Gaudio in crisi: “Cry for me Argentina!”
“Ho voglia di lasciare il tennis”
“El Gato” non ha sette vite
Il ricordo del suo trionfo a Parigi

 
22 Febbraio 2007 Articolo di Giovanni Di Natale
Author mug

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Ecco il giorno che, a Parigi, Gaston Gaudio non potrà mai dimenticare (copyright Gianni Ciaccia)

n.b. di ubs: Giovanni di Natale racconta la crisi di Gaston Gaudio che non vince più nemmeno a spingerlo.
E sotto troverete l’articolo che scrissi il giorno in cui l’argentino n.44 del mondo trionfò a Parigi dopo un duello drammatico con Coria (altro argentino in drammatica crisi…

di GIOVANNI DI NATALE
Gaston Gaudio pensa al ritiro. Precoce. Non per questioni di cuore, come Kim Clijsters (che ha ufficializzato le nozze con il fidanzato cestista Lynch), ma per crisi di risultati. Il vincitore di una rocambolesca finale al Roland Garros nel 2004, con il folletto Coria infortunato che spreca due match-points al quinto (finché Guillermo stava bene conduceva nettamente due set a zero), è pronto a lasciare a 28 anni. Era considerato uno dei più forti terraioli al mondo, la speranza del tennis argentino. Adesso, però, Gaston Gaudio è l’ombra di un campione. E forse neanche quella. Non vince più un incontro dallo scorso Us Open. Da allora sette partite ed altrettante sconfitte. Fischiato anche dal suo pubblico, a Buenos Aires. Appena due game conquistati contro lo spagnolo Ruben Ramirez Hidalgo, buon fondista che difficilmente diventerà un top10, e dura sconfitta anche dal peruviano Horna nella prima sfida del Round Robin.
“Mi viene voglia di lasciare il tennis – ammette – ogni volta che gioco è sempre più frustrante. Mi alleno, mi alleno ma non mi riesce nulla e penso che non mi riuscirà mai più. Mi serve un miracolo”. Una crisi personale, non più solo tennistica. E qui coach Franco Davin avrà vita difficile perché il “Gato”, questo il soprannome, forse non ha sette vite tennistiche. E la prima sembra essere arrivata al termine. La testa e le gambe su un campo da tennis sono più importanti del talento. Lo stesso Gaudio lo ha dimostrato sul centrale di Parigi, quando ha conquistato il mondo, quando ha conquistato il torneo più importante sulla terra rossa. Quando è stato “Re”. L’apice di una carriera altalenante che l’ha visto eccellere tra il 2004 ed il 2005, quando ha vinto sei degli otto titoli Atp conquistati in undici anni di carriera. È anche arrivato ad essere il numero 5 al mondo, merito delle sue performance sul rosso. Risultati, i suoi e quelli del connazionale Guillermo Coria, che hanno posto l’accento anche su infondate accuse di doping, mai un test ha dimostrato o evidenziato dati alterati (mai almeno, nel caso di Coria, dopo la famosa squalifica…).
Prima di sparire dal circuito, tra infortuni e crisi di risultati, Gaudio era uno dei “personaggi” principali. Adorato dalle fans argentine, che hanno anche registrato un fans club su internet, è stato a lungo un uomo copertina in Argentina. Lo è ancora, ma purtroppo soltanto in negativo. Come Coria, suo rivale storico. Anche lui caduto in disgrazia dopo quella finale thriller.
_ inciso di UBS: Una volta chiesi a Silvia Farina chi fosse il suo tennista preferito e, con mio grande stupore, mi rispose Gaston Gaudio! Mentre tanti hanno detto che il suo rovescio era uno dei primi tre o cinque del mondo…_
Prosegue Di Natale: L’unica consolazione per loro, seppur magra, i soldi in banca. Gaudio ha già da parte oltre cinque milioni di dollari di soli premi, idem Coria. Ma nessuna cifra potrà ripagare - forse _ l’emozione provata nell’alzare le braccia al cielo tra gli applausi scroscianti del pubblico del Roland Garros dopo una delle più drammatiche finali della storia del torneo.

ECCO L’ARTICOLO CHE SCRISSI IL GIORNO DEL SUO TRIONFO AL ROLAND GARROS
Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta PARIGI _ Una finale così non s’era mai vista. In quella tutta russa delle donne, fra Myskina e Dementieva, non era successo niente, ieri in quella argentina invece è accaduto davvero di tutto. Un buon regista ne potrebbe trarre ispirazione per un film.
Un film nel quale chi trionfa, alla fine e nonostante due set di vantaggio per un avversario poco amato, e poi anche due matchpoints sempre per lui sul 6-5 nel quinto set, è proprio l’eterno perdente. Sì, quel Gaston Gaudio che fino a ieri aveva vinto soltanto due tornei (Barcellona e Majorca nel 2002, quando aveva conquistato la sua miglior classifica, n.19 del mondo), ma era poi precipitato nell’anonimato del 44mo posto mondiale. Mai era riuscito ad assorbire psicologicamente una sconfitta in un match quasi già vinto in Coppa Davis contro i russi. Quel match avrebbe portato l’Argentina alla finale in casa contro la Francia, quasi certamente alla prima Davis della sua storia. Gli argentini non gliela avevano mai perdonata.
Il primo derby argentino d’una finale di Slam è girato almeno 4 volte. Primo atto: Coria, il grande favorito, vince il primo set 6-0 in 24 minuti contro un Gaudio paralizzato dalla paura. Vince anche il secondo, 6-3 dopo un’ora. Come può perdere chi ha vinto 37 degli ultimi 38 incontri sulla terra rossa? Gli statistici sono già lì a controllare le finali più corte. Secondo atto: Gaudio si risveglia, c’è finalmente un po’ di equilibrio, e scambi duri. Incoraggiato dal pubblico che teme il bis della finale femminile Gaudio strappa la battuta a Coria, pur giunto sul 4 pari 40-0 (“La partita l’ho persa lì”) e allunga il match al quarto set. Terzo atto: Coria ha i crampi. Sono chiaramente di natura nervosa. Un maratoneta come lui non può averli dopo un’ora e mezzo di gioco. Arriva il fisioterapista, gli dà una pomata. Coria molla il quarto set, non si muove più. Sarà mica una recita ispirata da Moliere, da “malato immaginario”? Gaudio non si raccapezza mica tanto. Quello lì gli ha fatto la scena già ad Amburgo un anno fa, quando negli spogliatoi furono lì lì per venire alle mani.
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Gaston Gaudio (copyright Gianni Ciaccia)
Sembra quasi che nessuno dei due argentini voglia succedere, 27 anni dopo, al loro “padrino” Guillermo Vilas, l’unico argentino in trionfo a Parigi (1977). Si arriva ai due matchpoints per Coria, via un dritto, via un rovescio. Per Coria è la fine. “Ho pensato troppo _ piange anche lui _ quella vicenda del doping mi ha fatto troppo soffrire, ce l’avevo anche con Dio”. E vince invece Gaudio, dopo 3 ore e 31 minuti: 8-6 al quinto!
“Se sono qui lo devo a te”. Gaston Gaudio, le lacrime che solcano il viso da ragazzino, trova la forza per guardare dritto negli occhi Guillermo Vilas. Il piccolo Gastone aveva appena 11 anni quando Guillermo l’aveva accolto nel suo nuovo Tennis Club di Buenos Aires: “Si facevan soci solo vecchi signori…aiutare un ragazzino promettente senza soldi che chiedeva solo di potersi allenare al mio club non poteva farmi che piacere…Non ricordo d’aver mai visto un match più drammatico, più incredibile…sì, mi hanno parlato di una finale al Foro Italico fra Gardini e Merlo (1955…)” avrebbe raccontato Vilas, appena disceso, insieme a John McEnroe, dal palco dei premiati.
Gaudio b.Coria 0-6,3-6,6-4,6-1,8-6 in 3h e 31 m.

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14 Commenti a “Gaudio in crisi: “Cry for me Argentina!”
“Ho voglia di lasciare il tennis”
“El Gato” non ha sette vite
Il ricordo del suo trionfo a Parigi”

  1. stefano scrive:

    A Bologna si direbbe che Coria, in quella finale, “si é c..ato addosso”: non sará un termine tecnico, ma fu senz’altro cosí. La cosa buffa é prima del match non avrei saputo chi tifare: da un lato molti tifavano Gaudio perché era battuto dal pronostico ma anche sta storia di tifare sempre per il meno forte sulla carta non l’ho mai capita bene e quindi nonostante di Coria si diceva non fosse molto simpatico, cosa confermata almeno ai miei occhi da un body language epidermicamente non dei migliori, cosí istintivamente la mia simpatia andava a Guillermo di cui comunque apprezzavo la maniera di giocare. Dopo i primi 2 sets io mi sentivo cosí male e imbarazzato per Gaudio che speravo appunto che succedesse qualcosa e mi son trovato a tifare per Gaston,ma dopo ho provato la stessa identica pena per Coria e devo ammettere che quando ripenso a quel match, provo amarezza e quasi un senso d’ingiustizia…Ho sempre sperato che Guillermo riuscisse a vincerne uno, di RG… Chissá, magari gli riuscirá di fare come Ivanisevic a Wimbledon, ma da come si son messe le cose, ne dubito. Ma dei due, almeno Coria un motivo per insistere ce l’ha…

  2. Lorenzo scrive:

    perdonatemi se esco un pò dal seminato…ma avete visto quali danni ha combinato la diavoleria del round robin a baires??? una serie incredibile di ritiri (gaudio, acasuso, lapentti, calleri). ieri di mauro è andato in campo sapendo già di essere qualificato perdendo, dopo il ritiro di gaudio…che senso aveva quella partita io mi chiedo, per lui e per il suo avversario??? ma il vero scempio è accaduto con il ritiro di lapentti, che ha automaticamente qualificato devilder per i quarti di finale ed eliminato ferrero che doveva giocare l’ultimo turno di round robin!!! sembra che devilder addirittura non fosse più a Baires e gli organizzatori siano andati a pescarlo non si sa dove…e la partita di ferrero addirittura sia iniziata con un’ora di ritardo sul programma perchè si rifiutava di scendere in campo dopo questa diavoleria.
    ora sembra che ET abbia deciso di rinunciare all’esperimento a partire dal prossimo anno

  3. roberto scrive:

    Su Coria: mi sta terribilmente antipatico dopo aver visto dal vivo il suo comportamento durante un match di secondo turno al Foro contro Hanescu nel 2003. All’epoca Hanescu era un giovane e povero (anche economicamente) sconosciuto, che veniva dalle qualificazioni, tra l’altro giocate in contemporanea con la semi e la finale del challenger di Roma disputato al TC Garden. A me Hanescu faceva un po’ tenerezza, con quell’aria triste da giovane ragazzo dell’est allampanato e anche abbastanza affamato. Inizia il match, contro il grande Coria, già top 20, che va subito 6-1. Nel secondo set Hanescu si scrolla di dosso l’emozione, gioca divinamente, chiude una serie di rovesci lungolinea vincenti, si porta avanti di un break (5-2) e Coria cosa fa? Inizia ad insultare (sotto voce, ma non tanto…) l’avversario ad ogni punto vincente che subisce (hijo de p. la frase più riferibile), a contestare ad ogni palla, a perdere tempo fra la prima e la seconda di servizio di Hanescu, insomma tutte le manfrine che chi ha giocato ben conosce…
    alla fine il timido ed inesperto Hanescu si deconcentra, Coria inizia a giocare meglio, gli prende le misure e vince al tie break, esultando in maniera smodata e guardando brutto l’avversario…
    Questo episodio, e la sua brutta storia di doping, fanno sì che a me personalmente non dispiace che abbia perso a Parigi contro un giocatore a lui inferiore in valore assoluto come Gastone (che invece in campo è sempre stato un signore). Credo infine che il dominio di Nadal sulla terra abbia contribuito a demotivare quanti (tra cui i due argentini) ambivano ad essere i re del rosso: ricordo la finale di Roma del 2005, la terribile maratona che credo abbia segnato la fine della carriera di Coria, e una partita dello scorso anno a Montecarlo dove Gaudio riuscì a vincere il primo set contro Nadal, ma giocando in un modo così intenso e dispendioso da finire scoppiato nei due set successivi. Penso che entrambi abbiano interiorizzato un complesso di inferiorità nei confronti del maiorchino e che questo contribuisca alla loro demotivazione.

  4. stefano scrive:

    “ora sembra che ET abbia deciso di rinunciare all’esperimento a partire dal prossimo anno ”
    Nel qual caso onore al merito: a volte le cose bisogna provarle per poterci rinunciare con cognizione di causa…Magari non ci avessero provato, saremmo ancora qui a discuterne

  5. alessio scrive:

    FACCIO UNA AGGIUNTA AL COMMENTO DI LORENZO; SONO D’ACCORDO CON TE.SPERIAMO CHE QUESTO MARCHINGEGNO STRANO DEL TENNIS A GIRONI VENGA RISERVATO SOLO PER IL MASTER, DOVE LI IN QUALCHE MODO A DATO LUSTRO ALLA MANIFESTAZIONE.
    PER CIO CHE RIGUARDA GAUDIO DEVO DIRE CHE HA UN ROVESCIO MERAVIGLIOSO.NON E’ IL MAX DELLA SIMPATIA, MA PAZIENZA CERTE VOLTE LO VISTO GIOCARE IN UN MODO INCREDIBILE CHE MI HA FATTO RICREDERE SU UN TRIONFO IN FRANCIA CHE MI PAREVA TROPPO.SPERIAMO TORNI, IL TENNIS HA BISOGNO DEL SUO TALENTO.MA SE VUOLE TORNARE NON DEVE ANDARE DA UN COACH QUALSIASI; DEVE PARLARE CON CHI HA SAPUTO TORNARE DAL BARATRO PER DAVVERO.CIOE’ DA AGASSI O DA SAFIN; O PARLARE CON LA SERENA WILLIAM.SOLO CHI E’ TORNATO DALL’INFERNO SPORTIVO IN PARADISO HA LA CARICA LE EMOZIONI CHE TI DANNO LA SCOSSA PER TORNARE.
    PS , QUALCUNO HA NOTIZIE DEL BUON CORIA!!!

  6. massimo scrive:

    Gaudio si è ritirato per non dover subire l’ulteriore umiliazione di una stesa da parte di Di Mauro. Ricordo che Coria l’anno scorso ad Acapulco aveva giocato al primo turno contro il buon Alessio e la conseguente sconfitta in due set aveva segnato l’inizio della fine di Nandrolino.
    P.S. questa settimana si è puntualmente verificata l’ipotesi che questa nuova formula genialmente inventata da Mr. Disney fosse una vaccata.

  7. Giovanni Di Natale scrive:

    Purtroppo ho commesso un piccolo errore nel pezzo… come giustamente sottolineato da Lorenzo nel suo post, Gaudio si è ritirato dopo aver perso da Ramirez Hidalgo.
    Ancora pardon…

  8. juan scrive:

    sarebbe interessante se, in questo interessante blog, un giornalista competente e informato come ubaldo scanagatta ci raccontasse il perchè di queste due crisi improvvise di due ex top ten che avevano qualche talento e non erano soltanto dei muscolari; è un caso poco esplorato, meriterebbe di più di una semplice cronaca

  9. Fabio F. scrive:

    il RR fa pietà,pena,schifo.

    Gaudio dalla sua carriera ha già ottenuto più di quanto si aspettasse.
    Il peso della inattesa vitoria parigina lo ha schiacciato. non so perchè, ma ho la sensazione che sia stata una di quelle “partite maledette” che segnano indelebilmente il destino di entrambi i giocatori. Uno,perchè ha ottenuto più di quanto si aspettasse (sapendolo), l’altro per avere buttato via l’occasioen della vita, dopo lo stranoc rollo con verkerk nell’anno precedente.
    Roma 2005 è stata per Coria la mazzata finale, quella che ha consacrato nadal prima ancora di parigi.

  10. Freddo scrive:

    Certo che quella famosa finale li ha un pò ammazzati (tennisticamente chiaramente) a tutti e due, pensare che il quinto set sembrava un brutto match di Coppa Italia in cui tutti e due i giocatori hanno paura di vincere! A Coria aggiungerei che l’ha depresso ulteriormente la finale di Roma con Nadal persa da 4-0 al quinto mentre a Gaudio credo l’abbia demotivato il fatto di aver vinto. Le vittorie bisogne anche saperle gestire e lui sempre stato abbastanza fragile di testa, non ha saputo farlo, finendo di essere schiacciato da qualcosa di troppo grande rispetto a quelllo che probabilmente riteneva di meritare.

  11. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Molte grazie a Lorenzo per aver spiegato quel che è successo a Buenos Aires. Una vera vergogna. Ora anche ET si sarà finalmente reso conto. che…il nostr Massimo che la dipinge come una ….vaccata, ha pienamente ragione. Quel che mi fa rabbia è la presupponenza con cui rispondeva ai dubbi che non solo io ma quasi tutti i colleghi più esperti gli avevamo espresso fin da Shanghai…Ci guardava come se fossimo animali preistorici, incapaci di recepire i nuovi Vangeli. A Juan dico che è molto difficile capire da lontano i meccanismi psicologici che hanno ridotto Gaudio e Coria in questo stato. Bisognerebbe conoscere da vicino i loro problemi e francamente non li conosco (salvo quacosina che ho accennato riguardo a Coria e alle sua difficile situazione con la moglie per la quale stravede e che forse non corrisponde appieno (o almeno lui teme che….ed è anche peggio). Coria ha avuto anche la mazzata della squalifica per doping (meritata o no, non so, provocata dalla sua ingenuità e magari da un “preparatore” privo di scrupoli può anche essere). Mettiamo che non sapesse di essere dopato, ma che ritenesse a posteriori di averne tratto qualche giovamento. Poi torna, sta attento a non commettere più ingenuità, e alla prima serie di sconfitte si persuade di essere diventato più debole e ripensa a quand’era più forte domandandosi “Ma non sarà mica che prima ero più forte perchè inconsapevolmente (o meno…) ero aiutato da qualche prodotto che adesso non posso più prendere…
    Certo è che il motivo per cui Coria fa più di 20 doppi fallia match è imperscrutabile, sta nella sua testa e non sembra avere nulla a che fare nè con i muscoli, nè con alcun prodotto illecito….Ha provato a consultare Jim Lohr, il più grande “psicanalista” del tennis, ma pretendeva di farlo per corrispondenza e parlando un pessimo inglese, addentrandosi in tematiche in cui invece una perfetta conoscenza lessicale era invece assolutamente necessaria.

  12. anto scrive:

    Sono molto dispiaciuto per l’involuzione che Gastone Gaudio stà vivendo. Uno dei rovesci più belli del circuito. Credo che a 29 anni ormai la sua parabola sia in discesa. Gli manca una forza interiore che lo possa spingere ai fasti perduti. Nemmeno un guro come Gilbert potrebbe aiutarlo. Deve trovare la forza di guardarsi dentro e poi prendere una decisione, se continuare e risollevarsi oppure smettere. Giocare in questo modo non può che far male.

  13. stefano grazia scrive:

    Ecco, questa notizia di Coria e Loher spiega veramente molte cose… molti di questi campioni, senza un’educazione, senza un ambiente famigliare e/o culturale, cresciuti a tennis e videogames (per ingannare il tempo fra un allenamento e l’altro), spesso sposi bambini… E’ lì che a volte mi chiedo se un genitore con scarsa cultura tennistica ma solidi studi universitari non sia maggiormente in grado di guidarli,consigliarli, aiutarli più di dieci,cento,mille di questi pseudotecnici,allenatori,excampioni… Possibile che uno con la storia di Coria (e nessuno nel suo entourage) non senta il bisogno di rivolgersi ad uno Psicologo Sportivo, il migliore di tutto il sud america, ce ne sarà pur uno? Possibile che uno possa pensare di consultarsi con Jim Loher per corrispondenza o anche per telefono? Ma prendi su e passa tutto Dicembre e Gennaio a Saddlebroek o a Bradenton dove diavolo risiede ora Jim Loher, almeno provaci, hai paura di mettere mano al borsellino o proprio non ci arrivi?

  14. Nicola scrive:

    Io in pratica ho capito poco della situazione d Gaudio e Coria!..Voglio dire che in realtà è troppo intricato il mistero del loro declino!..Stiamo parlano degli ex numeri 5 e 3 del mondo,2 giocatori fortissimi che collezionano figure orrende (nn semplici sconfitte) ormai da tempo!..Mi piacerebbe molto rivederli entrambi al massimo magari dal prossimo anno ma credo che ormai sia quasi impossibile!..

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