Autodromo di Imola, un pezzo di storia da salvare

L’ultima speranza di Imola è un buco. Nel calendario del mondiale 2007 diffuso ieri dalla Fia, è stato lasciato libero un week end di fine aprile. Poiché quattro settimane senza corse tra la trasferta in Bahrain e il debutto in Europa sono troppe, è chiaro che il resto del mondo tiene una porta aperta al circuito che porta i nomi di Enzo e Dino Ferrari. Da Parigi, fonti della federazione internazionale sono esplicite: gli italiani, assieme agli amici di San Marino, debbono darsi una mossa.
Da troppo tempo chi comanda in Formula Uno, da Bernie Ecclestone in giù, aspetta il mantenimento di antiche promesse. Ci sono lavori da fare, strutture logistiche da risistemare, eccetera. Beninteso, il problema è politico. Gli inglesi non accetterebbero mai di veder sparire il torneo di tennis di Wimbledon: è un vanto nazionale. Gli americani non sopprimeranno mai la 500 Miglia di Indianapolis: è un evento popolare in ogni angolo del pianeta. I francesi difendono la Parigi-Roubaix nonostante la modernizzazione del ciclismo abbia trasformato la corsa sulle pietre in un appuntamento anacronistico.
Lo sport, con le sue tradizioni, è anche cultura. Pure in tempi di commercializzazione sfrenata, ci sono manifestazioni che appartengono alla storia di un Paese: sarebbe strano, se non addirittura ridicolo, se l’Italia, la terra dei motori, la culla della Mille Miglia, rinunciasse silenziosamente ad un Gran Premio fortissimamente voluto da Enzo Ferrari in prima persona. Anzi, lo spavento innescato da una decisione per fortuna non irrevocabile dovrebbe spingere chi di dovere ad un rilancio. Da anni si sente parlare di una valorizzazione, anche in chiave turistica, di un ‘sentiero della velocità’: da Monza fino al Mugello, passando per Maranello e per Imola, sorgono i centri di un sapere tecnologico che mischia l’industria alla emozione sportiva. Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati sono i simboli di un modo di essere Italia che non è di destra o di sinistra. E’ di tutti.
Qui in ballo c’è molto più di un Gran Premio. Ce la vogliamo dare, una mossa?

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6 Commenti a “Autodromo di Imola, un pezzo di storia da salvare”

  1. Gilles scrive:

    Turrini ha ragione. Giù le mani da Imola
    GILLES’81

  2. edna scrive:

    autodromo da salvare

  3. bruno scrive:

    Aggiungerei una cosa: a Imola, come a Monza, vengono praticati prezzi folli! Gli autodromi non si riempiono più perchè i costi, per un comune mortale, sono proibitivi.
    BRUNO

  4. marco scrive:

    sostituiamolo con il mugello…molto meglio come circuito

  5. Daniele, Sydney scrive:

    Ma ogni paio d’anni c’e’ lo stesso problema con Imola, si fanno i lavori di adeguamento tutti contenti poi arrivano altri problemi. Ma non si potrebbe fare un bel restiling al circuito?? Di allargare la pista x fare la corsa piu’ interessante?? Gli ultimi GP a Imola sono stati noiosi, sorpassi solo ai box.

  6. ANDREA scrive:

    giù le mani da imola ABBASSATE I PREZZI DEI BIGLIETTI

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