Il punto dopo la prima settimana.
La rivelazione si chiama Tsonga
la delusione David Nalbandian

 
20 Gennaio 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Si ritira Mathieu contro Nadal per un guaio ai “gemelli” e ora lo spagnolo deve temere forse più Youzhny che Nieminen, ma il tabellone di Federer è certo più duro: potrebbe dover battere Berdych, Cilic o Blake, e poi Djokovic. 

MELBOURNE _ Al giro di boa della prima settimana dell’Open d’Australia quattro giocatori sono già qualificati per i quarti di finale della metà bassa del tabellone maschile, il francese di padre congolese Tsonga (n.38 Atp) e il russo Youzhny (14), il finlandese Nieminen (26) e Nadal (2), e quattro giocatrici per la metà alta del “femminile”, Henin (1) e Sharapova (5), Jankovic (3) e Serena Williams (7).
In attesa degli altri ottavi in programma nella notte italiana, Federer-Berdych, Blake-Cilic, il clou Djokovic-Hewitt e Ferrero-Ferrer, nonché Venus Williams-Domachowska, Ivanovic-Wozniacki, Kirilenko-Hantuchova e Petrova-Radwanska, non si può fare a meno di osservare come a Nadal sembri essersi spalancata la strada verso la finale: nella zona da lui presidiata sono infatti saltati prima Murray n.9 (battuto al primo turno da “Cassius Clay” Tsonga), poi Roddick n.6 (sconfitto da Kohlschreiber a sua volta eliminato ieri da Nieminen dopo aver sprecato 7 setpoints nel secondo set dopo che aveva vinto il primo, e altro 4 nel terzo), e ieri sia Davydenko n.4 sia Gasquet n.8 fatti fuori in derby fra connazionali rispettivamente da Youzhny e Tsonga.
Insomma il miglior classificato che Nadal dovrà eventualmente battere per raggiungere la sua prima finale all’Open d’Australia _ lui che qui oltre i quarti non è mai andato _ è il n.14 Youzhny che peraltro il maiorchino soffre parecchio per averci perso più volte e anche in occasioni importanti.
Ma il personaggio rivelazione di questo torneo è senz’altro il simpatico Jo Wilfried Tsonga, 22 anni, fisico imponente, 1,87 per 90 kg, nato a Le Mans da Didier, il padre ex nazionale congolese di pallamano (“Da lui ho preso la mia agilità, la passione per lo sport”) e da madre francese, Evelyn (“Da lei ho imparato la serenità, il rispetto per il prossimo”). Tsonga, gran servizio e ottimo dritto, bella prestanza fisica, grande copertura a rete, quando gioca a tennis si diverte e si vede. E’ sempre sorridente, esulta sui punti belli con l’entusiasmo di un bambinone, anche ieri che è riuscito ad aver la meglio sull’amico Gasquet _ in coppia con il quale aveva vinto una settimana fa il torneo di Sydney battendo i celebratissimi gemelli Bryan _ si è buttato lungo disteso a terra dopo aver mancato un setpoint, ma poi ha spiccato tutta una serie di balzi davvero felini quando si è trattato di festeggiare la vittoria.
Un anno fa il ragazzone era 174 posti più indietro rispetto a oggi. Un guaio serio alla schiena si era trasferito alla spalla destra, agli addominali, a un ginocchio: due anni persi. Così quasi sembra non credere ai propri occhi il tennista di colore in cui la Francia non sembrava credere poi tanto, preferendogli non solo Gasquet, campione annunciato dall’età di 9 anni e un anno più giovane di lui, ma anche l’altro tennista di colore Gael “Tiramolla” Monfils: “Sono felice di ritrovarmi su un campo da tennis, mi considero un privilegiato…migliaia di spettatori che mi guardano giocare e pagano un biglietto! La mia forza è venuta da quegli incidenti: oggi mi basta stare bene per esser contento, solo chi ha vissuto momenti davvero difficili apprezza le situazioni normali”.
Lotta, lotta ma non con la tigna di un Nadal o di un Ferrer, l’ex n.2 junior del 2003. E gioca bene anche sull’erba come ben sa Hewitt che a lui si è dovuto arrendere al Queen’s lo scorso giugno. Perse però da Gasquet a Wimbledon e si è preso una bella rivincita ieri. Giornata nella quale la sorpresa maggiore per me l’ha fatta Ferrero nel battere Nalbandian, l’argentino che se avesse giocato come a Madrid e a Bercy lo scorso anno sarebbe stato rivale temibilissimo sia per Djokovic sia per lo stesso Federer.
Stanotte il match più atteso è Hewitt-Djokovic. Ma l’australiano, dopo aver gocato fino alle 4,33 del mattino per battere in cinque set Baghdatis, avrà recuperato?

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22 Commenti a “Il punto dopo la prima settimana.
La rivelazione si chiama Tsonga
la delusione David Nalbandian”

  1. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ho scritto a Marco Napo, che mi ha accusato per l’ennesima volta di “essere schierato pro Federer”, e già aveva detto la stssa cosa rivolta a Roberto Commentucci, una risposta sotto al post di Federer, cronaca di una sofferenza etc…poichè non posso rispondergli dieci volte sullo stesso argomento, lo prego di andare a vedersi quello… e se può di smettere di ripetere semrpe le stesse cose. Ci troviamo su questo blog per divertirsi, per stare insieme, non per polemizzare su tutto e su tutti considerando chi non la pensa come noi come “schierato” o peggio in malafede. Ok e senza rancore?
    Preannuncio invece la mia intenzione di scrivere una lettera aperta ai tennisti italiani. Prossimamente su…questi schermi!

  2. Mario scrive:

    vacci giù duro con i tennisti italiani (soprattutto con quelli che fanno i modelli… ogni riferimento al livornese è voluto…)
    è possibile che con il numero di praticanti che ci sono in italia non venga fuori da anni qualcuno di decente? perché anche la finlandia ha un topo 20 e noi no?

  3. anto scrive:

    Ubaldo, lo sai che ti ho sempre apprezzato e sostenuto, però sono dell’opinione che scrivere una lettera aperta ai tennisti italiani sia tempo sprecato. Per dir cosa, che sono dei mediocri sul veloce e non arrivano nemmeno nei quarti in uno slam come il roland Garros! No, ormai è così, ci dobbiamo rassegnare alla mediocrità di risultati negli slam, anzi, ti dirò di più, i cosidetti peones del tennis italico, sono quelli che sotto certi punti di vista mi danno più soddisfazione. Max dell’acqua, uno dei talenti cristallini che il ns tennis da veloce ha espresso, oggi ha vinto un future da 10000$ in Austria, e la sua nuova classifica sarà 520 atp, eppure non è mai decollato. Azzaro, tuo concittadino, ha centrato la vittoria nel future di Guatemala city ha inizio anno, eppure non è mai decollato. Però hanno trent’anni e ancora ci credono, un plauso forse la passione per loro non si è sopita…….

  4. anto scrive:

    Ubaldo, lo sai che ti ho sempre apprezzato e sostenuto, però sono dell’opinione che scrivere una lettera aperta ai tennisti italiani sia tempo sprecato. Per dir cosa, che sono dei mediocri sul veloce e non arrivano nemmeno nei quarti in uno slam come il roland Garros! No, ormai è così, ci dobbiamo rassegnare alla mediocrità di risultati negli slam, anzi, ti dirò di più, i cosidetti peones del tennis italico, sono quelli che sotto certi punti di vista mi danno più soddisfazione. Max dell’acqua, uno dei talenti cristallini che il ns tennis da veloce ha espresso, oggi ha vinto un future da 10000$ in Austria, e la sua nuova classifica sarà 520 atp, eppure non è mai decollato. Azzaro, tuo concittadino, ha centrato la vittoria nel future di Guatemala city a inizio anno, eppure non è mai decollato. Però hanno trent’anni e ancora ci credono, un plauso forse la passione per loro non si è sopita…….

  5. fulvio scrive:

    Ubaldo me raccumandi…non infierire troppo! è un pò come sparare sula …croce rossa,e di questi tempi non è che sia il massimo!

  6. Sette scrive:

    Sono davvero contento per Youzhny: il bel tennis ha trionfato sulla ragioneria! Mi piacerebbe vedere lui o Tsonga in finale, anche se lo credo improbabile.

  7. Margherita scrive:

    caro Mario
    perchè noi italiani siamo troppo viziati e ci piace stare troppo bene e tra gli agi di casa per vincere in uno sport fatto di tanti sacrifici (ma anche di tante ricomprense, per la miseria!) come il tennis. ma non è chiaro questo???

    e caro Ubaldo,
    perfavore si, scrivi, scrivi una bella lettera aperta ai tennisti italiani. non vedo l’ora di leggerla.
    per fortuna c’è ancora qualcuno che vede le cose per come sono e che ha il coraggio di dire quello che pensa.

    buona serata a tutti
    Margherita

  8. Giovanni Rossi scrive:

    Caro Ubaldo,
    mi piace il tuo blog e i tuoi interventi per l’equilibrio e l’informazione , ma devo dire che sono stancanti le bischerate di Marco Napo che dice sempre le stesse fesserie fino a rasentare l’insulto.
    Ho la liberta’ di non leggere i suoi interventi e lo faro’, ma che noia questi individui alla Napo!
    Da ora in poi evitero’ di leggere i commenti agli interventi.

    Ci sono state gia’ partite memorabili, ma da un punto di vista qualitativo quale e’ stata la migliore per te?
    Saluti
    Giovanni

  9. Monte Olivo scrive:

    Ubaldo, per me questo Youzhny, finalmente sano, finalmente convinto, è il secondo favorito del torneo. Ha già battuto e strabattuto Nadal. A Wimbledon, prima di sentire dolore alla schiena, lo stava piallando.
    Mi sembra aver fatto un definitivo salto di qualità a livello mentale. Si sente più forte dell’avversario. oggi non ha lasciato nemmeno per un attimo che Davidenko si riavvicinasse al match.
    Tu sai che io lo adoro, che per me è il miglior braccio che c’è in giro. Di sopra si contreranno Federer e Djokovic, e così azzardato vedere un Misha in finale con qualche chance di vittoria?

  10. fulvio scrive:

    cara Mrargherita vorrei dirle prima che lei continui ancora con i suoi assoli assurdi che la vita dei giocatori italiani è uguale a quella degli spagnolo ucraini e argentini,se si vuole solo far polemica allora il discorso è diverso,ma prima di scrivere certe affermazioni si documenti e non spari nel mucchio!!

  11. Margherita scrive:

    ma fulvio, come fai a paragonare il tennis italiano (la federazione) alla croce rossa??? almeno questa fa del bene, che bene fa la federazione?
    e di quali tempi stai parlando scusa?? che tempi sono questi? non c’è mai un tempo giusto e uno sbagliato, c’è l’oggi. punto.
    smettiamo di nasconderci dietro stupide scuse…

  12. andrew scrive:

    secondo me l’unica cosa che puoi scrivere ai tennisti italiani (specie per quelli futuri) è invitarli a non frequentare mai l’ambiente “circolo” in Italia…

    sarebbe già un bel passo avanti…

  13. Roberto Commentucci scrive:

    Caro anto, a me uno come Massimo Dell’Acqua non dà soddisfazione, ma mi fa solo rabbia. Uno che con i mezzi fisici e tecnici che si ritrova avrebbe potuto tranquillamente fare 7-8 stagioni fra i primi 100 del mondo, probabilmente anche fra i primi 50, e che si è buttato via come ha fatto lui, tra discoteche, notti brave, poco allenamento e niente preparazione atletica…

    Un autentico spreco dei doni della provvidenza, se mi è concesso.

    Ricordo una sola partita di Dell’Acqua. Una battaglia incredibile giocata a Roma, al primo turno nel 2003, contro un Massu formato Olimpiadi, persa sul campo Pietrangeli dopo una maratona di 3 ore e mezzo, esprimendo un livello di gioco da primi 15 del mondo, con Massu che continuava a subire vincenti su vincenti e si rivolgeva al suo angolo con l’espressione di quello che chiede: ma questo qui, che mi sta prendendo a pallate chi è, da dove salta fuori? (Fece più chilometri di Armstrong al Tour de France, quel giorno, Massu, e solo la disabitudine del suo avversario a simili palcoscenici lo salvò…).

    E poi questo comasco donnaiolo che fa? Per tutti questi anni ha fatto di tutto tranne che il professionista, e ora improvvisamente, a 29 anni, si accorge che tra un po’ dovrà smettere, che si è buttato via, e allora resta folgorato sulla via di Damasco: devo cambiare registro, devo allenarmi sul serio, devo fare le cose per bene, la notte devo andare a dormire…
    E va ad Arezzo, bussa alla porta di Rianna… famoso restauratore di tennisti scapestrati. Fa per la prima volta dopo una vita una preparazione atletica degna di questo nome, si iscrive ad un Future e pum, è subito vittoria, forse è ancora in tempo per una tarda carriera da viveur maturato in extremis… e che probabilmente servirà solo ad acuire il rimpianto di noi tifosi per quel che poteva essere e non è stato.

    No, non si può. Se si sa giocare un tennis come quello, non ci si può buttare via come ha fatto Dell’Acqua.

  14. Margherita scrive:

    Caro Fulvio,
    seguo il tennis da molto tempo, ormai più di 25 anni, e mi sono formata una certa opinione e credo di avere il diritto di esprimerla. se i giocatori italiani fanno la stessa vita di quelli ucraini, spagnoli, argentini etc. allora significa che dagli anni 70 ci deve essere qualche motivo genetico che impedisce ai tennisti italiani di eccellere…eppure contiamo campioni in molti altri sport…mah!
    sarei contenta di sapere quale spiegazione puoi fornire tu a proposito di questo fenomeno.

    ciao e senza rancore
    Margherita

  15. Backdoor scrive:

    Permettetemi un off-topic, ma proprio non resisto a non condividere questa cosa con voi.

    PHM, aka Paul Henri Mathieu, lo ha fatto di nuovo: ritirarsi nel match successivo ad una maratona.

    Successe anche nel 2007 all’Estoril in semifinale con Gasquet, dove non finì neanche il 1st set. Allora si giustificò dicendo di essere troppo stanco a causa del torneo di Casablanca vinto la settimana precedente.

    E oggi (chissenefrega la scusa che avrà inventato per la stampa) si è ritirato dopo neanche due set per non perdere 6-0 6-0 nella 2nd e 3rd partita. In barba a qualunque rispetto per l’avversario, il pubblico e per lo spirito del gioco.

    Bell’esempio di sportività. Dovrebbe, il francesino, imparare dal suo avversario odierno che a Chennai, pur senza un millilitro di carburante, non ha pensato alla scorciatoia del ritiro ma è andato incontro ad una batosta contro Youzhny.

    Quindi caro Mathieu, se non si ritira il n.2, perchè mai dovresti farlo tu ‘misero’ n.25 o giù di lì?

    Imperdonabile e meritevole di gogna.

  16. anto scrive:

    Carissimo Roberto Commentucci, innanzitutto mi auguro che ci si possa vedere al challenger di bergamo, e poi ti spiegherò a quattr’occhi i risvolti dell’affaire Dell’Acqua, qui non mi sembrerebbe carino parlarne a 360° di questo giocatore, dato che tantissimi appassionati leggono questo forum. Non è proprio così Massimo, ti voglio solo ricordare che si è sposato a 23 anni, e poi c’è dell’altro. Spesso il solo talento non basta, ci vuole dietro una regia capace ed esperta, se Max avesse avuto al fianco un padre come quello di fognini, sicuramente la sua carriera avrebbe avuto una svolta diversa, ma non posso dirti di più mi dispiace. Ciao Ps ti leggo sempre volentieri

  17. fulvio scrive:

    margherita la mia risposta era al tuop commento sugli italiani a cui piace star bene a casa ai viziati e ai pochi sacrifici che tu alludi nel tuo post.daccordo sul resto ,non abbiamo campioni con la C maiuscola,e credo che per ancora tanti anni non li avremo.ma permettimi di prendere posizione quando tu parli del resto.ti posso assicurare che i sacrifici sia a casa che lontano da casa sono enormi,alla pari di un Federer di turno tanto per citare un campione,i vizi degli italiani?
    ma quali? ho un figlio che si allena 8 ora al giorno per inseguire il suo sogno di bambino, un figlio che non ha amici a casa ,che passa 35 settimane all’anno tra aereoporti hotel e campi da tennis,quando posso assicurati che potrebbe avere una vita Molto più agiata di quella che ha ,e che quando arriva a casa la sera non ha neanche la forza di mangiare tanto è stanco.ok altri meno fortunati di lui fanno una vita peggiore,ma qui parliamo di tennisti e allora…….ecco il mio disappunto su quello che scrvi,e come lui anche gli altri giocatori italiani tutti (o quasi) cercano di raggiungere il loro massimo che non sarà mai da top 10,ma almeno ci provano.

  18. valerio scrive:

    anche io (18 anni) ricordo come dice roberto commentucci solo quella partita di dell’acqua..era la prima volta che vedevo il tennis dal vivo a roma..rimasi impressionato dal servizio e da come dominò massu..pensai che nonostante quella sconfitta la sua classifica sarebbe salita in poco tempo e invece è sparito oltre il numero 200..

    riguardo ubaldo e tutti quelli che rispondono a marco napo li invito semplicemente a NON sprecare il loro tempo perche è inutile..l’unico modo è ignorarlo..

  19. tilden scrive:

    Io non me la prenderei tanto per i successi del tennis francese. La Francia ha conquistato in tutto 36 tornei dello Slam contro i 3 vinti dai tennisti italiani, vinto 9 volte la Coppa Davis contro 1 dell’Italia, mentre le squadre italiane hanno vinto per 11 volte la Coppa dei Campioni contro 1 sola vittoria francese , e l’Italia vanta 4 vittorie nel Campionato del mondo contro 1 sola francese. Quindi il tennis sta alla Francia come il calcio all’Italia. Tutto il resto é noia

  20. tilden scrive:

    A proposito di Dell’Acqua quella partita con Massu la vidi anch’io, isieme all’amico bolgger D’Artagnan, e come ben ricordo l’italiabno fece match pari, ma forse perché cercava il bel gioco invece della concretezza i punti importanti li fece tutti Massu e dire che finalmente potevamo ammirare un italiano che serviva a 200 all’ora..

  21. stefano grazia scrive:

    Credo che tutti si stia ancora ad inseguire l’equivoco di paragonare il tennis al calcio con tutti i risvolti del DOVER tifare per forza il giocatore di casa…Ma tifate il giocatore/trice piu’ bravo,piu’ simpatico,piu’ bello ,con piu’ personalita’ e indipendentemente dal fatto che sia italiano o meno!!! Per questo trovo anche inutile la Lettera agli Italiani…Machissenefrega degli Italiani e soprattutto, e guardate che questo e’ moooolto importante, cosa gliene frega a loro di noi? Loro giocano PER SE STESSI, e per i soldi, come e’ giusto in uno sport individuale e professionistico: dei tifosi, della patria, dell’inno nazionale non gliene puo’ fregar di meno (come per esempio testimonia il caso di Gilardelli nello sci o se vogliamo anche di Noah). In uno sport globale come il tennis essere nati di qua o di las’ da quel confine dovrebbe essere irrilevante. Lo so, l’ho gia’ scritto e mi ripeto e spesso sono stato anche bacchettato soprattutto da Roberto C. il quale ha ovviamente ragione quando scrive che un campione italiano favorirebbe lo sviluppo del tennis in Italia e la trasmissione in chiaro degli eventi e tutta la propaganda mediatica farebbe poi da traino per questo sport ma poi, alla fine, cosa cambierebbe in prospettiva? Che sarebbe piu’ facile per un italiano emergere? E allora? E’ cosi’ importante che sia un italiano invece di un francese,inglese,spagnolo o svizzero? Non e’ il fatto di essere arrogante intellettualoide stronzo snob, ma la frase di roberto ’servirà solo ad acuire il rimpianto di noi tifosi per quel che poteva essere e non è stato’ mi fa pensare (sentite questa e poi spernacchatemi a volonta’!) al problema delle religioni ed al fatto di andare o non andare in paradiso solo per essere nati in europa anziche’ in cina o in arabia… genti diverse venute dall’est dicevan che in fondo era uguale/credevano a un dio diverso da te e non mi hanno fatto del male….
    E vabbe’, dai, l’ho sparata grossa ma mi sentivo ispirato…

  22. Roberto Commentucci scrive:

    Stefano, ammiro il tuo cosmopolitismo, la tua apertura mentale, il tuo sentirti a casa in ogni angolo del pianeta. Ma proprio non riesco a farmi capire. Io amo il tennis, tutto. Mi piace veder giocare i campioni, mi piace veder giocare le ragazze, mi piace vedere le battaglie nei tornei challenger, negli Itf femminili, mi piace veder giocare gli juniores e anche i bambini di 10 anni e, last but not least, mi piace anche e soprattutto giocare. Ma proprio perché ho guardato, praticato e studiato il tennis per tanti anni, e ho visto quanta importanza ha questo sport in molti altri paesi, e quale risonanza mediatica, e quale seguito, sono sempre più intristito dalla situazione in cui versa lo sport che amo in questo mio paese, che apprezzo sempre meno, ma nel quale devo pur vivere (a differenza di te) e che è mio dovere civico cercare di migliorare. E quindi come posso non sperare che anche da noi nasca un Campione, uno vero, con la C maiuscola, che faccia cose che ai nostri attuali tennisti sembrano irraggiungibili come una sonda della Nasa, che vinca un Masters Series, che faccia una semifinale in uno Slam, che faccia interrompere un telegiornale, (come dicevamo tempo fa con Nikolik), per trasmettere in chiaro le ultime fasi di un match? Che faccia riavvicinare in massa i bambini allo sport della racchetta, che faccia si che i tornei di terza categoria abbiano di nuovo i tabelloni sconfinati di quando io avevo 15 anni, che riporti il nostro sport (tutto quanto) nelle prime pagine dei giornali per quel che accade sul campo, e non per le tirate di coca della Hingis, o le scommesse e le quote di Betfair, o per le farmacie di Puerta, Canas e compagnia, che riporti sponsor, interesse ed investimenti, anche in impianti, e che ci riporti i tornei Atp e Wta che abbiamo perso in questi anni di buio, che dia fiducia e indichi la strada a tutto il movimento, ai coach, agli atleti, ai giovani, facendo loro scordare questo endemico complesso di inferiorità che porta i nostri, anche quelli discreti, a non credere mai fino in fondo nelle loro capacità…
    Se si ama il tennis, lo si ama in tutte le sue manifestazioni, in tutte le sue lingue e in tutte le sue razze.
    Ma se si vive in un paese, e si ha senso di appartenenza alla propria comunità, si lavora perche le cose possano andare meglio là dove si vive, con la critica costruttiva, denunciando le cose che non vanno, ma anche con il supporto e con il tifo.

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