L’Italia in Davis, 31 anni fa l’unico titolo.
Indimenticabile la sfida con l’Australia.
Roma divisa tra Panatta e Newcombe.
Una sfida che entrò nella storia del tennis.

 
27 Novembre 2007 Articolo di Cino Marchese
Author mug

Il 1976 fu l’anno d’oro di Adriano e degli azzurri, ma la determinazione dell’aussie mise a repentaglio tutti i sogni di gloria. Indimenticabile il “richiamo” del giudice di sedia Vincenzo Bottone: “Fate silenzio o Newcombe si riposa”.

In clima di Davis vi voglio raccontare questa volta i retroscena del famoso incontro di semifinale a Roma tra la nostra squadra e l’Australia.
Correva l’anno d’oro di Adriano il famoso 1976. In una settimana di Settembre, di quelle meravigliose a Roma con il sole ancora caldo e l’aria fresca, quando i monumenti della Città eterna esprimono tutta la loro immensa bellezza e dove è così dolce stare, Adriano aveva raggiunto una popolarità straordinaria, ma quella sua aria un pò strafottente non vedeva tutto il pubblico unito con lui. Erano in molti che non dico fossero contro di lui, ma certamente non si sarebbero strappati i capelli se qualcun altro avesse vinto, e poi nella squadra australiana giocava un mito di tutti gli appassionati di tennis, il grande immenso John Newcombe. John non solo in campo, ma anche fuori era un grandissimo personaggio, stimato da tutti i suoi colleghi per la sua correttezza e la sua grandissima sportività. Adriano e John erano anche molto amici e nei vari tornei uscivano spesso insieme e tra loro c’era un bellissimo rapporto. Io che ero amico di tutti e due spesso uscivo con loro e fu gioco forza che per quella settimana Adriano mi chiese di occuparmi di John, dato che lui in ritiro era guardato a vista da Mario Belardinelli che era intransigente su questa promisquità perchè riteneva che sul campo non bisognava essere troppo amici e bisognava quasi odiare il tuo avversario. Con Adriano tutto ciò era quasi impossibile anche se più di una volta aveva dimostrato di avere la giusta determinazione con quasi tutti gli avversari e sapeva che poi alla fine il suo match contro John sarebbe stato decisivo. Da parte mia non facevo di sicuro fatica ad occuparmi di John perchè, come vi ho detto, tra di noi c’era una solida amicizia e molta simpatia. Il capitano era Neal Fraser, un duro, temprato da mille battaglie e grande condottiero. Il secondo singolarista era John Alexander, bestia nera di Adriano e poi a completare il team c’era Tony Roche che avrebbe giocato il doppio e Ross Case, giovane emergente che giocava molto bene senza però avere molta personalità. Al team si era aggiunto un personaggio molto curioso e molto amico di John Newcombe, Bill Dorman. Bill era un importante produttore ed importatore negli USA di formaggio; adorava John fino a sapere tutte le particolarità che riguardavano il suo grande amico, fino ad arzigogolare dei quiz o indovinelli che sempre poneva a chi stava con lui, fino a provocare sua moglie Phyllys che prima che tu dessi la risposta diceva ”Non importa quale sia la domanda perchè la risposta è sempre la stessa John Newcombe !!!“. Bill si era preso una settimana di vacanza e si era aggiunto alla squadra australiana. Stava in un angolo negli allenamenti e raccoglieva le palle, stava in campo e negli spogliatoi come se fosse uno della squadra, forte della protezione di Newk che lo imponeva anche al duro Fraser.
John non era in buone condizioni, veniva da un serio infortunio al ginocchio e la sua stagione non era stata brillante, ma era convinto che quell’incontro gli avrebbe potuto dare molta visibilità e sfidare l’Italia di Panatta sulla superficie di Panatta quell’anno campione a Roma e Parigi lo stimolava enormemente ed in più sapeva che J.A.(Alexander) aveva buone possibilità di battere Adriano, poi il doppio era a loro favorevole e quindi fatti i debiti incroci sarebbe arrivato forse a giocarsi il terzo punto proprio contro Adriano.
La settimana passò tra le preoccupazioni del ginocchio di Newk, del braccio di Tony e le uscite serali romane nei vari ristoranti alla moda ed alcuni locali, anche per accontentare Bill che era scatenato e senza moglie appresso. Io ero una specie di Lucignolo, trascinavo il nostro avversario più importante in giro per la dolce vita romana. In effetti erano Newk e Bill che volevano emozioni e divertimento, ma tutto senza strafare e nei limiti del caso. Ma questo infastidiva comunque Fraser che non vedeva il tutto di buon occhio. Il venerdì Barazzutti scherzò con Newk e altrettanto fece J.A. con Panatta. Fraser, furioso, meditò di mettere Case in campo con Newk, perchè Tony non credeva di potercela fare. Fino a che Newk si impose e convinse Tony a giocare. Adriano e Paolo giocarono forse la più bella partita della loro storia in Davis e batterono facile gli australiani. John, distrutto, mi disse che avrebbe voluto uscire la sera e di prenotare il locale di moda, in quei giorni il “Jakie O” diretto dal mio amico Pietro De Lise. Detto e fatto, cenammo e poi loro fecero molto tardi mentre io rientrai perchè mia moglie Lella aveva mangiato la foglia e mi marcava a vista. Il mattino dopo andai all’Hollyday Inn St. Peter dove si trovavano gli australiani e Fraser quasi manco mi salutò e arrabbiatissimo si chiuse con i giocatori. Io ebbi da Bill le informazioni di quanto era successo. Neal lo aveva anche lui aggredito, incolpandolo di avere spinto Newk ad uscire per Roma azzerando quindi le ultime remote possibilità di ribaltare il risultato. Newk con la sua solita grande personalità convinse Fraser a metterlo in campo se J.A. avesse battuto Corrado e giocarsi il quinto punto come all’OK Corral. Alexander infatti ebbe la meglio in un match interminabile su Barazza e quindi tutto era pronto per celebrare un momento di tennis indimenticabil ! Newk, punto sul vivo, scese in campo come una belva ferita e giocò un set e mezzo da grandissimo campione, strapazzando Panatta sulla sua superficie e a casa sua. Molti tifosi erano per John per quei motivi di cui vi dicevo, specialmente le donne così attratte dal baffo di Newk, ma anche Adriano non era da meno e ne venne fuori un momento di tennis che entrò nella storia di questo sport. Si giocò al limite della oscurità e fu durante una contestazione che Vincenzo Bottone arbitro di sedia di quella partita pronunciò su istigazione della nostra panchina il “Fate silenzio altrimenti Newcombe si riposa !!!! ” Perchè disse quella frase? Newk dopo avere vinto il primo set era avanti anche nel secondo, ma secondo il nostro capitano Nicola Pietrangeli era stanco e quindi le intemperanze del pubblico davano respiro a John che invece doveva affrettarsi a riprendere il gioco. Questa frase fece il giro del mondo e infatti Adriano con una reazione da grande campione riuscì a vincere il secondo set prima che il match fosse sospeso per oscurità. Il giorno dopo Adriano fece valere la sua grande predisposizione alla sua amata terra rossa e vinse in quattro creando le premesse per andare in Cile e vincere.
Alla sera del lunedì grande festa con tutte e due le squadre al JakieO e John e Adriano una volta di più amici per la pelle a festeggiare uno la vittoria e un anno da incorniciare e l’altro la dimostrazione che quando c’è il cuore importa poco la superficie e ci si può battere alla pari contro tutti e contro tutto, ma erano altri tempi

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45 Commenti a “L’Italia in Davis, 31 anni fa l’unico titolo.
Indimenticabile la sfida con l’Australia.
Roma divisa tra Panatta e Newcombe.
Una sfida che entrò nella storia del tennis.”

  1. Lorenzo90 scrive:

    gli anni sono 31, non 41…..capita anche ai migliori…..

  2. Max scrive:

    Ubaldo son 31 anni non 41! ;-)

  3. Avec Double Cordage scrive:

    il 76 era 31 anni fa, non 41 ;)

  4. fulvio scrive:

    ciao cino sono fulvio fognini come stai?
    volevo solo dirti di correggere il testo iniziale: dopo ..31 anni e non 41 speriamo di vederci presto un caro saluto a te e signora!!

  5. fulvio scrive:

    ps aspettiamo che tu ci racconti degli aneddoti sul tuo passato come uomo di sport so che ne hai di interessantissimi!!
    complimenti per il pezzo,ma attento che se continui cosi Ubaldo ti…offuscherà!!!

  6. paolo v. scrive:

    Grazie Cino davvero un racconto appassionante.
    Un solo appunto, fortunatamente sono passati solo 31 anni…passano già così in fretta di loro che non è il caso di aiutarli ulteriormente.
    A parte gli scherzi la polpolarità de newcombe doveva essere veramente enorme se riusciva ad avere una fetta di tifo sul centrale del foro italico contro Adriano nell’anno di grazia 1976. Ricordo che Adriano a Roma era strapopolare e la cosa che ricordo da bambino era soprattutto il famoso coro Aaaaaadriano ta ta ta ta ta ta Aaaadriano Però i miei ricordi si fermano ai primi anni 80 quando lui era in declino. Cissà cosa doveva essere il Foro nel 76.

  7. Giovanni Di Natale scrive:

    Pardon… l’errore nel titolo è mio e non di Cino Marchese. Il 3 e il 4 sulla tastiera sono davvero vicini e le mie dita non sono così piccole.
    Anche in questo blog, come nei giornali normali, i titoli in genere li fanno persone diverse da chi ha scritto il pezzo (naturalmente non è così per Ubaldo!).

    Ma già che ci siamo, secondo voi quanti anni dovranno ancora passare prima di poter rivevere una finale di Davis? Arriveremo a 41 anni di attesa per il secondo titolo?

  8. anto scrive:

    Interessantissimo pezzo Cino, anche se qualche particolare più osè ce lo potevi raccontare!

  9. Avec Double Cordage scrive:

    gustosissimi questi ricordi di Cino! Mi ha fatto ridere il passaggio di “…specialmente le donne così attratte dal baffo di Newk…” per me che non ho vissuto quegli anni è difficile da capire, posso capire una barba come quella di borg ma i baffi a me sanno di un qualcosa un pò frifri, sarà per freddy mercury :p eppure ci sono degli amici americani che suonano in un complesso (mi piace tropo questo termine anni 70) che stà per sfondare che l’anno scorso si sono presentati al appuntamento con i baffi alla newk, del resto loro sono pure delle “tennis nuts” e non solo. Spero di leggere qualche aneddoto anche sulla finale 76 e anche 89, ma ubaldo c’eri anche tu presente in cile? @ Giovanni di Natale penso proprio che il tuo lapsus possa quasi considerarsi freudiano perchè dubito che qualcuno prima, dei nostri che sono da bollettieri adesso, avrà la chance di provarci a riconquistare l’insalatiera

  10. Daniele Flavi scrive:

    Gran bel pezzo Cino…il “fuoriscena” a volte e’ quasi piu’ interessante della “messa in scena”…mi chiedo…ma oggi sarebbe possibile una cosa del genere? io non riesco proprio ad immaginarmeli Roddick e Davindenko che festeggiano in un locale dopo la finale di domenica prossima…non preoccuparti Giovanni l’importante e’ rendersi conto che tutti compiono prima o poi degli errori…

  11. luca scrive:

    Beh, articolo da incorniciare. Spero sinceramente che i racconti di Cino Marchese siano più frequenti in futuro.
    E’ vero che nel 1976 l’attuale Presidente degli Stati Uniti George Bush jr venne fermato dalla polizia per guida in stato di ebbrezza in compagnia di…..John Newcombe ?
    Mitici i completini della Maggia fucsia e viola (ca. 1978 ) !!!!!
    Ancor più mitica la prima versione della Slazenger challenge no.1, con i colori cacao e nocciola, utilizzata da Newcombe nella finale di Wimbledon 1969

  12. Fabio P. scrive:

    Questo incontro di Davis fu uno dei primi, se non il primo, trasmesso a colori dalla nostra Rai.
    La tv australiana non si fidava dei nostri tecnici tanto da mandare sul posto le loro telecamere per le riprese … peccato che sia noi che loro non conserviamo il materiale video relativo a questo match.

  13. Fabio P. scrive:

    Una fetta di tifo contro Adriano a Roma .. impossibile :-)
    Sicuramente c’era simpatia per Newk … ma tifo contro Adriano no, mai

  14. Fabio P. scrive:

    Mi pare poi di ricordare che durante il primo match di Barazzutti si senti’ una bestemmia in diretta … tanto che la Rai stacco’ brevemente il collegamento audio.

  15. Fabio P. scrive:

    Ci furono grossi problemi con l’inno nazionale australiano, tanto da dover essere cambiato.
    Giocatori e dirigenti aussie, infatti, avevano contestato la presentazione dell’inno ufficiale, effettuabile, stando alle loro stesse dichiarazioni, solo in presenza della Regina !
    Alla fine l’impasse fu superato con l’inno di riserva “Matilda”, approvato dall’ambasciatore australiano.

  16. marcos scrive:

    stupendo, cino!

    roddick e davydenko…nemmeno io!

    ma safin e blake, sì!

  17. Fabio P. scrive:

    5-7 8-6 6-2 6-4 per Panatta contro Newcombe.
    Interruzione per oscurità sul 2 pari del terzo set.
    Nel quarto Adriano vola sul 5-1 e conclude 6-2.

  18. Stefano scrive:

    Caro Giovanni di Natale, altro che 41 anni, mi sa che prima di poter rivincere di nuovo la Davis ne passano anche 50.

    Però se parli di raggiungere la finale a quella ci siamo già arrivati qualche anno fa ;-)

  19. anto scrive:

    Ieri sera dopo aver cenato con un impepata di cozze, ed addormentandomi sul divano ho sognato che l’Italia avrebbe vinto la Davis quando: Ubaldo Scanagatta sarebbe stato nominato direttore della Gazzetta dello sport, Bisteccone Galeazzi avrebbe costituito assieme a Wanna Marchi una società per vendere cibi macro-biotici, Diego Nargiso sarebbe diventato il nuovo amministratore dell’immobiliare sogni srl, quotata in borsa con lo scopo di vendere quote del golfo di Napoli, Barazzutti sarebbe diventato nuovo commissario tecnico della nazionale indiana di cricket, Stefano Grazia avrebbe fondato la prima academy tennistica in Borundi, ma ad un certo punto, un impellente bisogno fisiologico mi ha riportato alla dura realtà, e seduto dove nemmeno i re vogliono essere disturbati, mi sono reso conto che tutto questo sarebbe stato un utopia……..

  20. Fabio P. scrive:

    Per il moderatore :-) … mi correggi per favore il risultato di Panatta - Newcombe .. ho invertito gli ultimi due sets, come si capisce da quello che scrivo dopo .. grazie :-) .. si capisce che era l’una di notte e gli occhi quasi mi si chiudevano ?

  21. Francesco da Lugano scrive:

    Quando leggo i racconti di Cino Marchese mi sembra di ripercorrere una sorta di “età dell’oro”, da parte del tennis italiano. Metti gli anni 70. c’era il campione (Panatta), c’era la squadra (la compagine azzurra di Davis che ha fatto diverse finali…), c’erano anche grandi dirigenti (il nostro Marchese). Io non c’ero (ho 28 anni), ma attraverso questi racconti posso immaginare un’epopea tennistica che mi fa emozionare al solo pensiero. Immagino Cino, Ubaldo, Rino, Clerici e tanti altri vivere di persona quegli eventi. I loro articoli pieni di entusiasmo. L’Italia protegonista del mondo del tennis, anche a livello organizzativo. Nel decennio successivo, mi hanno riferito, si organizzavano tornei Atp a St Vincent, Firenze,Bologna, Palermo, Milano, persino nella mia nativa Bari (se non sbaglio, ora quella data la occupa Poertschach, mica Los Angeles…). Ora ci rimane il master di Roma, ma il resto sembra irrimediabilmente perduto.

    Ho una speranza. Che questi ricordi, questo blog, possano, tracciare una via che guardi al futuro del tennis italiano. Magari guardando al passato. Al retaggio che Marchese, Bertolucci, Ubaldo e tutti gli altri hanno vissuto da protagonisti e che ci hanno trasmesso a tutti noi appassionati. Sono convinto che in pochissimi altri paesi come l’Italia esista una base di appassionati di tennis così competente, vivace e stimolante.

    E’ vero, l’Italia è anche il Paese del clientelismo, della politica/propaganda, delle federazioni sportive commissariate ogni due mandati (almeno nel calcio).

    Ma, ne sono convinto, è una piccola minoranza. Non possono vincere su competenza e passione, attributi che riconosco nei numerosissimi utenti di questo blog e di coloro che giocano a tennis nello stivale durante il fine settimana.

  22. Fabio P. scrive:

    Eta’ dell’oro quella Panattiana … fino ad un certo punto …
    Non e’ che i giornali dessero poi cosi’ tanto spazio al tennis … la maggior parte dei risultati li leggevi nelle “brevi” cosi’ come adesso .. e nemmeno tutti.
    Tanto meno la tv trasmetteva poi tanto tennis negli anni 70 (abbiamo avuto un po’ di boom negli 80 … ).
    R.G. e Wimbledon dalle semifinali e neanche tutti gli anni.
    Mai gli Australian Open e gli U.S. Open negli anni 70.
    Del R.G. del 1977 nemmeno uno scambio .. e sì che Panatta arrivo’ nei quarti.
    Roma dai quarti.
    Incontri a singhiozzo …
    Collegamento con Parigi 78 per la semi Borg-Barazzutti ad incontro gia’ iniziato da un pezzo !
    Finale di Roma 76 interrotta continuamente dalla F1.
    Lo stesso per quella del 77 nonostante avessimo anche in quel caso un italiano, Zugarelli, in finale.
    Una grandissima finale Vilas-Gerulaitis nel 79 martoriata dai collegamenti da studio.
    La finale Panatta-Borg del 78 a Roma interrotta per circa venti minuti per la messa in onda di una rubrica di approfondimento economico-finanziario del TG2 !!!
    Grandissima eccezione il collegamento con Wimbledon nel 79 per Panatta-DuPre, con messa in finestrella del TG2 e polemiche pazzesche il giorno successivo.
    Solo la Coppa Davis venita trattata alla perfezione.
    Anche gli incontri a risultato acquisito venivano trasmessi fino all’ultimo punto.
    Tranne la finale di Davis del 76 mandata in onda in differita per le note vicende politiche.
    In quel caso Guido Oddo, preso dall’entusiasmo, subito prima dell’inizio della trasmissione in differita del doppio cosa pensa bene di fare ? … Ci annuncia trionfante che l’Italia aveva vinto la Coppa Davis !!!

  23. luca scrive:

    @ Fabio P.
    Aggiungo Quarti RG 1980 Borg / Barazzutti durante il TG1 delle 13:30 trasmessa in diretta.
    @ Francesco da Lugano.
    Ritengo tu che abbia fatto considerazioni giustissime.
    Aspettiamo un ricambio a livello di dirigenza FIT, che, a parer mio, ha fatto del galganismo una giustificazione dei risultati ottenuti dal tennis italiano.
    Nadal arriva da Majorca, Baghdatis da Cipro, Binaghi dalla Sardegna : ogni isola ha il suo rappresentante tennistico

  24. Avec Double Cordage scrive:

    @anto (scrive: 28 Novembre 2007 alle 14:10)

    lmao :P

  25. Fabio P. scrive:

    @ Luca
    mi ero fermato agli anni 70 :-)

  26. Francesco da Lugano scrive:

    @ Fabio P.
    Hai ragione, “età dell’oro” fino ad un certo punto….ma BEN VENGA un’altra era come quella!

    Per

  27. Francesco da Lugano scrive:

    @ Fabio P.
    Hai ragione, “età dell’oro” fino ad un certo punto….ma BEN VENGA un’altra era come quella!

    Per quanto riguarda poi il “disservizio pubblico” che la Rai ha fatto, continua a fare e farà anche in futuro nei confronti del tennis…. questa non è una teoria, ma un dogma!:)

    Ovvio, poi spero di essere sbugiardato proprio domani con la trasmissione della finale di Davis Cup. In caso di copertura “soddisfacente” (non dico integrale, non esageriamo…:) sono disposto a cospargermi il capo di cenere e a dormire in un sacco…

  28. Fabio P. scrive:

    @ Francesco
    MAGARI !!! :-)
    Sono 25 anni che aspetto un altro Panatta.
    Avevo sperato nel fratello, nel figlio etc etc .. ma niente :-)
    Qualcosaina il fratello claudio .. ma poco in confronto al fratello

  29. Avec Double Cordage scrive:

    @Fabio P.

    ma il fratello di Adrinao, Claudio Panatta, che tipo di giocatore era? era più atletico di adriano (senza offesa ma vedendo le foto 70′ adriano in confronto a quelli di oggi ha le gambette di un dilettante, specialmente i polpacci) ma con meno tocco e talento? leggo del figlio, ma anche il figlio ha giocato? a quali livelli?

  30. Fabio P. scrive:

    Claudio Panatta aveva un buon tocco di palla, un rovescio migliore del dritto (al contrario del fratello), un buon gioco a rete, servizio medio, piu’ lavorato che potente.
    Sicuramente meno talento del fratello.
    L’ho conosciuto qualche tempo fa … guarda al passato con molta piu’ nostalgia di Adriano, che considera la sua storia di tennista come quasi di un’altra persona .. almeno questa e’ l’impressione che mi ha fatto.
    Pensa che Adriano credeva di aver perso con DuPre a Wimbledon nel 78 invece che 79 … l’ho corretto io :-)

  31. roberto scrive:

    Ad Avec DC:
    Claudio Panatta, esattamente 10 anni più giovane di Adriano, ne era purtroppo la copia sbiadita. Stesso stile, stessa impostazione tecnica classica (ormai, a metà degli anni ‘80, irrimediabilmente obsoleta): rovescio in back, dritto piatto con impugnatura continental. Era più veloce di Adriano, ma molto meno potente, meno acrobatico a rete e meno dotato di tocco e di personalità. Un onesto giocatore, che forse con una impostazione più moderna avrebbe potuto cogliere migliori risultati. Di lui ricordo un quarto di finale al Foro nel 1984, dove compì un’impresa nel secondo turno, sconfiggendo il primo pupillo di Bollettieri, l’americano Jimmy Arias (partita che andrebbe rivista con intenti di studio: dal punto di vista dell’evoluzione tecnica vi erano fra i due delle ere geologiche di differenza). In quarti Claudio fu poi massacrato da Andres Gomez, troppo più potente. Il suo best rank, raggiunto in quel 1984, è comunque molto onorevole: n. 46 Atp.

  32. Fabio P. scrive:

    Per quato riguarda il primo figlio di Adriano, Niccolo’. ricordo che usci’ la notizia sul Corriere Dello Sport, anni fa, di una su sconfitta al primo turno di un torneo per 6-0 6-0 .. ma era proprio un bambino :-)
    Poi piu’ nulla … non credo che sia piu’ interessato al tennis.

  33. Fabio P. scrive:

    La partita che Claudio Panatta rimpiange di piu’ è la sconfitta con Jimmy Connors per 7-6 al terzo a Boca West nel 1986, secondo turno.
    Conduceva Claudio 5-2 al terzo.

  34. Avec Double Cordage scrive:

    grazie delle infos roberto e Fabio P.!
    con dritto continental intendi stessa impugnatura di un rovescio eastern? Sabaglio o anche Connors usava questa impugnatura per il dritto? E panatta usava il dritto continental anche lui o aveva un dritto eastern? McEnroe che impugnature ha su dritto e rovescio, usa dritto eastern? …la finisco qua dai ;)

  35. roberto scrive:

    L’impugnatura continental è quella che si ottiene quando la “v” formata da pollice e indice è al centro del pannello superiore del manico della racchetta. La usava, sul dritto, anche Adriano. La presa continental consentiva ai Panatta di colpire piatto e, a sorpresa, eseguire drop shot o approcci con il taglio indietro senza cambiare impugnatura. Nel libro 500 anni di tennis, di Gianni Clerici, c’è una striscia fotografica del dritto di Adriano in cui si vede molto bene la continental.
    Connors credo che avesse una normale eastern di dritto, Mac Enroe confesso che non ci ho mai capito nulla…

  36. Avec Double Cordage scrive:

    effettivamente mcenroe è una specie di mistero, chi gli ha insegnato quel servizio? mi sembra poi che la mandlikova aveva anche lei un servizio con un movimento simile al suo mentre il fratello giocava in un modo completamente diverso, può essere che big mac fosse una specie di autodidatta?

    Roberto mi sembra che ho capito bene allora, il dritto continental è lo stesso a quello che mi riferivo, ma sul rovescio mi sembra che la presa che hai spiegato si chiama invece eastern, nel rovescio continental la V che indicavi è leggermente spostata in senso orario (considerando di vedere la base del manico della rachetta come orologio) praticamente al centro del pannello tra quello superiore e quelllo verticale dove la V invece si trova per il dritto eastern.

    Lo chiedo perchè non ci ho mai capito gran che con queste indicazioni, all’inizio pensavo che valessero sia per dritto che per rovescio, invece mi sembra che il nome lo hanno inventato in america perchè in california gia tempo fà si usavano le impugnature per dare top spin che poi chiamarono western, a differenza di quelle usate tradizionalmente nel new england - costa est, piatta sul dritto e tipo volley sul rovescio, poi le impugnature che stavano di mezzo le hanno chiamate continental, aggiungendo anche la semi-western che mi sembra è quella che usano quasi tutti i giovani pro oggi, e che consente di colpire sia dritto che rovescio ad una mano in top senza cambiare impugnatura ma semplicemente faccia della cordatura. A te risulta diversamente roberto?

  37. Fabio P. scrive:

    Curiosita’ … Adriano Panatta usava ispessire la fine dell’impugnatura con del nastro (credo fosse cerotto) … all’epoca lo chiamava “fondello” … diceva che gli dava piu’ “appoggio”.

  38. Avec Double Cordage scrive:

    prima ho scritto una cavolata (una tra le tante :) probabilmente) avevo scritto:

    “…la semi-western che mi sembra è quella che usano quasi tutti i giovani pro oggi, e che consente di colpire sia dritto che rovescio ad una mano in top senza cambiare impugnatura ma semplicemente faccia della cordatura…”

    beh la differenza invece è proprio che NON cambia la faccia dell’incordatura, che normalmente tra rovescio e dritto è diversa, appunto una sul lato rovescio. Mentre con l’impugnatura semi-western sul dritto basta girare il polso di 180 gradi in senso antiorario e si ha l’impugnatura di rovescio, praticamente la parte superiore della racchetta diventa quella inferiore ma il lato dell’incordatura con la quale viene colpita la palla rimane la stesso.

    l’impugatura semi-western di dritto dovrebbe essere quella dove la “V” formata tra indice e pollice si trova sul pannello tra quello inferiore e quello verticale sul lato destro, praticamente il 3 pannello in senso orario dopo quello superiore del manico della racchetta.

    il dritto western invece è praticamente l’opposto del dritto continental, praticamente si prende la racchetta da sotto, dopo la western c’è solo quella di berasategui, la hawaii :) chè è praticamente quasi l’opposto della eastern, infatti a ovest dello stato della california ci sono solo le hawaii …certo che chi si è inventato sta storia ha seguito una certa logica, ma come berasategui abbia fatto a giocare in quel modo mi rimane un mistero

  39. roberto scrive:

    Caro Avec, non ho notizia di giocatori che adottassero una presa continental di rovescio. Quella che tu hai descritto è la classica eastern di rovescio. La continental veniva usata da alcuni giocatori di impostazione classica nel dritto, in alternativa alla eastern. Ma soprattutto era usata (e di fatto lo è anche oggi, anche se non tutti ci riescono), per l’esecuzione dei colpi al volo, dove impugnare continental consente di giocare sia la volee di dritto, che quella di rovescio senza dover cambiare impugnatura.
    Con riferimento all’origine storica di tali definizioni hai ragione, si riferiscono alla contrapposizione fra la scuola della costa orientale, più classica, (anche perché lì prevalevano i campi in erba) e quella della costa ovest, in primis la California, dove si diffusero già dagli anni 20 e 30 le superfici in cemento, e dove il topspin era più redditizio che sull’erba. Quando apparvero Borg e Vilas, tutti definirono “western” le loro prese di dritto.

  40. Avec Double Cordage scrive:

    roberto se ho capito bene a te risulta che i termini eastern, western e continental si riferiscano ad un tipo di impugnatura e non vengano ulteriormente differenziate in diritto e rovescio.

    Da quello che ho capito io invece pare che i termini eastern, western si riferiscano a “scuole” o meglio modi di giocare e conseguentemente un giocatore di impostazione eastern cambia impugnature tra rovescio e dritto ne risulta che un dritto eastern ha un impugnatura diversa da un rovescio eastern, questo crea un pò di confusione perchè di fatto non esiste un impugnatura eastern, western o continental ma bisogna sempre specificare se è di dritto o rovescio, ci sono poi anche delle vie di mezzo tipo “modified eastern backhand” etc.

    non per pedanteria ma vorrei andare a fondo di questa cosa anche se l’unica utilità sinceramente è che cosi quando uno indica una presa per il servizio non ci sono equivoci, quindi ti elenco quello che risulta a me, poi tu magari mi dici quello che è prassi o che insegnano ai maestri, forse tu sei un maestro e lo sai, forse nell’uso comune la differenziazione tra rovesio e dritto è andata persa e si usano solo le terminologie per le prese di dritto, questo consentirebe di tralasciare la specificazione se si tratta di un dritto o rovescio, e andrebbero bene anche per indicare le impugnature del servizio perchè tanto le unice prese che non hanno un corrispondente sul dritto sono la western backhand e la continental backhandmentre per il dritto esiste un termine per quasi ogni tipo di presa

    non so se la formattazione che avviene automaticamente all’invio dei commenti cambierà lo “schizzo” che faccio (i puntini sono solo per mantenre gli spazi, fai finta che non ci siano) la rappresentazione dovrebbe essere una racchetta vista dal fondo del manico che come Fabio P. insegna Adriano con il nastro applicato chimava “il fondello”

    …. _
    … | |
    … | |
    … | |

    .. _1_
    8/……\2
    7|……..| 3
    6\___/ 4
    …. 5

    … | |
    … | |
    … | |
    …. –

    a seconda di dove la “V” tra indice e pollice viene a formarsi ne scaturiscono le seguenti impugnature (ovviamente questo vale solo per chi gioca di destro per un mancino bisogna specchiare la numerazione)

    1 continental forehand / eastern backhand
    2 - / continental backhand
    3 eastern forehand / -
    4 semi western forehand / -
    5 western forehand / -
    6 hawaii forehand / -
    7 - / -
    8 - / western backand

    la “modified eastern backhand” è tra 1 e 2

    spero il “disegno” non risulti distorto dalla formattazione

  41. Avec Double Cordage scrive:

    va beh il disegno si è effettivamente distorto un pò ma si dovrebbe riuscire a capire comunque :)

  42. roberto scrive:

    Caro Avec, evidentemente mi sono spiegato male. Effettivamente è come dici tu, i termini eastern e western si riferiscono ad impugnature diverse a seconda che si parli di dritto o di rovescio. Sia per il dritto, sia per il rovescio esiste una impugnatura eastern (classica) e una western (per imprimere top spin). Il tuo certosino schema è quasi tutto giusto, per quanto ne so io, inclusa l’impugnatura hawaii (conosco un solo giocatore che la usava, Alberto Berasategui).
    Solo su una cosa non sono d’accordo, ma magari sbaglio io. L’impugnatura continental è la sola eccezione alla regola di prima: è invariante fra dritto e rovescio. Quindi nel tuo schema nella posizione 1 va messo continental forehand e continental backhand, mentre la eastern backhand, il classico rovescio in back, va messa nella posizione 2.

    Ma bada bene che non sono un maestro, sono solo un appassionato come te, quindi posso sbagliare.

    Che noiosi, che siamo!!

  43. Avec Double Cordage scrive:

    ok grazie roberto, allora uno di questi giorni vedo di dare un occhiata su internet magari trovo chi può scogliere il nostro nodo di gordio :) o magari qualcuno del blog lo sà per certo, penso che Stefano Grazia potrebbe essere un candidato, ma dubito che capiti in questo meandro del blog per caso

  44. massimiliano scrive:

    mi intrometto: l’ultima precisazione di Roberto a proposito della continental che non varia per diritto e rovescio mi pare che chiuda il cerchio. E’ tutto giusto, vorrei aggiungere soltanto che ci sono delle piccole varianti visto che non è che si impugni sempre con la V esattamente in quei punti.

  45. debora garat scrive:

    Ciao, soy de Argentina, una ex- tenista , Debora. Conoci a Diego Nrgiso y a toda la familia. Hace tiempo no teno noticia , y contacto sobre Diego, me gustaria saber de El, y si existe allgun lugar donde se pueda escribirle.
    Los saludo desde mi pais, …

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