E’un guaio se la gente crede
che il tennis siano solo gli Slam.

 
29 Settembre 2008 Articolo di redazione
Author mug

La stagione non è finita con l’US open, ma pochi lo capiscono.Kuerten diventò n.1 grazie alla Masters Cup 2000. E le donne che hanno inseguito i soldi degli sceicchi del Qatar, hanno commesso un errore ancor più grave.

di Peter Bodo (Trad. Alberto Giorni)

Uno dei problemi più frustranti del tennis è la cronica incapacità dei tornei di fine anno di ottenere molta attenzione, nel momento in cui gli appassionati irriducibili si lamentando perché le prove del Grande Slam sono finite e si chiedono se seguire la stagione indoor, che ora si sta svolgendo in Asia e presto si trasferirà in Europa. Gli ostacoli sono ovvi. Le prove del Grande Slam sono i gorilla da trecento chili nella stanza del tennis. Si sono ritagliati un posto speciale nel cuore degli appassionati e molti imprenditori e rivoluzionari che pensavano di poter sovvertire la tradizione sono stati respinti. Ma i major hanno anche schiacciato alcune possibilità di crescita del tennis, con un danno generale. I fans più tiepidi credono che il tennis siano i majors e solo quelli. Il tennis è fatto per avere un fondamentale torneo di fine anno, come è stato dimostrato nel 2000 quando Gustavo Kuerten ha conquistato la prima posizione in classifica con una grande prestazione a Lisbona. Doveva arrivare a tutti i costi all’ultimo match ufficiale dell’anno per concludere la missione. E’ stato come se le World Series di baseball si decidessero in gara-7, per un fuoricampo nella parte bassa del nono inning, con due eliminati. (…)
Il tennis deve fare uno sforzo per pubblicizzare i Masters. Gli uomini lo stanno facendo trasferendo la sede a Londra a partire da 2009. Le donne invece, purtroppo, hanno seguito i soldi e giocheranno il torneo finale in Qatar, lontano dalle luci della ribalta e dallo zoccolo duro degli appassionati. I soldi nel deserto possono essere ottimi, ma nessuno se ne interesserà e saranno soltanto quelli che bevono il “Kool-Aid” ad assistere al torneo. E’ una situazione triste, perché ad oggi nel circuito maschile sono quaranta i giocatori che hanno la possibilità di partecipare al Master (solo quattro hanno il posto assicurato: Federer, Nadal, Djokovic e Murray). Ciò significa che le prossime settimane saranno molto interessanti per questi giocatori – e anche per noi – se solo capissimo il concetto del Masters.

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23 Commenti a “E’un guaio se la gente crede
che il tennis siano solo gli Slam.”

  1. Fabrizio Scalzi scrive:

    E’ vero oltre i majors anche gli altri tornei hanno un’importanza determinante,sopratutto per ultimi che si qualificheranno per il masters.Vedi Roddick per sempio,con quest’ultima vittoria si è assicurato un posto tra i magnifici otto!ricordo pure che l’inguardabile Berasategui(per la sua personalissima presa a due mani per il rovescio..) nel 1994 si qualificò dopo la finale persa a parigi da Bruguera,mettendo il fila una serie di tornei in SudAmerica sulla terra…

  2. Lorenzo scrive:

    Mah. Dissento completamente. Il Tennis si riconosce nei tornei del Grande Slam, la gente comune sa cos’è Wimbledon e non sa cos’è Key Biscayne, e non vedo dove stia il male in fondo. E’ chiaro che noi appassionati sappiamo che a Bergamo si gioca un bellissimo challenger, è altrettanto evidente che si sono viste sfide bellissime anche al di fuori degli Slam, ma l’epicità di un confronto deriva anche e soprattutto dal contesto. La storia del Tennis la fanno i tornei maggiori, il 3/5 è un altro sport rispetto al 2/3. D’altronde Wimbledon sta al torneo di Stoccolma come la Champions sta alla Coppa Italia, e avere delle competizioni (poche ma buone) che si distaccano nettamente dalle altre la vedo più come una cosa positiva che negativa.

  3. nicola scrive:

    Produrre come unica prova fattiva la storia di kuerten mi sembra pretestuoso.Ovvio che per sapere chi è il più forte del momento guardi il rank del champions race. E’ chiaro che il punto del ranking non si fa solo con i majors ma lo sanno tutti….C’è la possibilità di seguire ogni cosa, per tutti, attraverso decine di canali, tele o streaming…E che ne sai se la gente li segue o no ….Quatar, Tibet, Butan…O chissà che diavolo dove…Che cambia…Chiaro che Londra è una cornice migliore…bè? Correre dietro ai soldi è una novità forse ….?
    Ma lo sai la gente che veniva 20 anni or sono a vedere il torneo shoot out a Milano che non contava un c***o solo per vedere Noah e Mc Enroe? Ora è lo stesso…Chiaro che uno Slam è più bello!

  4. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Io vi dico soltanto, dopo aver insistito perchè questa storia venisse messa sul blog per sollecitare un po’ di dibattito, che quando un redattore ogni chiama il proprio capo della pagina sportiva per suggerire la pubblicazione di un pezzo, avverte la più assoluta indifferenza dell’interlocutore. Chiunque vincerà Parigi Bercy oppure Madrid _ salvo che succeda quel che successe l’anno scorso quando Federer, il n.1 del mondo, fu messo k.o. due volte da Nalbandian (e quindi la gente cominciò e a parlare del declino di Roger e dell’escalation dell’argentino) _ difficilmente farà tanto rumore. Ci sarà un momento di revival quando si giocherà la Masters Cup a Shangahai, forse, e soprattutto se magari Federer e Nadal si ritroveranno in finale, ma per esempio la sfida fra Argentina e Spagna in Europa (salvo che in Spagna) avrà poco seguito perchè purtroppo nessun gionale italiano (e ben pochi europei: forse l’Equipe, forse un paio di quotidiani britannici) manderà un suo inviato. E la Rai che ha i diritti ma non li sfrutta (nè li cede a Sky che magari gli darebbe una collocazione più dignitosa) o ignorerà l’avvenimento o mostrerà qua e là qualche sintesi fra una gara di bocce e una di beach volley.
    Insomma, mentre i primi 9 messi dell’anno ruotano attorno ai 4 Slam, è vero che gli ultimi mesi sono un po’ smorti. Chiaro che al superappassionato interessa anche il torneo di Tokyo piuttosto che quello di Vienna, ma quello che ha scritto Peter Bodo è abbastanza condivisibile, secondo me.

  5. tilden scrive:

    No il tennis non puo’ essere rappresentato da dei tornei 2 su 3 dove le prime 8 teste di serie sono esonerate dal primo turno. E’ chiaro che non solo i fanatici, ma un po’ tutti gli appassionati avvertono la differenza tra uno Slam, tabellone da 128 nessuna esonerazione dal primo turno, 3 su 5, ed un Master Series dove adesso anche la finale é diventata 2 su 3. Sharapova dixit se ero a Parigi avrei preso degli antiinfiammatori ed avrei giocato…

  6. Nik85 scrive:

    Sì è tutto vero quel che si è detto sul fascino e la rappresentatività degli Slam, però dal punto di vista tecnico c’è da fare una riflessione, secondo me. 1. Il tabellone a 128 non contribuisce alla qualità di un torneo, anzi in tabelloni del genere è sufficiente che una testa di serie abbia un raffreddore che, aprendosi il tabellone, ti ritrovi uno Chardy o uno Schuttler nei quarti di uno slam. Ammesso che giochino il torneo i più forti, meno sono i tennisti che partecipano, più aumenta la qualità. Per fare un paragone calcistico il mondiale ha più fascino dell’europeo ma il livello tecnico scende perchè essendo allargato al globo partecipano anche nazioni con scarsa tradizione, non adeguate alla manifestazione. In teoria la Master cup dovrebbe assicurare il massimo livello di competitività (spesso però non è cosi perchè i piu forti arrivano stanchi) 2. il 3/5 è certamente più affascinante, ma tecnicamente in un 2/3 il livello di gioco da tenere è più alto perchè si concentrano maggiormente i punti importanti, non si può sbagliare, concettualmente è un po’ ciò che avviene nel tie break rispetto ai game normali. In un 3/5 inoltre gioca un ruolo fondamentale la resistenza fisica, spesso più della tecnica, e ti ritrovi un Monfils in semi al roland garros.
    Detto questo, se devo scegliere preferisco che il mio Roger vica Wimbledon piuttosto che i 9 master series messi insieme.

  7. Avec Double Cordage scrive:

    Living in America - eye to eye - station to station.
    Living in America - hand in hand - across the nation.
    Living in America - got to have a celebration - rock my soul!

    si potrebbe citare James Brown a Bodo, ma dice un cosa sacrosanta quando afferma che il tennis necessità di un torneo di fine stagione, un vero high light

    in verità ci sarebbero due high-lights il Masters e la Coppa Davis il primo non riese sfruttare il potenziale perché gestito in un conflitto d’interesse da della gente con $ stampato sulle pupille il secondo perché in mano a dei conservatori ultra tradizionalisti che prima di adattarsi ai tempi che cambino sempre più in fretta in un accelerazione spasmodica devono trovarsi di almeno 10 anni nel passato.

    la finale di coppa davis dovrebbe essere un torneo con 4 squadre in sede unica ogni anno in un altra città, una cosa che si trasformerebbe in suddetta celebration browniana, perché in una competizione a squadre c’è tutto un altro clima specialmente se tutte le squadre sono presenti e se si svolge com ultimo appuntamento

    il masters per essere preso sul serio deve svolgersi in partite 3 set su 5 e devono esserci tutti i migliori del momento e non solo gli otto che hanno raccimolato il maggior numero di punti e si esibiscono in insensati gironi, dove le partite non hanno valore definitivo

    l’anno scorso mancava Nalbandian che er il hot player della parte finale di stagione avendo piallato tutti re principi e scudieri ripetutamente, mancava anche Murray che era in una buona forma entrambi fuori per pochi punti

    quest anno probabilmente mancheranno Del Potro e Tsonga che sono in forma ma riavremo i vari Blake e Davydenko che l’anno era praticamente una presenza virtuale con gli invetigatori che frugavano nei suoi tabulati telefonici

    hao scritto precedentemente la soluzione che a me pare la più semplice da attuare

    …secondo me al masters ci dovrebbero andare i primi 15, più una wild card per il giocatore fuori dai 15 che abbia conquistato più punti nei tornei indoor più importanti dopo gli US Open. Il masters quindi sarebbe un torneo DOC partendo direttamente dagli ottavi di finale senza gironi - round robin, per la vittoria finale bisognerebbe vincere 4 partite durissime al meglio dei 5 set, sarebbe un degno sprint finale, praticamente un quinto slam, una soluzione che venne già adottata mi sembra nei primi anni ottanta al madison square garden …mentre ora il masters ha più il carattere di un esibizione confortata dalla tradizione

  8. Diego scrive:

    D’accordissimo con Tilden!

  9. chloe de lissier scrive:

    sono pure io del parere che il grande tennis sia rappresentato fondamentalmente dai tornei dello slam. penso anche che solo il tennis femminile e i tornei maschili di categoria inferiore ai masters debbano essere giocati al meglio dei tre set.
    non modificherei alcunché della formula delle prove dello slam, mentre ridurrei il numero dei giocatori ammessi ai masters a 32 partecipanti, (senza bye per nessuno al primo turno) con 5 partite da giocare ognuna al meglio dei cinque set.
    ne vedremmo delle belle.

  10. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Non è affatto un “guaio” se “la gente” crede che il tennis siano solo gli slam.
    Ciò che veramente conta è quello che credono i giocatori.
    E i giocatori che hanno fatto e fanno la storia del tennis lo hanno sempre “creduto”.
    Gli altri tornei contano per i punti, e il seeding negli slam.
    Il giocatore giovane gioca tutto, quello più vecchio (che ha già vinto molto) gioca meno. Ma per gli slam tutti tendono al massimo. Storia vecchia e nuova. Guardate Roger. Ma guardate anche Rafa, che (come Borg) è sempre al top per i due slam vicini di data.
    Secondo me, non ci si può fare niente. Ma non è male. Se avessimo un torneo importante come gli slam ogni mese, dopo tre anni forse saremmo stufi. Ma figuratevi quanto sarebbero stufi LORO!

  11. nicola scrive:

    Ubaldo,

    d’accordo sul fatto che la spartizione dei diritti fra le diverse testate o palinsesti o la focalizzazione delle majors su “altri” eventi non segue logiche accettabili e che comunque manca una tempistica giusta nel coinvolgere anche gli eventii “minori”.
    Al di là di questo, come già ho detto sopra, esiste una grande varietà di strumenti in alternativa alle majors per seguire comunque tutti i tornei……tenicamente quindi non esistono veri “lags”stagionali”…basta un minimo di volontà da parte dell’interessato.
    Se parliamo di elementi di cultura negativa ormai endemici nel circuito istituzionale media certo siamo più che concordi. Ciao

  12. nicola farina scrive:

    Secondo me il problema non e’ come trovare una formula che dia grosso valore tecnico al Master di fine anno, ma come inserire un tale evento in un calendario decisamente logorante. Io penso che quattro appuntamenti di vertice all’anno siano abbastanza, e che inserirne un quinto provocherebbe uno scadimento di livello generale (molti si troverebbero a dover fare delle scelte, ancor piu’ di adesso, perche’ essere al massimo per 5 eventi non e’ da tutti). Il master rappresenta una bella vetrina, la prima posizione a fine anno e’ senza dubbio un obiettivo, ma io non lo sopravvaluterei troppo. Il tennis non e’ come la Formula 1, o lo sci, in cui una gara vale l’altra e l’obiettivo di tutti e’ vincere la coppa alla fine. I grandi tornei fanno da padrone, e a me va bene cosi’. Se qualcuno, addirittura, decidesse di eliminare del tutto il master e di snellire il calendario, di certo non mi strapperei i capelli. Se mi togliessero Wimbledon, potrei pensarci.

  13. nicola scrive:

    D’accordo con te , una mano di vernice a Wimbledon ed una demummificazione generale ed abbiamo pur sempre “la storia”.
    D’accordo sul Master overrated…

  14. Anakyn scrive:

    Aperta perentesi

    Una critica rivolta ad Ubaldo: l’equiparazione fra bocce e beachvolley nel novero degli sport considerati “mediaticamente superflui” (come si evince dal contesto della frase), mi pare una solenne forzatura.
    Lo dico da praticante ed estimatore del beachvolley, sport che è ormai (ufficialmente o meno) il re delle discipline “estive”, al di là dell’atletica, e che in TV ben di rado ha trovato collocazione adeguata, nonostante l’alta dose di spettacolarità e l’atmosfera molto “cool” che circonda le competizioni, fra fisici mozzafiato e le spiagge più belle al mondo.
    Francamente, sotto il profilo del riconoscimento mediatico (in Italia), credo che tennis e beachvolley stiano immeritatamente sulla stessa barca, pericolante e piena di falle.

    Chiusa parentesi

  15. +PSTN+ scrive:

    AvecDoubleCordage
    “il masters per essere preso sul serio deve svolgersi in partite 3 set su 5 e devono esserci tutti i migliori del momento e non solo gli otto che hanno raccimolato il maggior numero di punti e si esibiscono in insensati gironi, dove le partite non hanno valore definitivo”

    Vado controcorrente, ma non son per niente d’accordo AvecDoubleCordage.
    Dunque come stabilire chi partecipare al Masters (i migliori del momento).
    Conteggiare solo i punti dallo Us Open in poi?
    Secondo me l’attuale attribuzione è quanto di più democratico e congruo possibile. (Anzi, forse apporterei una modifica di considerare nel computo solamente Slams e MS, escludendo gli Atp).
    Banalmente una semplice somma dei punti ottenuti da inizio anno e partecipano i primi 8.
    Anche riguardo i gironi dissento.
    Forse perchè a me piace questa peculiarità esclusiva dell’ultimo torneo dell’anno (se ce ne fossero altri così non sarei d’accordo) e circoscritta al Master apprezzo tale formula.

    In definitiva, io non ci vedo niente di così dannatamente penoso nella struttura del Master di fine anno.
    Una modifica possibile da apportare potrebbe essere quella di giocare anche la semifinale 3su5, ma pure 2su3 va bene comunque, IMHO.

    “l’anno scorso mancava Nalbandian che er il hot player della parte finale di stagione avendo piallato tutti re principi e scudieri ripetutamente, mancava anche Murray che era in una buona forma entrambi fuori per pochi punti”

    Ancora col tormentone Nalbandian….(ne me ne volere, si fa per parlare, ma l’anno scorso in diretta furono letteralmente tempestati di emails di appassionati i quali chiedevano ossessivamente sulla mancata presenza dell’argentino nonostante il formidabile finale di stagione e bla bla bla il che dopo un po’ è un minimo logorante, ma ASSOLUTAMENTE COMPRENSIBILE per carità!)
    Innegabile ch’egli abbia fatto un finale di stagione strepitoso in cui ha battuto 2 volte Federer, schiantato 2 volte Nadal e una Djokovic ma se, nonostante questo, non ha raggiunto l’ottava posizione non è per niente uno scandalo la sua mancata partecipazione ed è legittimo che chi ha fatto meglio di lui nella restante parte della stagione (9 mesi contro il mese splendido dell’argentino) meriti uno degli 8 posti a suo discapito.

    Poi, è EVIDENTE di come la sua presenza al Master dello scorso anno avrebbe potuto creare non pochi grattacapi in primis a Nadal e Federer (oltre agli altri naturalmente) ponendo le premesse per un Master elettrizzante, ma se l’altra parte dell’anno (per un motivo o per l’altro, mica lo condanno ovviamente!) non ha raccolto punti sufficienti non trovo per niente regolare che poi disputi il Master.

    (A complemento: io l’avrei voluto ECCOME Nalbandian al Master2007, infatti speravo nel ritiro ancor prima di volare in Cina di Roddick o Davydenko i quali pareva non fossero in perfette condizioni fisiche anche se poi l’argentino s’è rifiutato di andare a fare la riserva)

    Seguendo l’osservazione di AvecDoubleCordage allora si potrebbero apportare delle modifiche alle regole per il Masters chessò qualificando di diritto il vincitore di almeno un MastersSeries oppure considerare nella classifica di riferimento per il Master solamente Slams e MastersSeries a sfavore, in questo modo, di chi vince magari anche più di un Atp accentuando ulteriormente, così facendo, il divario tra tornei del Grande Slam&Masters Series e Atp.

    “…secondo me al masters ci dovrebbero andare i primi 15, più una wild card per il giocatore fuori dai 15 che abbia conquistato più punti nei tornei indoor più importanti dopo gli US Open. Il masters quindi sarebbe un torneo DOC partendo direttamente dagli ottavi di finale senza gironi - round robin, per la vittoria finale bisognerebbe vincere 4 partite durissime al meglio dei 5 set, sarebbe un degno sprint finale, praticamente un quinto slam”

    A parte il non essere d’accordo riguardo il criterio di selezione dei 15 la soluzione che proponi sarebbe sì interessante/accattivante, ma, essendo a fine stagione, eccessivamente massacrante col rischio di portare a risultati anche leggermente “stravolti”.

    Poi probabilmente sarà che a me l’attuale formula (proprietà distintiva del Master) non mi dispiace per niente, anzi!

    Piuttosto, preferivo la sola finale dei MS 3su5 anzichè le attuali 2su3, quello sì.
    Per chi invece propone i MS con tabelloni da 32 disputarsi tutti i turni 3su5 (come sembrerebbe vorrebbe/piacerebbe fare Tiriac per il suo Madrid su terra) mi sembra un’idea sì esaltante per gli appassionati ma altrettanto devastante per il fisico dei tennisti che arriverebbero distrutti già prima del RolandGarros nell’ipotesi di attuale calendario e obbligatorietà di presenza ai tornei MastersSeries.

  16. +PSTN+ scrive:

    @ADC
    Scusa, avevo letto male relativamente alla storia dei primi 15 e la WC quindi avevo erroneamente inteso che tu consideravi solamente i risultati dagli Us Open in poi (ma questo invece sarebbe valido solo per la wild card).
    Quindi, eventualmente, sarei d’accordo con il criterio di selezione dei 15 sebbene per me il Master va benissimo così (pur riconoscendo che la tua proposta è senza dubbio affascinante!)

  17. ugo scrive:

    col senno di poi ( ovvio e’ facile parlare ora) vogliamo dire che il team di bolelli in cambio di un primo e un secondo turno di un normale torneo atp ha combinato un disastro sotto tutti i punti di vista?? io difficilmente avrei saputo fare di peggio…..

  18. Fabio P. scrive:

    @Ugo
    Se pensi poi che Suzuki è stato un allievo di Pistolesi …

  19. angelica scrive:

    Ugo, col senno di poi si potrebbe anche dire che questa storia ha tolto la necessaria tranquillità a Simone Bolelli di pensare solo al suo tennis.

  20. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    A proposito, cosa dicevamo? Federer non va a Stoccolma? Ma và! Non me lo sarei mai aspettato!
    Il tennis è (quasi) solo gli slam, a certi livelli (le Olimpiadi sono nulla a confronto, ha ragione Tommasi): non ci possiamo fare niente…….

  21. UGO scrive:

    appunto angelica , in questa storia pero’ ci si e’ imbarcato lui con il suo team che dovrebbe fare in modo che lui pensi solo a giocare tranquillo…

  22. Agostino scrive:

    Visto che si parla poco delle femminucce:
    perché le donne non possono giocare 3 su 5? ma chi l’ha scritto? la maratona femminile si corre per caso sui 30 km? i 10000 metri glieli accorciano?
    Ricordo alcune finali del master femminile al Madison square garden 3su5 da spellarsi le mani (corigetemi se sbalio, ma un Graf-Sabatini ed un Graf-Hingis su tutte).
    Posso comprendere che le donne non giochino tutti i turni dello slam 3 su 5, che si pongano problemi di recupero (non a caso il ciclismo è uno sport in cui le distanze per le donne sono inferiori), ma fino a che un medico sportivo non mi dice il contrario credo che si recuperi meglio da 5 set in due giorni che non da 3 in un solo giorno. Avrebbe anche più senso l’equiparazione dei montepremi (a mio parere oggi ingiustificata).

  23. Giovanni da Roussillon scrive:

    Perché non interpellare i giocatori?
    Io penso rispondano, da professionisti, a qualunque soluzione proposta, purché siano liberati da impegni insulsi ed eccessivi, ovvero dall’obbligo di partecipare a tornei numerosi, dotati di contro di premi irrisori rispetto all’offerta dei quattro tanto magnificati. Potrebbero accettare, i nostri, finanche la disputa di sfide uno contro uno al meglio di 5 partite, le quali tra l’altro sancirebbero più nettamente l’eccellenza del vincitore; in guisa che nella stessa settimana l’attenzione sarebbe rivolta verso più luoghi, ed al tempo magari gli attori sfuggirebbero all’oppressione dei soliti organizzatori attuali.
    Perché mai i giocatori dovrebbero delegare esperti, il loro “sindacato” ATP, o il pubblico a decidere su ciò che in fondo gli è di esclusiva competenza? O c’è chi pensa ancora ai gladiatori?
    Chiedo perdono per il mio impiego polemico di questo spazio. Ma se riconosciamo ai tennisti un minimo di talento prossimo all’espressione artistica, sarebbe come se il critico, i critici, esercitassero autorità sulle scelte di materiali, clienti, quantità e orari di lavoro prodotto, ecc. alla quale (autorità) l’artista non può piegarsi, senza dover stracciare la propria coscienza.

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