Wimbledon:le emozioni della finale?
Sì!, ma…

 
15 Luglio 2008 Articolo di redazione
Author mug

Come varcare i cancelli del ‘tempio del tennis’ alle sette di sera ed essere felici. La breve cronaca wimbledoniana di una serata decisamente insolita, forse più emozionante della finale stessa. di Elena Carella

I primi giorni di giugno sono stati molto movimentati: dovevo organizzare i dettagli della vacanza-studio di Pietro, mio figlio undicenne, in un college a sud di Londra per un mese.

Riflettevo, seduta sul mio divanetto davanti al portatile, da cui seguo il mondo tennistico via web: la sua permanenza avrebbe attraversato temporalmente due tornei di tennis in territorio inglese: Queen’s e Wimbledon. Wow.

Arriva il momento di raggiungere mio figlio per un weekend: il 27 giugno parto da Malpensa e alle 9 del mattino sono già al college, a scrutare ogni minimo particolare di quel luogo così verde, antico, ordinato, brulicante di ragazzini dagli 8 ai 13 anni in divisa. Mentre passano le ore e attendo che mi consegnino Pietro, capisco. Oggi, o mai più.

Sono le cinque del pomeriggio: è tardissimo, per una mente raziocinante.

Chissenefrega. Chiamo il taxista che mi aveva accompagnata da Gatwick alla scuola. Gli chiedo quanto vuole per andata e ritorno da Crawley a Wimbledon e soprattutto quanto ci vuole per arrivare là. Risposta: 100 sterline e 45 minuti o 1 ora di viaggio….dipende dal traffico.

Guardo bene in faccia i miei compagni di viaggio. Pietro è straconvinto, l’altra coppia mamma-bambino forse aveva solo bisogno di stare insieme, invece che buttarsi alla ventura. Ma va bene: andiamo. Il tragitto è lungo ed incerto, considerando che il taxista smanetta in continuazione sul tom tom senza troppa fortuna ed io non so certo dargli indicazioni più precise. In macchina, mi ripeto cento volte che non ha alcuna importanza se non ci sono biglietti: mal che vada, andremo al village. Faccio cento altre congetture.
Sarà vero che gli spettatori uscenti dal torneo imbucano il proprio biglietto in scatole rosse, affinchè vengano rivenduti lo stesso giorno per beneficenza?
Troverò gli ingressi a prezzo ridotto per entrare dopo le 5?

Di qualsiasi biglietto si tratti, me ne servono ben quattro, per due mamme e due bambini.

Scorro con la mente l’articolo di Angelica sul blog come mini guida di Wimbledon, che avevo letto avidamente.
Wimbledon station, Wimbledon village, gli impianti. Mi ci ritrovo. Attraversiamo il village ed ecco, la famosa ‘queue’ si riflette anche nella fila di macchine che va verso i campi in erba.

Il taxista mi porta davanti al gate 1, ma il punto di inizio per accedere alla ‘queue’ di persone è tremendamente indietro. Corriamo ed entriamo. E’ già un successo. Camminiamo su prati verdi, lungo una passerella di legno.
C’è gente che se ne va (buon segno). Acceleriamo il passo finchè non vediamo un angelo che ci porge 4 biglietti di prenotazione per prendere posto in coda. Ma la coda non c’è.

Ci buttiamo ai botteghini per l’acquisto dei biglietti. 14 pound? va benissimo!

Siamo dentro: quanta gente, ancora. C’è tanta luce e tante partite sono in corso. Non sappiamo dove andare ma ci rivolgiamo ad una signora che ci mostra il programma del giorno. Decidiamo per il campo 8, ma ci perdiamo a guardare. Vedo la Vaidisova - bellissima ragazzona - a rete, fotografo la coda bionda della deliziosa Wosniacki, vedo ridere Alizé Cornet, rivolta al suo partner di doppio. Che meraviglia.

Arriviamo di fronte al campo numero 1 e, nello slargo, vedo un uomo distinto il cui abbigliamento rimanda chiaramente allo staff di Wimbledon. Gli chiedo divertita se mai ci sia una possibilità di entrare a dare un’occhiatina.. mi risponde. ‘io, proverei…’
Il ragazzo che regola le entrate e le uscite del publico ci chiede di aspettare il successivo cambio di campo; ci fa entrare.

Seppi e Safin sono al secondo set e ancora non credo alla fortuna che ci ha assistiti. Non potevo in effetti chiedere di meglio, vedere il russo in ottima forma e sostenere Andreas nello stesso momento.

In fondo al cuore ho optato per Marat, il mio leone di ormai quasi 30 anni. Ha vinto e sono felice.

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7 Commenti a “Wimbledon:le emozioni della finale?
Sì!, ma…”

  1. Angelica scrive:

    Taxi per correre a Wimbledon 100 sterline
    Biglietto per entrare nel tempio del tennis 14 sterline
    La felicità di aver reliazzato un piccolo sogno con tuo figlio non ha prezzo.
    Per tutto il resto c’e’ …

    Complimenti Elena, il tuo racconto è meglio di una pubblicità, ma molto molto meglio :)

  2. Safinator scrive:

    Vi odio…tutte e 2…eheheh

  3. Monique Filippella scrive:

    Sicuramente delle belle emozioni, tanto più perchè insperate. Grazie per avercele fatte vivere, anche se soltanto nella fantasia. Ti auguro di mandare tuo figlio in college anche l’anno prossimo… ;-)

  4. marcos scrive:

    la fortuna non esiste, elena: esiste il net.

    caparbia, hai preso qualche ora del tuo tempo e, con merito, sei riuscita nell’intento!

  5. Rafita scrive:

    Ma buongiorno signora Carella!

    Leggere il resoconto e’ stato coinvolgente quasi quanto sentirlo raccontare!
    Queste “follie” sono le parentesi necessarie che ci consentono poi di ritonare al lavoro e alla vita quotidiana con piu’ carica ed uno spirito rinvigorito…..pero’ anche la finale (pur vista a pezzi e in casa anziche’ sulle tribune) e’ stata parecchio emozionante….tu sai quanto ho sofferto e gioito…..alla prossima!!!

  6. avima scrive:

    complimenti e…. non sai quanto ti invidio

  7. massimo scrive:

    emozioni che non hanno prezzo. complimenti.
    vorrei contantarti per avere dei consigli, grazie.

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