Azzurri furibondi con la FIT
Polemiche a scoppio ritardato.

 
28 Agosto 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Tutti si lamentano per il mancato invio di un preparatore atletico ai Giochi di Pechino. “Tutte le altre squadre lo avevano e c’erano anche più coach”. Un clima poco sereno alla vigilia dell’incontro di Coppa Davis con la Lettonia.

Ora diranno che se non faccio polemica non mi diverto, che il blog sguazza nelle querelle-antifederali, però più si parla con i giocatori e più si scopre che ci sono rimasti davvero male per come è stata organizzata la spedizione olimpica.

Io ero a Pechino e, un po’ perché seguivo tanti altri sport e magari vedevo qualche partita ma non ho avuto il tempo di fare tante interviste ai tennisti italiani, non avevo dato troppo peso a certi malumori che pensavo fossero estemporanei.

Invece ancora qui a Flushing Meadows mi rendo conto che i malumori non si sono sopiti, ma che anzi paiono essere cresciuti. Certo ha dato fastidio ai nostri giocatori, che per due anni hanno sentito parlare di “preparazione olimpica”, di Club Italia etcetera, rendersi conto che mentre le altre squadre avevano dietro allenatori personali (pensate alla Francia che aveva portato addirittura un coach straniero come Mats Wilander per il suo Mathieu…), medici, fisioterapisti, ai “nostri” era stato detto che non c’erano pass, che non si poteva portare nessuno più di quelli che sono venuti.

Ora è chiaro che non si potevano portare otto coach per otto giocatori, ma forse almeno tre fra uomini e donne sì, e soprattutto – come ha sottolineato Potito Starace _ almeno un preparatore atletico era proprio necessario.

Da Seppi, di solito misurato nelle parole, che dice essersi trattato di una situazione ridicola: “Barazzutti era solo e doveva seguire quattro match contemporaneamente…quando io ho giocato con Robredo Corrado era a vedere Potito contro Nadal ed è venuto solo alla fine. Coppo era lì per le donne, poi c’era il dottor Parra e basta”. A Bolelli che, ha perso con Hanescu senza che nessuno potesse seguirlo sul serio, scappa detto di non essere sicuro di giocare a Montecatini. “Deciderò dopo il doppio” dice, ma si capisce che preferirebbe andare a giocare i tornei in Asia per sfruttare le sue qualità di tennista indoor.

Nel dire questo sarà stato probabilmente anche un po’ influenzato da Pistolesi che è il suo mentore oltre che uno dei coach più critici nei confronti della federtennis, ma certo Simone avrebbe preferito avere Claudio a Pechino (e Claudio ci teneva da matti…è comprensibile) e invece si è sentito abbandonato.

Insomma, diciamo la verità e non per amore di polemica, qualcosa non è andato per il verso giusto. Tutti i giocatori dicono di avere intenzione di affrontare l’argomento con Binaghi, Barazzutti e la Fit, di aver avanazato delle richieste e di non aver ottenuto soddisfazione. Vedremo che cosa succederà. Probabilmente, anche perchè non serve chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, non succederà granchè. Ma erano frizioni che forse si potevano evitare. Anche se la FIT, con tutta probabilità, scaricherà le colpe sul Coni. Forse sarebbe stato utile informarsi sui comportamenti delle altre federazioni tennistiche e poi farlo presente al Coni. Ora è comunque troppo tardi. Ma alla vigilia di Montecatini il clima interno alla squadra di Davis non sembra dei più sereni.

Collegamenti sponsorizzati


19 Commenti a “Azzurri furibondi con la FIT
Polemiche a scoppio ritardato.”

  1. Sav11 scrive:

    Sono d’accordo, sicuramente le pessime prestazioni dei giocatori italiani sono completamente colpa della fit…

  2. Nikolik scrive:

    Queste dei giocatori sono polemiche assolutamente ingiustificate e pretestuose.
    Forse i nostri tennisti sono un po’ troppo viziati, solo loro, del resto, si sono lamentati, nessun altro atleta si è lamentato, di nessuna altra disciplina….
    Chissà perché…

    Prima di criticare, vincano qualche partita, per favore, visti i loro miserevoli risultati alle Olimpiadi, è meglio veramente stendere un velo pietoso sulle loro lamentele.
    Bolelli vuole rinunciare alla Coppa Davis? Ma se sono mesi che non vince una partita…se c’è una giustizia a questo mondo, a Montecatini deve giocare titolare Fognini, con Cipolla titolare in doppio.

    Si può criticare la Federazione, ma non con questi miserevoli risultati.
    Chi perde sempre al primo turno, è meglio che si alleni, invece di polemizzare….

  3. Riccardo scrive:

    Le proteste dei nostri giocatori sono legittime, solo che nella vita prima di lamentarsi bisognerebbe anche avere dimostrato di meritare ciò che si chiede.
    I nostri giocatori purtroppo non avrebbero vinto niente neanche se avvessero avuto mille preparatori atletici e altrettanti coaches.
    Resta il fatto che la politica federale ha le sue ataviche lacune, ma anche questo dato di fatto non cambia che purtroppo a livello italiano da molto tempo conviviamo con “in mancanza di cavalli trottano anche gli asini”.
    A me personalmente non importa niente se i nostri per protesta si danno malati con la Lettonia, tanto serie B o C in Davis non cambia nulla.
    Quando avremo qualche giocatore forte nei tornei Slam e Master Series allora conseguentemente arriverà anche la competitività in Davis ma ad oggi queste sono proprio polemiche sterili che non ci fanno andare avanti di un centimetro.

  4. marcos scrive:

    se ci si mette a ricordarle tutte, le incomprensioni (che paiono spesso insanabili) tra tennisti/coach e l’attuale federazione iniziano ad esser troppe. a prescindere dalle responsabilità, a mio parere, così non si va lontano.

  5. Andre scrive:

    Rimbalza dal quotidiano La Stampa di Torino la notizia che Simone Bolelli rinuncerebbe alla eventuale convocazione in Davis contro la Lettonia; “per motivi tecnici” avrebbe precisato il bolognese.
    Ritengo che Simone stia commettendo un grave errore.
    E che dietro a tale scelta sbagliata vi sia il coach/mentore Pistolesi.
    Quello stesso Pistolesi che, solo 6 mesi orsono dichiarava (fonte http://www.tennisoncourt.com) “Ricordo anche che Simone ha fatto la scelta , condivisa assolutamente dalla famiglia, dai suoi manager e da me, suo coach, di rinunciare al club Italia e contare solo sulle sue forze nei tornei. Con grande risparmio per le casse della fit! Scelta presa in grande serenità ed in totale assenza di polemica con la fit stessa. Sempre però rimanendo per lui, per la famiglia e per me, un onore rispondere presente ad ogni eventuale convocazione in coppa Davis od Olimpiadi, cioè gli unici avvenimenti in cui l’attività della fit che è ovviamente linitata all’Italia, si interseca con l’attività internazionale di un professionista come Simone.”

    Spero veramente che, in caso di effettiva convocazione, Bolelli ci ripensi e dia tutto il suo contributo (anche dalla panchina !) per evitare che l’Italia del tennis finisca in serie C !

  6. Fabrizio Scalzi scrive:

    la federtennis come al solito si fa riconoscere….ogni decisione è quadrata da influenze politiche senza salvaguardare l’impegno verso i nostri giocatori…eppure è cosi facile copiare dagli altri!ma siamo abituati a capire che forse il Budget olimpico se lo sono spartito loro,e non l’hanno destinato ai vari possibili coach e preparatori, che dovevano essere presenti a pechino.certo sentire che il povero Corrado doveva correre da un campo all’altro per vedere gli incontri dei nostri,è veramente ridicolo!inoltre la mancanza di un preparatore atletico,la dice tutta sulla scarsa attenzione data all’evento da parte dei nostri federali….ci manca solo che si lasciano soffiare il torneo di roma e siamo fritti….

  7. anto scrive:

    Ubaldo, difficile non essere d’accordo con i coach. Ps cancellate il commento precedente. Grazie

  8. Giulio scrive:

    Mah…questa è solo l’ultima delle “prodezze” fatte dalla FIT in questi anni.
    Spero che il 13 settembre (giorno di elezioni) i circoli che voteranno , si ricordino di queste vicende , ma temo che non sarà così e ci toccheranno altri 4 anni di questa gestione federale…

  9. Mriz scrive:

    Dobbiamo sempre farci ridere dietro?
    I tennisti italiani non hanno altre scuse ?
    Sono anni che non vincono una partita !!! Solo S.Marino ha forse
    giocatori più scarsi dei nostri! Seppi si sentiva solo durante la sua partita?
    Mi sembra che perda da avversari anche più scarsi di Robredo…
    C’è qualcuno ancora interessato alla nostra squadra di Coppa Davis?
    Ma se sono venti anni che stiamo in serie C o B.
    Parliamo di giocatori veri o di chi vincerà US open.

  10. GRI scrive:

    Non ci serve Bolelli per salvarci dalla C, Fognini e Seppi bastano e avanzano, vista anche la migliore forma e la continua voglia di migliorarsi del ligure…

  11. Luigi Ansaloni scrive:

    Quoto Mriz in tutto e per tutto. Mi viene in mente una parola per definire questi giocatori e i loro allenatori: inizia per R e finisci per I ed è formata da 8 lettere. Ancora ho negli occhi la telefonata di Pistolesi ad Ubaldo al ristorante thailandese di Wimbledon…

  12. chloe de lissier scrive:

    pistolesi e scanagatta si parlano in videoconferenza? o su “you tube”?

  13. Gino scrive:

    Pensavo che Bolelli, anzi la famiglia Bolelli, avesse l’intelligenza di arginare la follia egocentrica di Pistolesi. Invece no. Sicché, purtroppo, dobbiamo prepararci ad assistere alla rovina anche di questo ennesimo giocatore (che sarebbe forte, uh quanto sarebbe forte …)

  14. Roberto Commentucci scrive:

    Beh, effettivamente è un bel pasticcio.
    A mio avviso però è un pasticcio che viene da lontano, perché promana da un ordinamento sportivo fatto di norme ormai obsolete, che risalgono agli anni ‘30, al Programma Olimpico del periodo fascista.
    Provo a spiegarmi meglio.
    Il finanziamento pubblico allo sport nel nostro paese passa per il nostro CONI. E il tennis non fa eccezione. Così, tutte le volte che la FIT vuole spendere dei soldi pubblici per aiutare gli atleti meritevoli, è costretta, dal nostro ordinamento giuridico, a far finta che quei soldi servano per vincere medaglie alle Olimpiadi.
    In soldoni, per legge, lo stato italiano non può aiutare un tennista a vincere un torneo, ma può aiutarlo solo a vincere una medaglia olimpica.
    Questo spiega il perché del Club Italia, e del Programma Olimpico (le cui risorse hanno comunque consentito a vari nostri giocatori di pagare le spese del preparatore atletico al seguito nei tornei individuali, ad esempio).

    Tuttavia, quei soldi hanno una origine ben precisa: sono contributi del CONI. E il CONI, ha l’ultima parola nell’organizzazione della spedizione olimpica.

    Ora, da quanto ho capito, negli ultimi anni Pescante ha introdotto un modello di ripartizione dei fondi pubblici fra le varie federazioni affiliate che segue un modello meritocratico: più risultati, più soldi. E infatti un sacco di soldi, negli ultimi anni, sono andati al nuoto, alla scherma, alle discipline di squadra che tanto avevano vinto alle passate olimpiadi come volley e basket, eccetera).

    Solo negli ultimi anni la FIT era riuscita, grazie alla crescita del numero di tesserati (altro parametro di riferimento) ad ottenere un aumento dei trasferimenti pubblici.

    Ora, dal momento che i posti complessivi per Pechino erano comunque limitati, e che non si sarebbero potute accontentare tutte le richieste di accredito di tutti i tecnici e preparatori di tutte le federazioni, è probabile che il CONI abbia usato il medesimo criterio “meritocratico” per la composizione della spedizione azzurra, consentendo più accompagnatori agli sport di punta, e lesinandoli a quelli in cui abbiamo meno successo.
    E tra questi ultimi figura, inevitabilmente, il tennis, con buona pace dei nostri atleti e tecnici.

    Quindi, credo che la cattiva gestione della spedizione Olimpica dipenda più dal CONI, e dalle regole che si è dato, che non dalla Federazione.

    Da qui la comprensibile rabbia dei nostri atleti: ma come, tante storie, l’anno olimpico, il programma olimpico, e poi ci lasciano lì a Pechino a giocare abbandonati e soli?

    Semmai, la colpa della Federazione (e del CONI) è stata quella, come al solito, di aver sbagliato la strategia di comunicazione sulla vicenda. Sarebbe bastato spiegare per tempo come stavano le cose, con chiarezza, e tanti malumori non ci sarebbero stati.

    Purtroppo, il problema di fondo non è nelle persone, che possono essere buone o cattive, ma nelle regole, che sono inadeguate. Lo sport, in tutte le sue forme, va aiutato dallo Stato perché è un’attività che ha una positiva valenza sociale. E in base a questo principio, e solo a questo, si giustifica eticamente l’impiego di soldi pubblici.

    Il fatto di ottenere o meno allori olimpici, non dovrebbe essere condizione necessaria per ottenere fondi. Le regole di fondo, non a caso, sono state scritte durante il ventennio fascista, allorché i successi Olimpici erano utilizzati a fini di propaganda politica.

    Questo aspetto, del resto, è solo uno, e nemmeno il più importante, dell’inadeguatezza complessiva del nostro ordinamento sportivo.

    Tornando alla diatriba giocatori-FIT, non credo nemmeno che le colpe siano tutte della gestione Binaghi, che anzi ha tanti meriti: con regole simili, il conflitto tra dirigenti pubblici dilettanti da una parte e professionisti privati (tecnici e giocatori) dall’altra, è del tutto inevitabile.

    Occorre assicurare a questi ultimi una maggiore rappresentanza negli organi federali, in modo da riequilibrare la politica federale. Ciò, tra l’altro, consentirebbe un proficuo arricchimento del settore tecnico federale, grazie alle esperienze all’avanguardia maturate dai team privati.

    E forse, non si litigherebbe per qualsiasi pretesto.

  15. Roberto Commentucci scrive:

    Riporto il comunicato FIT apparso oggi in risposta all’articolo de “La Stampa”:

    In merito a quanto pubblicato oggi sulle pagine sportive del quotidiano “La Stampa”, la Federazione Italiana Tennis precisa quanto segue:

    1) Così come è accaduto per tutte le altre discipline sportive, la composizione della rappresentativa italiana di tennis alle Olimpiadi di Pechino è stata deliberata dal Coni. Rispetto a quanto era stato deciso in un primo momento, la FIT ha chiesto e ottenuto dal Coni una deroga per il medico Pierfrancesco Parra, specialista di fama mondiale nell’assistenza ai giocatori di tennis. Un secondo accredito “extra” – non valido per l’accesso al Villaggio Olimpico - è stato concesso dalla Federazione Internazionale di Tennis alla FIT, superando un iniziale diniego, in favore del tecnico professor Giampaolo Coppo, responsabile della Preparazione Olimpica del settore femminile, che la FIT ha deciso di inviare a Pechino quando è divenuta ufficiale la qualificazione ai Giochi di un numero record di tenniste azzurre.

    2) Gli unici altri rappresentanti della FIT presenti a Pechino erano il Presidente Angelo Binaghi, il responsabile delle squadre Nazionali Corrado Barazzutti e l’ex Segretario Generale, dottoressa Felicetta Rossitto, che ha svolto il ruolo – obbligatorio per regolamento – di capo-delegazione.

    Roma, 28 agosto 2008

    Come scritto nel mio post precedente, se questi comunicati si emanassero prima, anziché dopo, si disinescherebbero molte polemiche.

  16. BB 1980 scrive:

    Quali miglioramenti ci sono stati dalla tanto vituperata presidenza Galgani durante la presidenza di Binaghi ???
    Se la presidenza FIT venisse attriguita secondo i canoni delle organizzazioni aziendali che stanno sul mercato con le proprie forze e non per elezione, quante chances avrebbe Binaghi di essere riconfermato ???
    Le stesse che avrebbe Federer di battere Nadal al Roland Garros ???

  17. Nikolik scrive:

    Roberto, ti ripeto che non c’era alcun bisogno di comunicati, né prima, né adesso.
    Chiunque, che fosse dell’ambiente e facesse parte di una federazione, sapeva benissimo, e sa tuttora, che la verità è quella detta dalla Federazione.
    Del resto, io stesso, in Genitori e Figli, avevo già detto che era così per tutte le federazioni, tutti lo sapevano.
    Oltretutto, ripeto che tutte le federazioni erano nella stessa condizione, e nessuno si è lamentato.
    Ti risulta che le altre federazioni siano state costrette a fare comunicati? Bah…

  18. stefano grazia scrive:

    Letto l’articolo di UBS sulla piattaforma.Provato a inviare seguente post ma al momento non viene accettato con messaggio: riprovare piu’ tardi. Ci provo qui, magari Nikolic puo’ spiegarci: UBS parla di squalifica CONI.
    “Qualcuno spieghi le regole del Coni. Se uno viene squalificato che succede? Non puo’ piu’ giocare tornei ATP? Il caso Pilic (col famoso sciopero a Wimbledon)non fa testo?O e’ una squalifica solo CONI, cioe’ non conta nulla?
    A mio parere uno deve giocare SOLO se ne ha voglia o se ha debiti di riconoscenza nei confronti della propria federazione”

  19. pedrinho&luvanor scrive:

    ok…non si potevano avere i pass.
    Con un bel gesto poteva la Fit invitare a proprie spese 8 allenatori a Pechino?
    Sarebbe servita la loro presenza?

Scrivi un commento