Sui campi rossi il mancino di Manacor è il più forte.

 
11 Giugno 2006 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

di Ubaldo Scanagatta
11 giugno 2006

PARIGI. Ancora Rafa Nadal, come un anno fa, come ormai da 60 partite di fila vinte sul rosso. Né si vede, a questo punto, chi lo possa fermare. Se non riesce a farcela neppure il primo giocatore del mondo (terra battuta esclusa…), chi allora? Roger Federer è stato battuto per la sesta volta in sette incontri dal mallorquino, la quarta su quattro quest’anno. “Ha meritato di vincere, io ho giocato male” ha chinato il capo l’orgoglioso svizzero che ha sbagliato una miriade di rovesci ma recentemente si era mostrato invece assai ottimista.
Il verdetto è inequivocabile. Sui campi rossi il mancino di Manacor è il più forte. “Imbattibile no” dice lui con la solita modestia.
Ma lo è stato anche ieri pur avendo esordito di peste nel primo set (1-6) (“Avevo paura…ero nervoso”) e pur avendo commesso l’ingenuità di rimettere in corsa Federer quando ha servito invano per il match sul 5-4 30-15 del quarto set. Non è stata una finale memorabile. Qualche emozione l’ha riservata il finale, il tiebreak, ma era stata molto migliore quella di Roma.
Federer resta il n.1 sulle altre superfici, ma addio Grande Slam, almeno quest’anno. Il record di Rod Laver (1969) resta intatto. Federer non aveva mai perso una finale d’uno Slam. Ma questa era anche la sua prima a Parigi.
E Nadal l’aveva già battuto a Montecarlo e a Roma.
Proprio quella, bellissima, del Foro Italico, con i due matchpoint sciupati dallo svizzero con due errori di dritto, aveva diffuso la sensazione _ condivisa dallo stesso Federer e da gran parte dei tecnici _ che qui a Parigi un Nadal apparso meno brillante del solito nei preliminari potesse scivolare davanti allo svizzero.
Ma cinque minuti prima del match, però, Emilio Sanchez, capitano di Coppa Davis della Spagna _ avversaria dell’Italia a Santander a metà settembre _ mi aveva espresso la tesi contraria: “Nadal è più solido di Federer perché è più umile, non regala punti, soprattutto quelli importanti. Lui non avrebbe mai buttato via quei due dritti sbagliati da Roger a Roma.
Quando qui Rafa era sotto 5-3 nel tiebreak del terzo set con Ljubicic, tutti si aspettavano gli aces del croato e invece gli aces li ha fatti lui.”.
Senza saperlo avrebbe dato ragione al capitano spagnolo lo stesso Federer subito dopo una sconfitta mal digerita per alcune opportuntià mancate: “Io, Safin e Roddick abbiamo punte di tennis più elevate, Nadal e Hewitt sono più solidi…oggi dopo il primo set vinto a quel modo, avrei dovuto stare più attento per vincere il secondo, invece ho perso un game di battuta da 40-0 per me! Anche nel terzo ero avanti 2-1 e 0-40 e ho perso anche quel game. Poi nel quarto ero avanti di un mini-break nel tiebreak…”.
La verità, però, è che è sembrato sommerso dalla propria frustrazione.
Le 60 vittorie di Nadal, che con due successi a Parigi a 20 anni appena compiuti imita Borg (lo svedese di Roland Garros ne vinse poi 6 in 8 partecipazioni “ma io non ho la racchetta magica), diventeranno almeno 70.
“Ci vuole bravura ma anche fortuna a non farsi male per tante partite così, dopo Wimbledon giocherò i tornei di Baastad e Stoccarda”. Dove difficilmente andrà Federer. Anche perché, detto tra noi, chi glielo farebbe fare?
Nadal b.Federer 1-6,6-1,6-4,7-6(7-4) in 3h e 02m.

Collegamenti sponsorizzati


1 Commento a “Sui campi rossi il mancino di Manacor è il più forte.”

  1. Akela_gay scrive:

    Nice! Happy New Year!

    hydrocodone

Scrivi un commento