Richard Williams a 360°.
Il mondo del tennis?
“Infarcito di pregiudizi”.
Le mie figlie? “Sempre le numero uno”.

 
7 Aprile 2008 Articolo di Luca Labadini
Author mug

Il papà delle sorelle Williams ne ha un po’ per tutti; attacca i media e le federazioni. Austin e Evert? “Non sanno nemmeno colpire la palla, ma sono bianche e vengono considerate campionesse!” Anche secondo voi il tennis è davvero così infarcito di pregiudizi?

Le sue figlie fanno parlare di loro per le imprese ottenute sui campi da tennis, lui invece stupisce con le sue dichiarazioni. Non certo noto per la sua diplomazia, il vulcanico Richard Williams ha scambiato qualche parola con un giornalista del Deccan Herald, in occasione dell’ultimo torneo disputato dalle sue ragazze a Bangalore.

Durante l’infanzia Venus e Serena si sono mai ribellate al loro futuro da tenniste ?

“No, mi pare proprio di no. Ho provato a spingere Venus verso l’atletica leggera quando aveva nove anni, ma lei ha preferito continuare con il tennis. Quanto a Serena, fa sempre quello che fa sua sorella maggiore”.

Avevano altri interessi o hobbies al di fuori del tennis ?

“Sì, moltissimi. Giochi, libri di ogni genere, gli studi scolastici…”

C’erano altre discipline sportive in cui eccellevano ?

“Penso che avrebbero potuto entrambe diventare due grandi giocatrici di golf. Hanno iniziato a colpire palle da golf da quando erano piccole. Non erano cosi’ brave da avere un punteggio-handicap, ma si vedeva dalla loro tecnica che erano portate per questo sport”.

Che tipo di ragazzine erano ?

“Venus e Serena non ci hanno mai dato problemi di nessun tipo quando erano piccole. Hanno sempre provato un certo interesse a fare quello che facevano, e anche se non lo avevano, le spronavo io…a trovarlo! Sono fermamente convinto che il concetto di famiglia debba essere il piu’ importante per qualsiasi essere umano. Le mie figlie sono state abituate fin da subito a fare e ad imparare altre cose al di fuori dal tennis”.

Avevi preparato un piano di riserva se non avessero sfondato nel tennis ?

“Ero certo che sarebbero diventate brave anche in altri campi. Mai avuto dubbi. Venus voleva diventare un’ antropologa e Serena una veterinaria. Erano entrambe grandi studiose”.

Ultimamente le due ragazze non hanno mai fatto bene contemporaneamente, soprattutto nei tornei dello Slam. C’e’ qualche spiegazione per questo ?

“Credo che la colpa sia soprattutto dei media. Se vincono, tutti a dire che vincono troppo. Se non vincono, iniziano a dire che sono in crisi. Credo che sia il peggior trattamento mai riservato dai media a qualsiasi persona. Se mi fossi trovato al loro posto penso che avrei abbandonato tutto. Hanno guadagnato abbastanza per il resto della loro vita. Quando scende in campo una di loro, catalizzano l’attenzione come nessun altro al mondo. Non importa se sono numero uno o trecento del mondo, sono sempre un’attrazione. Finche’ c’e’ qualcun altro come numero uno, e’ una cosa positiva per il tennis, ma se c’e’ qualcuno di pelle nera, non lo e’! Una situazione davvero paradossale. Credo che sia ridicolo quello che hanno fatto alle mie ragazze”.

Tutto questo ha avuto ripercussioni sulla vostra famiglia?

“No, per niente. Eravamo preparati a una cosa del genere. Nel tennis c’e’ molto pregiudizio. Io sono di colore e ho molti pregiudizi, cosi’ come ne hanno i bianchi. Ne avro’ sempre. L’uomo di razza bianca mi disprezza da sempre e io contraccambio. Non e’ certo un segreto. Non mi considero neppure un americano, ma semplicemente uno nato in America per caso. Credo che Venus e Serena non siano mai state veramente accettate nel mondo del tennis. Non lo saranno mai. Tracey Austin e Chris Evert non sanno nemmeno colpire la palla, ma sono bianche e vengono considerate delle grandi campionesse”.

Che opinione ha del livello attuale del tennis femminile ?

“Penso che le migliori giocatrici non le abbia ancora viste nessuno. Le piu’ forti si trovano nei ghetti , in India e a Compton. Il problema e’ che non e’ concessa loro la minima chance di giocare. Se avessero la possibilita’ di ricevere un ‘istruzione tennistica, probabilmente in dieci anni diventerebbero giocatrici vere. Se ai ragazzi del ghetto venissero date piu’ opportunita’ potremmo vedere degli atleti migliori. Tennisti migliori, calciatori migliori, il meglio del meglio. Credo che nessuno si interessi alla gente povera. Invece di usare tante belle frasi, perche’ non fare qualcosa di veramente concreto per loro? Sarebbe davvero un’ottima cosa”

Le sue figlie sono state colpite da numerosi infortuni negli ultimi tempi. Pensa che possano ancora ambire a tornare al numero uno?

“Per quanto mi riguarda sono ancora loro le numero uno. Per me lo sono sempre state, anche prima di diventarlo. Possono tranquillamente tornare in vetta. Hanno velocita’,potenza, tutto. Al momento pero’ hanno in testa altri progetti. E’ stato insegnato loro che esiste una vita anche al di fuori del campo da tennis. Analizziamo il presente della maggior parte degli ex tennisti, come McEnroe, Navratilova, Armitraj. Cosa stanno facendo adesso ? Hanno dedicato tutta la loro vita al tennis. Hanno giocato per vent’ anni, per altri vent’ anni commenteranno tennis in tv. Fanno quarant’anni. Possibile che non sappiano dedicarsi a qualcos’altro ? Io non voglio questo per le mie ragazze, loro non saranno mai così. Venus e Serena vanno al college, possiedono aziende e le gestiscono in prima persona. Quando avranno smesso di giocare, continueranno a fatturare milioni su milioni. Prendete Venus, e’ gia’ una donna manager e ne e’ perfettamente consapevole”.

Giocheranno a tennis ancora a lungo ?

“Lasceranno quando lo riterranno piu’ opportuno. Non credo che quel momento sia vicino. L’unica cosa certa e’ che sara’ una loro decisione”.

Non si e’ fatta molto attendere l’inevitabile risposta del Chief Executive della Wta Larry Scott: “ Per quanto riguarda la spinosa questione legata al razzismo abbiamo da tempo adottato una politica di tolleranza zero. In passato avevo piu’ volte invitato Mr Williams a volermi avvertire nel caso fosse incappato in episodi di natura razzista legati al mondo del tennis. Campionesse del calibro di Chris Evert e Tracey Austin hanno fatto moltissimo per portare il tennis ai grandi livelli raggiunti oggi ed e’ piuttosto spiacevole dover registrare delle critiche cosi’ aspre nei loro confronti .”

Sono in molti a ritenere che la decisione della famiglia Willams di non disputare piu’ il torneo di Indian Wells abbia decisamente inasprito i rapporti con i vertici federali della WTA. Nell’edizione del 2001 infatti le due erano state mancate protagoniste di una semifinale molto discussa e da cui erano scaturite molte polemiche. Il forfait di Venus prima della partita non aveva infatti convinto il pubblico californiano che avrebbe poi dimostrato il proprio disappunto subissando di fischi la stessa Serena. In seguito a quell’episodio Richard ha promesso di non iscrivere piu’ le figlie al prestigioso torneo, suscitando disappunto fra gli organizzatori.

E’ comunque la prima volta che un esponente illustre del mondo del tennis parla cosi’ chiaramente di razzismo. Le autentiche bordate lanciate da Richard lasceranno sicuramente il segno in un ambiente gia’ contaminato da vari scandali inerenti scommesse e doping. Le pesanti accuse lanciate da Mr Willams sono probabilmente esagerate ed esposte nel tipico stile folkloristico che lo contraddistingue, ma forse una presa di posizione piu’ netta del massimo dirigente WTA rispetto ad episodi di presunto razzismo legati al tennis non avrebbe fatto male.

Per chi fosse interessato ad approfondire, la questione ha dato luogo a un ‘interessante discussione all’interno del forum di Tennis.com.

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34 Commenti a “Richard Williams a 360°.
Il mondo del tennis?
“Infarcito di pregiudizi”.
Le mie figlie? “Sempre le numero uno”.”

  1. lallo scrive:

    Se la Evert avesse preso i ‘prodotti’ che prendono le atlete di adesso probabilmente la palla la nascondeva lei a tutte le odierne. Dalla Seles in poi siamo finiti nel tennis medico e i confronti non valgono più.

  2. luca scrive:

    Concordo con il papà delle Williams sisters quando sostiene che le figlie “sono ancora le no 1 e che hanno anche “altri progetti”.
    Al massimo delle loro possibilità, non vedo come una come la Henin o la Sharapova possano fare più di tre games.
    E, mi dispiace ammetterlo nostalgico come sono, anche la Evert, la Austin e forse anche la Navratilova sarebbero state spazzate via senza opporre grandi resistenze dalle Williams.
    Ecco, Federer non è proporzionalmente così forte come le due sorelle Williams. E sono certo che, nel momento in cui comparirà un loro omologo al maschile, ogni discussione sul GOAT finirebbe sul nascere.

  3. Luigi Ansaloni scrive:

    Sono d’accordo in tutto con Luca. Se Serena avesse davvero voglia, le altre non avrebbero la minima possibilità di fermarla. E Venus farebbe la numero due, anche se di poco. Quando mi viene in mente il termine “ingiocabile” penso alla più giovane delle Williams all’apice: semplicemente di un altro pianeta. E sono anche d’accordo con Luca anche quando dice che proporzionalmente nemmeno Federer è così forte.

  4. +PSTN+ scrive:

    SE SE SE come no?
    Bisogna dimostrare sul campo con i risultati!
    Ti dedichi al tennis o fai altro, che si decidano.
    Se han già vinto troppo che si ritirino allora e facciano le manager dato che son così brave.
    Ritengo tutto ciò ridicolo e vergognoso.
    Umiltà sotto le scarpe, arroganza e presunzione a GO GO!!

    Purtroppo (o per fortuna) che fa fede è l’oggettività dei numeri più che le presunte ipotesi dei più oltre al padre protettivo.
    Son adulte o han ancora bisogno del paparino che le protegge?
    Ma per favore, ho sempre odiato i genitori di atleti troppo invadenti che si intromettono nelle interviste e non si fanno gli affari propri.
    Se uno è un atleta maggiorenne deve distogliersi dall’ala protettriva dei genitori.

  5. anto scrive:

    Quando però le sue figlie di colore incassano assegni da sei zeri da sponsor bianchi, allora tutto va bene, il razzismo non esiste più……….è semplicemente patetico quando dice che la Austin e la Evert non erano capaci di colpire la pallina, ma erano considerate campionesse perchè bianche. Strano che l’intervistatore non le abbia chiesto come mai Serena ha un fisico da culturista senza aver mai preso una vitamina in vita sua…..

  6. Voortrekker Boer scrive:

    I commenti sull’uomo bianco e buana di Richard Williams sono semplicemente rivoltanti. Qui il presunto razzismo non c’entra più, parla per dar aria alla bocca. Ha fatto del vittimismo un’arte.

    Williams proporzionalmente più forti di Federer? lo superano di soli due slam messe insieme.
    Il resto sono solo le solite e noiose chiacchere.

  7. Stefano (The original one) scrive:

    Bla bla bla… quanta aria inutilmente sprecata.
    Uomo bianco, cattivo.
    I media ce l’hanno con le mie figlie.
    Nel ghetto ci sono i veri campioni.
    Ma la migliore è sicuramente la Evert che non sa colpire la palla, una vera chicca :-)
    Ma d’altra parte non so cosa ci si possa aspettare da un individuo che ha preso ripetutamente a mazzate la moglie.

  8. Safinator scrive:

    Comunque e un dato di fatto che quando serena aveva voglia vinceva solo lei…

    Altro che Henin…

    La classifica reale sarebbe

    1)Serena
    2)Venus
    3)Mauresmo

    4)Sharapova

    5)le altre

  9. stefan scrive:

    Il ragionamento di Luca in cui confronta le Williams e Federer non regge. Certo, le Williams sono potenzialmente molto piu` forti delle avversarie, ma per il semplice motivo che hanno delle doti fisiche insolite per il genere femminile. Quelle due avranno in media 10 o 15 kg. di muscoli in piu` rispetto alla media e sono gli unici veri pesi massimi del circuito [ci sarebbe anche la Davenport, ma quella rimane un pachiderma]. Non credo che ci sara` mai tra gli uomini un singolo giocatore cosi` piu` forte rispetto agli altri a livello fisico, e se ci fosse, quell` esubero di potenza sarebbe inutile perche` tanto la pallina piu` di tanto non puo` viaggiare.

  10. riccardo scrive:

    quando si parla di potenzialmente in un atleta significa che in modo o nell’altro quell’atleta non riesce a raccogliere quante vittorie in teoria si penserebbe.
    Questo mi dispiace ma non è certo un merito, perchè cominciassimo con i se allora Mauresmo vincerebbe molto di più se non avesse la testa che ha, Federer si programmerebbe meglio se avesse un allenatore e vincerebbe ancora di più, così come Nadal che qualcuno dice che se prendesse un altro coach invece si zio Toni sarebbe più bravo sul cemento. Queste sono solo ipotesi che non dimostrano nulla, tantomeno che le williams potrebbero vincere di più se volessero. Credo che invece abbiano raccolto tutto quello che potevano compatibilmente al loro stato di salute, labile nel caso di Serena, e alla loro capacità di concentrazione sul tennis.
    Riguardo alle frasi di loro padre, su Evert non rispondo neppure, in merito al razzismo dimostra una certa ignoranza e faciloneria che di certo non gli fa onore e dimostra se ve ne fosse bisogno che il suo più grande pregio sia stato quello di essere il padre di due campionesse che altrimenti nessuno avrebbe mai ascoltato per le sue idee.

  11. Roberto Commentucci scrive:

    Sicuramente Richard Williams non ha la preparazione culturale, la limpidezza cristallina e la sottigliezza intellettuale di un Arthur Ashe. Sicuramente tira l’acqua al suo mulino.
    Tuttavia, io credo che nel merito dei problemi discussi abbia anche una certa ragione. Ho solo viaggiato negli Stati Uniti, non vissuto, e non conosco bene la società di quel paese. Ma da quel che ho visto, letto, ascoltato, temo che la discriminazione razziale sia ancora uno dei problemi più gravi di quella democrazia.
    Allo stesso modo, il sostenere con orgoglio che moltissimi ragazzi neri, fisicamente eccezionali, potrebbero divenire dei grandi campioni di tennis, se solo avessero accesso ad un addestramento di qualità, mi pare una posizione altrettanto condivisibile. Non c’è dubbio che nel tennis certi steccati sono rimasti in piedi più a lungo che altrove. Nel basket americano, la discriminazione razziale fu sostanzialmente superata già a metà degli anni ‘60, quando un coraggioso coach portò per la prima volta una squadra composta da soli neri alla conquista del titolo universitario (storia raccontata da un recente film). Nel football accadde all’incirca lo stesso.
    Nel tennis, sport elitario per eccellenza, le cose non sono andate nello stesso modo.
    Io sono d’accordo con Richard Wiliams quando dice che nei ghetti vi sono molte altre Venus e Serena.
    E credo anche che buona parte dei fischi alle sorellone, prima di alcune delle tante finali che giocarono una contro l’altra, fossero un modo molto poco civile di esprimere il disappunto dei più per una superiorità fisica, prima che tecnica, assolutamente incontrovertibile.
    E infine, resto del parere che Serena Williams in alcune prestazioni del suo anno migliore (il 2002) abbia espresso un livello di gioco che non è stato più raggiunto da nessuna altra atleta.
    Non a caso, le due sorelle segnano un autentico spartiacque nel tennis femminile. Piaccia o no, dopo il loro arrivo tutto è cambiato, e tutti gli schemi di allenamento fisico, tattica, strategia, preparazione atletica, sono stati rivisti.
    Comunque vada, il discutibile Richard Williams si è guadagnato il suo posto nella storia del nostro sport.

  12. Giovanni da Roussillon scrive:

    Williams senior è probabilmente in stato di confusione. Quei “cattivoni” dei media non avrebbero per niente scalfito la famiglia, preparata agli attacchi. Lui, di colore, nutre da quando vive molti pregiudizi verso l’uomo di razza bianca, da cui è da sempre sprezzato; ed ecco che William senior ricontraccambia aggiungendovi gli interessi. Le figlie non sono mai state, né saranno, veramente accettate nel mondo del tennis, mondaccio che tuttavia le compensa lautamente anziché le meno fortunate del ghetto. Inoltre poco importa se siano le numero uno e due, altresì le considera numero uno e due, salvo che le migliori (0?, -1?) non stanno alla portata dei nostri occhi.

    In ogni caso qualcosa utile alla riflessione ci viene trasmesso da Williams senior. Il tennis, alla stessa stregua di ogni manifestazione vitale di oggi, suscita pensieri e reazioni infarcite sovente di preconcetti, nostri. Per “scrostarci” non è allora il mondo tennis l’oggetto da focalizzare, ma noi presi uno ad uno.
    Chloé de Lissier, che purtroppo non si lascia leggere da tempo (l’interruzione non si prolungherà per troppo tempo, spero vivamente; non si avverte la mancanza dei suoi interventi ficcanti?), Chloé de Lissier, dicevo, mi troverebbe magari un po’ troppo curiale. Ma mi viene così.

  13. Safinator scrive:

    In ogni caso….mi pare che il razzista prevenuto sia proprio il signor williams..

  14. dyana scrive:

    Ma da quando è Richard Williams “un esponente illustre del mondo del tennis”?! Nel tennis maschile com’è che non ci sono tutte queste lamentele dei papà dei giocatori di colore?
    Poi, per quanto sia stato bravo a scegliere il percorso di vita delle sue figlie, forse dovrebbe lasciarle fare un po’ di testa loro, oramai. E permettere a McEnroe e Navartilova di continuare a commentare il tennis, è la loro scelta, saranno pure abbastanza maturi da sapere cosa vogliono fare da grandi.
    Comunque a leggere tra te righe il messaggio che traspare è piuttosto triste. Questa persona, indipendentemente da quanto raggiunto nella vita, non si sentirà mai abbastanza accettata dal mondo. Però questo è egregiamente un problema suo, non del mondo.

  15. enzo cherici scrive:

    Ma il Williams che ci da queste lezioni di comportamento è lo stesso che prendeva a randellate la moglie? o si tratta di uno spiacevole caso di omonimia? Ma per favore…

  16. stefano grazia scrive:

    Sull’argomento Richard Williams invito prima di tutto tutti ad andare a leggersi quanto scritto da Jon Wertheim alcune settimane fa. Sottoscrivo in pieno. Il fatto che nei ghetti (o in Africa) vi siano alcune o anche molte potenziali Williams e’ indubbio ma non e’ un fatto di razzismo il fatto che non emergano bensi’ una questione di economia e di scelte (molti atleti afroamericani sceglieranno il basket ed ora anche il golf). Qui bisogna comunque fare attenzione, sulla questione del razzismo. Che e’ indubbiamente ancora presente nella societa’ e che e’ una cosa vile soprattutto quando e’ strisciante ma non deve assolutamente trasformarsi in politically correctness ed impedirci poi di esprimere quello che pensiamo nel timore di offendere l’altro in quanto, casualmente, con la pelle di un altro colore. E’ una cosa che mi capitava talvolta di essere accusato ingiustamente di razzismo, a me che vivo in africa e che sono tutto fuorche’ razzista e ho un figlio che porta anche il nome,Donovan, del mio fratello di sangue e windsurf jamaicano (il nome completo di mio figlio e’ Nicholas George Donovan). Ma non e’ raro sentirsi dire, quando stai dando dello stronzo a uno che ha fatto una stronzata: ah,mi dici cosi’ perche’ sono nero…NO!!!!TI DICO COSI’ PERCHE’ SEI STRONZO!!! E TE LO DIREI ANCHE SE TU FOSSI BIANCO,VERDE,GIALLO…Poi magari mi sbaglio e se me lo dimostri chiedero’ scusa… Ma non posso trattenermi dal dirti che sei stronzo solo perche’ sei nero…
    Con questo modo di fare, devo dire, e dal fatto che stronzo l’ho dato anche a tantissimi bianchi,alla fine in africa ci ho vissuto bene e forse sono stato apprezzato anche piu’ di tanti altri piu’ o meno ipocriti…Invito (nuovamente!) a leggersi anche Africa di Bartholomeus Grill,edizioni Fandango che non c’entra niente col razzismo negli US ma aiuta a liberarsi di certi stereotipi sul continente nero.Ritornando alle Sis e ricordando che all’inizio io ero un entusiasta soprattutto di Venus, mi verrebbe da dire che chi e’ causa del suo mal pianga se stesso e che se sono diventate progressivamente antipatiche a mezzo mondo potrebbe anche essere dovuto al fatto che, invece che nere, sono semplicemente antipatiche (non si mescolano con le altre, non stringono amicizie, si fanno i fatti loro, hanno i loro giri, e in piu’ si sa, e’ la solitudine di chi ha successo, bianco nero o giallo,e suscta ammirazione ma anche invidie e gelosie, e solo Federer, tutto sommato, un po’ l’ha scampata… Devo pero’ ammettere che alla progressiva e istintiva antipatia che si e’ instaurata dopo l’iniziale entusiasmo, oppongo generalmente il raziocinio e mi dico che si,tutto sommato, le Sis hanno poi il diritto di fare quel cavolaccio che vogliono cosi’ come Volandri e Starace hanno il sacrosanto diritto di giocare,se vogliono, tutti i tornei sul rosso e di preferire il challenger di Napoli a un Masters…e’ la loro,di vita, quella che vivono e non devono nulla ai tifosi…devono qualcosa agli sponsors o alle federazioni se li hanno aiutati ma se Serena a un certo punto ha voglia di pendersi un breal e provare a recitare, sono fatti suoi…Se pero’ si veste in maniera pacchiana sul central court, dice delle cavolate in ala stampa o da Bollettieri fa la Diva impedendo a chiunque di avvicinarsi (da Bollettieri, dove tutti in fondo sono quasi colleghi!), mandando avanti le body Guard a fendere la folla di ragazzini…boh, e’ anche un mio diritto considerarla antipatica anche se e’ nera…Poi voi direte che anche la Henin e’ antipatica…Ok, cosa devo fare? Costringermi a tifare Serena perche’ e’ nera? Quello si che e’ razzismo viscido e strisciante…E’ questo che mi piacerebbe vedere invece: cosi’ come spesso tifosi bianchi tifano per atleti di colore (da Michael jordan a Arthur Ashe a Tiger Woods a Blake), vedere anche tifosi afroamericani NON sentirsi obbligati a tifare necessariamente per Serena o Venus quando giocano contro la Henin…(Cosi’ come io non mi sento obbligato a tifare un giocatore italiano se gioca contro il mio giocatore preferito o l’Italia del football se giocava contro la Grande Olanda di Neskens e Cruyiff o il Brazil di Pele’ e Tostao o quello di Zico,Falcao e Socrates (si quella volta mi ando’ male) o la Francia di Giresse,Tigana’ e Platini mentre ho tifato sempre e comunque tutte le squadre di Sacchi…Ma non voglio entrare di nuovo in affettuosa diatriba (non polemica,eh!) con Roberto (che comunque ha ragione anche lui e sono d’accordo sul bene che farebbe a tutto il movimento avere un grande tennista italiano tipo Pietrangeli e Panatta…ma portate pazienza,the times are gonna a-change, un nuovo vento sta per spirare, il vento dei Miccini e dei Quinzi, giocatori che sono italiani ma che dovrebbero ormai essere considerati apolidi, e altri ne seguiranno…)….Poi,tornando a Richard Williams… “Le pesanti accuse lanciate da Mr Willams sono probabilmente esagerate ed esposte nel tipico stile folkloristico che lo contraddistingue, ma forse una presa di posizione piu’ netta del massimo dirigente WTA rispetto ad episodi di presunto razzismo legati al tennis non avrebbe fatto male.”
    Non sono d’accordo.Se e’ presunto, che posizione doveva prendere Scott? A prescindere dal fatto che Richard Wlliams e’ un notorio e riconosciuto imbroglione,bugiardo,fedigrafo e woman beater (non lo dico io, lo scrive Jon wertheim commentando qualche sett fa proprio questa intervista rilasciata durante il torneo che le Sisters avevano giocato in India).Ma non e’ Richard Williams,uno che si professa razzista pieno di pregiudizi, una figura attendibile. Il fatto e’ che io, che pure in quanto Coordinatore di Genitori & Figli, in quanto tennis parents avrei da simpatizzare con Papa’ williams,in realta’ non lo apprezzo ma non in quanto nero bensi’ in quanto proprio Richard Williams, per quello che dice e per quello che fa. Il fatto e’ che anche qui sta succedendo il contrario : che proprio perche’ uno e’ razzista dentro non osa piu’ dire a un Richard williams qualunque che sta dicendo delle stronzate per la paura di essere accusato di razzismo! Non sono d’accordo dunque con l’impostazione dell’articolo come non sono d’accordo sulle quote nere nella squadra di rugby nazionale del Sud africa (gli Springboks) o sulle Quote Rosa nella politica italiana…Trovo che questo sia il vero razzismo e non la solita continua autocommiserazione. Se c’e’ un episodio di razzismo, che questo venga stigmatizzato ma non arriviamo al punto della stolida ipocrisia/politically correctness per cui ti devi financo sentire in colpa se usi la parola nero per definire una persona che in effetti e’ di pelle scura…Ricordo,ai tempi dei fischi a Serena a IW, che lei disse: Ho l’impressione che le altre ragazze del circuito non ci vogliano vedere in finale…AL CHE Lindsay Davenport osservo’ giustamente che certo, ma solo perche’ vorrebbero esserci loro,in finale…
    Poi ci possono essere gelosie e invidie, ma ci sarebbero state anche se fossero state bianche…Il fatto e’ che le Sisters non sono mai state troppo simpatiche, non hanno mai fatto comunella con le altre, le hanno sempre trattate con arroganza dall’alto verso il basso da NOI CONTRO TUTTI! e di questo han fatto la loro forza…non possono poi lamentarsi se adesso nessuno le caga…Chanda rubin, che viene da famiglia nera e bene educata, non ha mai avuto i loro problemi…Del resto io ricordo benissimo 6,7 anni fa nello spogliatoio dell’ikoyi Club di Lagos aver ascoltato alcuni Nigeriani (professori,avvocati,professionisti) criticare pesantemente i genitori delle williams in quanto gli stavano facendo fare una figura barbinma (riferendosi a Oracene con la sua pacchiana parrucca bionda…Ora la stessa cosa io la direi a proposito della Mamma (bianca) di Maradona che ad Agosto fu ricevuta dal Papa e gli si presento’ in pelliccia…Non e’ questione di colore, e’ questione di affinita’ elettive…Arthur Ashe e Connors? Henry Thierry e Totti? Will Smith o Colin Farrel? Dieci,cento,mille volte Ashe,Will Smith e Thierry per uscirci a cena nell’eventualita’ di diventarci amico…Ma io credo che sarebbe ora di darsi una mossa di andare oltre i colori e le nazionalita’ di appartenenza e giudicare tutti in base quel che fanno e quel che dicono…Mr Williams si e’ un po’ squalificato da solo,ahime’. Peccato, perche’ in effetti nel portare due figlie a diventare le due piu’ forti giocatrici della loro epoca qualche merito lo deve avere avuto anche lui….

  17. Voortrekker Boer scrive:

    I commenti di Richard Williams appartengono a un epoca ormai scomparsa, Quella della segregazione razziale. Teme forse che la sua mega-villa in Saint Cloud Road a Bel-Air possa essere ancora vittima degli incendi del Ku Klux Klan? O che qualche giovane cow-boy del Texas non ceda gli ceda il posto sull’autobus (se mai lo prendesse) in virtù della sua anzianità

    P.S. Comentucci forse sarebbe meglio andare oltre i film di Hollywood.
    La vicenda citata è quella dei Texas Miners durante il campionato NCAA 1966.
    Il vero protagonista, Don Haskins ha preso nettamente le distanze da quel film condannando l’atmosfera di certe scene del tutto gratuite e atte a esasperare un’atmosfera razzista fine a se stessa (in quel film si vedono arene piene di tifosi,dimenticando forse che negli anni 60 il basket universitario aveva un audience bassissima e si giocava perlopiù in delle palestre, la copertura televisiva non esisteva e a volte mancava pure quella radiofonica). Personaggi come Pat Riley e Louie Dampier (icone del basket NBA) hanno condannato la mistificazione dei personaggi avvenuta in quel film: ovvero quella di coach Rupp della Kentuky University dipinto come un volgare razzista quando in realtà era una persona completamente diversa.Quindi forse è meglio documentarsi piuttosto che affidarsi ai film di Hollywood che su questi argomenti sono spessi intrisi di iporcirsia.

    P.P.S.
    Parecchi giocatori di colore militavano già nella NBA a aprtire dalla fine degli anni ‘40
    prendendo le stesse paghe dei colleghi bianchi. Nei playoff 1959 la headline dei New York Knikerbockers era composta da quattro giocatori neri titolari e tre di riserva, gli altri 5 erano bianchi.

    P.P.P.S.Avendo letto tutti i suoi libri, non oso immaginare quel che avrebbe detto un persona intelligente come Arthur Ashe di un individuo come Richard Williams, ovvero un violento (chiedere a mamma Oracene) e pessimo showman prestato al tennis.

  18. Voortrekker Boer scrive:

    Per Roberto Comentucci:

    Il film Glory Road a cui ti riferisci è una mistificazione bella e buona. Il protagonista della vicenda Don Haskins (cioè l’allenatore dei Texas Miners) ha preso pubblicamente le distanze dal film nel quale si è volutamente esagerato nell’amplificare le tensioni razziste. Far passare poi per razzisti persone come Adolph Rupp (coach di Kentuky), Pat Riley e Louie Dampier non è altro che una misitificazione bella e buona.
    Il film in chiara vena Hollywood (regista e produttore sono i re dei blockbuster movie) è pieno di errori: negli anni 60 le squadre di NCAA non giocavano affatto in palazzetti come quelli del film (pieni stranamente solo di tifosi razzisti) ma giocavno spesso e volentieri in palestre poco spaziose. Inoltre la risonanza mediatica di quei match (e dell’intero campionato NCAA) non era assolutamente così diffusa, specie se paragonata a oggi, (la copertura radiofonica iniziò alla fine dei 60 e quella televisiva nel 75).
    Giocatori neri giocavano già da tempo e con successo nel basket pro ben prima del 1966. I New York Knikerbockers nel 1959 schiarerano durante i play-off NBA una squadra con 4 titolari di colore su 5, più 3 di riserva.

    I piangistei di Richard Williams appartengono ad un epoca che non c’è più, quella delle segregazione.
    Egli non è altro che un violento (chiedere a mamma Oracene) showman prestato al tennis con grosse manie di persecuzione e sussulti di vittimismo.

    Avendo letto tutti i suoi libri e essendomi fatto una certa opinione su come la pensasse su certe cose una persona intelligente e perspicace come Arthur Ashe, non oso immaginare cosa avrebbe detto di un pessimo individuo quale è Richard Williams.

  19. Roberto Commentucci scrive:

    Si Voortrekker, è proprio quello il flm che avevo in mente, ma non ne ricordavo il titolo. Ti ringrazio per le tue precisazioni, che derivano da una più profonda conoscenza dei fatti (confesso la mia ignoranza in tema di storia del basket universitario americano).
    Sul fatto che Richard Williams sia un tipo del tutto discutibile, sono d’accordo.
    Sul fatto che l’epoca della segregazione e della discriminazione razziale negli USA sia definitivamente alle spalle, mi resta qualche dubbio.
    Grazie comunque per le preziose notizie.

  20. remo scrive:

    Evert e Austin appartengono a un tennis che non esiste più. Oggi non vincerebbero nemmeno contro la numero 50 del mondo e questo accade anche perché, in effetti, le Williams hanno fatto da spartiacque costringendo le avversarie a curare l’aspetto fisico oltre a quello tecnico. Se così non fosse nemmeno Justine Henin, sublime in quanto a classe, non sarebbe diventata numero 1. Ed è solo uno dei tanti esempi.
    In quanto a Richard, basta guardarlo mentre si rigira lo stuzzicadenti tra le labbra per verificarne l’apparente disprezzo verso il mondo che pare animarlo. A me, che peraltro apprezzo molto le figlie, le sue affermazioni (del resto già sentite in passato) appaiono eccessive e talvolta fuori luogo.

  21. enzo cherici scrive:

    Remo, permettimi di dissentire pacamente :-)
    A mio avviso è stata la Graf a fare da spartiacque nel tennis femminile. Il primo colpo mortifero (il dritto) appartiene a Steffi, non alle Williams. Il concetto di preparazione fisica portato all’ennesima potenza è nato con la Graf. E non mi si venga a dire che la Graf oggi le prenderebbe dalla 50 del mondo perché smetto di ridere dopodomani. Anzi, proprio a dirla tutta, in uno dei suoi ultimi match, quarti di Wimbledon 1999, l’ottima Steffi s’è tolta lo sfizio di battere proprio Venus 6-4 al terzo, prima di arrendersi alla Davenport in finale. Non oso pensare cosa sarebbe successo contro la Graf d’annata delle stagioni 87-90 o contro la Seles pre-infortunio. Insomma, bravissime le Williams, esaltiamole il giusto, ma occhio a non denigrare troppo le altre ;-)

  22. tilden scrive:

    Non dimenticate e questo specialmente per Stefano Grazia che Richard Williams é il più grande coach mai esistito nella storia del tennis. Richard ha sostituito le pillole anticoncezionali alla moglie per farla rimanere incinta ed allevare non una ma due campionesse di tennis. Ed il signor Williams é qualcuno che non ha mai giocato a tennis in vita sua. Dal nulla ha creato due numeri uno del mondo. Si potrebbe pensare alla casualità (il campione diceva Galgani ce lo manda madre natura) se una sola delle sorella fosse diventata una campionessa, ma due numeri uno del mondo vanno oltre qualsiasi calcolo delle probabilità. Richard Williams ha veramente creato dal nulla due atlete capaci di vincere insieme 14 slam . Fine tutto il resto é noia .
    La rubrica Genitori e figli dovrebbe essere umilmente chiusa e tutti noi andare prendere lezione da Richard Williams.

  23. Roberto Commentucci scrive:

    Enzo permettimi di dissentire pacatamente…(faccina, che non so mettere)

    Steffi è stata una grandissima campionessa e una grandissima atleta (tra l’altro a Seul, nel villaggio olimpico, le fecero fare per scherzo i 400 ostacoli e lei fece il tempo minimo per le olimpiadi!). Tuttavia, il gioco si evolve rapidamente, e quello femminile si è evoluto moltissimo tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni 2000. La stessa Steffi, che pagava il limite di poter picchiare da un solo lato, era già in difficoltà, fino alla terribile vicenda Gunther Parche, con l’arrivo della Seles, che picchiava da ambo i lati, e ci perdeva su tre superfici su quattro (si difendeva solo su erba, dove il suo slice di rovescio era molto redditizio).

    Le Williams, al loro meglio, potevano picchiare quasi con lo stesso anticipo della Seles, e con una potenza ben maggiore. In più, erano mobilissime (specie Serena) ed entrambe dotate di un servizio superiore a quello della Graf o della Seles. In particolare la seconda di servizio di Serena credo sia la migliore seconda della storia del tennis femminile, mentre Venus ha ottenuto velocità medie sulla prima ben più elevate di quelle che facevano registrare le top ten di fine anni ‘80.
    La grande rivoluzione delle Williams è stata quella di unire la potenza alla velocità (che invece mancava alla Davenport), e alla completezza tecnica (potevano picchiare da entrambi i lati, al contrario della Graf).
    Ciò detto, Steffi è stata una grandissima. Ma con le velocità di oggi, non avrebbe mai potuto coprire 4/5 di campo con il diritto, nonostante le sue fantastiche (e anche bellissime) gambe.
    Chissà, forse si sarebbe decisa a tirare il rovescio coperto, che le vidi eseguire benissimo in allenamento, e che in partita invece aveva spesso paura di giocare…

  24. enzo cherici scrive:

    Tutto giusto Roberto, ma allora come si spiega che Steffi è 3-2 con Venus e 1-1 con Serena? Fossero così superiori dovrebbero essere 5-0 e 2-0. E invece nessuna delle due ha un bilancio favorevole con la Graf. E parliamo di una Graf ormai in parabola discendente e non più al meglio. Non c’è la prova contraria (purtroppo) ma continuo a pensare che entrambe le William contro la vera Graf avrebbero vinto massimo 2 volte su 10. È vero che Steffi giocava il rovescio soltanto con lo slice, ma era un colpo talmente velenoso (e sconosciuto in campo femminile) che le Williams difficilmente avrebbero domato. Sulla questione Seles sono d’accordo con te. Infatti ritengo la miglior Seles molto superiore ad entrambe le Williams :-)

  25. Voortrekker Boer scrive:

    La segregazione razziale (ossia luoghi pubblici, cariche politiche e manageriali interdette “per legge” ai neri) non esiste più negli Stati Uniti dalla fine degli anni ‘60 una serie di sentenze (Brown vs Board of Education) hanno fatto cadere de facto tutte le norme segregazionali. Ricordo che persone di colore hanno raggiunto cariche importanti nella politica (due segretari di stato e più di 150 congressmen) e nelle multinazionali.

    Per quanto riguarda la discriminazione sono d’accordo, ma gli Stati Uniti non sono certo il paese dove il vulnus discriminatorio è maggiore, basti pensare all’Inghilterra, non importa se quella laburista di Blair o conservatrice della Tatcher, ma dove comunque i figli di immigrati pakistani,indiani e caraibici pur essendo 100% britannici e formalmente eleggibili sono di fatto esclusi da qualsiasi carica politica. E così accade in altri paesi europei dove sono presenti larghi strati di popolazione figlia di immigrati ma nata,cresciuta ed educata nell’Unione Europea.
    Per quanto riguarda i metodi di segregazione penso che gli europei dovrebbero riflettere un attimo prima di trovar le pulci agli americani visto che la ghettizzazione e i prodromi dell’ apartheid sudafricano e rodhesiano provengono direttamente dalle nazioni considerate tra le più “civili” d’Europa.

    Per quanto riguarda Richard Williams egli resta ai miei occhi un vittimista e un provocatore che vuole seminare malumore in un mondo che lui considera ancora “bianco” quando invece oggi è del tutto race-off, ma lui insiste con queste sue uscite che lo rendono ridicolo e piuttosto triste agli occhi di chi lo ascolta.

  26. angelica scrive:

    tilden, un uomo che picchia una donna non merita nè rispetto nè distinzioni di qualsiasi tipo.

  27. madmax scrive:

    il pregiudizio purtroppo fa parte di questo mondo ed anche il nostro blog non ne è esente…

    prima di tutto basterebbe aver vissuto un po’ negli states (non come turisti) per sapere che il problema razzismo lì è ancora parecchio sentito, soprattutto in certe zone. dopodichè un po’ tutte le minoranze si lamentano, peccato che la colpa sia di chi cerca di metterli sotto…che poi le istituzioni tennistiche non vedano di buon occhio chi crea campioni senza il loro aiuto e poi lo dice anche ai quattro venti, beh non c’è bisogno di andare fino in USA….FIT DOCET. tennisticamente…. io non so come abbia fatto, certo è che uno che crea due numeri 1 del mondo non può essere in nessun modo attaccato!! in ultimo.. e perchè mai la rubrica genitori e figli dovrebbe essere chiusa? eventualmente lo potranno fare (ma magari ci sarà qualcun altro che avrà idee diverse) tra una decina d’anni, mai mettere il carro davanti ai buoi, anche perchè quando richard williams diceva che aveva due figlie che sarebbero arrivate in vetta alla wta tutti gli davano del pazzo…

  28. Luca Labadini scrive:

    Soltanto una breve risposta a Stefano Grazia che non si dichiara d’accordo sull’impostazione dell’ articolo e alle parole ” Le pesanti accuse lanciate da Mr Willams sono probabilmente esagerate ed esposte nel tipico stile folkloristico che lo contraddistingue, ma forse una presa di posizione piu’ netta del massimo dirigente WTA rispetto ad episodi di presunto razzismo legati al tennis non avrebbe fatto male. Con questo intendevo semplicemente dire che avrei preferito sentir dire dal massimo dirigente della Wta qualcosa di meglio di ” In passato avevo piu’ volte invitato Mr Williams a volermi avvertire nel caso fosse incappato in episodi di natura razzista legati al mondo del tennis”. Non mi e’ sembrata una difesa del tutto convincente, e credo che come me non abbia convinto molti altri. Tutto qui. Saluti a tutti

  29. stefano grazia per tilden scrive:

    TILDEN: La rubrica Genitori e figli dovrebbe essere umilmente chiusa e tutti noi andare prendere lezione da Richard Williams.

    Scusa di che? Ma scusa,o sei fuori o ce l’hai per partito preso con noi di Genitori & Figli …A parte il fatto che uno potrebbe essere il piu’ grande coach derl mondo e rimanere comunque un imbroglione, bugiardo,fedigrafo e battitore di mogli e quindi perche’ mai io dovrei andare a lezione da lui? Eppoi: Ma se ho detto che pur partendo dal fatto che ci accomuna, (Essere Genitori e Coach), e quindi da una base di simpatia, quello che ha fatto e detto Richard Williams negli anni a seguire ha modificato il mio giudiziuo che e’ quello espresso esemplarmente da Jon Wertheim. Che poi Richard Williams sia riuscito a creare due numeri uno nella stessa covata la dice lunga,secondo me, sull’effettivo ruolo del Coach Tradizionale confermando quindi quanto andiamo dicendoi da tempo su Genitori & Figli e confermando anche che Tilden o non la legge, la rubrica, o se la legge non ha mai compreso di cosa stavamo parlando.

  30. stefano grazia scrive:

    Mad Max: uno che crea due numeri 1 del mondo non può essere in nessun modo attaccato!!
    Non potra’ essere attaccato come Coach ma come essere umano si. Per cui grazie tante ma io,per esempio, mi tengo Yuri ma non venitemi a dire che lo scelgo perche’ e’ bianco…Era questo il concetto di fondo: poter scegliere chi ti pare,in base alle affinita’ elettive, senza essere per forza tacciato di razzismo dalla persona di colore e dal politically correct se scegli il bianco… (Ok,Angelica: lasciamo stare le battute sulla scelta di Yuri, era per fare un esempio…pur con tutti i suoi difetti, temo ahime’, che per cultura,background,affinita’ elettive,impostazioni di vita, linguaggio e anche per il piccolo particolare che non sono un truffatore ne’ un picchiatore di donne, mi troverei meglio a cena con Sharapov che con Williams…ma le avete mai lette le trascrizioni integrali delle sue interviste? Leggetevi Venus Envy,il libro che Wertheim aveva dedicato al Tour Femminile qualche anno fa (quando tra l’altro ancora non si era espresso in termini cosi’ negativi su papa’ williams)
    Luca Labadini: Cosa doveva dire Scott, tra l’altro elogiato per il suo intervento da Wertheim che l’ha inserito nella sua pagella settimanale fra gli Ads IN proprio per quell’intervento? Williams e’ sempre li’ a lanciare ad arte i suoi sassi nello stagno, a lamentarsi in astratto senza portare fatti concreti, mettendo sempre in cattiva luce gli altri che secondo lui congiurerebbero contro lui e le sue figlie… Ma l’avete mai sentito Tiger Woods o suo padre lamentarsi in questo modo, in uno sport che tra l’altro dovtrebbe essere molto piu’ chiuso,aristocratico,patrizio,perfino razzista del tennis? Parlare del razzismo e contro il razzismo e’ un conto ed e’ doveroso (il razzismo esiste dall’una e dall’altra parte e magari non ci crederete mai ma esiste anche e soprattutto fra popoli africani (del resto perche’ meravigliarsi? tedeschi,inglesi e francesi se le sono date di santa ragione anche loro per secoli) e il razzismo in tutte le sue forme deve essere combattuto. Mettersi al centro di una congiura razzista quando si e’ un Williams…Mi ricordo Larry Holmes quando disse: Anch’io sono stato un negro una volta…quando ero povero.
    Comunque dare della scamorze alla Evert e alla Austin gia’ la dice tutta…(approffitto anche per dissentire da Roberto…Secondo me la Graf aveva tutte le carte in regola per battere le Williams. Se l’avesse fatto o no e’ un altro discorso. Ma Graf,Evert e Navratilova con le nuove racchette e la preparazione fisica di oggi qualche slam l’avrebbero vinto anche con le Williams. E poi aggiungerei che la prima davvero a utilizzare la Preparazione Atletica come Arma Letale non fu la Graf bensi’ la Navratilova che come il suo connazionale Lendl a un certo punto letteralmente scolpi’ il suo corpo rimodellandolo e trasformandolo il che gli permise di dominare fino all’avvento di Steffi, piu’ giovane e piu’ atleta naturale.

  31. madmax scrive:

    beh credo sia evidente che intendevo il coach e non l’uomo…anche se a furia di subire alla fine anche il più santo dei santi prima o poi non ci sta più…figuriamoci quando uno santo non è…

  32. stefano grazia scrive:

    E comunque,max, Papa’ Williamsprobabilmente il Coach non l’ha mai fatto davvero…faceva il Genitore/Manager e affidava le proprie bimbe a chi riteneva facesse al caso suo…Gia’ a 8-9 anni le Sis erano alla Rick Macci Academy…e non credo che Williams abbia influito sulla parte tecnica…Sicuramente e’ stato un grande Motivatore e un grande PR (anche se questo mi lascia sempre esterefatto perche’ leggendo i ritratti che ne fanno giornalisti diversi, anche quelli che ne parlano bene,uno non riesce a capacitarsi…)Comunque lui ha davvero creduto fortemente creduto nel suo sogno visione e il credere fortissimamente crederci, noi di G&F lo sappiamo, e’ la condicio sine qua non affinche’ il sogno si avveri…Per me d’altro canto e’ anche la prova inconfutabile che si da troppa importanza al ruolo del Coach nel tennis moderno rispetto,per esempio, a quello del Genitore e/o Manager.

  33. madmax scrive:

    stefano sono d’accordo e diciamo più o meno la stessa cosa. io però la figura del genitore/manager la considero assimilabile a quella del coach nel senso che un genitore sceglie il coach secondo il proprio credo tennistico…è evidente poi che se uno non è un pazzo i colpi li fa insegnare ai maestri…dopo aver precisato però (almeno nel mio caso) che deve giocare piatto ed in anticipo!!

  34. remo scrive:

    Per Enzo: il rovescio slice lo giocava anche la Navratilova (dietro il quale spesso attaccava e con risultati eccellenti) e, all’occorrenza, pure la Sabatini. Per quanto riguarda gli head-to-head tra Steffi e le sorelle forse hai sottovalutato un aspetto: nel 1999 la tedesca non era affatto, come dici tu, in parabola discendente. O meglio, lo era (si ritirò proprio quell’anno a San Diego contro la Frazier e non giocò più), ma non in senso letterale in quanto in quella stagione i suoi risultati furono piuttosto eloquenti: semi a Sydney, quarti a Melbourne e a Tokyo, semi ad Hannover, finale a Indian Wells, semi a Key Biscayne, quarti a Berlino, vittoria al Roland Garros e finale a Wimbledon. Aggiungo: al momento del ritiro era numero 3 delle classifiche mondiali!
    Dal canto loro, quando hanno affrontato la Graf le Williams erano all’inizio della loro carriera e non avevano ancora vinto nemmeno un titolo dello Slam.
    Insomma, i confronti tra giocatori e giocatrici di epoche diverse sono spesso ardui e non c’è dubbio che la Graf, con la sua straordinaria mobilità, due ottimi colpi (servizio e dritto) e un rovescio che non hai mai dovuto (o voluto o entrambe le cose) perfezionare, sia stata un punto di riferimento per la sua epoca e abbia fatto compiere al tennis femminile un balzo di qualità - insieme a Monica, finché Parke non l’ha accoltellata. Però credo, come sottolinea giustamente Roberto, che nel frattempo le giocatrici siano ulteriormente progredite sul piano fisico e della potenza dei colpi. Ecco perché penso che, al giorno d’oggi, la Graf del Grande Slam rischierebbe di perdere anche contro la numero 10 o 15. Ma magari mi sbaglio.

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