Australian Open day 2:
Il Tennista Yeti

 
20 Gennaio 2009 Articolo di Andrea Scanzi
Author mug

 Virtual Tour 2009: day 4, vediamo quanto sei esperto! 

Diego Junqueira, il Gatto Panceri dell’Atp, impaurisce il sempre più sconsolante Gasquet. Vincono Fognini e l”eroico “rincoglionitore” Cipolla. Si rivedono Haas e Sela. Esce al quinto Kermit Stakhowsky. Esordi sul velluto per Nadal e il superfavorito Murray. Stanotte il secondo turno.

Di ritorno da un impegno televisivo, accendevo alle due di notte la tivù per sintonizzarmi su Eurosport e scoprire se Federico Ferrero era sveglio. Lo era, anche se non troppo. Con lui, Lorenzo Cazzaniga, che continuava a sperare - senza troppo seguito - che Francesca Schiavone raddrizzasse il suo match (ovviamente non lo ha raddrizzato).
Commentavano sgomenti il tiebreak nel primo set tra Richard Gasquet - il mio tennista preferito (ahi) con Cassius Tsonga, vero e proprio Leconte in diesis minore - e Diego Junqueira, argentino terricolo da challenger: 29 anni, numero 76 al mondo di frodo. In Italia lo si ricorda giusto perché è stato uno dei 712 Carneadi beneficiati da suicidi italici (nello specifico, da Volandri sulla terra rossa di Stoccarda tre anni fa).

C’era già, nella conclamazione di quel tiebreak, l’ennesimo segnale della dissipazione di sé di cui Gasquet è maestro. Junqueira gioca sul veloce una volta ogni tre anni quando ha il vento a favore. Odia le superfici rapide non meno di Starace. Temibile come un referendum di Mariotto Segni.
Intuendo che si potesse verificare qualcosa di stupefacente - ché il tennis è anzitutto questo: stupore - mi soffermavo così su tali scampoli di bruttezza.
Gasquet era quello di quasi sempre: l’uomo che sussurra ai teloni. Rovesci (che saprebbero essere angelici) spuntati, drittoni moon-ball corti in mezzo al campo. Il solito fisico rachitico, la solita veemenza agonistica degna di un Puffo dormiente. Uno scempio.
Ero però violentemente rapito da Junqueira. Di fronte a me si palesava maestosamente una sorta di Uomo Yeti, qualcosa di infinitamente peloso e provvisorio. Basso, la pancia prominente, il completino del dopolavorista che abbozza qualche scambio al Circolo col collega impiegato. Pelato eppure con i capelli lunghi, come il Gatto Panceri dei tempi d’oro. La barba lunga, alla Tom Hanks in Cast Away, anzi alla Carlo Pistarino uscito da un raffazzonato provino sui senzatetto in Brianza.
Uno spettacolo fisiognomicamente strepitoso, che mi rimandava alla mente un’altra recente scoperta, il cowboy torinese Ocera, visto a novembre nella Serie A a squadre (competizione di violenta inutilità) su Supertennis. Talento sulfureo, Ocera, look da cowboy e capelli da Cocciante ribelle. Adorabilmente effimero.

Il tennis è magicamente pieno di queste facce, di queste storie, ma troppo spesso ci si riduce a raccontare soltanto le messe cantate di Federer e le urla sadiche di Murray.
Dicevo: Junqueira. L’Uomo Yeti. Il Gatto Panceri argentino. Tennisticamente non ha rovescio, da qui l’esigenza di colpire sempre di dritto, anche se per farlo deve arrampicarsi in tribuna.
Di fronte a cotanto sperpero d’assenza, Gasquet anelava all’obbrobrio. Riuscendo nell’intento. Il francesino sparava un dritto fuori di mezzo metro, ed era set point Junqueira. Qui, nei set point, Gasquet inscena sempre lo stesso plot: terrorizzato, abbrevia l’agonia e fa ogni volta serve and volley. Sulla prima, sulla seconda. Sempre. Quasi ad aver fretta di perdere. Spesso attacca pure sul colpo migliore dell’avversario. Andando a rete anche con Junqueira, si vedeva puntualmente scavalcato da un lob fortunoso dello Yeti, che steccava la risposta e si stupiva per primo della traiettoria.
Andava allora a sedersi, Gatto Junqueira, non nascondendo un sorriso. Quasi a dire: “Ma come ho fatto a vincere?”. Stupendo. Il “disgusto affettuoso” per Gasquet era pari a quella strana pentecoste argentina.
Richard, che sono solito chiamare in questa fase Ritirato Inconsapevole, giusto per spronarlo senza speranza alcuna, non è nuovo a queste imprese. Un anno fa, a Stoccarda, perse un altro tiebreak analogo con un Carneade (Rosol) prima di tritarlo nei due set successivi. Stavolta, no. Ha subito un secondo tiebreak e se lo avesse ceduto, avrebbe perso anche il match. Lo ha invece vinto, chiudendo in quattro. Ma gli applausi sono solo per l’Uomo Yeti.

Se fossi zelante, vi direi ora di Nadal (1) e Murray (4). Ma non c’è nulla da dire: lo spagnolo ha tramortito Christophe Rochus, fratello debole del Geniale Tascabile Olivier, mentre l’hooligan scozzese ha usufruito del 900esimo ritiro del rumeno Pavel, uno che avrebbe pure un rovescio d’incanto ma che ha più infortuni di Futre.
Molto meglio parlare, tributando lodi assortite e tripudi sommi, a Flavio Cipolla. Chiamatelo, con affetto quasi religioso, Il Rincoglionitore. Gioca un tennis tutto suo, fatto di variazioni e fraseggi, intarsi e ceselli. Nessuna potenza, tutto tocco. Trent’anni fa sarebbe stato top 20 tutta la vita, ora fatica a entrare nei 100. Ma è in crescita. Agli ultimi Us Open perse un drammatico match al quinto con l’odioso Wawrinka, che a fine match lo irrise pure. Non si diedero nemmeno la mano. Con lo svizzero, detto anche Brufolinka per la sua nutrita collezione d’acne e vulcani cutanei, si è vendicato a inizio anno. Stanotte, rincoglionendolo, ha battuto in quattro set Dimitry Tursunov, tds 29, russo sparapalle che sta alla tattica come Von Clausewitz alla strategia bellica.

I didascalici mi accusano di essere anti-italianista, stessa accusa peraltro portata più volte a Rino Tommasi (quindi è un complimento). Ma non è questo il punto. Sono quelli che si riducono a tifare ciecamente tutti, casomai, a essere anti-tennis. Non io a essere anti-italianista. Il punto qui non è la Nazione: è il Bello. E’ il divertimento. E’ tennis, mica servizio di leva.
Sia lode a Flavio, non in quanto italiano ma perché meraviglioso. Ora al secondo turno nulla potrà con l’Ariano, il sommo incerottato Tommy Haas, uno degli ultimi Eleganti del tennis. Lo Stich del 2000. Ma andrà bene comunque.

Per gli esegeti dell’Italtennis, che qua e là ancora esistono e resistono, fa piacere menzionare la vittoria in rimonta (quattro set) di Fabio Fognini, al rientro dopo lunga assenza. Ha battuto il promettente Golubev, kazako di Bra, ed ha ora una delle tds più deboli sul veloce, lo spagnolo atipico e psicotico Nicolas Almagro (detto anche Algrasso per le forme pingui). Si può fare, per issarsi in terzo turno e vivere un decente martirio contro il pallettarone Gael Monfils (con cui Fognini ha pessimi ricordi).

Cos’ altro dire? Ah sì, Dudi. Cioè Sela. Israeliano tascabile pure lui, potenza zero e talento da vendere. Come Olly Rochus, come Flavio Cipolla. Segnatevelo. Di lui ricordo una divertente vittoria in Davis, pur provato da crampi e altre bue, al quinto contro l’Italia. Qua Dudi si trova bene, a Melbourne si era fatto notare portando al quinto Safin. Franato in classifica, ha dovuto fare le quali per entrare in tabellone. Stanotte ha battuto in quattro set Rainer Schuettler, ex top ten, forse il tennista più anestetizzante del mondo nonché padre edipico di Seppi. Sela trova adesso Hanescu, il Principe Dracula, segaligno dispensatore di rovesci rari a una mano: può nascerne un bell’incontro, soprattutto diverso.
E’ poi uscito al quinto uno dei miei pupilli sghembi, Kermit Stakhovskiy, ucraino che un anno fa ha vinto per caso un torneo Atp, zimbellato al quinto dal francese quasi pensionato Clement, tattico-chic che qui visse la sua epifania (finale).

Resta da dire del match del giorno, tra Lleyton Hewitt e Fernando Gonzalez: lo ha vinto al quinto il secondo. Per Leutonio si avvicina il crepuscolo, per Mano de Piedra (altro ex finalista a Melbourne) non si sa che pensare: forse in ottavi potrebbe infastidire Nadal.
Imperiosa la vittoria di Jurgen Melzer, austriaco pazzo che affascina sin troppo gli orteghiani (cioè gli adoratori dell’effimero esterico), sulla promessa nipponica Nishikori.
Ha vinto anche Tsonga, versione Muhammad Ali dominatore, a valanga su Juan Monaco. Avendo per lui un’infatuazione empatica, non mi sbilancio e continuo a nutrire dubbi sulla salute della sua monumentale spina dorsale.
Nel primo turno, su 32 tds, ne sono uscite solo 3: 27 (Feliciano Lopez), 29 (Tursunov), 30 (Schuettler). Per ora poche sorprese, ma arriveranno.
Stanotte si gioca il secondo turno della parte bassa.

Come pronostici, ho vinto su Federico. Erano 15: io ne ho presi 11, lui 8.
Ecco quelli per stanotte (Federico posterà dopo essersi svegliato dalla maratona notturna televisiva).

Roddick–Malisse 1 (ma quanto vorrei sbagliare)
Santoro–Kohlschreiber 2 (sulla carta gran match, tra due Creatori)
Robredo–Troicki 1 (incontro orrendo)
Lu–Nalbandian 2
Soderling–Baghdatis 1 (ma…)
Bolelli–Fish 2 (ma…)
Mathieu–Delic 1
Tomic–Muller 2 (impronosticabile)
Cilic–Tipsarevic 1 (molto pronosticabile)
Hrbaty–Ferrer 2 (mah)
Wawrinka–Klein 1 (non guardatela mai)
Safin–GarciaLopez 1 (ma Marat regala qualcosa a tutti)

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43 Commenti a “Australian Open day 2:
Il Tennista Yeti”

  1. Nevenez scrive:

    Junqueira non è molto peloso ma forse ho visto male io.

  2. Voortrekker Boer scrive:

    A quanto pare ci sorbiremo Scanzi per tutto l’AO…per il momento su Eurosport non c’è Canè allora ci pensa Scanagatta a propinarci Scanzi e le sue frecciatine fisiche sui giocatori in puro stile fascista (d’altro canto eran proprio le camicie nere ad essere maestre nel sbeffeggiare avversari politici ed ebrei, caricaturandone i difetti fisici).

    E poi un invito a Scanzi: lasci perdere la storia, prima il grossolano errore definendo Davydenko “omino del KGB cresciuto all’ombra della Stasi” forse ignorando palesemente che KGB e Stasi sono due cose completamente diverse e che nulla hanno a che fare in discorso di subordinazione. Oggi ci delizia con una perla su Carl Von Klausewitz dicendo: “Dimitry Tursunov, tds 29, russo sparapalle che sta alla tattica come Von Clausewitz alla strategia bellica”, se Tursunov avesse solo un briciolo del cervello tattico del Maggior Generale Klausewitz sarebbe probabilmente ai piani alti della classifica, in quanto, a prescindere dalle balzane opinioni di uno Scanzi sempre più impiegatizio, Vom Kriege resta uno dei più grandi trattati di strategia militare mai scritti. Mi auguro davvero che lo paghino bene Scanzi, umiliarsi così e perdipiù gratuitamente sarebbe davvero il colmo.

  3. anto scrive:

    @ Scanzi…una precisazione…l’argentino Junqueira è sotto cura in Italia dalla dott.ssa Tirone…purtroppo ancora i risultati non si vedono…….

  4. Andros scrive:

    Devo ammettere che anche io, come del resto sostiene anche Voortrekker Boer, non apprezzo per niente l’ironia di Scanzi.

    Dal punto di vista sostanziale dico solo che Scanzi ancora non ha capito per niente l’utilità e la capacità di propaganda della serie A. Certo, se la si paragona al tennis “vero”, quello degli slam e dei master series…
    Caro Scanzi, vai a vederti qualche match in qualche campo dove c’è seguito. Tipo Capri, Sarnico, Anzio o altri ancora. Quelli sono posti dove senza la serie A certi giocatori non si vedrebbero mai. Questa si chiama propaganda. Non riesco proprio a capire perchè c’è gente che continua a parlarne male: ma, ’sta serie A, che male vi fa? che danni farebbe?

    Junqueira classifica falsa? che significa? c’è un computer, dei punti e dei criteri di assegnazione validi e noti a tutti.
    Scanzi, prova tu a vincere tutti quei challenger. Classifica assolutamente meritata. Sebbene, ovvio, la valga solo sulla terra. Dove ha sempre e quasi solo giocato.

    Su Cipolla.
    Flavio è semplicemente di una categoria superiore dal punto di vista agonistico e dell’intelligenza sia in generale che tattica (oltre che tecnica eccetto il servizio).
    Ogni qualvolta giova con tennnisti, anche se di classifica decisamente più alta, tennisticamente stupidi, tipo appunto Wawrinka (non è che non si sono dati la mano agli Us Open, é Flavio che, giustamente, non ha voluto darla a quell’ignorante) o Tursnovov, ci metto sempre i soldi sopra.

    saluti

  5. Roberto Commentucci scrive:

    Si ma qui bisogna capirsi, Andrea.

    Tu parli sempre di braccinismo italico, atavico limite del nostro movimento tennistico, citi giustamente le tonnellate di palle break non trasformate da Seppi, le sequele di tie break perduti, le tante sconfitte quasi vittorie dei nostri connazionali.
    E così pare che la paura di giocare i punti importanti sia un fatto tipicamente nazionale. Come se solo gli italiani sono il popolo che perde i match quasi vinti.

    Un po’ come Rommel che diceva che “gli italiani non sono fatti per la guerra”.
    Con buona pace della Divisione Paracadutisti Folgore, e della Divisione Corazzata Ariete, la cui eroica resistenza ad El Alamein consentì alla Volpe del Deserto di non essere acchiappata per la coda dall’Armata di Montgomery, e di riportare in Germania la pellaccia (anche se gli servì a poco).

    Ma Rommel va capito. Lui conobbe gli italiani quando, ventenne, a Caporetto, con una geniale manovra, e uno smilzo battaglione di fanteria, riuscì a fare 10.000 prigionieri, in una delle più nere pagine della nostra storia militare. Logico che avesse aderito al luogo comune.

    In realtà, come sanno i buoni generali, i pavidi e i coraggiosi sono equamente distribuiti fra i soldati, (e fra i tennisti) di ogni nazionalità.

    Tu citi sempre le cifre del povero Seppi, che certo non è a suo agio quando la racchetta scotta.

    Ma, tanto per farti qualche piccolo esempio, in questi primi turni abbiamo assistito anche a storie diverse. Che dovrebbero scrivere i giornalisti russi, belgi e kazaki dopo i match di questi giorni vinti da Fognini, Cipolla, Bolelli, Garbin?

    Fabio Fognini, prima di sommergere Golubev alla distanza, ha annullato, nel tie break del secondo set, un set point sul servizio dell’avversario, che avrebbe portato Golubev avanti per due set a 0. Atavico braccinismo russo-kazako o fiero temperamento ligure? Eppure Golubev è nato a Volgograd, un posto più noto con il vecchio nome: Stalingrado. I cromosomi agonistici di Andrei dovrebbero quindi essere piuttosto buoni…

    Ieri Simone Bolelli, sempre meno “budino di Budrio” ha confermato ancora una volta di avere un ottimo rapporto con i tie-break, vincendone due su due con un tipo, come Vliegen, che sarà pure incostante, ma che sul cemento sa il fatto suo e due anni fa, prima di farsi male, era un top 30.
    Tipica sconfitta alla belga, cavoletti di Bruxelles andati a male ad un passo dal traguardo, o grinta bolognese?

    Di Cipolla hai parlato tu. Flavio ha rimontato da 2 5 sotto nel terzo set, e Tursunov ha spaccato una racchetta, perdendo poi la testa e la partita. Temperamento psicolabile e perdente del russo della Florida, o gagliardia agonistica del romano de Monteverde?

    So che non ti piace il tennis femminile, ma un altro esempio te lo devo fare. Stanotte una 31enne tennista di Mestre (eh si, Andrea, i nostri nonni la chiamavano razza Piave) è stata capace di rimontare e vincere da 0 4 nel terzo contro una ragazzina russa di 15 anni più giovane, a 38 gradi all’ombra.

    Immaturità agonistica tipica della scuola slava, no? O grande cuore italico, quello di Tatiana Garbin?

    Come vedi, anche i nostri tennisti vincono i tie break, anche i nostri giocatori rimontano, anche loro si battono al limite delle loro forze.

    Se da tanti anni non ottengono risultati migliori, come noi ci auguriamo (tu no, lo so bene, segui i canoni estetici, tifare il connazionale è da bifolchi) è solo perché hanno dei limiti. Limiti tecnici, fisici, tattici, ben precisi.

    E non perché sono italiani. Gli italiani posso giocare e vincere a tennis come tutti gli altri, se talentuosi e ben preparati.

    Ripartiamo da quei limiti, da quelle storie, dai fattori, spesso strutturali, che li hanno generati. E cerchiamo di migliorare, imparando dall’esperienza.

    Ma lasciamo stare le espressioni letterarie che chiamano in ballo la presunta razza italica geneticamente perdente, Andrea, dai.

    Il braccinismo è una malattia diffusa a tutte le latitudini.

    E di “sconfitte all’italiana”, è pieno il mondo.

    Con stima.

  6. drin scrive:

    per me gli scritti di scanzi starebbero bene al limite su un giornaletto da liceo, ma visto che me lo trovo a pontificare dappertutto evidentemente ha ragione lui.

  7. String scrive:

    E’ evidente che alle tre di notte, dopo un’ora di tivù per scoprire se su Eurosport Federico Ferrero era ancora sveglio, quando poi ti sei messo a scrivere questa specie di articolo non potevi dare il massimo. Un consiglio: mentre non si può rimediare a un break-point perso, un articolo si può sempre rileggerlo prima di pubblicarlo.

  8. Paolino scrive:

    Mamma mia!!!! E’ solo tennis signori, un divertimento, un passatempo, uno sport. Scanzi si diverte ad ironizzare. A volte ci riesce ottimamente, altre volte magari meno. Ma non prendetevi così sul serio, please.

  9. stefan scrive:

    un’apparizione celestiale junqueira e il suo fisico(?) dopolavoristico….. ovvero come dice il Sommo Poeta Checco Zalone ” se ce l’ho fatta io ce la puoi farcela anche tu”

  10. andrea scrive:

    sinceramente sono stanco di leggere certe considerazioni sui nostri giocatori; perchè i maestri non vengono sostituiti dai giornalisti? perchè i giornalisti non scendono in campo al posto dei giocatori? perchè dobbiamo sempre dare addosso ai nostri ragazzi? a volte le critiche sono giustificate, spesso stucchevoli e fuori luogo! tommasi capo della scuola maestri, scanzi capitano di davis? perchè no, finalmente scopriremmo le grandi idee che stanno dietro questi uomini…
    andrea

  11. pibla scrive:

    In effetti anche ai miei occhi le critiche a Scanzi, di cui peraltro non sono un grande estimatore, sono un pò troppo feroci rispetto alla leggerezza dell’argomento di cui si parla.
    Ragazzi, è tennis, rilassiamoci, non stiamo mica parlando dei destini dell’umanità!
    A chi non piace può far tranquillamente a meno di leggerlo (io ad es. del suo articolo dopo la finale di Wimbledon lessi più o meno cinque righe, dopodiché lasciai perdere perché mi annoiava ed intuivo dove voleva andare a parare; ma certo non me lo sono letto tutto per poi stare lì ad infamare l’autore), per gli altri invece è un modo abbastanza insolito per parlare di tennis e spesso qualche sorriso te lo strappa, la storia di Junqueira ad es. è fantastica, a me, figuriamoci, fa ridere pure Algrasso invece di Almagro, che è davvero una battutaccia da avanspettacolo.
    In conclusione, si possono giustamente fare degli appunti sul contenuto dei singoli articoli di Scanzi quando non si è d’accordo, ma stare lì a criticare tanto ferocemente per argomenti così lievi mi pare un tantino esagerato, tanto esagerato che, a mia volta, mi riprometto di non tornare più su un argomento così inutile.
    Un saluto a tutti.

  12. haiv scrive:

    ma che senso c ha in un articolo parlare dei brufoli di wawrinka?mah…
    Mi è passata la voglia di commentare!!!

  13. Michele Fimiani scrive:

    Mi unisco a Paolino e Pibla… Se gli sfottò li fanno a Striscia la Notizia o a Mai Dire Gol sono simpatici…se li fa Scanzi (che permettetemi, si può permettere anche una preso di giro di più altro livello rispetto a quelle della Gialappa’s) è tipico comportamento fascistoide!

    Mi viene un po’ da ridere… Certo, oggi il solo umorismo permesso è quello proposto dalle nostre tv…ovvero bassezza culturale! Sembra quasi che dia fastidio se qualcuno, pur scrivendo un articolo su facezie come questo, si azzardi ad alzare un po’ il livello. Invece di essere contenti di poter leggere qualcosa di diverso, i lettori si lamentano…(inciso per Drin: complimenti se i tuoi scritti per il giornalino scolastico erano di questi livelli!).

    Trovo invece che l’articolo quotidiano di Andrea sia quel qualcosa in più che mancava al nostro blog…la quintessenza di quello che giornalisticamente dovrebbe chiamarsi “pastoncino”.

    Per Roberto: forse ho letto male l’articolo di Scanzi, o forse il tuo commento. Ma mi sembra di capire che anzi, Andrea vuole proprio prendere le distanze da coloro che danno giudizi e tifano ciecamente solo a seconda della bandiera. E così colui che solitamente passa da anti nazionalista ci fa sapere la sua simpatia nei confronti di un tennista così diverso e divertente come Cipolla. Ma forse non ho capito la tua critica…

  14. enzo cherici scrive:

    Manco due giorni dal blog e mi ritrovo su…History Channel!
    Scanzi può piacere o può non piacere, non entro nel merito. Ognuno ha il dirittto naturalmente di pensarla come vuole.
    Ma una domanda, facile facile, sorge spontanea: se non vi piace, perché lo leggete? Io mica la guardo Porta a Porta. Per conto mio Vespa può continuare per altri 1000 anni col suo pessimo (a mio modo di vedere) programma. Tanto io lo evito con cura. Fate la stessa cosa anche voi no? Troppo facile eh? ;-)

  15. chicco scrive:

    Scusate ma da chi è raccomandato questo tizio che scrive come un ragazzino delle medie e risulta anche inutilmente volgare?
    Se vuole far ridere non ci riesce, se il suo intento è dare fastidio a chi legge sì…ma soprattutto l’aspetto che trapela è che non conosce molto il tennis…Kolschreiber è un creativo?Junqueira un pippone?Stakhovsky ha vinto “per caso” un torneo atp?
    Mah…

  16. anto scrive:

    Ma come fate a prendervela con Scanzi……….mette il buon umore, si toglie dal solito grigiore, e poi è satirico, una cosa che purtroppo in Italia è sempre meno tollerata.

  17. Nik scrive:

    Enzo Chierici, concordo. E’ esattamente quello ho sostenuto sul blog qualche articolo fa di Scanzi. Non solo è più giusto ignorarlo, ma è anche più dannoso per il personaggio.
    A costo di ripetermi, il principio fondamentale a cui si ispira lo scanzi - come tanti altri del resto, non è che si sia inventanto nulla - è: non importa che si parli bene o male di me, l’importante è che se ne parli.
    Detto fatto.

  18. Diego scrive:

    grande Scanzi! Per chi lo critica: signori, è tennis, non prendetevi troppo sul serio!

  19. something blue scrive:

    All’inizio può anche far piacere, Ubaldo, che gli articoli di Scanzi suscitino tanti commenti, ma in breve il disgusto che provocano per la loro incompetenza e volgarità può solo allontanare i lettori.
    Comunque mi associo alle tante critiche, soprattutto per la vena vetero lombrosiana con la quale lo Scanzi tratta i tennisti (non oso immaginare cosa farebbe se gli si lasciasse la libertà di sfogarsi sulle tenniste….), un modo di guardare agli altri che ricorda, tra l’altro, gli sfoghi di certi adolescenti quando sono in gruppo…

  20. Skorpion scrive:

    Un puglie suonato che continua a scrivere … pardon combattere e prendere sganassate in faccia senza pietà, dopo tutti questi cazzottoni si sarà “scemuito” :-) Scherzi a parte ci rinuncio a spiegare Cipolla dato il tasso di “rincoglionimento” non servirebbe a nulla.

  21. Plague scrive:

    Il bello è poi che Scanzi su Facebook commenta quelli che lo criticano in tal modo, infatti scrive a tale Adriano Aiello:

    “va be’ Adriano, ma sono 3 o 4 peones che da anni me la menano sul blog di Ubaldo. Folklore, so pure chi sono. Colleghi invidiosi, federeriani arrabbiati, italianisti stizziti. Fanno arredo, dai, son sempre i soliti 4 gazzillori”

    Controllare per credere.
    Se questo è quello che si può considerare un giornalista serio, per la sola espressione “colleghi invidiosi” un giornalista in un paese che si rispetti (non l’Italia evidentemente) perderebbe subito di credibilità.

    Io Scanzi lo leggo, perchè mi piace e mi fa ridere, proprio come Topolino.

    Saluti

  22. il presidentissimo scrive:

    Finalmente un articolo divertente: e che du palle leggere i soliti articoli che non riescono a dire nulla più che vincitore e punteggio..

    Scanzi ce fai divertì, quindi bravo!

  23. alex scrive:

    ’sto SCANZI andrebbe ‘SCANZATO’ una volta per tutte….
    saluti e buon tennis atutti

  24. marcos scrive:

    uguali ai tuoi, ma prendo bolelli e hrbaty.

  25. something blue scrive:

    io temo figuri se stesso come il nuovo Clerici (sapere tutta quella attenzione as aspetti che con il tennis non hanno a che fare), purtroppo siamo agli antipodi….

  26. daniela scrive:

    @something blue

    E’ quello che pensavo anch’io: la metafora, il soprannome, la battuta che in Clerici, centellinate, sono indimenticabili e diventano poesia, come sono molti sei suoi ritratti tennistici, quando invece, come qui, sono l’essenza del pezzo, lo fanno scoppiare.

  27. something blue scrive:

    Daniela, il segreto di clerici, che lorende un lontanissimo miraggio per il nostro scanzi, è che clerici, oltre ad avere giocato a discreto livello, a conoscre benissimo il tennis, ha anche una vasta cultura……

  28. francesco scrive:

    Ogni volta lo stesso tormentone…scrive Scanzi, scatta la critica alla persona e al suo modo di scrivere…nessuno, o quasi,riesce a rispondergli pan per focaccia, nessuno, o quasi, usa l’ ironia per contestare le sue tesi, nessuno ,o quasi, coglie il lato divertente dell’ articolo…ma certo nessuno, o quasi, e’ in grado di scrivere bene come scrive lui e, in molti, ne sono forse un po invidiosi…l’ uomo yeti, il rincoglionitore, piu’ infortuni di Futre, l’ israeliano tascabile….perle…poi, come dissi in passato, non vorrei che agli articoli di Scanzi seguissero mille post inutili che trovo assolutamente noiosi…consiglio indifferenza a chi non piace o lo trova uno scittore da giornalino del liceo…anche se al liceo, nei giornalini, probabilmente hanno scritto anche Brera, Clerici, De Andre’,etc…
    Francesco

  29. Giuliano82 scrive:

    Personalmente trovo gli articoli di Andrea Scanzi sempre molto piacevoli da leggere, penso che sia del tutto legittimo non essere d’accordo con lui ma da qui a definire “in puro stile fascista” la sua ironia, che personalmente non trovo per nulla offensiva, ce ne passa…

  30. Stefano Grazia scrive:

    RIPETO QUANTO SCRITTO NEL PRECEDENTE ARTICOLO:
    ma perche’ vi scaldate tanto? Scanzi non fa il Tommasi (o il Commentucci e non e’ un paragone irriverente) ma fa il Michele Serra, lo Stefano Benni … e’ un’altra cosa,e’ il classico amico che spara cazzate al Bar Sport, ma che vi frega? Ridete alle battute e lasciate scorrere… non e’ mica un commento tecnico!

    In piu’ mi trova d’accordo (lo so, e’ un mio vecchio cavallo di battaglia)sul fatto che,soprattutto in uno sport individuale, si possa/si debba tifare chi ti piace, indipendentemente dal fatto che sia italiano o meno.

    Clerici e’ Clerici, Scanzi e Scanzi: a me piacciono tutti e due e tutti e due talora non mi son piaciuti … Diversi e uguali, comunque bravi.

  31. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    A Commentucci
    Eccoti servito su Bolelli (ovviamente non ce l’ho con te, ma il convento italiano questo passa): il solito secondo turno, con nessuna (nessunissima) chance contro Fish, mica contro Federer.
    Suggerisco a tutti quei mostri di cattiveria agonistica che sono i nostri giocatori (sic!) di guardarsi un qualsiasi match di Sara Errani.

    Agli altri
    Come immaginavo, a parte i soliti quattro, solo i francesi sono da guardare: l’angosciante Gasquet, il talento Tsonga, il fulmicotonato Monfils, e il divino (permettetemelo) Santoro.

    Su Scanzi
    Non scrive di tennis…..scrive sui personaggi del tennis, come noi bloggers.
    Niente di importante, niente di fondamentale, niente che però possa suscitare reazioni particolari.
    Siccome gli rispondete in tanti, vengo qui a dire la mia, ma per parlare con voi, non tanto per rispondere a lui, soprattutto quando (come in questo caso) non dice nulla di che, tennisticamente parlando.

  32. jonsi scrive:

    O mamma mia.(cit.),
    Vedo che la cloaca dei detrattori del Nostro scocca frecce sempre piu intrise nel fiele.
    Siamo passati anche all’accusa di fascismo.
    Se non facesse ridere tutta questa disonestà intellettuale dettata solo da immotivato livore e recondita invidia, ci sarebbe da piangere.
    Sul fatto che nessuno vi abbia ancora aiutato.
    Una catena di sant’antonio (basta poco che ce vo’(cit.)) potrebbe fare al caso vostro e liberarvi finalmente dai fantasmi che vi opprimono.

  33. flexible scrive:

    @ stefano

    daccordo su tutto. una cosa sola.
    dovessi fare uno scambio tra Federer italiano e Clerici svizzero direi no per tutta la vita. Non scherziamo.
    Non sono diversi e uguali. Scanzi non è male (mi piacerebbe però che facesse un commento su murray, dopo averlo paragonato l’anno scorso a uno che partito come il nuovo Mecir era diventato un wilander perdente) Clerici è di un’altra categoria, ma non rispetto a Scanzi credo rispetto al resto del mondo.
    i poeti sono merce rara ragazzi. fidatevi.

  34. Anakyn scrive:

    Scanzi scriva ciò che vuole, ed i suo lettori lo commentino come vogliono, ma per cortesia: evitiamo i paragoni con autentici artisti della penna quali Gianni Clerici e Michele Serra.
    Scanzi può far divertire (o forse no), ma Clerici incanta e Serra illumina: pianeti diversi, orbite diverse.

  35. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Marcelus, credo di non essermi espresso bene.

    A me piace molto come scrive Andrea, non sono affatto d’accordo con quanti lo attaccano sulle sue qualità di scrittore e polemista, che sono indubbie e palesi.

    Soltanto, a volte mi capita di non essere d’accordo su alcune delle cose che scrive.

    Come quando definisce gli italiani - tutti - dei perdenti nati, con le espressioni “braccinismo italico” o “sconfitta all’italiana”. Ecco, quello che non condivido è la generalizzazione. I nostri perdono a volte i match per braccinismo, come capita a tutti i giocatori del mondo.

    I risultati che i nostri conseguono - o per meglio dire che non conseguono - non dipendono da una presunta inferiorità razziale, ma da motivi tecnici, fisici, tattici. Non sono bravi a sufficienza. Tutto qua.

    Bolelli, contro i giocatori che gli tolgono il tempo, che servono forte e che lo costringono a tirare passanti (seguendo a rete la risposta, come fa spesso Fish) va sempre in difficoltà, debole com’è nei colpi di sbarramento (il passante e la risposta).

    Come ha spiegato molto lucidamente Ubaldo nel suo articolo sul match, sul portale, Simone quando è messo sotto pressione, e non ha il tempo per fare il suo gioco, tende istintivamente a sparacchiare pallate senza troppo costrutto. E’ un suo limite, tecnico, tattico, mentale. Che finora gli ha precluso risultati migliori.

    E’ per questo che ha perso contro Fish, e non perché è italiano.

    Quanto alla Errani, ci sarebbe da domandarsi come mai le nostre due più forti giocatrici (Pennetta e Sara) abbiano ottenuto i progressi che vediamo rispettivamente a Barcellona e Valencia.

    E qui tornano in mente i problemi strutturali della nostra scuola, che non dipendono dai cromosomi, come qualcuno vuole farci credere, ma da lacune endogene al sistema.

    Il rischio, è che questi discorsi sulle inevitabili sconfitte all’italiana finiscano per ingenerare nel movimento un fatalismo, un pessimismo cosmico, che potrebbe, quello si, precluderci obiettivi ambiziosi, che invece è sacrosanto fissare.

    Tutto qua.

  36. giulio scrive:

    Provocazione: Quando Clerici andrà in pensione (tra cent’anni, spero) vedo benissimo Scanzi al suo posto. E glielo auguro. Per me lui dice le cose che direi io se guardassi il tennis assieme a qualche amico… Ma voi, davanti alla tv, non fate battute sui brufoli di tizio, sulla grassezza di Caio, sui capelli di Sempronio? Cosa siete, l’Accademia Della Pallacorda? Ammazza che tristezza…

  37. francesco scrive:

    Il rischio,è che questi discorsi sulle inevitabili sconfitte all’italiana finiscano per ingenerare nel movimento un fatalismo, un pessimismo cosmico, che potrebbe, quello si, precluderci obiettivi ambiziosi, che invece è sacrosanto fissare.

    se davvero questi discorsi dovessero precludere obbiettivi ambiziosi allora si, ne sarei sicuro, l’ Italia sarebbe una Nazione di perdenti nati…

    Francesco

  38. Anakyn scrive:

    Il problema non è il fare o meno le battute sull’aspetto fisico, il problema è la forma: Scanzi è urticante (e probabilmente vuole esserlo), Clerici celestiale.
    No, proprio non sono paragonabili.

  39. max scrive:

    perche’ andare fiero di essere paragonato a Tommasi per l’antiitalianita’?
    non capisco di cosa vantarsi,di essere accostato a Tommasi (ma perche’ esultare?) o per l’antiitalianita’ ?(sentimento incomprensibile)

  40. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Commentucci
    Ti ho capito, e ti avevo capito anche prima.
    Ecco, tu si che scrivi di tennis (difendi un po’ troppo i nostri, ma che ci devi fare?).
    Bravo, Robbe’.
    @ Stefano Grazia
    No, mi dispiace, ma Stefano Benni (soprattutto da giovane) era ed è su un altro pianeta umoristico. Sai, lui faceva ridere, lui aveva le battute.
    L’imitatore di Stefano Benni, invece, mantiene l’involucro aggressivo-satirico nei confronti del soggetto preso di mira, ma non fa ridere, e non ha le battute.
    Il sillogismo non è “Scanzi è imitatore di Benni”, per carità (sennò qui facciamo notte…). Ma gli umoristi sono una cosa, i polemisti (anche divertenti, a volte) un’altra.

  41. Stefano Grazia scrive:

    De Gustibus Non Es Disputandi … E comunque quanto a cadute di stile, ogni tanto anche Clerici … come quando disse che il suo sogno e’ vedere giocare in finale Venus e Sharapova …NUDE. L’avesse scritto Scanzi…

  42. flexible scrive:

    come dire stefano, non ha davvero tutti i torti.

  43. flexible scrive:

    e poi non è solo una questione di gusti, clerici ha scritto 500 anni di tennis che è una specie di bibbia, ha scritto romanzi, spettacoli teatrali, ha quasi inventato un genere che sono le sue cronache-aneddotiche su repubblica, insomma per carità se uno mi dice che preferisce cané a Federer, sul piano del gusto è insindacabile però se cominciamo ad appoggiare i gusti ad altre cose il disorso diventa meno arbitrario…

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