Tennis e Salute
Federer, l’unico
che non si fa mai male

 
9 Ottobre 2008 Articolo di Piero Pardini
Author mug

Virtual Tour: waiting for Madrid

E’ stato definito il medico che rigenera i campioni: Tomba, i ragazzi e le ragazze della nazionale italiana di tennis, ma anche la gente comune . Ecco, prima di dar via alla rubrica che ci accompagnerà periodicamente su Ubitennis.com, un’intervista con Pier Francesco Parra per conoscere meglio, prima del professore, l’uomo e magari, perché no, anche .. il tifoso.

L’ho conosciuto a Montecatini durante il sorteggio di Italia Lettonia, una partita in quei giorni difficile, oggi una pratica archiviata ed un nuovo progetto per il futuro, la serie A. E’ bastata una stretta di mano (dopo una presentazione al volo di Ubaldo) per capire di che pasta è fatto l’uomo, solo a prima vista burbero, ma concreto e diretto.
Ci siamo rivisti nel suo studio, uno sguardo e poi le sue prime parole “ho una paziente in ritardo, arriverà a momenti, comunque possiamo iniziare …
La paziente è arrivata accompagnata dalla madre, sofferente, con un’andatura incerta, “ … E’ in ritardo andiamo in seduta” queste le parole di Parra. La ragazza l’ha seguito. Quelle parole dette in modo quasi brusco mi hanno colpito. Mentre si svolgeva la visita in sala d’aspetto la madre della ragazza mi ha detto “Se cammina ancora con le sue gambe lo deve a lui”. E’ chiaro che Pier Francesco Parra è un punto di riferimento non solo per la salute degli atleti (lo studio è tappezzato di foto di campioni) ma anche se non soprattutto per la gente comune.

La cartà di identità
Parra è un toscano d.o.c., nasce a Grosseto 51 anni fa, si laurea, si specializza in Chirurgia Generale e successivamente in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso presso la facoltà di Medicina dell’Università di Pisa. Si perfeziona in Laserchirurgia in Francia a Tolosa. Diventerà poi autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali. Ha anche scritto tre libri: “I laser ad Argon e Neodimio-YAG nella pratica clinica” (Ed. Cortina, 1991), “Laser e Sport” (Ed. Cortina, 1992) e “Dal laser all’EFFEPITRE” (Ed. Martina, 2006).
Il suo curriculum di medico sportivo è invidiabile. Ha collaborato per anni con la Federazione Italiana di Pallacanestro, per due anni è stato nella Commissione Medica della lega italiana di Pallavolo. Per tre anni è stato membro dello staff medico della F.C. Juventus per arrivare a ricoprire adesso il ruolo di Responsabile Medico del Centro FIT (Federazione Italiana Tennis) di Tirrenia e delle Squadre Nazionali di Davis e Fed Cup, oltre che per la preparazione Olimpica. E’,inoltre, docente a contratto presso il Corso di Laurea in Scienze Motorie – Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pisa.

Dicono di lui

In occasione di ben tre Olimpiadi invernali, l’ex sciatore azzurro Alberto Tomba ha voluto il Dott. Parra al suo fianco ed oggi a distanza di anni dall’attività agonistica ha così definito questo rapporto: “Pier Francesco è un amico …. Ogni volta che mi capita un infortunio, piccolo o grande che sia, lo chiamo per un consulto e lui con il suo laser mi rimette al mondo”.
Anche Capitan Corrado Barazzutti ha voluto dare testimonianza della professionalità di Parra come medico “ … i carichi di lavoro e i continui impegni agonistici dei giocatori ne minano l’integrità fisica: la nuova metodologia di intervento proposta da Parra si è dimostrata di grande aiuto assicurando tempi di recupero ridotti ed inaspettati. Chissà, se avessi avuto la possibilità di fruire dei servigi di questo dottore durante la mia attività professionistica, forse il numero 7 al mondo mi sarebbe stato stretto …

Pier Francesco Parra racconta e si racconta

Dopo aver presentato il personaggio ed dopo aver lasciato a due grandi sportivi del passato l’onere di introdurlo come professionista, è giunto il momento di lasciare parlare il Prof. Laser (come lo chiama in amicizia Ubaldo Scanagatta).
D. Fino a che punto le superfici di gioco provocano gli infortuni degli atleti?
PF Parra: “ Giocare su una superficie come la terra rossa limita i danni da micro trauma che coinvolgono i legamenti, la muscolatura e le strutture ossee, ma non li elimina. Le superfici dure, come è facilmente immaginabile, aumentano in modo esponenziale questi rischi”.
D. Eppure ci sono giocatori che giocano su tutte le superfici e non si infortunano mai?
PF Parra: “ Ti riferisci a Roger Federer?
D. Beh, lo svizzero non ha sofferto di particolari infortuni fisici, fino a che la mononucleosi ….
PF Parra “Non ho mai avuto tra i miei “pazienti” il campione svizzero. Effettivamente grossi incidenti fisici non ne ha patiti mentre quella malattia contratta all’inizio di quest’anno ha finito per limitarne le sue prestazioni. Soprattutto gli ha impedito di allenarsi al meglio
D. L’infortunio più ricorrente nel nostro sport è l’infiammazione del tendine del braccio, quello che tutti definiscono “il gomito del tennista” ?
PF Parra “Questo è vero solo in parte, anche se rappresenta un “infortunio” tipico d’un tennista. Ma di quello che pratica il tennis in modo amatoriale, però. Spesso questa patologia è riscontrata in coloro che sbagliano il gesto tecnico. Raramente è riscontrato invece nel giocatore professionista. Il vero problema per il tennista invece, nella maggior parte dei casi, è la sua spalla. Ciò per via della grossa sollecitazione che la spalla subisce nella fase di esecuzione del servizio. Soprattutto in campo maschile. Insomma, mi capita di intervenire più spesso sulle spalle dei tennisti che non sui gomiti.
D. Dunque, visto che Federer beato lui non subisce quasi mai infortuni seri, ho letto che molti altri grandi del circuito come Nadal, Nalbandian Djokovic, Ljubicic, la Ivanovic e la Mauresmo, tanto per citarne alcuni, ricorrano alle sue cure: come vive il rapporto con loro?
PF Parra “Sono un professionista, quindi devo comportarmi con il distacco che compete alla mia figura professionale. Ma poi il lato umano prevale ed mi porta a partecipare emotivamente ai risultati dell’atleta che ho curato. I meriti per una vittoria in un torneo o demeriti per la sconfitta in un singolo incontro sono però prerogativa esclusiva del giocatore.
D. Che cosa rappresenta la “Nazionale” per lei?
PF Parra “La nazionale è qualcosa di più. I tornei sono importanti, ma quando sei parte di una squadra che rappresenta il tuo Paese tutto assume un rapporto “magico”,consentimi questa parola! Ho fatto due Olimpiadi e le sensazioni provate ancora non le riesco a spiegare (gli occhi si fanno un po’ lucidi). Sì, quando si opera per il proprio paese tutto è diverso. La stessa Federazione ha identificato nella chiamata in nazionale il massimo riconoscimento per un atleta. E’ un onore servire la propria patria”.
D. Mi dà un suo parere sul “caso Bolelli”?
PF Parra “Per Simone, che conosco dall’età di sedici anni, nutro una particolare simpatia e profondo affetto; fisicamente e tecnicamente (per quanto gli aspetti tecnici non mi competano) lo ritengo un ottimo atleta con grossi margini di crescita,
A lui auguro ogni bene. Un atleta con caratteristiche del genere può certamente assicurare un contributo significativo perché un gruppo diventi vincenti. Il gruppo vincente deve però essere unito, giocatori, tecnici, preparatori, diriigenti: tutti devono tendere allo stesso scopo, tutti devono essere legati alla nostra bandiera e questo spirito deve andare oltre anche a questioni tecniche, come potrebbe essere la scelta di una certa superficie, il problema di una conflittualità di date, di tornei, di superfici. Solo chi è capace di immedesimarsi con tutti gli altri in quest’obiettivo comune può far parte _ da benvenuto _ d’un team. Prima la “Nazionale” e il proprio Paese, poi tutto il resto.

D. A Montecatini abbiamo assistito a un Parra “capo ultras” che esaltava la folla…
PF Parra “Chi mi ha visto urlare, gioire, incitare la tribuna non ha visto il medico della nazionale, ma lo spirito che questa nazionale risveglia in ognuno di noi: questi ragazzi ci hanno dimostrato che questo spirito ci porterà in alto, ve lo garantisco, molto in alto…. È una promessa!
D. Allora ci rivediamo in quella occasione?
PF PARRA: “No, ci vediamo dopo il Masters Series di Madrid. Dobbiamo preparare la prima uscita della rubrica “Tennis e Salute” che avrà come argomento “Lesioni Muscolari”. Un saluto agli amici di Ubitennis.

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14 Commenti a “Tennis e Salute
Federer, l’unico
che non si fa mai male”

  1. chloe de lissier scrive:

    dalle parole del prof. parra si ricava un’ulteriore prova delle grandissime qualità tecniche di federer. la naturalezza dei gesti di roger è tale da permettergli di compierli senza che l’apparato muscolo-scheletrico del suo corpo ne risenta in modo significativo.

  2. federico scrive:

    Minch… però è anche un pelo fortunato. Se c’aveva i problemi di Mecir Sampras dormiva ancora sogni tranquilli. Invece…

  3. super roger scrive:

    approposito di questa maledettissima mononucleosi…qualcuno ha notizie sulla partecipazione di RE ROGER al master series di Madrid???

  4. Luigi Ansaloni scrive:

    Piero, se federe si fa male vengo in toscana da te e Parra personalmente :)

  5. pedrinho&luvanor scrive:

    A Parra “Chi ti ha visto urlare, gioire, incitare la tribuna non ha visto il medico della nazionale, ma lo spirito ( alcool ?) che questa nazionale risveglia in te: questi ragazzi ti hanno dimostrato che questo spirito ti porterà in alto, te lo garantisco, molto in alto….
    A proposito….il resto degli spettatori di Montecatini…tutti astemi?

  6. Nikolik scrive:

    Super Roger, la partecipazione di Federer a Madrid è confermata.
    Del resto, avevo detto che la favoletta sul fatto che era stanco e che sarebbe rientrato nel 2009 era stata approntata aposta per far digerire la pillola amara della rinuncia agli organizzatori di Stoccolma.
    Nessuno ci aveva creduto, anche perché se salti un master series ti danno un bello zero in classifica.

    Insomma, forse non si infortuna mai, come dice questo articolo, ma, per il resto, a parole, è uguale a tutti gli altri.
    Ma va là, Federer, raccontalo ad altri che forse rientri nel 2009!

  7. john john scrive:

    la spalla è un vero guaio a ogni livello di chi pratica tennis
    sarebbe interessante leggere quali esercizi possono migliorare la situazione e rafforzare la zona

  8. Nik85 scrive:

    Più che una motivazione tecnica ne darei una metafisica. Secondo me gli dei dell’Olimpo si inebriano talmente a vederlo giocare da lassù, che hanno mandato Teti a immergerlo nello Stige. Per non fare torto al figlio Achille, che pure un punto debole ce l’aveva, a Roger ha provocato la nadalite, riproponendo l’eterna lotta tra il dionisiaco e l’apollineo, cosìcchè il divertimento divino non si tramutasse in noia.
    Caro federico, mecirite o no, è destino che Roger batta Sampras, e si sa contro la Tùke anche gli dei nulla possono…

  9. Agostino scrive:

    ottimo, nik85

  10. anto scrive:

    Resto in fervida attesa del pezzo sulle lesioni muscolari del Dr laser. Cosa che mi interessa da vicino, essendo ai box per uno strappo al polpaccio rimediato su un campo in cemento.

  11. Giovanni da Roussillon scrive:

    Nik85 si prende la crema dei miti, la traspone al presente e ci regala il futuro. Non fosse per i miei problemi di agnostico, mi parrebbe pure lui almeno una divinità minore dei boschi. Bravo Marsia.
    Roger Federer è prescelto dal caso, che nulla toglie alla sua grandezza. Anzi, forse anche per questo è così magnificamente unico, al punto che paragonarlo ad altri sabbe fargli torto.

  12. Nik85 scrive:

    Grazie Agostino, Grazie Giovanni. C’è un aspetto che mi ha sempre affascinato della mitologia greca, ovverosia il mescolamento degli dei nella vita terrena, divinità che interagiscono con gli uomini, vivono insieme a loro, seguono da vicino le vicende umane e interferiscono, sulla terra, con esse. Nulla a che vedere con le proiezioni feuerbachiane verso un dio trascendente, nè con l’alienante oppio di creazione marxiana.
    Ecco, per me Roger è un dio fra gli uomini, capace con i suoi gesti di risvegliare lo spirito dionisiaco in chiunque sia in grado di cogliere e apprezzarne l’arte sopraffina del suo gioco, la melodia dei suoi movimenti, il genio istantaneo delle sue invenzioni. E son d’accordo con te Giovanni, non si può paragonarlo ad altri, faremmo un torto anche a noi stessi.

  13. Fabrizio b. scrive:

    E’ molto interessante sapere come cambiano le tipologie d’infortunio tra giocatori amatoriali e professionisti, quando cambiano le condizioni e la frequenza di gioco.

  14. daniela scrive:

    Perchè si scrive che Federer non si infortuna mai, quando per 2 anni di seguito si infortunò alla caviglia così da saltare dal torneo di Basel, nel 2005, a Shangai, e giocare con un tutore fino alla finale persa contro Nalbandian? E così l’anno successivo, in cui aggiunse Madrid ma saltò Parigi.

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