Se Gaudio piange, Coria non ride
Eppure giocava alla pari con Nadal
Tutti i perchè del suo tracollo
Peggio di Zamparini:15 coach in 6 anni

 
23 Febbraio 2007 Articolo di Riccardo Bisti
Author mug

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copyright Gianni Ciaccia
Coria e Gaudio quando giocarono la finale del Roland Garros nel 2004

n.b. di UBS: grande pezzo di Riccardo Bisti sul “personaggio” Guillermo Coria. E grande tempismo. Molti di voi avevano chiesto notizie su lui e sul suo ritorno. Qui trovate tutto. Da leggere tutto d’un fiato. Sono orgoglioso di averlo fra i collaboratori di questo blog (e anche del fatto che…sto imparando a mettermi le foto da solo nel blog, anche se mi ci vuole un’ora!).

di Riccardo Bisti
Passare dal numero 3 al numero 147 del ranking non è una delle cose più piacevoli per un tennista, specie se ha stazionato per 3 anni tra i top-ten, ha quasi vinto uno Slam e spadroneggiava sul rosso prima che facesse irruzione Ciclone-Nadal.
Eppure, se vorrà tornare lassù, Guillermo Coria dovrà guardare in faccia la realtà e non sfuggirla come ha fatto per tutto il 2006, quando, da maghetto presuntuoso, credeva che cambiare un coach dopo l’altro fosse la soluzione per arrestare la crisi.
Nella stagione appena passata ben 3 coach si sono alternati all’angolo dell’argentino: Josè Perlas, Josè Higueras e Horacio De La Pena: tutti con pessimi risultati, salvo il quarto di finale centrato a Monte-Carlo prima di racimolare 3 giochi contro il ciclone menzionato qualche riga fa. Lo stesso che Coria aveva quasi battuto nella finale romana del 2005.
Ma come può spiegarsi una simile metamorfosi? Va chiarito che non c’è stato, come molti pensano, un crollo mentale dopo l’incredibile finale del Roland Garros persa per crampi contro Gaudio. Spiegazione superficiale, che dimentica come la settimana successiva “El Mago” fece finale a s’Hertogenbosch sull’erba, superficie dove non aveva mai vinto una partita.
Poi è arrivato il problema alla spalla, lo stop di cinque mesi e il rientro giusto in tempo per il Masters. Poi, nel 2005, l’ingaggio di Perlas e una stagione sul rosso di primordine, culminata appunto con la finale romana. Crisi? Neanche per idea: vittoria a Umago (ultima vittoria in torneo), quarti agli Us Open (semifinale sfiorata, tra l’altro: battuto 7-6 al quinto da Ginepri), e finale a Pechino, sul cemento.
Questi sarebbero i risultati di un giocatore in crisi, colpito da un irreversibile “bajon animico”? Suvvia. A confermarlo è lo stesso Coria: “A volte sento dire che la finale persa a Parigi mi ha disintegrato: volete sapere la verità? Ciò che mi ha messo ko è stata la semifinale di Coppa Davis che abbiamo perso in Slovacchia. Dopo quel match ho avuto un crollo di motivazioni.”
Parole rubate al Carilo Tennis Ranch, base eletta per la preparazione al 2007. In questa incantevole cittadina nei dintorni di Mar Del Plata, Coria ha trascorso quasi tutto il mese di Dicembre, nel tentativo di azzerare tutto e ripartire con rinnovata fiducia ed entusiasmo: al suo fianco poche persone: la moglie Carla, il fratello Romàn, l’amico Juliàn, il preparatore fisico Jorge Trevisan e il nuovo coach, Hernàn Gumy.
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Quando gli si chiede se il crollo è stato prima tennistico e poi mentale o viceversa, la risposta è interessante: “E’ stato prima mentale, perché non è che disimparo a giocare da un anno all’altro. Hanno influito molti fattori, non solo la Coppa Davis. Io sono andato via di casa a 13 anni, e finora non ho mai smesso di viaggiare. Il tennis mi ha dato tantissime cose, ma mi sono reso conto che me ne ha tolte altre; non c’ero quando qualche amico aveva bisogno di me. Ora ho capito che ho la possibilità di fare quello che mi piace e posso smettere quando voglio. Se oggi sono in campo ad allenarmi è perché lo desidero ed è ciò che mi piace di più fare”. Riflessioni mature, quasi sorprendenti per uno che fino a poco tempo fa non era esattamente in lizza per il premio fair play.
“Il mio stato mentale si è riflesso su un singolo colpo, il servizio. Questo mi ha distrutto. Ho perso completamente la fiducia e ora stiamo lavorando per ricomporre i pezzi. Mi vergognavo a fare 15-20 doppi falli a partita, ma non ho mai pensato di mollare. Mi ritirerò solo quando il corpo non risponderà più e non sentirò più il tennis come lo sento ora”.
Chissà se si può dare credito a queste parole. In agosto, quando iniziò la sua collaborazione-lampo con De La Pena, Coria disse che era la sua ultima chance. Giusto il tempo di giocare 5 games agli Us Open e perdere al primo turno del challenger di Sopot. Poi è scattato qualcosa: “Mi sono detto: che sto facendo? Non ero nelle condizioni di prendere decisioni, e fermarsi è stata la cosa più saggia”.
Coria doveva ripartire dal challenger di La Serena, poi a Vina Del Mar, poi a Buenos Aires, dove il direttore del torneo Martin Jaite gli aveva tenuto una wild card fino all’ultimo momento. Ma un piccolo infortunio (vero? Presunto?) lo terrà lontano dalle gare per ancora un mese. Il suo rientro alle competizioni è previsto il 9 aprile, al torneo ATP di Houston. Prima giocherà un’esibizione: inizialmente doveva essere a River Oaks, invece si giocherà in Brasile.
A Carilo Coria ha lavorato duro, sottoponendosi a quattro sedute quotidiane, che gli hanno impedito quasi del tutto di seguire la finale di Davis, dove chi un tempo gli stava dietro si giocava l’insalatiera. Lavoro aerobico e tennis al mattino, palestra (soprattutto pesi) e ancora tennis al pomeriggio. Il campo sembrava quello di un corso SAT: pieno di birilli da colpire. Inizialmente utili per trovare profondità e concentrazione, diventavano un ossessione durante il servizio. Coria serviva decine di cesti. E, va detto, lo faceva discretamente. Molti birilli volavano, soprattutto quando batteva da sinistra. Accanto a lui Hernàn Gumy, attento a ogni dettaglio. Spostava i bersagli, individuava nuovi angoli e poi correva a dare indicazioni. Solo due servizi erano finiti in rete. Ma Gumy insisteva: “Studia i movimenti di chi risponde, fingi una direzione poi scegli l’altra”. Coria è entusiasta del suo nuovo coach, del quale apprezza la dedizione al lavoro e l’attenzione ai particolari. I due hanno visionato molti video del 2003, l’anno d’oro di Coria, per restituirgli le sensazioni perdute.
L’errore di Coria, come lui stesso ammette, è stato il tentativo di diventare più completo, snaturando un gioco ormai formato. “Ho preso questo rischio, e anch’io ho le mie responsabilità. La conclusione è che quando sei tra i primi cinque del mondo non è il caso di cambiare nulla. Ti può mancare qualcosa, un dettaglio. Ma cambiare la tecnica di alcuni colpi è molto rischioso. Con Hernàn va benissimo, avverto sensazioni più positive rispetto agli altri coach”.
Ma Gumy, che dopo aver portato Canas tra i top ten e seguito Guga Kuerten durante la sua inattività, ora cerca il miracolo con il capriccioso Coria (che ha cambiato 15 allenatori in 6 anni: peggio di Zamparini), che dice? Con un filo di voce, il “Titàn” esprime un pensiero importante. “Il servizio va bene. Abbiamo leggermente cambiato il movimento delle gambe, ora Guillermo carica con entrambi i piedi. E’ uni stile comune a molti giocatori: se recupera la fiducia tutto si evolverà molto rapidamente”.
Insomma, Coria ci crede. O meglio, prova a crederci. Lo si è visto a Buenos Aires durante il torneo ATP, allenarsi su un campo secondario con Mariano Puerta, che ha restituito all’ATP il prize-money vinto al Roland Garros 2005, e che il 5 Giugno potrà tornare alle gare.
Poche parole per il Coria di Buenos Airea: “Il mio obiettivo è recuperare un buon livello di gioco e disputare un bel Roland Garros”. Auguri.

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19 Commenti a “Se Gaudio piange, Coria non ride
Eppure giocava alla pari con Nadal
Tutti i perchè del suo tracollo
Peggio di Zamparini:15 coach in 6 anni”

  1. Freddo scrive:

    Ehehe bravo Riccardo io l’ho sempre detto che sul tennis argentino sei il migliore esperto italiano. Ubaldo ti ho dato una dritta buona o no?
    Riccardo su Coria però nella tua analisi dimentichi una cosa, la finale di Roma persa contro Nadal da 4-0 al quinto da lì secondo me ha perso molta della sua fiducia. Perchè gli ha fatto capire di non essere il piu’ forte su la terra e poi secondo me due finali come quelli di Parigi e Roma perse come le ha perse lui quando aveva le partite in pugno, non possono essere superate facilmente e lasciano parecchi strascichi.
    Provate a chiedere a Mcenroe quale è il piu’ grande rimpianto della sua vita, la risposta è facile è la finale di Parigi persa in modalità altretanto drammatiche di quelli di Coria e non credo sia un caso che dopo john in carriera abbiamo vinto subito dopo un Usopen ma poi piu’ niente…Sono situazioni che ti porti apresso per molto tempo…
    Poi se devo esere sincero tutto sto cambiamento di tipo di gioco di Coria come dichiara lui, io non l’ho proprio visto, a parte la miriade di doppi falli che commette ultimamente ma certo non si può dire che gioca tatticamente e tecnicamente in maniera molto diversa, adesso gioca peggio ma non ha certo cambiato stile di gioco….

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Un mini-commento-e maxi gossip: Un amico argentino mi dice che Guillermo sta soffrendo tantissimo per una serie di problemi che gli pone la sua relazione con la sua sposa.di cui lui è innamoratissimo. Pare che lei sia più viziata di quanto fosse Tatum O’Neal, la prima moglie di John McEnroe (per la quale insieme a John andammo suil Ponte Vecchio a comprare due gioielli del valore di 50.000 dollari e spiccioli…pagò lui! Ricordo che uno dei due regali era un braccialetto di rubini stupendi e antichi, dell’inizio del secolo scorso). La seconda moglie di John, a proposito, Patty Smith (omonima della celebre cantante) è tutt’altro tipo e, fra l’altro, a giorni è il decimo anniversario di matrimonio dei due.

  3. anto scrive:

    Insopportabile, presuntuoso, litigioso. Coria può essere riassunto in questi tre aggettivi. Non voglio essere cattivo contro questo argentino, però io posso raccontare due aneddoti che ho toccato con mano. Montecarlo 2005, Coria si sta preparando a scendere in campo per una sessione di allenamento, e sulla panchina c’è la sua amata moglie che beve matè, il suo coach Perlas e lui el mago Coria. Una ragazzo seduto a cavalcioni sul murette che sovrasta il campo di allenamento, gli chiede di farsi fotografare, e lui di risposta lo manda con la mano a diciamo per non essere scurrili a quel paese. Dopo 15 minuti di sessione, dei ragazzini stanno chiaccherando forse a voce alta. Avranno si e nò 13 anni, e lui il genio cosa fà, tira una pallinata contro la rete di recinzione per farli smettere. A stento viene trattenuto il papà di uno di loro, tra l’altro un italiano che se non gli viene un infarto per la rabbia è un miracolo. Questo Montecarlo. Adesso Roma 2006, 1 turno e Coria in difficoltà su un campo secondario, comincia ad andare in escandescenza perchè a suo dire alcuni ragazzi lo stanno disturbando. Anche qui tira una pallianata al loro indirizzo e l’albitro stufo delle suo continue lamentele lo manda a quel paese. Sono vicino al suo angolo, formato dalla moglie e da un altro coach che non è Perlas ma forse Davin. Ogni volta che il suo avversario gli fà punto sono bestemmie che partono, ha un atteggiamento indisponente tanto che dal pubblico romano si levano bordate di fischi. Ora la sua crisi pare sia dovuta a molteplici problemi, comunque Coria per me resterà sempre Nandrolino, e scusate la cattiveria, ma non lo sopporto. Ma volete mettere la simpatia di Nadal?

  4. Luca Semprini scrive:

    La verita’ e’ che l’era dei cosiddetti “terraioli” e’, se non finita, momentaneamente sospesa. La causa e’, ovviamente, Rafa Nadal. Lo spagnolo ha vinto tutti i tornei importanti sul rosso negli ultimi due anni. E quando non ha vinto era perche’ se ne era restato a casa. Se poi aggiungiamo che Federer ha vinto Amburgo due volte negli ultimi tre anni, e’ facile capire il perche’ nella top ten attuale, ad eccezione del mancino di Manacor, non ci siano giocatori modello “picchio da fondo, sbaglio poco e prima o poi porto a casa il punto”. Peraltro, a mio avviso, si tratta di un tipo di tennis efficace a livelli minori, ma ormai superato per quanto riguarda il circuito ATP.
    Se, come sembra, Coria si e’ fatto un bagno di umilta’, magari lo rivedremo in zone alte della classifica. Non mi dispiacerebbe…a volte un personaggio antipatico aiuta anche a ravvivare l’attenzione in un torneo…soprattutto di questi tempi, quando tutti si lamentano dello strapotere del sublime Federer ; )

  5. Giovanni Di Natale scrive:

    Complimenti davvero. Sembra che tu sia stato sul campo ad assistere in prima persona all’allenamento. E’ proprio un piacere leggere pezzi così.
    E comunque anche io spero che Coria possa riprendersi. Parliamoci chiaro, al tennis manca. Per tutto il 2006, nonostante la carestia di risultati, Coria era comunque un “personaggio”. Ricordo ancora l’attesa che c’era a Palermo quando venne ufficializzata l’entry-list e Coria era “dentro”… poi diede forfait e amen…

  6. Giovanni Rossi scrive:

    Quale tempismo, sembra che qualcuno mi abbia letto nel pensiero! Volevo proprio sapere che fine avesse fatto Coria, proprio un mago del tennis, sicuramente non un signore, ma il tennis ha bisogno di lui. Mi figuravo che la sua crisi fosse dovuta a ragioni personali, gelosia o qualcosa del genere. Spero che presto si faccia valere sui campi di tennis, e sia una migliore persone. Grazie per il servizio: non ho trovato nessuna notizia su Coria sulle fonti americane che regolarmente seguo.
    Ciao
    Giovanni

  7. Freddo scrive:

    Riguardo a quello che ha scritto Anto, voglio dire che confermo tutto nel senso che Coria è come persona odioso! Non credo in realtà che siamo in tanti dspiaciuti della sua crisi visto come si comportava in giro nei tornei. Su la moglie Carla poco da dire evidentemente “Dio li fà poi li accoppia!” se è capricciosa come dice Ubaldo credo che somigli al consorte.

  8. stefano grazia scrive:

    Anto,quando si vince essere simpatici ti viene sempre meglio…a me poi tutta sta simpatia Nadal non la ispira:non ho mai capito perchè il C’MON! gridato in faccia, quindi onesto, di Hewitt susciti tanto scandalo e invece la gestualità di Nadal( sguardo torvo verso il basso, movenze compresse e non liberatorie) invece simpatia…Quando ha perso da Berdich per la terza volta anche Rafa si è lasciato sfuggire commenti infelici e nel blog di Bodo alcuni sostenevano che anche Nadal sibili dei Hijo de puta all’indirizzo dell’avversario (me ne ricordo uno di Emilio sanchez ad Agassi dopo che Andre gli aveva fatto fare (commento di Tommasi) il tergicristallo…ma era un son of the bitch quasi affettuoso, esclamato col sorriso sulle labbra…
    Ma hai ragione,Coria anche epidermicamente molto simpatia non lo ispira…peccato però, perchè il suo gioco invece si, in un mondo dominato dalla potenza era una ispirazione a chi vorrebbe giocare a tennis senza essere un bodybuilder o alto due metri, e quindi si, anch’io spero che torni ai vertici…

  9. Raffaele scrive:

    Riccarco Bisti sempre bravissimo e puntualissimo nei suoi profile…la sua specialità.
    Interessantissimo articolo che riguarda uno dei miei giocatori preferiti che manca a me ma penso anche al tennis in generale..Il suo modo di giocare, di “creare gioco”, di intendere quello su terra rimarranno unici e piacevolissimi da imitare.
    Speriamo ritorni, davvero.

  10. andrea scrive:

    Precisazione: dopo quella finale mac vinse Wimbledon, US Open e Master…
    saluti
    andrea

  11. vamoscoria scrive:

    oggi è il 9 aprile però coria al torneo di houston non c’e'…sapreste darmi spiegazioni????grazie

  12. Renzo scrive:

    Mi associo alla richiesta di Vamoscoria,quando rivedremo Coria giocare.
    Il giocatore con il gioco piu’ intelligente del circuito.

  13. barby scrive:

    cari ragazzi spero tanto torni presto in campo xkè senza di lui il tennis è quasi noioso, forza coria

  14. DANIELE scrive:

    GUILLERMO CORIA E’ UN GRANDISSIMO TENNISTA E SPERO RITORNI AL PIU’ PRESTO HO INIZIATO A GIOCARE A TENNIS GRAZIE A LUI SEI IL MIO IDOLO

  15. Marco scrive:

    Ma alla fine Coria ci va o no al Roland Garros?

  16. Gabriele Egidi scrive:

    Se mi sono avvicinato al tennis , lo devo ad un campione come Coria. Tornerà il numero uno sulla terra , le carte per farlo le possiede , ha bisogno solo di motivazioni magari con pizzico in più di umiltà.

  17. Diego scrive:

    Vi prego datemi altre informazioni su Coria!!! Non ha partecipato al Roland Garros e non ho più avuto notizie su di lui. Chiunque sapesse quando tornerà a giocare è pregato di scrivere qui. Grazie mille

  18. Gabriele Egidi scrive:

    Mi associo all’email di Diego: qualsiasi notizia sul ritorno in campo di Coria è gradita.

  19. gabriele scrive:

    se gioco a tennis lo devo tutto a lui,è un fenomeno,speriamo che ritorni presto perchè il tennis ha bisogno di uno come lui e ha tutte le carte in tavola per tornare a combattere con Federer e con Nadal e per tornare a riacquistare l’onore e il rispetto di 4 anni fa.p.s.tenetemi informato su di lui

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