Il Roland Garros sceglie la parità
Esulta il tennis in gonnella
I francesi si confermano eterni secondi

 
16 Marzo 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Cade anche l’ultimo baluardo del maschilismo. Dopo Wimbledon si arrende alla rivendicazioni del “women’s lob” anche il Roland Garros: premi uguali per tutti, uomini e donne, anche a Parigi. Un milione di dollari a lui, un milione di dollari a lei c’erano già l’anno scorso per i vincitori, ma da quest’anno stessi premi (14.290 euro) anche per i peones che perderanno al primo turno, vestano in pantaloncini come in gonnellino, da singles e in coppia. Tripudio femminista, che nel tennis hanno ottenuto una parità che non trovano in altri sport anche più blasonati.

Naturalmente ai francesi è seccato arrivare nuovamente secondi dietro i lords dell’All England Club, come già nel ’68 quando fu Wimbledon ad “aprire” ai professionisti, abbandonando per primo l’ipocrita discriminazione fra (falsi) dilettanti e “pro” dichiarati. Ah la grandeur! Così il presidente della FFT Christian Bimes, nel dare l’annuncio trionfale, ha premesso: “Era un obiettivo che ci eravamo prefissi dal 2005. L’anno scorso dotazione identica ai vincitori, quest’anno a tutti. E’ il giusto riconoscimento al ruolo e alla qualità del tennis femminile, come aveva sottolineato Venus Williams in un intervento sulla parità che mi aveva particolarmente impressionato…”. Questi politici non cambiano mai. Per l’appunto tra tante che hanno detto le stesse cose, Billie Jean King antesignana del femminismo con racchetta (“Ce l’abbiamo fatta!”), Amelie Mauresmo campionessa francese e gay (“Lo sport deve essere il riflesso della nostra società, sono fiera che i francesi abbiano preso questa decisione”), Bimes, presidente di una nazione sempre più multietnica, ha scelto di citare, con Venus, una campionessa di colore.

Gli internazionali di Francia metteranno in palio 15 milioni e 264.500 euro, il montepremi più alto di sempre (7,23% in più rispetto al 2006).

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6 Commenti a “Il Roland Garros sceglie la parità
Esulta il tennis in gonnella
I francesi si confermano eterni secondi”

  1. marcos scrive:

    affido il mio commento a ciò che ho già scritto qui:

    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=256#comments

    in ossequio alla lunga amicizia che ormai ci concediamo, mi permetto una tiratina d’orecchie all’ubaldo:

    nell’universo conosciuto, infatti, non esistono sport più blasonati del tennis!

    ciao!

    marcos

  2. Vieri Peroncini scrive:

    Per valutare correttamente la questione dell’equiparazione del Prize Money tra tenniste ed i colleghi uomini, occorre ammettere un concetto non facile da digerire: ossia che la retribuzione degli atleti del tennis (ma anche dello sport in generale, vedasi ad esempio Beckham) è almeno in una certa misura una variabile indipendente dai risultati conseguiti sul campo. Esempio lampante è costituito dal successo d’immagine – e quindi economico – conseguito da Anna Kournikova, che perdura anche dopo un ritiro susseguente ad una carriera valida ma addirittura senza vittoria alcuna nei tornei WTA.
    Il concetto è di ardua digeribilità, perché implicitamente dà in parte ragione ad un tale De Villiers, che punta a trasformare l’ATP in un luna park, e quello che è uno sport affascinante in un semplice entertainment. Eppure, bisogna ammettere che è evidente come alla base dell’attribuzione dei premi vi siano, per un semplice sillogismo, motivazioni economiche. Evidentemente, tornei e sponsor hanno constatato che il tennis femminile, al di là di ogni considerazione, tecnica, attira spettatori ed ha perciò un forte ritorno economico. Abbastanza puerili appaiono quindi le affermazioni di Pat Cash che sostiene che i suoi conoscenti scambiano i biglietti degli incontri femminili con quelli maschili.
    La realtà è un’altra, ossia che le donne, almeno quelle di vertice, hanno negli anni saputo costruire una serie di personaggi che per un verso o per l’altro attirano l’attenzione: e non si parla solo della Sharapova (che grazie agli sponsor introita più di Federer) per questione di avvenenza unita ai risultati, ma anche delle sorelle Williams che già in quanto sorelle fanno “interesse”, della Hingis coi suoi abbandoni e ritorni, delle paure della Mauresmo, e in definitiva di quanto tutte queste ed in aggiunta Cljsters, Henin e socie hanno saputo imbastire in termini di rivalità, spettacolarità, rapporto coi media.
    Del resto, è pur vero che anche la notazione tecnica va riconsiderata. Se anche è indubbio che la palla femminile viaggia più lenta di quella maschile, è altrettanto vero che (anche) per questo negli incontri di vertice femminili si vedono più tocchi, varietà di schemi, ribaltamenti di fronte e capovolgimenti di incontri apparentemente già decisi. Cioè, velocità e forza a parte, tutto ciò che fa spettacolo (o entertainment, sob!…). Se aggiungiamo che solo negli incontri femminili si vedono momenti di pathos con lacrime, abbandoni di campo e crisi mistiche assortite, ecco che la spettacolarità è assicurata.
    Il discorso vale solo per gli incontri di vertice del tennis femminile? Gli incontri dei primi turni non corrispondono a queste considerazioni durano pochissimo per l’eccessivo divario tra le giocatrici di vertice ed i rincalzi? Non a caso, l’equiparazione del montepremi vale appunto per i vincitori, mentre perdurano differenze sui turni eliminatori: e qui, una bassa retribuzione rispecchia un mediamente basso livello di interesse e di gioco – quale, diciamo, si può trovare in un Challenger od un Itf anche maschile e che non a caso ha premi monetari bassi.
    Non si inventa niente, insomma: tanto fai guadagnare al sistema, tanto puoi presentare come conto all’incasso.

  3. Lorenzo scrive:

    Promettono di essere 2 bellissime semifinali (speriamo!) ricche senz’altro di curiosità e motivi di interesse. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dai 2 “giovincelli”, per il modo in cui sanno stare in campo sembran già 2 veterani. Grandissima tranquillità Djokovic (ieri è stato incredibilmente scippato di un punto importante dall’arbitro ma lui non ha fatto una piega), grandissimo combattente Murray, sembra sempre sull’orlo di un crollo ma ha delle risorse insospettabili che lo portano sempre a lottare e a vincere.

    Comunque..vince Murray in 3 set. 64 46 63

  4. Stefano Grazia scrive:

    Vieri Peroncini dice con prosa più brillante, più aristocratica e tecnica quello che ho raffazonatamente tentato di dire anch’io nel blog su Wimbledon, per cui sottoscrivo pienamente e mi congratulo.

  5. Ubaldo Scanagatta scrive:

    anch’io mi complimento per la qualità del post di Vieri Peroncini…

  6. Fabio F. scrive:

    Post di vieri veramente ottimo: si è compensata la WTA dei successi d’immagine degli ultimi anni.

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