La furia di Murray e
la calma di Bogdanovic

 
24 Settembre 2008 Articolo di redazione
Author mug

Alex Bogdanovic non è certo un vincente. Soprattutto sull’erba dove “vanta” sette partecipazioni a Wimbledon dove ha racimolato tre set, l’ultimo dei quali quest’anno contro Simone Bolelli

Nei tre match di Davis giocati sull’erba ha perso in tre set dall’israeliano Okun e in quattro contro Melzer e Peya. È attualmente numero 163 del mondo, non è mai entrato nei primi cento, non ha mai raggiunto i quarti di finale in un torneo Atp. È un buon giocatore, ha un ottimo rovescio, un discreto dritto, è sicuramente carente nel servizio. Tuttavia il suo più grosso difetto è il carattere, pacato, timido, ai limiti dell’apatico ed è stato questo a far infuriare Murray al termine dello spareggio perduto in casa con là Austria e che è costato alla gran Bretgana la permanenza nel World Group.
Andy ha fatto sacrifici per giocare la Davis, soprattutto dopo la finale appena raggiunta agli US Open. Ai giornali ha dichiarato: “Ho mostrato tutte le mie emozioni e coinvolto il pubblico nelle mie partite. Penso che sia necessario farlo in Davis, specialmente se si gioca in casa. Bisogna avvantaggiarsi della presenza del pubblico. Quando Alex si è trovato ad inseguire non l’ho visto mostrare il pugno, urlare C’mon! o mostrare delle emozioni. Non mi importa se avesse dovuto rompere delle racchette. Bisogna coinvolgere il pubblico e mostrare che si dà l’anima per cercare di vincere la partita”. Bogdanovic da parte sua non ha certo perso il suo aplomb a causa delle parole di Murray e ha semplicemente commentato che il compagno ha ragione ma “dipende dalla personalità. Quando sono troppo esaltato spreco troppe energie. Stavo cercando di mantenere la calma”.
Caratteri diversi certo, passati diversi e origine diversi, ma quella calma imperscrutabile che ha accompagnato Bogdanovic per tutto l’incontro con Peya, Murray proprio non l’ha mandata giù. Sulla sua presenza in Davis lo scozzese ha aggiunto: “Se devo fare sacrifici per giocare in Davis Cup voglio che tutti i miei compagni facciano gli stessi sacrifici e che diano il massimo. Voglio che arrivino alle partite fisicamente in forma, anche se si tratta di tre match consecutivi al meglio dei cinque set. Così ho la certezza che tutti abbiano la stessa mia voglia disperata di vincere.”
Il fastidio di Murray era apparso evidente durante l’incontro decisivo in cui Andy si è seduto tra i compagni per tutto il primo set, balzando in piedi ad ogni punto di Bogdanovic e incitandolo a squarciagola. All’inizio del secondo set e con i primi passaggi a vuoto di Alex, Andy aveva iniziato a fare la spola tra la tribuna e gli spogliatoi per poi scegliere di non tornare più in campo a match ormai compromesso.
I giornali a Londra accusano il capitano Lloyd di aver sbagliato completamente nel portare Bogdanovic in squadra, soprattutto per la sua fama di perdente. Il Times, tra gli altri, ritiene che sarebbe stato più sensato portare Josh Goodall, 198 al mondo, che a Wimbledon aveva fatto bene, che ha un servizio molto più adatto all’erba e che quest’anno è salito in classifica di 176 posizioni. Il Guardian ipotizza che la convocazione di Chris Eaton avrebbe giovato di più alla causa.
In ogni caso il capitano oggi è stato confermato e le scelte si troverà a farle l’anno prossimo contro l’Ucraina, prossimo avversario per risalire nel gruppo che conta.

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17 Commenti a “La furia di Murray e
la calma di Bogdanovic”

  1. stefano grazia scrive:

    Ho sempre scritto che Murray mi piace e di recente l’ho paragonato a un incrocio fra McEnroe e Mecir. la strafottenza casual di Johnny Mac e le geometrie e l’intelligenza di gioco di Mecir…Ergo: McMecir…Murray sta prendendo il posto del mio adorato Federer proprio per queste ragioni: oltre ad avere un gioco che mi piace, per certi versi (blasfemia!) piu’ completo e ’smart’ di quello dello svizzero (che rimane ovviamente piu’ forte), e’ la passione e il carattere che lo scozzese gli abbina che mi entusiasmano soprattutto se comparato alla remissivita’ e fatalismo sciornato per gran parte della stagione da Roger (importanti segni di cambiamento negli USOpen,pero’, a prescindere dalla vittoria…)
    Del resto ero fra i pochi che apprezzavano Hewitt…Quindi non ci sono dubbi: io spero che mio figlio giochi come un Murray piuttosto che come un Bogdanovich (eheheh)…

  2. Thomas Yancey scrive:

    Un articolo molto interessante. Che può spingere la nostra riflessione oltre i consueti canoni che usiamo in genere per giudicare i tennisti. Qualche mese addietro proposi, nel “Café Universe” di Rossana Capobianco, un “divertimento” sull’atteggiamento dei giocatori di tennis in campo e sulle conseguenze che ne sortiscono per noi spettatori. Mi pare attinente anche in questa circostanza e in questo luogo.
    Alberto Savinio scrisse alla fine degli anni Trenta un articolo, fra i tanti, su Beethoven. Rileggendolo, mi sono divertito a sostituire i nomi dei musicisti citati con quelli di tennisti, apportando anche qualche variante al testo originale.
    Di Federer si sente dire da molti che è il più grande tennista di tutti i tempi, ma nessuno dice perché. Prima di tutto Federer riassume in sé molti grandi tennisti che l’hanno preceduto, e per di più aggiunge alla somma dei suoi predecessori qualcosa che a loro mancava, e questa è già di per se stessa una bella testimonianza manifesta e tangibile di superiorità.
    Oltre a ciò Federer è il solo tennista perfettamente sano secondo il canone dell’umana salute, e come tale è il solo che non costringe chi lo vede a quelle deformazioni cui costringono sia i tennisti che l’hanno preceduto nel tempo, sia quelli che gli sono contemporanei.
    Mi spiego.
    Tutti i tennisti, da Rod Laver a Novak Djokovic, tutti hanno qualche cosa nel loro tennis che ci costringe, vedendoli, a deformare in qualche modo la nostra natura, a ridurre o ad alterare il nostro sentire, a spegnere temporaneamente alcune nostre facoltà e magari ad eccitarne altre; in diverse parole, tutti i tennisti hanno qualcosa di singolare.
    In maniera generale, tutti i tennisti prefedereriani spaziano dentro un concetto tolemaico dell’universo, onde noi, per adeguarci a questa diversa e minore misura dell’universo, dobbiamo fare uno sforzo di riassorbimento e di retrogradazione mentale, simile a quello che dovremmo fare se volessimo tornare a credere che la terra è il centro dell’universo, e che al vertice della piramide stellare sovrastante il nostro pianeta, siede circondato di luce il Padreterno, la candida barba aperta sul petto e le mani levate a benedire i suoi figlioli.
    Nel particolare poi, Laver ci costringe dentro un senso prettamente liturgico, Connors ci costringe a girare intorno vestiti di raso cremisi, Borg ci costringe dentro una gabbia intrecciata di contrappunti e chiusa a ogni sguardo d’orizzonte, McEnroe ci costringe con nostro grave disappunto a farci piccoli piccoli e maliziosi, Agassi ci costringe a camminare svelti coi piedi e a tenere la testa in riposo.
    Questo per i prefedereriani. Quanto ai tennisti più o meno contemporanei di Federer, Gasquet ci costringe a chinar la testa e a chiuder gli occhi sotto il soverchio di una malinconica dolcezza, Nadal ci costringe a certi sentimenti tra eroici e balordi, di cui a freddo ci pentiamo amaramente, Murray ci costringe a trasformarci in creature disarticolate e molli che non riescono a stare ritte in piedi, Djokovic ci costringe a vivere da fantocci dinoccolati e traversati di tanto in tanto da una corrente elettrica.
    Lui solo, Federer, non ci costringe a mutarci, a deformarci, a diminuirci, a uscire dalla nostra condizione di esseri umani.
    Perché lui è essere umano e il suo tennis è tennis di essere umano. Perché la sua grandezza, che è grandissima, non è se non l’ingrandimento grandissimo dell’essere umano. Perché la sua arte, che è altissima, non è se non l’elevazione elevatissima dell’arte umana.

  3. Nik85 scrive:

    Certo che questo Murray è un personaggio che mancava al tennis attuale. Ha la stessa rabbia agonostica di un Djokovic ma riesce ad essere infinitamente più antipatico, a tratti strafottente con quel giochetto della palla corta e lob, gli urletti a fine punto, l’espressione “da schiaffi” che si ritrova, mentre dondolando a 2 metri dalla riga di fondo attende il servizio dell’avversario. Se ci metti quel pizzico di humour inglese la ricetta è pronta. Non se ne poteva più di questo finto duello amichevole federer-nadal, scambi di complimenti, smancerie e ipocrisie varie. Rimango convinto che il mio Rog sia il personaggio sportivo più adorabile nel panorama mondiale, che rimanga tale per quanto mi riguarda. Ma è bene che per movimentare il circuito crescano i Murray e i Djokovic, ragazzini che sbarrarino gli occhi di fronte ai primi due e si battano con furore sino all’ultima goccia di sudore per spezzare il duopolio. Cosa che avverà, molto probabilmente il prossimo anno, e chissà che non siano i due bambini del 87′ i futuri dominatori del tennis mondiale. Se così fosse, prevedo meno fair-play, baci e abbracci di quanti non se ne siano visti finora.

  4. Roberto Commentucci scrive:

    Bellissimo pezzo.
    Sono sempre esistiti giocatori “da Davis” e giocatori che invece non riescono a dare il meglio nelle competizioni a squadre. E sicuramente è un fatto caratteriale, prima che tecnico.
    Ma capisco sia la frustrazione di Murray, sia la delusione di Bogdanovic. Non si può forzare più di tanto la propria natura. Ammetto però che se fossi inglese, mi piacerebbe da matti tifare Murray e vivere quelle emozioni da scontro all’OK Corral che solo la Davis può dare, con buona pace di quello che pensa il mio amico cittadino del mondo, il… quasi apolide Stefano Grazia.
    Certo che la situazione del tennis inglese è davvero singolare. Loro, a differenza nostra hanno una punta - e che punta! - in Andy Murray. Hanno un discreto doppista in Jamie Murray… E poi praticamente il deserto, al punto che avessero uno dei nostri Seppi o Bolelli o Fognini sarebbero contenti come le Pasque.
    E questo nonostante il fiume di denaro che, ormai da molti anni, la loro federazione è in grado di invesistire nel settore tecnico, grazie agli enormi proventi del torneo di Wimbledon…
    Ma credo, d’altra parte, che i tifosi italiani sarebbero stati ben felici di avere, negli ultimi 10 anni, due soli giocatori nei primi 100, se questi fossero stati due campioni del calibro di Tim Henman e Andy Murray, invece della decina di discreti tennisti che abbiamo prodotto noi.

  5. Supermad scrive:

    Concordo con quanto scritto da Commentucci.
    E concordo pure con i giornalisti inglesi (per una volta): convocare Bogdanovic (che tra l’altro non è neanche britannico al 100%, visto che ha origini slave) è stata una follia. Noi ci lamentiamo di Barazzutti, ma l’ex Mr. Evert è riuscito a far perdere la Gran Bretagna contro l’Austria (la quale schierava Peya), in casa, sull’erba e contando del talento di Andy Murray. Sciagurato…sono anni che gli inglesi spingono Bogdanovic, dandogli wild cards ad ogni loro torneo, ma devono farsene una ragione: è un mediocre. Mi ha entusiasmato cento volte di più Chris Eaton, qualificatosi a Wimbledon e sconfitto al 2 turno da Tursunov, dopo aver comunque giocato un gran match.

    E’ facile dire queste cose a posteriori, però insomma…non ci vuole un mago per capire che Bogdanovic è tutto fuorchè un valido giocatore. Murray ha ragione ad incavolarsi…

  6. Reneè scrive:

    Io non sono tanto d’accordo.
    Voglio dire: è vero che la scelta di Lloyd è stata discutibile e giustamente, visto che l’Inghilterra ha perso, i giornalisti hanno criticato sia coach che il giocatore “perdente”.
    I giornalisti fanno - bene - il loro lavoro proprio quando esprimono opinioni critiche che si basano su considerazioni di fatto, anche se possono impermalosire qualcuno.

    Quello che non trovo corretto invece è l’atteggiamento di Murray che rilascia apertamente dichiarazioni critiche nei confronti del suo compagno di squadra dopo che questo ha perso.
    Proprio perchè la Davis Cup è manifestazione di squadra, non mi sembra un comportamento da “davisman” all’indomani della sconfitta fare il paragone tra il proprio atteggiamento in campo e quello del compagno di squadra; e come se Murray, usando parole politically correct abbia apertamente detto:”lui è un perdente, mentre io…”.
    Mi ricorda un po’ il comportamento (che trovo particolarmente fastidioso ed esecrabile, benchè molto diffuso) di chi, al solo fine di apparire simpatico e piacere al gruppo, fa lo spiritoso prendendo in giro il più imbranato della classe

    Mi piace (come a tutti, credo) chi non si dà per vinto e detesto l’ipocrisia e il falso fair play, ma se anche sei incavolato nero per la sconfitta e ti brucia che - per colpe non tue - la tua fatica e le tue vittorie non siano valse a nulla, sfogarsi pubblicamente contro il collega, palesemente ed obbiettivamente più scarso di te, non lo trovo per nulla ammirevole.
    Non era necessario rilasciare dichiarazioni di falsa attestazione di stima o consolatorie.
    Sarebbe bastato stare zitti

    Eppoi io sono convinta che l’agonismo stia ai pugnetti e c’mon come la sicurezza dei propri mezzi alla presunzione

  7. daniela scrive:

    Capirei le parole di Murray se lui e Bogdanovic fossero ad armi pari, cioè se anche lui si aggirasse intorno alla duecentesima posizione, e sentisse moltissimo, quindi, la pressione di giocarsi uno spareggio a Wimbledon, ma come può fare un discorso sulla grinta, sul carattere, sulla capacità di coinvolgere il pubblico, quando il livello tennistico è così diverso?
    Lui fa dei sacrifici per giocare in Davis? a Londra? dopo un’estate che gli ha dato onore e fiducia? e perchè questi sacrifici non li ha fatti andando al primo turno a giocare in Argentina? gli Inglesi si sono dimenticati che lo stesso fratello James lo aveva accusato di essersi inventato un infortunio per non andare a giocare quella trasferta?
    E poi i veri giocatori di Davis, quelli che danno l’anima veramente, si prendono le loro responsabilità e giocano anche il doppio, capitano o non capitano consenziente.

  8. Avec Double Cordage scrive:

    generalmente mi piace troppo l’atteggiamento extra campo di Murray è quello che mancava, lui è già nel mio team da un pezzo.

    Però sta volta ha fatto una stupidata, lui o Lloyd, perché il motivo per il quale hanno perso non è il povero Boggo (anzi trattarlo cosi non è un bella cosa da parte di Andy specialmente perché…) è che Andy doveva giocare il doppio con suo fratello Jamie, Hutchins non doveva manco scender in campo, perché Knowle e Melzer non li batti cosi facilmente, hanno sbagliato anche a scegliere la superfice perché Melzer sull’erba ci va a nozze, specie quella umida e scivolosa di settembre che non è la terba di luglio, ha vinto pure Wimbedon juniores li e anche a Knowle va bene l’erba e Peya non è cosi scarso come Bogdanovic anzi ha fatto pure un buon risultato sull’erba di Newport

    Io l’ho vista la sfida, Bogdanovic non è un gran che, non è super scarso ma ha veramente dei limiti ben definiti (e mettergli Brad Gilbert come coach era veramente esagerato) ad esempio sulla risposta di rovescio se gli arriva una palla alta è andata
    se volevano giocare sull’erba dovevano mettere Eaton, ma anche lui non avrebbe fatto un punto (almeno non faceva la figura di Bogdanovic che sembrava un bambino con un oste ciccione sulle spalle) e comunque entrambi i Murray dovevano giocare il doppio, era tutta li la sfida come per Italia - Lettonia, con l’aggravante che se Murray beccava una giornata storta (difficele a dire il vero) poteva anche perdere da Melzer.
    il primo set di Murray Melzer era tennis su erba quasi come ai vecchi tempi, con slice e contro slice esagerati, palle che rimbalzavano si e no 15 centimetri e dopo 1 metro rimbalzavano già la seconda volta drop shot e lob e contro lob, rasoiate di risposte di rovescio

    poi dopo un po’ Murray ha preso il sopravvento ma per un bel po’ l’esito era in bilico

    Melzer si è ripreso benissimo dal crollo che aveva ad inizio stagione, se continua a lavorare cosi e migliora la condizione fisica penso che l’anno prossimo farà un ottima stagione anche da top 20 se ha fortuna in qualche torneo grosso

    nel primo set contro Bogdanovic non c’era con i nervi ma poi lo ha preso a pesci in faccia, va beh Bogdanovic è uno come li abbiamo prodotti in serie noi per decenni non ci vuole certo gran che a stracciarlo quindi se hai il talento sprecato di Melzer

    ad ognimodo e da quando aveva 9 anni che è inglese, i suoi sono emigrati dalla Iugoslavia nel periodo della guerra, supermad direi ben che è inglese lui - non come Rusedski che era canadese e aveva sposato una inglese, mi sembra almeno che sia andata cosi

    io penso che il problema della gran bretagna sia più o meno lo stesso che abbiamo in itlaia, solo molto esasperato e con molti più soldi che finiscono nelle tasche di chi sa chi. Anche li non ci sono giocatori seri disposti a dannarsi l’anima pur di vincere (beh hanno avuto fortuna di beccare sto scozzese e anche henman ha avuto una carriera più che fortunata, vincere Wimbledon in piena era Sampras con i vari Kraijek, Rafter e Ivanisevic che giravano sarebbe stato chiedere troppo alla dea bendata) perché la base è ristretta troppo ai ceti benestanti - per via della mancanza di campi pubblici, è cosi in tutto il mondo con poche eccezioni. Dove ci sono i campi pubblici c’è la base per estrarre i lottatori, e se becchi un lottatore con talento lo puoi portare ad essere un campione

    Se invece come da noi scegli i talentosi tra quelli che hanno una famiglia con un po’ di soldi li dovresti trasformare in lottatori cosa che non funziona quasi mai, ci dovrebbero essere troppe cose che coincidono; se ci penso Federer potrebbe essere un di quei rari casi, la sua famiglia sta bene, ha un talento mostruoso, ha un fisico leggero e veloce non inclino a infortuni, da quel che si racconta in giro di come era da bambino è un po’ egoista-perfezzionista-cattivello che vuole annientare l’avversario in campo, e ha beccato uno che gli ha insegnato una teccnica sopraffina che lui esegue perfettamente con le doti innate e quindi non subisce infortuni, se una di queste componenti fosse leggermente meno pronunciata probabilmente invece di Federer sarebbe stato un altro Gasquet o Leconte

    Bogdanovic invece è tutto un altro paio di maniche, è un sacrilegio solo nominarlo in questo contesto e chiedo venia per averlo fatto

    @Thomas Yancey
    qualcuno lo aveva detto, David Foster Wallace lo ha spiegato abbastanza bene perché Federer è il migliore, nel suo scritto per il New York Times (sicuramente tu lo hai letto, ma per chi non lo avesse letto basta andare sul sito del New York Times e fare una ricerca)

    @Roberto Commentucci
    ai ai roberto hai definito Murray inglese se ti sentisse ;)

  9. Diego scrive:

    Io penso invece che Muraysia è un bello sbruffone? è facile parlare per il n. 4 del mondo ma alla fine il povero Bogdanovic non è certo un giocatore da erba. Al contrario di Melzer, che si disimpegna bene su tutte le superfici, e lo stesso Peya non è certo a disagio con il serve and volley. Colpa del capitano che doveva convocare Goodall o Eaton, giocatori serve and volley. Del resto, se è vero che ad alti livelli un giocatore da fondo può giocare benissimo sull’erba, a livelli meno elevati la superficie verde fa ancora la differenza:basti pensare a Bopanna e Amritraj, attaccanti indiani mediocri che grazie a una serie di incontri casalinghi sui prati hanno portato l’India ad altissimi livelli in Davis. Quindi è normale che Bogdanovic, purissimo fondocampista, sia a disagio con Melzer e Peya, di pari valore a lui e sicuramente più avvezzi al prato. Veramente antipatico questo Murray!

  10. Giovanni Rossi scrive:

    Chi vince ha sempre ragione e Murray ha ragione da vendere!Perdere dall’Austria, in casa, su una superficie scelta per sfavorire gli ospiti, e’ da bischeri. A maggior ragione se poi la sconfitta avviene perche’ un giocatore si scioglie come la neve al sole sotto la pressione. Sono consapevole che sia troppo facile parlare dopo, ma certo portare Bogdanovic e’ stato come andarsi a cercarseli i guai.

  11. hollywood scrive:

    Io invece Murray proprio non lo posso vedere, penso che sia uno tra i tennisti piu’ scorretti che ci siano in circolazione.

  12. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Murray è, semplicemente, o il prossimo britannico vincitore di slam (e allora tutti zitti), o la prossima eterna promessa mai mantenuta del tennis britannico (e allora giù mazzate).
    I numeri, ragazzi: non mentono mai. Se Murray vincerà, avrà ragione lui.

  13. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Volevo dire: “Avrà avuto” ragione lui, naturalmente.
    Le tastiere vanno sempre più veloci della mia lentissima capacità d’espressione.

  14. Reneè scrive:

    Non è questione se Murray ha ragione o meno, nè se è forte o meno
    Ha ragione: l’Inghilterra poteva vincere e lui è forte
    ma l’articolo faceva riferimento al suo comportamento post sconfitta
    celebrandolo, almeno mi pare, come da vero “davisman”
    Invece a me sembra che - nel caso - si sia comportato da vero sbruffoncello “primo della classe”: insopportabile, a prescindere da quanto sia forte
    se il davisman “trascina la squadra” non deve attaccare il compagno scarso
    questo è un individualista che voleva l’applauso del pubblico contro il resto della squadra che aveva perso

  15. Avec Double Cordage scrive:

    Reneè il tuo ragionamento ci può anche stare, del resto lo sbruffoncello è scozzese e gli altri sono inglese ;) certo che a suo fratelo Jamie lo mette sempre in delle gran belle situazioni

  16. anto scrive:

    E BBravo Murray, alla faccia del fair play e del gioco di squadra. qui da noi c’è starace che afferma, sono amico di Bolelli ma io non mi sarei comportato in questo modo…..per la serie quando il silenzio è d’oro.

  17. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Murray è un ventunenne che (per ora) non sa perdere.
    E allora? Perchè, Federer sa perdere? E Nadal? E Nole?
    Certo, non si fa quello che ha fatto lui, per amor di squadra e di patria.
    Ma….patria? squadra? La Scozia non ha una squadra di davis.
    Forza Andy, spaccali tutti, anche (e soprattutto) gli inglesi: hanno inventato questo gioco, e nella storia del tennis open sono quasi messi peggio dell’Italia (quasi, perchè Wade pareggia Panatta, poi loro sono avanti con le semifinali e le vittorie ai MS di Henman, e adesso con Murray), non hanno un allenatore, non azzeccano una convocazione, ecc….
    Ma mica sono scozzesi.

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