Montagne Russe
Le vedove di Nadal-Federer

 
2 Dicembre 2008 Articolo di Enzo Cherici
Author mug

Il duopolio non andava bene, il quadrumvirato neppure. Si stava meglio quando si stava peggio?


Allora è deciso, se in finale d’un torneo non vanno Nadal o Federer (meglio ancora se entrambi), il torneo non vale nulla! A leggere i vari commenti dopo la recente Master Cup di Shangai, pare essere questa la conclusione più gettonata da parte della maggior parte degli osservatori. Non è bastato nemmeno che la finale la giocassero le teste di serie numero due e quattro della competizione, non proprio due di passaggio. Niente da fare: torneo deludente.
Eppure, nel corso degli ultimi anni, si lamentava una certa monotonia riguardo lo svolgimento dei tornei maggiori. Slam e Master Series vedevano otto volte su dieci gli stessi trionfatori: Federer o Nadal. E spesso e volentieri i nostri eroi erano anche i protagonisti della finale. Quando qualcuno si avvicinava a sconfiggere uno dei due (penso ad esempio al Davydenko di Roma contro Nadal), la cosa suscitava scalpore. Quando poi uno ci lasciava addirittura le penne (Safin-Federer in Australia), si gridava al miracolo! Due dati spiegano meglio di ogni altro la situazione. Per quanto riguarda gli Slam, nel triennio 2005-2007, la premiata coppia Roger-Rafa s’è accaparrata 11 titoli su 12. Unica eccezione, il già citato Safin nell’Australian Open 2005. Ma il dato a mio avviso ancora più impressionante è quello che riguarda i Master Series. Nello stesso arco di tempo, i due ingordi si sono pappati 19 titoli su 27! Ma attenzione: in tre delle otto occasioni in cui hanno vinto gli altri, i due castigamatti erano in realtà assenti (Parigi Bercy 2005: Berdych; Amburgo 2006: Robredo; Parigi Bercy 2006: Davydenko). Sarebbe quindi più giusto aggiornare il dato in un più corretto 19 su 24. Mostruoso.
Mostruoso si, ma (forse) anche un pò noioso. E mi spiego. Nessun dubbio che una finale Federer-Nadal faccia sempre la sua brava figura. L’ultimo esempio in questo senso l’abbiamo avuto lo scorso mese di luglio in quel di Wimbledon. Dai e ridai però, cominciavamo un pò ad annoiarci. A perdere il gusto della sorpresa e, perché no, dell’impresa. Penso al Wilander del 1982 che, non ancora diciottenne, si presentò al Roland Garros e mise in fila uno dopo l’altro Lendl, Gerulaitis, Clerc ed in finale un incredulo Vilas. Penso ancora al neozelandese Chris Lewis del 1983, che da numero 90 del mondo raggiunse la finale di Wimbledon, dove si arrese soltanto ad un McEnroe in versione deluxe. E ancora al Chang del 1989, il più giovane vincitore della storia del torneo. Al Kuerten del 1997, straordinario campione poi confermatosi, ma all’epoca del primo trionfo solo numero 66 del mondo. In epoca Federer-Nadal, la sola incursione significativa in un torneo dello Slam è stata quella del cipriota Baghdatis negli Australian Open del 2006. Prima e dopo, calma piatta.
Nel 2007 qualcosa inizia finalmente a cambiare. Djokovic vince a Miami e a Montreal, raggiungendo le semifinali a Parigi e Wimbledon, nonché la finale negli Us Open, dove in finale contro Federer manca cinque setpoint nel primo set e altri due nel secondo, prima di arrendersi al più titolato (ed esperto) avversario. È il prologo ad un grande 2008. Un annata finalmente diversa. In Australia irrompe Tsonga, che si arrende solo di fronte ad un grande Djokovic, che conferma tutti i progressi dell’anno precedente. A Miami trionfa addirittura l’eterno piazzato Davydenko. È il segnale che qualcosa sta cambiando. Almeno così pare, prima dell’esplosione di Rafa. Lo spagnolo domina i successivi cinque mesi, ma sottotraccia qualcosa si muove. A Wimbledon succede che Murray recupera due set a Gasquet ed acquista una nuova consapevolezza. Da quel giorno, si vedrà un altro giocatore: trionfo in due Master Series e finale a New York. Intanto un dinoccolato francese batte Federer in Canada. Proprio a pezzi questo Federer, perde anche con Simon! Succede poi che lo stesso Simon batte anche Nadal a casa sua e ancora Federer a fine anno. Abbiamo un altro protagonista. Nel frattempo, Tsonga è lasciato per un attimo in pace dai suoi guai fisici e trionfa nel Master Series di casa. Riassumendo, in questo 2008 abbiamo avuto tre vincitori diversi negli Slam (non succedeva dal 2005) e cinque vincitori diversi nelle nove prove del circuito Master Series (nel 2004 ve ne furono sei). Insomma, finalmente torna un pò di incertezza. Allora tutti contenti? Manco per niente. Non va bene neanche così. Nel penultimo Master Series dell’anno a Madrid, il giorno della finale ogni volta che inquadravano il pubblico sembrava d’essere ad un funerale. Cos’era successo? Semplicemente Nadal e Federer, i finalisti designati, avevano perso in semi contro due giocatori più in palla di loro, che non ci stavano a recitare il ruolo delle vittime designate. Anatema! Per non parlare poi della già citata Master Cup di fine anno. Ma come si permette un onesto operaio della racchetta come Davydenko a raggiungere addirittura la finale? Pensate che disatro avesse anche vinto: vade retro!
Ma vade retro un corno! Erano anni che sognavo un anno così bello e incerto e non sono disposto a barattarlo con nessuna delle recenti stagioni passate. Le vedove di Federer-Nadal si rassegnino dunque. Il vento sembra essere definitivamente cambiato. E questo non significa ovviamente che Federer e Nadal non vinceranno più o che non si incontreranno più in finale. Per niente. Ma da ora in poi, quando ce li vedremo uno di fronte all’altro nell’ultimo atto di un torneo, potremo star certi che non vi saranno stati portati in carrozza. Come troppo spesso succedeva nel corso degli ultimi anni.

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112 Commenti a “Montagne Russe
Le vedove di Nadal-Federer”

  1. chloe de lissier scrive:

    de gustibus, cherici. ad ogni buon conto, federer non è stato mai portato in carrozza da nessuno nelle sue finali. ci è sempre arrivato in volo, grazie alle sue splendide ali.

  2. Supermad scrive:

    Concordo con chloe…anche se lei da “cieca” tifosa di Federer “dimentica” che anche Nadal si è conquistato le sue finali (e le sue vittorie) lottando…non certo in carrozza…

    Ad ogni modo, non bisogna fare confusione. Se a Madrid il pubblico sembrava un funerale non era certo per la mancata finale Federer-Nadal. In quel caso erano tristi solo perchè Rafa aveva perso da Simon. Se la finale fosse stata Nadal-Murray avremmo visto il tripudio sugli spalti.

    Comunque anche a me piace l’incertezza, il duopolio Federer-Nadal avrebbe potuto generare noia. Ma il Master è stato criticato per altri motivi, non certo per la finale Djokovic-Davydenko (o meglio, la finale è stata criticata per la pessima prestazione del russo): si è parlato di “gironi all’italiana inconciliabili col tennis”, “Djokovic che regala il match a Tsonga”. E’ per quello che il Master è stato criticato, non per altro. Anzi, la partita Federer-Murray è stata decantata come una delle migliori del 2008.

  3. marcos scrive:

    sono uno di quelli che si diverte molto nei primi turni dei tornei proprio perchè si ammirano le gesta di coloro che, poi, raramente giungono in fondo.

    nei tornei dello slam, cerco di non perdermi la finale…da chiunque sia giocata. negli altri tornei, preferisco i primi turni. più che gli attori in campo, infatti, m’intriga la vicenda: quanto più è combuttata, tanto più mi diverto.

    gli ultimi incontri di simon, per esempio, mi hanno pienamente soddisfatto: la finale di wimbledon, però, rimane unica. guarda il caso, erano in campo proprio loro.

  4. chloe de lissier scrive:

    nadal è arrivato nelle sue finali come un missile a propellente criogenico. perciò si sistema sempre le mutande.

  5. Elisa Piva scrive:

    In effetti hai ragione Enzo, perchè prima che le finali le disputavano solo loro due si diceva che avevano stancato, stop alla monotonia, si voleva cambiare, un pò di novità. Ora che non arrivano più solo loro due in finale si dice che il torneo è di bassa lega. Credo che non siano gli stessi a commentare in questa maniera…o meglio mi auguro che i più siamo coerenti e siano soddisfatti di questa annata incerta.

  6. Safinator scrive:

    Io non sbaglio.
    Il Roland Garros faccio a meno di guardarlo.
    Smesso anche wimbledon dagli ottavi in poi…evito di correre alcuni rischi.

    Non sono sportivo,lo so.
    Ma vedere Nadal in finale nel torneo di Sampras,mi fa venire la nausea.
    Che ci posso fare…

  7. francesco scrive:

    @chloe de lissier ….le ali di Roger, splendide e luccicanti ma libere di virare in un cielo limpido e pressoche’ sgombro…oggi, traffico e perturbazioni nelle stesse tratte…risultato? Un viaggio piu’ difficle, faticoso ma per i passeggeri piu’ stimolante…
    Chi definisce scadente un torneo dove ad arrivare in finale non sono Federer e Nadal e’ probabilmente un appassionato della SFIDA, non un appassionato di tennis…questo accade in tutti gli sport dove media e pubblico aumentano la loro attenzione solo quando i protagonisti fanno parlare, quando ci sono dei personaggi che per tecnica e carisma appassionano una fetta di pubblico che altrimenti non sarebbero interessati a quella disciplina….prima o poi pero’ la Sfida finira’, ed e’ importante per questo che ci siano altri giocatori in grado di generare lo stesso interesse che il maiorchino e lo svizzero hanno suscitato in questi anni… a giudicare da chi gli sta dietro (Murray e Djokovic su tutti) guardo con ottimismo al futuro…
    Grazie,
    Francesco

  8. francesco scrive:

    Errata corrige:
    quando ci sono dei personaggi che per tecnica e carisma appassionano una fetta di pubblico che altrimenti non sarebbero interessati a quella disciplina….

    che altrimenti non sarebbe interessata a quella disciplina…

  9. Safinator scrive:

    “Chi definisce scadente un torneo dove ad arrivare in finale non sono Federer e Nadal e’ probabilmente un appassionato della SFIDA, non un appassionato di tennis…”

    AMEN

  10. Ros scrive:

    Il punto è sempre uno: sogniamo la democrazia ma ci intriga il concetto di DOminio. Quando questo pare opprimerci, iniziamo a fantasticare di collettività equilibrata. Quando non lo troviamo, abbiamo bisogno della certezza della sua presenza.

    In tutto, anche nel tennis.

  11. francesco scrive:

    “Ma vedere Nadal in finale nel torneo di Sampras,mi fa venire la nausea.”

    AMEN, prenditi un’ aspirina che ti passa…

    Mi sfugge un particolare, quale sarebbe il torneo di Sampras?

    A parte gli scherzi, Safinator, la mia non era una critica a chi segue solo la sfida tra Federe e Nadal era solo una constatazione…estrapolando una frase da un concetto si finisce per trarre conclusioni sbagliate….

    Francesco

  12. Giacomo scrive:

    Mi sembra abbastanza normale che al primo anno di vero cambiamento qualcuno storca il naso. Credo però che se i vari Djokovic, Murray, ecc quest’anno rispetteranno le aspettative facendo una grande stagione non molti saranno disperati!

  13. Avec Double Cordage scrive:

    bell pezzo enzo, concordo con tutto quello che ha scritto Supermad nel suo commento e aggiungo che Murray ci farà divertire specialmente se Gulbis e Tsonga raggiungernanno i livelli alti della classifica

    beh già adesso Murray sa divertire

    http://www.youtube.com/watch?v=EC7rU5ara5w

    almeno gli inglesi se la ridono

  14. Safinator scrive:

    Francesco…mi sa che hai capito male…perche la mia citazione del tuo intervento era dovuta al fatto che lo condividevo…

  15. Roberto Commentucci scrive:

    A mio avviso, pur condividendo che il ricambio generazionale ha portato maggiore concorrenza, Federer e Nadal se si esprimono ai loro massimi livelli hanno ancora un buon margine di vantaggio su Djokovic, Murray e Tsonga.
    Insomma, a mio avviso siamo ancora in una situazione di duopolio.
    Per fortuna di Nadal, i tre nuovi pretendenti hanno tutti caratteristiche non ideali per il rosso, e quindi a Parigi il suo rivale più temibile dovrebbe essere ancora una volta lo svizzero. Credo però che con questi tre per lo spagnolo la vita su cemento e indoor (e forse anche sull’erba) sarà più dura che in passato, mentre Federer se riesce a riacquistare la migliore condizione e a centellinare i suoi impegni (come del resto dimostra la sua programmazione 2009) è ancora in grado di essere il più continuo di tutti negli eventi che contano. Non so se Federer sarà in grado di superare il record di Sampras già nel 2009, ma a mio avviso Federer tornerà al n. 1 dopo il prossimo Wimbledon.

  16. Giuseppe Birocchi scrive:

    Condivido il commento di Roberto. L’incertezza di quest’anno è dovuta solamente al calo di Federer e agli infortuni di Nadal. Ovviamente gli spazi che questi due lasciano vuoti, vengono riempiti da altri.
    Rallegrarsi di questo, mi pare alquanto sciocco (se qualcuno s’offende, dirò RIDUTTIVO).
    Sono sempre pronto, invece, a festeggiare tutti coloro che riusciranno a battere il miglior Federer e il miglior Nadal. Nella speranza che il periodo d’oro di questi tennisti non sia già alle loro spalle.
    Nel qual caso, aspetteremo con pazienza nuovi dei (che ancora NON CI SONO!).

  17. Massimo Garlando scrive:

    anch’io, come Marcos, concentro l’interesse maggiore nei primi turni, dove di solito salutano la compagnia i miei beniamini.
    accolgo quindi come manna dal cielo tutti i tornei in cui ci sia una qualche variazione rispetto alla finale annunciata, naturalmente preferendo come “intruso” Tsonga o Feliciano Lopez a Simon o Schuettler
    con una piccola ma importante precisazione (valida fino al 2008, visto che dall’anno prossimo sarà ufficialmente quadrumvirato): quando il possibile “tirannicida” aveva le fattezze del mio amico Murray, confesso di essermi turato il naso in uno slancio conservatore, come la vecchietta che pregava per la salute del terribile tiranno di Siracusa, temendo il sostituto che avrebbe preso il suo posto

  18. zio tony scrive:

    “vedere Nadal in finale nel torneo di Sampras,mi fa venire la nausea.”

    …caro safinator fatti na curetta di supposte di peridom da prendere durante la settimana dei maggiori tornei maggiori o guardati un’altro sport!

    p.s.: a parte il piccolo dispiacere di non vedere il proprio beniamino, personalmente mi gusto molto volentieri anche le finali di altri, non vedo il problema… mica si può andare sempre inn finale, ne tantomeno vincere…mah!

  19. francesco scrive:

    @Safinator…scusami Safinator, mi sa che avevo capito fischi per fiaschi…un’ aspirina oggi me la devo prendere io…

    Mi spiace apprendere (articolo di Giorgio Comuniello sul sito) che Federer non partecipera’ a Montecarlo perche’ per molti italiani, rappresenta una delle poche occasioni dove poter vedere il meglio del tennis mondiale dal vivo. Speriamo,comunque, che il fascino e la tradizione del torneo monegasco inducano i migliori giocatori del circuito a non escluderlo dalla propria programmazione.

    Francesco

  20. Ros scrive:

    Pare fatto apposta, ma ogni volta che Roberto esprime un’opinione sono perfettamente daccordo.

    Bè,con l’erba dei tempi di Sampras non solo Nadal ma anche molti altri avrebbero faticato dove adesso avanzano agevolmente.

  21. Safinator scrive:

    Io penso che Nadal al 100% non valga djokovic e murray al 100% sul duro…cosi come non vale Davydenko,Tsonga,Nalbandian al loro massimo.
    e a loro volta i 2 “nuovi pretendenti” devono dimostrare di poter battere sul duro federer al 100%.
    Sono abbastanza convinto che ce la possano fare eh…ma tra un opinione e la realtà c’è di mezzo Federer.
    Scusate se è poco.

  22. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Beh, mi pare che il fenomeno sia stato esaminato da qualche rivista di tennis (internazionale) in passato. Se c’è la rivalità tra due tennisti, il tifo e il controtifo si esaltano, e ci sono più appassionati. Se la rivalità si allarga, c’è miglior tennis, ma gli appassionati calano.
    Evidentemente, in uno sport individuale, gli appassionati del personaggio sono importanti, forse più che gli appassionati del gioco.
    Pensate allo sci, e a Tomba.

  23. chloe de lissier scrive:

    il cosiddetto duopolio sarà pure forse finito. ma, come diceva la marchesini, i “cecati” si stanno facendo parecchie illusioni. con federer il bello deve ancora venire. l’itterizia farà parecchie vittime fra i tromboni che hanno dato fiato agli ottoni quest’anno.

  24. Giovanni da Roussillon scrive:

    Dall’episodio della censura di una mia risposta ad Avec, avrei desiderato non più intervenire. Ma Chloe è troppo trascinante.
    Aggiungo, in sintonia col suo scritto ed a titolo di complemento, che alcuni potrebbero dover fare fagotto finanche dal preludio.

  25. angelica scrive:

    Sono completamente d’accordo con Enzo.

    Molti giornalisti e appassionati di tennis (spesso si trattava solo di tifosi dispiaciuti che il loro preferiti non erano in finale) hanno continuamente ripetuto che il master era di scarso valore. Una volta era colpa della formula, una volta del calendario troppo stessante e faticoso.
    Veramente sembravano tutti delle “vedove inconsolabili”.
    Per e’ molto meglio quando c’e’ competizione ad alto livello. E chi ci arriva ha meritato di essere là.
    E’ per questo, che a differenza di molti, ritengo l’annata wta un’ottima annata e quella che verrà altrettanto se non ancora di piu’ interessante ed incerta.
    Nell’Atp erano 5 anni che non erano piu’ abituati alla competizione. Federer? E’ un campione vincerà ancora. Nadal? Lo stesso. Solo che almeno si avranno partite più interessanti a partire gia’ dalla prima settimana

  26. Giovanni da Roussillon scrive:

    Visti gli strumenti in gioco, meglio avrei dovuto scrivere “… finanche dall’ouverture”

  27. Giuseppe Birocchi scrive:

    In realtà, nel tennis come nella vita, non amo per nulla il duopolio, bensì proprio il MONOPOLIO!
    I quattro anni del RE sono stati fantastici.
    Certo, come in ogni favola bella, ci vuole l’antagonista.
    E l’antagonista del Bello… non può essere che il Brutto!
    Il Regno del Bello è d’un nitido color verde smeraldo, quello del Brutto è l’arena polverosa, rosso sangue.
    Il Bello combatte in silenzio, con movenze fluide ed eleganti; il Brutto è una bramosa fiera che digrigna i denti e grugnisce ad ogni colpo.
    Il Bello è elegante e raffinato, veste con classe e in modo sempre adeguato alla sua altissima dignità; il brutto, invece, mostra volutamente gli attributi della sua forza, come un barbaro che vorrebbe intimidire i nemici con l’ostentazione della sua bestialità.
    Il Bello non suda mai; il Brutto è sconcio nella sua fatica.
    Il Bello non compie nessun gesto inutile o forzato: in lui è l’arte che presiede alla forza; il Brutto è tutto un gesticolare forsennato al servizio di una violenza cieca.
    Il Bello nasconde pudicamente il suo fuoco interiore, pochi sanno leggere ed apprezzare la sua intima lotta; al contrario, il Brutto esterna sguaiatamente le sue emozioni primitive, incita selvaggiamente e attrae la folla dei suoi pari.
    Il Bello ti affascina e ti appaga, ma ti lascia libero e padrone di te stesso; il Brutto ti avvince e ti stravolge, invischiandoti nelle sue torbide passioni.
    Il Bello ha i suoi ammiratori, magari pochi e scelti; il Brutto ha il corteo urlante e frivolo che gli si confà.
    Il Bello può anche avere la peggio, in alcuni momenti, può essere spinto persino sull’orlo dell’abisso; il Brutto può sembrare sul punto di trionfare, osannato dalla plebaglia delirante…
    Ma, tranquilli, ogni favola bella ha il suo lieto fine.

  28. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Birocchi, l’assist è davvero irresistibile. ..
    Il Bello e il Brutto li abbiamo (anche se dubito Nadal sia considerato brutto dal gentil sesso…), ora bisogna vedere chi sarà il Cattivo.
    Un fiero nazionalista serbo, o un irascibile monellaccio scozzese?
    O entrambi?
    A mio avviso, questo sarà uno dei grandi temi del 2009.

  29. Agostino scrive:

    Bella Peppi’,
    quanto al cattivo, caro Roberto, lo sono entrambi. Forse Murray ancora di più.
    Quanto al monopolio, duopolio, pluripolio, a meno che Tsonga e Gasquet (ma vedi se mi devo aggrappare ai francesi…) non emergano a livelli dignitosi mantenendo il proprio gioco, per me è soliloquio svizzero

  30. zio tony scrive:

    birocchi, guarda…hai fatto un post talmente bello e divertente che ti concedo perfino l’abbondante veleno del finale ;-) … anzi, a proposito del brutto, ti dedico la foto di questo a dir poco stravagante sito http://tennisplanet.wordpress.com/photos/ ….
    l ‘incubo del bello viene proprio verso la fine prima del tuo (vostro)micetto…
    buenas nochessss!
    p.s.: vediamo se la curiosona della cloeh va a sbirciare ;-)

  31. Supermad scrive:

    Poveri noi…a leggere certi commenti mi cadono le braccia.

    La cosa che più mi fa inc….re è il fatto che esistano persone che non sanno cosa sia l’obiettività. Sono solo un gruppo di hooligans (senza offesa nè) che si celano dietro nomignoli d’oltralpe o commenti sbrodolati. Non faccio nomi, tanto si capisce a chi mi sto riferendo (senza offesa nè).

    Piuttosto voglio elogiare SAFINATOR. Lui ha almeno avuto il coraggio di dire
    “Non sono sportivo, lo so”. Lo ha proprio dichiarato, lui è tifoso di Federer e gufa Nadal. Ci sta. Voialtri livorosi federasti (senza offesa nè) prendete esempio da lui: dovete solo dire “odio Nadal”, invece di celare il vostro tifo accecante con commenti da parlamento, espressioni forbite o robe del tipo “Nadal pallettaro”, “Federer bello”, ecc ecc.

    Scusate se divento acido, ma quando leggo certe cose proprio non riesco a non replicare.

    Se Federer (come molti pronosticano) l’anno prossimo vincerà tutto con merito, sarò il primo a dire “bravo”. Non mi inventerò corbellerie del tipo “eh ma la terra rossa è velocissima”, “eh ma Nadal ha avuto la raucedine” e chi più ne ha più ne metta.

    Viva il tennis.

  32. Diego scrive:

    Io non sarei così sicuro di un ritorno al vertice di Federer. Per restare in vetta alla classifica, occorre una certa continuità nei Masters Series che lo svizzero ultimamente ha smarrito. Non so se è una questione di motivazioni, sta di fatto che 2 su 3 Federer pare il più vulnerabile dei 4.
    Per quanto riguarda gli Slam, mi piacerebbe che il prossimo anno i 4 si dividessero una prova cascuno sulle superfici predilette: Nadal a Parigi, Federer a Londra e Murray e Djokovic a Melbourne o New York. Ma, come dice il grande Tommasi, lo sport non è come il teatro, in cui l’autore può scegliersi il finale.
    Nel 2009 vedo bene Murray: è applicato, ha “fame”, sembra in sintonia con lo staff (particolare importante per uno con il suo carattere), e dispone di una varietà di tennis eccezionale. Deve crescere solo un po’ sul rosso, ma penso sia una questione più di fiducia che di mancanza di mezzi: in fin dei conti, dopo Nadal, la fase difensiva dello scozzese è la migliore e un uso oculato di schemi a lui congeniali (drop & lob ad esempio) può consentirgli difare grandi cose anche sulla terra.

  33. Donato scrive:

    Concordo in pieno con Supermad….alcuni commenti veramente disgustosi che non hanno proprio niente a che fare con il tennis.
    Ma che tifosi siete??

  34. Giovanni da Roussillon scrive:

    Supermad.
    Hai torto ad incazzarti con gli altri. Non intendo essere l’esegeta dell’amico Safinator, ma dovresti tenere conto che il tennis di Nadal lo annoia. Né è tifoso di Federer. Poi se hai voglia, puoi anche prendere conoscenza del fatto che prova ammirazione per Djokovic. Insomma gli piace il tennis, non si agrappa a feticci.
    A proposito del terzo personaggio: direi che non tu meriti quel ruolo, per plagio. Dunque cattivo è Scanzi. “Papà l’avrebbe scritturato subito benché non abbia proprio lo sguardo d’aquila. Soprattutto per ragioni utilitaristiche. All’uopo potrebbe supplire comodamente il brutto” (così la figlia di Leone, poco fa al telefono).

  35. chloe de lissier scrive:

    ah, zio tony, zio tony… l’aria rude nasconde un cuore ingenuo. se non avessi apposto quel post scriptum sarei andata sicuramente a guardare. non dire mai ad un essere umano, soprattutto se donna, cosa deve fare, se non vuoi che faccia il contrario.

  36. zio tony scrive:

    “l’aria rude nasconde un cuore ingenuo”… in verità, è la stessa identica cosa che penso di te cloeh! ;-)
    p.s.: tanto lo so che sei corsa subito a vedere eheheheh :-)

    p.p.s.: x giovanni da roussilon, a-gattone e jan: tranquilli, non mi sto “filando” la cloeh, su non siate gelosi, è solo un attestato di simpatia ;-)

    p.p.p.s.: propongo ubaldo scannagatta nel ruolo del cattivo con tutte quelle sue censure e romanzine ai blogghisti… ;-)

  37. chloe de lissier scrive:

    sig. diego, come concordato, abbiamo deciso di ignorarci vicendevolmente. mi attengo pertanto ai patti. prendo però spunto da un’affermazione del sig. tommasi, soltanto riportata da lei. perciò la considerazione che sto per fare è rivolta unicamente al giornalista tommasi. il quale avrebbe affermato che “lo sport non è come il teatro, in cui l’autore può scegliersi il finale”. rifletto: se le opere teatrali vengono recitate dagli attori che si attengono ad un copione scritto da altri, allora gli eventi sportivi vengono recitati da atleti che si attengono ad un copione scritto da chi?

  38. Ros scrive:

    Ora Safinator è pure accusato di Federerismo,ihih.
    E’ uno sport senza lode accusare d’integralismo e collocare in categorie solo per uno slancio d’opinione decisa.

    Ah,Roberto.. sperando che adesso non venga accusata d’integralismo o qualche Armada non mi si rivolti contro, solo qualche 15enne del gentil sesso può ammirare quel tipo di “avvenenza”.
    Quindi i termini potrebbero essere, nella loro presunta fiabesca considerazione, giusti.

  39. Safinator scrive:

    Ha gia risposto l amico Giovanni per me,non c’è bisogno che aggiunga altro.

    Caro Birocchi…il tuo tentativo di emulare chloe è miseramente fallito.Nel tuo intervento quasi “autoerotico” sei riuscito ad essere piu irritante di un mazzo di ortica usato come carta igienica.
    Congratulazioni.

  40. roby68 scrive:

    Per essere corretti dal 2004 fino a tutto il 2006 non c’è stato un duopolio, ma un monopolio, il duo derivava dal fatto che sul rosso Nadal aveva la meglio sbilanciando cosi gli scontri diretti a suo favore, a onor del vero ciò è successo anche perchè sul rosso Federer c’era sempre mentre Nadal sulle superfici dure spesso veniva castigato da qual’ìcun’altro, ma dal punto di vista della classifica, beh, direi che il monopolio era addirittura imbarazzante, nel 2007 la parola duopolio direi che è azzeccata perchè la supremazia di Federer, anche se ancora notevole, cominciava a scricchiolare……..il 2008 lo conosciamo tutti, quindi ogni commento è inutile. Il 2009 sarà incerto e interessante, anche se prevedo una leggera supremazia di Nadal e Federer che, penso, si alterneranno al primo posto, con i rivali molto vicino.

  41. Agatone scrive:

    Agatone era un autore teatrale greco. Il secolo d’oro della tragedia che produsse i capolavori della triade Eschilo-Sofocle-Euripide si chiuse con le vittorie negli agoni teatrali di Agatone, di cui sono rimasti solo frammenti e nessuna tragedia completa.

    Forse era un genio o forse un incapace. O forse né genio né incapace. Mi diverte l’idea di uno che è passato alla storia solo per luce riflessa e di cui non si sa quasi nulla e nel periodo in cui mi sono iscritto stavo leggendo libri sull’argomento

    Scusate l’off topic ma era perché è stato citato il nome associandolo ad a-gattone.

  42. chloe de lissier scrive:

    comprendo la precisazione, agatone. ma forse zio tony voleva farti una “romanzina alla scannagatta nel ruolo del cattivo”. rilascia troppi attestati e qualche volta si confonde.

  43. mery scrive:

    safinator scrive”"Io penso che Nadal al 100% non valga djokovic e murray al 100% sul duro…cosi come non vale Davydenko,Tsonga,Nalbandian al loro massimo.
    e a loro volta i 2 “nuovi pretendenti” devono dimostrare di poter battere sul duro federer al 100%.
    ma la terra non esiste piu’?

  44. federico scrive:

    Semplicemente Nadal e Federer sono gli unici che, fino all’avvento di Murray e Djokovic, GARANTIVANO SPETTACOLO E QUALITA. Quando ha giocato al massimo era ben accetto anche Marrat.

  45. Agatone scrive:

    Penso anch’io che zio tony volesse fare il rampognatore. Ma non mi pareva il caso di rispondergli

  46. chloe de lissier scrive:

    questo blog somiglia sempre di più agli spettacoli dei fratelli de rege…

  47. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Scusate, ma ci dev’essere un errore.
    Se vi riferite al film “il buono, il brutto e il tamarro”, il protagonista è sempre Nadal, versatile e multiforme come Peter Sellers.

  48. max scrive:

    Djokovic numero 1 nel corso del 2009 e sara’ un gran divertimento

  49. Safinator scrive:

    Mary…la terra purtroppo esiste eccome!

  50. Giuseppe Birocchi scrive:

    Caro Safinator,
    come puoi valutare la differenza tra me e Chloe
    se confondi un velo di carta igienica con un mazzo di ortiche?

  51. Karlovic 80 scrive:

    Safinator,anche per me vedere il grande Rafa vincere Wimbledon, è stato quasi uno sgarro, per come vedo io il tennis.
    Ma poi col passare del tempo mi sono ricreduto, fare l’accoppiata Londra-Parigi è molto difficile, in un anno.
    Certo,deve vincere uno Slams sul duro, ma a mio avviso ce l’ha può fare.
    Già ora, per Rafa, si può parlare di uno dei più completi di tutti i tempi, per attitudine alle superfici, quasi come per Borg.
    Ed ha solo 22 anni.

    Anche se l’erba fosse stata con la festuca,come ai tempi di Sampras, quindi veloce, non sarebbe cambiato molto.
    Rafa sarebbe arrivato comunque lontano.Come Borg.
    Capito, Rossana?

  52. Karlovic 80 scrive:

    Se non erro, era dal 1980(quì mi può aiutare BB 1980), che ha un tennista non riuscisse di vincere Wimbledon e Roland Garros.
    L’ultimo è stato Borg, appunto in quell’anno, cosa che gli capitò molteplici volte.
    Nell’era Open è successo solo a Lver,Borg e Nadal.O sbaglio?
    Sicuramente è l’accoppiata più difficile da fare.

  53. Supermad scrive:

    Ok Safinator non è tifoso di Federer. Mea culpa, ho male interpretato.

    Ma per il resto confermo tutto ciò che ho scritto.

  54. zio tony scrive:

    en vedi che se li nomini spuntano come funghi ;-)
    agatone, e cosa altro potevi pretendere da un maraglio-gnurant-nadaliano come me?…
    la prima cosa che ho pensato quando ti ho letto x la prima volta, è stata: ma che *azz* di nick si è messo questo? :-) … dirai, sarà bello il tuo, ma come potevo sapere dell’amicizia con platone e company (quello stile cloeh x capirci)?…
    e specialmente che c’azzecca agatone con un blog tennistico? molto, ma molto meglio a-gattone se permetti ;-)
    salutoni

    p.s.: nessuno, dico nessuno mi ha avvisato che c’è l’intervistona della gazzetta a tiò toni, con tanto di trafiletto in prima pagina e paginona centrale…passesco…oggi pomeriggio a momenti mi va il caffè di traverso…

    p.s.2: nessuno che risponda al bellissimo quesito “marzulliano” della cloeh? troppo ingrifante (la domada)…ci sto ancora pensando…possibili che tutti i super testoni (in senso buono) di questo blog non si sentano pizzicati?

  55. Supermad scrive:

    Se qualche sprovveduto capitasse su questo blog e leggesse come prima cosa i commenti degli utenti prima ancora degli articoli, non capirebbe che si tratta di un blog di tennis.

    Mamma mia sembra di stare in un caffè letterario stile “vorrei ma non posso”, dove un gruppo di nerd della tastiera fanno a gara a chi scrive la cosa più fica e grammaticalmente incomprensibile, citando autori teatrali sconosciuti, film introvabili e chi più ne ha più ne metta. Ma la colpa è mia: ho sempre detto di essere un bifolco ignorante, io preferisco il tennis, non sarò mai al livello di alcune persone.

    Per fortuna ci sono anche tanti lettori che parlano di tennis.

    Senza offesa, nè ;)

  56. Supermad scrive:

    Ah visto che sono ispirato, aggiungo che il fil “il buono il brutto e il cattivo” lo conosco…non l’ho mai visto ma almeno so che esiste.

    Per concludere: caro Giovanni, io non voglio essere il cattivo. Lascio la parte a Scanzi. Anche perchè io sono buono. Sono così buono, ma così buono, che se vedo un cane abbandonato a bordo strada, mi abbandono con lui.

    (non sforzatevi, ve lo dico già io che quest’ultima frase è una citazione rubata a Fiorello…)

  57. Ros scrive:

    No,Karlovic, non sono daccordo.
    Borg aveva un rovescio assai superiore a quello di Nadal (sebbene Nadal sia mancino) e comunque un gioco più vario. Molti più lungolinea e completezza.
    Non dubito che Nadal avrebbe comunque trovato il modo di andare fino in fondo, ma non sarebbe andato comunque vicino a vincerlo per me.
    Naturalmente è una cosa che non sapremo mai, come tante altre.
    L’unica cosa certa è che questa non è più l’erba che conoscevamo. E nemmeno le palline.

  58. Giovanni da Roussillon scrive:

    C’è una disputa magnifica (Germania-Grecia) che confuta l’idea dello zio, secondo la quale il nick da tragedia non si addice al frequentatore del blog sportivo:
    http://www.youtube.com/watch?v=pavNpozrgM8

    Lasciarsi abbandonare con il cane abbandonato appena visto, caro Supermad, è più sintomatico di confusione o magari sconforto che di bontà.

    E se, ammettendo che l’episodio del cane col suo nuovo compagno sia successivo al sei luglio scorso (dunque entrambi nell’impossibilità di ostacolare lo svolgimento regolare del match), la superficie fosse stata costellata di baobab o bonsai (fai tu), pensi, caro Karlovic80, che il prode Rafa avrebbe comunque prevalso?

  59. zio tony scrive:

    porc. ma allora è una moda? ora ci si mette anche lo zio (quello vero) a citare i grandi pensatori?!
    [dall’intervista di martucci su questo stesso sito]
    «Ho passione, ho l’esperienza
    di tanta scuola coi ragazzi, a Maiorca. Molto ho appreso con Rafael. Molto so da Solone: “Senza metodo, ordine, volontà e fatica non esistono né genio né trionfi”».

    p.s.: giovanni, al lavoro sono senza adsl, se ce la faccio do una occhiatina stasera da casa. ciao

  60. zio tony scrive:

    un regalino x la cloeh, eccoti una serie di belle riflessioni sul tema che avevi postato http://www.riflessioni.it/forum/psicologia/10272-domanda-alla-gigi-marzullo-attori-nella-commedia-della-vita-per-scelta.html
    personalmente sono stato folgorato dall’ultima risposta, quella di odissea (oh, non sarai mica tu vero?):

    “Questa domanda me la sono posta molte volte.
    Per esperienza sono portata a dire che è la vita che ci propone un determinato copione da recitare.
    Parlare di “vita” è un po’ vago; sono le nostre radici, la nostra eredità generazionale, le aspettativa dei nostri genitori, il tessuto sociale in cui vivamo che questo copione l’hanno scritto, giorno per giorno, ancora prima che venissimo al mondo noi stessi.
    Abbiamo la nostra parte da recitare prima ancora di nascere.
    Ed è importante scoprire di quale parte esattamente si tratti; quale sia il ruolo che inconsapevolmente, sotto il peso di copioni vecchi di generazioni, stiamo recitando.
    Una volta decifrato (per quanto possibile) il nostro personale copione, possiamo anche scegliere di continuare a recitarlo; almeno però gran parte delle cose che riempiono la nostra vita acquisteranno un “perchè”, un “da quando” e un “da dove”; non è poco.

    Rompere invece il copione, smettere di recitare la parte (per iniziare dopo un breve momento di libertà a recitarne un’altra) significa correre il rischio di far saltare tutta la scena; può venir giù l’intero teatro per una cosa del genere. Rotto un copione, automaticamente si sflaldano tutti i copioni che sono a questo attinenti e vicini; tutti gli attori infatti sono coinvolti in una scena unitaria, fluida, una totalità. Se casca un pezzo, tutta la scena muta. Abbiamo una grande responsabilità/possibilità in quanto attori.”

    p.s.: bello vero?… io sono ancora in fase di decifrazione e tu?

  61. Agatone scrive:

    Non mi sento vorrei ma non posso proprio per un bel nulla. Qui dentro se si parlasse sempre e solo di tennis si arriverebbe diretti diretti al bar dello sport, come a volte succede ed è bello così. Quando la discussione svaria spesso non è male. E io partecipo abbastanza raramente.
    E poi le prime volte scrivevo ‘massimo’ che è il mio nome ma poi ce n’erano altri e per evitare confusioni ho scelto un nome che non c’entrasse nulla.
    E chiusa qui

    E lo zio di Nadal cita perché come scrisse più volte Calvino ‘I classici sono classici perché hanno sempre qualcosa da dire’. Tanto per fare quello ‘vorrei ma non posso’

    Comunque anche a-gattone non sarebbe male….

  62. chloe de lissier scrive:

    il mio quesito sulla frase attribuita a tommasi voleva soltanto far riflettere sulla tendenza a proporre paragoni del tutto impropri. gli eventi della vita non hanno un autore come invece le opere dell’uomo. si può pensarlo solo se si crede al destino: ad un’entità, dunque, che abbia stabilito minuziosamente tutta l’inimmaginabile quantità di eventi che sono accaduti, accadono e accadranno in un tempo che già definire infinito è poco. un qualsiasi evento, come un fulmine che schianta una vecchia quercia, dipende da una serie di fattori talmente numerosi da essere assolutamente incalcolabile. è la stessa cosa per qualsiasi accadimento. si provi allora a pensare al numero di eventi che ciascun essere umano vive in una sola giornata; di moltiplicarla poi per tutti gli esseri viventi e poi ancora per tutti gli anni in cui ciascuno vivrà, e si pensi di dover fare ancora questa stessa operazione per tutti gli uomini che hanno calpestato la terra. ammettiamo a questo punto che esista un’entità divina superiore che sia in grado di farlo. perché dovrebbe? che senso potrebbe avere scrivere una rappresentazione di miliardi di anni in cui sia tutto, ma proprio tutto, già stabilito? gli stessi massimi teorici di ogni religione giudicano assolutamente insensata un’eventualità del genere. credere che tutto sia già destinato mi pare perciò la superstizione più idiota che esista.
    questa spiegazione era necessaria per motivare il mio totale rifiuto a partecipare a qualsiasi discussione fondata sul destino o sull’esistenza di copioni già scritti della vicenda umana.
    passo e chiudo.

  63. chloe de lissier scrive:

    a proposito: senza offesa, supermad, neh…

  64. Giuseppe Birocchi scrive:

    Chloe, si tratta dell’antichissima questione dell’onniscienza di Dio e della libertà dell’uomo.
    Come coniugarle è un mistero, non un assurdo.
    I migliori cervelli dell’umanità ci si sono cimentati…
    Ogni risposta approssimativa e superficiale sarebbe davvero un’idiozia.
    Meglio riflettere, informarsi e, caso mai, tacere.

  65. Fabrizio b. scrive:

    Sono d’accordo con cherici, aggiungerei che sembra sempre più lunga la trafila per diventare competitivi a livello di slam

  66. Giovanni da Roussillon scrive:

    Giuseppe ha ben ragione. Se non fosse per la disposizione dei termini nella sua massima: meglio nell’ordine tacere, informarsi e riflettere. Informazione e riflessione presuppongono, va ben detto, sforzo iterattivo, ed ipotesi ripulite da superstizioni.
    Di contro, esprimere un parere presuppone la capacità sola di esercitare un diritto che nessun onnisciente può negare (anche per la gioia degli amanti la ricchezza del tennis nella sua laicità).

  67. zio tony scrive:

    Beh raga, visto che mi sembra di aver infastidito le aquile (o aquiloni che si credono aquile), torno nei ranghi a volare più basso (o più alto se e quando ne avrò voglia)…
    corvo a capopattuglia, passo e chiudo.

  68. Nik85 scrive:

    Quando si parli di concetti quali onniscienza di Dio, destino, libero arbitrio è forse insensato ricercarne un senso. Per me è insensato anche che esistano dei teorici delle religioni. Teorizzare su qualcosa di logicamente inafferrabile all’intelletto non deve essere ad appannaggio di pochi auto eletti (o eletti vicendevolmente) profeti del nostro mondo. E’ un diritto di tutti.
    E agganciandomi a Giovanni, dico che non solo nessun onnisciente, ricomprendendo così, forse, anche le entità divine, (so con questo inciso di poter solleticare il risentimento di alcuni) può negarci il diritto di esprimere un parere, ma laddove dopo il silenzio, l’informazione e la riflessione si sia maturati un’opinione, è doveroso - anche a rischio di dire idiozie - condividerla con i propri simili e confrontarsi con essi.
    E’ vero che è sempre più facile aprir bocca che tacere. Ma tacere, alle volte, è anche l’agire più comodo.

  69. chloe de lissier scrive:

    grazie delle cortesi spiegazioni, giuseppe birocchi. fatto è che zio tony mi aveva invitata ad una discussione sull’argomento: essendo acida a ore alterne e con persone diverse, oggi ho voluto spiegargli le ragioni per le quali, dal mio personalissimo punto di vista, discutere di tale materia è sciocco.
    essendo passata quell’ora, mi chiedo quali sarebbero le informazioni sull’onniscienza ed il libero arbitrio che secondo te farei meglio a cercare tacendo. chi le fornisce? qualcuno onnisciente quanto l’onnisciente per definizione? tu?

  70. chloe de lissier scrive:

    a proposito del verbo coniugare, birocchi, come si coniugano fra loro “informazione” e mistero”?

  71. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Pur essendo di formazione classica, sono intriso di cultura pop fino al midollo, e in testa ho una gran confusione: ad esempio, quando parlate di Solone, penso sempre al primo singolo dei Police…..
    Piantandola di fare il cretino, e siccome qui si passa di palo in frasca dalla filosofia al “chi è più forte tra Nadal e Tilden” (ottima domanda), come si può paragonare il rovescio a due mani di Borg e quello di Nadal?
    Date a Borg la racchetta di Nadal, e probabilmente si spezza la schiena.
    Date a Nadal la racchetta di Borg, e probabilmente si spezza la racchetta.
    D’accordo che è un gioco, quello dei paragoni impossibili, ma se è un bel gioco, non dovrebbe durare molto….

  72. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Volevo dire che ha ragione Karlovic ‘80, su Borg/Nadal.

  73. chloe de lissier scrive:

    quindi, seguendo l’ineccepibile ragionamento di marcelus, nel paragone fra nadal e borg si passa da un solone a una sola.
    figuriamoci se il termine di paragone fosse il re dei re, sua maestà eccellentissima roger federer.

  74. chloe de lissier scrive:

    provate a dare un’occhiata agli articoli nel cui titolo compaia il nome del re:
    sono quelli che hanno almeno un centinaio di commenti. quando si dice la grandezza…
    qualcuno si è creato una fama facendo l’oppositore di sua maestà. ha ragione ugo: la prossima volta il pagellone fatelo fare a crozza. l’analisi tennistica ha lo stesso valore, ma almeno ci divertiamo di più.

  75. Supermad scrive:

    Beh cara Chloe…di questi “centinaia di commenti” ce ne sono almeno 30 che starebbero meglio in un sito web di filosofia o teologia (per non scordare il teatro greco)…

    Comunque, il discorso di Marcelus non fa una grinza. Piuttosto, se Nadal si è creato la fama facendo l’oppositore di sua santità Federer allora si potrebbe dire altrettanto di Connors su Borg, Sampras su Agassi su Sampras, Becker-Edberg…ecc ecc. Mi sembra alquanto ridicolo.

    Guardate che Federer è un essere umano. Che guarda caso gioca benissimo a tennis. Ma se ogni tanto perde non è colpa di chissà quale circostanza astrale. A volte succede di avere giornate storte o di incontare qualcuno più forte (almeno in quel momento)…

    Non sto dicendo che Nadal è più forte di Federer. Anche perchè i due non sono paragonabili, giocano un tennis totalmente diverso: Federer è elegante, Nadal è un “operaio” (pur di altissimo livello). Ma sono entrambi fortissimi (ho detto ENTRAMBI). Due grandi campioni. E’ giusto fare il tifo per uno, ma non bisogna pararsi gli occhi con il salame Milano e negare la bravura dell’altro.

  76. Nik85 scrive:

    Secondo voi cos’è più difficile, vincere W e RG nello stesso anno, oppure, nello stesso anno, vincere Australian open, fare FINALE al RG, vincere Wimbledon, US open e Master Cup?
    Scacco matto. Il gioco è già finito, MEW!

  77. Nik85 scrive:

    Supermad, finalmente una cosa con cui son d’accordo con te. Hai detto bene, nel tennis Federer è un Dottore, Nadal un operaio specializzato.
    Vedi che a forza di commenti si è arrivati a un punto in comune?

  78. Supermad scrive:

    Certo Nikolik. Come ho detto molte volte, sono tifoso di Nadal ma non sono un allocco. So benissimo che Federer ha un gioco migliore rispetto a Nadal. Chiunque lo può vedere.

    Io mi arrabbio quando leggo robe del tipo “Federer è un Dio e Nadal è una cloaca”, tanto per capirci. Nadal è un giocatore diverso, fa della forza fisica e della forza mentale i suoi vantaggi…ma non si può dire (come è invece successo, anche da parte tua) che il Nadal 2008 non è migliorato tecnicamente rispetto al passato. Non sarà mai forte come Federer, perfino zio Tony l’ha detto…ma voi tifosi di Federer avete il brutto vizio di reagire da malmostosi quando il vostro idolo perde da Nadal o quando il vostro idolo non è più n 1 al mondo. Dovreste semplicemente dire “mi rode ma bisogna fare i complimenti all’altro”.

    Invece no: Federer perde a Wimbledon (a mio modo di vedere MERITATAMENTE) ed ecco scatenarsi il finimondo…sacrilegio, tennis morto, ecc ecc. “Bullshits”, dicono gli anglofoni.

    Se Nadal è n1 è perchè in qs 2008 è stato più bravo, punto. Poi si può dire quello che si vuole (palle diverse, campi lenti, doping, ecc ecc) ma per me è tutta aria fritta. Chi si ostina a negare le qualità di Nadal per difendere a spada tratta Federer è per me uno stupido.

    Spero come sempre di aver fatto passare il mio messaggio.

  79. Ros scrive:

    Ovviamente era sottintesa la differenza di materiali,attrezzi,condizioni e trend. Difatti la mia chiosa era incentrata sull’incertezza della conoscenza di ciò. Nadal farebbe ridere probabilmente con una racchetta di legno e Borg con il padellone (ins enso buono,per carità) di Rafa.
    Tuttavia,riferendomi alla sola prontezza di colpo tecnico in minor tempo,Borg per me rimane superiore. Inferiore ad altri grandissimi,in questo,ma superiore a Nadal. Considerando quell’erba più veloce e meno propensa a regalarti più tempo nel pensare a come arrangiarti, Borg era davvero mostruoso, nel saper alternare questo al ritmo forsennato su terra (più lenta di questa).
    Tuttavia Nadal ha qualità eccelse nello sfruttare la sua impostazione mancina così efficace sull’erba (lo sarebbe stata a mio avviso anche allora). Secondo me non sarebbe stata sufficiente a vincere,però, potrò sbagliarmi. Ma credo se ne debba parlare quando Nadal vincerà 5 Wimbledon di fila.

  80. Nik85 scrive:

    Caro supermad,
    1. non sono Nikolik, ma nik85. Nikolik è un altro bloggista, peraltro stimatissimo.
    2. è carino il termine “malmostoso”, è per caso un gergo del nord? il frequente ‘neh’ preso in giro da chloe tradisce le tue origini, in effetti.
    3. Ora mi torna in mente una vecchia e accesa discussione fra noi, di cui probabilmente ti sei dimenticato. Noto con dispiacere, però, che quel tuo vizio originario non s’è affatto perso.
    Si sa il vizio è connaturato nella natura dell’uomo. Noi tifosi di federer abbiamo il vizio di essere “malmostosi”, tu al contempo hai il vizio di imporci quello che dobbiamo dire (”dovreste semplicemente dire”). E perchè dovrei dire quello che mi suggerisci tu così poco candidamente? E’ scritto da qualche parte che la devo pensare al modo tuo? O forse in un blog libero posso dire e pensare diversamente da te, posso dire e pensare come meglio credo secondo ciò che mi viene in mente, senza dover (e poter) essere condizionato da alcuno, nel rispetto del regolamento?
    Agli altri utenti di questo blog lascio l’ardua risposta.

  81. Giuseppe Birocchi scrive:

    Chloe, non hai bisogno di giustificarti dicendo che sei acida ad ore alterne e con persone diverse: sei semplicemente donna.
    Il mio intervento nei tuoi confronti - credimi - non aveva nessuna intenzione censoria: mi sono espresso male e, in più, avevo anche letto frettolosamente le tue parole.
    In realtà sono anch’io d’accordo sul fatto che la predestinazione è un’idiozia!
    Rimane il fatto che nell’Eternità (inteso come Eterno Presente, fuori dal tempo) Dio conosce perfettamente che uso ciascuno di noi farà della sua libertà.
    Questa convinzione non è un’idiozia, quindi non è contraria alla ragione, però è un mistero!
    Date le premesse, però, avverto che considererei un idiota chiunque pretendesse da me una dimostrazione scientifica di quanto detto.
    Passi pure non distinguere un velo di carta igienica da un mazzo d’ortiche… ma confondere me con Dio, proprio no!

  82. Supermad scrive:

    Scusa Nik85…ho confuso il tuo nick con quello di un altro utente, perdona l’errore.

    In effetti dici bene, abito nella provincia di Milano (per coloro che volessero rintracciarmi per farsi giustizia sommaria ;) )

    Forse sbaglio ad esprimermi: puoi scrivere ciò che vuoi, ci mancherebbe. Io dico solo che apprezzo maggiormente i fans che, mettendo il tifo da parte, riescono a essere obiettivi. A me Federer, da tifoso, non piace ma riconosco che è un grande. Di contro molti tifosi di Federer non hanno secondo me il buonsenso di ammettere che anche Nadal è un grande, si limitano anzi ad insultarlo con robe tipo “pallettaro”, “brutto” e tutto il resto.

    Come ho già detto, non apprezzo chi dice ’ste robe (e non smetterò mai di scriverlo e di condurre la mia “battaglia”)…ad ogni modo, non voglio insegnare a nessuno cosa deve o non deve dire. Quando ho scritto “Dovreste semplicemente dire “mi rode ma bisogna fare i complimenti all’altro”.”, intendevo dire che si tratta di ciò che mi piacerebbe leggere da parte dei tifosi di Federer. Io sono per il tifo obiettivo: le volte in cui Federer ha asfaltato Nadal (nelle semi del Master o nella finale di Wimbledon 2006) non ero felice, ma ho ammesso la superiorità dello svizzero.

    Ripeto, apprezzo quelli che sanno scindere tifo e obiettività. Purtroppo in tanti non lo fanno, non solo nel tennis.

  83. Agatone scrive:

    La tecnica di federer, la forza mentale di nadal, il dritto a sventaglio di federer e l’uncinato di nadal, il rovescio a una mano di federer con l’abilità nei passanti di nadal. Il servizio di federer ma mancino come quello di nadal. il gioco coi vincenti di federer e la capacità difensiva di nadal.
    l’abbigliamento di federer.

    penso che di più sarebbe impossibile

  84. Nik85 scrive:

    @ Supermad, ok ora ci siamo chiariti.

    @ Agatone, ma così non è ne l’uno nè l’altro! da appassionato quale sei di cultura greca sai bene che se Parmenide di Elea leggesse il tuo ultimo post si metterebbe le mani nei capelli…

  85. zio tony scrive:

    …Adamo passeggiava per il giardino dell’Eden e si sentiva molto solo, cosi’ Birocchi gli chiese: “Cosa c’e’ che non va?”
    Adamo rispose che non aveva nessuno con cui parlare.
    Birocchi gli disse che gli avrebbe procurato della compagnia e che sarebbe stata una donna.
    Gli disse: “Questa persona procurera’ il cibo per te, cucinera’ per te, quando sporcherai i vestiti lei li lavera’ per te.
    Sara’ sempre d’accordo con le tue decisioni.
    Allevera’ i tuoi figli e non ti chiedera’ mai di svegliarti nel cuore della notte per prenderti cura di loro.
    Non brontolera’ mai e sara’ sempre la prima ad ammettere che aveva torto quando litigherete.
    Non avra’ mai mal di testa, non sarà mai acida o agressiva e ti dara’ amore e passione incondizionati tutte le volte che ne avrai bisogno.” Adamo chiese a Birocchi: “Ma quanto mi costa una donna cosi’?”
    Birocchi rispose: “Un braccio e una gamba.”
    Allora Adamo chiese: “Cosa posso avere per una costola?”
    Il resto e’ storia…

  86. Nik85 scrive:

    Abbiamo ultimamente uno zio Tony in forma strepitosa… direi che è quasi pronto per il torneo di Doha.
    Si sarà ringalluzzito forse per le dichiarazioni dello zio vero riguardo ai record che batterà il suo pupillo?
    O semplicemente è stato a casa Nadal per assicurarsi dello stato di salute del suo tendine?
    Non è dato saperlo, ma vogliamo lo zio Tony in forma tutto l’anno. E non accada che dopo Wimbledon ci ammosciamo all’improvviso, sarebbe un peccato!
    Troppo divertente.

  87. Avv.to Alfredo Tramontana scrive:

    Preg.mo collega Nik85,
    e p.c. Sig. Supermad

    La presente per informarLa che il mio assistito Sig. zio tony (original trademark nickname copyright protect) si dissocia totalmente da quanto dichiarato al giornalista Martucci sul quotidiano “la gazzetta dello sport”, dall’ex maestro di tennis del Club de Tenis de Manacor, con particolare riguardo a presunta inferiorità tecnica rispetto al noto giocatore sc-fizzero rolex federer.
    cordiali saluti.

  88. Giuseppe Birocchi scrive:

    Carina, zietto, molto carina!

    Devo ammettere che Adamo fece la scelta giusta.
    Sai, lui, prima del peccato originale, era praticamente perfetto: aveva le braccia di Federer e le gambe di Nadal!
    Gli ho chiesto troppo…

  89. Giovanni da Roussillon scrive:

    Solone giova allo zio, uomo pratico, che preferisce ora lasciare a un portavoce l’incombenza di diffondere le sue convinzioni meno sostenibili, per dedicarsi bellamente al racconto delle origini, nel cui esercizio è di molto sollazzante e pure didattico.

  90. Giovanni da Roussillon scrive:

    In coda allo spassoso racconto dello zio dovremmo forse precisare il fatto, in guisa di apostilla meno biblica, la cui concretezza rimanda all’azione del nipote.

    Più tardi, Giuseppe il Supplente fece un incontro con una discendente del Frutto di mercimonio originale. Nel corso della discussione accesa con la stessa si accorse che il materiale grigio e ricco di circonvoluzioni trasferito al primo Frutto si era col tempo e contro ogni sua previsione evoluto singolarmente, al punto che nel discorso non poté lui giocare il ruolo classico del prevaricatore eterno. Fu allora che ricorse al proprio tribunale intellettivo, che classicamente giudicò la Discendente colpevole di acidità.
    Per nostra fortuna, dell’episodio è testimone l’assistito dell’avvocato Tramontana, il quale, con senso storico spiccato, riporta fedelmente l’accaduto dipanando la rete cause-effetti fin dalla sua genesi.

  91. zio tony scrive:

    carissimi giuseppe , giovanni e nik85, mi fa molto piacere di avervi divertito…
    ogni tanto mi vengono spontanee queste piccole c*****e (specie da quando esiste internet, che con una piccola ricerca trovi tutto quello che ti serve per realizzarle… ;-) )
    per es. recentemente , mi sono dilettato a vedere il significato di “tigre”, animale preso a riferimento da una frequentatrice di questo blog (che personalmente identifico di più con l’aquila reale), e sono rimasto parecchio impressionato da questa descrizione, cosa ne pensate?

    LA TIGRE
    La sua possente natura felina incarna forti cariche istintuali il cui urto è inevitabile e pericoloso.
    Nella simbologia antica la tigre, il cui nome deriva dall’iraniano thigra che significa tagliente, aguzzo, è molto rappresentata in Asia.
    In Occidente divenne nota con la spedizione in India di Alessandro Magno; a Roma comparve per la prima volta fra i regali degli ambasciatori indiani ad Augusto, nell’anno 19.
    Nel mondo dell’antica Grecia, accanto alla pantera e alla lince, è raffigurata al seguito di Dioniso.
    Secondo Plutarco, l’antico fiume Sollax avrebbe preso il nome di Tigri dopo che Dioniso si fu trasformato in tigre per sedurre una giovane ninfa, Alfesibea, che acconsentì a lasciarsi prendere per attraversare il fiume sulle rive del quale era fuggita. Il dio le dette un figlio, Medo, che divenne il capostipite dei Medi.
    E’ soprattutto in oriente che la tigre riveste un ruolo di primo piano. Mostro dell’oscurità e della luna nuova, raffigura il mondo della vita e della luce nascente.
    La si vede spesso riprodotta mentre dalle sue fauci partorisce l’essere umano; assimilata al ciclo lunare, è simbolo della luce che ritorna. In tutto il Sud-est asiatico la Tigre-Antenato ha valore di “iniziatrice”.
    E’ lei che conduce i neofiti nella giungla per iniziarli attraverso una morte che, come in tutti i miti, è preludio di rinascita.
    In Malesia il guaritore ha il potere di trasformarsi in tigre, mentre in Siberia, per il popolo dei Ghiliaki, la tigre è un uomo che ha temporaneamente assunto quella forma.
    Nell’antica Cina faceva parte dell’oroscopo: è l’animale del terzo segno zodiacale che per noi corrisponde ai gemelli, ed è un simbolo che rimanda alla doppiezza.
    La sua forza è molto ammirata e temuta al tempo stesso tanto che, per rispetto, si evitava addirittura di pronunciare il suo nome (hu).
    La sua vitalità e l’energia prorompente la rendono un animale sia yang che yin. Simbolo maschile e positivo per il fatto che - narra la leggenda - essa scacciò e divorò i cinghiali che devastavano i campi. La tigre bianca è invece associata al principio femminile dello yin; dire “tigre bianca” ad una donna significa rimandarle in modo assai dispregiativo la sua litigiosità ed è un vero e proprio insulto. La tigre è un animale cacciatore e perciò simbolo della casta guerriera.
    Nella geomanzia, come nell’alchimia cinese, essa rappresenta un principio attivo energetico che si oppone al drago, il principio umido e passivo.
    Corrisponde al Nord e al solstizio d’inverno; si oppone alle forze del male e divora le influenze malefiche.
    Sempre in Cina, si dice che persino i demoni temano le tigri per cui, spesso, in passato, sulle tombe, come pure sui montanti delle porte, venivano poste sculture in pietra che la raffiguravano, mentre le divinità protettrici immortali venivano dipinte a cavallo della tigre, per la sua longevità.
    “Le Cinque Tigri” , che rappresentano la forza protettrice, sono i guardiani dei quattro punti cardinali e del centro; è appellativo che si conferisce ai guerrieri più valorosi, difensori dell’impero.
    Anche nel buddismo è simbolo importante: la sua forza rappresenta la fede e lo sforzo spirituale.
    In India la tigre è considerato un animale sacro, temuto per la sua ferocia, venerato e rispettato per la sua regalità.
    Nella mitologia indiana Shakti, simbolo dell’energia prorompente della natura, cavalca la tigre mentre Shiva, che la domina, è spesso rappresentata nell’iconografia con la pelle di tigre come trofeo.
    Animale quasi mitologico presente da sempre nell’immaginario collettivo universale, emerge in tutta la sua numinosità nell’arte e nella letteratura; non di rado viene a visitarci nei sogni.
    Anche in Occidente il fascino per questo splendido felino ha influenzato antiche credenze, in virtù di una caratteristica morale messa in luce dal Bestiario medioevale: il suo accentuato istinto materno.
    Uno dei racconti più interessanti dell’epoca rinascimentale narra della tecnica, quasi magica, di caccia: puntando su questa sua debolezza, i cacciatori mettevano degli specchi per terra; attratta da quell’immagine in cui credeva di scorgere un cucciolo, nel tentativo di allattarlo, veniva catturata.
    La tigre è un animale la cui bellezza, ferocia e regalità si sposano in un’unica forte immagine. La sua possente natura felina incarna potenti cariche istintuali il cui urto è inevitabile e pericoloso.
    Simbolo di un archetipo, porta in sè il sacro e il numinoso, la potenza, la fascinazione e l’abisso inquietante del pericolo.
    C’è un sogno recente che condensa in un flash il suo potere numinoso:
    > Il sognatore si trova faccia a faccia con una tigre feroce, pronta ad aggredirlo. Mentre il clima si fa sempre più teso per la pericolosità della situazione, improvvisamente e inaspettatamente, l’uomo e la tigre si uniscono in un abbraccio.< Il Sè, archetipo cui la tigre rimanda, rappresenta forme presenti universalmente ed ereditate, ed è simbolo della totalità. Dio e animale a un tempo, si presenta all’uomo e lo “possiede” affinchè egli possa trascendere l’elemento puramente istintuale per elevarsi ad un nuovo livello di consapevolezza. In quanto simbolo di totalità, il Sè è unione di opposti: sono la luce e le tenebre, il drago e la tigre.
    Rigettare nell’inconscio messaggi così imponenti ha conseguenze infelici: quanto più negativo è l’atteggiamento della coscienza nei confronti dell’inconscio, tanto più questo diventa pericoloso.
    Ma ciò che sembra sconvolgente, come questa tigre che minaccia di sbranare e fare a pezzi il sognatore, costituisce un elemento di salvezza se nella coscienza esistono i mezzi per un’adeguata comprensione.
    La funzione salvifica dell’archetipo è quella di riportare l’uomo in una dimensione sovrapersonale per il divenire umano, attraverso un gesto, un pensiero, una parola personale che stabilisca una connessione tra la funzione cosciente dell’io e la matrice creativa dell’inconscio.

    buona giornata a todosss!!!

  92. Giovanni da Roussillon scrive:

    Gentile zio, nonché mandante di tramontana. Grazie. Grazie. Grazie.
    Qui si è già impazienti in prospettiva del prossimo tuo saggio sull’aquila reale, con la cui pubblicazione impediresti l’insorgere di ambiguità eventuali, seppure già ovviabili (basta ritenere che Tigre bianca può essere solo il Roger di cui è noto il genere).

  93. zio tony scrive:

    Prego, prego, prego! ;-) personalmente non vedo neanche roger come tigre…quando ho un pò di tempo ci penso un pò su…x il discorso dell’Aquila Reale (direi che ci stanno bene le maiuscole, cosa dici?): in realtà sono già in fase di ricerca e approfondimento, devi solo portare un pò di pazienza perché del buon materiale c’é ma io sono “delicato” e x lei vorrei il solo il non plus ultra…
    Ciao

  94. chloe de lissier scrive:

    roger “cougar” federer. il leone di montagna è un felino timido.

  95. Giovanni da Roussillon scrive:

    Cara Chloe.
    Sempre per restare entro le associazioni zoologiche: fu Ros dal suo Café, in occasione di un festeggiamento, a designarlo Tigre Bianca, in coda a fotogrammi di un suo match molto lontano. Ed eccomi citatore incorreggibile di Ros.
    Il puma pure lo rappresenterebbe bene in quanto felino, non credo invece per timidezza, giacché quella di Roger è del tutto apparente (come spiegare altrimenti il suo equilibrio perfetto?).

  96. chloe de lissier scrive:

    gentile giovanni, penso che l’equilibrio sia lo stato più prossimo alla perfezione. come bilanciare allora l’inevitabile e necessaria aggressività perché essa non ci trasformi in esseri sanguinari e insensati se non con una qualche riservata ritrosia?
    federer è quasi perfetto proprio per questo.

  97. Giovanni da Roussillon scrive:

    Ora cara Chloe non ho alcunché da opinare, anche nelle vesti di pesatore del fumo. Precisi i contorni della timidezza di Roger, più vicina alla ritrosia riservata (come non attenderselo?) e delimiti molto ragionevolmente la perfezione umana col necessario “quasi”.

    [il timido è spinto purtroppo a gesti inspiegabili spesso interpretati come equivoci, azioni aggressive fuori luogo, espressioni contraddittorie e di titubanza, se non di vergogna; comportamenti insomma non proprio così ravvisabili nel nostro]

  98. zio tony scrive:

    ecccccccola!!! si parla di lei e ne spunta il ciuffo, anzi la cresta! :-)
    allora raga,
    dovete portare pazienza perchè la cosa si sta rivelando una impresa…sto passando dall’araba fenice alla simbologia germanica, agli dei egizi…povero me, dove mi sono cacciato!
    ho visto dei documenti che se li metto commentucci mi lincia (a proposito grazie x il perfetto abbellimento natalizio della mia parolaccina)…
    eppoi, eppoi…io ci voglio trovare anche qualche difetto a questa aquila simbolo…un’aquila che parte con il sole e torna con la luna e qualche volta anche il contrario con 2 o tre andate e ritorno ;-)
    insomma, ci vuole tanta pazienza ancora…
    x roger: dopo che ci ho pensato mi è venuta subito l’illuminazione…però questa non ve la dico…il coguaro è bello ma troppo scarso…no no non va assolutamente bene…

  99. zio tony scrive:

    cronache di un internauta- real eagle explorer news:
    la caccia prosegue…sono stato sballottato dall’aquila romana, all’aquila di zeus, a castaneda e lo sciamanesimo messicano, ai pellerossa, al bianconiglio dell’allega brigata di alice, alla lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi ..
    credo che l’aquila reale sarà un bel rebus da risolvere ma non demordo
    ;-)

  100. zio tony scrive:

    antipastini simpatici…
    domanda, ma se il galletto-sparviero, con caparbietà e volenterosità arriva in quota e, avvicinatosi all’aquila, viene preso a beccate cosa succede?
    torna con le sue amate e rassicuranti galline? ;-)
    uhmmm…

    L’uguaglianza
    Trilussa

    Fissato ne l’idea de l’uguajanza
    un Gallo scrisse all’Aquila: - Compagna,
    siccome te ne stai su la montagna
    bisogna che abbolimo ’sta distanza:
    perché nun è né giusto né civile
    ch’io stia fra la monnezza d’un cortile,
    ma sarebbe più commodo e più bello
    de vive ner medesimo livello.-

    L’Aquila je rispose: - Caro mio,
    accetto volentieri la proposta:
    volemo fa’ amicizzia? So’ disposta:
    ma nun pretenne che m’abbassi io.
    Se te senti la forza necessaria
    spalanca l’ale e viettene per aria:
    se nun t’abbasta l’anima de fallo
    io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo.

    L’ingegno
    Trilussa

    L’Aquila disse ar Gatto: - Ormai so’ celebre.
    Còr nome e co’ la fama che ciò io
    me ne frego der monno: tutti l’ommini
    so’ ammiratori de l’ingegno mio! -

    Er Gatto je rispose: - Nu’ ne dubbito.
    Io, però, che frequento la cucina,
    te posso di’ che l’Omo ammira l’Aquila,
    ma in fonno preferisce la Gallina…

  101. Giovanni da Roussillon scrive:

    Si intuisce facilmente perché Trilussa venga considerato unanimemente il capostipite di [omissis del soprascritto, ad anticipare la censura eventuale]

  102. zio tony scrive:

    Puoi spiegarti meglio???

  103. Giovani da Roussillon scrive:

    Appunto (no).

  104. zio tony scrive:

    Ma che simpatico. Ok, torno in pollaio.
    Salutoni ad aquile e aquiloni (grosse aquile maschili con le stesse caratteristiche delle femmine compresa l’aciditá a ore alterne).

  105. chloe de lissier scrive:

    certo che voi maschi siete permalosi assai… e poi parlate dell’acidità delle donne. siete delle ombrette sdegnose, altro che galli.
    il fatto, coach di uomini delle pulizie, è che io aspettavo questo tuo poema sull’aquila reale. prometti, prometti e poi te ne esci con un paio di gag da bagaglino. per forza che alla fine un gentiluomo come da rouissillon ti chieda a modo suo conto della mancata parola.
    quindi vieni fuori dal pollaio e mantieni gli impegni.

  106. chloe de lissier scrive:

    ma il coach ha qualche santo in redazione? com’è che compare un suo post che io commento e poi detto post coachesco scompare?

  107. Giovanni da Roussillon scrive:

    Accidenti alla mia intempestività congenita. Ho perso l’ultimo post dello zio ante (che iato di termini) censura. Peccato. L’avevo pure in qualche modo messo in guardia. Credo aver capito dall’artigliata infertagli da chi sa ben scrutare - che ringrazio dell’indicazione e per la benevolenza seducente al tempo espressami - che avrebbe scambiato l’inverno incombente con la stagione dopo Wimbledon (così Nick85). Ripeccato se fosse dato. Uno ti diletta con un bel saggio sulla genesi, replica con lo scritto della tigre, testi che lasciano ben presagire per la pubblicazione da lui stesso magnificata con più annunzi; sul più bello poi si ritrae. Gli chiedo allora: “Hai finito precocemente la vena creativa? Oppure si può pensare ad una semplice interruzione?”

  108. chloe de lissier scrive:

    è ricomparso il post scomparso. misteri di “servizi perdenti”…

  109. Giovanni da Roussillon scrive:

    Quando lo zio punzecchiò un esponente del pensiero clericale diffuso, rispettabile quanto da me non condiviso, apprezzai la sua vena giocosa e fantasiosa. Auspicherei che il lapsus sia l’ultima uscita, e non la sua storia delle origini. Altrimenti vedrei l’abbandono meno verso il pollaio e un po’ più come un ritorno al così fan troppi ancora. Siamo tutti un po’ ciclotimici, ma niente - a parte qualche atto censorio sporadico - impedisce di divertirci.
    In fondo il miracolo della sparizione del post e della successiva apparizione potrebbe essere una burla ispirante.

    ___________
    [La censura è purtroppo sempre nociva, anche se esercitata con e come moderazione. Genera preconcetti (in me) e può condurre di riflesso un estroverso (perfino lo zio) a chiudersi]

  110. zio tony scrive:

    IL VOLO DELL’AQUILA
    Affonso Romano de Sant’Anna

    Visto che siamo in questo clima di rinascita, con lo spirito pronto per nuove cose, comincerò col trascrivere qualcosa che ho ricevuto. Avevo pensato ad una crônica diversa, una cosa del tipo: “Proposte per il nuovo millennio”, come fece Italo Calvino. Ma a volte un testo parabolico, ellittico, può dirci di più di quelli che hanno la pretesa di essere oggettivi. Eccolo:

    “L’aquila è l’unico uccello che arriva ai 70 anni. Ma perché ciò accada, intorno ai 40, deve prendere una decisione seria e difficile.

    A quest’età i suoi artigli sono lunghi e flessibili e non riescono più ad afferrare le prede di cui si nutre. Il suo becco, allungato ed appuntito, si incurva. Le ali, invecchiate ed appesantite dalle penne ingrossate, puntano contro il petto. Volare è ormai difficile.

    In questo momento cruciale della sua vita, l’aquila ha due alternative: non fare niente e morire oppure affrontare un doloroso processo di rinnovamento che durerà circa 150 giorni.

    La nostra aquila ha deciso di affrontare la sfida: vola verso la cima della montagna e si rifugia in un nido vicino ad un dirupo, dove non avrà bisogno di volare. Lì comincia a sbattere il becco contro la roccia fino a strapparselo. Poi l’aquila aspetta che spunti un nuovo becco con il quale strapperà i vecchi artigli. Quando i nuovi cominciano a spuntare si mette a strappare le vecchie penne. Solo dopo cinque mesi è pronta per il volo di rinnovamento e per vivere altri 30 anni.”

    Questo testo è stato inviato come biglietto d’ auguri per l’anno nuovo da Rose Saldiva della Saldiva Pubblicità. C’è un altro paragrafo esplicativo che commenta questa parabola e il titolo è “Rinnovamento”.

    Ho pensato che ti sarebbe piaciuto leggere questo racconto, soprattutto adesso che gennaio ci inonda con la sua luce.

    Questo testo vale più di mille illustrazioni.

    So quanto sia difficile trovare un’idea nuova e sorprendente per un biglietto di fine anno. Ma questo, oltre a colpire fortemente la nostra immaginazione, scatena in noi una serie di correlazioni e sdoppiamenti.

    L’apertura è secca e forte, non c’è una parola di troppo. Sembrano le battute del destino della Quinta Sinfonia di Beethoven. Rileggiamo: “L’aquila è l’unico uccello che arriva ai settant’anni. Ma perché ciò accada, intorno ai quaranta, deve prendere una decisione seria e difficile”.

    Ho letto da qualche parte che Jung diceva che intorno ai 40 anni qualcosa di sotterraneo comincia a succederci e gli esseri umani sentono di essere all’apice della loro forza creativa. E’ quando possono (o no) entrare in contatto con le forze profonde della loro personalità.

    Ho già sentito da esperti in amministrazione di imprese che c’è un momento in cui queste cominciano a crescere e i loro dirigenti devono prendere una decisione – o fanno in modo che crescano una volta per tutte accettando sfide più pesanti o chiudono perché rimanere immobili significa soltanto rimandare la morte.

    Ho già menzionato in altre crônicas il personaggio di Jean Barois (di Roger Martin du Gard) che fece il suo testamento a 40 anni, quando credeva di essere all’apice della sua potenza intellettuale, temendo che in vecchiaia, logorato e stroncato, avrebbe fatto un altro testamento che negasse tutto quello in cui credeva da giovane. Infatti, invecchiando, fece davvero un altro testamento che annullava e smentiva il precedente. Il fatto è che la sua prospettiva nel corso della vita era cambiata come quella dell’osservatore di un fenomeno.

    L’anno sta inziando.

    Ancora più grave: un secolo sta iniziando.

    Gravissimo: più che un anno, più che un secolo, un nuovo millennio si sta inaugurando.

    Tre volte Sisifo: l’anno, il secolo, il millennio.

    Sisifo - quello che fu condannato a far rotolare un macigno su per la montagna sapendo che quando fosse quasi arrivato in cima- patapum!… Il macigno sarebbe precipitato e lui avrebbe dovuto spingerlo di nuovo verso l’alto.

    Ma riprendiamo: “L’aquila è l’unico uccello che arriva ai 70 anni. Ma perché ciò accada, intorno ai 40, deve prendere una decisione seria e difficile. A quest’età i suoi artigli sono lunghi e flessibili e non riescono più ad afferrare le prede di cui si nutre. Il suo becco, allungato ed appuntito, si incurva. Le ali, invecchiate ed appesantite dalle penne ingrossate, puntano contro il petto. Volare è ormai difficile.”

    La nostra società pensa di aver inventato, per gli esseri umani, un modo per risolvere il dramma dell’aquila: la chirurgia plastica - un po’ di silicone di qua, una stiratina alla pelle di là, tingere e trapiantare i capelli. Fatto questo, l’aquila se ne va svolazzando per salotti, spiagge, schermi, uffici e passerelle…

    Ma l’ altra aquila preferisce una soluzione che viene da dentro, magari più dolorosa.

    Ritirarsi su un dirupo, distruggere il vecchio ed inutile becco, aspettare che un altro spunti e con questo strapparsi le penne in un rito di iniziazione di 150 giorni.

    Mettiamo che l’aquila si sia appena separata.

    (Deve ridimensionare il suo corpo e i suoi desideri, smontare casa e sentimenti, riordinare oggetti e sensazioni, riscoprire i propri figli).

    Mettiamo che l’aquila abbia appena perso il lavoro.

    (Deve scoprire un nuovo percorso quotidiano, altre capacità, affrontare umiliazioni).

    Mettiamo che l’aquila abbia appena cambiato paese.

    (La crisi o l’amore l’hanno portata verso altri lidi. Deve apprendere di nuovo tutti i linguaggi e reinventare la sua immagine in altri specchi).

    Mettiamo che l’aquila abbia appena perso una persona cara.

    (E’ come se una parte del corpo le fosse stata strappata, sente che non potrà più volare come prima, che l’azzurro le è inutile).

    Mettiamo che si trovi in una nuova situazione in cui viene sfidata a mostrare la propria competenza.

    (Ha paura del fallimento, crede di non avere né artigli né ali per volare più in alto).

    Mettiamo che l’aquila abbia cominciato a far caso alla sua pelle, alla sua resistenza fisica, a certi acciacchi della vecchiaia.

    E allora bisogna buttare il vecchio becco, strapparsi le vecchie penne e ricominciare.

    Epoca di metamorfosi.

    Gli studiosi della metamorfosi dicono che non soltanto le larve si trasformano in farfalle. Con nostro stupore anche le pietre passano attraverso silenziose metamorfosi.

    Insomma, sembra che siamo condannati alla metamorfosi. Morire varie volte e varie volte rinascere. Fino ad arrivare alla metamorfosi finale, dove ciò che era sogno e carne si converte in polvere.

    Ma che resti sempre nell’azzurro l’imponderabile volo dell’aquila.

  111. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro zio. Ti sei fatto serio serio, non per questo meno interessante. Che bell’omaggio!
    Susciti amorevolezza immediata per le aquile-umani. Grazie a questo tuo discorso allo stato nascente, mi riinnamoro delle aquile-umani.

  112. zio tony scrive:

    Eh si, magari fossero pensieri miei! ;-)

    Da buona upupa (galletto sparviero)mi sono solamente dilettato ad imitare il dj quando va in cerca di qualche buon pezzo da proporre ai suoi ascoltatori…
    sente decine e decine di brani, poi con tanta pazienza e un pò di fortuna “tac”, trova quella cosa che gli suscita ricordi o emozioni particolari…
    quei due pensierini di trilussa ad esempio (al di la che fosse o non fosse un poeta di alto lignaggio), personalmente mi avevano trasmesso un pò di allegria…
    Ognuno di noi però ha sensibilitá e gusti diversi, non si può pretendere di piacere a tutti…
    altro esempio, la riflessione di quella ragazza, odissea, su cui la chloe si era tanto scaldata, a mio modesto parere non aveva niente, ma proprio niente, a che vedere con la predestinazione…

    ad ogni modo, prossimamente mi dedicheró all’animale che rappresenta rolex federer e sará un animale bellissimo…
    (a patto che non mi tiriate + queste becchettate ogni volta che mi discosto dalla vostra rotta, sennò vi tiro giù a terra e ingaggiamo un bel duello sulla mia superficie preferita ;-)
    e lo sapete che i galletti nel combattimento a terra non hanno nulla da invidiare a nessuno, siete avvisati).
    Pace e bene, datemi la zampa e alla prossima!

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