Per capire cos’è la Coni Servizi…
Da Tremonti a Petrucci, alla finanziaria…

 
21 Dicembre 2007 Articolo di redazione
Author mug

La Finanziaria voleva farla fuori, ma poi il provvedimento è stato stralciato e gli Internazionali d’Italia dovrebbero giovarsene. Da 2.500 dipendenti Coni a 1.500. Tutto bene salvo… il problema dei doppi incarichi e dei relativi stipendi.

  

Nei giorni scorsi Angelo Binaghi, presidente FIT, si è molto rallegrato perchè la Coni Servizi non è stata soppressa, ritenendola _ e probabilmente a ragione _ una delle cause fondamentali dell’attivo fatto registrare dagli Internazionali d’Italia e di certe migliorie apportate all’impianto
tecnico.organizzative-strutturali del Foro Italico, grazie anche ad  una snellezza burocratica altrimenti impensabile per il vecchio CONI. Però districarsi in questa vicenda e capire le varie posizioni non era facile. Lo ha fatto per il nostro blog un “inviato” molto speciale, e molto informato, della cui onestà ideologica mi fido ciecamente sebbene io debba rispettare il suo desiderio di riservatezza. Grazie a lui ho finalmente capito diverse cose che sui giornali non sono mai state spiegate con altrettanta chiarezza. (Ubs)

di STILETTO

Nelle ultime settimane il dibattito sulla Legge Finanziaria ha toccato da vicino anche il mondo dello sport italiano. Si è accesa una dura polemica sulla Coni Servizi Spa, il braccio operativo del Comitato Olimpico Italiano, a seguito della presentazione, da parte del governo, di una proposta di soppressione di tale soggetto, che si vorrebbe riportare all’interno dell’Ente Coni. Vi sono state dure prese di posizione, pro e contro il provvedimento. C’è stato chi ha parlato della Coni Servizi come di una inutile e antieconomica duplicazione di strutture, di “finanza creativa” del Ministro Tremonti, di cumuli di cariche e dei relativi emolumenti, di progressiva precarizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti del Coni (esponenti del centro-sinistra); dall’altra parte, al contrario, si è parlato della Spa come di un indispensabile strumento per consentire all’Ente Coni flessibilità operativa ed efficienza economica nella gestione dello sport italiano (in primis il Presidente Petrucci, sostenuto dal centrodestra e dall’Udeur). Mentre scriviamo, la proposta è stata stralciata dalla Legge Finanziaria, e probabilmente non se ne farà nulla. Al di là della polemica politica, che esula abbondantemente dagli interessi di questo blog, abbiamo fatto una piccola ricerca, cercando di capire, sulla base dei documenti liberamente consultabili, come stanno realmente le cose. Cos’è esattamente la Coni servizi, cosa fa e chi la dirige?

Anzitutto, occorre fare una premessa di carattere storico. A partire dal secondo dopoguerra, il modello italiano di sostegno e promozione dello sport, basato principalmente sugli introiti del concorso pronostici sulle partite di calcio, gestito dallo Stato in regime di monopolio, ha riscosso universale consenso e ammirazione, in patria ed all’estero. Le cospicue entrate del totocalcio per molti anni hanno consentito al nostro paese di finanziare con generosità l’attività delle federazioni affiliate al comitato olimpico, permettendo la costruzione di infrastrutture, il sostegno agli atleti di interesse nazionale, l’attività di ricerca sportiva, l’organizzazione di eventi di importanza mondiale.

Come spesso succede nel nostro paese, questa situazione di relativo benessere aveva portato il Coni ad una scarsa attenzione all’efficienza economica della sua azione, che si era riflessa in una gestione sempre più burocratica, esposta a pesanti ingerenze partitiche, e ad una politica di assunzioni decisamente pletorica. Quando, intorno alla metà degli anni ’90, il flusso di entrate garantito dalla schedina totocalcio iniziò progressivamente a calare, fino ad esaurirsi, l’onere del finanziamento dell’Ente, ipertrofico ed inefficiente, venne a pesare quasi interamente sulle esauste casse statali. Iniziò un periodo di vacche molto magre: per continuare a pagare gli stipendi ai suoi dipendenti, il Coni fu costretto a tagliare drasticamente i trasferimenti alle Federazioni, a rinviare gli investimenti, a ridurre le spese di manutenzione degli impianti, e ad accumulare debiti nei confronti degli istituti di credito, che nel 2002 raggiunsero la notevole somma di quasi mezzo miliardo di euro. Fu necessario intervenire, avviando un completo ripensamento dell’assetto dell’Ente.

Il Governo allora in carica emanò, in data 8 luglio 2002, un decreto legge (poi convertito regolarmente in legge il mese successivo) che portò ad un profondo riordino del Comitato Olimpico nazionale. In base al decreto, venne costituita una società per azioni, denominata Coni Servizi Spa, con capitale di 1 milione di euro, interamente detenuto dal Ministero dell’Economia. Il Coni trasferì a questa società tutti i suoi dipendenti (all’epoca oltre 2500), nonché tutta la sua dotazione patrimoniale (inclusi gli immobili e gli impianti) e tutti i rapporti giuridici attivi e passivi (tra cui ovviamente il pesante indebitamento). Contestualmente, venne stipulato un rapporto di servizio, fra l’Ente Coni e la società Coni Servizi Spa, in base al quale la società si impegnava ad erogare al Coni tutti i servizi che in precedenza erano erogati dalla struttura organizzativa, in cambio di un canone annuale versato dall’Ente grazie al contributo pubblico (gestione degli immobili, degli impianti, realizzazione di gare d’appalto, servizi segretariali e amministrativi, etc.). In sostanza, nel nuovo assetto, lo Stato finanzia l’Ente Coni (che comunque gode anche dei proventi derivanti da giochi e scommesse sullo sport gestiti dall’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, l’AAMS); l’ente Coni paga i servizi di Coni Servizi e, con quel che avanza, eroga i contributi alle Federazioni sportive.

L’operazione mirava sostanzialmente a due obiettivi. Il primo obiettivo, certamente condivisibile, era quello di pervenire ad un modello di gestione orientato a criteri privatistici, in modo da conferire all’azione del Coni efficienza e snellezza operativa, anche grazie alla progressiva riduzione del personale in eccesso e alla vendita di parte del patrimonio immobiliare (quello considerato “non strategico”) che si intendeva realizzare. Il secondo obiettivo, sicuramente meno nobile, era quello di portare i debiti del Coni fuori dal perimetro del Bilancio Statale, in modo da evitare che essi venissero contabilizzati nei famosi parametri di Maastricht (finanza creativa), e contribuendo così a migliorare fittiziamente i conti pubblici per l’esercizio 2002.

Effettivamente, a guardare i bilanci consuntivi relativi agli anni 2005 e 2006, sembra che molti degli obiettivi che si intendevano cogliere con la creazione di Coni Servizi siano stati raggiunti. Anzitutto, grazie anche alla dismissione di immobili non strategici (fra cui figurano, ad esempio, gli impianti realizzati a Cortina per le Olimpiadi Invernali del 1956), è stato abbattuto il debito dell’Ente verso le banche, che a fine 2006 risultava pari a circa 80 milioni di euro, con una riduzione in 4 anni di oltre l’80%. In secondo luogo, è stata ridimensionata notevolmente la pletorica compagine del personale, che è calato di oltre il 40%, (a fine 2006 vi erano circa 1.500 dipendenti, in fase di ulteriore riduzione) grazie per lo più a prepensionamenti (previsti nella legge istitutiva della Coni Servizi), e a trasferimenti presso le Federazioni sportive e l’AAMS. Contemporaneamente, alcune assunzioni di personale più giovane, e una profonda riorganizzazione nelle procedure di lavoro, finalmente informatizzate, hanno portato ad una complessiva riqualificazione del personale e hanno supportato l’attività di gestione, che è divenuta più snella ed efficiente. Nei fatti, il corrispettivo richiesto dalla Spa all’Ente Coni (e quindi al bilancio pubblico) per il suo funzionamento è calato costantemente anno dopo anno, e ciò ha permesso di liberare risorse per incrementare i trasferimenti dell’Ente alle federazioni sportive, per tornare ad investire (finalmente!) nella dotazione infrastrutturale e nella manutenzione degli impianti esistenti, con l’avvio di importanti progetti quali (per restare alle nostre cose tennistiche) la riqualificazione del Parco del Foro Italico (con la creazione di un circolo sportivo nell’area del Foro), e l’ampliamento e l’ammodernamento dei centri di Tirrenia e di Formia. Inoltre, è stato possibile migliorare l’efficienza della gestione del Torneo Masters Series di Roma (che nelle ultime edizioni è tornato in forte attivo), e mettere a bilancio lo stanziamento per la costruzione del nuovo centrale.

Va quindi riconosciuto ai vertici della società Coni Servizi Spa, il Presidente Petrucci e l’Amministratore Delegato Pagnozzi, di aver operato fin qui in modo positivo, almeno per quello che è dato capire dai bilanci pubblicati. Inoltre, il nuovo assetto ha consentito di migliorare il grado di trasparenza, del contributo pubblico allo sport, separando con maggiore chiarezza i contributi diretti all’attività sportiva (erogati dall’Ente alle federazioni) dalle spese di funzionamento della macchina amministrativa (l’importo del contratto di servizio corrisposto dall’Ente alla Coni Servizi).

Tutto bene quindi? Non proprio. Dietro l’angolo, ahimè, si cela la solita caduta di stile all’italiana. La Corte dei Conti, che a norma di legge esercita la sua funzione di controllo contabile sull’Ente Coni e sulla Spa, ha puntato l’indice sul cumulo di cariche che risulta in capo ai due predetti dirigenti, i quali ricoprono posizioni di vertice sia nell’Ente, sia nella Coni Servizi, percependo i relativi stipendi. Complessivamente, nel bilancio 2006 la Coni Servizi Spa ha corrisposto emolumenti ad Amministratori e Sindaci (Pagnozzi, Petrucci ed altre 8 persone) per complessivi 378.000 euro. Non è una gran cifra, non c’è lo scandalo, ma forse la cosa si poteva evitare, anche per non esporsi a strumentalizzazioni e non mettere a repentaglio la reputazione.

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10 Commenti a “Per capire cos’è la Coni Servizi…
Da Tremonti a Petrucci, alla finanziaria…”

  1. pedrinho&luvanor scrive:

    1500 dipendenti!!!!
    Ma che fanno?

  2. max scrive:

    ubaldo 378.000 euro x 10 persone, magari fossero questi gli sprechi!!!!!! normalmente questi soldi li prende una persona sola. beh bell’articolo che fa intendere quale sarebbe la strada da prendere e nn solo per la fit. purtroppo essendoci poco da mangiare le strade prese saranno altre!!!!!

  3. Daniele Flavi scrive:

    Grazie stiletto (ho anche una mezza idea di chi tu possa essere)….articolo molto bello e soprattutto chiaro che mi ha permesso di capire con estrema semplicita’ alcuni tratti “nascosti” del nuovo rapporto Coni-Stato. Il tema della Politica sportiva in genere a me interessa molto, quando in tale discussione vi entra anche il tennis, ovviamente la cosa si amplifica…negli ultimi anni della gestione coni dei risultati oggettivamente ci sono stati, saremo ipocriti nel non evidenziarli a partire da piccoli ma fondamentali segnali d’inversione di rotta come per esempio e’ stata, finalmente, la drastica riduzione dei biglietti omaggi elargiti a destra e manca fino a qualche anno fa…certo per noi appassionati di tennis gia’ il fatto che finalmente, dopo tanto dire, siano iniziati i lavori di ristrutturazione dell’area del foro italico che ci porteranno ad avere un nuovo centrale piu’ funzionale e con addirittura la possibilita’ di diventare una strutura chiusa gia’ rappresentano qualcosa di cui essere felici..certo ancor tanto si puo’ fare soprattutto per far avvicinare maggiormente le giovani leve ai circoli, che restano pur sempre strutture private…cmq in Italia ho imparato ad accontentarmi delle piccole cose…come diceva la “poetessa” Carmen Consoli in una sua melodia di qualche anno fa….

  4. marcos scrive:

    quando avevo letto della coni servizi, m’ero chiesto di cosa si trattasse: in una settimana, stiletto mi ha dato risposta. ringrazio!

  5. pedrinho&luvanor scrive:

    Ubaldo tu che sei un esperto di cose federali sai dirmi:
    1) Voci di entrate e uscite del Bilancio Bilancio Fit?
    2) Quanti sono i tecnici stipendiati ?
    3) Quanto percepiscono?
    4) Quanti biglietti omaggio sono stati regalati nell’ultima edizione del torneo di Roma.
    Grazie per le risposte.

  6. sara scrive:

    sara’ vero tutto quello che leggo, pero’ per es a me non piace affatto come la coni servizi gestisce il circolo del foro italico;
    il classico esempio di come un bene di gran pregio sia al servizio
    di pochi selezionati e raccomandati soci.

  7. angelica scrive:

    Max, scusami ma perche’ se si alcuni dirigenti ricoprono doppi o tripli incarichi dovrebbe essere accettato solo perchè la cifra degli stipendi non e’ ’scandalosa’?

    Sara’ che io quando devo seguire 2 o 3 cose contemporaneamente rischio di non farne bene neanche una, ma chi cumula le cariche mi da quasi l’idea di un collezionista.

    E sono d’accordo con Sara: il Foro Italico e’ stato trasformato in un circolo troppo esclusivo.

  8. max scrive:

    angelica certo che nn deve essere accettato, ma con i politici che guadagnano centinaia di migliaia di euro per appoggiare progetti sbagliati così da poter arrivare a percepire milioni di euro, il fatto di rubare meno deve essere visto come un passo avanti…poi se dovessimo fare le cose giuste dovremmo prendere un aereo e buttare centinaia di bombe sui vari ministeri parlamento etc etc ricominciando tutto da zero, ma nn essendo possibile accontentiamoci di piccoli miglioramenti!!!!

  9. angelica scrive:

    Caro max, mi hai fatto tornare in mente una commedia di Dario Fo: “settimo: ruba un po’ meno’.
    Ma probabilmente io sono un caso disperato: non riesco proprio a vederlo come un aspetto positivo, come un piccolo miglioramento.
    Sara’ che cerco sempre di tenere presente ‘La teoria delle finestre rotte’.

  10. katia scrive:

    e’ un fantastico mondo , un sogno infinito , pur vivendolo dall’esterno la grande abilita’ nel svolgere il vostro lavoro e’ ammirevole… ho fatto molte domande per entrare nelle vostre strutture … ma e’ vero che non avendo nessuno perdete qualcosa di grande cioe’ qualcuno che lavorerebbe con onesta e tanta voglia di produrre….

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