti è tranquillamente assimilabile a quello di uno slam (era iscritta anche Masha, venuta meno pochi giorni fa). Altro che TIER I…

    Basti pensare all’entry list del TIER I di Mosca della prossima settimana, che vedrà al via solo 4 tra le prime 10 al mondo (Henin, Kuznetsova, Chakvetadze, S.Williams).

    Oltre ai vari sottobanco del caso, penso che un ottimo incentivo a partecipare al “Porsche Tennis Grand Prix” di Stoccarda possa essere proprio la Porsche in palio per la vincitrice. Oltre, ovviamente, all’assegno di $92,410…

    Noto che a Stoccarda tardano a sorteggiare le qualificate, quindi mi limito ad elencare le possibili avversarie di KK al primo turno:

    -Alona Bondarenko (non in gran forma e già battuta da Karin al Roland G)
    -Julia Görges (Wc tedesca)

    ed una qualificata tra:
    -Michaelle Krajicek
    -Julia Vakulenko
    -Kateryna Bondarenko (2-0 per KK i precedenti)

    Insomma, le chance di vedere Karin al secondo turno (di un torneo così qualificato) sono grandissime. Sicuramente maggiori rispetto a quelle della Schiavone contro la Peer

  21. roberto scrive:

    Perdonami Nikolik, ma sulla Knapp arrivi un pochino tardi…
    Il mio primo intervento pro-Karin su questo blog data gennaio 2007, quando la nostra era ancora 130 al mondo e pochi sapevano chi fosse…
    Io la avevo scoperta al torneo di Palermo nel settembre dell’anno precedente, ed ero rimasto molto impressionato vedendola, a tratti, prendere a pallate la Medina Garrigues, e scrissi che in prospettiva aveva i mezzi per diventare una top10. Non ricordo una giocatrice italiana con la sua forza fisica, con colpi così violenti e in grado di muoversi così bene, nonostante la mole.
    E poi, Nikolik, non sono per nulla d’accordo con la tua frase “sul servizio non c’è nulla da insegnare, se uno si allena, migliora”…

    Non è cosi, Nikolik. Stiamo prlando di atleti di vertice mondiale, non si finisce mai di perfezionarsi.
    Karin, ad esempio, ha un servizio estremamente potente (spesso anche sopra i 190 km/h), ma è ancora molto limitata negli effetti e nelle traiettorie. Serve benissimo piatto, e abbastanza bene slice in fuori da destra, ma non sa fare il kick, e questo le fa prendere moltissimi rischi sulla seconda palla, che non è abbastanza “lavorata”, e spesso lei, per non farsi attaccare, è costretta a rischiarla troppo, con il risultato che quando è sotto pressione fa un mare di doppi falli.
    Come molte altre componenti del gioco, il servizio in kick è un gesto insegnabile con discreta facilità ad atleti piccolini, diciamo fino ai 16-18 anni, mentre diventa più complicato da imparare dopo i 20. Sanguinetti, ad esempio, nonostante tutti gli sforzi compiuti con Pistolesi, non lo ha mai imparato in modo soddisfacente, e anche Seppi ha grosse difficoltà, mentre al contrario Starace lo sa giocare benissimo, è anzi il colpo base del suo gioco. Il servizio in kick è diventato un’arma fondamentale nel gioco moderno: consente di migliorare la 2a di servizio e di rendere più efficace la prima, perché permette di prendere di sorpresa l’avversario variando le traiettorie e gli effetti, mentre se si serve solo piatto, prima o poi ti prendono le misure. Il fatto che c’entri moltissimo la formazione è dimostrato dal fatto che i giocatori di alcune “scuole” tennistiche servono il kick meglio di altri. Gli spagnoli servono tutti benissimo il kick, e lo stesso dicasi per gli americani, mentre i russi lo usano meno volentieri (con l’eccezione di Andreev, che però è un prodotto di scuola spagnola).
    Altroché se c’è da insegnare, sul servizio, Nikolik. E prima si comincia, meglio è.

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