La scelta di Sorella Andrea.
Diventata suora la Jaeger spara a zero sul tennis

 
21 Aprile 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

“Coca, steroidi, quante ne ho viste”

Subito sotto articoli di Rino Tommasi, Michele Fimiani e Giorgio Spalluto sulla seconda giornata di gare a Montecarlo.

Rimpianti per il tennis, nessuno. Sorella Andrea non ha dubbi: “Dio voleva che facessi altre cose. Aiutare i bambini. È questo che amo fare”. Ha preso i voti il 16 settembre 2006, al gonnellino bianco della grande tennista che fu ha sostituito l’abito nero della suora. Le copre anche i capelli. “Visitavo un monastero, e la mia guida era Caterina da Siena, la protettrice di tutti i poveri e di tutti i sofferenti…dovevo farlo”.
I ricordi del suo passato di campionessa assomigliano più a incubi che a momenti di letizia. Del mondo del tennis, che dipinge “quasi come un inferno”, le sono rimasti impressi più gli aspetti negativi di quelli felici. Allora davvero spensierata non era mai riuscita ad esserlo, sospinta ad allenarsi duramente e incessantemente da un padre ex pugile, vero padre-padrone allenatore come ce ne sono stati tanti nel tennis (papà Pierce, papà Williams…) che non esitava a picchiarla se non faceva quello che diceva lui, se perdeva una partita che a suo giudizio avrebbe dovuto vincere.
Treccine bionde fin sui fianchi, grandi brufoli, Andrea Jaeger, l’aria un po’ sbruffoncella che hanno tutti i ragazzini nati per vincere, fece la sua comparsa con la racchetta in mano negli anni Ottanta, già professionista a 14 anni. I cronisti dell’epoca con scarsa fantasia la definirono “l’ultima bambina prodigio”. D’altra parte come chiamare una ragazzina che tirava grandi spazzolate di rovescio a due mani, che a 15 anni era semifinalista all’US Open, a 16 semifinalista al Roland Garros e numero due del mondo, a 17 finalista a Parigi e a 18 a Wimbledon e di cui si parlava come della nuova Chris Evert?
Ma già a 15 anni, durante una visita all’Helen Hayes Hospital di West Haverstraw, vicino a New York, Andrea aveva toccato con mano la sofferenza dei giovani malati di cancro. E ne era rimasta profondamente turbata. “Ero andata a portare dei regali, ma fui io a ricevere un dono…c’era un bambino con le mani steccate che voleva giocare ai videogame con me, una ragazza calva per la chemioterapia che mi chiese di accarezzarle la testa, un’altra che ballava con il suo bastone per sostenersi. Pensai subito… da grande impiegherò la mia vita per aiutare bambini come questi”.
Ma Andrea non ebbe bisogno di aspettare tanto, di diventare grande. La sua carriera tennistica fu di breve durata per tutta una serie di infortuni… Oggi magari li si attribuiranno a un Destino Superiore. Allora invece sembrava sfortuna, destino infame. Prima un’ernia del disco, poi una spalla semidistrutta, sei interventi chirurgici forse conseguenti a quella forsennata attività agonistica cominciata troppo presto per mantenere una famiglia più povera che agiata.
Ma Andrea visse la fine della sua stagione tennistica come l’inizio di una nuova vita. Molto religiosa, certamente donna di grandi tensioni morali, si laureò in teologia. “Eppure i miei genitori non mettevano mai piede in chiesa, in casa non esistesse neppure una Bibbia…, ma per qualche ragione sentivo che Dio mi aveva fatto il regalo della fede. Ho imparato le preghiere da sola, forse dalla tv, e nessuno della mia famiglia sapeva che io pregavo ogni giorno”.
Con i dollari guadagnati nel tennis (un milione e 400 mila dollari) “e all’inizio anche l’aiuto di John McEnroe”, Andrea creò a fine anni Ottanta la Kid’s Stuff Foundation, da cui nacque il centro di accoglienza ad Aspen (il Silver Lining Ranch) nel quale lei, che oggi ha 42 anni, non ha mai cessato di lavorare anche per 10-12 ore al giorno, sveglia alle 4, un’ora di preghiere e studi spirituali, alle sei via ai programmi.“La fondazione? La cosa più bella che mi potesse capitare…Il tennis? Meglio dimenticare”.
Già. Perfino la vigilia della finale più importante, quella di Wimbledon 1983 contro Martina Navratilova, Andrea Jaeger, è un incubo che ritorna.
“La notte prima della finale mio padre mi mise a dormire fuori dalla porta, secondo lui non mi ero allenata bene…Era cresciuto in Germania, e con lui avevano usato anche la cinghia dei pantaloni per farlo ubbidire… Stava per picchiarmi e io uscii dalla stanza…non avrebbe avuto il coraggio di farlo in pubblico! Entrai. Martina stava nell’appartamento di fianco, entrai e cercai di chiamare un taxi. Il trainer di Martina cercò di aiutarmi a trovarlo, Martina invece mi guardò appena di sfuggita. Era concentrata sulla finale, quel match per lei era più importante di una ragazzina che chiedeva aiuto: ‘Mio Dio _ mi dissi _ le interessa più conservare il proprio killer-instinct per domani di me…l’ho proprio disturbata!’.
Papà Roland è morto da qualche anno ma “non ha mai saputo veramente cosa fosse il circuito del tennis. Cocaina? Steroidi? Ne ho viste di tutti i colori. Per questo ho sempre cercato più un modo per uscirne che un modo per starci più a lungo possibile”.
Il ranch di Andrea accoglie bambini malati allo stato terminale. “Ho studiato cinque anni per imparare tutto ciò che era giusto sapere su quelle malattie così terribili. Infine ho creato questo centro di accoglienza in Colorado, dove vivo. I bambini vengono qui dai loro ospedali, si fermano tre settimane, fanno conoscenza e giocano, molti sciano. Poi tornano alle loro terapie. Di tanto in tanto riesco a portarvi dei campioni del tennis, o dei personaggi dello spettacolo e della moda. Per i bambini sono occasioni irripetibili, una vera festa. Ma soprattutto è un modo per dimenticare la loro condizione”. Pete Sampras, Martina Navratilova, Steffi Graf e Gabriela Sabatini, John McEnroe, ma anche Anna Kournikova, Cindy Crawford e Kevin Kostner sono coinvolti nel progetto di Sorella Andrea che si è già occupato di 8 mila bambini malati o vittime di abusi e violenze, e riesce a raccogliere oltre 4 milioni di dollari l’anno per curare i piccoli.

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7 Commenti a “La scelta di Sorella Andrea.
Diventata suora la Jaeger spara a zero sul tennis”

  1. Voortrekker Boer scrive:

    Se ha veramente trovato la sua strada è giusto che la segua.

  2. Gixi scrive:

    Titolo a parte, un bellissimo articolo, scritto con grande equilibrio, su un argomento non facile.
    La strada che ha trovato Andrea sicuramente porta molto lontano…

    Ma questa storia pone anche la domanda se sia giusto che questi bambini e adolescenti, in un’età fondamentale per lo sviluppo armonico della loro personalità, siano spinti a sacrificare tutto sull’altare del tennis, inseguendo un successo che non è scontato e che, seppur raggiunto, rischia di presentare un conto esistenziale troppo salato.
    Padri, maestri e allenatori la sentono questa responsabilità?

  3. stefano grazia scrive:

    Gixi, di padri,maestri e allenatori si parla a lungo nel subblog Genitori & Figli, giunto ai 2500 e passa posts…Nello stesso subblog avevo parlato anche due-tre gg fa dell’articolo su Andrea Jager apparso anche in qualche quotidiano italiano e ripreso anche da Ubaldo…Sulla responsabilita’ che Genitori,Maestri e Coaches sentono o meno troverai tutto quello che avresti sempre voluto sapere e non avevi mai osato chiedere ma il prezzo da pagare e’ leggersi oltre un migliaio di pagine…Be’, su, magari puoi cominciare coi Riassunti: ti consiglio almeno gli ultimi tre o quattro (decimo,nono,ottavo e settimo) tabto per farti una idea…
    Su Andrea invece scrvevo a commento dell’articolo”…Non voglio qui fare anche la difesa di Roland Jager padre-padrone ma voglio solo ricordare che Andrea aveva sempre rifiutato di attribuire il suo ritiro a problemi psicologici,alla pressione, al rapporto col padre…Si trattava di un infortunio e stop. E anche si era sempre rifiutata di attribuire l’infortunio all’inizio precoce. Cio’ detto, e dopo aver accennato di sfuggita all’immagine macchiata con cui esce da questa storia Martina Navratilova (sempre pronta a pontificare e a fare la moralista intellettuale ma poi all’atto pratico…probabilmente pensava che gli Jager facessero apposta per distrarla?), vorrei dire che ogni volta che leggo queste cose una ridda di pensieri mi affollano la testa…Innanzitutto, quando amici,familiari, colleghi, semisconosciuti mi inviano questi articoli la prima cosa che mi viene in mente e’: ma perche’ lo mandano a me? Sono ai loro occhi un Padre Padrone/Abusive Father o e’ solo perche’ un po’ per invidia/un po’ perche’ la gente preferisce sostenerti nel fallimento piuttosto che nel successo, tutti si asugurano che nostro figlio non ce la faccia per poi poterlo magare consolare, lui e noi? O forse la mia e’ solo,come dice Angelica, coda di paglia? (…) Nel caso specifico pero’ articoli come questo mi fanno sempre riflettere un po’ di piu’ perche’ io non ho mai nascosto di avere seri dubbi nel saper interpretare il Confine fra l’Educatore e il Coach e quando il primo debba e possa intervenire talvolta anche con uno scappellotto… Purtroppo La Canaglia di Lagos mi sta mettendo a dura prova e non ho dubbi che i miei errori di saggezza son stati ben piu’ di due (abortire l’america e poi guardarla con dolcezza)
    Non e’ piu’ sufficiente ricordarmi/ricordargli/ricordarvi che ogni punizione o urlo e’ conseguenza di un comportamento e non di un risultato, non e’ piu’ sufficiente ad assolvermi e a convincermi che questa sia davvero la strada giusta…
    Quindi da un lato la tentazione di tirarmi fuori e’ sempre piu’ alta…E perche’ continuo? Ma perche’ il tirarmi fuori sarebbe, ai suoi occhi, un tradimento ancora piu’ grande…sarebbe troppo facile, troppo comodo…Ed e’ questo che differenzia i vari Roland,Mike,jim,Yuri,walter…A un certo punto avrebbero forse voluto e potuto tirarsi indietro (come il 99.9% di tutti i genitori) e non l’hanno fatto…ORA, la domanda da un milione di dollari e’: e’: non l’hanno fatto per loro stessi o non l’hanno fatto per il figlio? Io credo che finche’ uno queste cose le fa non per se stesso ma per il proprio figlio, puo’ e deve continuare… Io vedo che gli Altri Genitori queste cose non le fanno e non ci pensano neanche a farle …perche’ molto e troppo spesso hanno altre priorita’, le Loro, e allora conviene assumere una posizione critica nei Confronti di chi, facendole, potrebbe avere poi successo e dimostrare che avevano torto…L’altra cosa e’ che una cosa e’ litigare col proprio figlio a 18 anni perche’ non si e’ allenato bene il giorno prima della sua finale a Wimbledon e un’altra e’ cercare di convincerlo ad assumere comportamenti non oltraggiosi o semplicemente antipatici quando ne ha 8-10-12… Fra il Sistema Montessori e il Sistema Quando ce vo’,ce vo’! passano anni di fallimenti, rivoluzioni,modi di vedere, differenze culturali… Ma alla fine tuo figlio fa troppo spesso il contrario di quello che vorresti lui facesse e se allora il prezzo per fargli fare delle cose e’ fingere fin dall’inizio di essere diversi da quello che si e’ (cosi’ che lui per antagonismo fa il contrario) e’ paranoia allo stato puro…
    ETC ETC ETC (Continua su GENITORI & FIGLI _il Serial Blog di maggior successo del Blog di Ubaldo Scanagatta…Amore e Passione in un Amalgama di sentimenti nello Splendore dei 70 mm…Con: MAD MAX nella parte dell’Orribile Hulk, e poi Fulvio nella parte del PAPA’ di Fognini, Enzo nella parte del Coach, il Prof Buzzelli nella parte del Preparatore Atletico, Piero nella parte della Vittima Designata, Andrew nella parte del Vaffantennista,Chloe de Lissier nella parte di Pandora, e tanti,tantissimi altri da Kill Bill ad Atti a Pibla per finire con chi scrive nella parte del SubComandante detto anche L’Africano) (Fine della Pubblicita’ Progresso)

  4. lallo scrive:

    Steroidi, anabolizzanti ed ormone della crescita erano le sostanze utilizzabili ai tempi e ci voleva una tennista diventata suora per confermarne l’abuso collettivo a quei tempi.
    Naturalmente adesso esiste il doping ematico e quello semigenetico che modificano completamente le prestazioni. Fossi La Jaeger direi un paio di preghierine tutti i giorni per la salute -futura- delle tenniste\i attuali.

  5. daniela scrive:

    Immagino che l’articolo di Scanagatta sia tratto dall’intervista rilasciata da sorella Andrea a Peter Robinson, il 19 aprile, ripreso anche dalla Repubblica il giorno successivo. Ecco i link
    http://www.dailymail.co.uk/pages/live/femail/article.html?in_article_id=560743&in_page_id=1879

    http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/sport/tennis-2/sorella-andrea-jaeger/sorella-andrea-jaeger.html

  6. Karlovic 80 scrive:

    D’avvero una storia incredibile.

  7. +PSTN+ scrive:

    “D’avvero ”

    Dimmi che non l’hai fatto apposta, ti prego!

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