Edberg rimpiange il serve&volley.
“Solo Federer potrebbe utilizzarlo”.
“Temo l’effetto scommesse nel tennis e…la crisi del Leeds”

 
8 Gennaio 2008 Articolo di Luca Labadini
Author mug

Il campione svedese torna a giocare in pubblico a Londra. Una esibizione contro Tim Henman, tutta servizi e volée. Il vincitore di sei titoli dello Slam continua a non voler partecipare al Senior Tour per concentrarsi sui suoi affari immobiliari.


Edberg vs Becker in 1990 with a special newsreader. Edberg contro Becker nel 1990 con un telecronista davvero d’eccezione…

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Stefan Edberg a Londra. Quando gli appassionati di tennis si interrogano sul presente e sulla vita attuale dei giocatori del recente passato, è spesso difficile trovare una risposta. I grandi campioni, specialmente se vincitori di prove del grande slam, hanno la tendenza ad intraprendere una vera e propria seconda carriera “riciclandosi” come giornalisti o proseguendo a giocare nel tour dei veterani. Ma Stefan Edberg, la leggenda svedese vincitore di sei prove dello slam, in questo periodo si e’ reso praticamente invisibile , quasi un uomo del mistero.

Stefan Edberg - @Gianni Ciaccia
Stefan Edberg, foto di Gianni Ciaccia

Gli appassionati inglesi tuttavia hanno potuto ammirarlo alla Royal Albert Hall di Londra in un match di beneficenza giocato (e perduto ) contro Tim Henman. “E’ stato molto divertente giocare con lui - ha dichiarato Stefan al Daily Telegraph - giochiamo alla stessa maniera, col serve and volley”. Edberg si e’ ritirato undici anni fa, il ritiro dell’inglese e’ invece molto piu’ recente. “In effetti temevo di essere un po’ troppo arrugginito, tra l’altro recentemente ho giocato un match di esibizione a Copenhagen, il primo che giocavo da cinque anni a questa parte e sento ancora…gli effetti di quella partita sul mio corpo!”.
Edberg, oggi quarantunenne, ha reclinato diverse offerte di adesione al circuito veterani ma in questi anni ha comunque saputo mantenersi in buona forma fisica. “Almeno ci provo”, dice Stefan.
Lo svedese afferma di “tenersi in contatto” con il mondo del tennis, ma non fa l’allenatore e non ricopre alcun ruolo ufficiale all’interno della federazione svedese, dunque cosa fa per tenersi occupato? “Molte persone non hanno idea di cosa stia facendo in questo periodo, e devo dire che la cosa non mi dispiace affatto! Sono sempre stato piuttosto riservato, diciamo solo che mi sto tenendo piuttosto occupato. Ho una societa’ di investimenti e ho qualche interesse nel mondo delle compravendita immobiliari. Non aggiungo altro”.
Edberg torna sempre volentieri a Londra, dove era un volto familiare per le strade del quartiere di Knightsbridge. “Ho vissuto a Queen’s Gate per un periodo, proprio a due passi dalla Royal Albert Hall, quindi e’ stato bello per me rivedere i vecchi posti. Ho sempre avuto splendidi rapporti coi tifosi inglesi, mi hanno sempre fatto sentire il benevenuto e sono sicuro che lo faranno anche in futuro”.
A qualsiasi purista del tennis intrigherebbe molto assistere a una sfida tra questi due grandi talenti, illustri esponenti dell’ormai estinto “serve and volley”. “Ora che Tim si e’ ritirato, credo che non sia proprio rimasto piu’ nessuno a giocare così. Il gioco e’ cambiato, non ci sono dubbi. Può anche darsi che sia una questione di cicli”.
E’ piu’ probabile che siano i campi e le palline piu’ lente ad aver invece favorito i giocatori difensivi, che oggi sono in grado di cavarsela egregiamente anche a Wimbledon, come ha dimostrato il re della terra battuta Rafael Nadal. Molti appassionati vorrebbero maggior varieta’ di gioco ed assistere a più serve and volley.
In ogni caso, Stefan Edberg era molto piu’ di un giocatore che risolveva lo scambio in due colpi. Oltre ai due titoli di Wimbledon (1998 e 1990) , ha vinto due volte gli Australian Open e altrettante volte gli Us Open, raggiungendo anche la finale al Roland Garros nel 1989, mancando di un soffio la conquista di tutti e quattro i grandi trofei.
In questi giorni, Edberg osserva il mondo del tennis da lontano e sembra piuttosto deluso dall’incapacita’ di molti degli attuali protagonisti di variare il loro modo di giocare.
“Mi sorprende che Federer non utilizzi maggiormente il serve and volley. Di sicuro potrebbe farlo se solo lo volesse. Per quanto riguarda gli altri giocatori invece credo che sia molto difficile adottare questa tecnica dall’oggi al domani. Inoltre credo che oggi si risponda al servizio molto meglio di quanto si faceva prima, e questo certamente non aiuta i giocatori d’attacco”. Al momento le preoccupazioni sportive di Stefan sembrano essere due. La prima, il rischio di vedere offuscata l’immagine del suo sport preferito dopo gli scandali delle scommesse, la seconda riguardo le difficolta’ della squadra inglese di calcio per cui ha sempre fatto il tifo, il Leeds United. “Per fortuna mi piace anche il Chelsea” .
Nel complesso comunque, lo svedese si dichiara sereno. “Quando smetti di giocare, impari a goderti la vita in un modo diverso, ad apprezzare altre cose. Ovviamente e’ stato bellissimo essere un grande tennista, ma e’ dura quando sei al top, ci sono molte pressioni e non e’ solo divertimento, c’e’ molta attenzione attorno a te”.
Stefan Edberg, una star molto riservata.

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16 Commenti a “Edberg rimpiange il serve&volley.
“Solo Federer potrebbe utilizzarlo”.
“Temo l’effetto scommesse nel tennis e…la crisi del Leeds””

  1. Margherita scrive:

    bell’articolo su un campione di un passato davvero vicino…mi piaceva Stefan Edberg, mi piaceva la sua presenza in campo, la sua eleganza e fluidità di movimento. mi piaceva anche questa sua capacità di essere campione e al tempo stesso di non essere troppo una star alle luci della ribalta.
    saggi anche i suoi commenti sul ’serve and volley’. Federer, forse l’unico giocatore (ma secondo me ce ne sarebbero anche altri) rimasto in grado di interpretare al meglio questo tipo di gioco , ha infatti dimostrato che può farlo, vedi per esempio durante la MC a Shanghai. e, cosa più importante, che può farlo vincendo. se son rose fioriranno…

  2. stefan scrive:

    che si puo dire di un signore simile
    grande stefan,e basta.

  3. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Stefan Edberg, così antipersonaggio da diventare un vero divo del mondo della racchetta, ha colpito ancora.
    Tra le righe, ancora una volta, parla senza parlare: non voglio impegnarmi direttamente nel nuovo mondo del tennis, che non mi appartiene più, anche perchè il nuovo tennis non mi piace così tanto. Mi tengo in contatto, aggiunge, ma nessuno sa come.
    Del resto, il suo amore per il gioco (del tennis) stava proprio in quella incapacità di attendere, in quella impossibilità di rimanere sulla linea di fondo, in quella insopportabilità del palleggio prolungato, che lo conduceva invariabilmente a rete, alle acrobazie, alle finezze, al tocco.
    Oggi non si può più giocare così, a tennis. Solo Federer, dice Stefan, potrebbe farcela, cioè uno con un talento immenso (e che comunque, se giocasse serve & volley contro i supertelai di oggi, perderebbe più partite).
    Ci voleva e ci vuole un gran fisico per giocare così come giocava Stefan Edberg (cioè, così bene): e quindi neanche il Senior Tour vuole giocare, non gli piace far vedere agli altri quella ruggine dell’età che magari gli impedirebbe di volare sulla rete in un secondo e mezzo, come ai bei tempi.
    “Non posso e non voglio farvi vedere che mi sono invecchiato, che non volo più, che non so più tirare fuori la palla da sotto rete, quasi da sotto terra, come in quella volee nell’ultimo game di Wimbledon ‘90″.
    Insomma, l’invecchiato Edberg non gli piace, e fosse per lui non lo vedremmo mai, se qualche amico non lo coinvolgesse ogni tanto in sporadiche apparizioni.
    Snob? Narcisista? Si, ma in altri termini, ciò non è forse il culto dell’estetica
    applicato al gioco più bello (ed elegante, almeno ai suoi tempi) del mondo?
    Love you, Stefan. Now and forever, direbbe John (il cantante con gli occhialini, non Mac Enroe).

  4. Elisabetta scrive:

    All’epoca della rivalità Edberg-Becker io stavo con Stefan e dopo tutti questi anni sono ancora più dalla sua parte : mi piaceva come giocatore e come persona , come sapeva gestire il successo , le luci della ribalta..tutto.
    Mi piace ancora di più oggi per la sua riservatezza , la sua saggezza , l’innato senso della misura..sono felice che sia rinato come grande investitore e ottimo uomo d’affari ,che faccia il padre e il marito e non la star sempre e comunque a dispetto degli anni, felice che non si sia fatto convincere dal senior tour a fare esibizioni-spettacolo..grande Stefan!!!continua così , fedele a te stesso sempre .

  5. Francesco da Lugano scrive:

    IN TOPIC

    Un gran link che riguarda una delle sfide epiche tra Edberg e Boris Becker

    http://www.youtube.com/watch?v=uSr12aCjeaU&feature=related

    la domanda è: il telecronista non è per caso il nostro Ubaldo? :)

    attendo notizie dalla redazione…. :)

  6. marcos scrive:

    bravo luca, veramente!

    confermo: trattavasi del commento di ubaldo.

    con la serenità, il magnetismo e la simpatia del miglior piero angela (a chi piace; a chi piace un altro, immagini un altro, ma che sia un ottimo cantastorie!), ubaldo è alle prese con il racconto della sintesi della finale di stoccolma tra i due campioni: semplice, convincente, voce ancora fresca (siamo nel ‘90) e soave. più rapido nel commento dei risultati di doppio, ma sempre preciso, eccellente nelle traduzioni e nella pronuncia non solo dei nomi inglesi, ma anche di quelli francesi, tedeschi e giapponesi.

    becker: 9
    edberg: 5
    scanagatta: 9

  7. Luigi Ansaloni scrive:

    Francesco non ne sono sicuro al 100% ma mi sa proprio di si…:)

  8. vincenzo torzillo scrive:

    Quello era Tennis!!!Ma perchè oggi tutti così volgari,grezzi e con una mano quadrata!!!!!!!!!!!!!NOOOOOOOOO

  9. vincenzo torzillo scrive:

    6 punti ceduti da Bum Bum in 3 Set al servizio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!GODO.e grande Ubaldo al commento

  10. Michele Fimiani scrive:

    Clamorosamente Off Topic:

    In molti sabato, durante la maratona tra Nadal e Moya, ci chiedevamo quale fosse stata la partita più lunga giocata al meglio dei tre set.
    Senza saperlo, ci ha risposto Luca Marianantoni, che nel suo quiz quotidiano sul sito della Gazzetta, ci rivela:

    “Il più lungo match maschile, in termini di tempo, disputato al meglio dei tre set è la semifinale giocata nel weekend scorso a Chennai, semifinale vinta da Rafael Nadal su Carlos Moya in 3 ore e 55 minuti per 6-7 7-6 7-6. In precedenza il record era appartenuto alla sfida tra Andrea Gaudenzi e Andrei Cherkasov giocata nel 1993 a Tel Aviv (vinse il russo per 6-7 7-6 7-5 in 3 ore e 54 minuti).”

    Scusate ancora questo nettissimo “fuori tema”.

  11. Francesco da Lugano scrive:

    Stefan Edberg e Tim Henman. Così vicini nello stile di gioco (serve and volley) e nelle scelte di vita. Un po’ meno nelle vittorie (lì Stefan ha fatto valere la sua classe inimitabile per vincere molto di più).

    Nessuno di loro due ha intenzione di riciclarsi nel mondo del tennis. Commentatore, allenatore-guru, o molto più semplicemente una comoda poltrona in federazione, in nome del passato che fu.

    Luca Labadini, pochi giorni fa aveva scritto un ottimo articolo su Henman. Tim sottolineava la non necessità di collaborare con la Lta per seguire Murray. Il motivo? Perché secondo lui, “ per svolgere al meglio un lavoro del genere e’ necessario viaggiare molto, cosa che non mi diverte piu’ fare”.

    Sembra stia seguendo l’insegnamento di Edberg. Essere stato un grande campione non significa avere un futuro nell’orticello di gioventù.

    Credo che il calcio debba prendere esempio dal tennis in questo. Spesso, nel “beautiful game” esiste la necessità della retorica delle “bandiere”, che devono rimanere ad ogni costo nel mondo pallonaro. Devono per forza diventare allenatori, consiglieri, vicepresidenti onorari, uomini immagine. Spesso senza avere le competenze necessarie. E quindi creano più danni che benefici.

    Magari Stefan Edberg ritiene che sappia vendere case meglio che fare il coach, che so, di Berdich. Ha scelto la sua strada. Purtroppo questo privilegio di scelta non sarà possibile per Del Piero e Maldini, “bandiere” che a prescindere dovranno rimanere nel mondo del calcio. Anche se scoprissero di saper fare meglio gli assicuratori che i presidenti onorari.

    Scusate l’off topic

  12. Luca Labadini scrive:

    Mi fa piacere che l’articolo vi sia piaciuto. Agli ” Edberghiani ” del blog segnalo che il nostro beniamino giochera’ nuovamente in esibizione il 21 gennaio in Germania contro Leconte, Steeb e Ivanisevic. Se rilaciera’ nuove dichiarazioni ( sara’ dura ….) ve le riportero’.

  13. karlovic 80 scrive:

    Off topic.
    @ Michele Fimiani.
    Scusa Michele non c’era bisogno che lo scriveva il giornalista della gazzetta,io gia lo scrissi appena finita la gara e precisamente nel post dedicato alla squalifica della Hingis,datato 5 Gennaio 2008 ore 19.51.
    Come vedi, a volte “noi” del blog diamo notizie addirittura prima della gazzetta!Incredibile.
    Se può interessare il record assoluto appartiene al derby francese giocato al 1° turno del Roland Garros 2004 tra Santoro e Clement,gara vinta da Fabrice che durò ben 393 minuti ovvero 6 ore e 33 minuti!

  14. Michele Fimiani scrive:

    Mi scuso col sempre attentissimo Karlovi80, e…ci riprovo;
    sempre Luca Marianantoni riferisce oggi su gazzetta.it che;

    Il più lungo incontro di tennis giocato al meglio dei tre set è stato un match femminile concluso addirittura in due set. Nel primo turno del torneo Wta di Richmond del 1984 Vicki Nelson superò Jean Hepner per 6-4 7-6 in 6 ore e 31 minuti. Il tie break del secondo set durò un ora e 47 minuti. Un solo punto del tie break durò 29 minuti nei quali la pallina superò la rete ben 643 volte.

  15. Mauro scrive:

    Grande articolo!
    Per altre notizie su Edberg, consultate il mio sito in inglese http://stefanstennis.free.fr

  16. ross scrive:

    Grande mitico stupendo Stefan!!!Ero e sono una sua grande fan, innamorata del suo gioco celestiale, e di lui come persona: bellissimo fuori e dentro!La sua dolce timidezza-riservatezza e la grande signorilità che l’ha sempre contraddistinto sono solo che da ammirare, certo per un’innamorata come me dell’angelo svedese la sua riservatezza è sempre stata ed è un gran peccato visto che lo si vede poco e si sa ben poco di lui!
    E’ una perdita non poterlo ammirare più spesso per tutto il mondo, visto che Stefan dovrebbe essere preso da esempio da molti e non solo in ambito sportivo!
    W stefan! I love you! forever!

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