Bolelli e le occasioni perdute.
L’azzurro è un vincente?

 
5 Agosto 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Analizziamo gli ultimi mesi dell’azzurro. A prima vista, sembra che il talentuoso bolognese manchi di grinta nei momenti decisivi, ma i numeri dicono il contrario. E voi che ne pensate?

Non c’è niente da fare. Il 22enne bolognese è il tennista azzurro che fa più sognare i tifosi italiani. Se ne è avuta una prova evidente lo scorso maggio al Foro Italico, dove il pubblico romano ha calorosamente mostrato di gradire il gioco potente, esplosivo e spettacolare del ragazzo di Budrio. Simone ha scaldato i cuori degli appassionati capitolini, da lungo tempo orfani di un beniamino che fosse anche bello da vedere. Sia sul centralino, durante il match di secondo turno contro il francese Simon, sia sul centrale, nella partita di ottavi giocata contro Andy Roddick, c’era una bellissima atmosfera, con striscioni, canti, applausi ritmati. Insomma, Bolelli è giocatore che si tifa volentieri. Conquista l’apprezzamento non solo degli ultranazionalisti, ma anche degli esteti, di quelli che amano il bel gioco. “Finalmente un italiano che serve bene, e che comanda il gioco, non subisce” “Eh, ma che diritto che ha, questo ragazzo, quando spinge fa paura” si sentiva dire sfollando dal centrale, anche dopo la sconfitta con il bombardiere americano.
Sembrava, in quei giorni, che Bolelli potesse in breve arrivare al n. 1 d’Italia.

Invece per ora la crescita di Simone sembra essersi un po’ fermata, dopo la splendida stagione sulla terra europea. Da un paio di mesi, ormai, nonostante il ragazzo abbia prodotto altre buone prestazioni, la classifica è sempre la stessa, appena dentro i primi 50 del mondo.

I critici sottolineano le tante buone occasioni che Simone ha avuto in questa stagione: dal match con Davydenko nel secondo turno di Miami, dove è andato vicinissimo a vincere in due set. Alla sconfitta contro Roddick a Roma, dove per un pelo (e un po’ di sfortuna) non si è aggiudicato il tie break del primo set, a lungo condotto. Alla partita persa in tre lottatissimi set dal francese Llodra (non certo uno specialista della terra) nel terzo turno del Roland Garros. E per finire, alla recente sconfitta nel secondo turno del Masters Series di Cincinnati, quando Simone, pur facendo tremare Djokovic, non è riuscito a portare a casa il match, fallendo molte opportunità.

Ed ecco che viene così imputata al bolognese la scarsa personalità, la mancanza di freddezza nei momenti decisivi, la mancanza di grinta e di voglia di lottare, la solita italianite, e via generalizzando e stereotipando.

In realtà, i numeri dicono altro. Se si vanno a guardare le statistiche ufficiali stagionali dell’Atp, ci si accorge che Bolelli ha un record molto positivo nei tie-break (21 vinti e 11 persi) e che è il quarto giocatore del mondo nella % di palle break annullate (68%). Difficile dire che sia uno che gioca male i punti importanti…

Al contrario, le statistiche mostrano con chiarezza che il problema di Simone è di natura tecnica, non certo mentale: la verità è che Bolelli deve ancora migliorare parecchio la risposta, suo tradizionale tallone d’achille, una fase di gioco dove si aggiudica solo il 34% dei punti, con una percentuale di palle break convertite del 36%. Insomma, non è che manca le palle break perché gli trema il braccio, le manca perché fa ancora fatica a rispondere e a giocare i punti in difesa. E’ qui che bisogna continuare a lavorare, come si sta del resto facendo.

Va riconosciuto infatti che il ragazzo ha compiuto grandi miglioramenti rispetto allo scorso anno, anche in questo fondamentale. Solo pochi mesi fa Simone aveva problemi a rispondere anche ai giocatori da challenger, figuriamoci fare il break a Djokovic.

In più, va rammentato che a causa dei tanti infortuni subiti, il bolognese è arrivato un po’ tardi nel circuito maggiore, e che tennisticamente è quasi due anni più  giovane dei 22 che gli assegna l’anagrafe. Questo è il suo primo vero anno di attività a livello esclusivamente Atp. E’ del tutto normale che un tennista sia più teso quando si trova in una situazione per lui nuova e sconosciuta, e sa che sta per cogliere un grande risultato. La tensione assorbe molte energie nervose, e si ripercuote sul livello di gioco.
Presto Bolelli avrà fatto l’abitudine a vivere quelle situazioni, a sfidare la folla dei centre courts, e riuscirà a battere il suo primo top ten, guadagnando ancora più fiducia

Il bolognese ha già mostrato, più  volte, di potersela giocare alla pari con i più forti, su tutte le superfici, esprimendo un gioco bello da vedere e altamente spettacolare.

Quanti italiani, negli ultimi 15-20 anni, ci hanno fatto vedere, nello scambio, il senso di dominio, di comando, che Simone ci ha già fatto provare?

Quanti italiani sono riusciti a spedire 3 metri fuori dal campo, a difendere con le unghie il 15, giocatori del calibro di Djokovic, Davydenko, Gonzales e Roddick? E sì, perché contro il gioco potente di Simone, tutti gli avversari, anche i più blasonati, finiscono per perdere campo, e si ritrovano a colpire dalle parti dei giudici di linea…

Aspettiamo con fiducia il bolognese, evitiamo di appiccicargli etichette stereotipate e fuori luogo, basate sulla nostra memoria storica di tifosi perdenti.

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62 Commenti a “Bolelli e le occasioni perdute.
L’azzurro è un vincente?”

  1. Nikolik scrive:

    Ma, Roberto, ormai, quest’anno, ci sono più solo due mesi di gioco.
    Quindi, la risposta alle tue domande si potrà avere nel 2009.
    Attendo buone notizie sulla sua preparazione fisica autunnale, che per lui è indispensabile, più che per chiunque altro.
    Chi sa come lavorerà e su cosa, lo dica.
    Lì c’è la risposta.

  2. pibla scrive:

    Caro Roberto, come sempre concordo su tutto con te, eppure………eppure già da tempo, ma in modo sempre più crescente in questi ultimi giorni c’è un pensiero fastidioso che mi frulla in testa e che purtroppo sta diventando sempre più una certezza; temo che nel power tennis di oggi, con i materiali, le superfici e le velocità di gioco di oggi e con l’estrema importanza che hanno ormai assunto i colpi di inizio gioco (servizio e risposta), chi continua a giocare con il rovescio ad una mano parta con uno svantaggio quasi incolmabile rispetto a chi invece (per la verità ormai quasi tutti) gioca a due mani.
    Non dico sulla singola partita, perché quando si è in giornata di grazia (o in quella settimana super in cui si può battere tutti) si vince alla grande anche con il colpo ad una mano, ma sul lungo periodo e sulla continuità dei risultati ormai chi gioca ad una mano temo sia destinato a soccombere (non può infatti essere un caso che praticamente tutti i giocatori ad una mano siano tra i giocatori più discontinui del circuito, Gasquet, Youhzny, Kohlschriber, gli stessi Gonzalez e Federer ormai) e temo che questo possa influenzare alla grande la carriera di Simone, mentre infatti un tennista come Federer ormai più o meno ha vinto quello che doveva vincere e questa cosa del colpo bimane lo può al limite danneggiare solo nel finale di carriera (ed infatti lo sta penalizzando alla grande, sia nei confronti di Nadal ma anche rispetto a Djokovic), un giocatore tennisticamente giovane come Simone rischia di rimanere fortemente penalizzato da questa che mi sembra un’inevitabile evoluzione del gioco del tennis.
    Lo stesso Bertolucci l’altra sera affermava come ormai il colpo bimane (ovviamente con la variante del back ad una mano, non sto nemmeno a dirlo) porti tanti e tali vantaggi, sopratutto in risposta, rispetto al colpo ad una mano, che non se ne può più ragionevolmente fare a meno, questa mi sembra ormai l’evoluzione definitiva di questi ultimissimi anni, chiaramente spero di sbagliare, ma ormai questo pensiero insistente è per me divenuto praticamente una certezza…. e su questo temo che per un giocatore come Simone non ci sia rimedio.

  3. GIANNI OCLEPPO scrive:

    Bolelli nella mia opinione può diventare un top ten ma soltanto se migliora negli spostamenti e nella risposta sopratutto di rovescio con il servizio a corpo.

  4. alex scrive:

    concordo 100×100 con Commentucci….
    aspettiamolo ancora un po’ questo ragazzo perche’ mi pare l’unico italiano capece di farci vivere delle partite di alto livello a testa alta…
    almeno finche’ non ne avremo di migliori…

  5. Roberto Commentucci scrive:

    Caro pibla, il tema che tu poni, con il consueto garbo, è molto interessante. Credo però che non si possa fare un’equazione generale del tipo rovescio bimane=costanza di rendimento, rovescio a una mano=incostanza.
    Tra i bimani ci sono giocatori talentuosissimi e superdiscontinui (Safin, Gulbis, lo stesso Murray). In passato basta pensare a Mecir, o Gene Mayer, che era quadrumane. Mentre fra i giocatori con rovescio a una mano ci sono stati, e ci sono, tennisti che della continuità fanno il loro punto di forza (pensa a Wawrinka, a ma anche all’Almagro di questa stagione, prima che si infortunasse). Lo stesso blake, quando è assistito dalla miglior forma, non è particolarmente penalizzato dal suo rovescio in risposta o nella solidità di gioco…Anzi!

    Senza contare che nel recente passato abbiamo avuto gente come Albert Costa, Gaudio, Kuerten che hanno vinto Slam giocando con una sola mano.

    Non è il rovescio ad una mano il problema di Simone, in risposta, credimi pibla. E’ la reattività e la velocità di gambe, su cui deve ancora lavorare. E se da piccolo lo avessero impostato bimane, uno con la sua forza nel polso, avrebbero commesso un delitto, perché lo avrebbero reso ancora più vulnerabile in difesa.

    Sul discorso generale, quando parli dell’evoluzione del gioco verso il rovescio a una mano, hai ragione, è un dato statisticamente incontrovertibile, basta vedere nella classifica di 10 anni fa quanti erano i giocatori top 100 con rovescio tradizinale e quanti sono oggi.

  6. flexible scrive:

    interessante pibla,
    non ci avevo mai pensato, aggiungo come prima reazione che le migliori risposte che ricordi erano (le golden) di connors, di agassi, cioè bimani e scendendo di livello il discorso non cambia. Però sono anche convinto che le cose si mischiano e ciò che oggi è il punto debole domani può essere il punto forte, magari tra cinque anni in un mondo bum bum chi ha variazioni sarà avantaggiato.
    Il problema della specie dominante di bimani (mi sia concesso un vezzo, io gioco a due mani da dietro la linea di fondo e a una mano quando attacco e sono dentro il campo, sono sicuro che tra qualche anno ci sarà qualcuno, però bravo, che in questa maniera riuscirà a prendere i vantaggi del bimani e anche quello del monomano) secondo me è più profondo.
    Facendo iniziare i bimbi sempre più presto è chiaro che il supporto bimani diventa dominante ma quello che è più pericoloso è che i bimani bum bum di dodici anni saranno superavantaggiati sui coetani ad una mano e magari attaccanti che giocando di forza e non di leva hanno bisogno di più “tempo” per essere competitivi. La domanda che si pone a questo punto però è tra un quattordicenne vincente (bimani) e uno che perde (a una mano) essendo i budget immagino limitati su chi si investe?
    la risposta a questa domanda secondo me è la realtà tennistica atp.
    a parziale supporto di questo ragionamento se guardiamo i record di precocità tranne illustri valori assoluti (becker, Sampras) i bimani stravincono (borg, chang, wilander, connors, Nadal, ecc.) in fondo da ragazzo Federer da hewitt le pigliava quasi sempre.

  7. pibla scrive:

    E’ vero quello che dici riguardo alla risposta di Simone, il problema di base è quello della reattività e della velocità di gambe, me lo avevi già detto ed infatti è vero, il mio però è un discorso più generale, che certo riguarda anche la risposta, ma anche la fase del palleggio da fondo ed ancora di più il succedersi delle varie partite durante l’annata.
    Tu mi dici esattamente quello che mi sarei voluto sentir dire ed ovviamente spero con tutto il cuore tu abbia ragione, eppure io ormai mi sono fatto persuaso del contrario Roberto, per me ormai chi gioca il rovescio ad una mano parte con l’handicap rispetto a chi gioca a due e questo, come già detto, non vale sulla singola partita ma vale alla lunga sulla globalità delle prestazioni e delle partite e quindi poi sulla classifica. In quanto a Gaudio Kuerten e Costa, a parte il fatto che hanno vinto quasi solo sulla terra, il che quindi rafforza la mia idea perché sulla terra c’è più tempo e spazio per un’apertura più ampia ed un movimento meno compatto di quello a due mani, per il resto non li prendo nemmeno in considerazione perché quello a cui io mi riferivo e mi riferisco, ed è questo l’aspetto più importante e su cui ti invito a riflettere del mio ragionamento, è la definitiva evoluzione del gioco degli ultimissimi anni ed in quanto all’ottimo esempio di Wawrinka, io lo svizzero a Roma l’ho studiato con grande attenzione ed ho notato come il suo splendido e mortifero rovescio ad una mano giunga al termine di una accuratissima preparazione del movimento che solo i tempi della terra gli consentono in quella misura ed infatti il suo colpo non risulta assolutamente altrettanto efficace sulle altre superfici, semplicemente perché non ce la fa a prepararlo con la stessa disinvoltura, discorso simile vale per Almagro, il qual sul veloce si avvale comunque della buona potenza del suo servizio; forse si può dire che lo svantaggio del rovescio ad una mano lo si sente meno sulla terra, ma sulle superfici veloci trovo che ormai non ci sia più confronto tra i due colpi.
    Che dire Roberto, solo il tempo ci dirà come stanno realmente le cose e se questa caratteristica potrà davvero influire sulla carriera di Simone, io spero di no e spero realmente che tu, anche più in generale, abbia ragione, comunque speriamo tra qualche anno di avere occasione di riparlarne.
    Un salutone.

  8. bob scrive:

    il suo piu’ grande limite mi sembra ancora la mobilita’. Credo che questo influenzi i suoi problemi in risposta molto piu’ del rovescio a una mano.

  9. paolo rogora scrive:

    concordo con Commentucci che Bolelli tennisticamente parland è come se avesse 20 anni e non 22.
    Quest’anno è il suo primo vero anno di ATP dove a preso parte a tutti grandi tornei del mondo.
    Vero devo migliorare mobilità in generale e risposta al servizio però io nella sua ultima partita con Djokovic ho visto dei miglioramenti.
    Certo il serbo non era in forma però Simone li ha creato non pochi problemi. Penso e spero che Bolelli si convinca pienamente dei sui mezzi.
    A mio avviso è l’unico italiano che può scaldare i cuori di tanti tifosi e può anche essere apprezzato all’estero.
    Non credo sarà apprezzato solo dagli italiano x puro spirito nazionale.
    Bole ha qualcosa in più e ha un tennis spettacolare quando gioca al meglio e ha ancora tanti margini di miglioramenti.
    Spero che in questo finale di stagione già agli US OPEN ci dimostri tutto il suo talento e raggiunga finalmente dei traguardi importanti.

  10. Roberto Commentucci scrive:

    Vedo che la capacità di Simone di “scaldare i cuori” è una espressione che ha colpitoi nostri blogger. Per onestà, devo dire che non è una mia creazione originale.

    E’ stato Michele Fimiani, nella conferenza stampa di Bolelli, al Foro, dopo il match con il francese Simon, a dire a Bolelli: “Simone, il pubblico è stato un po’ freddino finora, poi sei arrivato tu, e hai scaldato i cuori…”, strappando un gran sorriso, con un filo di imbarazzo, all’azzurro.

    Frase azzeccatissima.

  11. 007 scrive:

    Simone fa sperare perchè quando comanda il gioco può chiudere con il dritto a qualunque livello anche altissimo.Come si dice in gergo la palla gli scorre e come. E’ per questo che vince molti ty e che difende molte palle break. Il problema diventa ancora dolente quando si difende sia con il rovescio in palleggio che in risposta al servizio. In risposta si posiziona troppo dietro e quando si difende perde troppo campo,,,,,,,,,dovrebbe …….provare ad impattare più avanti ed allora avremo un giocatore giocatore,

  12. Raffio scrive:

    Concordo su tutto quanto è stato detto finora sui miglioramenti tecnici che deve fare il Bole. Però ha una palla da top players, e se non avrà degli infortuni potrà veramente arrivare…A me tennisticamente ricorda molto Wawrinka, anche se forse lo svizzero nel rovescio è più forte. Speriamo possa fare addirittura meglio !
    Quanto al discorso posto da pibla, ricordo solo che quasi tutti i più vincenti e talenuosi tennisti della storia avevano il rovescio ad una mano : Sampras,Federer,Lendl,McEnroe,Laver,Roche,Emerson,Edberg,Becker citando i primi che mi vengono in mente….Provate a sommare statisticamente tutti gli slam vinti dai campionissimi che avevan il rovescio monomane e confrontateli con quelli dei campionissimi che avevan il rovescio bimane poi mi dite chi vince…

  13. lorenzo2 scrive:

    Io proprio non iv capisco. Lo dirò finchè campo: Bolelli vale Bracciali di due anni fa.. Illusi voi a perdere tempo!!! Ma lasciatelo perdere. Perdente per perdente parliamo di Safin che perde uguale ma a tennis gioca 10 volte meglio!
    A proposito, durante l’aussie open ho scommesso Muttay numero 4 del mondo entro fine anno… comincio a pregustare il sapore della vittoria…

  14. Emiliano Faeti scrive:

    A me Bolelli piace molto, secondo me vale almeno i primi 20 del mondo. I critici ricorderanno pure le sconfitte sciagurate contro Davydenko a Miami e Djokovic a Cincinnati ma io vorrei ricordare che a Dubrovnik in Coppa Davis a preso a pallate un certo Karlovic… tanto per fare un esempio. Sul dritto e sul servizio nulla da dire, sul rovescio ha già fatto grandi progressi e può ancora migliorare, sugli spostamenti sicu. D’accordo con Roberto Lombardi quando in telecronaca nel match con Djokovic, sosteneva che Bolelli a volte lasciava troppe palle e non tentava recuperi difficili. Ok, nessuno ha le gambe di Nadal ma tante volte buttare una palla in più dall’altra parte della rete, vuol dire far giocare un colpo in più al tuo avversario e a volte egli può anche sbagliare un colpo facile e magari ti porti a casa un punto importante. Gaudenzi e Furlan erano secondo me meno dotati di Bolelli e sono entrati nei 20. Simone ce la può fare perchè oltre ad avere un bel parco colpi gioca bene su tutte le superfici

  15. Luka scrive:

    “Sintetizzando” i migliori giocatori italiani dagli anni ‘90 in poi:

    Canè’: Buona tecnica, grinta ed imprevidibilità, poca tattica e testa, discontinuo. Pagò anche a mio avviso l’impostazione terrariola come da italica tradizione che limitò il suo estro.

    Camporese: Il migliore dal punto di vista tecnico del “dopo Panatta”, dritto frai i migliori dell’epoca, gran servizio. Condizione atletica precaria, scarsa mobilità, stesso problema di Canè (giocatore da veloce che si ostinava a giocare più sulla terra) spirito di sacrificio latente…

    Gaudenzi: Grande condizione atletica, grinta da vendere e volontà di fare bene, buona concezione tattica, dignitoso anche sul veloce ma tecnica mediocre.

    Furlan : un terrariolo stile spagnolo, buon rovescio ad una mano, grande serietà ed umiltà, uno specialista del rosso, limitato tecnicamente ma che voleva migliorarsi in tutte le superfici, in pratica quello che dovrebe essere Volandri e che (temo) non sarà mai.

    Bolelli? intanto rispetto agli altri “sta esplodendo” prima anagraficamente e questo è un gran bene, non credo abbia queste così spiccate doti tecniche
    da garantirgli “de iure” l’accesso ai top 10, il rovescio di Wawrinka se lo sogna… io cambierei anche coach, potenzialmente può darci soddisfazioni ma potrebbe anche rivelarsi un “incompiuto” e non è escluso che sia invece l’onesto e diligente Seppi a tenere alta (si fa’ per dire) la bandiera del tennis maschile nostrano nei prossimi anni…

  16. anto scrive:

    Carissimo Roberto, interessante il tuo editoriale ma secondo me incompleto, in quanto sbadatamente ovolutamente hai tralasciato il discorso sulla guida tecnica dell’azzurro. E se il vero problema fosse il tecnico romano Pistolesi? Strano da parte tua non sviluppare questo discorso. Ho visto come lavora Piatti che attualmente sta seguendo Ljubicic e che presta la sua supervisone anche al progetto “Fognini”. E se un tecnico come Piatti prendesse Bolelli, cosa potrebbe succedere, lo porterebbe nei top 15………..non dimentichiamoci tutte le polemiche che si sono succedute tra Pistolesi la fit ed una parte della stampa, ricordiamoci come Piatti da signore qual’è ha lasciato il suo incarico presso la Fit in punta di piedi. Mi piacerebbe carissimo Roberto che tu esprimessi un tuo pensiero su questo. ad onor del vero, in passato lo hai già fatto, però una tua considerazione alla luce del fatto che gli Us Open potranno dire se Bolelli ha la possibilità di chiudere la stagione top 25 oppure no. Un saluto

  17. Giorgio5 scrive:

    Per me Bolelli è u buon giocatore, però quando ha la possibilità di battere un top ten non ci riesce gioca molto bene ma alla fine perde come contro Djokovic, poi diciamo ha avuto dei tabelloni poco favorevoli, incontrando numerosi top ten, ha ancora tempo per migliorare, ma non troppo.

  18. anto scrive:

    @Lorenzo2 - Bolelli vale Bracciali di due anni fa.. Illusi voi a perdere tempo!!! Ma lasciatelo ——— Ma come si fà ad affermare delle sciocchezze del genere. Il bolognese è di tre livelli sopra l’aretino………dovremmo lasciare perdere i tuoi commenti…………di tennis ne sai poco……..

  19. Roberto Commentucci scrive:

    Rispondo ad anto, su una questione spinosa, quella della guida tecnica.

    Caro anto, io non sono in grado di valutare la qualità del lavoro di Pistolesi. Non ho la possibilità di assistere agli allenamenti di Bolelli, non conosco le metodologie di lavoro che segue, né sul piano tecnico, né su quello fisico.

    Quindi non sono in grado di esprimere un giudizio, e tantomeno sono in grado di fare comparazioni come quelle che fai tu, del tipo:
    “Ah, se lo prendesse Piatti, porterebbe Simone nei primi 15″…

    Da fuori, sicuramente si possono analizzare i fatti. E i fatti sono questi:
    quando Bolelli ha iniziato a lavorare con Pistolesi, lasciando il suo precedente maestro Ronzoni, nel gennaio del 2006, era il n. 250 del mondo. Da allora ha guadagnato oltre 200 posizioni, passando dal circuito challenger agli Slam e ai Masters Series, e mostrando una costante crescita su vari piani:

    tecnica: ha migliorato la % di prime in campo e la solidità della seconda di servizio. Ha reso più incisivo e sicuro il suo rovescio, costruendo anche una valida variante in back. (Deve migliorare la frequenza e la sicurezza della traiettoria in lungolinea). Ha preso confidenza con la palla corta (anche se la deve tentare più spesso, specie sulla terra). Ha migliorato molto la tecnica di risposta sulla seconda avversaria, imparando sia ad anticipare con il rovescio piatto, sia ad aspettare fuori campo per rispondere con un diritto profondo e carico di rotazione. Deve migliorare ancora parecchio nella risposta contro la prima palla.

    tattica: ha imparato a giocare più ordinato, limitando i rischi estemporanei e seguendo un piano tattico preciso (ricerca costante del diritto pesante a incrociare per aprirsi il campo e poi accelerare con lo sventaglio o con la traiettoria in lungolinea). A questo ha aggiunto alcune importanti variazioni (back di rovescio, palla corta, discesa a rete) anche se per ora le usa un po’ troppo poco.

    fisica: negli ultimi 7-8 mesi, in particolare, Simone è migliorato tantissimo fisicamente, sia nella mobilità, sia nella reattività in risposta. E’ l’aspetto su cui c’è ancora il maggiore margine di miglioramento, ma i progressi fatti nel 2008 sono davvero incoraggianti.

    E tutto questo, nonostante un brutto infortunio agli addominali che lo scorso anno gli impedì di giocare da Wimbledon all’US Open.

    Insomma, a me pare che i suoi meriti Pistolesi li abbia.

    Tra l’altro, il coach romano è sempre stato un eccellente motivatore, e anche i suoi precedenti assistiti sono riusciti a dare in campo il meglio di loro. (basti pensare al Sanguinetti che fa il best ranking a 35 anni o alla ex moglie Smashnova, che sfiora le top 10 del ranking Wta, pur non avendo mezzi tecnici eccelsi).

    Ovviamente, si potrà sempre ribattere, come qualcuno fa, che Bolelli è talmente forte che sarebbe arrivato comunque dove è adesso, con qualunque allenatore, ma mi pare un discorso, oltre che dubbio, fondato sul nulla.

    In conclusione, non credo di poter dare un giudizio tecnico definitivo su Pistolesi. A me pare comunque che i risultati, e i fatti, siano dalla sua.

    Semmai, si potrebbe discutere sulla sua capacità di rapportarsi con i media, e in genere di tutelare la sua immagine, ma quello è un discorso extra tecnico.

    Un saluto.

  20. anto scrive:

    Grazie Roberto, gentile come sempre.

  21. lorenzo2 scrive:

    di tennis ne so così poco che se non mi boicottavano il fantatennis a wimbledon lo vincevo io al primo tentativo. Il problema, tuo e non solo in Italia è che tifate! e chi tifa non può essere per nulla obiettivo. Quindi cosa fate, passate agli attacchi personali. Ti auguro di capire di tennis un decimo di quanto ne capisco io. Comunque ribadisco il mio invito. Non fatevi il sangue amaro con Bolelli, vi porterà solo delusioni. Qualcuno portava ad esempio Bolelli in Davis contro Karlovic. Ad avvalorare la mia tesi dico. Anche Bracciali a Wimbledon ha battuto un Karlovic che lo aveva sommerso di ace… Mi sbaglierò.. Menomale che c’è chi ne capisce più di me di tennis…

  22. lorenzo2 scrive:

    Scusate la sintassi che nella foga ha lasciato un pò a desiderare…

  23. Raffio scrive:

    @lorenzo2
    Non sono d’accordo sul paragone tra Bolelli e Bracciali. Il bolognese è più solido da fondo e più competitivo sulla terra, oltre ad essere almeno alla pari con l’aretino sulle altre superfici in quanto a talento. Per non parlare della testa poi…C’è da dire, è vero, che Braccio è stato limitato nella sua carriera da 2000 infortuni,più di Simone, e quelli nessuno li mette mai in conto…

    E per rispondere a Luka, personalmente considero Gaudenzi il miglior giocatore italico post-Panatta, a 21 anni era già n°18 del mondo e non è vero che era competitivo solo sulla terra, nonostante quella fosse la sua superficie migliore. Voglio però ricordare a tutti che nei suoi momenti migliori si è rotto tre volte i legamenti della spalla destra ed ha subito almeno altrettante operazioni, dovendo spesso restare fermo per lunghi periodi di recupero….Per poi ricominciare tutto daccapo. Vi pare poco?

  24. enzo cherici scrive:

    A volte la sintassi è l’ultimo dei problemi….

  25. Roberto Commentucci scrive:

    Caro lorenzo2, io sono molto tifoso degli italiani, l’ho sempre detto, senza alcuna difficoltà. Tuttavia, con fatica, mi sforzo di essere obiettivo.

    E un buon metodo per essere obiettivi è quello di separare i fatti dalle opinioni. Vediamo quali sono i fatti.
    Bracciali è nato il 10 gennaio del 1978. E’ arrivato nei primi 100 a 27 anni e mezzo, nell’agosto del 2005. Ci è rimasto, nei 100, per meno di due anni, fino all’aprile del 2007 (per il brutto infortunio alla spalla, dal quale non si è ancora ripreso).
    Ha avuto un best rank di n. 49 Atp nel maggio del 2006, ed è rimasto nei primi 50 per una sola settimana nella sua carriera.
    I fatti dicono che Bracciali è stato purtroppo una meteora.

    Limiti fisici, scarsa motivazione al lavoro atletico, poca cultura del lavoro (cosa che aumenta la probabilità di infortunarsi) fin da ragazzino, molta fragilità agonistica, molto provincialismo, poca voglia di viaggiare per giocare sul veloce se non nella seconda parte della sua carriera, un tennis spettacolare ma fatto di colpi sempre al limite del rischio.

    Bolelli è entrato nei 100 a 21 anni, nell’aprile del 2007. E’ entrato nei primi 50 un anno dopo, il 12 maggio di quest’anno, e ci starà per almeno altri due mesi non avendo praticamente punti da difendere per un bel po’.
    Ha un best rank di 46 atp.

    I fatti dicono che Bolelli, se si ritirasse domani, avrebbe già lasciato nella storia del tennis un segno maggiore di quello di Bracciali.

    Ma il bolognese, come sappiamo, ha dalla sua ancora molti anni di carriera, una maggiore solidità tecnica e soprattutto caratteriale. Oltre ad una più forte motivazione.

    Piuttosto, io penso che se Bracciali recuperasse una buona condizione, potrebbe essere il doppista specialista che manca alla nostra squadra di Davis. E in coppia con Bolelli potrebbe fare molto bene.

  26. alex scrive:

    lorenzo2 forse il tuo poblema e’ prorpio che non ‘tifi’..nel senso che sembri appartenere alle , ormai spero in estinzione, stirpe dei tommasi e clerici vari che non appena un tennista italiano si affaccia nel tennis che conta non fanno altro che ‘decantarne’ difetti e limiti….

  27. anto scrive:

    Un mio amico ha avuto la (s)fortuna di vedere Bracciali ultimamente in un Open e mi ha detto che è una cosa penosissima da guardare. Attualmennte è numero 1006 e difiicilmente rientrerà nei top 150.

  28. lorenzo2 scrive:

    Si, ho capito, era iperbolico il ragionamento. Apprezzo molto la battuta di Enzo Cherici, decisamente cattiva, pungente, colpito ma NON affondato.
    Il concetto è che secondo me sarà il nuovo Bracciali con la differenza che è venuto fuori un pò prima. Il punto è che si brucerà pure prima. I margini di miglioramento sono evidenti ma secondo me non sono sorretti dalla testa, sua e del suo allenatore. Le scelte sono certo migliori di quelle dei vari Volandri e Starace che preferiscono il challenger di Busto Arsizio ad un torneo sul cemento americano (e questo rimarrà il loro limite a vita). Bolelli invece secondo me, col suo clan, commette l’errore opposto, quello di credere di essere un unto dal signore, manca di umiltà, e per questo non emergerà. Il tratto di italianità tipico di Bolelli è il fallire la prova del nove che ormai è una costante per tutti gli azzurri.
    La sola cosa che non capisco è come abbia fatto la Smashnova a entrare nelle prime dieci. Se non ricordo male era l’israeliana più spagnola del mondo, non aveva grandi colpi ma correva moltissimo (qua potrei sbagliare perchè la ho vista poco ma sono abbastanza sicuro), il suo allenatore era quello che era… Proprio non me ne capacito..
    Comunque vi sfido tutti ai pronostici per il torneo Olimpico e decretermo chi ne capisce di più di tennis… A presto.

  29. anto scrive:

    Se Schuttler a 32 anni è arrivato in semi a Wimbledon, è impossibile che Bolelli non riesca a fare un qualche risultato eclatante? Bolelli a talento, è un figlio della provincia italiana e non credo che qualche topina in più e qualche $ sul c/c possa stravolgergli la vita. Di solito i ns prodi maturano abbastanza tardi, lasciamogli ancora un pò di tempo e se fra tre anni sarà ancora top 50. forse potremmo dire che ha deluso le attese. Invece io ho un enorme stima di fabio Fognini, giocatore poco pubblicizzato ma molto concreto, chissà che un domani questo duo non porti un pò di luce nel ns tennis italico.

  30. Roberto Commentucci scrive:

    Per la cronaca Anna Smashnova vanta un best ranking di n. 15 del mondo, raggiunto nel 2003, sotto la guida tecnica di Pistolesi, che è stato anche suo marito.

    In quel risultato c’era molto mental (grande convinzione e capacità di concentrazione), molto fisico (Anna era velocissima e molto resistente) e anche un po’ di tecnica (l’israeliana aveva un buonissimo rovescio in top spin a una mano, con cui non sbagliava praticamente mai).

    Tuttavia i migliori risultati li ha colti proprio quando era allenata da Pistolesi, che la prese quando era intorno alla 40a posizione e nessuno pensava che potesse fare meglio.

  31. lorenzo2 scrive:

    Sì, appunto, è quello che stavo dicendo implicitamente. Considerando io Pistolesi un superbo, uno sbruffone, un venditore di fumo, insomma fate un pò voi… mi chiedevo come fosse possibile che la smashnova fose riuscita a fare così bene sotto Pistolesi. La risposta forse me la hai proprio data… LA CONVINZIONE. In quello Pistolesi deve essere bravo, deve essere un ottimo motivatore, e per questo lei deve avere fatto il salto di qualità. Però converrete con me che questo è l’opposto che serve a Bolelli. Secondo me lui sa già di essere forte, dovrebbe diventare più umile… E’ per questo che sono scettico su Pistolesi.

  32. Fabio P. scrive:

    In questo sport serve essere atleti veri, avere una grande attitudine al sacrificio e la testa giusta.
    Spero di sbagliare, ma non vedo nessuna di queste qualità in Bolelli.

  33. Eddy scrive:

    @ luka: ottima la tua analisi ma hai dimenticato Nargiso che a 18 anni era già n. 67 del mondo (se non ricordo male) raro esempio di italiano che è maturato troppo presto e non ha saputo confermarsi.
    peccato perchè talento ne aveva eccome.

  34. fabio scrive:

    Concordo pienamente con lorenzo2. Non faccio paragoni ma penso, solo, che Bolelli potrà fare solo qualche buon risultato, magari arrivare anche nei top 20 ma uscirne subito. Poi i primi a non credere in lui sono quelli che lo considerano un astro nascente: dire (come è scritto nell’articolo) che “ha fatto una stagione splendida sulla terra europea”, a mio giudizio, è un azzardo: ricordo solo una finale a Monaco e poi tutti 2 o 3 turni. Se per voi sono risultati eclatanti non eccepisco, per me, sono l’esempio di quello che può fare questo tennista.

  35. leonardo scrive:

    Secondo me nel rispondere a Lorenzo siete stati un po’ duri con Bracciali. Con tutti i suoi limiti aveva una qualità di gioco sull’erba, la superficie del vero tennis, che per Bolelli sarà ineguagliabile

  36. guascone scrive:

    Sono veramente stupito che si parli di Simone in termin i di umiltà che non avrebbe, lo seguo attentamente da tre anni, il suo comportamento in campo è sempre stato esemplare, mai gesti di protagonismo nemmeno in caso di vittoria, la sua gioia è sempre misurata e mai offensiva per il suo avversario appena battuto, frequentando spesso i tornei ci tengo a dire che il pubblico da gradinata apprezza tantissimo questo suo modo di essere - mi risulta che lavori molto e molto bene, lo staff che lo segue è di ottimo livello, le figure indispensabili sono tutte presenti, oltre a Claudio c’è un preparatore atletico ed uno pasicologo, ho veramente l’impressione che stiate parlando di un altro giocatore…

  37. siglomane scrive:

    Lo so, attendevate con ansia un mio parere.
    Eccolo, allora. Ma quanto avete scritto! E per chi, poi? Per un tennista italiano? Ma non perdete tempo, per carità, andate a pescare o a fare un pic-nic. Bolelli è e sarà un anonimo perdente e tennista di retrovia, solo e soltanto in quanto italiano.
    Se Schuettler fosse italiano, non sarebbe mai entrato nei primi 80…
    Il nostro dramma è quello di essere italiani che amano il tennis. Avremmo dovuto nascere in qualsiasi altro Paese del mondo.

  38. alex scrive:

    io vedo tanti tennisti che spesso sembrano svuotati o senza pesonalita’ nei momenti difficili…poi se il vostro termine di paragone e’ nadal…allora ok..a
    m e’ capitato vedere fior di top ten abbattersi alle prime difficolta’ e non uscire piu’ dalla sabbie mobili anche con avversari piu’ deboli…
    anche il tanto decantato seppi dopo 4 games nell’ultimo match con djoko sembrava gli avessare appena ucciso il gatto…e l’atteggiamento e’ stato quello per l’intera partita…
    mi pare che di tennisti che si esaltavano per una vittoria prestigiosa, che magari arrivava due volte in una carriera, ne abbiamo avuti a iosa salvo poi perdere con gente sconosciuta che magari nel ranking atp era piu vicina alle 4 cifre che ad altro..
    se poi da’ fastidio che stia con un bella modella allora e’ da arrendersi…

  39. paolo rogora scrive:

    Comunque una cosa è certa.
    Nel bene o nel male Bolelli fa parlare molti.
    Si può apprezzare o meno, credere o non credere in questo giovane giocatore ma bisogna riconoscere che al momento è l’unico tennista italiano che riesce a far parlare di se.
    Non credo che per il solo fatto di essere italiano bisogna pensare in negativo.
    Non è un fatto di genetica se i tennisti azzurri non vincono.
    E’ un fatto di poca propensione al duro lavoro.
    Almeno su questo aspetto Bole mi sembra un giocatore che si impegna.

  40. siglomane scrive:

    Paolo Rogora ha scritto: “Non è un fatto di genetica se i tennisti azzurri non vincono.”
    E invece è solo con la genetica che si spiega la storia miserabile degli ultimi 30 anni di tennis italiano.
    O forse volevi dire che a Cipro o in Cile c’è maggior propensione al duro lavoro? E poi cosa vuol dire che da noi non ci sarebbe questa propensione? Gli Abbagnale o Patrizio Oliva o Yuri Chechi potrebbero risentirsi eh…

  41. paolo rogora scrive:

    la scarsa propensione al duro lavoro si riferisce esclusivamente ai tennisti italiani.
    Non si può certo dire che atleti come gli Abbagnale e altri manca questa attitudine.
    Tuttavia da 30 anni nel tennis non abbiamo dei veri atleti e questo è fuori discussione.

  42. riccardo scrive:

    @paolo rogora
    Ma perchè bisogna sempre generalizzare?
    Se mi dici che non abbiamo avuto fuoriclasse è vero, ma non puoi dire che gente come gaudenzi, pozzi, furlan non fossero dei veri atleti. E’ gente che grazie alla condizione atletica si è costruita carriere anche importanti, e tu avresti il coraggio di dire che questi non erano veri atleti? Non scherziamo neppure per favore. Se mi dici che camporese, panatta, cané non erano proprio il meglio per atletismo sono concorde però non è giusto buttare tutti nel calderone.
    Al giorno d’oggi poi per un bolelli atleticamente così così si contrappone fognini che dalla vita in giù è già tra i migliori e sono certo che migliorerà molto anche nella parte superiore data la competenza dei tecnici a cui si è affidato.
    Poi smitizziamo anche la questione spagnola: per un nadal e un ferrer ci sono anche giocatori come lopez, verdasco o almagro che non sono certo famosi per quanto lavorano. certo sono molto forti, però non sono atleti migliori dei nostri, semmai tennisti più forti.

  43. Roberto Commentucci scrive:

    Purtroppo negli ultimi 30 anni non abbiamo mai avuto, nello stesso giocatore, tutte e tre le componenti che fanno un campione. Abbiamo avuto ottimi talenti, (Camporese, Nargiso, Canè, Bracciali, Navarra) che però non erano atleti naturali e non hanno avuto la determinazione e la testa giusta per diventarlo.
    Abbiamo avuto gente più dotata atleticamente (Cancellotti, Gaudenzi, Furlan, Pistolesi) maggiormente propensa a lavorare, che però era meno provvista di doti tennistiche cristalline. E poi abbiamo avuto chi era buono sia nella tecnica che nel fisico, che nella testa (Pescosolido). Il quale però aveva l’anemia mediterranea (con le connesse lunghe pause atletiche durante i match) e neppure ne era pienamente consapevole….

    Insomma non si deve generalizzare, non è che non abbiamo avuto gente dotata di fisico.
    E’ che chi aveva una cosa non ne aveva abbstanza dell’altra, purtroppo.
    Arrivando ad oggi,se si vanno a vedere i test fisici, pochi tennisti al mondo hanno i parametri di un Volandri o di un Fognini.
    Purtroppo le componenti di un campione di tennis sono tante…

  44. fabio63 scrive:

    scusi roberto ma nei test fisici è compresa anche la forza e la potenza? a vedere il servizio di volandri non credo

  45. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Fabio, non si tira un rovescio a una mano a tutto braccio a oltre 155 km/h, impattando all’altezza della spalla, come fa spesso Volandri, se non si ha molta forza. Il problema nel servizio per Filippo non è la potenza, ma la tecnica di esecuzione, che è clamorosamente errata e gli consente di utilizzare una percentuale molto piccola della sua forza.

    Non a caso Fognini, che è un po’ più piccolo e un po’ meno forte di Volandri, ma ha una tecnica di esecuzione corretta, trasferisce sulla palla buona parte del suo peso e può servire oltre i 210 km/h.

  46. superbol scrive:

    fin quando bol fa progressi per me va bene. se arriva l’exploit meglio, ma e’ proprio questo che non serve nell’immediato. bol ha tutto per essere un top player, fisico, tecnica, testa. ovvero colpi, corsa, tattica e motivazione. deve pero’ imparare a vincere i match con continuità. la sua vittoria deve diventare la regola, non l’eccezione o la sopresa. ci sono aspetti tecnici e fisici migliorabili sicuramente, ma la differenza fra un campione e un bravo tennista la fanno la gestione delle partite e la sicurezza nei propri mezzi. bol a volta manca in questo, sembra accontentarsi di gocare bene, più che di vincere. ma confido che lentamente stia maturando.
    i paragoni con bracciali non reggono. braccio in quanto a talento tennistico è stato notevole, ma non è mai stato supportato da un fisico da atleta. bol è anni luce avanti. ed è ancor più avanti come guida tecnica. magari braccio avesse avuto un pistola con lui.

  47. siglomane scrive:

    Caro Roberto,
    dici che negli ultimi 30 anni “non abbiamo mai avuto, nello stesso giocatore, tutte e tre le componenti che fanno un campione”, e probabilmente è vero. Tuttavia a noi, dopo anni di vacche magre, sarebbe bastato (e basterebbe) avere un Top Ten, non necessariamente un campione. E con quale coraggio si potrebbe affermare che i nostri giocatori fossero e siano inferiori a gente come Jaite, Novacek, Lapentti, Norman, Kucera, Novak, Johansson, Schuettler, Robredo… e compagnia bella?

  48. Roberto Commentucci scrive:

    Allora, siglomane, se ho capito bene tu prima dici che ci sono paesi in cui si sono costruiti grandi giocatori senza una particolare cultura del lavoro (Cile, Cipro), e poi citi invece una lista di tennisti che top ten ci sono arrivati pur non essendo particolarmente dotati.

    Provo a rispondere. Noi non abbiamo avuto nè l’una nè l’altra cosa. Non abbiamo avuto un Baghdatis, un Rios o un Gonzales, che da noi in 30 anni non sono mai nati (o se sono nati non siamo riusciti a valorizzarli, per colpa del sistema Italia).

    Ma non abbiamo avuto nemmeno giocatori come quelli della tua lista (che peraltro mi trova d’accordo fino ad un certo punto: se posso essere d’accordo sul relativamente poco talento di Jaite, Novak, Schuettler, non concordo sul fatto che gli altri siano scarsi: sono tutti superiori a quelli che abbiamo avuto noi, a mio avviso).

    Tuttavia, la capacità di portare dei buoni giocatori nei primi 10, che a noi è mancata, dipende dall’assenza, nel nostro paese, di una scuola tennistica con buone tradizioni. Noi non l’abbiamo, e non l’abbiamo mai avuta. I giocatori che tu hai citato, i Novak, gli Jaite, i Johansson, gli Schuettler, provengono invece da nazioni che hanno, tradizionalmente, il “know how” necessario per produrre buoni tennisti: Repubblica Ceca, Svezia, Argentina, in parte anche Germania, che anche se con minore continuità rispetto a questi altri paesi ha pur sempre tirato fuori Becker, Stich, Graf, Steeb, Huber, Kiefer, e via elencando.

    Insomma, esiste la scuola ceka, la scuola argentina, la scuola francese, la scuola spagnola, la scuola russa, eccetera. Ma non esiste una scuola italiana. Non abbiamo tradizione e manchiamo di know how diffuso.

    Quindi il nostro a mio avviso non è un problema di genetica, ma un problema di sistema tennis. Una base di potenziali agonisti troppo ristretta, e la mancanza di una scuola affidabile, che è riuscita a dispedere i (rari) talenti e non ha valorizzato in pieno i (pochi) buoni giocatori che ha prodotto.

    Lascerei stare, però, i cromosomi.

  49. siglomane scrive:

    Grazie per i chiarimenti, Roberto, la tua opinione è illuminante.
    Dunque all’Italia manca una scuola, ecco perché non riusciamo a produrre né campioni né ottimi giocatori.
    Resta a questo punto da capire perché il nostro Paese sia quasi l’unico in Europa a non avere una scuola tennistica. Se infatti altri Paesi europei messi peggio di noi possono avere una giustificazione nelle difficoltà climatiche (Islanda, Norvegia, Finlandia) o in una certa arretratezza socio-economica (Grecia, Portogallo, Bulgaria), è pur vero che noi fino agli anni 70 una scuola l’abbiamo avuta, e anche nettamente migliore rispetto alla Germania e alla Spagna…
    C’è poi il discorso del tennis femminile: qui, davvero, abbiamo fatto storicamente peggio di quasi tutti. L’Italia non piazza una semifinalista Slam dal 1954. Eppure a livello femminile abbiamo sempre avuto ottime fucine (la Romagna, la Puglia, Milano)… Insomma: è solo un problema di scuola? E anche per il tennis femminile? Oppure c’è davvero anche la sfiga atavica, la jella cromosomica?

  50. enzo cherici scrive:

    Si potrebbe sintetizzare: la scuola italiana…non è più quella di una volta ;-)

  51. GIANNI OCLEPPO scrive:

    Tirrenia che cos’è allora?

  52. 007 scrive:

    Forse il male dell’italia è l’esterofilia.Per noi gli stranieri sono sempre più belli e bravi.I nostri sono solo fannulloni, presuntuosi, e qualche volta anche ignoranti……….Per cortesia, non siamo provinciali. Nel mondo siamo secondi a pochi in termini di cultura e conoscenza. Il proplema dell’Italia è quello di non riconoscere le eccellenze che abbiamo o di riconoscerle solo dopo che qualche straniero lo abbia cooptato e quindi sdoganato e rivenduto. E’ la storia che dice questo ed anche nel tennis, con tutti inei che forse ci sono, se consideriamo la popolazione che nello specifico reclutiamo e le risorse economiche che mettiamo in campo per me fanno miracoli!!!!!Ricordo che negli altri paesi europei esiste il Ministero dello Sport, in Italia Abbiamo il CONI, sarà male………..ma sicuramente costa un ventesimo

  53. andrew scrive:

    Insisto…del resto è un mio chiodo fisso…

    Tirrenia è sicuramente un buon posto dove allenarsi, con ottimi tecnici…

    Purtroppo Tirrenia nasce da una Federazione che non è composta da Associazioni Sportive bensì da Circoli, quindi non può che rimanere una “foglia di fico” a coprire il vero obiettivo di una federazione di circoli, ossia la mera esistenza in quanto tale.

    Ripeto la differenza:

    Circolo= insieme di persone che fondano un’entità (spesso denominata “sodalizio”) e vi aderiscono per perseguire fini in maggioranza extra-sportivi.

    Associazione sportiva= insieme di persone che fondano un’entità e vi aderiscono per perseguire fini sportivi.

    Da qui non se ne esce e purtroppo non c’è nemmeno alcun interesse a uscrine…

  54. Roberto Commentucci scrive:

    Tirrenia è il centro tecnico federale.

    Io però con il termine “scuola”, volevo intendere un concetto molto più ampio.

    Esistono paesi in cui i centri tecnici federali non esistono, o sono pochissimo frequentati, che però hanno una scuola e una tradizione di eccellenza.

    La scuola e la tradizione, il “know how” tennistico di un paese, la fanno i coach, i preparatori atletici specializzati nel tennis, gli ex giocatori che assumono ruoli di responsabilità e di guida tecnica, o che fondano piccoli team privati per seguire giovani agonisti, giù giù fino ad arrivare ai maestri di base.

    Da noi questo “know how” è meno presente e diffuso che negli altri paesi.

    Sia perché abbiamo avuto pochi giocatori negli ultimi 20-30 anni, e quei pochi, finita la loro carriera spesso si sono dedicati ad altro, sia soprattutto perché, dopo la fine dell’era Panatta, il nostro settore tecnico federale è stato la principale vittima della fallimentare presidenza Galgani, che lo ha lasciato marcire nell’obsolescenza delle tecniche e delle metodologie di insegnamento. E questa obsolescenza, è stata accentuata dal grande cambiamento delle tecniche di gioco che si è verificato proprio in quegli anni, a partire dagli anni ‘80, sulla spinta dei nuovi attrezzi (racchette). Da noi, per anni, si è continuato ad insegnare a giocare con una tecnica superata, fino alla metà degli anni 90.
    E tuttora, molti dei vecchi maestri, che ancora insegnano, e danno i primi rudimenti ai bambini, protetti dal valore legale della targa, non si sono aggiornati.
    Questa vecchia generazione di maestri, che spesso avevano ottenuto la targa senza possedere particolari requisiti, grazie alla manica larga della FIT galganiana e sulla scia della tumultuosa crescita della domanda di insegnanti connessa con il boom del tennis che si verificò in Italia fra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, ha sulla coscienza un gran numero di promesse mancate e di tennisti di buone qualità di base che sono divenuti dei mezzi giocatori a causa di un addestramento tecnico scadente o obsoleto.

    La nuova gestione di Binaghi ha profondamente rinnovato il settore tecnico, si stanno facendo molte cose, giuste, finalmente la tecnica moderna è diventata patrimoni comune dei giovani maestri, che devono superare prove più severe che in passato. La biomeccanica non è più una parolaccia, e si avvia a diventare patrimonio comune, finalmente.

    Ma prima di racogliere i frutti, ci vorrà del tempo. E bisognerà lavorare, soprattutto per portare il tennis nelle scuole e ampliare la base di potenziali agonisti, diminuendo i costi necessari per competere.
    Ma questo, ai molti vecchi parrucconi, snob ed elitari, che compongono gli organi decisionali dei circoli, a cui la FIT fa capo, non sembra garbare molto.

  55. pibla scrive:

    Si, anch’io mi concentrerei molto sugli ultimi due capoversi del discorso di Roberto, perché è bene che sia chiaro che qui, a differenza di quanto molti dicono, non è un problema di mamme, le mamme le abbiamo e pure tante e si può star certi che Federer e Becker qui da noi sono nati, questo è poco ma sicuro, semplicemente poi nella loro vita hanno fatto altro…..

  56. Sem scrive:

    Ho seguito con interesse tutti i precedenti commenti su Simone. Per me che Simone sia un talento è fuori discussione (tralasciamo certi improponibili paragoni che sono stati fatti con Bracciali, a riguardo parlano già i fatti e la classifica), e non solo, ha testa, ha motivazione e la giusta dose di umiltà. sicuramente però negli ultimi incontri che ho visto, quello con Djokovic a Cincinnati e quello con Del Potro a Kitzbuhel (tra l’altro poi vincitori dei rispettivi tornei) ha palesato qualche limite nella gestione della partita, a volte è sembrato non avere la giusta convinzione e cattiveria nel chiudere i games; ricordiamo le tante occasioni avute contro contro Djokovic in cui non è stato in grado di sfruttare le tante palle break e di gestire il vantaggio del break nel secondo. A kitzbuhel invece dopo avere stradominato il secondo set, ha avuto un brutto passsaggio a vuoto nel terzo dove ha malamente perso il servizio commettendo errori veramente gratutiti e non riuscendo poi a ribrekkare contro l’ottimo Del Potro. Ma, c’è un grande ma, che va tutto a ventaggio di Simone: è ancora giovane e certi suoi limiti riuscirà a superarli perchè,ripeto, ha testa e umiltà per farlo, dote che ahimè pochissimi italiani hanno. Un ultima cosa, ma ditemi quale giocatore italiano ricordate dominare cosi gli scambi, piazzare decine di aces a partita, piazzare tantissimi vincenti come fa Simone?quindi aspettiamo il finire della stagione e intanto cominciamo a battere hanescu, che stavolta il tabellone può dare una mano…

  57. Sem scrive:

    nel post sopra, ho confuso il torneo di Kitzbuhel con Stoccarda, ma la sostanza non cambia, stesso avversario, stessa settimana e stessa superficie. saluti

  58. paolo rogora scrive:

    concordo con l’analisi di sem.
    Bolelli è l’unico giocatore italiano che riesce a volte a dominare gli scambi anche con i giocatori di vertice.
    E’ vero ha ancora dei grossi limiti, tuttavia penso che c’è sia la volontà e tempo per migliorare.
    Il ragazzo ha ancora grandi margini di miglioramento.
    Spero presto che Simone ci mostrerà tutto il suo valore già da ora in queste Olimpiadi.
    Ha un buon tabellone, è in una discreta forma e se arriva nei quarti come spero contro Djokovic io non credo che sia battuto in partenza.
    Per me può fare il grande colpo e giocarsi la sua prima semifinale
    importante della sua giovane carriera.
    Spero tanto che accada, perchè in questo modo potrebbe sbloccarsi.
    Ha fatto delle discrete partite contro i big ma ha sempre fallito.
    Ora il tempo per lui è arrivato.
    Ora deve incominciare a vincere.

  59. anto scrive:

    Infatti Bolelli perde contro il Hanescu

  60. Frankie scrive:

    Salve Roberto,

    leggendo il suo post del 6 agosto su Simone Bolelli, Le confesso che non riesco a comprendere alcune cose di quello che ha scritto.

    Eccole di seguito:

    1) TECNICA - Che vuol dire che deve migliorare la frequenza dei rovesci lungolinea? Forse che li deve tirare più spesso? Forse ha molte occasioni di tirarli? Ma allora la questione è strategica o tattica, non riguarda la tecnica. Che cos’è la “traiettoria lungolinea”? Non capisco cosa c’entri una traiettoria con un lungolinea.
    2) TATTICA - Perchè parla di piano tattico e non strategico quando scrive cosa fa bene e cosa può migliorare Bolelli?

    Grazie

  61. Roberto Commentucci scrive:

    A Frankie.

    Sul rovescio di Bolelli mi riferivo al fatto che Simone è troppo prevedibile con quel colpo. Nello scambio, di rovescio cerca sempre, o quasi, il colpo incrociato, e non prova mai a sorprendere l’avversario usando il lungolinea, su cui, evidentemente, è meno sicuro. E’ un limite che si nota anche nel passante, come si è visto nel match contro Llodra a Parigi.

    Nel mio intervento ho usato, forse impropriamente, il termine tattica di gioco come sinonimo di strategia di gioco. Ma il concetto di fondo non cambia.

  62. anto scrive:

    Confermo il discorso di Commentucci sul rovescio di Bolelli. l’ho visto giocare diverse volte dal vivo il rovescio ed effettivamente il rovescio lungolinea è una cosa sconosciuta per il bolognese. Ma il vero tallone d’achille è la poca incisività nella risposta, cosa che lo penalizza non poco.

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