Foot Fault: Il curioso caso di Murray & Djokovic, antieroi ancora imperfetti

 
25 Novembre 2009 Articolo di Luigi Ansaloni
Author mug

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Lo scozzese, da quando ha lanciato il guanto di sfida al trono di Roger Federer, si è un pò smarrito, stizzendo tra l’altro il numero uno del mondo, che si è vendicato battendolo negli ultimi due precedenti dopo un filotto di quattro sconfitte consecutive subite. Un pò quello che era successo al serbo lo scorso anno. I due sembrano perfetti come outsiders, ma ancora acerbi per il ruolo di vero antagonista, nonostante i bellicosi proclami. Diversamente da Nadal, poco fumo ma molto arrosto…

Provoca il più bravo, morirai come uno schiavo. Diciamo la verità: un po’ Murray se l’è cercata. E se l’è anche buttata addosso da solo, un po’ di sfiga. Da quando ha lanciato, con guasconeria e con quel pizzico (eufemismo) di presunzione che si addice ai campioni, il guanto di sfida in pieno volto a Federer, il buon Andy non ne azzecca davvero più una. Passo indietro per i più smemorati. Erano i caldi mesi estivi, Nadal era fuori gioco per i noti problemi fisici, si veniva dalla storica doppietta Roland Garros - Wimbledon da parte di Federer, tornato numero uno del mondo, e via a parlare del ritorno della dittatura e bla bla bla. Urgeva un anti-eroe, assolutamente necessario in qualsivoglia favola e anche, soprattutto, nella vita (chi ha studiato un po’ di semiotica, in particolar modo Propp, sa di cosa sto parlando). Murray era lì, bello (?) e giovane, reduce da un Wimbledon un po’ così ma dopotutto una semifinale persa con Roddick (con quel Roddick) ci può stare. Lo scozzese era fresco numero due del mondo, aveva sempre battuto Federer dopo la finale persa agli Us Open, due set su tre sul cemento e indoor appariva, e di gran lunga, come quello più forte di tutti. In poche parole, il problema della momentanea sostituzione di Nadal ad anti-Roger sembrava essere risolto senza troppi patemi

In più Andy ci credeva. Ci credeva maledettamente. Niente di male, direte voi. E lo dico pure io: mai partire battuti nello sport, splendida metafora di vita. Meglio ancora per chi vive proprio con quella metafora. E lo sappiamo, i tennisti ci vivono anche parecchio bene. Arriva dunque una frase buttata lì: “Mi sento bene, sto bene. Penso che io e Federer arriveremo a Londra con una seria possibilità di giocarci la prima posizione mondiale”. Ora, magari le parole non erano esattamente queste, ma il succo senza dubbio sì. Il tutto detto senza cattiveria, in maniera naturale e composta. Certo, fossimo stati nell’ Inghilterra di qualche annetto fa (o in Texas, dove dalla regia mi avvertono che esistono delle vere e proprie associazioni “guanto di sfida”. Spero sia uno scherzo) un duello a singolar tenzone sarebbe stata la soluzione più logica.

Per un ragazzo di 22 anni, dire certe cose ci sta, è ovvio. Soprattutto in un mondo come quello del tennis, che si accusa spesso di essere freddo, calcolatore e per nulla reale, vero. Frasi del genere, dunque, a spezzare quella monotonia e finto perbenismo che circondano il tutto, ci stanno. “Cosa doveva dire Murray, doveva essere ipocrita e non dire ciò che pensa?”, aveva detto qualcuno come obiezione alla considerazione che forse quell’uscita era stata un po’ forzata e infelice. Dico io: starsi zitto no? Perché siì, signori miei: la sfiga è sempre dietro l’angolo.

E infatti da quella frase, come per magia, Murray non ne ha davvero azzeccata più una. Né contro Federer né contro nessun’altro. La seconda parte del 2009 dello scozzese è stata sotto tono. Molto sottotono. Contro lo svizzero, poi, non ne parliamo. Dopo, ripetiamo, quattro vittoria di fila, lo scozzese assiste inerme (o quasi) ad una lezione di gioco impostagli dallo stizzito numero uno del mondo a Cincinnati: 6-2 7-6 in semifinale e tutti a casa, in quella che molti definiscono la più bella ora e mezza di tennis in tutto il 2009. Un carrello di dolci mirabolanti sotto forma di colpi con la racchetta. Chapeau.
Dopo le 20 euro date a Federer per la lezione, si va a New York, Us Open, e Murray è uno dei favoriti, per non dire il favorito. Macchè. Sbattuto fuori (e malamente) da Cilic, che sarà pure bravo e futuribile e in odor di top ten ma sicuramente contro il ragazzo venuto dalla Scozia non partiva di certo favorito. Niente slam nel 2009 di Andy, che rimane dunque l’unico tra i top 5 attuali a non averne vinto ancora uno in carriera.

Il resto è storia di ieri, fresca fresca. Atp Finals, cornice di Londra, Federer-Murray. Si gioca quasi in casa, per lo scottish (perché gli inglesi, messi male nel tennis come sono, scenderebbero a patti con il diavolo in persona per un po’ di gloria, dunque sono anche disposti a tifare un selvaggio scozzese). Non c’è però il numero uno in palio, ma nemmeno per idea: Roger è al suo posto, chi è sceso è Andy, precipitato a numero 4 del reame. Il resto…bhè, lo sapete. Inutile soffermarsi più di tanto. Altre 20 euro per la lezione con tanti saluti agli inglesi e a tutto il resto del Regno Unito. Dopo il primo set, perso per 6-3, in Federer è scattata una molla: sembrava Rocky con sottofondo la celebre “Going The Distance”, quando Adriana gli dice “Vinci!” dopo essere uscita dal coma (Rocky 2, per la cronaca). Orgoglio? Vendetta? Pessimismo e fastidio? Qualunque cosa sia stata, diciamo che ha funzionato. Murray dunque punito e deriso (quasi) nella sua culla, nel teatro che pensava lo avrebbe consacrato numero uno del mondo. Sognava, il poor Andy, ad occhi aperti il delirio del suo popolo, pronto a inchinarsi alla sua grandezza, spodestando il “vecchio” sovrano, osannato da queste parti qualche chilometro più in là, a Wimbledon, suo regno per sei volte. Niente da fare. Tutto, per ora, rimane così com’è.

In definitiva al ventiduenne di Dunblane è successa un po’ la stessa cosa che è successa a Djokovic un anno fa, dopo il trionfo agli Australian Open, vinto dopo aver battuto Federer(in odor di monucleosi…) in tre set in semifinale. Anche Nole sembrava pronto al definitivo salto di qualità: lui, numero tre ormai da un po’, era ad un passo da insidiare lo storico duo. Il sorpasso su Nadal sembrava imminente, e anche Roger poteva, doveva essere nel mirino. “Dovete abituavi alle sconfitte di Federer, perché perderà sempre di più”, chiosava il serbo. Nella frase c’è un po’ di verità, perché lo svizzero di sconfitte “ad minchiam” (mi passerete il termine) ne colleziona, diversamente che in passato, a iosa, ma quando conta davvero contro Nole non perde mai. Us Open 2008, semifinale: vince Federer. Us Open 2009, semifinale: vince Federer (con tanto di colpo in mezzo le gambe che ha fatto il giro del mondo). A Djokovic vittorie estemporanee e quasi sempre regalate, come successo a Roma o a Miami ( quella per capirci dove lo svizzero, dopo 47 (!) errori gratuiti ruppe una racchetta), senza dimenticare ovviamente la bella vittoria, recente, a Basilea, nel regno (quelli si) di Federer. Quando c’è da fare sul serio, veramente sul serio, però anche Nole se la fa sotto. E le frasi un po’ da sbruffoncello continuano a suonare un pochetto male.

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Murray e Djokovic (anche se il serbo ha vinto e dimostrato più del suo coetaneo, senza dubbio) forse dovrebbero imparare di più da un loro collega, che alle parole ha sempre preferito i fatti. Indovinate chi non ha mai lanciato proclami bellicosi allo svizzero ed è diventato, per davvero, numero uno del mondo? Rafael Nadal. Che forse ha capito che non tirava aria e che la sfiga era dietro l’angolo, come poi dimostrato dai due baldanzosi giovani. “Sono contento di essere numero due del mondo dietro a quello che considero il più grande giocatore della storia”, recitava più volte Rafa. Fino a che il colpaccio non lo ha fatto. Per davvero. Andy e Nole, crescete un po’ prendente esempio e imparate una chiosa antica: provoca il più bravo, morirai come uno schiavo.

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16 Commenti a “Foot Fault: Il curioso caso di Murray & Djokovic, antieroi ancora imperfetti”

  1. Stefano Grazia scrive:

    Minimo minimo,visti i precedenti dell’articolo di Ansaloni su Bagdhatis, il prossimo anno Murray e The djoker si spartiranno tutti e 4 gli slams lasciando le briciole agli avversari…O chissa’, finiranno per vincere il Master (in questo caso la sfiga piu’ che Murray o Djokovic la procura Luigi…Agli avversari delle vittime della sua Rubrica!!!!! No, scherzi a parte: cosa dovrebbero dire il numero due o tre al mondo se non che sperano prima o poi, meglio prima che poi, di arrivare al primo posto? La differenza fra Murray e Djokovic e Nadal e’ che in questo caso Nadal fa l’ipocrita…e’ come quel giocatore che ti batte sempre e poi ti dice: no, no, tu sei il migliore…Insopportabile (solo in questa occasione,eh!). Come e’ insopportabile (anche lui solo in questa occasione…) federer quando prende cappello in questi casi o quando non viene dato per favorito… Il che mi conferma quel che ho sempre sospettato di Roger: che e’ facile fare i signori quando si vince sempre o quasi… E lo dico da grandissimo tifoso di Roger ma non cieco al punto da non capire che l’ego piu’ mostruoso e’ proprio il suo. io ho visto gesti di grande sportivita’ soprattutto da Murray e da Djokovic (applausi al colpo vincente, dichiarazioni post match estremamente umili…Murray vincente con nadal infortunato: mi faceva dei winners anche con una gamba sola, questo vi da l’idea di che campione sia…Djokovic sconfitto da Federer in n Master alla premiazione: questo e’ il momento in cui sono arrivato piu’ vicino al trofeo…)
    Ora che federer ha sorpassato Sampras (e vendicato Agassi…) (SCHERZO!!!) i sento finalmente libero e posso cominciare a tifare per due giocatori con un carattere meno ipocrita e piu’ affine ai miei gusti di vecchio ammiratore di Hewitt: ora si puo’ cominciare davvero a tifare per Murray e Djokovic…

  2. Claudio Maglieri scrive:

    Urca, una lezione di tennis da Federer costa solo 20 euro? accidenti, e io che tutti i giorni spero di beccare il gratta e vinci giusto, in quanto convinto di dover pagare un salasso…allora posso permettermela senza salti mortali, il mio imbarazzante rovescio rigorosamente in rete ha bisogno di qualche aggiustamento…mi date il suo cellulare che lo chiamo? ;)

    Stupidaggini a parte, Nadal ha capito benissimo che Federer è nettamente più forte di tutti. Per cui non lo provoca, lo lavora ai fianchi con frasi diabetiche per poi aggredirlo in campo (ovviamente si parla del Nadal old style)…Gli altri due hanno pensato bene di fare gli sbruffoni, Federer se l’è legata al dito e ora quando li affronta scende in campo con il coltello tra i denti, concentratissimo.

  3. Giuseppe Birocchi scrive:

    Belli e divertenti sia l’articolo di Luigi, sia il commento di Stefano. Due punti di vista che potrebbero sembrari contrapposti, ma che, in realtà, si completano a vicenda. Personalmente, preferisco chi fa precedere alle parole i fatti, ma apprezzo anche le uscite ruspanti e un po’ ingenue di chi non sa stare zitto. L’unico aspetto sul quale non voglio pronunciarmi è la prusunta arroganza degli uni e l’altrettanto presunta ipocrisia degli altri.

  4. Agatone scrive:

    Pericoloso questo articolo prima della fine del Master. Murray rimane un favorito, dopo questo aritcolo lo è un po’ di più. ;-)

  5. mirco73 scrive:

    Articolo bello e divertente. Certo non è facile dire se djokovic e Murray siano sfrontati e sinceri e Nadal e Federer gentili ma ipocriti. Sicuramente Nadal ha rincorso il numero 1 per ben 4 anni e ne prima ne dopo si è mai permesso di criticare Federer e lanciare frasi del tipo.. lo batto quando voglio.. I primi due della classifica nutrono l’uno per l’altro un rispetto ed una ammirazione sconfinata e più che criticarsi si esaltano l’un l’altro. Nadal è addirittura eccessivamente modesto ma penso che proprio questo suo atteggiamento “operaio” gli ha permesso di arrivare dov’è. La sua umiltà è la sua forza che lo spinge ogni giorno a massacrarsi di lavoro per competere con quello che considera “il più bravo” nonostante lo abbia battuto ripetutamente. Lo svizzero invece, oramai abituatosi ad essere osannato dalle folle e costretto oramai a combattere solo con la storia non rinuncia a volte a far uscire il suo smisurato ego e bachettare chiunque metta in discussione la sua leadership tranne il maiorchino che rispetta perchè lo teme e lo considera la sua nemesi. Ho l’impressione che i giovanotti subito dietro i primi 2 della classe sgambettino per scavalcarli ma abbiano fatto proclami prima del tempo. Mi ricordano un pò il primo Valentino Rossi che non lesinava bastonate a tutti ma poi vinceva.. e come vinceva!! Certe frasi puoi permetterle se sei un gradino sopra a tutti gli altri altrimenti ti porti “sfiga” da solo. Poi , per carità, queste dichiarazioni mettono un pò di pepe nei match e ognuno ha un carattere diverso. Federer quando dichiara che il risultato della partita con Murray dipende da lui può risultare spocchioso e gradasso ma può permetterselo dall’alto dei suoi 15 slam e della sua impareggiabile carriera. Gli altri ne devono mangiare di sfilatini..

  6. Larry scrive:

    Siete tutti fuori strada… Gli unici due giocatori che veramente hanno le armi per fare male a Federer e Nadal negli appuntamenti che contano sono Soderling e Del Potro, come le prove dello Slam di quest’anno hanno dimostrato. A mio parere nel 2010 saranno loro due i veri antagonisti, nonostante Soderling abbia ad oggi un bilancio in bianco con Federer. Djokovic e Murray si dovranno accontentare di qualche Masters 1000, negli Slam continueranno a farsela sotto con il loro tennis superpassivo di sole rimesse in gioco.

  7. Luigi Ansaloni scrive:

    Stefano e agatone, avete perfettamente ragione. Lo dicevo, ovviamente ridendo, ai miei colleghi. Ma ho voluto sfidare la sorte. Anche se, temo, l’efftto Marcos (cioè portare una sorta di sfiga al contrario…) durerà in me per un bel pò :)

  8. Giornalistaa scrive:

    io già in tempi non sospetti mi ero espresso su Murray come un novello Barazzutti, certo più dotato tecnicamente e fisicamente, ma sempre pallettaro fu. O se volete lo potete anche definire un Borg dei poveri, con la doppia grave aggiunta del comportamento decisamente spocchioso e della madre ultras in tribuna. Borg dei poveri o no, ancora sempre pallettaro fu! Cosa fa il pallettaro per cercare di battere il Campione? Alza la palla, cercando il colpo meno buono dell’avversario. E così, da Borg che giocava dei micidiali pallettoni sul diritto di Connors, a Wilander che lo faceva per spezzare il ritmo a Lendl, dall’esasperazione del concetto rappresentata da Alberto Mancini che fece svalvolare Agassi a Roma 20 anni fa giocandogli dei pallonetti geostazionari, da Muster che sapeva giocare solo così, Berasategui, Bruguera, pure Moya seppur con eleganza, si arriva al buon Nadal col suo schema vincente del top-spinone sul rovescio di Roger XV, schema copiato da molti altri giocatori, meno dotati e meno pazienti, come Murray, Djokovic, Benneteau…
    Riguardo Djokovic, è un ottimo giocatore, ma al momento vale la sua posizione solo sul cemento, dove forse sarebbe anche il n. 2: sull’erba non ha combinato niente, e soprassediamo visto che oltre al prestigio di Wimbledon c’è poco (Queen’s: mi piacerebbe vederne uno nella bacheca di Roger XV)), ma sulla tierra batida? Non ha mai fatto nulla. Un vero numero uno ATP non estemporaneo è un giocatore capace di primeggiare su tutte le superfici. Stop.

  9. Anakyn scrive:

    Mi piace definire Murray come “uno Hewitt con più tocco e meno carattere”: a me il ragazzo piace ancora, ed al contrario di molti non riesco a considerarlo un pallettaro, ma va detto che sta tradendo le attese.
    Continuo a ritenerlo, molto soggettivamente, il mio preferito “next n° 1″ per il post-Federer (il più tardi possibile, grazie), anche se Del Potro lo preferisco di gran lunga caratterialmente: per ora, rispetto a Murray, mooooolto meno fumo, e parecchio più arrosto… a meno che non si vogliano paragonare alcuni Masters con 1 Slam.

    Quello che proprio non credo digerirò mai è il serbo, perchè se non conosci l’umiltà almeno fai finta di conoscerla, grande piccolo Djokovic: quel battersi il petto dopo un grande (per lui) punto, quegli occhi artificiosamente spiritati, quella famiglia sempre al seguito, sempre in preda ad isteria… Bah, l’agonismo è un’altra cosa: bussare alla porta di Connors, o se non si vuole andar lontano basta fermarsi da Hewitt, che di “c’mon” e pugnetti ne sparava parecchi, ma era e rimane uno che quando ti stringe la mano, è un piacere stringergli la sua.

  10. fausto1985 scrive:

    grandissimo articolo

  11. Simply the best scrive:

    Scusate per la partigianeria ma nel panorama tennistico attuale Federer mi pare l’unico che per classe e risultati meriti ampiamente la posizione che occupa; altri tennisti brillano per breve tempo, oscillano tra promesse e delusioni ma Roger è sempre lì. Nelle annate no piazza risultati che altri non hanno mai ottenuto perdendo partite storiche per un “pelo” e sempre contro Nadal che guarda caso, bravo ragazzo quanto ci pare, dopo aver ridotto la massa muscolare (solo quella ?) consente agli avversari un colpo in più e vince molto meno. Murray è di un antipatico che levati, gioca un tennis da manuale senza anima senza luce; Djokovic che ha iniziato la carriera a suon di ace e dritti vincenti, studia le partite come un giocatore di scacchi che non vuol perdere, picchia ma non brilla nel momento della “misa a la muerte”….due delusioni emotive. Roger, vince e piange, perde e piange, vince e convince, perde e delude…..ha un’anima e da quando è diventato padre (l’unico del circuito a quei livelli) la mette al servizio del gioco più bello del mondo. Simply the best appunto.

  12. XAVI64 scrive:

    @Larry - sono d’accordo con te, ed aggiungo: soprattutto Soderling! (che sembra meno appagato di DelPo)

  13. marcos scrive:

    “Anche se, temo, l’effetto Marcos (cioè portare una sorta di sfiga al contrario…) durerà in me per un bel pò”

    luigi: precisiamo bene, per cortesia!

    ps. secondo me, oggi, murray batterà verdasco in 2 e federer perderà in 3 da del potro. (più tardi verificheremo l’effetto marcos, con la emme minuscola!)

  14. Il_Coach scrive:

    Preparatevi. il 2010 sarà l’anno di Del Potro, che dominerà le scene per un biennio. Poi toccherà, finalmente, a Gulbis. Fidatevi

  15. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Marcos, hai già sbagliato la prima….vediamo la seconda.
    PS: il calcolo che bisognerebbe fare per capire chi passa, a questo punto, il che potrebbe dipendere, in caso di vittoria di del Potro in tre set, dalla percentuale di game vinti e persi, mi sta spingendo ad abbandonare il tennis per il calcio (non è vero, ma insomma……).
    Ma chi l’ha inventato, ’sto regolamento? Tutti gli anni me lo chiedo.

  16. Stefano Grazia scrive:

    Anakin, credo che sia tutta una questione di simpatia istintiva,epidermica, a cui non si comanda: a me piacciono Hewitt (perfetta la tua definizione) Murray e anche Djokovic: non riesco a capire la tuaantipatia: nel dopo interviste e’ sempre correttissimo, applaude i gran colpi dell’avversario, con Federer ci perde e poi all premiazione guardando la coppa dice: questo e’ stato quanto di piu’ vicino io sia arrivato al trofeo, fa pure le imitazioni ed e’ simpatico con Johnny Mac…MA CHE COSA VOLETE DI PIU’ DA UN GIOCATORE DI TENNIS O DI QUALSIASI ALTRO SPORT? Io poi tifo di piu’ Murray ma col raziocinio proprio non riesco a capire perche’ Djokovic sia odiato…La sua famiglia? Ma Piatti ,da tutti voi glorificato, ne parla sempre benissimo… Dammi retta, e’ solo epidermide…

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