IN RICORDO DI CLAY
Clay Regazzoni era un mio amico. Di più: per me, era un mito. Avevo dieci anni quando vinse il Gran Premio d’Italia al volante della Ferrari: allora la Formula Uno non godeva delle odierne vetrine e fu quasi uno shock ammirare in televisione la prodezza di un curioso pilota con il sorriso da attore hollywoodiano. Il bambino che ero, ingenuamente, scambiò Regazzoni per un italiano: il papà mi spiegò che invece si trattava di uno svizzero, però ticinese, insomma nostrano.
Ho conosciuto Clay quando il destino già lo aveva inchiodato alla sedia a rotelle. Siamo diventati compari di bevute e di battute, nelle occasioni che la vita ci offriva. Aveva un entusiasmo contagioso: a dispetto delle sventure, la sua esistenza è stata un continuo servizio al prossimo. Voglio dire che, con oltre venti anni di anticipo sul grande Zanardi, Rega non si è arreso alla dolorosa dimensione del disabile. Ha lottato, con orgoglio e dignità, per difendere i diritti dei suoi simili. E in questo è stato, davvero, un enorme, straordinario campione del mondo.
Io gli volevo bene e lui ricambiava. Una volta mi telefonò per contestare una ricostruzione del periodo da lui vissuto in Ferrari assieme a Lauda: era, nella sua tenera ingenuità, ossessionato dal rimpianto. Pensava di essere stato derubato di un mondiale sull’altare di logiche aziendali: Montezemolo, allora diesse, era troppo amico di Niki e dunque…
Regazzoni ha avuto il merito di non ripudiare mai le sue memorie, giuste o sbagliate che fossero. Non ha mai amato Schumi e la Formula Uno moderna e lo diceva con una franchezza che gli faceva onore. Per lui, il tempo degli eroi si era esaurito quando ancora a Montecarlo ci si piagava la mano per cambiare manualmente, quando ancora l’elettronica era una parola dal significato misterioso e il mestiere di piloti richiedeva una quantità industriale di coraggio, spesso ripagata dalla tragedia.
Non so quale pensiero abbia attraversato, per ultimo, la sua mente mentre staccava il biglietto per il Paradiso. So che gli volevo bene e che mi mancheranno le sue feroci critiche. Tu ti esalti tanto per questi polli allevati in batteria, mi disse un pomeriggio a Monza: ma pensa che romanzi avresti scritto, se avessi avuto in mano la penna quando in pista c’eravamo io, Mario Andretti, Ronnie Peterson, quel raccomandato di Niki, James Hunt…
Temo avesse ragione.
16 Dicembre 2006 alle 03:30
Ringrazio Leo Turrini per questo bellissimo ricordo di Clay. Anche io ero un bambino al tempo delle sue imprese. Credo che Regazzoni avrebbe meritato di più dalla sorte. E lo piango come si piange un amico, anche se non l’ho mai conosciuto.
16 Dicembre 2006 alle 03:31
Regazzoni non era solo un pilota. Forse fu il primo pilota a trasformarsi in uomo di spettacolo: io ricordo una sua pubblicità televisiva con la Carrà, per l’Agip. Aveva un grande cuore. Ha avuto meno fortuna di Mansell: che era uguale a lui, ma che riuscì a diventare campione del mondo.
16 Dicembre 2006 alle 03:34
Regazzoni! Chi è stato ragazzo negli anni Settanta, non ha mai potuto dimenticarlo. Forse al volante non era perfetto, probabibilmente era inferiore a Lauda, ma che personaggio! Io lo paragonerei a Stirling Moss: mai campione del mondo, ma forse migliore di tanti che quel titolo lo hanno ottenuto.
16 Dicembre 2006 alle 03:35
Non ho l’età per ricordarmi di Regazzoni pilota. Mio padre mi ha raccontato che nel 1974 fu vittima di un intrigo di potere in Ferrari. qualcuno ne sa qualcosa?
16 Dicembre 2006 alle 03:37
Regazzoni è stato uno degli ultimi eroi romantici dell’automobilismo. Dopo di lui, citerei solo Senna. Il resto è stata elettronica, con la parziale eccezione di Schumi. E complimenti a Leo per il testo, è stupendo!
16 Dicembre 2006 alle 12:04
Ero bambina e rimasi molto impressionata dall’incidente e le conseguenze che ebbe su Clay;ancora più spettacolorare quello del suo poco amato collega austriaco insomma le immagini televisive deformavano e connotavano i messaggi influenzando i telespettatori.Invece le cronache giornalistiche più puntuali riportavano i drammi e quindi ringrazio Turrini, penna d’oro, per il testo sobrio e commosso, veridico e appropriato. L’ handicap ci spaventa e tendiamo a rimuoverlo ma persone coraggiose ci riportano alla ragionevolezza umana, nell’epoca dell’elettronica spinta.
16 Dicembre 2006 alle 14:05
Io , che ho un po di capelli bianchi in testa , ho conosciuto Clay , anzi il Clay coraggioso e combattente sulla Ferrari. Nel lontano 1971 il nostro Ferrari Club a Castiglione Olona ebbe l’onore di avere alla sua inaugurazione Clay con l’inseparabile Pablo Foletti che ora come dici tu ha raggiunto in Paradiso e discuterà con lui a suo modo della moderna Formula 1 . La mia prima tessera del Ferrari club è stata da lui autografata e la conservo ancora oggi tra i ricordi più cari . Dalle automobili non ha mai voluto scendere e il destino ha voluto che su un auto finisse la sua vita terrena . Il tuo ricordo è l’immagine di Clay eterno brontolone , caustico e arguto e che soprattutto ha sempre detto quello che pensava. Buon viaggio Clay.
16 Dicembre 2006 alle 15:15
Clay è stato grande soprattutto nel dopo carriera. Non si è chiuso in se stesso, ma ha dedicato le sue energie ad una battaglia che ha voluto estendere a tutti, invece di limitarsi esclusivamente a se stesso. Parlo dei diritti dei disabilli. E’ un peccato che i più giovani non abbiano avuto modo di conoscerlo come pilota: in pista, era un drago, un Mansell ante litteram
16 Dicembre 2006 alle 15:17
Di Regazzoni mi piace ricordare il calore umano. Anni fa lo incontrai ad una cena del ferrari Clud di Maranello: ti contagiava con il suo entusiasmo, raccontandoti di una Parigi-dakar o di un duello a sportellate in pista con Niki Lauda.
E’ stato grande e generoso.
17 Dicembre 2006 alle 00:06
Regazzoni aveva un grande cuore Ferrari
18 Dicembre 2006 alle 00:29
Ciao Leo,
Quando ancora bambino iniziai a seguire la F1 mi divertivo sentendo le telecronache mitiche di Poltronieri e dell’indimenticabile Clay.Secondo me la cosa migliore su Clay l’ha detta il suo amico e forse anche nemico ai tempi della rossa negli anni 70 Niki Lauda,un uomo che ha insegnato a gioire della vita.Nonostante tutto sempre col sorriso sulle labbra.Sarà sempre nei nostri cuori e personalmente lo considero una delle persone che mi hanno fatto amare questo sport ed anche la Ferrari.Grande Clay ….
18 Dicembre 2006 alle 11:18
ieri la gazzetta dello sport lo ricordava attraverso la voce del figlio. Clay, svizzero e buono come il cioccolato forse correva troppo su quella strada e non ha avuto una seconda possibilità. Ragazzi, moderiamo la velocità e teniamo le distanze di sicurezza perchè la F1 la lasciamo ai campioni, noi comuni mortali comportiamoci bene, doniamo il sangue, faccaimo i buoni non solo a Natale. Alla pronipote che sta per nascere , auguro una bella e intensa Vita e per fortuna nascere a Bologna è un buon avvio
19 Dicembre 2006 alle 14:50
la notizia della morte di Clay mi ha molto colpito………..
ho riflettuto a lungo in questi giorni su quanto sia strano il destino: l’incidente che costò al mitico pilota svizzero l’uso delle gambe fu terrificante………….a 300 all’ora senza freni nell’angusta via di fuga del cittadino di Long Beach………… e fu un miracolo allora che Regazzoni ne uscì vivo, seppur profondamente leso nel fisico.
Un banale incidente di autostrada lo ha portato via per sempre…….
Ciao Clay, pilota di cuore, uomo di cuore………..
19 Dicembre 2006 alle 19:23
Regazzoni regalò alla Ferrari di Ferrari una enorme botta di popolarità, perchè era un campione solare, trasparente, sicuramente non adatto a quello che la Formula Uno è diventata oggi.
Spero che qualcuno trovi la maniera di ricordarlo degnamente
19 Dicembre 2006 alle 19:26
Mi rivolgo alla giovane Giulia. devi sapere che Regazzoni, nel 1974, sostenne di aver perso il mondiale di F1, a beneficio di Fittipaldi che guidava una McLaren, per colpa dell’allora direttore sportivo Montezemolo, che spudoratamente parteggiava per il compagno di squadra di Clay, l’austriaco Lauda. Regazzoni non ha mai cambiato idea: si sentiva vittima di una congiura di potere e credo che in cuor suo non abbia mai perdonato chi riteneva gli avesse inflitto un torto.
Dopo di che, numeri alla mano, io credo che oggettivamente Lauda fosse più veloce di Regazzoni, nonchè più abile nella gestione strategica di un Gran Premio. Ma questo è un altro discorso
20 Dicembre 2006 alle 10:41
In effetti, leggendo il libro di Clay, c’è un bel po’ di materiale riguardo il mondiale 1974.
Calcoli alla mano, lui riteneva che quello era stato un mondiale in cui era stato più difficile perderlo che vincerlo…
Anche io, nel 1974 ero troppo piccolo, certo è che se le cose andarono davvero come le racconta lui è logico che anche dopo anni provasse un certo risentimento verso LCDM.
Io, dopo aver alzato a dovere i massimali della mia polizza, lo sarei andato a cercare a Torino all’uscita dalla Fiat e poi, del tutto accidentalmente, lo avrei stirato, contribuendo incosapevolmente a cambiare la storia della F1 (senza LCDM niente Schumi, quindi….addio a 11 titoli mondiali).
Resta in me lo sconcerto per quanto accaduto.
Primo, come ho già scirtto in un altro post, perchè sul suo libro egli scriveva che trovava grottesco per un pilota morire in un incidente stradale con una macchina di serie su una strada normalmente aperta al traffico.
Poi, insomma, le foto mostrano un auto nemmeno troppo distrutta……
A me, per ricordare Clay, resta la foto su Autosprint, mentre scollina con la Ferrari 312 T con tutte le 4 ruote staccate da terra…..
Ciao Clay !!!!!
20 Dicembre 2006 alle 13:14
anche un caciotarro troverebbe grottesco morire per soffocamento da scamorza incastrata nelle fauci…che vuol dire? Una la morte se la vorrebbe scegliere, in genere dormendo ma se puù procastinarne il momento è meglio:Però Clay è stato intelligente, ha scritto, ha cioè tradotto la sua vita in parole ed eventi differentemente interpretabili invece il caciottaro questo non ha potuto farlo.Bisognava intervistralo prima che …il suo primo viaggio, l’ultimo, quello più importante, l’incubo ricorrente, chi lo consolerebbe meglio,tratti in comune col sindaco del suo paese, i difetti della concorrenza, pregi ecc. Le foto sono importanti documenti ma usi e costumi caciottari passano dalle parole tramandate, meglio evitare l’oralità!
Auguri a tutti perdonate i miei spostamenti
20 Dicembre 2006 alle 17:45
Vorrei aggiungere un ultima cosa.
Per capire e conoscere Clay, vi consilgio il suo libro: “E’ questione di cuore” edito da Sperling & Kupfer.
Spero che su questo blog si possano fare i messaggi promozionali.
E’ un libro u po’ vecchio, mancano senz’altro le ultime cose di Clay, ne avrebbe avuto abbastanza da scrivere un altro libro.
Ma per chi come me non ne ha vissuto l’epopea dal vivo, ne vale la pena, per una conoscenza approfondita del personaggio.
Ne vale la pena, credetemi.
A proposito: chiedo al nostro padrone di casa, non si può fare un libro su Clay?
21 Dicembre 2006 alle 11:41
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH sono d’accordo, anche se può avere il sapore della museificazione ma tant’è!quando una vita è spesa intensamente e l’esempio della persona è un salvadanaio cui attingere per illuminare il buio, ben vengano tutte le recensioni e ricostruzioni magari con odore salgariano.
21 Dicembre 2006 alle 12:00
Leggo con sgomento l’intervista di LCDM sul Carlino di oggi.
Cosa vuole dire “era un uomo di cuore generoso, è venuto a morire vicino a maranello” ??
Pensa forse che Clay abbia voluto rendere omaggio alla Ferrari??
Cioè, dovendo morire ha scelto di farlo a pochi kilometri dalla sede della rossa??
Se le due frasi erano distinte, forse bisognava staccarle meglio.
Scritto così suona un po’ offensivo.
Forse che al multipresidente serva un corso di comunicazione??
21 Dicembre 2006 alle 22:53
Per Otelma. Senz’altro, come immagino Leo provvederà a spiegare, le due frasi di Montezemolo vanno intese ’scisse’. Lui, inteso come presidente, ha detto che Clay era un uomo generoso e ha sottolineato come il detsino lo abbia portato a morire nelle vicinanze di Maranello, il luogo che il pilota regazzoni ha amato di più.
Almeno, io l’ho capita così.
21 Dicembre 2006 alle 22:55
Montezemolo non ha certo mancato di rispetto a Regazzoni, questo lo escluderei.
Resta invece vero il fatto che, da vivo, Clay è sempre stato molto critico nei confronti della gestione dell’avvocato. Credo che i due si volessero bene, pur avendo idee molto diverse sul presente della Formula Uno (vedi, visto che ne abbiamo parlato anche in questo forum, le opinioni non entusiastiche di Clay su Schumi).
Buon natale a tutti gli amici del blog.
22 Dicembre 2006 alle 15:36
ma è vero che Montezemolo è il figlio illegittimo dell’avv.Agnelli? un po’ gli somiglia! Buon Natale a tutti! nel presepe ricordate, non meno di 12 pezzi pecore escluse
22 Dicembre 2006 alle 20:45
Ciao a tutti,
beh, che Clay e LCDM si volessero bene è una cosa di cui dubito fortemente.
D’altra parte, se qualcuno avesse fatto a me quello che LCDM ha fatto a Clay, come ho già scritto, lo avrei messo sotto con la macchina, a costo di dover pagare la plus valenza del massimale di assicurazione.
Su quanto detto per l’intervista….beh può benissimo essere che sono stato io a interpretare male le parole.
In effetti, mi capita spesso anche con gli interventi di Scarlett di non capirci una parola, quindi probabile che la colpa sia mia.
Ma …….
Vabbè, approfitto per augurare buon Natale a tutti voi e buon Anno nuovo.
E che il prossimo anno sia foriero di buoni risultati sportivi e non.
Io da parte mia sono sereno: avendo abbandonato la F1 come tifoso, per me il prossimo anno va bene comunque…….
:-))
Auguri !!!!
22 Dicembre 2006 alle 20:46
Montezemolo a suo tempo, in una intervista ad una rivista inglese, affrontò l’argomento…paternità. nNegando, ovviamente, di essere il figlio dell’Avvocato…
22 Dicembre 2006 alle 20:48
La storia di un legame di sangue tra Montezemolo e Gianni Agnelli l’ho sentita anche io, ma credo si tratti di una bufala, alimentata da chi non sapeva spiegarsi la simpatia e l’appoggio che l’Avvocato garantiva al suo pupillo.
Mi pare che i risultati di Ferrari e Fiat abbiano aiutato gli scettici a capire perchè Agnelli credeva (giustamente) in Montezemolo
22 Dicembre 2006 alle 20:50
A me i giudizi di Montezemolo sul compianto Regazzoni sono sembrati molto equilibrati, rispettosi ed affettuosi. Credo che il presidente volesse bene a Clay, anche se a suo tempo, come pilota, gli prferì Lauda
23 Dicembre 2006 alle 00:35
Io ho un sospetto.
Premesso che non dobbiamo mettere sullo stesso piano le varie epoche,secondo me quella generazione è stata una irripetibile covata di matti geniali.
Si! Niki -che non era un pavido-, il suo rivale Hunt che era una bella testa calda, Marione (il vero raccomandato fu lui,spudoratamente),ma anche Stewart e Fittipaldi,il Rindt del ‘70.
Gilles si affacciò sul finire del decennio….e non si può dimenticare il tragico destino di Cevert,Revson,Pryce e del grande Peterson.
E non sono tutti.
La loro follia era tale non solo in pista, ma anche nella vita quotidiana, erano fuori da ogni logica o schema.
Adesso hanno facce da impiegati, nessuna cazzata fuori dalla pista, e, chi come Kimi, o Eddie ai tempi suoi, ama una vita “spericolata”, viene bollato.
Basti leggere la recente intervista a Montezemolo in cui gli veniva chiesto se può essere un problema “l’alcolismo” di Kimi.DA QUERELA.
Si Clay, secondo me avevi ragione tu.
Quanto al rimpianto eterno di Clay, forse in quel 1974 la storia avrebbe potuto andare diversamente.Di certo si poteva evitare il regalo a Fittipaldi.
E grazie anche per i tuoi commenti alla Rai negli anni ‘80 con Poltronieri, Zermiani e Palazzoli.Indimenticabili.
27 Dicembre 2006 alle 12:10
Buon anno , UE’ ! se la Fiat rispolvera il vecchio marchio, autocitandosi e facendoci sorridere con Fiorello, la Ferrari cos’ha in serbo per il prossimo Anno? Salutiamo il vecchio e Clay e il maturo Ley sperando di trovare buoni spiker alla radio, voci buone che commentino lo sport a 360°
27 Dicembre 2006 alle 13:56
no comment su Regazzoni, invece sul simpatico, super, fortissimo, specialissimo, formidabile, straordinario e per bene Turrini (ed il suo passato antico di commentatore velaskiano)…due parole:cambi cravatta
3 Gennaio 2007 alle 09:39
Come tutti i grandi piloti Regazzoni ha avuto attorno a sè quell’alone di romanticismo, di umana non perfezione che i piloti oggi di grido non hanno e non avranno mai: la loro sembra una esistenza da automi (benedetta elettronica!).
I tempi sono cambiati , è vero, ma se nell’universo motoristico di oggi tanto hanno successo i condottieri delle due ruote proprio perchè intrisi di eroismo e di sana sofferenza, allora vuole dire che la formula uno, con la perdita di Clay ha perso un mattone importante della sua storia e del suo spirito che tanto la gente ha amato.
Grazie per il Tuo acquerello che descrive così bene quello che è stato il controverso, ma amato (la parola rimpianto che hai usata descrive alla perfezione la percezione che io avevo di lui) Clay.
3 Gennaio 2007 alle 13:36
Ok non riguarda molto questo articolo però fatemelo dire lo stesso:
TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE TANTI AUGURI A MICHAEL, TANTI AUGURI A TE!!!!!
Schumy oggi compie 38 anni di leggenda…..
3 Gennaio 2007 alle 13:37
per me rimane non casuale il fatto che se ne sia andato a vedere cosa c’è di là proprio a causa di un incidente in automobile….
I miei ricordi di bambino tornano all’estate del 1979 al primo gran premio vinto dalla Williams proprio grazie a Clay e ai suoi festeggiamenti sul podio con succo d’ananas in rispetto dei divieti alcolici degli sponsor arabi….
Grazie di tutto Clay, buon viaggio.
9 Gennaio 2007 alle 20:16
Dipinto ne compie 49 ma pur lavorando nell’eccellenza resta in ombra in un mondo meno scintillante della F1
Regazzoni ci ha lasciato presto, e questo è un altro fatto, la sua abilità di pilota, un’opinione, peraltro surrogata dai fatti, a parte la sfortuna che talvolta si accanisce
17 Gennaio 2007 alle 13:53
Grazie Turrini.
Mi ci trovo nelle belle parole che hai avuto per Clay che ho avuto la fortuna di conoscere.
Non se ne incontrano molti di Uomini, specialmente nel mondo della F.1.
Saluti
7 Febbraio 2007 alle 11:44
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20 Febbraio 2007 alle 19:24
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