Nel nome di Luzzi azzeriamo tutto
E’ la mia proposta (che non verrà accolta)

 
28 Ottobre 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Ecco che cosa avrei voluto dire al funerale di Federico. L’atmosfera di grande partecipazione alla tragedia del tennista aretino potrebbe aver cementato un senso di fratellanza che sarebbe un vero spreco dilapidare.

Sono stato al funerale di Federico Luzzi. E mentre ascoltavo il sacerdote che ricordava “Chicco” a tutti quegli amici giunti da tutt’Italia per ricordarlo, per mostrargli loro affetto, mi dicevo: “Beh, Arezzo è piccola, ed è certo vero quel che sta dicendo questo prete, e cioè che Federico era stato anche un vanto per la piccola ma bellissima cittadina toscana cara al Vasari e a Pier della Francesca, però adesso che sta parlando dell’Al di Là, della Fede, della vita che non è che un passaggio verso un’altra Vita illuminata dalla luce divina e l’appello finale alla nostra fede che deve crescere….quanti di tutti questi ragazzi che sono qui lo staranno a sentire, lo capiranno, condivideranno? Quanti, pur battezzati, metteranno domenicalmente piede in una chiesa al di fuori di qualche matrimonio, di qualche funerale? Non potrebbe il prete _ forse _ pensare che bisognerebbe rivolgersi anche a tutti gli altri, anziché escludere che ci siano? Sì adesso sono in chiesa a testimoniare il loro affetto al loro amico Federico, ma in realtà non credono né in Dio, né alla Vita Eterna, né al Paradiso. Che effetto possono avere allora le parole del sacerdote? Il sacerdote è abituato a parlare sempre con i fedeli…Nè può pensare di convincere gli scettici nel bel mezzo di una tragedia come questa. O si illude che tutti la considerino Giustizia Divina?”.E fra me e me mi dicevo allora: Che spreco però! Davanti a tutta questa straordinaria solidarietà umana, con tanti, tantissimi giovani accomunati dalla passione per il tennis e dall’amicizia, la simpatia per Federico, il desiderio di fare qualcosa per lui…non sfruttare quest’occasione unica! Con tutti quei giovani che non facevano che parlare, con grandissimo entusiasmo, di voler dare il via ad una Fondazione Luzzi per aiutare la ricerca contro i tumori, o magari più specificatamente contro la leucemia. Con quegli altri che invece pensavano all’organizzazione di un torneo, d’una gara intitolata a lui…Insomma, era un funerale pieno di energia positiva, inconsueto. Forse proprio perché c’erano tanti giovani simili a Federico che non volevano saperne di arrendersi ad un destino (con la d minuscola o maiuscola poco importa) imperscrutabile, comunque beffardo, qualunque fosse il tipo di consolazione legato alle proprie convinzioni religiose. Sentivo, provavo fortemente tutte queste sensazioni _ che ora scrivo così, sull’onda emotiva, ma un po’ alla rinfusa, perdonatemi _ e più le sentivo e più mi sembrava un peccato mortale che dopo le parole del sacerdote che svolgeva con giusto trasporto la sua funzione, non si potesse intervenire per parlare anche agli altri, ai tanti che certamente non avevano la fortuna della Fede _ ci si creda o no in Dio, non c’è dubbio che siano più fortunati quelli che ce l’hanno; volete mettere il sostegno? _e ho fatto una gran fatica a controllarmi, a non andare sul pulpito e a dire quello che pensavo e che…dirò fra poche righe. Prima, però, dirò perché poi non l’ho fatto. Per timidezza, come prima cosa. Perché probabilmente chi mi conosceva meno avrebbe pensato che potessi avere smania di protagonismo, passando così da presuntuoso, come colui che crede di avere chissà quale messaggio da dire. Perché, certo, non avevo in assoluto titoli sufficienti (conoscevo Federico da una vita, l’ho visto proprio ragazzino, ma non ero certamente suo amico come tantissimi dei presenti; né tantomeno appartenevo alla sua famiglia) per irrompere con un discorso (magari inceppato dall’emozione) nel bel mezzo d’un funerale infrangendone l’etichetta, in un ambiente così profondamente intimo a dispetto di una folla così grande. Ma la tentazione di dire qualcosa, mai provata prima in frangenti del genere, è stata fortissima. E sapete perché? Perché il Duomo di Arezzo era pieno di gente che non voleva soltanto piangere, mormorando all’ingiustizia, ma di giovani che volevano lottare per dare alla vita terrena ormai svanita di Federico, e agli amici del tennis lì presenti, un seguito tangibile ed immediato, un messaggio di coraggio, di forza, di iniziativa quasi guerriera, come un po’ guerriero era lui. Evidentemente _ ho potuto riscontrare _ se da un lato, in momenti tristi, tragici come questi, ci si sente piccoli piccoli, impotenti di fronte ad avversità terribili quali un attacco leucemico…dall’altro lato è proprio in momenti come questi che ci si può scoprire fratelli e quindi forti. Chi si possono avvertire le stesse palpitazioni di gente che la pensa e sente come te. Sì da provare la straordinaria, inconsueta sensazione di non essere soli e abbandonati a noi stessi, ai nostri piccoli egocentrismi ed egoismi. Proprio il contrario: tutti uniti, tutti insieme e avanti che siamo forti. Di fronte a una morte così sciaguratamente crudele ed inattesa, imprevedibile perfino soltanto quattro ore prima di quanto di fatto sarebbe avvenuta _ il papà di Federico, Maurizio, medico, mi ha raccontato tutte le fasi che l’hanno preceduta “Gli organi vitali erano già compromessi nel corso della notte, aveva retto solo il cuore…” _ in effetti provavo l’assurdità di vedere in quella grande chiesa soltanto i giocatori, e gli ex giocatori davvero uniti, nonostante le tante battaglie sui campi, e magari con tanti quindici accanitamente discussi in gara e perfino in allenamento. Allargando però lo sguardo a dirigenti, giocatori ed ex giocatori, manager ed ex manager, giornalisti…sentivo dentro di me lacerante l’assurdità di tante altre situazioni scioccamente conflittuali che si sono sviluppate negli anni e continuano a svilupparsi periodicamente, ma insistentemente, nel nostro piccolo mondo del tennis. Siamo quattro gatti, ci conosciamo da anni, eppure quanta gente che non va d’accordo, che a stento si saluta o non lo fa affatto! Incomprensioni ridicole, litigi infantili, discordie per cose futili, permali, sciocchezze, una parola di troppo detta da uno, una reazione esagerata di un altro, una malignità gonfiata, quelle sciocche questioni di principio o falsa dignità. E mi sono detto: come sarebbe bello se in questo momento di sentimenti profondi per Federico, nel suo nome e nella sua memoria, tutto ciò sparisse, venisse azzerato. Come un ace giocato sul matchpoint. Federico non c’è più, un malaccio tremendo se l’è portato via a 28 anni, ed una vicenda tragica, spaventosamente seria. E noi stiamo qui a discutere, a scrivere di multe, di sospensioni, di squalifiche, di maglie azzurre difese oppur rifiutate, invocando battaglie di principio per sostenere una posizione oppure quella contraria? Suvvia, siamo seri, onoriamo Federico. Come mi piacerebbe sentir dire stasera, domani, da tutti coloro che si sentono in lotta con il prossimo, ivi incluso (ma non solo) il presidente federale Angelo Binaghi: “Basta, in ricordo di Federico Luzzi, di questo sfortunato e simpaticissimo atleta cui tutti abbiamo voluto bene, tutti insieme ci impegniamo a ricreare un nuovo clima di serenità. Radiazioni, sospensioni, multe, azioni legali, saluti negati, sgambetti, dispetti? Tutte azzerate nel nome di Luzzi”. Federico sarebbe stato contento così. Stracontento. Ieri si respirava davvero la volontà, da parte di tutti e nessuno escluso, di onorarne la memoria al meglio. Forse se i giocatori presenti ieri trovassero il modo di riunirsi ancora per firmare tutti insieme un documento, una sorta di richiesta di… amnistia (si chiamerebbe così?) per Simone Bolelli e un invito a ricomporre tutte le vicende litigiose in atto, per la Federtennis sarebbe dura rispondere picche. Anche perché non sarebbe nel suo interesse. E’ la prima che ha tutto da guadagnare da un ritrovato clima di serenità.Occasioni così, allora, non andrebbero sprecate.  Ho confidato queste mie sensazioni al collega Vincenzo Martucci della Gazzetta dello Sport che mi sedeva vicino e anche lui mi ha fatto capire che un mio intervento sarebbe stato inopportuno, e quasi certamente frainteso.Credo che avesse ragione. Ma adesso, con voi cari lettori di questo blog, sarò riuscito a spiegarmi? Forse, tra i tanti perché alla base del mio mancato intervento, c’era fortissimo anche questo dubbio. Di non essere capito, o peggio di non essere considerato in buona fede. E quest’ultima, per me, è sempre stata la calunnia più insopportabile. Ma spero, anche con questo piccolo sforzo di scrittura, di aver dato un mio piccolissimo,infinitesimale contributo ad una causa che Federico sono certo avrebbe condiviso.

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42 Commenti a “Nel nome di Luzzi azzeriamo tutto
E’ la mia proposta (che non verrà accolta)”

  1. ugo scrive:

    bello ma utopico, purtroppo l’alea di bonta’ ,solidarieta’.buonismo non finto che si respira durante cerimonie del genere evapora presto .. sempre troppo presto !

  2. Archipedro scrive:

    Sono felice di questo raggio d’umanità…
    Lo sport é il mondo della competizione, non dell’indifferenza…
    E chi ricorderà negli anni questo ragazzo, avendolo conosciuto, lo ringrazierà sicuramente per ciò che ha dato al tennis: non vittorie ma la nobiltà del suo talento. La bellezza di saper fare, dopo averci provato.

  3. pedrinho&luvanor scrive:

    Sei stato chiarissimo.

  4. anto scrive:

    Magari fosse possibile…..

  5. massimiliano di padova scrive:

    Caro Ubaldo il tuo commento e’ bello e vero perche’ e’ stato scritto di getto lasciando parlare solo il cuore.Ed e’ vero!solo con gli occhi del cuore si puo’ capire e onorare il messaggio che Fede ci ha lasciato.Solo allora, veramente ,renderemo una memoria concreta a lui e avremmo fatto un passo in avanti noi come uomini.Ma per fare questo bisogna aprire il cuore e non so’ se quelli che devono decidere le tue bellissime proposte ce l’abbiano.ciao ubaldo.

  6. wik scrive:

    Ci sono cose che sono superiori a tutto, la morte é una di queste.
    Ci ricordano che siamo umani o che dovremmo esserlo.
    Sarebbe davvero bello come dici se queste sensazioni rimanessero a lungo nel tempo.
    Allungarsi una mano per stringersela é molto piú difficile che ringhiare, distruggere é piú facile che costeruire.
    Si é vero che é utopia, ma magari qualcosa rimane dai, se non altro Luzzi ci ha ricordato che esistono, anche se si sarebbe preferito in altro modo.

  7. Agatone scrive:

    Quando so di notizie così, a me per qualche giorno viene un’ipocondria che non riguarda solo me ma anche le persone a me vicine. Immagino il dolore dei famigliari e amici intimi. L’abisso che i genitori di Federico dovranno, loro malgrado, portarsi dietro. Quanto a loro mancherà, negli oggetti che sono stati suoi, nelle foto che lo ritraggono, nella voce che non potranno più sentire, nel futuro che non potranno più sperare. Davanti a questo, parlare di beghe federali a me non sembra adeguato. Non dico che non possa essere un’occasione per superare i litigi, ma non nel momento del saluto e del ricordo e della vicinanza ai suoi cari. Come diceva Foscolo i sepolcri (ma si può estendere ai funerali) sono importanti soprattutto per chi rimane e secondo me è a loro che bisogna pensare in questi momenti. Può interessare a loro che le beghe federali e tra federati siano ricomposte?

    Massimo Brioschi
    (mi firmo visto che l’argomento è meno frivolo del solito)

  8. roby scrive:

    D’accordo con Ubaldo, sarebbe un segno di umanità e un gesto maturo riuscire ad ‘azzerare in nome di Federico’, via tutte quelle stupidaggini che avvelenano i rapporti in nome di un eveto cosi drammantico…….spero il tuo messaggio venga accolto.

  9. madmax scrive:

    Come giustamente scritto da Ugo, bellissimo pezzo a cui purtroppo (come consapevolmente scritto anche da Ubaldo) non seguiranno i fatti. Per una volta però proporrei di dare il buon esempio invece di dispensare sempre consigli agli altri, cominciando qui (blogger e redazione) con l’azzerare tutti gli attriti degli ultimi mesi ripartendo dalll’inizio, perchè altrimenti questo bellissimo scritto trasuderebbe di falso buonismo… Nella speranza ovviamente che almeno qui non sia utopico….

  10. marcos scrive:

    ogni momento è buono per comprendere la bellezza della vita, accantonare diatribe, che paiono irrinunciabili, e ripartire con spirito unitario, gioioso e costruttivo.
    serve solo una scintilla, percepita da tutti: la morte di federico ha incendiato i cuori di tutti.
    questo è il momento buono: tutti lo sappiano cogliere.

  11. TEOTEO scrive:

    Carto Ubaldo forse interpreto male il tuo discorso soprattutto riguardo le persone che non hanno Fede e che per colpa del prete volevano sentire piu’ solidarieta’ tennistica. Io amo il tennis e sono un cattolico praticante, non è un vanto sia chiaro. Ricordati che adesso, e ne sono straconvinto Federico sta vedendo e respirando, in un’altra dimensione ovviamente, il Signore. Convintissimo di questo. Quasi tutti verremo perdonati per le nostre malefatte. Alemno io la penso così.

    Evviva il tennis.

  12. daniela 51 scrive:

    Ubaldo hai descritto tutto con una semplicità toccante quanto incredibile.
    Anch’io sono del parere che tanti non avrebbero capito l’importanza del tuo gesto,solo chi ha vissuto momenti simili può capire quanto passino in secondo piano altri ..problemi.Mi terrò informata su qualsiasi modalità venga attuata per ricordare Federico.

  13. Paolino scrive:

    Sarebbe bellissimo… però non in nome di Federico (che sarà ricordato come persona da chi lo conosceva e gli voleva bene … o comunque da tutti quelli che lo vorranno ricordare), bensì in nome semplicemente del buon senso. Non ci deve essere una “amnistia” perchè qualcuno è venuto a mancare, ma un senso di reponsabilità collettivo in nome dell’intelligenza.

  14. Nicola L. scrive:

    Mi verrebbe da dire “grande pezzo”, Ubaldo…ma questo non è un pezzo. E’ una intima confessione che hai voluto condividere con noi, con il tuo mondo di “amici” informatici e virtuali. Anch’io concordo che non è tanto Federico ed il suo ricordo a dover muovere le coscienze, ma quest’esperienza. La vita è un bene troppo prezioso ed ahimè, Federico lo dimostra, fragile, per trascorrerla nel rancore, nella collera, nell’astio. Esistono occasioni dove l’io deve lasciar spazio al noi. Flavia Pennetta con il suo gesto ha dato un chiaro esempio di questo. Più di tutte avrebbe avuto una giustificazione per non esserci. Eppure ha messo da parte sè stessa per farlo.

  15. andrew scrive:

    no, non credo sia una buona idea, anche se lodevole e chiaramente dettata da buone intenzioni…

    credo sia meglio mantenere separati due piani così diversi. Anzi, penso anche che un’eventuale amnistia nel nome della morte di Federico Luzzi sarebbe solo una piccola foglia di fico nel piccolo mondo del tennis.

    Siamo, anzi “Siete” (non appena non sei targato FIT non sei più neanche un tennista, questo è quello che da sempre si cerca di fare passare), quattro-gatti. Ma è proprio questo “senso di appartenenza” che, secondo me, fa tanto male al tennis come sport. Un tennista italiano oggi deve “appartenere” al mondo del tennis e non, come io credo utile, semplicemente “attraversarlo” nella sua carriera di atleta individuale.

    Approfitto dello spazio per ricordare anche un tennista sconosciuto, ROBERTO LUNARDON, un ragazzo schivo e taciturno, morto a 30 anni nel suo letto per aneurisma cerebrale. Quest’anno si è svolto il 10° Memorial a lui dedicato, con la partecipazione di 100 tennisti nel solo singolare. Naturalmente, non essendo una manifestazione certificata FIT, è sconsigliato nonché proibito parteciparvi a chi ha la tessera.

    Umanamente vicino a Federico Luzzi e a coloro che gli volevano bene.

  16. Pietro scrive:

    Caro Ubaldo, ti sei spiegato benissimo e non credo si possano avere dubbi sulla tua buonafede. Sarebbe bello se in federazione accogliaessero il tuo invito, ma è meglio non farsi illusioni.

  17. pibla scrive:

    Bravo Ubaldo.
    Ovviamente tutto ciò non poteva avvenire proprio durante il funerale, ma dopo sì; dopo ci potrebbe essere una presa di coscienza collettiva della futilità e completa inutilità di tutte queste piccole-grandi liti, ma ovviamente, come tu hai già detto, questa presa di coscienza collettiva non ci sarà….

    Ciao Fede.

  18. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    La morte di un ragazzo di ventotto anni.
    Non c’è niente da dire.
    Per il resto, non lo so: a dir la verità non c’entra molto.
    Ma capisco il punto di vista umano di Ubaldo, e quello che di getto ha voluto scrivere.

  19. hollywood scrive:

    No, penso che non sarebbe giusto nei confronti della Famiglia Luzzi.
    A loro non frega niente(penso e giustamente aggiungo) che il nome di loro fiiglio ponga fine ad una diatriba stupida e per di piu’ personale visto che si parla di una persona (bolelli) che non era neanche al funerale e tanto meno giocava con un drappo nero.

    Insomma non possiamo mettere una tragedia del genere su un piano prettamente terreno quale Ubaldo ha scritto e proposto.

    Il pezzo scritto di getto mi è piaciuto tantissimo, molta sensibilita’ e toccante ,ma non sono d’accordo solo sulla proposta.

    Le cose si possono rivedere perchè si cambia pensiero non perche’ è avvevuta una tragedia. perchè di tragedia trattasi

    Colmo di rabbia per la vita di Federico e per tutti quelli che lottano ogni giorno contro questo male e che purtroppo soccombono non senza lasciare una traccia indelebile per ogni caro che resta e pensa sempre al modo in cui il destino lo ha portato via.

  20. Ubaldo Scanagatta scrive:

    D’accordo con Mad Max (quasi incredibile vero?). A Hollywood dico solo che, nel rispetto della sua opinione, quelle diatribe hanno spesso interessato da vicino anche Federico, in una veste o nell’ altra e a prescindere dal comportamento di Bolelli _ che già stava giocando a Bercy, come Seppi _ tutto quel che di buono venisse fatto nel nome di Luzzi a lui e alla sua famiglia farebbe certo piacere. Pensate solo a un titolo: Condono Luzzi, Amnistia Luzzi, o la Fit perdona pensando a Luzzi etc, non sarebbe qualcosa che lascerebe indifferente la famiglia e gli amici di Fede (molti dei quali hanno sovente avuto rapporti complessi e complicati con questa o quella gestione federale). E’ vero che le cose si possono rivedere in mille momenti e con mille ragioni diverse….ma io pensavo soltanto a qualcosa, come la proposta di dedicargli il campionato di A avanzata da Matchpoint ad esempio, per trovare qualsiasi scusa per ricordare il nome di federico quando fra qualche giorno si sarà smorzata inevitabilmente l’emozione per la tragedia appena occorsa e nemmeno i giornali ne parleranno più.

  21. hollywood scrive:

    Sig.Ubaldo sono d’accordissimo con il suo ultimo post di dedicare qualcosa di importante alla memoria oltre ad un torneo o una amnistia etc, spero che possano fare una fondazione per aiutare tanta gente nel nome di un ragazzo che ha perso la vita in un battito d’ali.

  22. pibla scrive:

    Da quel che so io ieri Bolelli giocava col lutto, oltre al fatto che lui, suoi familiari ed allenatore hanno voluto scrivere un messaggio di condoglianze sul sito di Federico; un intervento “federale” come quello di Hollywood è la dimostrazione che una vicenda così enorme come quella capitata a Luzzi non suscita in tutti la stessa presa di coscienza di quanto siano vane, piccole e poco significative tante altre questioni……peccato.

    Peraltro, cambiando tema, ci terrei anche ad evidenziare che spesse volte Ubaldo e MadMax dicono e pensano nella sostanza le stesse cose, ma tra loro è sempre stata essenzialmente una questione di forme, credo siano gli unici a non essersene ancora accorti.
    Un saluto a tutti.

  23. Lorenzocn scrive:

    Il ferro va battuto finché è caldo.
    Non trovo fuori dal mondo l’idea ‘buonista’ lanciata da Ubaldo Scanagatta.
    Perché no? Ripeto, perché no?
    Non la limiterei a Bolelli. Ma appunto la considererei generalizzata a tutte le (eventuali) diatribe burocartiche/giuridiche che possono esistere al momento.
    La domanda è: da chi deve partire tutto ciò perché non cada nel vuoto?
    Concordo: dai giocatori. Una bella petizione. Approfittando del calendario ormai concluso. Forza, datevi una mossa atleti! Un bel ricordo concreto può essere una bella idea secondo me.
    Come quella di un torneo memorial ad Arezzo (naturalmente con atleti azzurri a ingaggio zero, o comunque in beneficenza). Ok anche l’intitolazione della serie A. Perché no?
    Non si farà nulla? Pazienza. Già bello e lodevole averlo pensato e proposto. Già bello e toccante aver visto un ricordo così sincero (da quanto ho letto) di un personaggio che mi sembra fosse davvero benvoluto

  24. Veronica Lavenia scrive:

    La proposta è stata lanciata. Il messaggio è chiaro e lineare. L’augurio è che venga raccolto. In caso contrario, a Ubaldo va, comunque, il merito di aver tentato di smorzare i toni, intorno a polemiche che fruttano poco per il tennis il italiano, anzi nulla.
    Una precisazione (appunto per evitare altre polemiche). Non so oggi, ieri, però, nell’incontro di primo turno, Bolelli ha giocato con la coccarda nera puntata sulla maglietta che, essendo anch’essa nera, poteva passare inosservata ad uno sguardo poco attento.

  25. fabio scrive:

    sono pienamente daccordo con tutto quanto scritto da Ubaldo…. vicende del genere devono farci pensare alla piccolezza di tutte queste faccende di cui parla lui….
    addio fede

  26. Giuseppe Birocchi scrive:

    Quando la morte ci sfiora, Ubaldo, vediamo tutto sotto un’altra luce.
    Una luce che illumina e che scalda.
    Lentamente, poi, la luce s’attenua e il cuore si raffredda. E pensiamo che tutto è stato un sogno, che adesso siamo tornati con i piedi ben piantati per terra, saldamente ancorati alla realtà.
    In seguito, se ci balenasse il pensiero che la realtà è quella che abbiamo fuggevolmente contemplato in quegli attimi intensi di vita, presto ne scacceremmo il ricordo con un breve cenno del capo.
    No, non possiamo permetterci di andare a caccia di chimere, la vita è un’altra cosa, conosciamo le regole del gioco e il gioco è duro: dobbiamo sopravvivere. I palpiti e le illusioni, i sogni e i desideri ci farebbero soffrire troppo e, soprattutto, metterebbero in pericolo il senso di autosufficienza e di eternità di cui siamo custodi gelosi e che ci protegge come una corazza. E come una corazza ci separa gli uni dagli altri, e da noi stessi.
    La morte è il dono che Dio ha concesso agli uomini, dice Tolkien. Un dono sempre frainteso, sempre disprezzato.
    Eppure le parole di Federico Luzzi a suo padre prima di morire, la tua lettera, Ubaldo, e molti commenti presenti su questo blog sono la prova di quanto sia insensato il nostro rifiuto e il nostro sdegno di fronte al dolore che ci apre gli occhi alla speranza, di fronte alla sofferenza che ci unisce e ci rende forti in vista del bene che dobbiamo e possiamo fare.
    Grazie, Ubaldo.

  27. Paolo v. scrive:

    Credo che sarebbe interesse di tutti evitare i litigi e “le liti di condominio” non solo del mondo del tennis. D’altra parte, se pensiamo a caso Bolelli, la federazione che interesse volete che abbia ad escludere uno dei talenti migliori dalla Davis (nemmeno tafazzi…).
    Tuttavia concordo dalla prima all’ultima riga col pezzo di Nicola L.
    Credo che da questa tragica vicenda emergano due “notizie”. La prima è che il povero Federico Luzzi era un ragazzo speciale ben più luminoso di come appariva a noi che lo vedevamo da lontano.
    La seconda è che Flavia Pennetta è una GRANDE DONNA perchè lei, per l’amicizia ha messo da parte IL TRAGUARDO PIU GRANDE DELLA SUA CARRIERA. Sarebbe andata al master, ebbene ha rinunciato a quello che era il suo sogno sin da ragazzina, andare là dove vanno le 8 numero uno, per raggiungere un amico che mentre lei era in treno ha saputo che “non stava bene”. GRAZIE FLAVIA questo gesto vale più di mille vittorie, più di un grande slam, perchè questo è il grande slam della bontà e della umanità. In un mondo (e nel piccolo circo del tennis forse ancora di più) dove tutto dipende dalle vittorie dai punti dalla fama dal successo e soprattutto dai soldi TU hai messo da parte queste miserie umane per andare a trovare un amico che “non stava tanto bene”.
    Flavia, l’anno prossimo al master ci andrai ma non come riserva, ci andrai da TITOLARE, io sono credente e sono sicuro che da lassù avrai una forza supplementare, quando dovrai annullare una pericolosa palla breack o dovrai servire per il match, dai una occhiata in cielo, e sono sicuro che Fede farà la sua parte da lassù…

  28. Giovanni da Roussillon scrive:

    Pure io provo dolore per la morte dell’uomo e tennista Federico Luzzi.
    Chiedo perdono se in un contesto di tristezza dico la mia per controbilanciare alcuni tra i pensieri rispettosi e rispettabili espressi qui. Scrivere che la “fede” sia di sostegno agli umani, presuppone di averla abbracciata. Per chi come me è assai lontano da tale scelta, rappresenta al contrario l’aggiunta di un’illusione ad eventuali dubbi e problemi.
    Bello lo slancio, quasi una reazione, che il ricordo di quel ragazzo vitale fa nascere in molti (mi sento tra quelli).

  29. Alex da Livorno scrive:

    @ Ubaldo Scanagatta & TEOTEO

    Ubaldo, era impossibile fraintenderti, in ogni caso nel pezzo hai messo dei bei sentimenti ed anche una interessante considerazione sul sermone del prete, benchè trascurata da tutti tranne che dall’amico TEOTEO.

    Vorrei esprimere allora un punto di vista, che, come tale, chiunque è libero di criticare e di non condividere (civilmente si spera):

    un sacerdote non avrebbe in teoria potuto fare quello che chiedevi, ossia correggere l’omelia per i presenti atei, e questo non tanto per convinzione personale, quanto per impostazione della Romana Chiesa Cattolica, che, da sempre, come suo costume nei secoli, ignora semplicemente le esigenze di quelli che non sono i suoi fedeli praticanti, o meglio quelli che non fanno ciò che dice alla lettera.
    Ciò è quantomeno curioso, perchè Gesù Cristo si comportava in modo diametralmente opposto: basava i suoi insegnamenti su tutti gli altri, mostrando sempre un’infinità apertura mentale (2000 anni fa).
    In ogni caso un certo tipo di prete, meno formale avrebbe magari cercato un altro approccio, e, credimi, fortunatamente ce ne sono tanti.

    Caro TEOTEO,

    è bello tu creda in ciò che hai detto, ma concedi un appunto da uno che è cristiano come te, ma che da anni non pratica più (come avrai intuito): se quasi tutti venissero perdonati per le malefatte commesse in questo mondo assai barbaro ed ingiusto, ci sarebbe davvero da domandarsene la ragione, perchè la Giustizia Divina invocata da Ubaldo mancherebbe anche nell’aldilà!

    Non c’è alcuna logica nè tantomeno giustizia in una morte così tragica e incomprensibile, ma il messaggio di Ubaldo, trovarvi un’ispirazione positiva, quale essa sia, è davvero bello e molto molto umano.

    Perdonatemi l’off topic e buonanotte a tutti.

  30. stoppardi scrive:

    purtroppo x noi uomini solamente di fronte alla tragedia ci si sofferma a pensare a come dovrebbero essere le cose, a come dovrebbero essere i rapporti fra di noi, a come dovrebbero essere il mondo tutto…
    ma poi…svanito “il momento” torniamo tutti tritati dalla quotidianità, dalla frenesia, dal modo di vivere consolidato ma non per questo corretto.
    non è nella nostra natura non farci del male purtroppo…
    e sinceramente non so come potremmo fare…come puoi cercare di vivere in una maniera pacifica e solidale con tutti quanti, cercando di godere della vita in ogni suo attimo…cosa insegnare ai figli e come batterti x far loro capire che la correttezza e la giustizia esistono anche se ogni giorno esse sono violentate e disprezzate…???
    questi sono momenti in cui SI PENSA…in cui ci si rende conto della pochezza del mondo virtuale in cui viviamo e della grandezza che sarebbe invece il mondo a cui noi tutti agogniamo…

  31. Giovanni scrive:

    Caro Ubaldo, il tuo articolo è molto toccante…ho visto giocare Federico tante volte, non posso ancora crederci…spero che il suo ricordo possa cambiare qualcosa e magari aprire le me menti di molti di noi…
    ciao Fede

  32. Giovanni da Roussillon scrive:

    Non sarà sfuggito che, qualunque sia la discussione, il suo intervento armonizza. Con molta delicatezza, nei modi più disparati; anche quando prende una posizione diversa dall’interlocutore. Qui mi commuove.
    Come lui stesso esclamerebbe: benedetto Piblaccio!

  33. Emiliano Faeti scrive:

    La morte di Luzzi è stata come un fulmine a ciel sereno. Era come se lo conoscessi da una vita, ho ancora i vecchi Matchball degli anni 90 con le sue foto, era ancora un ragazzino ma era già fortissimo nella sua categoria. Mi ha colpito perchè è morto un ragazzo che aveva 6 anni in meno di me e aveva tutta una vita davanti.
    Ho capito a fondo il senso del tuo discorso Ubaldo e sono d’accordo con te, siamo tutti sulla stessa barca perchè ci spariamo addosso invece di vivere in armonia per il bene del Tennis italiano??
    Ti assicuro che hai fatto benissimo a non intervenire e a rispettare il dolore della famiglia, quasiasi intervento anche se mosso da nobili intenti sarebbe stato fuori luogo in quel preciso momento.
    Pensa che quando 3 anni fa è venuto a mancare mio padre, il prete vedendo la chiesa gremitissima (siamo una famiglia numerosa e avendo un attività commerciale mio padre era molto conosciuto in zona) ha avuto la faccia tosta di chiedere offerte per la ristrutturazione della chiesa!
    Io sono lì col cuore a pezzi che piango mio padre e tu mi vieni a parlare di soldi??? Che Vergogna!!

    Tornando a Federico approfitto per porgere le mie più sentite condoglianze ai familiari.

  34. Fabrizio Scalzi scrive:

    avevo incrociato al Foro un paio di volte Federico.Mi è sempre stato simpatico…sempre sorridente..ma purtroppo sfortunato con la schiena ed il polso,che ne hanno pregiudicato il rendimento in questi ultimi anni.Sò cosa vuol dire soffrire per una brutta malattia…la salute spesso la si trascura perchè si pensa sempre di essere immortali.Ho sentito che nonostante fosse curato dal padre medico questa maledetta leucemia,già camminava nel suo corpo da un pò di tempo.Mi sento vicino al dolore dei genitori.Perdere un figlio così ti fa sentire impotente.L’ho visto giocare un paio di volte Fede,contro lo spagnolo Diaz a Roma,e nel 2001 contro la Croazia.Ti saluto e mi unisco a voi in questo dolore…….non sò se la federtennis sia disposta ad azzerare tutto.Lo spero però…….

  35. Roberto Commentucci scrive:

    Volevo segnalare ai lettori questo bellissimo ricordo di Federico scritto da Leonardo Caperchi, già coach di Gaudenzi, Fognini e Naso e ora tecnico federale:

    http://caperchi.coaching.sport-blog.it/?p=589

  36. Stefano Baraldo scrive:

    vorrei il nuovo centrale di Roma intitolato a Federico
    vorrei che ci nuissimo una volta per tutte almeno sull’etica e i valori di base
    vorrei che gli Internazionali fossero uin evento Culturale e di Solidarietà
    vorrei che tutti i fortunati che han conosciuto Federico facessero mente locale e riuscissero a percepire l’insegnamento.
    vorrei soprattutto che non fosse successo nulla. nulla di questa maledetta settimana d’autunno.
    cmq grazie Ubaldo perchè condivido in pieno!!!

  37. Andros scrive:

    Credo che l’idea di Ubaldo sia ottima.

    Ubaldo ha colto nella tragedia di Federico l’occasione per ritrovare tutti insieme un senso di appartnenza che ci avvicini per il bene della nostra passione comune.

    Ubaldo, come possiamo cercare di dare seguito alla tua idea? concretamente, cosa puoi e possiamo fare?

    Mi metto personalmente a disposizione tua e dei nostri amici del blog per fare qualcosa di concreto.

    Un saluto, Andros

  38. Gudpis scrive:

    Credo che Luzzi incarnasse uno spirito goliardico nel modo di prendere le cose della vita e lo sport che praticava. Uno spirito che lo faceva arrabbiare e molto, ma al contempo non molto impegnato. Un pò alla chissenefrega (anche se non era così perchè alla fine gli fregava eccome!). Questo potrebbe essere uno degli insegnamenti di un ragazzo che non voleva insegnare. Rilassiamoci un pò tutti, proprio tutti (anche se dentro siamo incavolati neri così come lo era lui). Guardiamo il nostro avversario, tiriamo due parolacce, ma rispettiamolo sempre. Andiamo in campo e cerchiamo di tirare due back BENE come lo faceva lui. Per il nostro tennis.

  39. Emidio scrive:

    Caro Ubaldo, nessuno mette in dubbio la tua buona fede ma approfittare di un decesso per promulgare una sorta di “amnistia” e’ una cosa priva di senso.

  40. giancarlo scrive:

    non illudiamoci, continua purtroppo la campagna persecutoria contro chi non è allineato - anche tra “quattro gatti” c’è chi, forte del proprio incarico, non smette queste riprovevoli pratiche - e trova anche chi, per un tozzo di pane, o meglio per tre palle sgonfie, partecipa attivamente contro quelli che fino a poco tempo fa annoverava tra i propri amici - e questo sarebbe un ambiente sportivo! che tristezza, anche di fronte alle vere disgrazie!

  41. alessia scrive:

    Ho letto il commento di questo sig. Caperchi e lo trovo avendo conosciuto molto molto bene Federico una cosa proprio fuori luogo!
    e rispetti almeno i sentimenti

  42. Livia scrive:

    Ciao Ubaldo

    Sono sicura della tua buona fede, ma sono altrettanto sicura che in pochi l avrebbero capita.. Sei stato Saggio a non intervenire…
    LIVIA

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