Peer prima israeliana in Arabia.
Ha giocato nel Qatar Total Open.
Un match storico (e vittorioso)

 
18 Febbraio 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

L’infelice battuta del doppista Ram. Shahar: “Più duro l’allenamento sul campo da tennis che l’addestramento nel kibbutz!” “La ospiteremo come se fosse la moglie dell’emiro” aveva dichiarato un membro dell’organizzazione del Qatar che vorrebbe organizzare le Olimpiadi del 2016.

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Peer telling little kids the magic of tennis. La Peer narra ai bambini la magia del tennis.

Se il ping-pong aiutò la distensione fra gli Usa di Nixon e la Cina di Mao, la racchetta della tennista israeliana Shahar Peer potrebbe fare il miracolo di aprire la strada verso una convivenza un tantino più pacifica in Medio Oriente.
Ieri la robusta ragazza di Gerusalemme, 1 m.e 70 per 60 kg, 20 anni, n.17 Wta, un naso piuttosto pronunciato, diversi mesi soldatessa nell’esercito israeliano _ “Ma ho lavorato molto più duramente sul campo da tennis per diventare la n.15 del mondo un anno fa che là nel kibbutz” _ ha infranto un piccolo grande muro politico.
E’ stata la prima israeliana, infatti, a disputare un match _ vinto oltretutto, 6-4,6-3 sulla slovena Andreja Klepac _ in un Paese arabo. E’ accaduto ieri. Dapprima la Peer doveva giocare contro Francesca Schiavone, ma poi il tabellone è stato modificato a seguito del ritiro della Hantuchova e la Schiavone si è ritrovata fortunatamente ammessa al secondo turno senza colpo ferire.
E’ accaduto nel Qatar, dove si svolge un torneo, il Qatar Total Open di Doha, con 2 milioni e mezzo di dollari di montepremi e sono presenti 8 delle prime dieci tenniste del mondo, comprese Sharapova e Venus Williams. Questo sembra soltanto il primo passo verso la distensione visto che la coppia Ram e Erlich _ primi israeliani a vincere uno Slam all’ultimo Australian Open _ è stata invitata al torneo di Dubai fra un paio di settimane, sebbene Erlich si fosse dimostrato un tantino preoccupato per la propria sicurezza e Ram si fosse lasciato scappare una battuta di dubbio gusto: “Se lo sceicco del Dubai ci dà il visto non vedo perché non andare…_ e poi rivolto verso il compagno un po’ timoroso _ beh, lui non ha paura di andare là, ma semmai di non tornare…”.
Quanto alla Peer, un membro dell’entourage della famiglia Al Thani che “regna” sul Qatar avrebbe detto: “La accoglieremo come se fosse la moglie dell’emiro”. E certamente il Qatar, piccolo staterello di 850.000 abitanti sul Golfo Persico, confinante con il Kuwait, farà di tutto per ospitare al meglio la Peer, anche perché per il 2016 è uno dei Paesi candidati ad ospitare i Giochi Olimpici, dopo aver ospitato quelli Asiatici nel 2006. E ospiterà anche, a novembre, il Masters femminile (anche per il prossimo biennio).
“Tutte le nazioni sono benvenute nel nostro Paese” ha detto il direttore del torneo Ayman Azmy. “E questo è il nostro modo di dare una mano al mondo arabo, come fosse un passo delle Nazioni Unite verso la pace _ ha enfatizzato Ian Froman, presidente della federtennis israeliana – Shahar è in Qatar perché non ha rancore o inimicizia nei confronti degli arabi”.
Va detto che la Peer, che pure si definisce “una sportiva e non un politico”, ma poi aggiunge “se posso aiutare le cose ad andare meglio sarò felice di farlo, aveva hià preso una decisione controversa l’anno scorso quando aveva deciso di giocare il doppio con l’indiana di fede musulmana Sanja Mirza. E fecero più problemi in patria alla Mirza che non alla Peer.
“Lo sport è un bel mezzo per fare amici” ha sottolineato Larry Scott, presidente della Wta, ovviamente raggiante. Il Qatar commercia con Israele, ma non ha vere relazioni diplomatiche. Certo è che i due Paesi non sono nemici.
“Sono molto eccitata all’idea di ritrovarmi per la prima volta in un Paese Arabo ha detto la Peer che lo scorso anno ha raggiunto i quarti all’open d’Australia e degli Stati Uniti_ E’un grande torneo”.
Vi prendono parte anche, oltre alla Schiavone, la Knapp e la Garbin. Programmato come secondo match sul campo n.2. c’è Schiavone vs. Zvonareva seguito da Knapp vs. Georges Sul campo 4 (dalle 15.30 locali) prima Li vs. Likhovtseva e poi Garbin vs. U.Radwanska (la minore e la meno forte delle sorelle)

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4 Commenti a “Peer prima israeliana in Arabia.
Ha giocato nel Qatar Total Open.
Un match storico (e vittorioso)”

  1. marcos scrive:

    io son molto contento se il tennis può farsi, in qualche misura, veicolo di pace o di dialogo.

    per ora, si ricorda il ping pong. magari domani, ricorderemo anche il tennis. sarò lietissimo se questa nobile funzione potrà un giorno esser svolta pure dal tamburello e dal volano.

    questi sono sport che vivono sullo scambio: si manda di là qualcosa e ci si aspetta sempre una risposta. a volte fa punto uno, a volte fa punto l’altro…ma lo scambio resta l’attore principale.

    peace&love!

  2. Daniel Kikar scrive:

    Questi si che sono belle notizie !!!
    Un Israeliana partecipa ad un torneo in un paese arabo , magari potesse accadere anche nel calcio , dove Israele è costretto a fare le qualificazioni per i mondiali in Europa , perchè i paesi arabi si rifiutano di giocare con loro…
    Una piccola precisazione , in kibbutz si lavora e si vive in comunità e in pace, è nell’esercito che ci si addestra…
    Alla prossima bella notizia …

  3. lallo scrive:

    La vera notizia è che SAMPRAS ha asfaltato Haas in esibizione 6-4 6-2. E qui viene difficile pensare che si tratti di una concessione del tedesco (una batosta del genere non piace prenderla a nessuno sopratutto con un presunto ex giocatore).
    Viene veramente da pensare che almeno sull’Erba Pistol sarebbe ancora supercompetitivo.

  4. Monique Filippella scrive:

    Nella rassegna internazionale ci sono diversi articoli riguardanti questo evento. E’ un invito anche per i più pigri ad andare a leggere cosa si scrive nel mondo a proposito di tennis: oltre al link all’originale, c’è anche la traduzione di una parte dell’articolo. ;-)

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