Tra profili tecnici e pronostici.
Che 2008 sarà per i 5 top-100 italiani?
Per primo Potito Starace ai raggi X.
E una sua intervista

 
24 Dicembre 2007 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

A gennaio 2007 avevamo un top-50 e ora sono tre. Il ranking medio dei top 5 è salito da 70 a 55,4. Fognini il più giovane top 100 dai tempi di Gaudenzi. Best ranking per tutti nel 2007. Per “Poto” i meriti di coach Rianna. La squalifica stimolerà la sua cattiveria agonistica? I progressi che deve fare.

Ormai quasi alle spalle il breve periodo di pausa, la nuova stagione agonistica del circuito Atp sta per iniziare. Il tennis italiano si presenta al via con 5 giocatori fra i primi 100, esattamente come all’inizio dello scorso anno. Ma a guardar bene, la situazione è molto diversa. Anzitutto, nell’anno trascorso i nostri sono mediamente progrediti in classifica. A gennaio 2007 avevamo un solo top 50, Volandri, mentre ora ne abbiamo 3; più in generale, il ranking medio dei primi 5 azzurri è salito da 70 a 55,4. Ma soprattutto, abbiamo realizzato un importante ricambio generazionale. Al posto dei veterani Di Mauro (classe ’77) e Bracciali (classe 78) abbiamo portato nei primi 100 i nostri due giovani più promettenti, il ventiduenne Simone Bolelli e il ventenne Fabio Fognini, che con il suo determinato finale di stagione nei challenger sudamericani è stato il più giovane giocatore italiano a centrare il traguardo dei top 100 dai tempi di Andrea Gaudenzi. Inoltre, tutti i nostri giocatori nel 2007 hanno centrato il loro best ranking (Volandri 25, Starace 27, Seppi 49, Bolelli 65, Fognini 94). In questa serie di articoli proveremo a tracciare un piccolo profilo tecnico dei nostri giocatori di punta, tentando di immaginare quale potrà essere il loro 2008. Oggi, procedendo in rigoroso ordine di classifica, iniziamo a parlare di Potito Starace, che purtroppo potrà iniziare la stagione agonistica solo a metà febbraio, a causa della squalifica comminatagli dall’Atp per la nota vicenda-scommesse.

Il campano, classe, 1981, ha avuto da ragazzo molti problemi fisici, che ne hanno frenato l’ingresso nel circuito. Si è quindi rivelato al grande pubblico nella primavera del 2004, con il memorabile terzo turno al Roland Garros (dove, partendo dalle qualificazioni, battè Tursunov e Grosjean, prima di arrendersi a Safin dopo cinque bellissimi set e due match point mancati) e con ottime prestazioni a livello challenger (tre vittorie, tra cui San Marino). Potito chiuse l’anno al numero 76, con un progresso di ben 170 posizioni in 6 mesi. Ma quel primo exploit del nostro nascondeva molte fragilità, sia di natura atletica, sia nel bagaglio tecnico. Quel Poto aveva un buon servizio kick, un dritto pesante e una buona mano, ma era molto vulnerabile sul lato sinistro (un rovescio bimane troppo leggero) era poco reattivo in risposta, un po’ macchinoso negli spostamenti, era troppo prevedibile, alla lunga, nelle traiettorie di battuta e soprattutto aveva una notevole tendenza ad infortunarsi. C’era della jella, ma anche una motivazione al lavoro atletico non sempre costante e adeguata. Inoltre, ben presto gli avversari iniziarono a riconoscere i punti di forza e di debolezza del suo gioco, adottando le necessarie contromisure. Non stupisce, quindi, che le due stagioni successive siano state meno brillanti, tra qualche buona prestazione, infortuni, scadimenti di forma, apparizioni Atp e assidua frequentazione del circuito challenger, in particolare sul rosso. A fine 2006 il nostro era 83 del mondo, posizione intorno alla quale la sua classifica aveva oscillato per circa 2 anni. Poi, a inizio 2007, la svolta. Poto, molto ben seguito dal suo coach Umberto Rianna (che a partire dal 2005 ha preso il posto di Fabrizio Fanucci, coach storico di Volandri), ha effettuato una durissima preparazione, ha iniziato a viaggiare costantemente con un fisioterapista, ha lavorato tantissimo anche sulla parte tecnica, e i risultati si sono visti. Sotto il profilo atletico il campano ha compiuto un autentico salto di qualità: ha migliorato spostamenti e reattività, è diventato molto più efficace in risposta e in difesa. Inoltre, il suo rovescio è diventato più solido nella traiettoria incrociata e si è arricchito di una micidiale variante in lungolinea, mentre nel servizio è stato aggiunto al solito kick anche un discreto slice, specie da destra a uscire. Infine, la frequentazione più assidua del doppio (dove si è aggiudicato due titoli Atp, ad Acapulco e a Kitzbuehel, in coppia rispettivamente con Vassallo Arguello e Horna) ha reso Poto più sicuro nel gioco al volo, con un deciso miglioramento in particolare nella voleé di rovescio, in precedenza meno efficace di quella, ottima, di dritto.

Tutto questo ci ha permesso di ammirare un giocatore nuovo, che ha sorpreso in positivo gli appassionati. Poto sulla terra battuta ha avuto una buonissima continuità di rendimento per tutto il 2007, e ha giocato alcuni match memorabili, in particolare al Foro, dove dopo aver superato due ottimi giocatori come Calleri e Ferrero è andato a un pelo dal battere un Davidenko in forma smagliante. Nella classifica per superfici, il campano ha chiuso l’anno come 14° giocatore del mondo sulla terra battuta, superficie dove ha ottenuto l’88% dei suoi punti. E’ chiaro quindi che la possibilità di confermarsi, e se possibile migliorarsi, in questo 2008 per Starace passa obbligatoriamente per la necessità di migliorare il suo rendimento sulle superfici rapide. Con la sua classifica, infatti, Potito nel 2008 sarà obbligatoriamente iscritto a tutti i Masters Series, e non potrà più giocare a livello challenger sul rosso. Quindi si troverà contro avversari mediamente più forti, e li dovrà affrontare sulle superfici rapide, dove paga limiti sia atletici che tecnici, oltre a scarsa convinzione (anche per paura di farsi male) e poca abitudine. Come migliorare? A mio avviso in due direzioni: in primo luogo, è necessario fare un ulteriore salto di qualità a livello atletico, sia per consentire alla fragile schiena del campano di sopportare le sollecitazioni derivanti da molte più partite sul duro, sia per migliorare ulteriormente rapidità e reattività. Se riuscisse a diventare più rapido, in particolare in risposta e in uscita dal servizio, Starace potrebbe, anche sulle superfici veloci, girare più spesso intorno alla palla con il dritto e soprattutto potrebbe giocare più vicino alla linea di fondo. Inoltre, con una maggiore velocità nella corsa in avanti, potrebbe verticalizzare con più frequenza il gioco, diventando più aggressivo. Sul piano tecnico, è necessario continuare a sviluppare il repertorio del servizio. Il kick di Poto è un eccellente colpo da terra battuta, ma sul veloce, specie indoor, è molto meno efficace. Quindi è necessario aggiungere a kick e slice una variante piatta, anche a costo di diminuire la percentuale di prime. Poto è alto 1,90, un servizio piatto oltre i 200 km. orari è tranquillamente alla sua portata. Questo gli consentirebbe di essere meno prevedibile e di poter usare anche sul duro il suo schema preferito, l’uno-due servizio diritto. Senza contare che ovviamente questi progressi nel servizio gli farebbero comodo anche sulla terra. Ad esempio, ricordo nitidamente che lo scorso maggio al Foro, contro Davidenko, dopo aver vinto il primo set, ha finito per soccombere perché il russo, ad un certo punto, riuscì a trovare le contromisure sul suo kick di servizio, e smise di soffrire in risposta. Poter alternare ogni tanto al kick un pesante “piattone” gli consentirebbe di raccogliere molti più punti, anche sul rosso. Mi rendo conto che non è un lavoro facile, ma il campano ci ha già stupiti tutti lo scorso anno, ha un ottimo tecnico ad aiutarlo, e ora avrà anche parecchio tempo per lavorare con calma e metodo, per via della squalifica, che potrebbe anche infondergli più motivazioni e una maggiore dose di cattiveria agonistica, come è già capitato in passato ad altri giocatori squalificati. Secondo me ce la potrebbe fare, ponendo le premesse non solo per difendere la sua classifica, ma forse anche per entrare nei primi 20.

Alla prossima. Quando parleremo di Filippo Volandri.

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22 Commenti a “Tra profili tecnici e pronostici.
Che 2008 sarà per i 5 top-100 italiani?
Per primo Potito Starace ai raggi X.
E una sua intervista”

  1. chloe de lissier scrive:

    disamina inappuntabile. come sempre del resto. complimenti.
    colgo l’occasione per fare a tutti i miei migliori auguri. buon natale e felice 2008.

  2. andrew scrive:

    praticamente, vivisezionato….

    complimenti!

  3. anto scrive:

    Commentucci svelami il tuo segreto, condizionamento psicologico a livello kgb!

  4. stefano grazia scrive:

    Domanda: non potrebbe il forzato stop risultare alla lunga un vantaggio permettendogli quel potenziamento che potrebbe portarlo a fare il passo successivo? insomma, basta col vittimismo e lavorare sodo,fare di necessita’ virtu’ e in tutta umilta’ preparare una grande stagione non per dimostrare di essere stato trattato ingiustamente ma solo ed esclusivamente per riuscire a giocare il proprio miglior tennis possibile.

  5. roberto commentucci scrive:

    Scusami anto, ma non afferro il senso del tuo commento… che volevi dire?

    ps
    auguri

  6. marcos scrive:

    ottimo roberto, ottimo!

  7. Mario scrive:

    spero che la squalifica (ridicola, roba da “facciamo vedere che l’atp combatte la piaga scommesse”, beccando i soliti capir espiatori) lo renda più cattivo agonisticamente, come è capitato a canas l’anno scorso.
    punto su starace top 20 a fine 2008.

  8. Nikolik scrive:

    Prima di fine luglio, a tutto voler concedere, non penso che si potranno verificare i progressi di Starace sul veloce.
    Infatti, perdendo per squalifica le prime 6 settimane, salterà l’australia ed i tornei preparatori allo slam australiano e anche i primi tornei europei indoor.
    Immagino ricomincerà con i tornei sudamericani sulla terra per poi giocare solo Miami e Indian Wells, perchè vi è costretto.
    Poi terra fino alle olimpiadi, immagino.
    Piuttosto, domando questo: in classifica, saltando gli australian open, gli daranno uno zero, inserendo lo stesso il risultato tra i suoi migliori?

  9. roberto commentucci scrive:

    OFF-TOPIC:
    Comincio a dare un primo risultato della stagione agonistica 2008 degli azzurri, sia pure a livello juniores.
    Giacomo Miccini, classe 92, ha superato il primo turno nel torneo junior messicano “Casablanca Cup”, di categoria GA, (la più importante per le competizioni juniores: di questa categoria fanno parte gli Slam junior e pochissimi altri tornei fra cui il Bonfiglio e l’Orange Bowl). Il giovane di Recanati, testa di serie n. 7 del tabellone, ha battuto per 63 61 il coetaneo statunitense Raymond Sarmiento.
    Giacomo avanti anche nel doppio, dove in coppia con lo sloveno Borut Puc ha superato la coppia messicana Campos-Fuentes per 64 63. Ricordo che a livello juniores i punti ottenuti in doppio contribuiscono a migliorare il rank “combined” che è quello rilevante per la graduatoria junior.
    Giacomo è attualmente il numero 48 al mondo ITF (non contando i giocatori nati nel 1989, che a fine anno saranno tolti dalla graduatoria). Fra i nati nel 1992 è preceduto solo dall’australiano Tomic, dall’americano Harrison e dall’indiano Bhambri.

  10. karlovic 80 scrive:

    @ roberto commentucci.

    Potresti parlare anche del nuovo fenomeno spagnolo,carlos boluda(nato il 22-1-93!).
    A tuo parere,quando potrà esordire nel circuito maggiore(io credo tra 2 anni),e se mai potrà diventare il nuovo agassi?(carlos ha anticipo,potenza e accelerazione,degno del miglior agassi).

  11. karlovic 80 scrive:

    Ho visto il calendario atp 2008,e ho notato che basilea,è indicato come indoor carpet,(nel 2007 era indoor hard).Strano,perchè la superficie è sempre la stessa,ovvero il greenset confort(usato anche a madrid),quindi si tratta di hard e non di carpet(come madrid).Strano!

  12. roberto commentucci scrive:

    Caro Karlovic 80, ho sentito parlare molto bene, come te, di Carlos Boluda, ma non ho ancora mai avuto l’opportunità di vederlo giocare, mentre invece Miccini lo ho potuto vedere, sia pure in una sola occasione, e ne ho scritto un pezzo che trovi su questo blog, a questo link:
    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1096
    Su Boluda potrei scrivere solo ciò che appare sul web, ma non vi sarebbe molto valore aggiunto. Appena lo potrò vedere all’opera, ti farò sapere la mia opinione.
    Mi pare però che negli ultimi anni, con l’eccezione del fenomeno Nadal (e in parte di Djokovic), l’età di approdo nel circuito Atp sia tornata ad alzarsi, dopo i casi eclatanti di precocità visti negli anni ‘80 e in misura minore negli anni ‘90. Credo che questo dipenda dal fatto che il tennis attuale richiede doti di forza fisica e insieme di coordinazione nonché di capacità di concentrazione, difficili da ottenere, se non si è completato lo sviluppo psico-fisico (vedi ad esempio il percorso compiuto da Donald Young e dal giapponese Nishikori).
    Quindi, anche se non ho mai visto Boluda, credo che la tua previsione di vederlo esordire nel circuito a 16 anni sia un pochino ottimistica, ma non si sa mai.

  13. roberto commentucci scrive:

    OFF TOPIC:
    Aggiornamento dalla “Casablanca Cup”.
    Giacomo Miccini è approdato al terzo turno dopo aver superato per 67 63 63 l’americano King. Domani, negli ottavi, se la vedrà con il russo Mikhail Biryukov, testa di serie n. 12 del torneo, anche lui nato nel ‘92 e già nei primi 100 Itf.

  14. marcos scrive:

    aggiungo, al commento tecnico di roberto, che il poto ha da confermare i progressi nel rovescio: in qualche incontro, quest’anno, ho notato che ha provato a spingerlo di più. proababilmente, questo significa che sta superando i suoi acciacchi alla schiena (la rotazione del busto sembra più fluida). per migliorare sul duro (oltre al tema del servizio, già trattato nell’articolo), deve provare a seguire i passi che ha percorso roddick nel rovescio: in alcuni suoi incontri, quest’anno, non l’ha usato solo per rimandare di là la pallina. un paio di lungolinea rovesci e qualche servizio slice in centro da sinistra ogni tre games e migliora la classifica.

  15. Michele Fimiani scrive:

    Caro Karlovic 80, grazie per l’appunto su Basilea…ho prontamente corretto.
    Ammettio che non pensavo ci fossero lettori così attenti a certi particolari.
    E’ un piacere sapere che certe pagine, che richiedono comunque del tempo per essere curate, sianio consultate dai nostri aficionados.
    Ancora grazie per la correzione.

  16. karlovic 80 scrive:

    @ Michele Fimiani.

    Tu hai fatto(e fai)il tuo lavoro ottimamente.Non capisco la scelta dell’ATP,di elencare il Greenset di Basilea, come carpet!(il Greenset e hard!)
    Quindi Basilea a mio avviso,è indoor hard(come Madrid e come era nel 2007)
    A meno di un cambio dell’ultima ora di superficie.(ma non credo)

  17. roberto commentucci scrive:

    Giacomo Miccini si è qualificato per i quarti di finale della Casablanca Cup Torneo GA ITF Junior, battendo per 76 76 il coetaneo russo Biryukov.

  18. Francesco scrive:

    Sulle pagine avellinesi del Mattino di oggi, ho trovato un’intervista a Potito…(a beneficio della rubrica di Daniele Flavi) ;
    http://www.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20071227&ediz=AVELLINO&npag=33&file=FILM.xml

    ALESSANDRA MALANGA Chissà, forse se a due passi dalla casa paterna di Potito Starace non ci fosse stato un circolo sportivo dotato di campi da tennis, a quest’ora «Poto» sarebbe solo un simpatico diminutivo per chiamare tutti quegli abitanti di Cervinara battezzati col nome del santo della chiesa madre del paese. Ed invece… di Poto ce n’è uno solo. Solo, in testa alla classifica italiana dei tennisti. Solo, in Irpinia, a essere diventato campione in uno sport che, da noi, non vanta nessuna tradizione. Solo, di volta in volta, a mettercela tutta per cercare di battere l’avversario di turno, perché il tennis non è un gioco di squadra. E non è nemmeno più un gioco, quando si arriva a certi livelli. «Ho fatto tanti sacrifici - dice Potito Starace -. Ora sto raccogliendo i frutti del mio impegno, della mia caparbietà». Un vero peccato che il suo invidiabile curriculum professionale sia stato macchiato, qualche giorno fa, da una sospensione di sei settimane e 30mila dollari di multa comminategli dall’Atp (Association Tennis Professionals) per aver scommesso online sul risultato di partite di tennis. Uno stop forzato che potrebbe frenare l’inarrestabile corsa di Starace, dallo scorso mese di ottobre numero uno italiano e 31esimo al mondo. Un inizio d’anno senza racchetta per aver scommesso 90 euro e averli anche persi. Come l’ha presa? «Ho infranto una regola, è vero. Ma l’ho fatto in buona fede. L’Atp mi ha mandato il libro delle norme a Cervinara e non avevo avuto modo di leggerlo. Quando è esploso il caso Di Mauro, e ho scoperto che era vietato scommettere, ho subito smesso. Ma non è servito. Considerata la somma che ho investito e il fatto che ci abbia solo rimesso, ritengo che la pena inflittami sia spropositata. Se ho deciso di patteggiare è perché ho valutato che in questo modo avrei saltato solo il primo mese dell’anno, ma sarei stato pronto a ripartire più allenato e motivato che mai». Dove vuole arrivare? Non soffre di vertigini? «Ho iniziato il 2007 al 90esimo posto e l’ho chiuso scalando 60 posizioni. Per il 2008 vorrei cercare di raggiungere la top venti della classifica mondiale. Non bisogna mai mollare la presa, altrimenti, in un batter d’occhio, si precipita in basso. E poco importa da quale altezza». A quanti anni ha impugnato per la prima volta la racchetta? «A otto anni. Ho iniziato giocando nel circolo sotto casa, che poi è diventato della mia famiglia. Mi è piaciuto subito. D’altronde, già a quell’età seguivo le partite di tennis in televisione. La mia è una passione innata». Chi ha scoperto le potenzialità tennistiche di Starace? «Ho avuto tanti maestri nel corso degli anni, ma a darmi fiducia e a suggerirmi di praticare il tennis a livello agonistico è stato Antonio Leone. Avevo 13 anni e due o tre volte alla settimana andavo a Benevento per seguire le sue lezioni». Lei è alto 190 cm e pesa 84 chili. Alla racchetta si addicono le “taglie forti”? «Il peso e l’altezza non sono determinanti. Ci sono tanti tipi di giocatori: bassi ma rapidi, alti e potenti o che hanno altre caratteristiche atletiche». Come ogni sport praticato a livello agonistico, il tennis richiede tecnica e preparazione atletica. Quale delle due prevale in Starace? «Oggi sono abbastanza bilanciate, ma non è stato sempre così. Quando ho cominciato, avevo tecnica ma fisicamente ero un mezzo disastro. Poi, un po’ alla volta, sono migliorato anche da quel punto di vista». Lei diventa professionista nel 2001. Nel giro di pochissimi anni, sulla terra battuta “batte” importanti record. Il successo più «sudato»? «Il mio primo Grande Slam, nel 2004: ho battuto il numero dieci del mondo, giocando in casa sua, a Parigi. É stata una grande impresa, seguita da un’immensa soddisfazione». Tra un torneo e l’altro, lei riuscì, a suo tempo, anche a diplomarsi in ragioneria. Le conoscenze scolastiche l’aiutano a «calcolare» meglio le mosse dell’avversario? «Magari… Indubbiamente la cultura mi serve innanzitutto per essere un uomo migliore, poi per essere anche un buon atleta. Il tennis è uno sport molto particolare: è una sfida prima contro se stessi, poi contro l’avversario che si ha di fronte. E ci vuole una grande maturità per mantenere certi ritmi». A parte la famiglia e gli amici, a cosa è dovuta la dichiarata, irrefrenabile attrazione per Cervinara? «É il paese in cui sono nato è dove ho trascorso gli anni più importanti della mia vita. Purtroppo, riesco a tornarci di rado, durante le feste comandate e nei periodi di pausa degli allenamenti. Ma mantengo continui rapporti con i miei parenti e con gli amici più cari». É noto che Starace tifa Napoli non solo nel tennis, ma anche nel calcio. E la squadra biancoverde? E l’Air? «Tifo per il Napoli da sempre. L’Avellino è la mia seconda squadra: la seguo con interesse, e, quando sono stati giocati i derby, ho sempre sperato in un pareggio. Il basket, invece, non mi piace molto». Il tennista italiano degli ultimi tempi che ammira di più. «Non saprei… Conosco bene Davide Sanguinetti e mi piace molto, sia dal punto di vista umano che come tennista. Ha avuto problemi fisici, ma resta un grande atleta». Lei ha 26 anni. Qual è l’età media per appendere la racchetta al chiodo? «Si può giocare fino a 32, 33 anni: dopo i 30 inizia la fase calante. Io sto vivendo il periodo di maturità e devo dare il massimo adesso. Spero di giocare per altri sei o sette anni». E poi? «Vorrei rimanere nell’ambito tennistico. É questo il mio mondo, fin da quando ero bambino».

  19. roberto commentucci scrive:

    Un grazie a Francesco per la bella intervista di Potito, che è stato molto franco nel riconoscere che il miglioramento del 2007 è stato soprattutto dovuto ad un salto di qualità sotto il profilo atletico.
    Per motivi… scaramantici, continuo a postare qui le notizie sulle imprese di Miccini in Messico. Giacomo è in semifinale nella Casablanca Cup, dopo aver battuto per 63 16 76 il belga Yannick Reuter, classe ‘91 e quindi più grande di Giacomo di un anno. Il suo prossimo avversario è il giocatore di casa Cesar Ramirez, classe ‘90 e attuale n. 22 delle classifiche Itf. Match molto duro.

  20. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ramirez im Messico è un nome comune coem Rossi in Italia, però chissà che non sia figlio di Raul, il vincitore di Roma nel ‘75 (su Orantes in tre set combattuti (dopo aver sorpreso Borg nei quarti, clamoroso!, e Nastase in semIfinale). Per un po’ di tempo, dopo che lo aiutai a vincere il torneo di Firenze consigliandolo una tattica più aggressiva nella finale quando era sotto due set a uno con il tedesco Karl Meiler, Raul mi telefonava ogni giorno prima di ogni suo math per chiedermi come avrebbe dovuto giocare contro questo o quel giocatore. Arrivò nei quarti a Wimbledon, se non sbaglio, e mi chiese se ero disposto a seguirlo nei tornei (che in doppio lui vinceva regolarmente in coppia con Brian Gottfried), ma gli dissi che non era un mestiere che mi piaceva (anche perchè pensavo che sarei diventato un suo dipendente e alla prima sconfitta inattesa mi avrebbe sbattuto chissà dove…)ma siamo rimasti semrpe buoni amici e ogni vola che mi vede mi fa un sacco di feste. Piuttosto ricordo anche un’altra Ramirez (mi pare sia lei che ha sposato il campione francese Pierre Darmon), giocava il doppio femminile con la Reyes ed erano forti e simpatiche. Spero che Miccini vinca ancora. A me piace molto come gioca, dopo averlo visto all’ultimo US Open ( ne ho parlato a lungo in un post da new York…)

  21. roberto commentucci scrive:

    Ho un ricordo nitido di Raul Ramirez, Ubaldo, ero adolescente, era maggio, ed avevo addosso la febbre degli Internazionali. Avevo marinato il Liceo per andare la mattina a vedere gli allenamenti al Foro (che all’epoca erano ad ingresso libero). Lo vidi, il Raul, che palleggiava con Josè Luis Clerc. Provavano la diagonale di rovescio. Era un fantastico confronto di stili. Raul, giocatore molto classico, aveva un bellissimo back, la palla saltava pochissimo e cadeva sempre a un palmo dalla linea di fondo. Ma io all’epoca ero soprattutto affascinato dalla tecnica di Clerc… Il gaucho triste andava giù con le ginocchia come una pantera, girava la racchetta con la mano sinistra, stringeva l’impugnatura e… Bam! Su quelle palle così basse del messicano, faceva partire delle randellate, con pochissimo top spin, che all’epoca parevano eludere ogni legge fisica. Un rovescio di una bellezza magica. Rimasi a guardare ipnotizzato…
    Finché non ci cacciarono via, e allora mi affrettai al botteghino, per il biglietto, mentre rovistavo le tasche per cercare un gettone e avvertire a casa, con tono trionfante: “Mamma, a scuola tutto ok, ho mangiato un po’ di pizza, sono al tennis, torno dopo!”. Che momenti…

  22. roberto commentucci scrive:

    Finisce in semifinale l’avventura di Miccini nella Casablanca Cup. Il quindicenne azzurro è stato sconfitto dal messicano Ramirez per 67 63 60. Giacomo ha lottato alla pari per un set e mezzo, per poi cedere alla distanza ad un avversario più grande di lui di due anni e molto più esperto, essendo già vicino alla 600a posizione nella classifica Atp.
    Sconfitta più che onorevole e ottimo torneo per Giacomo, che la prossima settimana sarà intorno alla 30a posizione nel ranking mondiale juniores, a soli 15 anni e 6 mesi.

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