Tutti aggrappati alla Schiavone.
Quattro giorni per due turni
e per dieci bocciati su undici.
E io non pretendo un n.1!

 
17 Gennaio 2008 Articolo di Rino Tommasi
Author mug

Virtual Tour: Day 5!  

Per la tredicesima volta su 30 partecipazioni Francesca è l’ultima superstite azzurra. Forse il tennis non è adatto alle nostre caratteristiche? Oppure qualcosa non va nell’organizzazione tecnica? Lo sport non è come la politica… 

MELBOURNE - Siamo aggrappati a Francesca Schiavone. Quattro giorni e due turni hanno già bocciato dieci degli undici rappresentati italiani in questo torneo . Volandri e Fognini nel maschile, la Vinci e la Knapp nel femminile hanno perduto contro a avversari di classifica inferiore ma senza colpe particolari nel senso che i margini di superiorità non garantivano vittorie sicure.
A livello di secondo turno alcune sconfitte erano scontate ed alcune, in particolare quella di Seppi contro il russo Youzhny lascia spazio più che al rimpianto, almeno a qualche motivo di moderata soddisfazione.
In quanto alla Schiavone è giusto ricordare che è la tredicesima volta (su trenta partecipazioni) che la tennista milanese risulta la migliore in campo italiana in una prova dello Slam . Purtroppo le speranze che riesca ad allungare la sua permanenza non sono molte se si considera che la sua prossima avversaria è la belga Justine Henin, vale a dire la prima giocatrice del mondo.
E’ questo un alibi che mi obbliga ad una riflessione. Ieri ad esempio ho visto Simone Bolelli, che molti considerano una delle nostre migliori speranze, preso a pallate dal serbo Novak Djokovic. E’ stato l’equivalente tennistico di un k.o., una partita che è sembrata già finita dopo il secondo game nel quale il bolognese ha ceduto il servizio da 40-0.
Ora sappiamo tutti che Djokovic è la più interessante alternativa ai primi due giocatori del mondo, ai quali ha già preso le misure in più di una circostanza ma io mi domando perché i fenomeni sono sempre gli altri mentre noi non ne abbiamo più uno da ben 25 anni. Non pretendo un numero uno ma almeno un giocatore competitivo ai massimi livelli. L’ultimo che abbiamo avuto è stato Adriano Panatta, la cui miglior classifica è stata numero 4 ma che nel 1976 ci ha regalato le vittorie del Roland Garros e degli Internazionali, oltre ad una Coppa Davis.
Poi più niente. Qualche talento sfiorito come Camporese e Canè, qualche operaio di buona volontà come Gaudenzi e Furlan, tutti giocatori che al massimo hanno fatto qualche timida comparsa tra i primi 20. Ed anche le ragazze, che pure sono state complessivamente più brave come Raffaella Reggi e Silvia Farina, prima della Schiavone, non sono mai riuscite a mettere un piede tra le prime dieci.
Dobbiamo credere che il tennis non sia adatto ai nostri giovani oppure dobbiamo pensare che ci sia qualcosa che non va nella nostra organizzazione tecnica ? Eppure la vecchia Europa qualche buon campione o campionessa l’ha prodotto. La Francia, la Spagna, la Croazia, la Svezia, la Germania, la Svizzera, la Russia qualche numero uno lo hanno avuto, noi niente.
Facevo queste riflessioni ieri mentre assistevo al massacro di Bolelli contro il serbo Djokovic e più tardi all’umiliazione di Tathiana Garbin da parte di Anna Ivanovic, alla quale sono bastati 24 minuti per vincere a zero il primo set. Certo erano sfide improponibili ma perchè ci sono sempre i nostri nella parte della vittima ?
Qualche impiegato della Federazione mi dipinge come nemico del nostro tennis ma lo sport, per fortuna, non è come la politica dove le elezioni le vincono tutti. Qui contano i risultati e questi purtroppo parlano chiaro.
Il discorso sugli italiani mi lascia poco spazio per i grandi protagonisti stranieri. Purtroppo da domani potrò occuparmi solo di loro.

Rino Tommasi

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30 Commenti a “Tutti aggrappati alla Schiavone.
Quattro giorni per due turni
e per dieci bocciati su undici.
E io non pretendo un n.1!”

  1. stoppardi scrive:

    grande rino…

    ed è inutile che gli impiegati della federazione citino le vittorie in torneucci … quel che conta sono questi tornei…
    tifiamo x gli stranieri…è meglio

  2. asterix scrive:

    Tommasi, sul sito della fit dimostrano che lei si sistema i dati come le pare. i giocatori italiani saranno schiappe ma lei è in malafede

  3. Gianluca Fg scrive:

    E’, veramente, deprimente tutto ciò..non che riponessi tante speranze in Bolelli o nella Garbin..francamente i loro avversari erano e sono nettamente superiori..tra l’altro Bolelli, a mio modo di vedere, viene un pò troppo sopravvalutato…e cmq, sono d’accordo con Rino..se Tommasi è in malafede, allora lo siamo quasi tutti in questo blog!!! scusa Asterix, ma non è come dici tu!

  4. Michele Fimiani scrive:

    Caro Asterix, fammi capire; dove credi possa stare la malafede in un giornalista che avrebbe solo da guadagnarci se ci fosse un italiano nei top ten?
    Pensa a quanto spazio in più avrebbe il tennis nei giornali e di conseguenza quante cose in più potrebbero scrivere i nostri giornalisti se avessimo un campione.
    Purtroppo la cultura sportiva italiana fa sì che in prima pagina ci debbano andare solo il calcio e gli sport in cui ci sono italiani forti; ed inoltre questo atteggiamento fa sì che un giornalista che si limita ad essere obiettivo passi spesso da anti-patriottico.
    Insomma asterix, non sto parlando di concetti così difficili da intendere, e non ci vuole un’intelligenza superiore alla norma per capire che nessun giornalista italiano dotato di un minimo di intelletto non si augurerebbe di avere un top ten. Anche solamente, ripeto, per questioni professionali.
    Smettiamola quindi, e concludo, di usare parole a sproposito come “malafede” o “anti-patriottismo” per professionisti da cui abbiamo solo da imparare.

  5. federico scrive:

    I numeri sono molto ma non sono tutto… secondo quanto sostenuto nel sito della Fit l’Italia del tennis maschile sarebbe davanti a nazioni quali l’Australia…
    Sinceramente non mi esalta ma un Hewitt non lo abbiamo da decenni…
    E quanto ai tornei valutati non è che se consideriamo i Master Series o gli altri tornei Atp ci sia da sorridere…certo se se considerano i chellenger…
    Siamo mediocri e l’importante sarebbe avere il coraggio di ammetterlo…
    L’uomo che si è distinto in questi AO è Seppi che pure ha perso in 4 set con Youznhy che neppure è un top 10.
    Vero è che Tommasi appare un pò eccessivo nelle valutazioni… da ann lo seguo e mi è parso un pò ingeneroso a volte… anche se solitamente ha ragione (tipo la celebre polemica sulla scelta del terreno su cui sfidare la Spagna in Davis,scelta che è clamorosamente ricaduta sul rosso).
    Comunque per non divagare… come telecronista è ancora il numero uno…forza Rino.

  6. Luigi Ansaloni scrive:

    Riguardo all’accusa di “malafede” fatta da Asterix a Tommasi, non posso che essere completamente d’accordo con Michele quando dice che non ci vuole un genio per capire una semplicissima regola, e parlo da giornalista: se un mio compatriota, giocatore di tennis, sport in crisi (perchè è in crisi, non diciamo balle) da un sacco di tempo, riesce nell’impresa di combinare qualcosa di decente (come successo a Volandri a Roma) io, da giornalista che si occupa di tennis (come Tommasi) ho uno spazio sopra riviste, quotidiani e televisioni quintuplicato (a dir poco) rispetto al normale. Come succedeva, ad esempio, allo sci ai tempi di Tomba e Compagnoni. Non è un concetto difficile da capire…

    Parlando da semplice tifoso, invece, non posso che dare ancora più ragione a Tommasi: ma cosa vuoi che freghi alla gente del torneo di Umago, di Kitzbuel, di San Polten e compagnia bella? Oppure che quest’anno ci sono più giocatori tra i primi cento di quanto non ce ne fossero due anni fa o 4 anni fa? Non importa assolutamente nulla a nessuno.

    Se non dimostri di essere forte NON SOLO A PAROLE nei tornei che contano (che sono i 4 dello slam, i master series e mettiamoci pure la coppa Davis, e poi STOP), facendo figure penose, allora le parole non servono, come non servono i numeri…

  7. alenar scrive:

    Dopo il primo turno avevo ritenuto eccessive le critiche di Rino ai risultati dei nostri. Oggi sottoscrivo ogni virgola del suo commento e ritengo davvero inaccettabili le polemiche nei suoi riguardi da parte della Fit.
    L’ambizione di avere finalmente un campione italiano degno di questo nome, capace di ripetere le gesta di Panatta dopo 30 anni mi sembra assolutamente una chimera allo stato attuale.
    Non è colpa della federazione se Federer è nato a Basilea e non a Lodi, ma trincerarsi dietro i risultati attuali definendoli buoni rispetto al passato…
    Nell’articolo di Ubaldo c’era molta delusione nei riguardi della prestazione di Bolelli, purtroppo non mi sento di aver fiducia in lui o Fognini, hanno grossi limiti fisici, tecnici e atletici, al massimo possono ambire secondo me ad un posto nei primi 50, qualcosa di più Seppi, in prospettiva immediata l’unico che può inserirsi nei 30.
    Ma non è solo un problema di classifica: ho l’impressione che oggi il divario tra top 10 e gli altri sia davvero enorme, soprattutto negli slam dove le sorprese sono quasi azzerate, rischiamo per molti anni di rimanere alla prestigiosa vittoria di Volandri su Federer a Roma, caso unico e non raro per il nostro tennis.
    Occhio però a dare tutte le colpe alla federazione: nello sci i nostri stanno facendo benissimo nonostante la totale assenza di istituzioni, soldi, sponsor.

  8. andrew scrive:

    Di chi è espressione la FIT? Dei circoli…

    Di chi sono espressione i circoli? Dei soci…

    A cosa sono interessati i soci? Alla propria società…

    Potrebbe anche funzionare se almeno da qualche parte aleggiasse la parola “Tennis”…inteso come “Tennis al massimo livello”…

    Purtroppo il circolo funziona con le seguenti priorità:

    1. Ambiente e soci da curare.
    2. Nuovi soci da cooptare.

    Per soddisfare tali priorità, si ricorre a:

    1. Quote alte di accesso e altrettante quote alte per i campi. Ciò consente di:
    a. Scremare i fruitori del tennis in base al censo e garantire un piacevole soggiorno ai soci nel circolo, privo di fastidioso baccano e con campi sempre liberi.
    b. Dare la piacevole illusione ai soci di essere bravini in questo simpatico gioco, evitando il più possibile ogni contaminazione o confronto con l’esterno.

    2. Allestimento di una scuola SAT così suddivisa:
    a. Reparto agonistico rivolto a quei bambini che già da subito evidenziano una certa predisposizione per il giuoco. Essi serviranno per eventualmente portare a casa qualche risultato Under per il reclutamento di nuove leve per il reparto “pascolo” (o punto b.). Da qui escono i 2 e i 3 categoria. REDDITIVITA’ BASSA
    b. FONDAMENTALE. Reparto “pascolo” rivolto a quei bambini che non evidenziano già da subito predisposizione per il giuoco. Essi, se ben allevati, consentiranno PER MOLTI ANNI di rimpinguare le casse della società e costituiranno i possibili futuri soci adulti. Da qui escono i 4 categoria. REDDITIVITA’ ALTA.

    Se qualcuno fosse a conoscenza di un circolo interessato alla costruzione di giocatori, prego rispondermi…

  9. angelica scrive:

    asterix, mi sa che sul sito della federtennis con quei numeri ci vogliono giocare al super enalotto.

    Concordo completamente con quanto detto da Michele.

    Un giornalista ha solo da guadagnare se c’e’ uno giocatore o giocatrice di vertice (che poi vuol dire top 10 meglio ancora top 5) mentre se lavori in federazione guadagni lo stesso anche se i risultati non arrivano.

    E se vogliamo parlare di malafede…non e’ in casa Tommasi che si deve guardare.
    Sempre se si vuole guardare.

  10. dyana scrive:

    Mah, per farsi un’idea sul livello del tennis italiano, non serve il sito di FIT. Meglio quelli di ATP e WTA. Segnalo una desolante partita Ivanovic-Garbin, con l’ultima che praticamente prendeva in giro se stessa. Monumentale un challenger su un ace della serba, dentro di mezzo metro ( vabbè, forse esagero).

  11. valerio scrive:

    La so io la soluzione..NN avremo mai un giocatore serio ai massimi livelli A)Perche la maggior parte degli italiani non avrebbero il coraggio magari a 6 anni di andare fuori dal proprio paese
    B)allenatori incopetenti
    C)Mentalita tipica dell’italia!Proprio nel senso di sport..Chissa magari quanti fenomeni nel tennis hanno giocato a calcio fino ai 18 anni per scoprire poi che non era il loro sport..PENSATE A ROGER..arriva ad una certa età con il dubbio tennis calcio..sceglie il tennis perche gli riesce meglio..magari se era italiano avrebbe scelto il calcio e ciao ciao Roger..

  12. Nicola scrive:

    Quoto, per quello che può contare il mio parere, totalmente quanto scritto da Andrew.

  13. chloe de lissier scrive:

    le prestazioni dei nostri tennisti sono coerenti con molte altre caratteristiche nazionali da diversi anni a questa parte. una su tutte: è di pochi giorni fa la notizia che siamo terzultimi, fra i paesi della comunità europea, nel grado di istruzione. una realtà del genere mi appare tremenda.

  14. Pietro scrive:

    Concordo anch’io con Tommasi. Non è questione di non avere un Federer o un Sampras (quelli nascono quando e dove capita), ma di non essere in grado di produrre, se così si può dire, buoni tennisti di livello medio-alto. Il fatto che negli ultimi trent’anni nessun Haas, Ljubicic, Stepanek, Baghdatis, Henman o Nalbandian (e cito apposta tutta gente che non ha mai vinto uno Slam) sia nato in Italia, fa supporre che qualche problema dovrà pur esserci.

  15. Gudpis scrive:

    Sono totalmente preso da una domanda che non riesco a togliermi dalla mente…. mi tormenta: qual’è il personaggio dei cartoni animati preferito dall’Egregio Direttore della Comunicazione della FIT Giancarlo Baccini? Un mio amico mi ha detto che potrebbe essere ASTERIX! Voi cosa ne pensate?

    A parte gli scherzi. Posso capire che per qualcuno i dati di Tommasi possano “fare male” ed apparire un pò come un pugno sullo stomaco, ma al momento, nei grandi tornei (quelli che contano + di tutti sono gli Slam… qua cari miei c’è poco da obiettare) non ci siamo. Mi dispiace tanto ma è così. Penso che Tommasi stesso si muoia dalla voglia di commentare un grande Italiano (si capisce dal suo intervento!) ma al momento la situazione è questa. Sul blog-FIT si è ipotizzato che quella di Tommasi x lo Slam sia una fissa.. Beh allora sono curioso di sapere ….quali sono i Tornei più importanti?
    Perchè andiamo male? Beh cominciamo dall’abc: riconosciamo per favore che la situazione non è delle migliori! Altrimenti come si possono fare quei cambiamenti necessari per migliorare?
    Saluti e un grazie allo staff del blog.

  16. flexible scrive:

    mmmmm,
    forse forse una soluzione ci sarebbe, dovremmo accoppiarci di più con straniere\i…….,

  17. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Ragazzi, ma quale malafede! Domani sarà il venerdì della prima settimana, e dovremo scegliere ancora una volta verso quale campione straniero indirizzare le nostre simpatie. Sempre d’accordo con Rino.
    Un grazie a karlovic ‘80, che anche l’altro ieri mi ha confermato il peggio: dal 1996 un italiano non batte un topten in uno slam sul veloce (sono tre su quattro, mi pare….). Peggio di così..Vorrei io “aggiustare” i dati in favore dei nostri, ma ogni volta che ci provo il computer mi dà “errore irreversibile”.
    Bravo Seppi, in ogni caso.

  18. Enzo Cherici scrive:

    Immaginate per un attimo che Gattuso tenga un blog. E che nel suo blog si mettesse ogni santo giorno a fare le pulci a Maradona. “Aveva solo il sinistro”. “Non era forte di testa”. Eccetera. Insomma, quello era Maradona e tu (con tutto il rispetto) sei Gattuso. Ecco, ogni volta che do un’occhiata al blog di Baccini mi viene in mente la storiella di Maradona e Gattuso. Insomma, tu sei Baccini, quello è Tommasi. Il blog di federtennis s’è ormai trasformato in uno strumento per la Guerra Santa a Rino Tommasi (e altri colpevoli di scrivere le cose come stanno). Manco ci andasse Rino in campo a rimediare le figure barbine di alcuni nostri giocatori (fatte salve lodevoli eccezioni). Eppure basterebbe, non dico guardare i match dei nostri, ma almeno leggere i risultati. Deprimenti. Ubaldo ha dimostrato che negli ultimi 30 anni fra uomini e donne si sono accavallati più o meno 250 tennisti. Italiani? Manco mezzo. La Federazione continua ad incensarsi raccontandoci che è aumentato il numero degli iscritti e bla bla bla. Ma all’appassionato cosa gliene importa? Ma anche al giornalista che vorrebbe avere il piacere di raccontare le imprese di un nostro eroe, cosa gliene importa? Certo che ribattere all’evidenza dei numeri con ragionamenti tanto campati in aria occorre un notevole sprezzo del pericolo. Ma anche del ridicolo.

  19. Matteo B scrive:

    @ dyana

    Mi sembra un pò esagerato prendersela con la Garbin! Ricora che aveva di fronte la Ivanovic, testa di serie n 4! Certe partite sono chiuse in partenza, e anche se posso concordare con te che è brutto il 6-0 subito e che Tax poteve essere più competitiva, anche se fosse finita 6-3 6-3 il risultato non è che mi avrebbe reso più soddisfatto!

    Le partite da vincere erano altre…Volandri in primis e dietro Knapp e Pennetta… Bolelli poi, nonostante Djokovic, poteva impegnarsi di più, ma quando incontra un top player si vede netta la differenza ahimè (ricordo un’orrenda partita con Hewitt a Wimbledon…)

    Che Seppi perda con Youzny in 4 set con punteggi decenti ci sta, che Fognini perda al 5 contro uno più abitutoa queste supefici lo posso capire, come anche la Camerin con la LI…

    Quello che non posso capire invece è come mai dalla Fit continuano a dirsi felici di questi risultati, a dipingere una grande stagione del nostro Tennis attaccando Rino, giornalista onesto che si limita a constatare una realtà abbastanza evidente! Purtroppo nei tornei che contano non arriviamo in fondo. Questo è l’unico dato su cui lavorare e riflettere, cercando di far crescere i vari Fognini e Bolelli (e siamo molto molto lontani) di puntare sui giovani e di rischiare un pochino alzando il livello dei tornei frequentati…anzichè giocare challenger improbabili in sud-america provino a qualificarsi per tornei più competitivi…

  20. pibla scrive:

    Caro Asterix, cari tutti, finirò per diventare come quel personaggio di Albanese che faceva i comizi e regolarmente terminava con la solita proposta, più pelo pet tutti!!! Ecco, allo stesso modo mi sento di concludere i miei ragionamenti sempre con la stessa frase; più campi per tutti, ma sopratutto per i bambini, più campi per tutti, più campi per tutti, questo si dovrebbe pretendere da una Federazine seria, che faciliti il più possibile l’accesso dei giovani e dei giovanissimi al gioco ed ai campi da tennis, questo per cominciare…….è proprio vero, se Federer fosse italiano……NON GIOCHEREBBE A TENNIS!!!!

  21. Enrico86 scrive:

    Secondo me Baccini continua a fare l’avvocato delle cause perse, detto con rispetto per un giornalista che apprezzo da anni. Se Baccini chiama “fans di Tommasi” coloro che concordano con lui, sbaglia di grosso: innanzitutto Tommasi parla di risultati degli italiani negli Slam, nei Masters Series, Tier I, Coppa Davis e Baccini risponde giudicando il movimento dall’aumento dei tesserati. Ora, il parametro di Tommasi mi sembra più giusto, mentre la Fit, per bocca di Baccini, usa parametri in base alle stagioni, nel 2006 bastò la Fed Cup (quasi quasi anche per il tennis maschile…), nel 2007 è bastato l’aumento di iscritti. Per il 2008 che parametro useremo per capire che il nostro tennis “sta godendo di ottima salute”?
    Vorrei portare qualche esempio lampante: i miei amici che seguono il tennis in modo più approssimativo spesso mi chiedono come mai gli italiani non vincono mai nulla; non certo li ho sentiti esclamare: “è stato un bell’anno questo per il tennis azzurro!”. Ma cosa gli rispondo? Che non si vince niente, ma che ci sono più persone dentro ai circoli?
    Quegli stessi miei amici, lo scorso anno, visto Volandri arrivare in semifinale a Roma mi hanno immediatamente chiesto di venire al Foro nel 2008. Da allora ne hanno più riparlato di tennis? Magari dicendo che Federer è un fenomeno, non certo dicendo “ma che bravi ’sti italiani”.
    E sempre gli stessi miei amici che oltre al tennis seguono in modo approssimativo anche lo sci, tanto per fare un esempio, nel frattempo hanno imparato i nomi della Karbon, di Moelgg, di Rocca, di Blardone. E la Fisi non ha avuto il boom di iscritti, anzi versa in cattive condizioni economiche. Eppure tutti i talenti che aveva non li ha persi, consegnando il Bracciali di turno a un cecoslovacco qualsiasi (L’EMBLEMA DEI TANTI ERRORI COMMESSI DALLA FIT E CHE CI PORTEREMO DIETRO PER ANNI, SPERANDO CHE NELLE RETROVIE NON SE STIANO COMMETTENDO ALTRETTANTI).
    Ma sono fiducioso, ricordandosi sempre però che non è solo un discorso di una ruota che gira e che non si ferma mai sull’Italia.
    Forza Francesca, stanotte all’una siamo tutti con te!!

  22. albi scrive:

    6 Francia, 5 USA, 4 Spagna, 3 Russia, 2 Serbia, 2 Argentina, 2 Croazia, 1 Austria, Svizzera, Repubblica Ceca, Cile, Australia, Cipro, Germania queste sono le nazioni con i rispettivi atleti presenti al terzo turno degli Australian Open nel tabellone maschile…non mi sembra (ahinoi) di vedere il nome Italia.
    Qualcuno a fatto l’esempio della FISI, ma lì ci sono pochi soldi, pochi sponsor, ma ottimi tecnici e gli atleti sanno che l’unica cosa che conta sono i risultati in coppa del mondo, ecco forse la soluzione è vietare la partecipazione ai challenger agli atleti che abbiano compiuto i 22/23 anni.

  23. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Dove si vede che anche gli Stati Uniti, pure in crisi e con pochi giocatori, qualificano al terzo turno quasi tutta la pattuglia, compreso Spadea.
    Basta confronti, però. Sono avvilito.

  24. Enrico86 scrive:

    Bravo albi! hai proprio ragione! Prendiamo tre tornei challenger e facciamo un bel torneo Atp a metà strada. Costa soldi, fatica, impegno, ma si parte da questo! Altro che farsi sfuggire di mano anche Palermo dopo tutti gli altri! Eppure la Federazione in tal senso potrebbe e dovrebbe dare una mano. Guarda caso siamo uno dei paesi con più tornei challenger e contemporaneamente uno dei più rappresentati nelle posizioni che gravitano tra la 100esima e la 200esima, posizioni, non a caso, a livello di torneo challenger.

  25. Roberto Commentucci scrive:

    Caro albi, non sono sicuro che il paragone con lo sci possa essere calzante. Lo sci ha una diffusione, a livello mondiale, una base di praticanti, infinitamente minore rispetto a quella che ha il tennis. Il tennis è uno sport autenticamente globale, con una enorme base di praticanti. Si gioca a tutte le latitudini. E la competizione, inevitabilmente, è più elevata che non nello sci. E quindi vincere nel tennis è più difficile che vincere nello sci, questo è innegabile.
    Concesse le necessarie attenuanti al nostro movimento tennistico, tuttavia, occorre riconoscere che nello sci il nostro paese ha una grande tradizione. Esiste una “scuola” italiana di sci, così come esiste una scuola austriaca, una scuola svizzera eccetera. Abbiamo avuto campioni illustri, abbiamo moltissimi praticanti, buoni maestri di base e si, abbiamo anche degli ottimi tecnici, che si formano sempre negli ambienti dove esiste cultura sportiva e tradizione.
    Nel tennis invece non vi è quasi nulla di tutto questo. La storia ci insegna che non siamo un paese con tradizioni tennistiche. Non esiste una “scuola italiana” nel tennis, mentre è universalmente riconosciuto che esiste una scuola spagnola, una scuola francese, una scuola americana, una scuola ceka, una scuola australiana (oggi i canguri sono un po’ in ribasso, ma hanno molti giovani promettenti). Insomma non facciamo parte dei paesi che hanno tradizioni tennistiche consolidate. E siccome siamo pur sempre la 7a potenza industriale del mondo, non si può pretendere che da noi nascano tennisti con le motivazioni profonde e lo spirito di sacrificio dei giovani che provengono dai paesi dell’est europeo, o magari dalla cina paesi che una federazione tennis non ce l’hanno, ma che hanno però consolidate tradizioni sportive e un materiale umano di prim’ordine, con un’ottima base atletica. Quindi dobbiamo guardare ad ovest, non a est, per colmare il nostro gap di cultura, tradizione e conoscenze. E forse potremmo iniziare andando a copiare i migliori.
    Forse la FIT, prima ancora di cercare di produrre dei giocatori, farebbe meglio a cercare di formare un discreto numero di buoni coach, disposti a viaggiare, e di preparatori specializzati. E forse mandare un po’ di tecnici giovani, e motivata, a studiare presso le migliori realtà straniere potrebbe essere un buon modo di spendere il denaro pubblico.

  26. pibla scrive:

    Ha ragione Roberto…..e poi……più campi per tutti, più campi per tutti, più campi per tutti!!!! ovviamente così lo dico scherzando, però davvero due cosine semlici semplici per cominciare, quella che dice Roberto sui tecnici e quella che dicono in tantissimi, tra cui io, sul creare una maggiore facilitazione all’accesso ai campi per i giovanissimi, in modo da far penetrare il tennis nel tessuto degli sport praticati dai bambini, senza che i loro genitori, almeno inizialmente ,si debbano sbattere troppo o spendere troppi soldi, a me non sembrerebbero un’impresa sovrumana cercare almeno di realizzare queste due cosine, o no????

  27. albi scrive:

    Caro Roberto la mia era una piccola provocazione dettata dallo sconforto che mi prende, non credo solo me, di fronte ai risultati dei nostri “eroi” della racchetta.
    Per quel che riguarda il tuo discorso sulle differenze tra lo sci e il tennis sottoscrivo tutto perchè proprio il discorso sui tecnici secondo me è fondamentale.

  28. romano scrive:

    Ho due figli 10 e 12 anni.
    Fanno la sat da 4 anni circa e in alcuni anni il corso era composto da 12 16 alievi con due maestri che a volte si portano anche il cellulare in campo.
    Morale spesso facevano delle lunghe americane ( avete prente il gioco con metà per campo in fila indiana che dopo aver colpito la palla si deve correre dalla parte opposta ).
    Sono finito con il pagare un sacco di lezioni private e se voglio un campo per giocare con loro o per farli giocare con dei loro coetanei nei fine settimana devo prenotare con almeno 4-5 giorni di anticipo pagando in questi mesi invernali 16 euro all’ora, se poi ci mettete anche il maestro la cifra raddoppia.
    Io non gioco a tennis ma ho fatto molti altri sport atletica, calcio , boxe, equitazione e un minimo conosco la ginnastica di base.
    Un giorno succede questo.
    Per punizione tutti gli alievi dovevano fare tre giri di campo ( il perimetro era formato da due campi in sintetico più un corridoio in mezzo che è quasi un terzo campo ) mi lasciava meravigliato vedere che nessuno aveva una corsa impostata, e che nessuno sapeva un minimo di regoli sulla respirazione. Tutti strisciavano i piedi e dopo poco erano scoppiati con il fiato.
    Per bambini delle elemtari ho capito che a scuola danno per scontato le basi e al tennis pensano che altri lo facciano. Morale nessuno lo fà, il giorno dopo o portato i miei nel parco e gli ho spiegato un minimo sulla respirazione e sulle falcate della corsa.

    Torno in silenzio e contiuno a leggervi con interesse e vi ringrazio per l’attenzione.

    ciao/romano

  29. Mario scrive:

    Io credo che la componente “volontà” giochi un ruolo determinante. Non è possibile definire i nostri giocatori tout court inadatti a questi terreni; io ne farei più una questione di mentalià. Ragazzi abituati a giocare sulla terracotta e sazi di un leggera popolarità che il master di Roma ha regalato nel 2007. Passi avanti confermati per pochi attimi a Parigi e poi….poi nulla più…è calato il sipario. La volontà di migliorare il gioco sul veloce,l’impegno di allenarsi per raggiungere dei risultati su quelle superfici manca,manca totalmente. Com’è possibile che un giocatore,dotato fisicamente come Volandri, non abbia preparato un servizio più potente?….mah….la volontà e la determinazione per cercare di imporsi su quei campi nei nostri sono nulle,almeno a mio avviso.
    p.s. Ciao Rino, sei grandissimo!

  30. Emiliano Faeti scrive:

    Analisi perfetta Rino, sei sempre il migliore. Il sito della FIT scriveva con toni trionfalistici delle vittorie di Cipolla nel Challenger di Noumea e di quella di Azzaro in un futures nell’El Salvador. Si parla sempre di crescita e rinascita eppure… è dal 2001 che in Davis siamo in serie B (1 anno in C) e intanto vedo la piccola Croazia che sforna giocatori in continuazione: Ljubicic, Ancic e ultimo Cilic che agli Open d’Australia ha appena preso a pallate Gonzalez numero 7 del mondo e finalista lo scorso anno.
    C’è tanto da essere ottimisti?? E non parlo solo di Davis

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