Il Rovescio

 
12 Ottobre 2008 Articolo di Marcos
Author mug

Virtual Tour: day2!

Back, slice, top, lift, bimane, monòmane, sotto, sopra, piatto, corto, lungo, diagonale, lungoriga, alto, basso, nascosto, improbabile ed in rete. E, poi, c’è quello di Gasquet.

Dopo aver scritto qualche riga sul dritto, mi cimento nel racconto di quello che io considero il re di tutti i colpi del tennis: il rovescio. Per qualcuno è il colpo più naturale perché la postura dell’uomo prevede ch’egli normalmente stia con le braccia distese lungo i fianchi: quando si spinge a grattarsi con la mano destra la spalla sinistra, dopo il sollazzo, la mano torna naturalmente al suo posto, sul fianco destro, in posizione di default. È, invece, meno automatico il movimento (che, nel tennis, corrisponde al dritto) che porta la mano destra alla spalla sinistra: questa mossa sarebbe naturale se l’uomo, per natura, circolasse con le braccia conserte. Se così fosse, però, l’uomo non avrebbe il naso, per niente protetto in caso di caduta. Non conoscendo la tribù dei senza naso, anch’io ritengo che il rovescio sia il colpo più naturale. Nel brano sul dritto ho, però, spiegato i motivi per cui il rovescio è considerato il colpo meno facile.

Molti sono i modi per giocare il rovescio. Si può tagliare la palla, colpendola dall’alto in basso: rovescio in back. La si può colpire con la racchetta perpendicolare al terreno: rovescio piatto. La si può colpire, imprimendo l’effetto dal basso in alto: rovescio liftato. Negli ultimi decenni, i tennisti generalmente preferiscono giocare il rovescio a due mani: vengono normalmente chiamati bimani; questo non significa che chi non gioca il rovescio a due mani sia dotato solo di una mano. Io credo che l’avvento del rovescio a due mani sia principalmente dovuto all’approccio al tennis in età più acerba, rispetto a quanto si usava fare in tempi più remoti. Il rovescio a due mani consente maggior controllo nella direzione impressa al colpo, ma minor potenza nelle accelerazioni: per questo, risulta più efficace nel caso si presentasse la necessità di passare l’avversario a rete. Il rovescio ad una mano consente recuperi laterali e frontali più efficaci, maggior facilità nell’esecuzione delle palle corte, delle volées e degli attacchi in back. Essendo assai più semplice giocare il rovescio in back ad una mano, questo viene spesso utilizzato quando si è sottoposti ad un furioso forcing del rivale. Con il rovescio ad una mano, dunque, ci si destreggia meglio in diverse situazioni di gioco: il tennista dotato di entrambi i rovesci ha indubbiamente un buon vantaggio. Io ritengo che sia più semplice imparare il rovescio a due mani per il bimbo che ha iniziato a colpirlo con una mano, che imparare a giocare il rovescio ad una mano per il bimbo che ha iniziato a colpirlo a due mani.

Con il superamento delle racchette in legno e con l’avvento del rovescio a due mani, anche la posizione del tennista che si appresta a colpire di rovescio è sensibilmente cambiata. La tradizione insegna che, per tirare un rovescio corretto (giocatore non mancino), bisogna disporre il busto in posizione quasi perpendicolare rispetto alla riga di fondo, con il piede destro più vicino alla rete ed il sinistro tenuto più indietro. Sono molti i tennisti, oggi, che colpiscono di rovescio con posizione assai più frontale, con i piedi egualmente distanti dalla rete. Il professor Lombardi, inoltre, spiega il motivo per cui alcuni tennisti, pur avendo come miglior colpo proprio il rovescio, preferiscano girare intorno alla palla e colpirla con il dritto, pur essendo, magari, il loro colpo meno efficace: per il tennista destro, spostarsi a colpire col dritto anche una palla diretta sul suo rovescio, significa predisporre il corpo e lo sguardo in maniera più frontale, rispetto al campo. In questa maniera, il tennista riesce ad avere un maggior controllo sulla direzione da imprimere alla palla perché vede una maggior porzione di campo e vede meglio il movimento del suo avversario.

Tra i migliori rovesci ch’io abbia mai visto, ricordo quello piatto e bimane di Connors, il back d’attacco di Panatta (dalla palla corta rovescia ineguagliabile), quello piatto e fiondato di Arazi, quello al salto di McEnroe, quello violentemente tagliato di Leconte (dotato di qualsiasi tipo di rovescio), il bimane, anticipato e geometrico di Agassi, il distintissimo di Edberg, il felino di Mecir, quello di Korda, Stich e Becker, il turbo rovescio di Canè, quello tagliato della Graf, che riservava quasi solo agli allenamenti quello liftato, e, per venire ai giorni nostri, quello di Gaudio, quello tagliato, corto e diagonale di Federer, quello magico di Santoro, quello di Volandri, Wawrinka, Kohlschreiber, Nalbandian, Safin e Murray. Poi, c’è il rovescio di Gasquet. Non si può descrivere: gesto d’ineffabile completezza e nobiltà.

La storia del tennis ha concesso a Roddick di diventare numero uno, pur essendo dotato d’un rovescio poco più che sufficiente: col dritto ed il servizio è riuscito a raggiungere la vetta nel 2003. A mio parere, però, rimane un’eccezione che conferma la regola: puoi confidare nel grande sostegno del tuo dritto, ma, senza rovescio, rimani un tennista zoppo.

Collegamenti sponsorizzati


18 Commenti a “Il Rovescio”

  1. anto scrive:

    Che bello questo editoriale. Per gli amatori è brodo che cola.

  2. Supermad scrive:

    Sono d’accordo su tutto, in particolare con l’ultima frase dell’articolo: infatti io sono un mancato campione di tennis, se solo avessi avuto un buon rovescio avrei scalato le classifiche…il mio rovescio migliore (rigorosamente ad una mano) non è nè il liftato nè il back…io vado fortissimo con il rovescio in mezzo alla rete ed il rovescio steccato in tribuna (i miei touchdown sono primizie di pregevole fattura). ;)

    Scherzi a parte, io citerei anche il rovescio di Youzhny…bellissimo gesto tecnico, che a mio parere si avvicina a Gasquet.

    Quanto al rovescio bimane, è un colpo che detesto…c’è stato soltanto un rovescio bimane che mi ha fatto impazzire: quello di Andreino…

  3. Avec Double Cordage scrive:

    marcos puoi postare il link del articolo sul dritto?
    anche per me il rovescio è il colpo più naturale, ammetto e premetto però che sto parlando di categoria tristonazzi, ho imparato da piccolo a giocarlo ad una mano con presa di rovescio eastern, ovvero tipo presa volley, poi verso i 18 anni sono passato a un rovescio bimane anticipato, che uso per gli scambi da fondo campo che mi viene molto naturale e anche utile nell’attaccare risposte e palle alte, poi anni dopo mi sono costruito un rovescio ad una mano con presa di rovescio estrema (la stessa della semi western di dritto) che mi sembra è la stessa che usano Gasquet, Kohlschreiber e Kuerten per i loro rovesci liftati ed è un colpo che come ha scritto marcos permette di accellerare con sensazioni orgiastiche sia in top spin che piatto, specialmente su palle centrali che ti arrivano sul corpo. Penso però che sia veramente difficile impararlo se da piccoli si è giocato solo rovesci bimani specialmente se impostati da giocatori da fondo campo con poca pratica di volley, penso che per i dilettanti sia anche un problema di muscolatura dell’avmbraccio che in un rovescio liftato ad una mano è molto più sollecitata che in un rovescio bimane o in un dritto …c’è il famoso braccio pop-eye di Rod Laver. Inoltre ultimamente sto provando a sviluppare una risposta quadrumane usando come mano comando la sinstra invece della destra, e mentre mi vien abbastanza facile giocare dritti eastern drive piatti con la sinistra mi è quasi impossibile giocare un dritto semi western con la sinistra o un rovescio ad una mano accellerando con la sinistra, riesco solo a fare una specie di volley in allungo. Il controllo che si ha in un dritto a due mani impugnando con la destra a centro manico è comunque eccezzionale soprattutto nei servizi che arrivano sul corpo. In ambito tristonazzi poi rispondendo da mancino quadrumane si aumenta l’apertura alare invece di accorciarla, perché c’è abbastanza tempo per far scivolare l’impugnatura da metà manico a fondo manico sul dritto sul lato destra e colpire drive con impugnatura eastern, e sul lato sinistro si può colpire un dritto eastern ad una mano con la sinistra invece di un dritto bimane. A livello pro probabilmente sarebbero troppe alternative e ci vorrebbe troppo tempo per perfezionare un tale repertorio di colpi arrivando alla maturità tattica che permette di scegliere il colpo giusto troppo tardi, se si dovesse ogni volta scegliere non solo tra bimane è ad una mano, slice, piatto, top spin, presa continental, eastern o semi western ma pure tra mano sinsitra o destra. Forse anche per questo Federer ha raggiunto i suoi risultati ad età maggiore di Nadal che ha un repertorio di colpi e strategie minore il quale ha potuto perfezionare prima.
    Qualcuno sa quale era l’impostazione di McEnroe? Per quel che sono riuscito a scoprire fino ad ora, mi sembra che usasse la stessa impugnatura sia per volley e colpi da fondo campo, ovvero una continental di dritto, quindi a metà tra la presa eastern di dritto e quella eastern di rovescio, e a vederlo sulle immagini pare che usasse la stessa presa anche per il rovescio il che è veramente incredibile, perché la si vede di solito solo nelle vecchie signore dei circoli, ma potrebbe confermare l’enorme talento e tocco di McEnroe che con una presa cosi inappropriata per il rovescio riesce a fare colpi in accelerazione da McEnroe.

  4. Avec Double Cordage scrive:

    forse lo hai già detto nell’articolo sul dritto, ma volevo chiedere se è vero che Federer usa un presa di dritto eastern a differenza della maggiorparte degli altri pro attuali che usano una semi-western, a proposito Nadal sul dritto usa una presa western o semi-western? Ieri mi sono guardato un sfilza di video HD su youtube e mi è venuto da pensare che il fatto che Federer usi una eastern sul dritto potrebbe essere il motivo per cui riesce a fare quei suoi incredibili colpi anticipati da fondo campo difensvi che sono praticamente delle half-volley (o demi-volèe come mi sembra vengano abitualmente chiamate in Italia). Gli altri, quelli che usano un presa di dritto semi-western sono impossibilitati da fare quei colpi che anche con il rovescio si possono fare solo con la presa di rovescio eastern, che mi sembra sia anche quella che usa Federer. C’è un altra cosa che ho notato guardando Federer ed è il suo modo estremo di fissare il punto d’impatto della palla sul dritto, sembra quasi che guardi la palla attraverso il piatto corde, ho provato ad utilizzare questo trucco nel dritto con la sinistra e come d’incanto il controllo è migliorato di moltissimo, e anche nel dritto drive a preas eastern sulla destra mi sono trovato meglio, certo è solo un approssimazione perché non è che si veda veramente il punto d’impatto attraverso il piatto corde, ma mi sembra che imitando questa cosa si tende ad essere nella posizione giusta e che quindi aiuti alla corretta esecuzione del colpo davanti al corpo.

  5. Roberto Commentucci scrive:

    Ecco qua il link all’articolo sul diritto, sempre del nostro Marcos:

    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1651

  6. marcos scrive:

    grazie anto!

    ho scatenato il quadrumane avec double cordage: tra eastern, western e continental m’ha fatto venire il mal di testa! concordo pienamente su un punto, che mi pare fondamentale ad ogni livello e non solo per il dritto: fissare la palla maniacalmente finchè non esplode sul piatto corde. provateci sul servizio, per esempio: si facilita enormemente il colpo che più s’affida ad automatismi.

    per facilitare eventuali commenti anche sul dritto, copio e incollo il mio pezzo di qualche mese fa, gentilmente linkato (perdonate il termine) da roberto, che non so come ha fatto a ritrovarlo!

    Lungi dal voler essere una spiegazione tecnica di uno dei fondamentali del tennis, il diritto viene dai più considerato come il colpo più semplice. È molto probabile che questa sua fama dipenda dal fatto che ci si accosta al tennis fin da piccoli. Negli anni settanta, la maggior parte dei medici suggeriva un approccio al tennis meno precoce: ora, migliaia di microbi rallegrano ogni metroquadro dei nostri circoli, bilanciando, con gran merito, l’età media dei frequentatori. Li trovi sui campi, li trovi al bar, li trovi in direzione, li trovi in spogliatoio, li trovi perfino nei cesti delle palle ed i bagni sono sempre occupati: qui, trovi anche le mamme, leggermente in imbarazzo, se di figli maschi.

    Cercando di imitare le gesta dello scalmanato padre sul campo estivo, o di replicare le regali gesta di Federer sullo schermo televisivo, con la prima racchettina di plastica, il bimbo prova a darci col dritto (si chiama anche così) e col rovescio: essendo molto più sveglio di noi, s’accorge immediatamente che il secondo colpo, più naturale per il papà che usa il malrovescio, lo costringe ad uno sforzo eccessivo e non sopportabile, mentre il primo automaticamente gli ricorda la preparazione alle manate, che, già da qualche tempo, cerca di appioppare al suo dispettoso fratello o al compagno d’asilo che, ogni mattina, con destrezza vuole sottrargli la merenda. Per questioni, quindi, di istintivo esercizio di difesa personale e per il fatto che, spesso, si inizia a giocare a tennis quando ancora non si ha la forza di sollevare un cannolo ripieno, il dritto è per tutti il colpo che si impara prima. A parte Gasquet, che, quando doveva farsi sentire dall’amoroso orecchio di zia, ancora nel ventre nutriente di mamma, tirava dei passanti rovesci di tutto rispetto. Ecco perché, a mio parere, il dritto è considerato il colpo più semplice.

    In molti circoli, i maestri, abituati alle infinite sfide dei tornei a squadre o di categoria e, nei casi migliori, cresciuti a pane e Futures, preferiscono l’insegnamento del dritto, a quello del rovescio: lo schema “servizio e dritto” è ciò che viene maggiormente insegnato agli allievi. Non che nei tornei di categoria si veda solo giocar di dritto, ma, nella maggioranza dei casi, il rovescio è un colpo preciso ed interlocutorio, quasi mai definitivo. Per molti maestri, la carriera di un giovane tennista dipende quasi esclusivamente dalla sua capacità di apprendere i segreti del dritto. Non hanno tutti i torti, naturalmente: a parte straordinari casi (ne cito alcuni: Gasquet, Youzhny, Wawrinka, Gaudio, Volandri, Kohlschreiber), attualmente, le sorti di molti incontri di alto livello sono decise dallo schema di cui sopra. Se ad un gran servizio si accompagna un gran dritto, facilmente si vince.

    L’avvento delle nuove racchette consente ai tennisti di sviluppare maggior effetto, rispetto a ciò che si poteva fare con quelle di legno. È uso comune, ormai, tirare dei violenti liftoni che passano mezzo metro sopra il nastro, garantendo precisione e pesantezza di palla. Il dritto in top-spin di Borg non ha quasi più niente a che fare, per esempio, con il dritto di Igor Andreev. Non è andato del tutto perso il dritto piatto, anzi, c’è qualcuno che ne fa un uso improprio: Fernando Gonzalez, altrimenti noto come El Bombardero, quando ne sente l’urgenza, non carica un dritto, ma un cannone; se lo sventurato avversario si trova a rete e s’accorge d’essere in traiettoria, allora non prepara la volée, ma il testamento. E’, invece, del tutto scomparso il dritto tagliato in back, che, negli anni scorsi, veniva spesso utilizzato per gli attacchi a rete. Qualcosa di simile si vede ancora negli estremi recuperi laterali destri, quando il giocatore (non mancino) s’allunga al suo limite, in piena scivolata, per salvare in corsa un colpo avversario particolarmente angolato: direi, però, che questa specie di frustata dall’alto in basso non si può definire dritto tagliato in back.

    Continuo a chiedermi come ha fatto Jimmy Connors a vincere tutto quel che ha vinto col suo particolare dritto piatto: con braghetta Cerruti, si chinava in avanti con la schiena, apriva il braccio, teso come l’airone, impostava la T2000 metallica e splendente col piatto corde perpendicolare al terreno e spingeva la palla in avanti, colpendo piatto come il mare del Gargano alla mattina presto. Ero un grande tifoso di Connors: al quarto dritto consecutivo che tirava in campo, accendevo, ogni volta, un cero ai santi dell’impossibile.

    Più volte ho provato ed ho spinto i miei amici a provare il dritto al salto di McEnroe: il custode, alla sera, passava delle mezzore a pescare col retino decine di palle finite nella piscina di fianco. Un giorno, durante una semi estiva ed amatoriale, quel colpo mi riuscì: feci punto col dritto al salto, in diagonale sulla riga. Chiamai il mio avversario a rete, gli spiegai l’antefatto e il privilegio, e mi ritirai, felice come il portiere tedesco, quando Cabrini sbagliò il rigore.

    Senza poter essere esaustivo, tra i dritti più efficaci (o curiosi) da me visti, ricordo, naturalmente, quelli di Borg e di Vilas, quello infallibile di Wilander, quello di Lendl (strepitoso il suo dritto lungolinea in corsa), quello inimitabile di Sampras, quello in demivolée di Agassi, il parabolico di Gomez, il turbodritto di Camporese, l’ineffabile di Pozzi, l’arrotato di Bruguera, la mattonella di Courier, l’accelerazione di Grosjean, il dritto/rovescio di Berasategui e il dritto/senza rovescio di Roddick.

    E’ diritto di ciascuno poter giocare a tennis, ma non si può giocare a tennis senza diritto.

    per completare, aggiungo anche un’ode al pallonetto, pubblicata chissà quando:

    Il pallonetto

    Nel settimo punto del tie decisivo, Blake tentenna di fronte alla rete. Piantato sui piedi, pronti a scattare, scruta accorto il tedesco, per carpirne i pensieri. Ancora non sa se gettarsi a sinistra, per parar col rovescio, oppur sulla destra, adoprando il suo dritto. S’aspetta, forse, anche un colpo al bersaglio e per questo è ben pronto: userà il rovescio, per proteggersi il petto. Blake, però, è pronto anche ad altro: dal rovescio tedesco la palla s’innalza ed inizia una curva che non colpirà, se non rincorrendola, senza guardarla, sino al fondo del campo. Si gira d’un colpo e scatta felino, dieci falcate e la prende al contrario, sfiorando il telone, sipario finale: s’alza la palla, magicamente, stupendo il tedesco e gli spalti eccitati. Tommy pensava d’averlo incassato quel punto fatale, ma ancora la palla gli torna dall’alto, la mira e la prende, e, certo stordito dal gesto rivale, la butta di là per come gli viene. All’attacco! Strepita James col suo immenso coraggio: la spinge di nuovo, col rovescio tagliato e la segue di getto: Blake tentenna di fronte alla rete. Piantato sui piedi, pronti a scattare, scruta accorto il tedesco, per carpirne i pensieri. È pronto a destra, è pronto a sinistra, è pronto al bersaglio: userà il rovescio, per proteggersi il petto.

    Dal rovescio tedesco la palla s’innalza ed inizia una curva che mai colpirà. S’accascia deluso, sfinito e consunto, si chiudono gli occhi e si spengono i sogni. Nulla si può contro un doppio dispetto, che sia maledetto ‘sto bel pallonetto!

    chiudo, avvisando i gentili e pazienti lettori che, nelle prossime settimane, sarà disponibile su queste pagine un racconto fantastico sulla cruda realtà degli spogliatoi.

  7. marcos scrive:

    è vero, supermad: youzhny, quando è in forma, esprime uno dei migliori gesti del circuito.

    a mio parere, ha bisogno più degli altri interpreti del rovescio che le gambe arrivino a tempo sulla mattonella giusta, per sferrare il suo miglior colpo.

  8. Avec Double Cordage scrive:

    Grazie per il link, quel pezzo sul dirtto lo avevo perso, ottimi commenti anche li.
    Ho visto il primo set della finale tra Monfils e Petzschner di Vienna, e si è visto un po’ di tutto. Petzschner (chiamato Peccé dagli amici) non doveva manco giocare le qualificazioni ed era venuto a Vienna per giocare solo il doppio con Peya e invece ha non solo passato le quali ma ha anche vinto il torneo ed è in finale di doppio. Ha giocato contro Monfils come un maestro di tennis piazzando sempre la palla nell’angolo del rovescio di Monfils con un serie infinita di slice morbidissimi aspettando o l’errore di Monfils o caricando il dritto con un accelerazione improvvisa e talvolta ha persino fatto punto cambiando semplicemente direzione con un rovescio slice inzuppato di burro …non è tutto, qualche volta ha tirato fuori persino il chop (dritto tagliato in back, come lo chiama marcos) facendo saltare completamente i nervi a Monfils che su tali mozzarelle non sapeva più che fare. Altra cosa notevole è come Monfils pensava di impensierire Petzschner fornendogli palle basse a rete sulle quali Petzschner da buon doppista andava a nozze in demi-volèe, quando Monfils veniva a rete invece non gli arrivavano passanti ma solo rovesci slice piazzati che li viaggiavano a fianco a velocità turistica beccandolo in contropiede, una volta Monfils ha persino provato ad opporsi con una volèe di sinsitra visto che lui stava volando verso il lato destro. In pratica Monfils ha perso (anche di nervi) perché non trovandosi cannonate da ribattere dai teloni era incapace di imprimere pressione sulle palle morbide e tagliate con le quali lo nutriva Petzschner.

  9. Agostino scrive:

    La presa di Federer sul diritto è una eastern, senza dubbio; di rovescio è a metà tra continental e western. L’uso del polso e dell’avambraccio fa la differenza, ma quando di diritto ce l’ha all’altezza giusta butta dentro la spalla come farebbe un peso massimo per dare un colpo da KO.

    Credo che Mac accelerasse una briciola sull’impugnatura del rovescio, sarebbe altrimenti inspiegabile l’anticipo con cui giocava il colpo; col back poteva tranquillamente restare con l’impugnatura base.

    Gasquet ha una peculiarità: la partenza della testa della racchetta molto alta. La mobilità del polso dal basso verso l’alto pare provenire anche dall’effetto elastico dell’improvviso abbassamento della testa della racchetta che torna ad alzarsi velocemente nell’impatto.

  10. daniela scrive:

    Non ricordare fra i più bei rovesci bimani Kafelnikov, mi sembra una grave mancanza, come fra quelli ad una mano quello di Scott Draper, l’unico che potesse in qualche modo evocare quello magico di Ken Rosewall.

  11. bonvi scrive:

    bell’articolo, non c’è che dire. Integrerei con il rovescio di Youzni, lineare, armonioso, giocato in ogni modo, oserei dire che è magnifico. Rosewall e Pietrangeli non li lascerei per strada, credendo che siano degni di nota. Quello di Edberg ritengo meriti più spazio, certo non era un rovescio esplosivo, ma non era semplice sfondare da quel lato (chiedete a Beker! …… che sull’erba aveva una risposta piatta di rovescio che ti disarcionava). Anche il rovescio di Wilander dovrebbe essere ricordato, se non altro per le continue variazioni di ritmo e rotazioni che riusciva ad imprimervi (tralaltro fu il primo a risolvere con il back ad una mano il cronico problema dei bimani nella zona morta di sinistra del campo, vicino alla rete, per interderci). Non scorderei nemmeno il rovescio a due mani di Bjorn Borg, che ha fatto proseliti.

  12. Roberto Commentucci scrive:

    Ecco qua il link al godibilissimo pezzo di marcos sulla “cruda realtà dello spogliatoi”:

    http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2008/10/17/126121-tennisti_venerdi_sera.shtml

    Buona lettura.

  13. Giovanni da Roussillon scrive:

    Perché la casistica sia esaustiva, va citato il rovescio che Marcos ha omesso per modestia: il suo. Colpo eminentemente scribico, entrato ormai nel gergo tennistico corrente con l’appellativo ‘ITstroke’, gli ha permesso di vincere domenica il MS di Madrid al Virtual Tour di Gianluca Comuniello.

  14. marcos scrive:

    il mio, gentilissimo giovanni, si potrebbe definire anche rovescio temporalesco: quando meno me l’aspetto, piovono errori.

  15. Giovanni da Roussillon scrive:

    Ed anche, caro Marcos, il rovescio della medaglia. Quantomeno per chi crede come il soprascritto che certi errori racchiudono un senso da non renderli precisamente tali.

    ________________
    Per chi non avesse seguito le ultime fasi del Virtual Tour di Madrid.
    Marcos avrebbe conquistato dei punti determinanti, a suo dire, per aver rovesciato involontariamente il risultato del pronostico Federer-Simon.

  16. chloe de lissier scrive:

    sapessi come comprendo il tuo desiderio, giovanni, di cancellare sempre e comunque il nome di nadal per sovrapporgli quello del nostro amato roger.

  17. marcos scrive:

    l’intervento di chloe è incomprensibile solo per chi non ha seguito le vicende del virtual tour: invito tutti, pertanto, al gioco. non v’è inclinazione migliore nella nostra vita…seconda, forse, solo a quell’incomprimibile e misterioso impulso amoroso, che, talvolta, ci sorprende. sempre e comunque, impreparati.

  18. Giovanni da Roussillon scrive:

    Cara Chloe
    Il lapsus linguae che metti in risalto con delicatezza conferma infatti il mio proposito sull’errore non errore.
    Il gioco di Comuniello mi sta a cuore moltissimo. E’ troppo bello giocarlo, non da ultimo proprio perché in palio non vi è alcunché di pecuniario. Lo seguo da attore ma anche da spettatore. In particolare ho osservato come i tuoi pronostici siano coerenti con quanto scrivi qui (ed anche con quanto hai sempre scritto), persino quando a competere sono soltanto i concorrenti-comparse del “nostro”. Ho pure fatto un gran tifo (anche in questo senso il Virtual Tour é unico, giacché in altre occasioni non mi viene di tifare, ma bensì di ammirare ciò che Roger inventa magistralmente) per te: le tue trovate geniali nello stilare le previsioni mi hanno spinto al gioco ulteriore, mio privato, consistente nell’indovinare appunto i tuoi pronostici. In tale contesa avrei vinto anche se i partecipanti fossero stati più di uno.
    Un caro saluto.

Scrivi un commento