Il match clou nella Rod Laver Arena è diventato il doppio dell’amore.

 
20 Gennaio 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
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di Ubaldo Scanagatta
20 gennaio 2006

MELBOURNE. Un caldo allucinante, trentacinque gradi e più di 28 per cento di umidità. Con queste condizioni non si gioca a Melbourne. Altrimenti si rischia di svenire sul campo.
Così gli incontri sono stati sospesi per oltre due ore, salvo che nei due stadi con il tetto retrattile per l’unico Slam che può trasformarsi in torneo indoor e il match clou nella Rod Laver Arena è diventato il doppio dell’amore, il “misto” giocato da Flavia Pennetta e Carlos Moya contro la giapponese Ay Sugiyama e l’australiano Wayne Arthurs.
Non sono l’unica coppia del circuito: gli americani Bogomolov e Harkleroad si sono appena sposati, mentre stanno semplicemente insieme l’argentina Gisela Dulko e lo spagnolo Tommy Robredo, l’argentino (squalificato per doping) Canas e la connazionale Salerni, i cechi Berdych e Safarova, gli spagnoli Mantilla e Parra e, ma questo è un gossip non confermato, Roddick e la Sharapova, una coppia che farebbe parlare di sé non meno di quanto accadde agli albori della love-story fra Andre Agassi e Steffi Graf.
“Andre però non è riuscita a convincere Steffi a giocare il “misto”, mentre nel nostro caso è stata Flavia a persuadere me!” scherza Carlos.
Carlos e Flavia sono fidanzati da un paio d’anni (“Tutto è cominciato proprio qui a Melbourne”) e nessuno avrebbe pensato _ soprattutto considerati i trascorsi di playboy di Carlos _ che la loro love-story sarebbe durata così a lungo. “Nemmeno noi _ dicono loro all’unisono. “Lui sembrava troppo playboy per legarsi!” butta lì Flavia.
Ieri…non ci sarebbe stata gara se fosse stata un concorso di bellezza. Moya, oggi quasi trentenne, al suo primo apparire sulla scena agonistica _ proprio qui in Australia giunse in finale nel ’97, l’anno prima del trionfo al Roland Garros _ era stato ribattezzato l’Antonio Banderas del tennis.
E di vittime anche nel circuito del tennis ne aveva mietute diverse, la rumena Raluca Sandu, la connazionale Maria Antonia Sanchez-Lorenzo (poi divenuta l’amica di Feliciano Lopez) e brevemente anche con Jennifer Capriati.
Quanto a Flavia, di sei anni più giovane, beh, se c’è fra le tenniste un esemplare di tipica bellezza mediterranea, chi meglio di lei? La Sugiyama, invece, non è considerata una bellezza neppure in Estremo Oriente, mentre Arthurs, oltre ad essere il più anziano del circuito con i suoi 35 anni, ha un viso talmente spigoloso, appuntito, scheletrico, che perfino a guardarlo di fronte sembra stia di profilo.
I “nostri” due invece, oltre che oggettivamente belli, sono anche simpatici e teneri insieme.
Si parlano, ciascuno nella propria lingua, si sorridono, mai li ho visti neppure ieri arrabbiati l’uno con l’altra, al contrario di tante coppie che invece giocano il doppio insieme graffiandosi ad ogni errore.
Ad ogni punto, vinto o perso, fra Flavia e Carlos c’era sempre il “dammi cinque”. E’ chiaro che hanno preso l’impegno con…il dovuto distacco. Difatti hanno perso. Senza prendersela, ovviamente.
“Ho perso il servizio 4 volte su 5, non credo che ripeteremo questo esperimento” ride lui e ride anche lei.
“Avevo provato a convincerlo già l’anno scorso in un paio di occasioni, ma alla fine ha ceduto” racconta lei soddisfatta. “Per me stavolta andava bene, ho perso al primo turno e non avevo nulla da fare, ma vedi oggi per lei sarebbe stato meglio forse restare a rilassarsi in albergo, domattina alle undici (nella notte appena trascorsa per chi legge) ha il suo match con la Vaidisova…”
Se va avanti tu resti?
“No, riparto comunque domenica e torno a Maiorca, non bisogna esagerare…”.
Ma a casa, a Palma, chi cucina fra voi?
“Io faccio la pasta, lui aiuta…” dice Flavia.
E lui:
“Sì, io ordino da mangiare al ristorante giapponese che abbiamo sotto casa!”
Ma stasera parlerete di tennis?
“Del misto no di certo, di tennis può essere…Io il misto non l’ho mai giocato, non sapevo proprio dove dovevo stare, eppure siamo stati un break avanti nel primo set, e li abbiamo ripresi nel secondo…”.
Il fatto è che, a parte i break subiti da Moya, la Sugiyama reggeva lo scambio da fondocampo con Carlos e Arthurs a rete intercettava meglio di Flavia. Discutibile, poi, era stata la scelta tattica di mettere Flavia a rispondere da sinistra “Ma io rispondo meglio di rovescio e da quella parte…”. Ma in quel modo toccava a lei, e non a Carlos, giocarsi tutti i punti più importanti, i vantaggi, le pallebreak. E lui: “A sinistra sta il più forte, per questo c’è voluta stare lei!” E giù risate.
Inutile insistere sul concetto, poi, che le palle che finivano al centro doveva giocarle la stessa Flavia con il dritto oppure Carlos con il rovescio. Quando è a tutti noto che il colpo migliore di Carlos è la gran sventagliata di dritto da sinistra verso destra.
Era solo un divertissement. Retribuito, oltretutto: 3740 dollari per la coppia eliminata al primo turno. Possono ordinare cibo al “giapponese” per i prossimi due anni.
Gli australiani, ancor depressi per il gran tradimento del loro Hewitt la sera prima, si sono però divertiti. Forse più che a vedere Nieminen- Nalbandian battagliare a lungo nella Vodaphone Arena, il secondo “centrale”.

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