Stessi premi…unisex a Wimbledon
Parità dei diritti economici
I meriti di Billie Jean e Martina
Ma secondo voi è giusto?

E’ caduto un tabù. E dovrebbero innalzare un monumento a Billie Jean King e a Martina Navratilova, le tenniste che per la prima volta dopo 130 anni “discriminati” godranno quest’anno a Wimbledon dello stesso montepremi dei maschi. All’US Open e all’Australian Open era già così, ma i lord members dell’All England Club finora avevano resistito tenacemente. Più per principio che per vera sostanza: Roger Federer lo scorso anno aveva intascato 970.000 euro, Amelie Mauresmo 930.000, briciole di differenza.
Ora, vittima dell’effetto domino, crollerà anche l’ultimo baluardo, il Roland Garros _ dove i primi premi sono uguali, ma i montepremi no _ sebbene in termini commerciali gli uomini “vendano” certamente più biglietti e lottino sul campo ben più a lungo (3 set su 5 anziché 2 su 3), dando vita a battaglie più accanite fin dai primi turni per via del maggior equilibrio esistente. Il n.100 Atp in vena batte il n.3 giù di tono (s metto il n.3 e non il n.1 o il n.2…non è casuale). Le prime dieci della classe invece dominano quasi sempre le altre con punteggi nettissimi. Il torneo “vero” comincia dagli ottavi in poi. Lea Pericoli dice…”dai quarti” e forse è un po’ severa.
Billie Jean trasferì le istanze dei primi movimenti femministi americani (Women’s Lib, liberazione della donna) al mondo del tennis in gonnella, sebbene ironizzando sui pallonetti di tante colleghe di Lea Pericoli _ più che sulle sue mutandine di pizzo _ qualche “maiale maschilista” lo ribattezzasse Women’s Lob. Vincendo la “Battaglia dei Sessi” (Houston 1973, 33.000 spettatori e tutta l’America seduta davanti alla tv) contro il “male-chauvinist-pig” Bobby Riggs, Billie Jean giovò di più alla causa femminista di mille “convention” politiche.
Martina Navratilova, esule ceca ribelle al regime comunista e fra le prime grandi campionesse a fare coraggioso outing d’atleta omosessuale _ nemmeno Billie Jean, stesse inclinazioni, arrivò a tanto: sposò Larry King _ ne raccolse il testimone promuovendo sia i diritti gay sia le rivendicazioni delle donne tenniste.
Nel ricchissimo mondo del pallone tante calciatrici oggi si accontentano del rimborso spese. Il tennis è oggi l’unico sport in cui le donne guadagnano come gli uomini. Le top addirittura di più grazie alla minor concorrenza e alle qualità di glamour e sex-appeal di alcune (Sharapova, Kournikova…) abbinate alle doti tecniche. Dell’opera pionieristica di lobbying di Billie Jean e Martina sono consapevoli Williams, Mauresmo, Hingis, le russe (tante matrioske moltiplicatesi più dei pani e dei pesci fra le prime 100) che difatti non hanno mai cessato di omaggiare le due mitiche amazzoni della racchetta. E ieri di proclamare “enorme soddisfazione per la storica conquista”. Invece la “Divina” Lea Pericoli, “guerriera” indomita quando c’è da battersi per la ricerca sul cancro, sulla parità dei diritti economici è meno battagliera e più schietta: “Gli uomini meritano di più. I primi turni delle donne sono passeggiatine. Tra gli uomini c’è un livellamento furibondo». «Le donne hanno lottato per arrivare a questo risultato - continua l’ex campionessa italiana - e ci sono riuscite. Ma per me gli uomini meritavano di guadagnare qualcosa in più di loro”.
Lea riprende poi l’argomento durata (“Nei tornei del Grande Slam - spiega la Pericoli - le donne giocano al meglio dei tre set, gli uomini al meglio dei cinque. Non c’è proporzione”), che secondo me è valido fino ad un certo punto, perché non è detto necessariamente che un …film più lungo sia fatto meglio, e più avvincente, di un film più corto. E’ vero altresì che certe volte un match delle donne è un vero cortometraggio, quando una top batte 6-0, 6-1 una n.85”.
La differenza nella durata, poi, riguarderà soltanto gli Slam, dopo le ultime decisioni di De Villiers che (oltre a ridurre i 9 Masters Series a 8,e poiché uno sarà quello di Shanghai, verranno declassati due tornei europei a partire dal 2009, cioè Montecarlo e Amburgo, mentre Roma è a posto, salvo il fatto che probabilmente Madrid con un combined event gli toglierà lo status di più importante torneo ante-Roland Garros) ha abolito le finali 3 sets su cinque.
Avevo deciso di fare, a questo punto, un “copia e incolla” delle dichiarazioni delle tenniste, da un’agenzia. Ma poi ci ho trovato queste righe: “Anche per l’Italia una buona notizia, sebbene Wimbledon non sia mai stato il palcoscenico ideale per brillare: ma due anni fa finirono in quattro ai quarti. Non c’è più Silvia Farina, ex n.1 azzurra, che allora era tra quelle, ma resta Flavia Pennetta, mentre tra le più giovani la più dotata per il gioco d’erba è senz’altro Mara Santangelo.”
Eh no, amici, non è vero. Quattro ragazze ai quarti a Wimbledon? Magari! Ai quarti c’è arrivata in tempi recenti, e una sola volta, Silvia Farina _ che si è fermata invece agli ottavi negli altri tre Major _ e in tempi meno recenti anche Laura Golarsa. E quattro non erano arrivate neppure al…quarto, inteso come quarto turno, cioè agli ottavi. Semmai al terzo…che non è la stessa cosa. Vabbè, tutti possono sbagliare, anche (e soprattutto) le agenzie che devono scrivere tutti i giorni di calcio e qualche volta l’anno di tennis.
Per Amelie Mauresmo è «la vittoria definitiva delle donne, non potevano decidere diversamente, era in gioco l’eguaglianza degli uomini e delle donne nel mondo », per John McEnroe era «ridicolo» che ci fossero montepremi differenti e auspica che questo sia «di esempio per la società in generale. La decisione, per quanto fosse nell’aria, è
comunque il segno dei tempi che cambiano. Figurarsi Venus Williams che Wimbledon lo ha vinto tre volte, e quindi ha sfoderato gli occhi di Paperon de’Paperoni, con i dollari stampati nelle pupille: «Applaudo alla decisione di Wimbledon, che rivaluta il tennis femminile. Il torneo ha così raggiunto il suo più alto valore di sempre». Per la campionessa russa del 2004 Maria Sharapova «la decisione rinsalda il legame tra le tenniste e uno dei più grandi eventi di sport del mondo».
Clamorosa anche la retromarcia del chairman di Wimbledon Tim Phillips (ex dirigente della British Airways) che lo scorso anno aveva sposato appieno la causa dell’iniquità di un eguale montepremi “perché è il mercato a stabilire che ci sia una differenza”. Ipse dixit, un anno fa. (non ricordo più come si dice in latino un anno fa…che ciuco!)
Ma Philips ha voltato pagina e con la stessa tranquillità con cui lo scorso anno diceva tutt’altre cose ora dice: . “Il tennis è uno dei pochi sport in cui uomini e donne competono nello stesso evento allo stesso tempo (sarà così anche per i combined, attenzione Roma…), crediamo che la nostra decisione aiuterà lo sviluppo del tennis nella sua interezza (?) e serve a riconoscere l’enorme contributo che il tennis femminile dà al torneo di Wimbledon. Speriamo che questo incoraggerà le ragazze ad avvicinarsi al tennis…”._
_ L’anno scorso per un attimo sembrava che la Wta minacciasse di boicottare Wimbledon…
“A questo non ci abbiamo nemmeno pensato quando abbiamo preso la decisione odierna _ ha replicato Philips _ cerchiamo di tenere i contatti con le top-players, ma la minaccia di boicottaggio non ci preoccupava…Ci attrae l’idea di fare del tennis l’opzione sportiva più seducente per delle giovani donne”.
La decisione, presa all’unanimità (dicono…sarà vero?) da 19 membri del Committee of Management costerà 600.000 sterline in più all’All England Club, niente a confronto con i 25 milioni di sterline di profitto che finisce nelle casse della LTA, la federtennis britannica. E nel Committee c’erano dieci donne, tre dell’All England Club e sette della LTA. Dieci su diciannove…sarebbe già stata maggioranza.
Qualche altra dichiarazione ve la lascio in inglese, così fate un po’ di pratica
Larry Scott, CEO, Sony Ericsson WTA Tour:“This is an historic and defining moment for women in the sport of tennis, and a significant step forward for the equality of women in our society. We commend the leadership of Wimbledon for its decisive action in recognizing the progress that women’s tennis has made.”
Venus Williams:“The greatest tennis tournament in the world has reached an even greater height today. I applaud today’s decision by Wimbledon, which recognizes the value of women’s tennis. The 2007 Championships will have even greater meaning and significance to me and my fellow players.”
Maria Sharapova: “Wimbledon has always been a leader in so many ways in the world of tennis. I am thrilled with Wimbledon’s decision to award equal prize money. This decision will only strengthen the bond between women’s players and the one of the world’s great sporting events.”
Billie Jean King: (la donna cui devono fare un monumento…): “This news has been a long time coming and I am thrilled Wimbledon has joined the club of Grand Slam events offering equal prize money for men and women. Wimbledon is one of the most respected events in all of sports and now with women and men paid on an equal scale, it demonstrates to the rest of the world that this is the right thing to do for the sport, the tournament and the world.”
Amelie Mauresmo: “It’s very good news. It was just a matter of time as I have been saying, so it is now terrific that Wimbledon has made the right decision. It was really a matter of principle that the women players should be paid the same, just like more tournaments are doing such as Dubai and Miami following what the US and Australian Opens have been doing for some years already. Now the pressure is on the French Open. I have been talking to Stephane Simian already about this and what happened today will make it tougher for them.”
Che volevate che dicessero (dico anche a chi non parla inglese…). Se a me chiedessero _ Sei contento che ti aumentiamo lo stipendio? _ Io risponderei come loro: “E’ una decisione storica…bla, bla, bla..”
Il mio parere? Un po’ agnostico. Fra i due spettacoli per me non c’è confronto, anche se proprio sull’erba forse un match maschile rischia di essere troppo scarno, un po’ arido (sebbene l’erba non sia più quella di una volta) mentre quello femminile acquista in rapidità, il che _ rispetto alla terra rossa _ non guasta. E se doveste comprare qualche volta i biglietti al mercato nero nella seconda settimana (che pure è quella in cui i match femminile sono più interessanti) vedreste che fra le giornate “donne” e quelle “uomini” c’è una differenza enorme. Gli uomini costano di più. La prima settimana donne poi…per noi italiani è interessante perchè ne abbiamo in gara sette o otto, ma sennò…Peraltro va detto che gli Slam guadagnano cifre esorbitanti rispetto al montepremi complessivo riservato ai giocatori, e quindi se ai autoriducono un po’ i profitti a me non dispiace. C’è il discorso…sociale, che tira a favore delle donne. Ma non si capisce perchè questo discorso non venga nemmeno accennato negli altri sport. Calcio, basket, volley, ciclismo, hockey…le atlete di quegli sport non sfiorano neppure un decimo dei guadagni degli uomini. Invece nel tennis c’è anche qualche sporvveduto che pensa che Serena Williams avrebbe potuto battere Karsten Braasch, n.100 del mondo, una decina di anni fa.
23 Febbraio 2007 alle 08:23
Io credo sia giusto il concetto “è il mercato a stabilire che ci sia una differenza” mentre le altre considerazioni (a partire dai 5 sets anziché tre) lasciano il tempo che trovano (come dicevi tu certi film di 3 ore sono delle boiate). Ma se vogliamo anche il discorso dei primi turni piú o meno facili: in fondo é il pubblico che decide e abbiamo visto anche in un recente blog che il pubblico non viene a vedere solo la partita ma anche le gambe delle atlete…Inoltre non possiamo non considerare che come allo Stadio vanno migliaia di persone che a calcio non hanno mai giocato, puó capitare che a v edere il tennis vadano anche non solo tecnici e fini analisti per cui a volte, e soprattutto in un recente passato, il tennis femminile (piú ricco di scambi, piú ricco di pathos ed emozioni) puó costituire a certi occhi, a certa platea, uno spettacolo piú divertente. Io stesso, che mi colloco a metá fra il tecnico e l’ignorante, a volte preferisco vedermi un match femminile che una partita maschile ricca di aces e servizi vincenti (senza risalire alla famigerata finale Stitch-Becker) e nessuno puó negare che in questo momento (e lo dico da tifoso di Roger) il tennis femminile é piú eccitante con l’incertezza creatasi al vertice fra Henin, Mauresmo, Sharapova, le Williams, Hingis, Dementieva…. Infine esiste,anche se in misura inferiore ad altri sports, il fattore tifo anche nel tennis laddove alla fin fine lo spettatore compra il biglietto per vedere vincere il proprio beniamino indipendentemente dal livello di gioco espresso: con questo voglio dire che molti comprano il biglietto anche per vedere la Sharapova, la Henin, la Myskina, la Hingis… Ora in un torneo combined credo che il Monte Premi Parificato possa essere accettato senza gridare allo scandalo. Lo dico avendo sempre avuto la convinzione che la cosiddetta battaglia dei sessi era una grandissima….ata (ho sempre trovato normale per un 55enne perdere da un atleta nel suo prime time cosí come per Brasch, numero 200 al mondo, dare 61 e 62 uno dietro l’altro a Venus e Serena ).
23 Febbraio 2007 alle 09:10
Per me, e per altri, Ha assolutamente ragione Lea pericoli.
Un premio partita per il circuito WTA per quanto Sharapova e quant’altro abbiano acceso i riflettori che Federer come personaggio non è in grado di accendere. a Livello di immagine. a livello di pubblicità.
Il tennis maschile è stradominato da un uomo solo, e quest’uomo in termini di charme, di “personaggio” tira meno di quanto tirassero non dico mac e Agassi, ma anche “solo” lendl.
Il possibile tennista più forte di sempre è difficilissimo da vendere: Lendl lo potevi vendere per l’aria da Terminator tenebroso, Sampras perchè americano,e quindi vendibile a prescindere data l’ampiezza del mercato americano, puntando sulla rivalità con Agassi, Federer come lo vendi?
1) è di un paese piccolo,esasperatamente tranquillo
2) La rivalità con qualcuno non c’è, o c’è appena su una superficie
3) non è assolutamente personaggio,sia nel bene che nel male.
Da un punto di vista pubblicitario credo che l’ATP avrebbe guadagnato in temrini di popolarità se al posto di federer ci fosse stato un Safin, o anche solo un Roddick. basti pensare ha quanto la Nike abbia spinto su Nadal..
è inutile girarci su: molti seguono il tennis femminile principalmente per motivi extra-tennistici.
e’ da fine anni 90′, dal caso Kournikova, che si è scelto questo andazzo. Il gossip c’era anche prima, le storie della Evert,etc,etc, ma è indubbio che è negli ultimi anni in cui si è assistito allo sviluppo commerciale di questo fenomeno.
Ci sono appassionati di tennis femminile molto competenti e bravi, ma inevitabilmente si torna sempre lì,alle gambe di questa o quella, e bla bla bla bla.
Nel lontano 1989 Stefan edberg da Londra tuonava contro i montepremi dei tornei femminili,che “di fatto iniziano dalle semifinali”. e si era ben lontani dal parlare di parità..Oggi per giustificare i pari montepremi si parla dell’incertezza che regna nel tennis femminile (vero) ,della mancanza di una dominatrice federer style che rende le scommesse più interessnati,etc etc.
Giuridicamente, si parlerebbe di concetti valvola, ossia liberamente interpretabili e commutabili. Guardiamo gli ultimi Australian: il fatto che una tennista che non giocava da mesi, che si era divisa tra comparsate televisive, altri interessi etc,sia tornata, e mettendosi di impegno un mese abbia lasciato 3 games alla numero uno del mondo, secondo me è la riprova del momento di crisi, ad alto livello qualitativo,del tennis femminile. penserei al stessa cosa anche del maschile, se federer per un anno si dedicasse a seguire il basilea e a giocare a golf, e,decidendo per sfizio di tornare a giocare, desse un 62 62 62 ad un giocatore allenatosi per tutto l’anno in corso ( e non è escluso che possa avvenire…).
Un’altra assurdità di questa parificazione sta nel fatto che mentre nel tennis maschile gli slam si distinguono dagli altri tornei perchè più lunghi e giocati tre set su 5, e quindi più dispendiosi fisicamente, nel femminile la differenza con altri tornei si riduce a solo 1-max 2incontri in più, perlopiù contro avverarie destinate a duna misera fine.
Guardate l’appena concluso torneo di Anversa: la qualità d gioco vista e il atbellone sono stati ben migliori di quelli dell’ Australian Open,per dire. e così negli ultimi anni il torneo di Mosca, o altri tornei.
Trovo più marcato lo sbalzo “torneo normale”-slam nel maschile che nel femminile, in sincerità. E questo mi fa apparire ancora meno apprezzabile la decisione degli organizzatori degli slam. Che, per me, nasce,come detto sopra,da motivi commerciali, pubblicitari, di amrketing-vendita del prodotto che da motivi sportivi.
23 Febbraio 2007 alle 12:02
“Che, per me, nasce,come detto sopra,da motivi commerciali, pubblicitari, di amrketing-vendita del prodotto che da motivi sportivi. ”
Si,ma, Fabio, sono quelli i motivi che dettano il mercato…Anche nel Cinema: Star Wars ha incassato sicuramente piú di Schindler List o Saving Private Ryan…addirittura in Italia Boldi De Sica han fatto piú soldi probabilmente di Tognazzi e Gassman per non parlare di Albertazzi…Alla fine conta anche il pubblico e se il pubblico va a vedere il tennis femminile, che importanza ha se il livekllo di gioco é nettamente inferiore? In Atletica credo diano lo stesso premio in denaro a chi vince,che so, i cento metri, indipendentemente se sia maschio o femmina…ovviamente il maschio gareggia coi maschi e la femmina con le femmine (e per questo ci sono i test di determinazione del sesso), ma mi sembra che il Golden Gala sia nell’ammontare uguale…. Non credo che Federer possa dire di dover guadagnare di piú perché in un match darebbe 60 60 60 alla Sharapova… Potrebbe dirlo se ai suoi match gli spalti fossero pieni mentre a quelli della Sharapova non andasse nessuno… Puó darsi che nei primi turni le partite femminili siano meno frequentate…ecco, questo potrebbe essere un valido argomento, ma diventa poi difficile quantificare….
23 Febbraio 2007 alle 13:27
Sono abbastanza d’accordo con Fabio F., ma con un piccolo distinguo: Serena è secondo me una delle giocatrici più forti di tutti i tempi: se avesse una motivazione pari a quella di Federer avrebbe già vinto 2 o 3 Slam.
Credo che il tennis femminile stia attraversando una fase di transizione, che passa per l’adozione generalizzata di un approccio più scentifico nella preparazione atletica, che genera un grande incremento della potenza. Rispetto a qualche anno fa c’è però maggiore equilibrio e maggiore incertezza: io ricordo un quarto di finale a Roma tra la Sabatini e la Tauziat, sessione serale, grande attesa, etc. finire 6-1 6-1 in 32 minuti! e la francese era la n. 11 del mondo, non la n. 80). Adesso noncredo potrebbe succedere di nuovo, almeno fra le prime 25-30 giocatrici c’è molto più equilibrio che in passato e inoltre diventano più importanti fattori come la superficie di gioco. Tuttavia, in questo momento è difficile dire se il livellamento sia verso l’alto o verso il basso. Guardando i risultati di Martina Hingis dopo il suo ritorno (non credo abbia speranze di vincere altri Slam) mi verrebbe da dire che la diffusione del power tennis abbia alzato il livello medio di gioco, anche se gli infortuni sempre più frequenti delle top potrebbero indicare che è difficile avere continuità di rendimento e di salute ai ritmi che si sono raggiunti. Credo che fra qualche tempo la situazione sarà più chiara.
Infine chiedo ad Ubaldo se secondo lui c’è qualche giocatrice italiana che ha serie chances di entrare tra le prime 10. La mia idea è che se la Romina Oprandi venisse seguita da un tecnico veramente bravo ed esperto (anziché dal fratello, con tutto il rispetto), avrebbe il talento per farcela, purché lavori molto seriamente a livello fisico. Faccio un nome: Panajotti?…
23 Febbraio 2007 alle 14:46
non è assolutamente giusto..il tennis femminile è un altro sport rispetto a quello maschile che è uno sport super competitivo fino al numero 300 del mondo mentre per le donne escluso le prime 30-40 il resto non meritano premi così elevati……….non è giusto..
23 Febbraio 2007 alle 16:55
Sarò abbastanza sintetico e perentorio: pur condividendo le precise analisi dei commenti precedenti sono assolutamente contrario alla parificazione dei premi tra uomini e donne, lo trovo addirittura scandaloso!
I tornei femminili iniziano ad essere ‘guardabili’ se va bene a partire dai quarti ed anche quando ci sono match sulla carta equilibrati molto spesso si risolvono con partite a senso unico!
Poi secondo me non c’è paragone tra vedere partite maschili e femminili in generale…..
24 Febbraio 2007 alle 00:47
Non sono d’accordo sull’equiparare il prize money tra maschile e femminile. Se poi si vuol fare gli ipocriti, va bene evviva la parità!
24 Febbraio 2007 alle 01:21
Comincio da Roberto sull’argomento, l’Italiana che può diventare top-ten. Lui dice Romina Oprandi e l’anno scorso dopo averla vista a Roma l’avrei detto anch’io. Amici svizzeri mi avevano riferito però di quanto fosse difficile lavorare con lei…forse per questo ci lavora il fratello, con cui Romina ha ovviamente quella familiarità che con Panajotti (un tipo tosto, anche se bravo) non avrebbe mai. Lei mi è molto simpatica, con quegli occhioni sempre sgranati mi sembra però al tempo stesso un tipo deciso e una ragazza un po’ immatura. Il talento c’è, il fisico un po’ meno, sulla testa non mi pronuncio…insomma forse è ancora Francesca Schiavone l’Italiana che ha più chances di arrivare fra le prime 10, purchè ritrovi la fiducia in se stessa (un po’ traballante di questi tempi) e magari anche un coach che la sproni nel modo migliore.
Sui premi unisex mi sono già pronunciato: in termini di equità, di spettacolo, di interesse reale, non c’è dubbio che il tennis maschile meriti di più. Ma capisco anche che ci siano tanti motivi per consentire al tennis femminile di conquistare la parità dei diritti…economici. Gli Slam, come dicevo, se lo possono permettere con tutti i profitti che fanno e forse conviene alla loro immagine …più ruffiana, venire incontro alle richieste delle donne. Anche perchè i maschi _ una vlta che ha smesso di giocare Krajicek (e che McEnroe pur di andare controcorrente ma anhce di acquisire i consensi più ampi è capace di dire tutto e il contrario di tutto _ sanno che farebbero una figura da…pessimi gentiluomini se dicessero quello che pensano (e che si dicono fra loro, guardandosi bene dal ripeterlo ai media).
Stefano Grazie esordisce citando la frase “E’ il mercato che deve stabilire la differenza”. Il fatto è che, pensandoci bene, dietro quella parola “mercato” non si nasconde un solo concetto oggettivo, tantomeno una sola definizione nè una sola filosofia, ma non so più quanto incroci culturali. Perchè il mercato lo dovresti misurare con…i soldi, no? Ma se poi ci metti in mezzo l’immagine, poi come la quantifichi? L’oggettivo diventa soggettivo, oppure l’oggetto di un sondaggio
24 Febbraio 2007 alle 09:53
E dividere gli incassi della giornata? Giornate femminili, giornate maschili…a fine torneo si contano i soldini e si fanno le divisioni…Se a vedere le partite delle donne non ci va nessuno, hanno ragione i maschietti, ma se a vedere le due Williams agli USOpen ci vanno più spettatori, le Williams si portano a casa più dei due maschi…Si,lo so che è impraticabile e che ci sono diritti televisivi,sponsor legati all’immagine (ma anche qui, la Sharapova secondo Forbes guadagna più di Roger…e quindi forse attira più sponsor televisivi), etc, però onestamente non credo che il Giocatore Maschio debba guadagnare di più perchè gioca meglio: deve guadagnare di più solo se attira più folla, più pubblico pagante. Intendevo solo questo.E poi,possibile che nessuna donna legga sto blog? Angelica,dove sei?
24 Febbraio 2007 alle 14:35
Haas critica la scelta di Wimbledon, neanche li tirasse fuori di tasca proprio ’sti soldi.
Pero’ e’ triste se ancora oggi c’e’ tutto ’sto ‘chiacchericcio’ su montepremi uguali si, uguali no. Com quelli che ancora dicono che non e0 gisuto perche’ gli uomini giocano 5 sets (e allora perche’ accettano di giocare 3 sets negli altri tornei ?) Che quello maschile e’ vero tennis, quello femminile e’ cosi’ cosi’. Io invece credo che piu’ semplicemente dipenda da chi gioca. Non e’ detto a priori che un incontro maschile si a piu’ bello di uno femminile, ne’ il contrario.
Io il biglietto per un film, teatro o torneo di tennis lo pago se penso che mi fara’ divertire. Tutto qui. (mi chiedo quanto saranno stati contenti gli spettatori che si sono subiti quei bellisismi ed avvincenti incontri del Round Robin :-/)
Visto che ne’ Wimbledon ne’ gli altri tornei dello Slam sono enti di beneficienza, avranno fatto i loro conti e avranno valuto che gli conviene.
Vorrei sapere quali tornei guardano chi afferma che i tornei femminile cominciano dalle semifinali. Forse non hanno guardato con attenzione quelli degli ultimi anni visto che ci sono state 7 vincitrici diverse negli ultimi 8 tornei.
25 Febbraio 2007 alle 01:19
io considero che se si continua a concedere al mercato il potere di decidere sulle differenze, tra un pò l’uomo sarà educato dalle pubblicità e le sue scelte sempre determinate dall’interesse economico.
il mercato, straordinaria invenzione dell’uomo, ha perso completamente il suo spirito originario: oltre allo scambio di merci, infatti, era meravigliosa sede di scambio di cultura, di tradizioni, di pensiero.
lo sport, l’arte e la cultura sono altresì meraviglioso momento di scambio socio/culturale: il soldo che intorno gira, necessario a sostenerli, deve stare allo sport, all’arte ed alla cultura come l’olio motore sta alla ferrari… un elemento necessario, fondamentale, ma nascosto: se libero di confrontarsi col rosso fiammeggiante della sua carrozzeria o, addirittura, se libero di imbrattarlo…la ferrari sarebbe solo un ammasso untuoso di gran velocità.
per tutto questo, non credo che il mercato possa essere il primo motivo per cui hanno deciso di parificare a wimbledon i premi tra maschietti e femminucce.
se così fosse, infatti, ritenendo ancora che il valore di una merce debba dipendere dallo sforzo compiuto per produrla, non potrei che ritenere un errore questa parificazione: nessuno, infatti, potrebbe affermare che, per alzare la coppa di wimbledon, la campionessa giochi più tempo ed usi più energie del campione che, parimenti, alza la coppa maschile alla domenica sera.
il motivo per cui è stato parificato il premio è del tutto simbolico: è la chiusura di un percorso tuttaffatto facile che le donne hanno conquistato a suon di meriti sul campo. questo storico gesto mi fa considerare wimbledon come una tra le prime istituzioni capace di ammettere che non è degno per l’umanità considerare solo la donna eccellente in grado di svolgere funzioni e ricoprire ruoli da sempre assegnati a uomini anche mediocri. si è eccellenti o mediocri a prescindere dal sesso e la forza fisica maggiore, toccata all’uomo solo per caso, non può più essere una discriminante.
la volata rovescia di mcenroe vale esattamente come la volata rovescia di navratilova.
amo il tennis, amo le donne, amo wimbledon!
marcos
2 Marzo 2007 alle 10:58
Non so se si puó ma vorrei postare quel che dice Jon Wertheim sull’argomento nella sua ultima emailbag rispondendo a un lettore scandalizzato. Riporto in inglese il botta e risposta e provo a tradurre almeno il pensiero di Wertheim che condivido: prima di tutto era ridicolo mantenere una differenza di 40.000 euro…mantenerla significava voler fare solo discriminazione sessista…Poi: fare la distinzione fra numero di sets giocati (best of 5 vs best of 3) é ridicolo, qui non si parla di minuti giocati ma di spettacolo e lo spettacolo non é quantificabile, piuttosto si deve parlare di QUALITÁ dello stesso che non necessariamente é il liovello di gioco: se le femmine attirano tanto pubblico quanto gli uomini, per i motivi piú disparati, allora ben venga la paritá di montepremi.
D’altra parte osserva ertheim siamo di fronte a un controsenso: le donne cantano vittoria ma ottengono montepremi uguale solo nei grandi slam o negli eventi combinati, laddove cioé ci sono anche gli uomini: come si devono sentire ‘dentro’ quando devono spiegare ai media, al pubblico, a loro stesse come mai un Master maschile ha un montepremi del doppio o piú rispetto a un corrispondente Tier I? E come mai il nº50 maschile guadagna ´nettamente di piú del corrispondente nº50 femminile? Insomma, un po’ d’imbarazzo lo dovrebbe provare in quella che apparentemente potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro, e cioé la dimostrazione che per guadasgnare di piú le donne da sole non ci riescono…hanno bisogno di giocare insieme agli uomini.
I suppose you are crowing now that Wimbledon has capitulated to the ridiculous claim by women tennis players for equal pay for less work? Where is the backbone of the men in the ATP who agree to play longer hours for the same pay? Where, pray tell, is the equality? Why not just have one championship open to all players regardless of gender?
– Al Ferg, Sherbrooke
Though most communiqués weren’t as pointed as Al’s, the most popular topic this week was, predictably, the decision at the All-England Club to award women equal prize money. I wouldn’t say I’m crowing — as one voice of reason pointed out, we shouldn’t get too worked up over athlete salaries. But I do think the All-England Club made the right call.
If the disparity in pay had simply been about unequal pay for unequal work, the women would have been paid 60 pence on the pound, representing best-of-three-sets versus best-of five. That the women were paid something like 96 percent of the men’s wages, made it — perversely — worse, suggesting this was little more than a petty symbolic statement.
Here again is my stance. A) The number of sets is a red herring. We could just as easily base “work” on shots struck per match. The name of the game is entertainment value and as long as women have the commercial appeal of men at majors (sometimes they do; sometimes they don’t — but it sure is close) they deserve equal wages. B) The difference in pay was so minimal that the bad publicity vastly outstripped the savings.
While on balance, I applaud this decision, I find the WTA’s gloating a bit disingenuous. Check out the prize money from last year and you’ll see that the year-end ATP Masters Cup pays nearly 50 percent more than the analogous WTA Championship. The typical Masters Series event pays nearly double the WTA Tier 1. If I’m a WTA exec, I’m not sure how I respond to the question, “How can you clamor for equal prize money when the market consistently suggests your product is worth less?”
One could contend that a combined event is different from a tour event and that, so long as men and women both play on Centre Court, both receive commensurate television coverage, they should be paid equally. Still, I wonder whether, with this victory, Amelie Mauresmo, Venus Williams and Co. will now seek answers as to why, say, their 50th-ranked colleague (Severine Bremond) made nearly half as much as the 50th-ranked male (Nicolas Kiefer) last year.