La Georgia potrebbe ritirarsi
dalle Olimpiadi

 
9 Agosto 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Alex Metreveli in grave imbarazzo: è nato a Tbilisi, è georgiano puro, è stato finalista a Wimbledon nel ‘73, l’anno del boicottaggio, ma commenta per la tv russa. E chissà se commenterà adesso che c’è la possibilità di un ritiro della squadra. “Dovevo andare all’US open subito dopo il torneo, ma tornando a casa”, ha detto a Rino Tommasi. “Ora chissà”

PECHINO _ Nessun atleta georgiano parla. Anche i russi sono molto abbottonati, i giornalisti sembrano tornati quelli dell’era ante-Glassnost. Irrigiditi e tetragoni come ai tempi della Tass ti dicono soltanto “non bisogna mischiare lo sport con la politica”.
Ma le voci che rimbalzano dal villaggio olimpico, soprattutto quelle del tardo pomeriggio, riferiscono invece dell’intenzione della piccola repubblica caucasica _ dei 35 atleti georgiani qui presenti diversi sono osseti _ di ritirarsi dai Giochi. Dapprima, nel pomeriggio cinese, i dirigenti georgiani avevano chiesto agli organizzatori dei Giochi di poter indire una conferenza stampa, ma il SOCOG si era mostrato riluttante e prendeva tempo. Allora sembravano orientati a inscenare una manifestazione di protesta. Poi però, forse informati del fatto che ciò avrebbe comportato comunque l’immediata esclusione dai Giochi in ossequio alla “Carta Olimpica”, i “falchi” avrebbero spinto alla manifestazione di protesta più clamorosa e dura: il ritiro. Secondo il presidente georgiano Mikhail Saakashvili (colui che prenderà la decisione finale) “molti atleti vogliono tornare in patria e avrebbero manifestato addirittura il proposito di tornare in patria al più presto per arruolarsi. Il judoka Sviadauri, sempre secondo il presidente, avrebbe chiesto la squalifica dei russi (!).
“Prima o poi doveva succedere, era soltanto una questione di…quando”. Di più non dice, ma non appare davvero sorpreso del conflitto, Alex Metreveli, georgiano di Tbilisi e tennista capace di raggiungere la finale di Wimbledon nel ’73 per i colori dell’ex URSS. E’ qui a Pechino come commentatore della televisione russa che ha acquistato i diritti per il torneo di tennis che allinea molti russi, e soprattutto russe, assai forti. (un russo, Tursunov, sarà il primo avversario di Roger Federer probabilmente domani) e nessun georgiano. Alex ha casa a Tbilisi ma anche a Mosca. Chissà se commenterà ancora. Neppure lui ha deciso se vorrà farlo.
Ovunque regna sconforto, dolore e preoccupazione: “Non riusciamo a telefonare a casa, le linee sono interrotte, non abbiamo notizie dei nostri”. Si discute dell’appello di Bush per il “cessate i bombardamenti ai russi”, e si ricorda che Bush e Putin si erano anche parlati qui 24 ore prima, assistendo alla cerimonia inaugurale.
A livello sportivo fra russi e georgiani c’è grandissima rivalità soprattutto in alcuni sport, in particolare quelli “corpo a corpo”, la lotta libera, dove i georgiani eccellono e hanno gli avversari più agguerriti proprio nei russi. Sports Illustrated aveva pronosticato medaglie d’oro per Otar Tushidvili nei 66 kg, d’argento per George Gogshelidze nei 96, di bronzo per Revaz Minorashvili (84 kg). Nella lotta grecoromana puntavano all’oro David Bedinadze nei 60 kg e Ramaz Nozadze nei 96.
Ma anche nel judo i georgiani avrebbero potuto puntare a qualche medaglia.
Il portavoce del comitato olimpico russo, Gennady Shvets continua a dire che “Lo sport è lo sport e la politica è la politica”.

Pare che alla fine il Presidente abbia chiesto alla squadra di rimanere a Pechino.

“Amiamo lo sport _ dice il collega georgiano Nicolaz _ ma non possiamo lavorare in queste
condizioni” Ha gli occhi scavati di chi ha dormito poco e male e quando parla di quello che sta succedendo nel suo Paese
trattiene a stento le lacrime _ “Nessuno di noi riesce più a pensare ai Giochi”.

Collegamenti sponsorizzati


1 Commento a “La Georgia potrebbe ritirarsi
dalle Olimpiadi”

  1. Pete Agassi scrive:

    Lo sport, e in particolare le olimpiadi, servono proprio a legare tutti gli oltre 200 stati mondiali rappresentati in ogni disciplina, a donare quel pò di spirito olimpico che ovvia alle nefandezze a cui biechi interessi politico-economici mischiano rapporti fraterni tra etnie, razze, regioni calde. Non mi permetto di definirmi un esperto di geopolitica, tanto meno di quella miccia mai spenta quale l’ex Urss, ma la volontà di lottare, continuare in un sogno, in un’avventura, le olimpiadi, va oltre un semplice e fatuo conflitto per sancire sotto quale governo debba prestarsi un piccolo lembo di terra, sia esso europeo, africano, mediorientale…A tal proposito ricordo il romanzo di Luis Sepulveda “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, in cui un personaggio sapeva bene come scagliarsi contro quelle nazioni ree di aver distrutto un intero popolo. A volte non serve un romanzo, una conferenza messa a tavolino con ossequi e cose varie, basta solo due atleti, un russo argento, un georgiano bronzo, che si abbracciano e si salutano sul podio ins engo di quella fratellanza globale che solo, e tristemente purtroppo, le olimpiadi sanno donare

Scrivi un commento