Gp Usa: per il mondiale si riapre uno spiraglio

Si riapre uno spiraglio. E da italiani e ferraristi, pensando alla partitissima di domani sera, possiamo augurare ai tifosi tedeschi che l’unica gioia mondiale, per loro, arrivi da Michael Schumacher, mica dalla nazionale di calcio. Si riapre uno spiraglio: l’America ha sempre voluto bene alla Rossa.
Persino un anno fa, in una stagione disastrosa, Indianapolis portò fortuna alle vetture del Cavallino: ma non c’è dubbio che questa doppietta valga infinitamente di più di quella del 2005. Diamine, stavolta in pista c’erano tutti… Dopo di che, è meglio non esagerare con la pur legittima euforia. Fu vera gloria? Oppure Flavio Briatore si è lasciato distrarre un po’ troppo dalle grazie della chiacchieratissima Gregoraci, sontuosamente apparsa ai box? Solo a Magny Cours, tra un paio di settimane, conosceremo la risposta.

Nel senso che Indy è una pista dannatamente particolare. Inoltre, è probabile che la Michelin, scottata dal disastro di dodici mesi fa, abbia deliberatamente scelto di…volare basso, per non incorrere in un’altra figuraccia: che il grande Trulli, con la Toyota gommata Bridgestone, abbia fatto mangiare la polvere ad Alonso, insomma, è un segnale facile da interpretare. Eppure, nella prima doppietta Ferrari dopo quasi due anni (sempre escludendo dal conto Indy 2005), c’è qualcosa di importante. Anzitutto la testimonianza di una convinzione che non ha abbandonato la Scuderia, nemmeno quando la Renault imperversava: a Maranello ci credono esattamente quanto ci crede l’eterno Schumi, che non ha mai alzato il piede.

Ed è preziosa la prova d’orgoglio di Massa: fin qui inadeguato al ruolo, il piccolo brasiliano ha reagito alle critiche meglio di Ronaldo e di Adriano. Se sarà in grado di dare una mano al capitano tedesco nelle gare che verranno, per Alonso le cose potranno complicarsi.
Vabbè, ne riparleremo: certo che se gli azzurri domani imitassero le Rosse d’America, ai tedeschi non resterebbe che Schumi.

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