Intervista: Gianni Clerici a cuore aperto.
La sua storia. Da mancato campione ad affermato giornalista

 
1 Maggio 2008 Articolo di Giorgio Spalluto
Author mug

I suoi trascorsi con Brera, Tommasi,…… e la “dinastia” Scanagatta.

Clicquez ici pour lire “Interview: Gianni Clerici à coeur ouvert.”
(traduzione curata dal nostro lettore Giovanni da Roussillion)

gianni clerici
Gianni Clerici a Montecarlo (foto di Michele Fimiani)

Rino Tommasi, suo amico per la pelle, si diverte a stuzzicarlo, a dirgli che la sua fantasia sbrigliata ogni tanto gli fa perdere il contatto con la realtà, per poi credere veramente alle cose che in realtà ha soltanto immaginato. “Se incontra qualcuno, ma non si ricorda dove l’ha incontrato ….Gianni ti dirà che l’ha incontrato in ascensore…e un anno all’US Open incontrò talmente tanta gente in ascensore, almeno così diceva in telecronaca, che io gli dissi: “Gianni, se un giorno in un albergo ti metteranno al pianterreno, come farai a raccontarci tutti questi aneddoti, tutti questi incontri?”
Sempre Rino sullo scriba: “Clerici non racconta bugie….crede alle cose non vere!“. Questa definizione andrà a rimpiazzare le tante che Rino gli ha affibbiato nel corso di questi anni. Indimenticabile quella secondo cui “leggendo Clerici non saprete mai quello che è successo, ma lui vi spiegherà il perché…”.

Ecco, come “Dottor Divago” (il celebre soprannome datogli da Rino) descrive la sua passione ancora intatta per il nostro sport, rivelando un gustoso retroscena che lo lega al nostro Ubaldo.

Caro Gianni, ormai segui il tennis da un po’ di tempo. Riesci ancora a divertirti o sei vittima della routine che può colpire un reporter non più in tenera età?

Sai, non seguo il tennis da reporter, perché non “riporto”. La verità è che ho sempre scelto, quello che in fondo è uno spettacolo. E’ come andare a teatro, vedere tutto mi parrebbe privo di capacità critiche.

Ripercorriamo la tua carriera giornalistica. Partiamo dal tuo esordio al “Giorno” nel 1956.
In realtà ho iniziato prima, perché, nel mentre cercavo di diventare un giocatore di tennis (senza molto successo, sono arrivato a giocare tornei dello Slam, perdendo sempre) già allora facevo quelli che si chiamavano “elzeviri”, per la Gazzetta dello Sport (diretto all’epoca da Gianni Brera), che allora era un giornale un po’ diverso da quello di oggi. Direi, quindi, che ho cominciato a 19,20 anni.

Poi ci fu la tua esperienza al “Giorno” in cui ritrovasti proprio Brera….
E sì, quelli buoni della Gazzetta erano confluiti nella prima redazione del Giorno 1956 ed erano lo stesso Brera, Mario Fossati, straordinario reporter di ciclismo, forse insuperato, Giulio Signori, Gianmario Maletto, insomma gente di buonissima qualità, ancora viva che ancora scrive.

Oggi riesci a ritrovare una squadra giornalistica di questo spessore?
Non leggo più i giornali sportivi da anni perché non mi interesso più allo sport. Io ho seguito tutti gli sport possibili sulla “Repubblica”, e poi mi è arrivato un momento di disaffezione ed anche un momento impegnatissimo, anche perché quello di giornalista è solo uno dei miei tanti mestieri, e quindi non ho più avuto tempo di leggere, se non le cose che mi sono care ed indispensabili; lo sport non è più tra questi.

Il fatto di essere entrato nella “Hall of Fame” quanto ti lega a questo sport? Ti senti quasi in debito verso questo riconoscimento o il tuo rapporto con il tennis non è mutato?
Il riconoscimento non ha cambiato nulla. Sai, il tennis rappresenta una tale parte della mia vita, che per abbandonarlo ci sarebbero volute motivazioni più serie, come quelle di scrivere narrativa che è stata un’attività parallela, ma alla quale, forse, non mi sono dedicato con sufficiente serietà, anche per probabile sottovalutazione. Dai risultati di oggi pare che io sia uno scrittore, però non me lo aveva mai detto nessuno, ed io non mi ero mai ritenuto tale.

Quanto ti disturba il fatto che buona parte di chi ci legge ti conosca soprattutto per la coppia che formi con Rino?
Beh, questo è dubbio perché ci son state un paio di indagini di mercato in cui non so se prevalga tanto la televisione su altri mezzi di espressione. Sai, ieri sera ho trovato un signore che è venuto a presentarsi e mi ha detto che lui a Londra compra la Repubblica, solo nel corso dei tornei. Sai, questo è difficilmente indicizzabile dal mercato.

Quanto pensi sia importante la tua presenza a “Repubblica” e quella di Rino al “Tempo”, perché giornali, non prettamente sportivi, continuino a parlare di tennis, in un paese in cui questo sport gode di scarsa visibiltà?
No, io credo che la mia presenza sia del tutto indifferente. Parlo di me, ovviamente non posso parlare di quella di Rino. La mia è del tutto indifferente perché, come vedi, il giornale concorrente del mio, il “Corriere della Sera”, non si occupa quasi mai di tennis, pur avendo un buonissimo giornalista come Roberto Perrone, che è anche un buon scrittore e che da ultimo ha pubblicato un magnifico romanzo l’anno scorso.

C’è qualcosa che proprio non sopporti di Rino?
Non lo dico. Non si confessano i difetti degli amici. Semmai i propri.

Ecco, allora cos’è che Rino non sopporta di te?
Sai, lui è molto paziente………..malgrado io sia una persona molto alterna ma con un fondo, però, di sicura bontà. Insomma, credo che i miei passaggi a vuoto siano tollerabili.

Gli imputi spesso la passione per il calcio. Quanto c’è di vero in questa gag?
No, quello è un gioco a cui mi presto volentieri.

E invece cosa mi dici di Ubaldo Scanagatta che ci ospita, e con cui hai collaborato per diverso tempo? Mi pare che tu possa vantare un buon record nei suoi confronti?

Più che con Ubaldo, vanto un primato con la dinastia “Scanagatta”, che poi è originaria di un luogo vicino al mio lago di Como. Insomma, abbiamo le stesse radici ma lui, forse, non se lo ricorda. Pensa, ho giocato col suo papà un doppio, in quelli che erano allora i campionati a squadre di seconda categoria. Io con Gardini formavo una squadra praticamente imbattibile; abbiamo fatto un anno intero senza perdere un set.
Poi ho giocato con Ubaldo, ma mai in gara. Spesso abbiamo giocato in coppia perché è un buonissimo doppista con una sicura visione di gioco, la stessa che metteva in mostra quando commentava le partite, e quando le descrive tuttora.
E poi ho giocato a Montecarlo col suo bambino (ride….), ed è stato divertente perché credo di avere detto ad Ubaldo, mentre perdevo 2 a 5: “Posso rimontare?”. “Ma certo che devi rimontare” mi ha detto. Allora abbiamo finito 5 pari. E poi ho vinto io il sesto game. E poi, la volta successiva il ragazzino mi ha battuto, ma era già grande 1 metro e 80….

Insomma, a Clerici piace ancora oggi dilettarsi sui campi tennis?
Sì, sì. Non appena posso. Non in singolare perché ho un cuore ballerino e perché non sono mai abbastanza allenato atleticamente.

Di seguito, qualche cenno biografico:

Gianni Clerici, nasce a Como il 24 luglio del 1930.
Nel corso della sua attività tennistica, Clerici si aggiudica 2 titoli nazionali juniores di doppio con Fausto Gardini (1947 e 1948) e sempre da juniores raggiunge la finale del singolare nel 1950. Nello stesso anno ha conquistato la “Coppa de Galea” a Vichy, bissando tale successo nel 1952 al “Monte Carlo New Eve Tournament”.
Diviene tennista internazionale, partecipando anche ai tornei del Roland Garros e di Wimbledon, dove trascorre da cinquant’anni “quelle che per i cattolici sono le feste di Natale“. Al contempo collabora giovanissimo alla Gazzetta dello Sport diretta da Gianni Brera. Con Brera trasmigrerà al Giorno e, vent’anni dopo, a Repubblica, dove tuttora si occupa di tennis e di recensioni di libri .
Il suo primo romanzo, Fuori Rosa, è presentato da Bassani e Soldati al Premio Strega, 1965. Ne seguiranno altri nove, più una raccolta di poesie, Postumo in Vita (Sartorio 2005 ) sino al recente Mussolini, l’ultima notte edito da Rizzoli. Nel mezzo il grande successo dello Zoo (Racconti, Rizzoli, 2006) che vende tre edizioni e ottiene il Premio Grinzane Cavour.
Per il teatro Clerici ha vinto nel 1987 il Premio Vallecorsi con Ottaviano e Cleopatra, ha messo in scena alla Biennale di Venezia nel 1995 Tenez Tennis, e al Teatro Belli di Roma, nel 2000, Suzanne Lenglen, queste ultime due opere ispirate alla grande tennista francese che Clerici chiama “la mia maitresse“, e della quale ha scritto anche una biografia (Divina).
Clerici è stato nominato nel 2006 Professore Ordinario in Ironia dell’Università di Pavia, e sempre nello stesso anno è stato inserito nella Hall of fame del Tennis, secondo italiano presente dopo Nicola Pietrangeli (insignito del riconoscimento nel 1986), anche grazie al suo 500 Anni di Tennis (Mondadori). Giunto In Italia alla quarta edizione aggiornata, è stato tradotto in 6 lingue ed è il libro sul gioco ed i suoi eroi più venduto nel mondo. “Il libro italiano più conosciuto dopo la Divina Commedia e Pinocchio” aveva sempre affermato Enzo Biagi, mentre Italo Calvino l’aveva definito “uno scrittore in prestito allo sport“.
Ha scritto 7000 articoli sportivi ed è uno dei commentatori tecnici italiani più importanti, al fianco di Rino Tommasi per SKY Sport.

Version française
Rino Tommasi, son ami de toujours, s’amuse à le taquiner, à lui dire que son imagination débridée lui fait perdre de temps à autre le contact avec la réalité, pour croire ensuite vraiment à ce qu’il n’avait qu’imaginé. “S’il fait la rencontre de quelqu’un, mais il ne se rappelle pas où il l’a rencontré ….Gianni te dira qu’il l’a rencontré en ascenseur…Il y eut une année à l’US Open où il rencontra tellement de monde en ascenseur, c’est du moins ce qu’il disait pendant son téléreportage, que je lui dis: “Gianni, si jamais un jour à l’hôtel on te mettra au rez-de-chaussée, comment feras-tu à nous raconter toutes ces anecdotes, toutes ces rencontres?”

Toujours Rino à propos du scribe: “Clerici ne raconte pas des sornettes ….il croit à ce qui n’est pas vrai!“. Cette description ira remplacer les nombreuses que Rino lui a refilées pendant ces années. Inoubliable celle selon laquelle “en lisant Clerici vous ne saurez jamais ce qui est arrivé, mais lui il vous expliquera le pourquoi…”.

Voilà, comment “Dottor Divago” (le célèbre surnom que Rino lui attribua) décrit sa passion toujours intacte pour notre sport, révélant une arrière-scène curieuse qui le lie à notre Ubaldo.

Cher Gianni, désormais tu suis le tennis depuis quelque temps. Parviens-tu encore à t’amuser, où est-ce que tu es victime de la routine pouvant saisir un reporter qui n’est plus au premier âge?

Sait-tu, je ne suis pas le tennis en reporter, parce que je ne “reporte” pas. En vérité j’ai toujours choisi, ce qui est au fond un spectacle. C’est comme aller au théâtre, tout voir me paraîtrait un manque de capacités critiques.

Reparcourons ta carrière journalistique. Partons depuis ton début au “Giorno” en 1956.
En réalité je commençai bien avant, car, pendant que j’essaiais de devenir un joueur de tennis (sans beaucoup de succès, je suis parvenu à jouer des tournois du Slam, en perdant toujours) j’écrivais ceux que l’on nommait des “elzévirs”, pour la Gazzetta dello Sport (dirigée à l’époque par Gianni Brera), qui était alors un journal quelque peu différent que celui d’aujourd’hui. Je dirais, ainsi, que j’ai commencé à 19,20 ans.

Ensuite il y eut ton expérience au “Giorno” dans laquelle tu retrouvas bien Brera….
Eh oui, les bons de la Gazzetta avaient conflué dans la première rédaction du Giorno 1956 et étaient notamment Brera lui-même, Mario Fossati, extraordinaire reporter de cyclisme, vraisemblablement inégalé, Giulio Signori, Gianmario Maletto, enfin des gens de três bonne qualité, encore en vie qui écrivent encore.

Est que tu parviens à retrouver aujourd’hui une équipe journalistique de cette épaisseur?
Je ne lis plus les journaux sportifs depuis des années parce que je ne m’intéresse plus au sport.. J’ai suivi tous le sports possibles sur la “Repubblica”, ensuite un moment de désaffection m’arriva et un moment fortement engagé aussi, également parce que celui de journaliste n’est qu’un parmi mes nombreux métiers, et conséquemmentsérie

je n’ai plus eu le temps de lire, en dehors des choses qui me sont chères et indispensables; le sport n’est plus parmi ceux-ci..

Dans quelle mesure le fait d’être entré dans la “Hall of Fame” te lie-t-il à ce sport? Te sent-tu presque redevable envers cette reconnaissance ou est-ce que ton rapport avec le tennis n’a pas changé?
La reconnaissance n’a rien changé. Sais-tu, le tennis représente une telle partie de ma vie que pour l’abandonner il aurait fallu des motivations plus sérieuses, comme celle d’écrire de la prose qui a été une activité parallèle, mais à laquelle, peut-être, je ne me suis pas dédié avec le sérieux suffisant, aussi par probable sousévaluation. D’après les résultats d’aujourd’hui il paraît que je sois un écrivain, toutefois personne ne me l’avait jamais dit, et moi je ne m’étais jamais estimé tel.

Combien te dérange-t-il le fait qu’une bonne partie de ceux qui nous lisent te connaisse surtout en raison du paire que tu fais avec Rino?
Eh bien, ceci est incertain, parce qu’il y a eu une paire d’études de marché dans lesquels je ne sais pas si la télévision prevaut autant sur les autres moyens d’espression. Sais-tu, hier soir j’ai rencontré un monsieur qui est venu se présenter et il m’a dit qu’à Londres il achète la Repubblica, uniquement au cours des tournois. Sais-tu, celà est difficilement indexable par le marché..

Combien penses-tu que ta présence à “Repubblica” soit importante, et celle de Rino au “Tempo”, afin que des journaux, , non purement sportifs, continuent de parler de tennis, dans un pays où ce sport jouit de peu de visibilité ?
Non, je crois que ma présence soit tout à fait indifférente. Je parle de la mienne, de toute évidence je ne puis parler de celle de Rino. La mienne est tout à fait indifférente, comme tu vois, le journal concurrent du mien, le “Corriere della Sera”, ne s’occupe presque jamais de tennis, bien qu’ayant un excellent journaliste comme Roberto Perrone, qui est un bon écrivain aussi et qui a publié en dernier un magnifique roman l’année dernière.

Y-a-t-il quelque chose qui t’insupporte vraiment chez Rino?
Je ne le dis pas. On n’avoue pas les défauts des amis. Si jamais les siens.

Voilà, alors qu’est-ce que Rino ne supporte pas de toi?
Sais-tu, lui il est très patient………..bien que je sois une personne très alterne mais douée d’un fond, pourtant, de sûre bonté. Bref, je crois que mes passages à vide soyent tolérables.

Tu l’accuses souvent en raison de sa passion pour le football. Combien dans ce gag y-a-t-il de vrai?
Non, il s’agit d’un jeu auquel je me prête volontiers..

Par contre, que me dis-tu à propos de Ubaldo Scanagatta qui nous publie, et avec qui tu as collaboré pendant pas mal de temps? Il me paraît que tu puisse vanter un bon record face à lui.
Plus que par rapport à Ubaldo, je jouis d’une suprématie par rapport à la dynastie “Scanagatta”, qui est d’ailleurs originaire d’un lieu proche de mon lac de Côme. Enfin, nous avons les mêmes racines mais lui, probablement, il ne se le rappelle pas. Pense-tu, j’ai joué avec son père un double, dans ceux qui étaient à l’époque les championnats par équipes de deuxième catégorie. Moi avec Gardini je formais une équipe pratiquement imbattable; nous avons passé une année entière sans perdre un set.Par la suite j’ai joué avec Ubaldo, mais jamais en compétition. Nous avons souvent joué en paire puisque c’est un très bon joueur de double avec une vision sûre de jeu, la même qu’il étalait lorsqu’il commentait les matchs, et lorsqu’il les décrit encore à présent. Ensuite j’ai joué à Montecarlo avec son enfant (il rit….), et ce fut amusant, parce que je crois avoir dit à Ubaldo, alors que je perdais 2 à 5: “Puis-je remonter?”. “Mais certainement que tu dois remonter” m’a-t-il dit. Ainsi nous avons fini 5 partout. Ensuite c’est moi qui ai gagné le sixième game. Et ensuite, la fois d’après le garçonnet m’a battu, mais il faisait déjà 1 mètre 80 de taille….

En conclusion Clerici aime encore aujourd’hui se délecter sur les courts de tennis?
Oui, oui. Dès que je peux. Pas dans le simple parce que j’ai un coeur danseur et parce que je ne suis jamais suffisamment entraîné athlétiquement.

Aperçu biographique:

Gianni Clerici, naît à Como le 24 juillet 1930.

Au cours de son activité tennistique, Clerici s’adjuge 2 titres nationaux junior en double avec Fausto Gardini (1947 e 1948) et toujours en junior il atteint la finale du simple en 1950. La même année il a remporté la “Coupe de Galea” à Vichy, bissant ce succès en 1952 au “Monte Carlo New Eve Tournament”.

Il devient international, en participant aussi aux tournois du Roland Garros e de Wimbledon, où il passe depuis cinquante années “celles qui pour les catholiques sont les fêtes de Noël“. En même temps il collabore très jeune à la Gazzetta dello Sport dirigée par Gianni Brera. Avec Brera il migrera au Giorno et, vingt années après, à Repubblica, où encore il s’occupe de tennis et de critique littéraire,

Son premier roman, Fuori Rosa, est présenté par Bassani e Soldati au Prix Strega, 1965. Neuf autres s’en suivreront, ainsi qu’un recueil de poésies, Postumo in Vita (Sartorio 2005) jusqu’au récent Mussolini, l’ultima notte (Rizzoli). Au milieu le grand succès du Zoo (Racconti, Rizzoli, 2006) qui vend trois éditions et obtient le Prix Grinzane Cavour.

Pour le théâtre Clerici a gagné en 1987 le Prix Vallecorsi avec Ottaviano e Cleopatra, il a mis en scène à la Biennale de Venise en 1995 Tenez Tennis, et au Teatro Belli de Rome, en 2000, Suzanne Lenglen, ces deux dernières oeuvres inspirées à la grande joueuse française que Clerici nomme “la mia maîtresse“, et dont il a écrit aussi une biographie (Divina).

Clerici a été nommé en 2006 Professeur Ordinaire en Ironie de l’Université de Pavie, et toujours dans la même année il a été inséré dans la Hall of fame du Tennis, deuxième Italien présent depuis Nicola Pietrangeli (décoré de la reconnaissance en 1986), aussi grâce à son 500 Anni di Tennis (Mondadori). Arrivé en Italie à sa quatrième édition ajournée, il a été traduit en 6 langues et c’est le livre sur le jeu et ses héros le plus vendu au monde. “le livre italien le plus connu après la Divina Commedia et Pinocchio” avait toujours affirmé Enzo Biagi; tandis que Italo Calvino avait défini Gianni Clerici “un écrivain prêté au sport“.

Il a écrit 7000 articles sportifs et c’est un des commentateurs techniques italiens les plus importants, au côté de Rino Tommasi pour SKY Sport.

Clicca qui per rileggere “Siamo anche noi tanti piccoli Luca. I Gesti Bianchi di Gianni Clerici e lo spirito di questo blog” di Michele Fimiani.

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39 Commenti a “Intervista: Gianni Clerici a cuore aperto.
La sua storia. Da mancato campione ad affermato giornalista”

  1. Giovanni da Roussillon scrive:

    Lo Scriba ci riserva una sorpresa mattutina freschissima, conversando con Giorgio Spalluto.
    Segretamente a sua insaputa e benché antipadre incallito, gli riconosco la potestà stilistica del mondo tennis intero. Dai suoi scritti, che leggo in veste di catecumeno (prendo il termine dal suo lessico), fedele e suo esegeta, traggo una grande gioia. Mi beo al suo talento letterario, alla maestria anche nell’affabulazione sottile da far invidia a Borges.
    Nell’intervista trovo però il lettore londinese. Qui mi ci ritrovo concretamente. Anch’io come quel tipo, forse meno da gentiluomo giacché presi a litigare con l’edicolante di Roussillon per ottenere ciò che esigevo, cerco ormai la Repubblica esclusivamente quando presumo trovare la penna di Gianni Clerici.
    Il desiderio non celabile è che il suo conterraneo ed amico Ubaldo Scanagatta lo inviti, con l’entusiasmo che gli è proprio, ad affacciarsi qui al blog, magari con una certa frequenza, ad esempio almeno bimensile. Motivi consistenti non farebbero difetto, visto come mi sento il solo tra gli appassionati a mancare di competenza, come nessuno non lo ama, come potrebbe insomma arricchirci. La sua presenza sul medesimo palcoscenico con il suo compare appassionato Rino Tommasi e gli altri autorevoli, darebbe il giorno alla mia orchestra ideale.
    Mi perdonerete se questa fosse una mia divagazione semionirica, tenuto conto dell’orario.

  2. peterkama scrive:

    il caro GIANNI e’ un tocco di stile anche in questa intervista…
    adoro il suo persistente esibizionismo culturale e il linguaccio immaginifico che spesso usa in telecronaca….
    un vero dandy che sa muoversi in un mondo nel quale spesso dice di non riconoscersi piu’…
    I LOVE CLERICI!!

  3. Pietro scrive:

    Bella intervista! Leggere o ascoltare Clerici è sempre un piacere.

  4. Andrea Girelli scrive:

    Senza parole dopo aver letto postumo in vita….semplicemente grazie Gianni di tutto quello che dai al tennis e che regali al mondo…

  5. Ros scrive:

    Posso senza indugi affermare che a donare il luccichìo alla mia passione tennistica,nata quando ero poco più di un adolescente,fu proprio Gianni.
    Me lo ricordo scandire i miei primi Wimbledon,certo non così lontani,quando curiosa e stupefatta rimanevo incollata a guardare e sentire. L’attrattiva era sì il gioco,il verde non più scintillante del Lawn,a fine torneo,campioni sull’orlo del declino e altri ancora troppo acerbi e bellissimi,e le telecronache che da datata amante del calcio e colma quindi d’esperienze e ascolti diversi,mi parevano tutt’altro,che meri commenti. Donavano -e donano- ai match un sapore ancora autentico,una divagazione dovuta e voluta,necessaria,almeno per me.
    Successivamente scoprii lo scrittore,ancor prima del giornalista di Repubblica. Il suo stile,l’impronta sempre riconoscibile,forse anche più libera e armonica,unica. Mai banale,come il timbro sommesso e tuttavia incuriosito,come le scelte classiche e mai demodè. Tutto molto,troppo originale per non apprezzarlo,amarlo. Forse l’ultimo illuminato aristocratico (dentro,soprattutto)donatoa questo volgare mondo.

  6. Nikolik scrive:

    E’ veramente un grandissimo scrittore.
    Tutti i suoi articoli si leggono con grande piacere, anche per l’immancabile tocco di ironia che vi è in ognuno di essi.
    Il tennis che lui ha amato, però, non esiste più.
    E penso che questo lo addolori.

  7. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Nikolik.
    Il tennis che ha amato e non esisterebbe più non penso lo addolori più di tanto.
    Se non lo vede, sa riinventarlo. Migliorandolo oltretutto!!

  8. luca scrive:

    Le telecornache di Clerici con Tommasi hanno sempre dato valore aggiunto alle partite; alcuni commenti ai matches di McEnroe e Sampras sono da “Hall of Fame”.
    Onore al merito

  9. Luigi76 scrive:

    Salve ragazzi!ascoltate secondo voi una persona di 65 anni che tipo di tiraggio/kg dovrebbe usare?premetto che gioca abbastanza bene a tennis ma a volte perde partite incredibili contro un”pallettaro” pure scarso tecnicamente che fa della corsa l’unica arma vincente..grazie a tutti per i pareri!

  10. anto scrive:

    Può essere considerato a giusta ragione l’icona vivente del ns sport1

  11. pibla scrive:

    Gianni dice che quello di giornalista è solo uno dei suoi tanti mestieri al momento, mi piacerebbe davvero sapere quali sono gli altri, a parte quello di narratore.
    Comunque, Gianni unico.

  12. alenar scrive:

    La presenza di Clerici, grazie alla bella intervista di Giorgio Spalluto, è la classica ciliegina sulla torta di questo blog. Sottoscrivo tutti i complimenti dei post precedenti. Aggiungo solo, con un pizzico di malinconia, che sono passati già trent’anni da quando casualmente mio padre mi regalò il primo libro di Clerici sul tennis, trovato scartabellando in un’edicola di Cesenatico in pieno agosto: lo divorai avidamente e capricciosamente costrinsi i miei genitori a comprarmi la racchetta Vip Panatta ed iscrivermi ad un corso estivo, concluso con grande sudore ed un pessimo rovescio. Scimmiottavo i gesti bianchi con la stessa emozione e lo stesso piacere che ancora oggi mi danno i suoi scritti e le sue telecronache, purtroppo assai rare, in coppia con Rino. Sarà debolezza, ma Clerici mi piace anche quando si annoia a Montecarlo guardando Nadal - Ferrer e dopo lunghi minuti di sbadigli esclama: “Mi scuso per il mio silenzio, dopo venti minuti di palle arruffate… “

  13. Karlovic 80 scrive:

    Una delle telecronache più belle e divertenti di Tommasi/Clerici è stata la finale del torneo di Milano ‘96 Ivanisevic-Rosset,giocata sul velocissimo GreenSet Trophy.Entrambi si divertivano come bambini a veder Goran sparare aces a raffica e Marc tirare costantemente oltre i 200 km/h.
    Incitati anche dal siparietto dei due giocatori.Su Youtube c’è il video.

    Infine concordo con Clerici sull’annoiarsi durante le gare su terra come Nadal-Ferrer.E’ molto più divertente un Karlovic-Guccione sull’erba.

  14. tonitri scrive:

    Gianni Clerici sicuramente il numero con Rino Tommasi ,il resto è nulla!!!
    Grazie Gianni e grande Giorgio per l’intervista

  15. Karlovic 80 scrive:

    Off topic
    Ma avete visto Andrea Scanzi ad Annozero su Rai Due???

    Ammazza,ma allora è uno importante!!!

  16. Elisabetta scrive:

    Lo Scriba è insostituibile…500 anni di tennis per anni è rimasto sul mio comodino e adesso ha un posto d’onore nella mia libreria.
    Sottoscrivo in pieno Rino : leggendo Clerici non sai mai quello che è successo ma ti spiega il perchè , ben più importante!
    mi unisco ai complimenti di tutti, ovviamente anch’io leggo Repubblica solo se scrive lui…
    un solo difetto : ormai commenta troppo poco le partite in tv…

  17. luca scrive:

    @ Karlovic 80
    Beh, anche il commento al quarto di finale Us Open 01 Sampras / Agassi non era male.
    Al quarto set Sampras era satnchissimo, ma continuava ad impallinare Agassi col servizio. Cerco, laddove possibile, di sintetizzarlo.
    Commento di Tommasi : ” E’ morto, Sampras !!!!”
    Risposta di Clerici : ” Si, è morto. Ma tira aces anche dalla bara !!!!”
    Anche quello agli Us Open 81 era simpatico :
    Commento di Tommasi : “McEnroe è attaccante nato”.
    Risposta di Clerici : “E’ vero, attaccava anche nella culla !!!!”

  18. Lorenzo90 scrive:

    scusate l’off topic ma voglio esprimere la mia solidarietà ad Ubaldo per l’eliminazione della fiorentina dalla uefa…..
    Ci vorrebbe l’Higueras della situazione per Bobo Vieri….forse impara a tirare i rigori…..

    Comunque grande scriba…i suoi articoli hanno uno stile inconfondibile…ancor più delle telecronache.

  19. +PSTN+ scrive:

    “Una delle telecronache più belle e divertenti di Tommasi/Clerici è stata la finale del torneo di Milano ‘96 Ivanisevic-Rosset,giocata sul velocissimo GreenSet Trophy.Entrambi si divertivano come bambini a veder Goran sparare aces a raffica e Marc tirare costantemente oltre i 200 km/h.
    Incitati anche dal siparietto dei due giocatori.Su Youtube c’è il video.”

    Link?
    @Karlovic80
    Se ti va di mettermi il tuo indirizzo email vorrei chiederti una cosa in privato, grazie.

  20. Pat scrive:

    @karlovic80
    concordo:meglio guccione-karlovic sull’ erba che qualsiasi partita tra spagnoli(esclusi lopez e navarro) sulla terra. Meglio ancora però llodra-mahut sull’ erba così oltre al servizio vediamo anche qualche volée, no?
    Dato che sei esperto di superfici, che tu sappia Newport e Surbiton sono erba “VERA” come il Queen’s o finta come Wimbledon?

  21. Karlovic 80 scrive:

    @+PSTN+
    I link non li so mettere.Scrivimi a questo indirizzo:

    priscogiorgio@tiscali.it
    @Pat.
    Ti dico la verità sull’erba di Newport e Surbiton non ne ho la più pallida idea.Ma opterei per la seconda ipotesi.

  22. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Di Clerici ho letto tutto, dai romanzetti (anche insulsi) alle cronache/storie di tennis. Di queste ultime è il maestro indiscusso, per stile ed ironia, con la sua psicologia superficiale (non scrive saggi tipo Foster Wallace, nè tipo “essere John McEnroe”, per intenderci) assolutamente inarrivabile.
    Ma perchè, c’è davvero bisogno di analizzarla, la psicologia dei tennisti? Io mi diverto a farlo, quando ho tempo da perdere, ma non è più divertente prenderli semplicemente in giro quando, ad esempio, sono troppo infantili, come fa il Gianni n°1 (vedi Hingis-Graf)?
    Ho paura che sia l’ultimo di una stirpe di troppo-bravi.
    Se amo così tanto il tennis, il merito è anche suo (e di quell’altro).

  23. +PSTN+ scrive:

    Per i link basta che fai “copia” dopo aver selezionato nella barra alta dove c’è scritto l’indirizzo del sito poi fai “incolla” quando posti sul forum.E’ una banalità assoluta.

    Riguardo la cosa in privato sarei interessato ad avere il dvd del Master di Hannover ‘96 oppure qualcos’altro che hai.
    L’ho messo pubblicamente poichè forse anche qualcun altro può avere il mio stesso interesse.
    Ovviamente, in caso, pago spese di spedizione e dvd vergini.
    Se possiedi una lista di ciò di tennistico possiedi e ti va di metterla…
    Grazie

  24. Karlovic 80 scrive:

    @+PSTN+
    Se sei interessato ad acquistare dvd di tennis ho un amico di Roma che è il mio punto di riferimento.Ha migliaia di partite dagli anni ‘60 ad oggi.Il prezzo è di 7 euro a dvd.Proprio l’altra settimana ho ordinato 5 match,trà cui la famosa finale di Parigi Bercy ‘93 Ivanisevic/Medvedev.

    Ti do la sua email:mdifilippo@alice.it
    Se hai problemi scrivimi in privato.

  25. federov10 scrive:

    @ +PSTN+

    questo è il link: http://www.youtube.com/watch?v=GsVHv43uFRg

    curiosità : ma chi è andrea scanzi ?

  26. Giorgio Spalluto scrive:

    Ringrazio Giovanni da Roussillion per l’accurata traduzione che, in maniera del tutto spontanea, ha voluto regalare ai lettori francofoni

  27. +PSTN+ scrive:

    @Federev10
    Grazie per il link.
    http://www.andreascanzi.it Lì trovi tutto poichè c’è anche una piccola sezione biografica.
    Altrimenti chiedi a Voortrekker Boer che ti traccia un breve profilo psicologico…

  28. Hanna von Blum scrive:

    Was für ein Genie! Das Lesen Ihrer Berichte ist mir eine Freude und ein grosses literarisches Vergnügen. Zeitgenössische Tennis Literatur à la Barthes! Vielen Dank.

  29. aniello foria scrive:

    le uniche cose che guardo in tv sono pochi film e gli avvenimenti sportivi escluso il calcio; ma sono sempre piu’entusiasta dei commenti tennistici di gianni in coppia con rino tommasi: competenza,intelligenza,sana ironia e discussioni profondamente educative che soprattutto i piu’ giovani dovrebbero seguire per comprendere come stanno veramente le cose!
    Complimenti vivissimi con una preghiera:caro GIANNI fatti promotore di una proposta regolamentare che porti nel tennis il divieto dell’intervento del fisioterapista e/o del medico durante gli incontri ; è scandaloso come,oggi,specialmente in campo femminile,questi interventi siano sempre piu’ frequentemente volti a spezzare il ritmo di chi è in vantaggio con plateali simulazioni di “molto presunti”malanni.
    Sono un medico che,dopo essere stato uno sportivo per 30 anni (non calciatore),ho continuato con l’attività di medico “sul campo”come mi piace definirmi,e ti assicuro che riesco a capire subito se un atleta simula o si è fatto male sul serio!
    Ringraziandoti anticipatamente Ti rinnovo i miei sentimenti di stima per il tuo costante contributo a favore della VERITA’.

  30. Fab scrive:

    Consiglio vivamente il “commento” del buon Gianni Clerici in storica abbinata con Rino Tommasi (o in trio col bravissimo Ubaldo Scanagatta) a chi voglia davvero comprendere il gioco del tennis. Riescono nel difficilissimo compito di integrare la parte squisitamente tecnica con una componente (ironica) di studio dei momenti emotivi che animano i giocatori in campo. Una finale di Wimbledon commentata da quei tre lì può valere una notte con Sharon Stone!

    Fabrizio d’Ambrogi - giornalista

  31. Tonio scrive:

    Ormai guardo il tennis quasi più per sentire Clerici, Tommasi e Scanagatta!

  32. riziero scrive:

    un abbraccio al GENIO gianni clerici,a sentirlo a leggerlo ci si rende conto
    che forse l’essere umano ,pur nella sua pochezza,ha dei bagliori di una supernova.
    Essere un suo connazionale è per me un grande vanto.(anche se lui
    stesso si considera mezzo svizzero e forse io non sono poi così nazionalista).
    VI SAREI GRATO SE POTESTE FAR GIUNGERE AL SIGNOR CLERICI
    QUESTA MAIL (non ho trovato altro modo per contattarlo)
    molte grazie

  33. chiara grilli scrive:

    Oggi 31 marzo, guardo tennis alla tv, riconosco Tommasi, ma quanto mi manca Clerici!

  34. matteo scrive:

    effettivamente senza la retorica di Clerici e la simpatia di Tommasi il tennis diventa quasi scontato…. con loro quasi si impara a giocare semplicemente ascoltando!!

  35. paolo scrive:

    Sono innamorato della voce di Clerici e di Tommasi. Ho seguito il tennis per anni, ho giocato a tennis per anni grazie ai due grandi personaggi che sono. Prima di prendere il maestro sono sceso in campo dopo avere imparato a memoria il “Tennis Facile” cosi mi sembra si chiamasse, grande libro di rapida intuizione per infarinarsi di tennis. Sino a proma del trasloco è sempre stato vicino ai libri di vela, ora è sparito e vorrei sapere se esiste ristampa. Anzi se mi fate sapere qualcosa, grazie.
    Io sono dell’avviso che personaggi come Clerici e Tommasi devono essere premiati dalle federazioni sportive che rappresentato lo sporto, in questo caso il tennis, per avere veramente mosso le masse di giovani per avere portato nelle case il tennis ed i vati campioni di allora, da Panatta a Vilander ad Edbergh ed altri di cui non so scrivere il nome.
    Ogni volta che si parla di tennis, lo identifico ai due mitici Clerici-Tommasi, per la loro voce, competenza e modo di trascorrere assieme i set dell’incontro. Sono diventati due testimonial.
    Grazie di cuore per avermi fatto amare un dei più bei sport praticabili.
    un saluto
    paolo

  36. remigio pisano scrive:

    Compro Repubblica soprattutto per leggere Gianni Clerici e mi dolgo di non trovarlo più con la frequenza di prima. Ora le sue apparizioni si limitano a Wimbledon, Montecarlo, Roma? (spero) e Parigi? Ma col passare degli anni i suoi articoli si fanno sempre più frizzanti. Nobilita il tennis con una cultura che va oltre lo sport di cui parla con una leggerezza non comune. E poi l’ironia velata dei duetti televisivi con Tommasi… unico neo.. le sue tiritere contro l’incompetenza dei registi televisivi che non hanno (ma la possono mai avere?) la competenza tennistica dello SCRIBA.

  37. Paolo F. scrive:

    Sono un tifoso di Nadal quindi la mia critica è sincera. Sono perfettamente d’accordo con Clerici che è l’unico che si è accorto che il Nadal attuale è molto lontano dal vero Nadal. Tutti gli altri continuano a considerarlo uguale al precedente ma (purtroppo) non è vero….la quantità di errori gratuiti è eccessiva per uno che non sbagliava quasi mai. Complimenti alla grande coppia Clerici/Tommasi
    p.s. ma siete davvero convinti che il pubblico e i telespettatori facciano il tifo per la partita???? Come ho detto sono tifoso di Nadal e se vincesse 6/0 6/0 sarei contentissimo e così penso per i tifosi di qualunque giocatore!

  38. Fab scrive:

    Vabbè ragazzi, ma se per questo anche Federer è lontano dal primo “Fedex”, come fu ribattezzato per la sbrigatività con cui concludeva ogni match. Volendo abusare del gioco di parole, potremmo dire che oggi è un ex-Fed-ex…

  39. paolo scrive:

    sono paolo del commento precedente 23/03/2010: TANTISSIMO BENE ED UN GRANDISSIMO” TANTI AUGURI DI CUORE” al mitico GIANNI CLERICI PER IL SUO COMPLEANNO.
    ciao a tutti
    paolo

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