Fed Cup, come sfruttare un successo
senza illudere nessuno

 
27 Aprile 2009 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

 Virtual Tour: day2!

Quanto valgono veramente i successi azzurri in Fed Cup? Ma soprattutto, che uso ne va fatto, anche sul piano propagandistico, per continuare a migliorare il nostro tennis?

Premessa
La squadra italiana di Federation Cup ha confermato ancora una volta di essere la parte migliore del nostro tennis, raggiungendo la terza finale in quattro anni. Tutti contenti, quindi no? Macché, nemmeno per idea.
Si era appena posata a terra l’ultima palla del match con cui l’indomita Leonessa Francesca Schiavone ha domato la rampante ragazzina Pavlyuchenkova, che immediatamente sono iniziate, all’interno del nostro movimento, le polemiche e le discussioni.
Da un lato, vi sono coloro – la Federazione in  primis – che esaltano il valore del risultato tecnico colto dalle azzurre, capaci di battere la squadra vincitrice di 4 delle ultime 5 edizioni della Coppa; dall’altro lato, vi sono gli scettici, quelli che sostengono che questa competizione non conta nulla, che il vero tennis si gioca solo negli Slam, che si tratta di un mero contentino per chi non ha spazio nei tornei individuali, eccetera. Chi ha ragione?
Cerchiamo di analizzare serenamente come stanno le cose e di valutare quanto vale, effettivamente, questo ennesimo exploit delle nostre magnifiche ragazze.

Il significato tecnico della Federation Cup.
In generale, l’importanza di una competizione è determinata dal valore che i partecipanti le attribuiscono e dall’impegno con cui vi competono. Da questo punto di  vista,  non si può dire che la Fed Cup non conta nulla. Esistono grandi scuole tennistiche, come ad esempio la Francia, la Spagna e la Repubblica Ceka, che danno a questa competizione grande importanza e cercano sempre di schierare la migliore formazione possibile. I tre incandescenti, lottatissimi, sentitissimi confronti disputati negli ultimi 4 anni fra le azzurre e le ragazze francesi, con il loro codazzo di schermaglie polemiche, costituiscono la migliore prova che non è affatto vero che alla Fed Cup teniamo solo noi, come si dice da qualche parte.
Anche sul piano dell’attendibilità dell’Albo d’Oro, la manifestazione ha le carte in regola. Negli ultimi 10 anni è stata vinta 2 volte dagli USA (che schieravano le Williams, la Davenport, la naturalizzata Seles), una volta dal Belgio di Henin e Clijsters, una volta dalla Francia di Pierce e Mauresmo, e 4 volte dalla corazzata Russia guidata da Shamil Tarpischev. Gli unici due successi a sorpresa sono stati quello della Slovacchia nel 2002 (con la Hantuchova e la Husarova, tennista discontinua, ma grande doppista) e quello delle azzurre a Charleroi.
Insomma, non si tratta di una carnevalata, o di un’esibizione: al contrario è una competizione seria e sentita (all’estero molto più che da noi) e in cui soprattutto vincono molto spesso le più forti.
E quindi, onore alle nostre ragazze, che tra l’altro hanno il grande merito di saper fare gruppo come poche e di far valere i valori della compattezza e dell’affiatamento.

Il movimento italiano al femminile.
D’altro canto, i successi della nostra squadra non vengono per caso. La nazionale è solo la punta dell’iceberg di un movimento che ormai da anni ha acquisito e consolidato un discreto spessore, anche nel confronto internazionale. Il nostro paese, pur nei fisiologici alti e bassi derivanti da infortuni e cali di forma, è un grado di esprimere una decina di tenniste in grado di stare stabilmente fra le prime 100. La nostra squadra dispone di due forti giocatrici come Pennetta e Schiavone, che valgono ampiamente le prime 20 (e in Fed Cup anche qualcosa di più), di solidi rincalzi come Errani, di doppiste di valore assoluto come Vinci e Santangelo. E dietro, nonostante gli infortuni che ne hanno frenato la crescita, ci sono tenniste di talento come la Oprandi e la Knapp, solide ed esperte professioniste come la Garbin e la Camerin, giovani in ascesa come la Dentoni, capofila di tante altre ragazzine promettenti, come le giovanissime Giorgi, Burnett, Trevisan. Non a caso, il ranking dell’ITF mette l’Italia al secondo posto, subito dietro la Russia.

Il rovescio della medaglia.
Tuttavia, bisogna riconoscere, con onestà intellettuale, che non siamo affatto “i più forti del mondo”. Anche a Castellaneta, se le nostre avessero avuto a che fare, nei singolari, con la Safina e la Dementieva, o anche con la magnifica Zvonareva di questa stagione, l’esito finale del confronto avrebbe potuto essere ben diverso.
In generale, possiamo affermare che in una ideale classifica per nazioni l’Italia occupa un onorevolissimo quarto posto (dietro gli USA delle Williams, dietro la Russia, dietro la Serbia di Ivanovic e Jankovic) e si posiziona poco sopra a due grandi potenze tennistiche come Francia e Spagna.
Si tratta, come si vede, di un eccellente risultato.
Tuttavia, non va dimenticato un aspetto fondamentale: come tutti sappiamo, il tennis non è uno sport di squadra, ma una gara individuale. E nei tornei individuali, negli Slam e negli eventi più importanti del circuito Wta, le italiane raccolgono molto meno. Certo, andiamo molto meglio che con i maschi. L’anno passato le nostre hanno vinto 4 tornei del circuito maggiore, (anche se si trattava di eventi di secondo piano) e quest’anno abbiamo già portato a casa la vittoria della Vinci a Marbella. Ma non va dimenticato che anche fra le donne, come nel maschile, mancano le “punte”, le campionesse, quelle davvero in grado di rilanciare il movimento e suscitare grande attenzione mediatica. Sappiamo anche troppo  bene che nessuna italiana è mai riuscita ad entrare fra le prime 10 e che non centriamo una semifinale nei tornei dello Slam dal 1954, dai tempi di Silvana Lazzarino.

Conclusioni.
I successi azzurri in Fed Cup possono avere risvolti molto positivi per la promozione del nostro tennis: aumentare i praticanti, allargare la base, far conoscere il nostro sport. Purtroppo, non ci aiuta la cultura maschilista che pervade lo sport italiano, e in generale il nostro paese: alle grandi prestazioni delle nostre ragazze non viene dato il risalto che altrove (come ad esempio in Francia) sarebbe loro riservato.
La Federazione quindi fa bene a promuovere l’immagine vincente della nostra squadra e a proporla come un modello a cui dovrebbero guardare anche altre discipline sportive, nella speranza che prima o poi anche i media generalisti se ne accorgano.
Tuttavia, per fare questo è necessario mantenere credibilità: occorre evitare toni eccessivamente trionfalistici e bisogna chiamare le cose con il loro nome: abbiamo una squadra di buone giocatrici (non di fenomeni), solida e coesa, che si fa onore con coraggio e determinazione.
Ma soprattutto, occorre resistere alla tentazione di usare i successi in Fed Cup come uno strumento per nascondere i problemi del movimento, che restano e sono seri.
Perché se le nostre migliori giocatrici si allenano tutte in Spagna, forse qualche problema lo abbiamo.
E perché una Pavlyuchenkova, ad esempio, una ragazzina del ’91 con tutte le carte in regola per essere una futura top ten e semifinalista di Slam, noi per ora non ce l’abbiamo.
Quindi, evitiamo di far passare l’Italia per una potenza del tennis mondiale. Tutti noi vorremmo che fosse così: ma per arrivarci, bisogna rimboccarsi le maniche, non pensare di essere già arrivati.

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12 Commenti a “Fed Cup, come sfruttare un successo
senza illudere nessuno”

  1. Nikolik scrive:

    Difficile monetizzare questi straordinari risultati del tennis femminile italiano in praticanti ed aiuto per il sistema tennistico italiano, proprio per la ragione esposta da Roberto, vale a dire la scarsa attenzione per lo sport femminile in Italia e per il tennis femminile in particolare.
    Anche le donne seguono di più gli sport maschili, c’è poco da fare.

    Oltre a resistere alla tentazione di usare i successi in Fed Cup come uno strumento per nascondere i problemi del movimento, come giustamente dice Roberto, bisogna resistere anche ad un’altra tentazione: quella di minimizzare i successi delle nostre ragazze, che sono reali, anche in prospettiva futura, solo per tirare addosso, sempre e comunque, alla Federazione.

    Son tante le tentazioni da cui dobbiamo guardarci, adesso è il momento di fare i sinceri complimenti alle nostre, con sportività, senza polemiche pretestuose ed assurdi tentativi di minimizzare successi reali.

  2. andrew scrive:

    …ronf, ronf…tutto già visto con la Coppa Davis…

    Schiavone al posto di Camporese o Canè…

    è la peste italiana…l’individuo che produce solo e sempre sotto tutela…

  3. Pinot scrive:

    Nella competizione di un giorno le nostre tenniste si dimostrano più forti.
    E’ come nelle classiche di ciclismo.

    La Fed Cap è come il Campionato del Mondo di ciclismo. Là, però, non viene sminuito chi lo vince perchè non ha vinto il Tour. Porta la maglia iridata per un anno.

    Quanto alla capacità di alcuni atleti di “rendere” in particolari condizioni fa parte di un capitolo a parte.

    Ho visto gli incontri. La Schiavone in “determinate condizioni” va in trance agonistica ed in quelle condizioni sono poche a tenerle testa. Vedere gli ultimi 4-5 games della partita con la Kuzenzova o la seconda parte della partita con la Golovin.

    Uno “stato”, se è permesso il paragone, nel quale Nadal è nei 4/5 delle sue partite e nel quale entra automaticamente quando avverte “il pericolo”. E’ uno stato che non si può reggere per molto tempo e non ha un’interruttore. Per questo Nadal è un’eccezione, sembra che abbia quell’interruttore.

    Ecco la coppa davis dà ai nostri atleti la possibilità di sfoderare quelle caratteristiche giocando le partite di un giorno con i migliori.

  4. marcos scrive:

    alle fine, le nostre hanno vinto da favorite, considerando la forma e la formazione messa in campo dai russi. in questi casi, i miei complimenti sono ancor maggiori: l’ultimo incontro di francesca, da questo punto di vista, era maledettamente complicato.

    per il resto, sono pienamente daccordo col robbi, che sempre spiega tutto quel che scrive: non è da tutti!

  5. Andros scrive:

    Sono in linea con Commentucci.

    Restano i fatti: 3 finali (speriamo due vittorie…) in quattro anni sono un grande risultato che deve essere massimizzato in termini di visibilità e per la propaganda.

    Non voglio sollevare polemiche ma, ancora una volta, Binaghi è bocciato.
    Ha utilizzato un successo del genere per attacchi personali con giornalisti o non si sa bene chi. Anzichè pensare positivo fa fare in televisione (Supertennis) al nostro sport una figura imbarazzante in un’intervista allucinante. Bocciato ancora una volta.

  6. king of swing scrive:

    non è che si vuole minimizzare i successi delle nostre ragazze…personalmente mi ha reso più felice il successo della Vinci a Marbella che questa vittoria nella Fed Cup…contro la corazzata russa???…mancavano dementieva…zvonareva…e la chiamate corazzata russa mah…

    a me dispiace dirlo ma purtroppo le nostre ragazze sono poco ambiziose…c’è poco da fare…quando vedo la schiavone giocare così bene in Fed Cup…la prima reazione che ho è sicuramente positiva…perchè sono contento di vederla giocare in quella maniera…ma poi uno ci riflette e insomma la verità è che la Fed Cup per le nostre ragazze è un rifugio…insomma per me è un handicap…perchè invece di prepararsi al meglio per i tornei che contano…si accontentano di battere Mauresmo e kuztnesova nella Fed Cup …per poi perderci quando invece veramente conta…risultato è che sono già parecchi anni che giochiamo bene in Fed Cup…ma nessuna delle nostre girl è ancora entrata tra le top ten…

    più importante vincere la Fed Cup secondo voi per il bene del nostro movimento..oppure che una delle nostre ragazze entri finalmente tra le top ten?…

    se le ragazze vogliono davvero interessare il pubblico italiano appassionato di tennis…beh sanno quello che devono fare…solo lì ad un passo…piuttosto che criticare i nostri giocatori …personalmente inizierei a criticare le nostre ragazze…ai Bolelli Seppi fognini..non manca certo l’ambizione…in questo momento mancano altre cose a loro….ma non l’ambizione…se la schiavone mi batte la kutzetsova in Fed Cup…come la Pennetta mi batte la mauresmo…beh devono iniziare a batterle pure nei tornei che contano…

    è proprio la mentalità delle nostre ragazze che non mi piace…perchè alle russe mancavano la dementieva e la zvonareva…mentre le nostre migliori giocatrici partecipano sempre alla Fed Cup?…

    ve lo dico io il perchè…hanno come obiettivo primario fare bene nei tornei che veramente contano…e giustamente sacrificano l’evento che ritengono meno importante…cioè la Fed Cup…

    questa mentalità purtroppo esiste anche tra i ragazzi….ma perchè è colpa..lo devo dire mi dispiace…della nostra federazione sempre…ma anche della stampa tennistica in generale…e anche del vecchio tifoso…legato ai match di Coppa Davis…

    il punto è che la vittoria in Fed Cup non potrà far bene al nostro movimento…ma questo vale per la Coppa Davis pure…prima dobbiamo pensare a mettere giocatori nei top 20…e poi nei top ten…a quel punto si che la Davis o la Fed Cup avrebbero un valore diverso…

    o si capisce questo..o il nostro movimento tennistico non crescerà mai…purtroppo qui in Italia siamo molto indietro soprattutto come mentalità…viviamo ancora in una sorta di medievo tennistico…

  7. Andros scrive:

    @ king of swing

    scusa ma proprio non capisco.

    Cosa avrebbero dovuto fare le nostre ragazze? perdere perchè alla Russia mancavano delle titolari? ma possibile che non sappiamo mai dare valore alle cose positive che succedono?

    Cosa significa accontentarsi di battere Mauresmo e Kuztnesova in Fed Cup? ma pensi veramente che vincerci in Fed Cup sia facile o abbia meno valore che batterle in un grande torneo?

    Guardate, io sono iper critico con la Fit (vedi il mio intervento su questo blog relativo alla scandalosa intervista vendetta di Binaghi dopo aver vinto con la Russia, un altro esempio di incapacità nel gestire il ruolo) ma veramente siete sempre troppo critici e non sapete riconoscere il valore delle cose positive che succedono.

    3 finali in 4 anni sono un risultato eccezionale. Punto!

  8. andrew scrive:

    arironf, straronf….

    a me interessa solo che la federazione crei le condizioni-ambiente affinché si possa vivere il tennis come sport. Il tennis come sport è uno sport individuale, quindi non mi interessa più di tanto, anzi mi preoccupa, che in Italia ci possa essere spazio solo per carriere in ambito di “squadra”.

    Purtroppo è tutto funzionale alla stramaledetta mentalità da circolo, dove il circolo ti aiuta in cambio della tua promessa a non diventare un giocatore professionista.

    hasta el vaffantennis siempre!

  9. dyana scrive:

    In sintesi, l’operazione è stata un grande successo, ma il paziente è morto. C’è chi storce il naso perché per la Russia hanno giocato Kuznetsova e Pavlyuchenkova, e non ha tutti i torti. Se poi a novembre le avversarie saranno Mattek e Glatch… difficile prendere sul serio la competizione.

  10. Paolo v. scrive:

    Pienamente d’accordo con il sig. Commentucci.
    Che sia una competizione seria e giocata con impegno da quasi tutte le giocatrici più forti è INDUBBIO.
    Quindi c’è poco da deridere e da sminuire, i denigratori guardassero l’albo d’oro della manifestazione ed il nome delle squadre che fanno compagnia alla nostra, per cortesia.
    Avessimo poi, campioni a iosa potremmo fare gli schizzinosi, forse, ma sono 33 anni che non vinciamo nient’altro per cui non mi sembra il caso di sminuire quello che ste ragazze riescono a fare, per meriti loro e solo loro, non certo della federazione e se è per questo, neppure dei media italiani che sono anche più scandalosamente assenti.
    Mi permetto di fare una considerazione sui risulatati esaltanti di Pennetta e Schiavone solo quando giocano per la squadra e molto meno positivi, quando giocano i tornei individuali.
    Sono andato a spulciare un po di risultati. Per esempio, Flavia in fed cup ha vinto tutti gli incontri giocati salvo 4. Ha perso solo da Mauresmo ed Henin, quando erano n.1 del mondo, da Kutnesova domenica (altra top player indiscussa) e unico incidente di percorso da Medina (peraltro giocatrice più che discreta da cui può perdere senza scandalo). Ha sempre battuto tutte le giocatrici più dietro di lei e spesso le ha legnate sonoramente, mentre nei tornei individuali spesso anche quest anno, si fa battere da gente nettamente più indietro in classifica.
    Ancora più clamorosa la situazione di Francesca che quest’anno ha vinto pochissime partite nei tornei individuali ed ha 3 su 3 in fc (e si noti bene in fc ha affrontato kuznetsova, Cornet e Paulichenkova).
    LE NOSTRE DUE HANNO PER ME’ LIMITI DI TESTA CIOE’ VARIE PAURE che emergono nei tornei individuali mentre rimangono sopiti in fed cup dove si sentono parte di una squadra e quindi le paure di cui sopra non le assalgono.
    Mi piacerebbe sapere l’opinione di Commentucci o di altri su questi aspetti.
    Non credete che avrebbero bisogno di un aiuto a livello di testa, da parte di qualche psicologo, per fare quel salto di qualita anche nei tornei individuali?

  11. Paolo v. scrive:

    P.S. Domani Flavia giochera a Stoccarda contro la stessa avversaria che ha sonoramente battuto sabato. Unica differenza questo è un torneo individuale. Vorrei tanto sbagliare ma…non mi stupirei se…

  12. Andros scrive:

    @ Paolo

    non solo la Pennetta ha vinto e sta per giocare una semi con Safina ma, sorry, dimostri di non conoscere le dinamiche mentali del tennis.

    E’ nelle gare a squadre e non quelle individuali che si sente maggiormente il peso del match perchè non si gioca solo per se stessi. Ecco perchè nelle gare a squadre i pronostici basati sulle classifiche spesso vengono ribaltati. O, comunque, di sicuro più facilmente che nei tornei individuali…

    Quindi, secondo me, ha molto più valore una vittoria in Fed Cup o Davis che non in un torneo individuale.

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