Siamo anche noi tanti piccoli Luca
I Gesti Bianchi di Gianni Clerici
e lo spirito di questo blog

 
6 Gennaio 2008 Articolo di Michele Fimiani
Author mug

 Non ci sono obiettivi di marketing né numeri da raggiungere; la passione è l’unica forza ispiratrice di tutti coloro che leggete (e non) qui. 

“Le terme si aprivano verso le dieci del mattino, ma alle persone di qualità Marziale suggeriva di non farsi vive prima dell’una.
Quando il sole rifletteva abbacinante dai marmi, e la polvere anneriva i pallettari, anche Orazio abbandonava il gioco. Interdetto dalla vitalità di Mecenate, riteneva più adatto un sonnellino per sé e per Virgilio, tipi delicati, dalla digestione laboriosa, dagli occhi adatti alla penombra degli studi.
Il pubblico delle terme era tanto affascinante da distrarre spesso l’attenzione dei giocatori.
C’erano paesani di Tracia e sarmati quasi selvaggi, nutriti di sangue di cavallo, egiziani avvezzi alle acque biondicce del Nilo, e increduli di fronte ai getti cristallini.”
Chiudendo gli occhi e immaginando queste scene splendidamente narrate da Gianni Clerici nel suo “500 anni di tennis” sembra di rivivere le stesse sensazioni che tutti gli anni continuiamo a provare seguendo con lo sguardo una pallina, forse la stessa usata da Orazio, magari dagli spalti del Foro Italico; rivediamo gli stessi colori che i Romani vedevano alle terme, riusciamo perfettamente a percepire quel senso di calura che anche nell’antichità costringeva i “pallettari” ad abbandonare il gioco.
Sono passati più di duemila anni, e oggi abbiamo addirittura a disposizione uno spazio illimitato per poter discutere liberamente dello sport che più amiamo; uno spazio virtuale, che Virgilio e Mecenate neanche sarebbero riusciti a concepire nella loro mente.
Ed è proprio per questo che dobbiamo conservarlo e migliorarlo con tutta l’attenzione e la passione possibile.
All’interno di questo spazio multimediale riprendono vita tutti i personaggi che hanno fatto la storia del tennis ogni qual volta vengano rammentati; possiamo vedere con la nostra immaginazione campioni che forse neanche abbiamo mai visto in viso ma che aleggiano tra le pagine di questo blog. E accanto a loro la frenesia dell’attualità, notizie che si accavallano e ci tengono col fiato sospeso, nell’ambizione di riuscire a cogliere il tennis nella sua interezza.
Non ci sono obiettivi di marketing né tanto meno numeri da raggiungere; la passione è l’unica forza ispiratrice di tutti coloro che lavorano e si divertono per mettere a disposizione di tanti altri aficionados come loro uno strumento più completo possibile.
E tutti noi, semplici spettatori che cercano di raccontare la realtà, ci rivediamo un po’ in Luca, uno dei protagonisti del racconto “Costa Azzurra 1950”, il quale, come racconta ancora il “Vecchio Scriba”, “stava appoggiato alla balaustra più alta delle tribune. Sotto di lui le terrazze del Country Club di Montecarlo digradavano fino ai tre campi centrali. Dietro ai campi, oltre la siepe di compatti cipressi che segnano i confini del club, si alzava la distesa blu del mare.
Visti tanto dall’alto, i giocatori appaiono piccolissimi, ed è facile, per chi abbia superato i cancelli d’ingresso, provare un senso d’irrealtà nel vederne l’accanimento, e i gesti di disperazione o di esultanza.
Una simile impressione sembrava a Luca la conferma lampante delle sue più recenti conclusioni filosofiche: per conoscere la realtà, per analizzarla, bisogna starne fuori, distaccati.”
Ed è questo lo spirito che vorremmo trasmettere a tutti i lettori del blog.

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13 Commenti a “Siamo anche noi tanti piccoli Luca
I Gesti Bianchi di Gianni Clerici
e lo spirito di questo blog”

  1. Margherita scrive:

    Caro Michele,
    sull’onda ispiratrice delle tue parole, un pò romantiche, vorrei poter dire che la passione è la molla che fa muovere il mondo. tutto, non solo quello tennistico. e invece, ahimè, non è così…ma lungi da me cadere (o scadere) nella retorica. e godiamoci invece la verità, o, meglio, la realtà di questo blog. e a proposito di realtà: si, è vero, per conoscerla bisogna starne fuori, ma si può starne fuori solo se prima ci si è completamente immersi dentro…

  2. angelica scrive:

    Michele, mi ha fatto venire una gran voglia di leggermi il racconto “Costa Azzurra 1950”
    Grazie :)

  3. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Michele è uno studente di matematica molto vicino ad una laurea che orenderà con voti eccellenti, ma oltre che un grande appassionato, vedete che è capace di scrivere con una sensibilità degna di un cultore delle arti umanistiche…pur essendo uno “scientifico”.

  4. Margherita scrive:

    non mi stupisce che Michele sia un matematico (in bocca al lupo per la laurea, Michele!!!). non è la prima volta che si nasconde un animo gentile dietro a una ‘fredda’ facciata scientifica (parlo anche per la sottoscritta…).
    evviva la passione, evviva il tennis, evviva la matematica!

  5. vincenzo torzillo scrive:

    Questo è parlare!!!un vero attaccante classico in un Mondo di grezzi arrotini!!

  6. marcos scrive:

    quanto è bello leggere questi sentimenti di prima mattina: bravissimo!

  7. chloe de lissier scrive:

    per conoscere la realtà bisogna starne fuori? e come si potrebbe allora comprenderla?
    la vera battaglia dell’uomo non è quella che combatte con i suoi simili, ma con l’infinito. e non si può neppure parlare di una battaglia. si tratta di un’accettazione. dobbiamo accettare volontariamente l’infinito. le nostre vite hanno origine nell’infinito e terminano dove hanno avuto origine: nell’infinito.
    il mondo di tutti i giorni non può essere considerato qualcosa di personale, che esercita potere su di noi, che può crearci o distruggerci, perché il campo di battaglia dell’uomo non è la lotta con il mondo circostante. il suo campo di battaglia si trova al di là dell’orizzonte, in una regione inimmaginabile per la maggior parte degli uomini, una regione dove l’uomo cessa di essere uomo.

  8. Giovanni da Roussillon scrive:

    L’articolo di Michele Fimiani è una perla. Al di là del pregio delle citazioni di brani tratti dai testi di Clerici, poligrafo, scrittore e forza poetica del Tennis.

    La sua pubblicazione avviene puntualmente, in un momento provvido.
    Si congeda esprimendo il desiderio nobile di volerci trasmettere del “materiale” con un certo spirito. Penso abbia già messo in atto il proposito, il suo stesso scritto è coerente ed esemplare.
    Auguro a mia volta a chi, ad esempio, auspica “un Wawrinka standard” per la propria parrocchia, di cogliere il messaggio di Fimiani. Sarebbe una conquista molto importante, anche per accettare che “un Wawrinka” è l’unico Stanislas Wawrinka possibile, unica è la combinazione di pregi e fragilità sportive di tennista non appartenente che a se’, poco importa la sua origine. Per quanto ci può interessare è disponibile in tutte le parrocchie. Esiste, mostra gesti preziosi così come altri suoi colleghi ci mostrano. Non potrebbe bastare per iniziare scambi di pensiero scollati dal bisogno di “possedere” una copia falsamente autentica di tutto ciò che “funziona”? Se già c’è, se già funziona, perché non goderci l’originale?

    Un solo appunto per affrancarci da possibili ambiguità: Virgilio e Mecenate sono riusciti a concepire altro e di altrettanta importanza dello spazio virtuale di cui oggi disponiamo, in sintonia e funzione con i/dei grandi temi del tempo in cui vissero. Sarebbe nondimeno stato singolare e gustoso, fors’anche formalmente più limpido e didattico rispetto alle istruzioni di certi manualetti recenti, se Dante avesse espresso in alessandrini alcuni concetti informatici tramandatigli idealmente dalla “guida”.

    ps/ Federico capirà senza dubbio che ho colto una sua considerazione esclusivamente a titolo di esempio proprio e preso a caso.

  9. Francesco da Lugano scrive:

    Michele Fimiani è la dimostrazione che il talento della scrittura soccorre tutti gli uomini di buona volontà (e passione).

    Un matematico che scrive meglio di decine di giornalisti professionisti. Credo questo sia il segreto del blog di Ubaldo. La libertà di esprimere opinioni ricchissime di onestà intellettuale. Lusso e privilegio che molto spesso negati a giornali, televisioni, uffici stampa e agenzie varie, talvolta troppo dipendenti da ingerenze di editori, organi istituzionali o dirigenti in rappresentanza di poteri “forti”.

    Può quindi accadere che un brillante ragazzo come Michele scriva un articolo più emozionante e “professionale” di decine di editoriali scritto da profesionisti “con tanto di tessera dell’Ordine”. Per fortuna di Michele e di tutti noi, la passione non è attributo che si può comprare.

    Qui invece tutti possono esprimere la loro opinione. Unici paletti di “censura”, volgarità o illazioni gratuite. Per il resto, tutti sono i benvenuti.

    O almeno io mi sento tale.

  10. pibla scrive:

    Davvero molto bello

  11. Ubaldo Scanagatta scrive:

    In questi pezzi aleggia, oltre che lo spirito del blog, anche quello di Thomas Yancey…e io ne sono orgoglioso, coem certo ne sarà anche Michele Fimiani (che oltre a capacità di scrittura ha anche capacità organizzative non indifferenti…insomma, qualunque lavoro farà sono convinto che avrà successo e sono contento di averlo con noi)

  12. Giovanni Di Natale scrive:

    Michele come hai fatto ad entrare nella mia testa? Davvero un pezzo “in punta di penna”, da adesso in poi le nostre aspettative di lettori diventeranno sempre maggiori. Sei avvisato.

    E perchè non iniziare raccontando proprio qualche stralcio di “500 anni di Tennis”? Tutti abbiamo il volume in biblioteca, ma discuterne insieme ci riporterebbe nell’atmosfera di un salotto di Wimbledon (che spero di vedere prima o poi).

  13. chloe de lissier scrive:

    l’articolo di michele fimiani mi sembra motivato da entusiasmo per la conoscenza e da sviscerato amore per questo blog. solo giovanni da rouissillon ha tentato di “suonare una partitura” dello stesso genere. gli altri commenti erano complimenti, anche affettuosi. ma nient’altro.
    sono certa che si fosse trattato di un articolo su una sfida fra defunti e viventi con la racchetta che usava mia nonna sarebbero stati scritti fiumi di inutilità. tali e tante da intasare internet.

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