E Dio creò Maria Sharapova.

 
10 Settembre 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di Ubaldo Scanagatta
10 settembre 2006

NEW YORK. Era il 19 aprile 1987 e Dio era in gran forma. Così creò Maria Sharapova. Sapeva di tennis più di tutti, ovviamente. Sapeva delle sue necessità e di quale sarebbe stato il suo futuro una volta che Andre Agassi avesse appeso la racchetta al chiodo (dopo Sampras), Roger Federer fosse diventato addirittura noioso per via di una superiorità straripante, Lindsay Davenport e Kim Clijsters fra un infortunio e l’altro stessero pensando di metter su famiglia, le sorelle Williams cominciassero a perdere interesse nel gioco che le aveva strappate al ghetto rendendole multimiliardarie.
Così, per dargli un avvenire migliore, si decise a dar luce e forma a una “Umana” con il fisico della mannequin, il viso d’una attrice, gli occhi blù, i capelli lunghi e biondi, due gambe che non finiscono mai, creandole come back-ground una storia alle spalle ricca soprattutto di sofferenze e sacrifici _ che cosa di più che farla nascere in Siberia, vicino Chernobyl, laddove era appena implosa la centrale nucleare?
Insomma una che potesse destare altrettanto interesse sul campo come fuori.
Non poteva creare un clone di Anna Kournikova, però, anche se _ chissà cosa c’era nella Sua Mente _ la nuova star sarebbe doveva essere russa e con dei genitori che avrebbero scoperto una mappa della Florida, e la stessa scuola di tennis di Anna, da tal Nick Bollettieri. Questa creatura avrebbe dovuto essere forte abbastanza per vincere Wimbledon a 17 anni, diventare n.1 del mondo a 18.
Al resto ci avrebbe pensato la Nike, inventando _ per inguainare quella meraviglia divina _ un “tubino” nero da sera che sarebbe piaciuto a Audrey Hepburn, rifinito con le paillettes, lo scollo a barchetta, lo spacco sulla schiena a far sognare nudità inesplorate (?). Un abitino, per inciso, che non è in commercio. Anche perchè costa 35.000 dollari.
Noccioline per lei che ieri conquistando il secondo Slam della carriera a spese di Justine Henin si è messa in tasca 1 milione e 700 mila dollari, ma che soltanto per la racchetta (Prince) avrebbe firmato un contratto a vita di 19 milioni. Più le sponsorizzazioni di telefonini, macchine fotografiche, linee di profumi, automobili, orologi e dentifrici: ecco perché la rivista Forbes sosteneva, già prima di ieri, che Maria fosse l’atleta più pagata del mondo. Figurarsi oggi.
Per lei, ispirandosi al musical più bello e fortunato, West Side Story, Nike avrebbe coniato anche uno spot che su quelle note rimbalza con frequenze ossessive su tutti i networks americani, con Maria che canta “I feel pretty”, in parte autoironico ma incalzante nel finale quando lei, in tutto un susseguirsi di acuti da soprano meritevole di esibirsi alla Metropolitan Opera, lascia partire dritti e rovesci esplosivi, squarcianti. Come a dire: sono bella, ma anche brava, visto come tiro forte? Roba, insomma, da far impallidire il famoso “Image is everything” che fu di Andre Agassi fino a diventare uno slogan boomerang.
Dacchè aveva trionfato, diciassettenne, all’All England Club, Maria aveva dato prova di grande regolarità, altre cinque semifinali di Slam, ma nessuna finale.
La favorita era Justine Henin, alla quarta finale di Slam dell’anno. Tanto più quando è scattata avanti 2-0. Ma non avrebbe più avuto nemmeno un vantaggio sui servizi di Maria (“Ho servito davvero bene”) e ceduto invece la sua battuta tre volte. Alla fine Maria è finita in ginocchio, alla Borg, prima di rimontare le tribune per abbracciare papà, coem Cash.
Tutto deja vu, insomma, compresa la chiamata alla mamma dal campo, ancor prima della premiazione. Solo che stavolta il telefonino era dorato. O d’oro? Niente più ci sorprenderebbe. Nemmeno lo Slam n. 59 conquistato da Martina Navratilova sulla soglia dei 50 anni ad incoronare l’ultimo match di una straordinaria carriera.
Sharapova b.Henin 6-4,6-4 (1h e30m).
Finale doppio misto: Navratilova-Bob Bryan b.Peschke-Damm 6-2,6-3.

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2 Commenti a “E Dio creò Maria Sharapova.”

  1. Raffaele scrive:

    Secondo lei può diventare una n.1 per suoi meriti e non per demeriti altrui come capitato in passato?Hai i numeri per diventare la nuova Serena Williams?Prima della semifinale di Madrid io ne ero certo.

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Cetro che sì. E’ certamente migliorata come tattica di gioco, e anche tecnicamente. Il suo tennis, prima così robottizzato, adesso offre anche varianti interessanti. Io non credo, ad esempio, che perderà più partite come quella contro la schnyder a Roma, quando alla svizzerotta bastò giocare quei crossettini di dritto (mancino) sul rovescio di Maria per mandarla in confusione. Maria veniva sbattuta fuori dal campo, tentava il lungolinea, lo tirava regolarmente fuori perchè si decideva tardi a farlo, e non riusciva a ad uscire da quella ragnatela. Certo a Maria, come a tante…figlie di papà, non giova più avere come coach un genitore invadente che di tennis capisce fino a un certo punto non avendolo maigiocato in maniera decente. Se ha tempo e voglia, dia un’occhiata all’ultimo numero della rivista Matchpoint (che per inciso ringrazio per aver pubblicato un link su questo mio sito) sul quale ho scritto la prima puntata di una inchiesta sull’importanza dei coach. Papà Yuri è stato certo pungolo (altro che pungolo!) fondamentale per la carriera giovanile di Maria, ma ora dovrebbe avere l’intelligenza di farsi da parte e di mettere la figlia in mani tecnicamente più preparate.
    Ciò anche se la rottura del cordone ombelicale _ i casi Graf, Capriati, Seles, Pierce, Williams _ non è mai semplice. Io sono quasi certo che Maria diventerà n.1 entro il 2006, anche se _ oltre al problema padre _ finirà nell’occhio del ciclone non appena vivrà una vera love-story, cosa che prima o poi inevitabilmente accadrà. Ve li immaginate i media, i paparazzi, il bailamme che le si creerà attorno? Per ora Maria ha dimostrato di sapere sopportare abbastanza bene le conseguenze meno piacevoli della grande popolarità di cui gode, ma ancora _ al di là di qualche storiella più immaginata che provata _ non ha una storia che monti…la panna. Questa è una bell’incognita che, ad esempio, non sfiora la vita di Justine Henin (almeno fino a quando il marito fa il bravo), l’attuale n.1.
    Ma, ripeto, secondo me, Maria dovrebbe poter diventare n.1 dle mondo, anche se sulla terra battuta non è forte come la Henin nè, probabilmente, la Mauresmo.
    Gli altri lettori di questo blog che ne pensano?

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