8 matchpoints per Serena… poco serena.
Ma alla fine batte la Jankovic 6-1,5-7,6-3.
Quinto successo a Miami come Steffi Graf

 
5 Aprile 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Virtual Tour: Final Day!

L’americana vinceva 6-1, 3-0. Ha servito sul 5-3 e perso il servizio a zero. E nel terzo, avanti 5-0, non chiudeva mai. Ha anche fracassato una racchetta. Match dall’andamento…pazzo. Ubaldo su Radio Rai 2 stasera ore 22,25 con Emanuele Dotto e domani sera Radio Rai 1 con Filippo Corsini ore 22,25

Cliccate qui per leggere l’intervista a Serena Williams, in cui dichiara di avere le mani… scivolose!

The final set ’s highlights. I colpi migliori del terzo set

Serena Williams ha vinto il torneo di Miami per la quinta volta, come Steffi Graf. Ma il modo in cui vinceva la signora Agassi, nel largo decennio 1985-1996, era molto più convincente. Serena, campionessa nel 2002, 2003, 2004 e 2006 ha battuto la Jankovic, 6-1,5-7,6-3 dopo quasi 2 ore e mezzo di tennis discontinuo, a sprazzi, costellato di errori da una parte e dall’altra, dopo che in realtà la partita avrebbe potuto essere chiusa un’ora abbondante prima. Lunedì Serena sarà n.10 del mondo (e la Bartoli n.11), mentre la Jankovic resta al terzo posto. Avesse vinto sarebbe salita al secondo scavalcando la Ivanovic. Per Serena è il 30mo titolo in carriera. Serena, che ha messo a segno una dozzina di aces, ma anche diversi doppi falli nei momenti importanti (uno anche su un matchpoint), per tre quarti del match ha giocato molto meglio i punti di inizio gioco, servizio e risposta, prima di incasinarsi e giocar tutto con troppa fretta, fino a perdere ogni…serenità.
La Jankovic, salvo che per il fatto che non si arrende mai, non ha fatto nulla per meritarsi la vittoria e ha sbagliato in diverse occasioni passanti di dritto a…porta vuota.
Tutto ciò detto…certe partite si vedono davvero soltanto nel tennis femminile. Sono di una stranezza incredibile. Da cosa dipenda non si sa. O forse non si vuole parlare di fragilità psicologica per non indispettire tutto un genere.
Serena Williams sembrava dominare un match senza storia sull’irriconoscibile Jelena Jankovic, 6-1,3-0, con otto games consecutivi all’attivo, poi 6-1,5-3 con l’ottavo ace a suggello dell’ottavo game. Ma quando è andata a servire sul 5-4 Serena ha pensato bene perdere il servizio a zero dopo aver messo in mostra tutto un campionario di errori: una volee sbagliata, un doppio fallo seguito da un errore di rovescio e poi da un altro di dritto. Incredibile. Così ha rimesso in corsa la Jankovic che non chiedeva altro e che peraltro a queste rimonte è ben abituata. Anche qui a Miami si era trovata indietro, al primo turno 5-1 al terzo set (e anche 5-3 al tiebreak) con la svedese Arvidsson prima di rimontare non senza ave annullato 5 mathcpoints.
Sul 5 pari Serena è salita 0-40 sulla battuta di Jelena, intanto decisamente ripresasi, ma non è riuscita a trasformare nessuna di quelle palle break e, anzi, sul 6-5 per la tennista serba, si è trovata indietro 15-40 e proprio lì ha commesso un doppio fallo. Dopo un’ora e un quarto un match che sembrava più volte finito era completamente riaperto.
Faceva un gran caldo però, Serena aveva il cappellino, la Jankovic no… e si sentiva male. O almeno così diceva nel chiedere il time-out sull’1-0 per Serena dopo aver salvato 3 palle break (8 consecutivi i…salvataggi!) e mancato lei la palla dell’1-0. Si poteva pensare che fosse un bluff (“Mi gira la testa, datemi un’aspirina…no, non ho preso antibiotici, sento un peso alle orecchie quando mi soffio il naso…” diceva Jelena al cambio campo), ma in effetti da quel momento perdeva poi 4 games di fila e sul 5-1 Serenona aveva il primo matchpoint che naturalmente mancava. La Jankovic interrompeva la serie negativa, strappava il game di battuta alla Williams, e sul successivo aveva diverse palle per il 2-5, poi annullava un altro matchpoint dopo un gran scambio ed ecco al termine di un gioco di 16 punti il 2-5.
Anche l’ottimo telecronista di Eurosport, Jacopo lo Monaco, non la finiva più di dire “incredibile, incredibile!”, quando Serena, sul 5-2 40-0 ha sbagliato ancora altri 3 matchpoints consecutivi e consentito alla Jankovic di conquistarsi l’ottavo game. Furibonda Serena _ che aveva sbagliato anche una volee incredibile (appunto!) _ come perdeva quell’ottavo game frantumava una racchetta e rimediava l’inevitabile ammonizione.
Tre matchpoint consecutivi sul 5-3 0-40, servizio Jankovic, sesto e settimo matchpoint annullato…più da Serena stessa che dalla tennista serba. Poi finalmente l’ottavo matchpoint è stato quello buono, quando le è stato dentro uno smash molto più difficile dei colpi sbagliati in precedenza. Rob da lettino dello psicanalista.

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9 Commenti a “8 matchpoints per Serena… poco serena.
Ma alla fine batte la Jankovic 6-1,5-7,6-3.
Quinto successo a Miami come Steffi Graf”

  1. Marina scrive:

    Nonostante un tentativo di depistaggio, sotto forma di consiglio sbagliato nell’articolo del Sig. Tommasi, sono riuscita a sentire la bellissima intervista del Sig. Ubaldo. Sono rimasta colpita dalla passione che prorompe dalle sue parole. Perchè è stato così breve? Abbiamo speranze di risentirlo presto? mi piace molto di più quando parla che quando scrive… a proposito della scrittura, ma perchè non ha citato questo sito? Secondo me il Sig. Ubaldo dovrebbe sfruttare queste ghiotte occasioni per pubblicizzare la sua creatura!
    Comunque, spero di risentirlo presto in televisione al fianco di Rino Tommasi e Gianni Clerici!

  2. Angelica scrive:

    Per me questa Williams, vince ma non convice.
    La ‘vecchia’ Serena non avrebbe avuto bisogno di 8 match point.
    Certo che vincere 5 volte come Steffi (piu’ che signora Agassi, io direi che è il pelatino che dovrebbe essere chiamato il fortunato Signor Graf :P ) e’ decisamente da applausi

  3. federico scrive:

    Semplicemente non è più la “vecchia” Serena… certo, altrimenti la Henin non sarebbe numero uno al mondo.
    Semplicemente penso sia una ragazza fragile. Ma fortissima. Sa esprimere un tennis di un altro livello. Nel senso della potenza. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che la si critica anche quando vince.
    Circa la coppia Agassi _ graf chiamiamoli signori Grassi; ci mancano entrambi!

  4. Agostino scrive:

    E’ vero Ubaldo… perché non commenti più in TV?
    Ricordo i tempi in cui Wimbledon era trasmesso su Koper capodistria con il commento dei 4 moschettieri dell’epoca (non Borotra né Lacoste, ma Tommasi Clerici Scanagatta Lombardi).
    Magari avrai risposto 1000 volte a questa domanda, ma io leggo questo blog da un mese…

  5. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Un po’ di “fatti” post finale di Miami in inglese ma facilmente comprensibili. E siccome sono le 2, 43 di notte comunque faccio l’egoista e me ne vado a letto, sperando che qualcuno…più generoso di me, domattina voglia prendersi la briga di tradurre per coloro che non parlano inglese. Ormai collaborano con questo sito, da apprezzatissimi volontari al servizio della comunità degli appassionati, ben 39 amici disponibili a tradurre articoli, interviste, commenti. E’ anche grazie a loro che questo sito sta diventando sempre più popolare, ogni giorno sfioriamo le 3.000 visite (e le abbiamo anche superate). Spero anzi che altri vorranno segnalare la loro disponibilità, per tradurre, per occuparsi di rubriche fosse ancora da assegnare (o da proporre), per diffondere le cartoline del blog che verranno stampate, e c’è bisogno di tutti (programmatori, grafici che possano dare una mano al nostro “Maestro” Francesco Grigori di Bene, venditori di spazi pubblicitari…per quando sarà pronta la nuova piattaforma che consentirà di vedere 20 notizie o argomenti nella stessa home-page, perfino commercialisti!, insomma tutte quelle categorie di persone che possano contribuire nel loro piccolo o grande allo sviluppo di questo blog: scrivete al mio indirizzo email ubaldoscanagatta@yahoo.it).

    Final Facts
    - Williams wins her fifth career Miami singles title, having won it in 2002, 2003, 2004 and 2007; she equals the all-time record of Graf, who won it in 1987, 1988, 1994, 1995 and 1996.
    - Williams wins her second Sony Ericsson WTA Tour singles title of the year, having already won at the Tier II event in Bangalore; this is her 30th career Tour singles title (which includes eight Grand Slams, one Tour Championships and nine Tier Is); she is still No.3 among active players for Tier I titles, after Davenport (11) and Henin (10).
    - Williams has now won two of her three events this season, falling in the quarterfinals of the Australian Open (to Jankovic) but winning Bangalore and Miami; she leaves Miami on a 10-match win streak.
    - Williams is the fifth player to win two Tour singles titles so far this year, after Henin, Davenport, Pennetta and Sharapova; nobody has won three this year yet.
    - Jankovic was playing her first final in seven events this year; she was a quarterfinalist three times and a semifinalist three times in her first six events.
    - Jankovic is now 5-9 lifetime in Tour singles finals, and 2-2 at the Tier I level (she won titles at Charleston and Rome and finished runner-up at Toronto, all last year).
    - Williams and Jankovic are now 3-3 in their head-to-head (and 1-1 this year, following the Serb’s win over the American in the Australian Open quarterfinals).
    - Williams is projected to dip from No.8 to No.9 on the new rankings (by winning the title she maintained her points total, but Dementieva will jump over her because she reached the quarters this year and didn’t play the event last year); Jankovic is projected to stay No.3.

    Quotes
    Serena Williams, 2008 Sony Ericsson Open singles champion:
    “I was definitely up and on my way to glory within an hour, but I started making a lot of mistakes, and Jelena obviously started playing better too. Players who have nothing to lose are the most dangerous people in life on the court. I thought I had like 15 match points; I’m glad to know it wasn’t. It was weird.”

    “I feel like all I want to do is play tennis, be the best and win. My whole life is dedicated to nothing but tennis. I’ve been working really hard. Sometimes when it doesn’t come together I get frustrated, and the fact I got tight today is definitely a reflection of my desire and dedication level.”

    Jelena Jankovic, 2008 Sony Ericsson Open singles runner-up:
    “I tried to come back. I tried to fight. I thought Serena really had trouble closing out the match. But she was very strong. When she’s playing her best tennis, when she’s serving well, it’s just tough to match up against her. Even though I work hard physically, I can never in my life be as strong as her. She was the better one today, and she’s the winner of this tournament.”

  6. lallo scrive:

    Ma Jelena cosa combina??? Serenona per una volta va in un fantozziano ‘marasma più completo’ (che bello il tennis quando è così) e lei invece di affondare il colpo si inventa un malanno immaginario… e si ritrova 0-5…
    Temo non vincerà mai uno slam e sarebbe davvero un peccato perchè è il miglior personaggio del tennis attuale e del recente passato (di ambo i sessi).
    PS: Steffi Graf è stata recentemente nominata uno dei 200 giovani leader mondiali dal World Economic Forum di Davos per le sue cospicue attività economiche e filantropiche..assieme a lei oltre ai fondatori di Google e miliardari vari anche Di Caprio e Shakira.

  7. remo scrive:

    Credo di aver visto non meno di un centinaio di match di Serena e credo anche di non averla mai vista “sentire” così bene i colpi come nel primo set e mezzo della finale di ieri. Non sono d’accordo con Angelica quando dice che la statunitense “vince ma non convince”. Tutta la carriera di Serena è costellata di incontri altalenanti, oggi come agli esordi, ed è, la discontinuità all’interno del match, una delle prerogative (al contempo positive e negative) della più giovane delle sorelle Williams. Il suo comportamento in campo è del tutto diverso da quello della maggioranza delle tenniste. Fateci caso: dove le altre tra un punto e l’altro chiedono l’asciugamano, saltellano, provano e riprovano i colpi, guardano verso l’angolo per stabilire se domandare o meno il falco su una palla dubbia, dialogano con loro stesse, con il pubblico, con il giudica di sedia, con i raccattapalle e via dicendo, la Serena attuale sembra calata in un’altra dimensione. Imprescrutabile, passi misurati, addirittura pure “grida” e pugnetti misurati. Poi, ovviamente, quando il quadro psicologico del match muta anche lei si innervosisce (magari frantumando una racchetta…) ma senza mai perdere del tutto il controllo emotivo della partita. Chiunque, ieri sera, dopo essere stato avanti 6-1 e 3-0 con due break e aver ceduto 5-7 il secondo contro una specialista della rimonta qual è evidentemente la jankovic, avrebbe perso il terzo. Invece Serena si è portata 5-0 (e non mi si dica che Jelena aveva mal di testa o cos’altro perché sul campo non si è visto) e a quel punto ha lottato solo contro una sorta di “paura di vincere” per lei piuttosto inconsueta ma che, per chi conosce lo sport agonistico, è tutt’altro che da trascurare.
    Da un punto di vista tecnico, il match non ha avuto storia (come avevo anticipato nei giorni scorsi) finché i colpi di inizio gioco hanno impedito alla serba di allungare gli scambi. La forza di Serena è stata però proprio quella di resistere al ritorno della Jankovic sulla lunga distanza e non accusare alcun evidente calo fisico, nonostante la temperatura. Era successo anche con la Kuznetsova, altra tennista che sulla lunga distanza sa far valere le proprie doti. Insomma, magari tra una settimana o un mese tornerà ad essere la Serena indisponente e incostante di sempre e perderà incontri senza giocare o quasi, ma rimane il fatto che quando lei è in campo le avversarie (TUTTE le avversarie) devono sempre stare “in campana”.
    Accolgo l’invito di Ubaldo e provo a tradurre le note da lui inserite.

    - Serena ha vinto il suo quinto titolo a Miami. Aveva già vinto dal 2002 al 2004 e l’anno scorso. In questo modo ha eguagliato il record di Steffi Graf che aveva vinto nel biennio 1987-88 e dal 1994 al 1996.
    - Serena ha vinto il suo secondo titolo stagionale dopo aver trionfato nel TIER II di Bangalore. E’ questo il suo trentesimo torneo in carriera (otto prove dello Slam, un Master e nove TIER I. E’ terza nella classifica relativa alle vincitrici di TIER I in attività dietro a Davenport (11) e Henin (10).
    - Serena ha vinto due dei tre tornei a cui ha partecipato in questa stagione (Bangalore e Miami); aveva invece perso nei quarti degli Australian Open contro la Jankovic. Lascia Miami con una striscia aperta di dieci vittorie conscutive.
    - Serena è la quinta tennista ad aver vinto due tornei nell’anno in corso, dopo Henin, Davenport, Sharapova e Pennetta. Nessuna tennista ancora ne ha vinti tre.
    - Jelena ha giocato la sua prima finale quest’anno (in sette tornei disputati). Finora aveva raggiunto tre volte i quarti e tre volte le semifinali, nei precedenti sei tornei.
    - Il bilancio della serba nelle finali in carriera è adesso di 5 vittorie e 9 sconfitte. Nei TIER I è di 2-2 (vittorie a Charleston e Roma e sconfitta a Toronto e Miami).
    - Serena e Jelena sono adesso 3-3 nel bilancio dei confronti diretti (1-1 in questa stagione).
    - Serena è proiettata verso la posizione numero 8 o 9 della classifica (in quanto ha mantenuto i punti dell’anno scorso, quando vinse, ma la Dementieva ha raggiunto i quarti e guadagna rispetto allo scorso anno, in cui non giocò a Miami). Jelena invece dovrebbe rimanere numero 3.
    DICHIARAZIONI.
    Serena Williams
    “Sono stata superiore per un’ora, poi ho cominciato a commettere troppi errori. A quel punto Jelena si è messa a giocare meglio e ha recuperato. Quando una giocatrice non ha nulla da perdere diventa la persona più pericolosa su un campo di tennis. Pensavo di aver sciupato qualcosa come 15 match-point; sono felice che non sia così. Era una cosa molto bizzarra.”
    ” Sento che ciò che voglio maggiormente è giocare a tennis, essere al meglio e vincere. la mia intera vita è dedicata a nient’altro che al tennis. Ho lavorato duro e qualche volta, quando le cose non vanno per il giusto verso, sono frustrata. Il fatto che oggi a un certo punto fossi tesa è il riflesso di questa speranza e del livello di consacrazione (forse questa frase non è corretta, scusatemi…)”
    Jelena Jankovic.
    “Ho provato a rientrare nel match. Ho provato a lottare. Ho pensato che Serena era veramente in difficoltà a chiudere il match. ma lei era molto forte. Quando lei gioca il suo miglior tennis, quando serve in questo modo è davvero dura giocarle contro. Per quanto io possa lavorare duro a livello fisico, non potrò mai essere come lei. E’ stata la migliore, oggi, ed è la vincitrice del torneo.”

  8. angelica scrive:

    8 match point in cui per due volte e’ stata 40-0 e 0-40 ed e’ riuscita a perdere addirittura il secondo set e ha rischiato una rimonta anche nel terzo.

    Rimonta, che vale la pena sottolineare, non e’ venuta grazie ad una strepitosa Jankovic, ma ‘regalata’ da ‘Babbo Natale’ Williams mentre bravissima la Jankovic e’ solo ‘rimasta a galla’.

    E fino ad oggi le rimonte strepitose della Jankovic sono avvenute con avversarie giovani e/o di classifica bassa che quando si sono ritrovate a servire per il match non hanno saputo che fare.
    Mentre la slava e’ sempre stata bravissima a giocare bene quei punti (e anche un po fortunata, ma ci sta, ci sta tutto il colpo di fortuna sopratutto quando te la meriti)

    Pero’ una Williams come quella vista ieri, mi ha dato l’impressione che non riuscisse a tenere la concentrazione.
    Quando e’ troppo sicura di essere la piu’ forte a volte (spesso ultimamente) le capita.
    Non e’ certo un caso se Flavia Pennetta si sia trovata un set e 3-0 in vantaggio (e tra l’altro l’americana in conferenza stampa non ha nominato l’italiana nemmeno mezza volta)
    Mentre con la Henin voleva ‘vendicare’ gli ultimi incontri ed era concentratissima dal primo secondo all’ultimo.

  9. remo scrive:

    Serena Williams non nomina quasi mai le avversarie in conferenza stampa in quanto fa parte del suo DNA ritenere che l’andamento di ciò che succede dipenda esclusivamente da lei.
    Comunque, Angelica, ognuno ha la sua opinione in merito. Io ho guardato la partita e il modo in cui l’americana l’ha interpretata e l’ho confrontata con altre in cui ha dovuto affrontare avversarie del calibro della Jankovic che, va precisato, fino a metà del secondo set ha sbagliato diversi colpi in quanto costretta dalla violenza di quelli di Serena e ha sofferto nei turni di servizio per la (logica) paura della risposta che aveva creato guasti anche alla Henin e alla Kuznetsova.
    Per quanto riguarda le “vendette” di Serena, proprio Jelena era stata l’ultima a batterla (e agli AusOpen, in cui era defending champion) e quindi penso rientrasse nella lista. La differenza tra le serba e la belga è data dalla differente personalità e modo di giocare tra le due. Alla Henin, evidentemente indispettita dal trattamento a cui la stava riservando la Williams, ha difettato l’umiltà e la pazienza di concedersi una chance aspettando una pausa della Williams; era Justine a sbagliare per prima. Jankovic e Kuznetsova invece, pur meno talentuose, sanno di poter contare sulla regolarità e sulla capacità di far tirare un colpo in più all’avversaria (è il caso di Nadal, sia pur in formato ridotto). Per quanto riguarda la Pennetta, la storia (e Tommasi) insegna che un campione ha maggiori difficoltà a trovare la condizione migliore nei primi turni di un torneo e che, una volta trovata, diventa pressoché imbattibile.
    Per finire: la Arvidsson ha avuto diverse palle match contro la Jankovic. Quando arrivi al match-point puoi aver paura di vincere (ed è successo anche a Serena) ma se sei arrivato fin lì significa che fino al punto precedente hai saputo cosa fare. E un punto è un punto, nient’altro. La classifica bassa o la fortuna contano certo ma come tante altre variabili.
    Io avevo preso Jelena come vincitrice del torneo in un giochino che si tiene su una rivista e certo mi dispiace aver sbagliato pronostico, ma ritengo la serba una tennista di primissima qualità contro la quale chiunque (tranne forse la Henin, che ci ha sempre vinto, e la connazionale Ivanovic, e qui è più difficile da spiegare) sa che per vincere dovrà giocare bene fino al termine.

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