Perché le donne italiane vincono e gli uomini invece no?

 
18 Settembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di Ubaldo Scanagatta
18 settembre 2006

CHARLEROI. Il tennis italiano è come la luna, una faccia luminosa e l’altra buia, dove la prima è Donna e la seconda Uomo? Certo lo crede chi si domanda: “Ma come è possibile che l’Ital-donne diventi campione del mondo a squadre in Belgio, si apur in circostanze abbastanza rocambolesche, mentre l’Ital-Davis da anni versa lacrimevolmente in serie B?
Dove, sia detto tra parentesi, resterà anche l’anno prossimo salvo che il prossimo weekend a Santander le riesca una “Mission Impossibile”, mettere k.o. l’Invencible Armada di Nadal, Robredo, Ferrer e Ferrero.
Proviamo a rispondere, anche a chi ricorda i quarti di finale raggiunti dalla Schiavone in un paio di Slam e l’assenza di un tennista maschio nelle semifinali d’un Major dal 1980, partendo da questa premessa: il tennis maschile è molto più competitivo, la concorrenza è molto maggiore, per quantità e (quasi ancor più) per qualità. Fra i maschi per arrivare fra i primi cento del mondo, laddove cioè un giocatore sopravvive e magari prospera, bisogna aver superato prima mille scalini, mille filtri. E’ durissima. E bisogna cominciare da piccolissimi in modo assai intenso (con grave nocumento per gli studi più seri e talvolta per gli affetti familiari). Dopo l’attività junior già assai dispendiosa se fatta a livello nazionale ed internazionale (mediamente 40.000 euro l’anno se si ha il coach), si passa ai tornei “Satelliti”, ai “Futures ITF”, quindi ai “Challenger” _ secondo una “escalation” di premi e punti Atp _ e, se si è riusciti finalmente ad emergere, i tornei del circuito Atp.
Per tutti i primi anni, finchè uno arriva oppure smette, il problema più angoscioso per i ragazzi (e i giovani uomini…) è principalmente finanziario e tecnico.
E’ difficilissimo infatti riuscire a mantenersi, facendo esperienze adeguate. Ed è dura, al contempo, la ricerca per una struttura che consenta di allenarsi in modo tale da poter tirar fuori il meglio di se stessi, sotto il profilo tennistico e sotto quello atletico.
Oltre che, oggi, medico-sanitario.
Per le donne è molto più facile emergere. Tanto è vero che con un po’ di talento, e senza nemmeno tanta forza (indispensabile invece nel tennis-power maschile), a volte perfino senza il servizio e qualche colpo (le volee) si può arrivare a n.60-70 del mondo anche giovanissime.
Non avendolo si può compensare con più lavoro. Ma la strada è comunque molto più corta, molto più diretta. Le italiane arrivano magari un po’ più tardi delle altre, mai prima dei 20 anni _ e gli anni migliori di Silvia Farina, n.11 Wta, sono venuti dopo i 27; Francesca Schiavone, 25, promette di imitarla _ soprattutto perché in Italia le mamme sono più ansiose ed incombenti rispetto alle “colleghe” del Nord Europa.
Trovare uno sparring-partner tecnicamente valido per una fanciulla anche già affiorata a livello di top-100 è piuttosto semplice. E lo è anche se vive in una piccola città di provincia, dove anzi si possono sfruttare certi vantaggi psicologici e pratici (la partecipazione emotiva dei soci del circolo, del maestro) oltre che logistici, l’assenza di traffico per raggiungere il tennis club, il parcheggio, etcetera.
Per il ragazzo che non sia fin da piccolo rientrato nell’elite dei pochi ospiti del centro federale di Tirrenia (peraltro nato da un anno o poco più), invece il problema di allenarsi con chi possa garantirgli consistenti e celeri progresssi, dall’avversario-compagno al coach personale (o condiviso con massimo due, tre ragazzi), è spesso un problema insormontabile.
Tanti si arrendono lungo la strada. Nel tennis “sfondano” i primi cento del mondo. Nel calcio i primi 600 in Italia.
Insomma, nel tennis, donna è bello, maschio è dura.

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3 Commenti a “Perché le donne italiane vincono e gli uomini invece no?”

  1. Corrado Tschabuschnig scrive:

    Caro Ubaldo,

    Condivido pienamente l’articolo, ma ahimè c’è un ‘altra differenza fra le ragazze e i ragazzi italiani. Salvo alcune eccezioni, i nostri ragazzi tendono ad adagiarsi sui risultati otttenuti, e spesso la comodità di una bella vita, con una bella compagna e una cabriolet prevalgono sull’ambizione di alzare la coppa di uno Slam. Le ragazze maturano prima, ma alcuni giocatori purtroppo non maturano proprio….
    Ciao e in bocca al lupo per il blog,

    Corrado

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Caro Corrado
    Condivido pienamente l’articolo, anche se è vero che con le donne non abbiamo ancora vinto neppure uno Slam e con gli uomini 3, due Pietrangeli una Panatta, due finali perse da Pietrangeli perse con Santana, una con De Stefani negli anni Trenta e diverse semifinali fra Merlo (2 a Parigi), Sirola (1 a Parigi), Pietrangeli (anche a Wimbledon, perse 6-4 al quinto da Laver che poi perse da Fraser 1960), Barazzutti al Roland Garros e all’US Open, mentre l’unica donna che ha raggiunto una semifinale é stata Silvana Lazzarino nel ‘54, e perse 6-0, 6-1 dalla Connolly!
    Di Italiani fra i primi 10 abbiamo avuto Panatta n.4, Barazzutti n.7, Pietrangeli n.3 (ma non c’erano i prof) e mai nessuna italiana, con Silvia Farina e Francesca Schiavone che sono state massimo n.11. Tutti i Paesi europei di una certa tradizione (Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Russia, Croazia, Yugoslavia etc) hanno avuto almeno una top-ten.
    Quindi semmai le cose sono cambiate un po’ negli ultimi anni. Ogni tanto le nostre ragazze hanno vinto qualche torneo (magari minore, ma insomma…).
    I giocatori più competitivi che abbiamo avuto o non avevano abbastanza talento e quindi pur lavorando come muli (Gaudenzi, Furlan) non potevano fare tanto di più, o ne avevano ma gli mancava la serietà d’intenti, una testa ad hoc, o il fisico (Canè, Camporese…Omar per me è stato il più forte di tutti, come potenziale, solo che non aveva ancora guadagnato 100 milioni egià si era comprato la Porsche e poi camminava come Pieè di Papera dei Malavoglia, aveva le gambe dispari…
    Le donne sono in genere più determinate, una volta che decidono di fare le professioniste. In tutti i campi, non solo quelli da tennis. E’ che per loro una certa disciplina è essenziale fin da piccole. Per gli uomini il cazzeggio, direi, è quasi connaturato. L’uomo che vince un torneo, che batte un avversario importante, si…concede celebrazioni di solito diverse da quelle che la morale corrente permette tradizionalmente alle donne. E già lì cominciano le differenze. L’uomo può sbracare _ e chi lo vede sbracare ci sorride su con condiscendenza _ la donna quasi mai e sempre entro certi limiti. Il ripetersi di tali atteggiamenti, alla fine, fa la persona, forma il carattere. Ovviamente questa è una generalizzazione eccessiva, da blog. E’ un po’ come quando tu dici che gli uomini non maturano proprio. Ci sono tante eccezioni, per fortuna. Ciao e grazie per gli auguri al blog. Posso fare anche a te una raccomandazione che ripeterò ad altri? Quando mi scrivete cercate di mettere le maiuscole dove ci vogliono e di non fare troppi errori (anche se scrivete velocemente), perché devo poi correggerli e quando _ mi auguro _ diventerete più numerosi, sarà dura per me).

  3. yasu scrive:

    caro ubaldo

    buongiorno da nagoya in giappone
    io sono grande appasionata della gara motociclistica e tennis
    poi ormai la mia seconda lingua e’ italiano
    quando sto qui in giappone sento la nostalgia mangiare le piadine e
    bere lambrusco cioe’ sono romagnolo giapponese

    in giappone al mondo di tennis la situazione
    mi sembra che sia molto simile come in italia
    il migliore tennista al mondo dell’atp e’ soeda pero’ ancora
    sta al numero 173 della classifica mondiale
    anzi le donne gipponesi sono piu’ forte
    come sugiyama come nakamura come morigami
    si ritira obata anche asagoe che erano ai primi 100 dell’wta
    invece gli uomini giapponesi non stanno al grande torneo
    giocano ai futures e challenger

    perche’? credo che non abbbiano il grande determinazione
    in giappone ci sono gli sponsor come mizuno yonex dunlop giappone e
    bridgestone sport a cui interessa tanto tenere i tennista
    per questo i tennista giapponesi hanno abbastanza soldi
    qualche tennista di junior giocavano bene pero’ dopo aver guardagnato
    o/e sponsorrizato dai marchi non hanno determinazione andare
    all’estero e non gioca al torneo con i primisti
    pero’ hanno i soldi

    poi quando tanti junior giocano paio di sport
    un giovane gioca bene sia tennis sia baseball sia calcio
    pensano di giocare baseball o/e calcio
    anzi non c’e’ niente liga femminile di baseball in giappone
    liga di calcio femminile c’e’ pero’ non possono guardagnare tanto
    percio’ ragazzine non smettono giocare tennis se potessero giocare
    bene anche baseball e calcio preferiscono giocare tennis ancora
    poi pensano di arrivare al mondo di challenger oppure
    giocano solo sabato e domenica come hobby

    poi il mondo di tennis in giappone ancora costoso
    solamente le famiglie ricci possono essere soci al club
    non hanno lo sprito piu’ agressivo piu’ agonistico
    se fosse la partita la quale io posso scommettere
    un giapponese che tiene lo sponsor contro un russo che non
    ha logo sulla sua maglietta
    di solito io confronto fra di loro e se fosse ugaule il livello da giocare
    credo che vada vincere il russo che voleva il punto dell’atp da arrivare
    ai primi 100 e guardagnare tanti euro e dollari

    il motivo non e’ semplice pero’ qualcosa simile fra vostro paese e
    nostro paese

    il futuro? il programma e il sostanzioso appoggio economico della
    famiglia di morita( tutti posti al mondo comprano i prodotti di sony
    percio’ la sua famiglia guardagna tanto se non volesse pagare tante
    tasse cosa pensava lui? sponsorrizza ai tennista di junior
    percio’ qualche tennista sta al campo di nick bolletieri negli stati uniti
    senza nessun problemma dei soldi)c’e’ allora dopo aver imparato bene
    tennis e inglese(di solito i giapponesi non parlano altre lingua neanche
    inglese ) i junior migliorano ai prossimi anni
    la situazione cambiano
    ex tennista matsuoka ha programmato per i giocatori di junior
    e teneva bob (ex coach di matsuoka becker ivanisevic e ancici)
    che insegnava ai junior

    vedo cosa c’e’ cosa non c’e’

    ciao

    yasu da nagoya in giappone

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