Barthes, un campione distratto.
Così fece infuriare Niki Pilic

 
18 Dicembre 2007 Articolo di Cino Marchese
Author mug

Era uno degli 8 belli del tennis professionistico nella troupe di Lamar Hunt. Francese vinse il doppio all’US open. Le serata a base di caviale e patate lesse fino alla lite con Tiriac per un palco al Roland Garros

Pierre Barthes è stato n° 1 di Francia alla fine degli anni 60. E’ stato un giocatore non eccelso che non ha mai raggiunto risultati importanti in singolare mentre in doppio, solitamente con Niki Pilic, ha vinto parecchio incluso, uno US Open. Pierre è una persona molto piacevole noto per essere molto distratto o meglio anche un po’ stralunato, ma da tutti apprezzato per le sue doti umane e per l’estrema correttezza. Pierre ha una bella famiglia, sposato con Carolyn, bellissima modella canadese e con tre figli, Sybilla, Emma e Nicolas ormai inseriti brillantemente nella vita con incarichi di buon livello. Tutti insieme vivono in una bella casa appena fuori Parigi vicino a Versailles.
Pierre è rimasto molto amico del suo gruppo storico che poi altro non è che il gruppo degli “Handsome Eight”, gli otto belli che furono messi sotto contratto da Lamar Hunt un facoltoso petroliere texano che poi con l’avvento del tennis open fondò il WCT. Gli otto belli erano appunto Pierre Barthes, John Newcombe, Niki Pilic, Butch Bucholtz, Roger Taylor,Cliff Drysdale, Dennis Ralston e Tony Roche. (Newcombe amava prendere in giro l’amico Roche dicendo: “In realtà siamo sette belli più uno! Non vorrai mica considerarti bello anche tu?”) Pierre amava molto riunire il suo gruppo con qualche altro amico dell’epoca come Tiriac e Nastase, il giornalista britannico Richard Evans che si installava presso casa Barthes per tutto il Roland Garros con tutta la famiglia, il giornalista italiano Paolo Garimberti e sua moglie, il sottoscritto spesso accompagnato da mia moglie Lella e pochi altri eletti. Pierre in queste occasioni sprizzava gioia e piacere a riunire i suoi amici ed era un “classico” tutti gli anni che si raccontassero storielle che riguardavano la sua proverbiale vaghezza nel senso buono della parola.
E diventava un “classico” quella che raccontava Niki Pilic a proposito di una finale di doppio giocata in Sud America, se non ricordo male a Quito in Ecuador. Si giocava in un Club molto raffinato ed avevano messo gli ospiti importanti su delle belle sedie attorno al campo.
Su una di queste aveva preso posto Carolyn, fresca sposa o sul punto di diventarlo. Pierre era molto innamorato ed era fiero di lei che trepidamente lo ammirava. I nostri vanno sotto al terzo di un break e nel mezzo di un gioco cruciale per ribrekkare, Niki molto concentrato cerca di motivare al massimo Pierre e gli dice “ Dai questo punto è importante e dobbiamo vincerlo !! “.
Per tutta risposta Pierre, come cascando dalle nuvole dove amava stare, avendo notato che Carolyn non era più seduta al suo posto, gli dice “ Ehi Niki, hai visto dove è andata Carolyn ”.
Pilic naturalmente si imbestialì. Ancora oggi Pilic si infuria al ricordo, quando gli disse: “Tu sei matto, ma che cosa ti passa per la testa! Siamo qui a lottare per cercare di rientrare in partita e tu mi chiede se ho visto dove è andata Carolyn ? Vattela a cercare e lasciami in pace perché a giocare con te perdo tempo !! “.
Non so come finì quel doppio, ma vi posso dire che ancora oggi sentendo raccontare quell’episodio Pierre è felice. E lo è anche perché riesce a ricreare quella magnifica atmosfera che regnava allora e che tutti gli anni durante il Roland Garros grazie a lui e a queste piacevoli serate con gli amici di sempre tutti riusciamo a rivivere.
Purtroppo queste serate hanno avuto un serio problema che le ha modificate e cambiate. Ion Tiriac non era tra gli otto belli, ma era anche lui molto amico, alla sua maniera, di tutti. Ion aveva instaurato una piacevole tradizione portando delle generosissime scatole di minimo due chili del migliore caviale reperibile sul mercato. Lui, tramite uno dei suoi soliti giri, era riuscito a procurarselo tramite l’Ambasciata russa. Il menù era fisso e si trattava di mangiare il caviale come i contadini rumeni( non so quali) e cioè con le patate bollite e la panna acida. Io ero ghiottissimo di caviale e con rammarico ricordo quelle epiche scorpacciate di caviale perché come diceva Ion “Il solo vero problema qui…è che possano finire le patate!”
Queste serate sono andate avanti per anni fino a che ci fu il rifacimento della tribuna sud del Centrale del Roland Garros perché il design del nuovo Centrale rivoluzionava la posizione dei piccoli palchi in prima fila. Uno apparteneva a Pierre ed uno a Ion. Il nuovo assetto della tribuna comportava solo un palco molto più grande e quindi si doveva decidere a chi assegnarlo. Entrambi, Pierre e Ion, lo volevano.
Christian Bimes,Presidente della Federazione Francese si trovava pertanto in una antipatica situazione perché buon amico di tutti e due. Pierre si arrabbiò molto per essere stato messo in lizza con Ion. Da ex ottimo giocatore francese riteneva di avere più diritto che non Ion. Questi però godeva dell’appoggio di Ilie Nastase, grande amico di Bimes. E alla fine la scelta cadde proprio su Tiriac.
Fine del caviale a casa Barthes. Si passò alla pasta che io cucinavo con piacere, naturalmente _ con una punta di piccola perfidia _ facendo in maniera che Ion, ovviamente non invitato, venisse a saperlo. E venisse a sapere anche quanto eravamo stati bene, chi sarebbero stati gli invitati etcetera.
In una di queste serate mi ricordo che Pierre era seduto vicino ai suoi amici australiani Newcombe e Stolle _ quest’ultimo magari meno bello degli altri, ma sempre presente quando si poteva fare a meno di pagare _ e c’era anche mia moglie Lella, invidiosissima di certe coppe di cristallo di baccarat che i Barthes sfoggiavano in queste occasioni.
Pierre andava e veniva dalla cantina sempre con un vino o uno champagne nuovo e riprendendo posto assolutamente senza preavviso diceva “ Oggi ho incontrato Stefano Capriati e mi ha detto che non è assolutamente contento di IMG !“.
La cosa non importava a nessuno e Pierre nell’indifferenza totale cambiava argomento e poi quando finiva il vino _ e con quei commensali finiva sempre molto presto! _ ridiscendeva in cantina e, nel rimettersi a sedere ricominciava “ Oggi ho visto Stefano Capriati e …… “ al che tutti in coro “ Non è contento di IMG! “ . E lui di rimando “ E voi come fate a saperlo? “
Insomma, ora avrete capito perché l’ho descritto come un tipo con la testa sempre fra le nuvole, ma gentile e generoso e felice di stare con i suoi amici di sempre. Un gentiluomo di campagna che, quasi per caso, è stato anche un giocatore professionista di tennis

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6 Commenti a “Barthes, un campione distratto.
Così fece infuriare Niki Pilic”

  1. roberto commentucci scrive:

    Non avevo dubbi, mentre leggevo, che Tiriac l’avrebbe spuntata, sulla querelle per il palco.

    Certo che quest’uomo, nel bene e nel male, è una forza della natura. Non avrei mai creduto che uno straniero sarebbe riuscito a portare via un palco sul centrale del Roland Garros ad un ex numero uno di Francia…

    Poteva riuscirci solo Ion Tiriac.

  2. angelica scrive:

    Allora le patate ce l’ho; la panna acida la possa rimediare; due chili di caviale…uhm… va be’ lascio perdere e torno agli spaghetti alla carbonara.

    Come sempre trovo piacevoli questi ‘dietro le quinte’ di Cino.
    (ma qual’era la specialità che cucinavi? )

    E come dice Roberto, solo Tiriac poteva riuscire a spuntarla sulla storia del palco.

  3. Stefano scrive:

    Si sono litigati il giocattolo come dei bambini dell’asilo, segno di grande maturità :-)

    Davvero peccato per il caviale, ma mi piacerebbe conoscere i contadini rumeni che pasteggiavano a caviale - patate - panna acida. Forse coltivavano storioni nell’orto?

  4. luca scrive:

    Penso che la pietanza preferita da Jon Tiriac sia il patè di volpe

  5. Ubaldo Scanagatta scrive:

    La fissazione di Ion Tiriac per il caviale e le patate bollite mi è nota pur non essendo stato alle cene di casa Barthes. Ma Tiriac organizzò una cena con i giornalisti italiani a Parigi durante il Roland Garros all’epoca in cui stava per concordare con la Fit l’organizzazione degli Internazionali d’Italia: il menu fu caviale e patate lesse in un ristorante vicino al Concorde Lafayette. Ma rimangiammo caviale e patate lesse anche quando, con i giornalisti inglesi Richard Evans e Ron Atkin, fui invitato da Tiriac nella sua città natale, Brasov (lo era anche di Gunther Bosch, primo allenatore di Becker).
    Facemmo anche un’ escursione al castello del conte Dracula in Transilvania, ma il vero scopo era vedere e scrivere della modernissima scuola Poiana Sorelui (o un nome simile) per sostenere i ragazzi rumeni orfani dai 5 anni ai 18.
    un’iniziativa bellissima finanziata da Tiriac e di cui Ion era giustamente orgoglioso,e che dopo anni e anni funziona ancora. Ricordo che feci un servizio televisivo per Tele+…oltre a scriverne per i miei giornali.

  6. Francesco da Lugano scrive:

    Gran bel racconto, Cino! Uno dei più esilaranti che ci hai rivelato. C’è tutto per una commedia goldoniana (o favola di Fedro): la “volpe” Tiriac, lo sbadato/svampito (in senso buono) Barthes, il vecchio saggio Bimes.

    Mi chiedevo se dopo Cino ci il nostro tennis abbia avuto, abbia tuttora altri organizzatori così influenti e prestigiosi. Sarebbe bello che un suo erede stia in questo momento conservando ricordi al fianco delle star del 2000, in modo tra qualche anno farci rivivere tale periodo conn lo stesso fascino che ci trasmette Cino.

    Per il momento, viva i racconti del…. Marchese :)

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