Canas, una vittoria di stile
Il periodo nero della sospensione
Ecco l’appassionata intervista esclusiva
Willy racconta tutta la sua verità

 
13 Marzo 2007 Articolo di Riccardo Bisti
Author mug

n.b. DI ubs: Come al solito Riccardo Bisti ha fatto un gran bel lavoro. Val la pena leggerlo. Sono orgoglioso di averlo come collaboratore di questo blog, e lo stesso vale per Giovanni di Natale, Fabio Ferremi, Gianluca Comuniello, Angelo Mancuso, e direi, fra i tanti, anche Stefano Grazia che sta dando un sostegno fondamentale e apprezzatissimo. Potrei citare molti altri e prima o poi lo farò. La porta è aperta a quanti altri vorranno segnalarmi la loro disponibilità alla mia e.mail, ubaldoscanagatta@yahoo.it.
di RICCARDO BISTI

Durante la loro telecronaca del match vinto da Canas su Federer, Rino Tommasi e Roberto Lombardi parlavano della differenza tra “classe” e “stile”. Il tennis di Guillermo Canas non ha stile: attorno a un drittone incisivo, ma come ce ne sono tanti in giro, ha costruito passo passo un rovescio dignitoso, poi ha imparato i rudimenti del gioco di volo per crearsi, infine, un servizio capace di dargli una dozzina di punti gratis a match.
Ma lui, Willy, “El Todoterreno” (così lo chiamano gli argentini, per la sua capacità di adattarsi a tutte le superfici), è una persona di classe. Lo conferma la sua correttezza in campo, il come (non) ha esultato dopo aver battuto Federer, in un match a suo modo storico.
Ma la sua classe, Willy, l’ha mostrata soprattutto affrontando i 2 anni (poi ridotti a 15 mesi) di squalifica per doping. E’ stato l’unico giocatore squalificato a indire una conferenza stampa prima che venisse sancita la squalifica (accadde durante Wimbledon 2005). Non scappò, non si nascose: ci mise la faccia.
Da lì per lui è stato un susseguirsi di umiliazioni: durante il match di Davis Australia-Argentina del 2005, i tifosi australiani esposero uno striscione a lui dedicato: “Where’s Willy?”. All’Open Degli Stati Uniti gli impedirono di entrare nell’impianto. Neanche come spettatore pagante: non potè seguire nemmeno i match della fidanzata Maria Emilia Salerni. E lui lì, a incassare silenzio, senza piantare casini. Spendendo tutte le energie per proclamarsi innocente, e sfogarsi solo in allenamento o nelle esibizioni come la “Copa Argentina” o gli Open di Patagonia.
Ieri, mentre metteva sotto Federer, avrà sicuramente ripensato ai giorni della squalifica, quando le sue parole erano erano un mix di rabbia, incredulità e speranza. Dopo di che ha trascorso ore e ore per lasciarsi intervistare da varie tv e radio, che natauralmente non si sono fatte pregare per mettere il dito nella piaga, la sua piaga, quella del doping. Ma mi pare che valga la pena per tutti voi affezionati lettori di questo blog, leggere quel che Willy Canas ebbe a dichiarare ad Alfredo Bernardi, allora corrispondente de La Nacion (oggi Alfredo ha cambiato lavoro…ma non credo a seguito di quest’intervista che considero eccellente anche perchè per nulla… inginocchiata, ma anzi decisamente inquisitiva).
Ecco l’unica intervista “face to face” che rilasciò nell’agosto 2005, concessa ad Alfredo Bernardi, giornalista del quotidiano ”La Naciòn”.

D. Sapevi di essere, come dire, nel mirino dell’ antidoping?

R. Già 3 anni fa in Europa dicevano che ero stato trovato positivo. Credo sia dovuto al mio tipo di gioco. Nella misura (scarsa) in cui mi conoscono, pretendono di giudicarmi. Qui nessuno ha dubitato di me: sanno come vivo, come interpreto il tennis, che mi piace ammazzarmi di fatica in allenamento, e mi hanno accettato per quel che sono.

D. Come ti curi? Prendi qualcosa?
R. Prendo le vitamine che mi prescrive il mio medico, Walter Mira, con il quale lavoro da 8 anni. Ogni volta che prendevo delle vitamine le controllavamo, facendo molta attenzione. Voglio dire che questo non era il primo controllo antidoping che ho subito. Ne ho fatti almeno ottanta, e in almeno 5-6 occasioni ho trovato davanti alla porta di casa gente dell’ ATP che mi aspettava per controllarmi.

D. Ti sentivi perseguitato?
R. Mai. Era giusto quel che si faceva. Non ho mai avuto problemi con l’ antidoping: mi sentivo (e mi sento) limpido e trasparente.

D. Perchè sostieni di essere stato negligente?
R. Il mio errore, ad Acapulco, è stato non tirar fuori le avvertenze del prodotto e leggerle. Se avessi preso questa precauzione, adesso non saremmo qui a parlare.

D. Come professionista, dovresti conoscere la linea 0-800 che l’ ATP mette a disposizione dei giocatori per queste cose. Perchè non hai chiamato il tuo medico per sapere qualcosa di più in merito al medicamento?
R. Sono nel circuito da 10 anni. Ho lo stesso medico da 8. Per i casi speciali assumo medicinali, ma questa volta non avevo nulla contro il mal di gola. Quando ho un problema di questo tipo mi rivolgo al medico del torneo. Per me è qualcosa di evidente e sicuro. Mi sentirei perseguitato se ogni volta che vado dal medico trovassi diffidenza. Ma non è mai successo.

D. Perchè hai continuato a giocare dopo Roma, dopo che ti hanno annunciato il doping?
R. Io volevo fermarmi, ma Hernàn (Gumy, il coach) e “Poncharello” (Fernando Cao, il preparatore atletico) mi hanno detto che il miglior modo per dimostrare la mia innocenza era continuare a giocare. Al Roland Garros avevo voglia di scappare. Solo in campo dimenticavo tutto.

D. Come vedi l’ immagine del tennis argentino dopo i casi di doping?
R. E’ difficile da dire. E’ una situazione molto scomoda per noi. Ma sono tutte persone che conosco bene e che hanno ottimi sistemi professionali.

D. Perchè succede questo agli argentini?
R. Non so perchè. Io posso parlare del mio caso, non degli altri. Non voglio parlare di niente che non conosco bene. Non mi permetterei mai, per il mio modo di essere, di difendere qualcosa che non sento e che non credo sia la verità. Perciò non posso risponderti.

D. Mentre si susseguivano questi casi, ti sei mai domandato…(Interrompe)
R. Mentre passavano i casi la mia preoccupazione era sempre più grande., difficile da spiegare. Il mio staff è eccezionale. Non sono una persona che ama cambiare coach o gruppo di lavoro. La gente che lavora con me è tra le più professionali del tennis argentino. I casi di doping non sono cose cui non abbiamo prestato attenzione: al contrario. Ripeto: il mio errore è stato non leggere il prospetto informativo della medicazione. Ma è normale, non dico nulla di nuovo.

D. Credi che, per la gente, la tua difesa sia credibile?
R. Guarda…In vita mia non ho mai nemmeno pensato di mentire a qualcuno, quindi…

D. Ti hanno difeso bene?
R. Possiamo analizzare quel che è successo durante il processo. Per fortuna possiamo appellarci ad un ente superiore, indipendente, senza che l’ ATP sia parte in causa. Ho letto la sanzione e le motivazioni per ben 3 volte, e con attenzione: la prima con dolore: non potevo crederci. Le motivazioni, tutto. La seconda, beh, ancora non riuscivo a capire.
Infine, facendo un grosso sforzo, come se fossi un’ altra persona, e la squalifica fosse per un amico. Continuo a non capire. Non capisco perchè io ho 2 anni di stop e un altro (Graydon Oliver, doppista americano), per la stessa sostanza, 2 mesi. Non capisco.

D. Tutto è cambiato dopo l’ intromissione della WADA nell’ ATP, con i 47 casi di nandrolone tra il 2002 e il 2003.

R. Si, però guarda cosa dice la sentenza: se si scopre una sostanza per la quale non si traggono vantaggi sportivi, il massimo della sanzione è 1 anno. Il tribunale ha creduto al medico e non a me. Loro sostengono che ho preso qualcosa di nascosto e per trarne vantaggio. Non è una prova giusta e concreta: è una supposizione. Nelle analisi sono risultati anche il Voltarèn 75 e la caffeina. Inoltre si è visto che il diuretico non ha avuto effetto per la densità di urina che c’ è nelle analisi. Insomma, con il Voltarèn 75 il diuretico non ha effetto. Quel medicamento ha un meccanismo di eliminazione lenta, in modo che lo stomaco non lo senta. Se il diuretico avesse avuto effetto, io ad Acapulco sarei svenuto per disidratazione. E tutto questo è medicamente provato. Perchè mi squalificano per supposizioni? Se io non ho tratto alcun vantaggio…

D. Quando la volontaria del torneo ti ha preso il medicamento, c’ era un recipiente scritto in spagnolo…
R. La ragazza mi ha comprato la medicina, è venuta all’ hotel e l’ ho preso. Non ricordo se ho letto il medicamento o ne ho visto il nome. Non influisce per niente.

D. Non hai visto il prospetto…
R. No, ho solo dato un’ occhiata rapida e ho ingerito.

D. Non hai pensato di chiamare il tuo medico a Buenos Aires?
R. Quando ho un problema come il mal di gola, devo per forza aver fiducia nel medico del torneo. L’ unica cosa che ho sbagliato è stato non leggere il prospetto informativo. Ma è una cosa normale. Magari ti trovi nella stessa situazione in Russia o in Polonia e il procedimento è lo stesso.
E quando me ne vado non mi porto via il prospetto. Magari due mesi dopo ti trovi con 7 prospetti diversi e non sai che fare. Per questo vado dal medico del torneo e lo consulto.

D. Se sei così sicuro di quel che dici, perchè il medico del torneo non lo riconosce?
R. Non è la mia parola contro quella del medico. Ci sono altri giocatori con questa ricetta in mano. Quando abbiamo parlato, mi ha detto che si, che poteva essersene dimenticato. Cambia versione quando parla con Ings, dell’ ATP. Sente la pressione per aver commesso un errore, e non lo vuole riconoscere.

D. La sanzione sarebbe stata uguale se lui avesse riconosciuto il suo errore? R. Sei un medico sportivo, c’ è un caso di doping e il tuo nome appare nei giornali di tutto il mondo. Da allora, per te è sempre lo stesso? L’ unica cosa che sappiamo è che ha detto una cosa prima di parlare con l’ ATP e un’ altra dopo.

D. Guillermo, c’ è qualcosa che non si sa: qual’è stato il rimedio che hai ingerito? Al processo ti hanno chiesto se si trattava di pastiglie o liquidi e tu non hai saputo rispondere.
R. Si sono attaccati a questo. Sicuro. Non ho detto bugie: mi trovavo a dover ricordare cose accadute 6 mesi prima. Tutti si ricordano i dettagli di 6 mesi prima? Ricordo che erano due scatole: una più alta e una più piccola. Una era di pastiglie e l’ altra non ricordo se spray o liquido. Ho detto “Non ricordo” e ho detto la verità.

D. Quando hai parlato la prima volta, il 21 Giugno, dicevi di non ricordarecosa avevi preso. Ora parli di 2 medicamenti. E’ stata una strategia?
R. Un mese fa non ricordavo. Poi, dopo 3 settimane passate senza dormire, ho provato a ricordarmi tutto. In realtà tutti mi hanno aiutato. Per me sarebbe stato più facile dire che ho preso una pastiglia o un tè di erbe, come ha fatto Oliver…Che non era segnato nella lista antidoping. A lui hanno abbuonato quasi tutto perchè sua madre va a prendere i prodotti portando con sè la lista dei prodotti proibiti. Io la porto sempre con me, ma non l’ ho mai usata.
Ho un dottore bravissimo, che lavora anche in Coppa Davis e in club di calcio (il Racing di Avellaneda), un fisioterapista, Diego Rivas, che lavora nel circuito. Che devo fare? Ho uno staff che si occupa di queste cose e che è molto professionale. Non mi vengano a dire che per Oliver è tutto ok perchè va a comprare con il libretto e io tutto male perchè non lo uso.

D. Non c’ è una differenza tra Oliver e Canas? R. in che senso?

D. Di nome, solamente.
R. La differenza è che uno è un top-ten e l’ altro è un doppista. Proprio per questo, io posso pensare solo al mio tennis e il resto lo delego al mio staff, che esiste apposta.

D. Il tuo staff ha sbagliato, allora?
R. No, per niente. Ne sono completamente certo. Più i casi di doping si susseguivano, più eravamo esigenti con noi stessi. Abbiamo controllato le vitamine che prendevo presso un laboratorio di Londra, lo stesso cui fa riferimento il CIO. Erano le uniche cose “dubbie” che assumevo.

D. Perchè sei così critico con l’ ATP ?
R. Perchè voglio che si sappia la verità. Io sto raccontando quel che è veramente successo. Sono nel pieno della mia carriera e non posso giocare a tennis. Ho parlato con Vilas, e mi ha detto che molti giocatori hanno problemi con l’ ATP. Sto leggendo un libro di Arthur Ashe, che racconta i problemi che ha avuto. Sto lottando per tornare ad essere un tennista.

D. Tuttavia non ti abitui all’ idea di non stare in campo..
R. Adesso lotto per la mia carriera, per allenarmi e per tornare a giocare presto.

D. E se a Losanna il CAS darà parere negativo? R. Non mi passa neanche per la testa. Sono un tennista e sono sicuro di essere innocente. Tornerò a giocare presto.

D. Sai cosa significa fare un braccio di ferro con l’ ATP?
R. No, voglio giocare ancora, correndo, soffrendo e dando il massimo.
Rappresentare il mio paese. Sto perdendo l’ opportunità di concorrere per la Coppa Davis, e di essere presente in match storici. Anche se i miei compagni mi fanno sentire parte integrante della squadra.

D. Sei in contatto con gli altri giocatori argentini?
R. Si, con tutti. Per telefono e per e-mail. Tutti mi spalleggiano, cosiccome fanno altri giocatori come Moya, Massu, Gonzalez, Nadal e molti coach. E’ gente che ha trascorso molto tempo con me e sa quello che sono e quello che sono stato in tutti questi anni.

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7 Commenti a “Canas, una vittoria di stile
Il periodo nero della sospensione
Ecco l’appassionata intervista esclusiva
Willy racconta tutta la sua verità”

  1. gigi scrive:

    Il dramma del mondo è che tutti han le loro buone ragioni.

  2. stefano grazia scrive:

    Prima considerazione (giá scritta ma la ripeto). CHI É QUEL CANE DI MEDICO CHE HA PRESCRITTO UN DIURETICO PER UN MAL DI GOLA?
    Cioé, qualcuno sa la versione ufficiale del Medico del Torneo?
    Tutta la storia, dopo l’intervista, puzza ma ahimé puzza a sfavore di canas a cui vorrei tanto credere perché a me chi ci mette l’anima alla Hewitt merita anche di piú di é nato col talento…
    Il Voltaren 75 é un antinfiammatorio per via intramuscolare: di solito non lo si prende per il mal di gola ma per i dolori reumatici e muscolari, anche il forte mal di testa specie se ad origine cervicale, se vogliamo…Peró, é vero, é un forte analgesico e supponendo che Canas quella notte avesse un male bestia alla gola, glielo avrei potuto prescrivere anch’io …Esiste anche in compresse e supposte ma la via intramuscolare é piú rapida…del resto il diclofenac (principio attivo del Voltaren) non é nella lista proibita…
    Quello che non mi quadra é il Diuretico: o devono squalificare Canas o devono squalificare il Medico
    SECONDA CONSIDERAZIONE: se é vero che hanno in pratica scagionato willy, riducendogli la squalifica, riconoscendolgli solo la superficialitá e reintegrandogli il prize money, A QUESTO PUNTO DEVONO CORRERE A LINCIARE IL MEDICO perché implicitamente riconoscono che Canas aveva ´davvero mal di gola ed é stato trattato con un diuretico.
    Intendiamoci: magari il medico si é davvero sbagliato e in questo caso capisco il suo imbarazzo nello spiegare che lui di solito cura il mal di gola con l’idroclorotiazide…Meglio forse dire che Canas si dopa.
    Peró é inutile, scoprire chi dice la veritá é impossibile: Roger dice che é strano, ogni volta che uno viene preso, nega, nega sempre…come chi viene colto dalla moglie o fidanzata nel letto dell’amante. Deny,deny,deny: negare,negare sempre.

  3. enio scrive:

    meglio una pera oggi che la squalifica domani! Molti tennisti della domenica con le pere erano dei fenomeni adesso sono diventati dei signor nessuno.

  4. Riccardo B. scrive:

    L’intervento di Stefano Grazia è molto importante, perchè chiarisce aspetti medici sconosciuti a noi profani, e ci permette di avere un’idea più chiara sulla faccenda.
    Ad ogni modo, come dice lui, sarà impossibile scoprire chi dice la verità, anche perchè questo medico pare sia sparito dalla circolazione.
    Ognuno, sulla base di quello che è dato sapere, potrà crearsi la sua opinione.

    Io ritengo interessante Canas quando dice che è stato controllato 80 volte, di cui 5-6 “sulla porta di casa”. Se è vero, e se è sempre risultato negativo, perchè avrebbe dovuto doparsi in un torneo di basso livello, dove si sa che ci sono i controlli? Tra l’altro perse in 2 set da Nadal nei quarti, non è che fece sfracelli…

  5. Giovanni Di Natale scrive:

    L’anomalia dei controlli è una. E’ vero che durante i tornei, da quando l’antidoping è passato in mano alla Itf, c’è maggior presenza. Pare che i tennisti finiscano sotto esame almeno una volta ogni quindici giorni, ma è anche vero che queste verifiche sono frequenti soprattutto all’inizio della settimana, quando c’è un maggior numero di tennisti. Nei giorni finali di un torneo, invece, i controlli “spariscono”. E questo può lasciare dubbi e soprattutto “tentazioni pericolose”.

  6. stefano grazia scrive:

    Credo che sia vero quel che si é sempre detto, che a meno che uno non si faccia di anfetamine o similia per migliorare la reattivitá e le assuma appena prima di entrare in campo e magari fra un set e l’altro, il Doping ad effetto immediato nel Tennis é piú difficile perché non sai mai quando cominci o finisci ed é quindi difficile dosare il farmaco. Potresti ottenere effetti controproducenti: giochi alla grande per mezz’ora e poi hai un down e non la vedi piú. Il Doping vero e proprio é a monte ed é per questo che i Controlli si fanno a sorpresa con il rischio e/o l’imbarazzo dell’intrusione nella sfera privata…In effetti quel che dice Roberto su Canas é vero: perché va a doparsi laddove sa che ci sono i controlli? La risposta peró potrebbe anche essere: perché l’ha sempre fatto e non l’hanno mai beccato. Io credo,temo, siano tutti dei lade Runner, sul filo del rasoio e sottilissima sia la distinzione…Molta ignoranza e anche scarsa cultura (di cosa ci meravigliamo poi se nel nostro paese prosperano ancora maghi e fattucchiere, tipo quello beccato recentemente con 4 ferrari e tre porsche…) e gente che crede ancora agli stregoni, ai ciarlatani, a personaggi senza credenziali… A questo punto,delle due, forse meglio mettersi nelle mani di un vero scienziato che abbia intenzioni di dolo ma lo faccia su base scientifica e magari sotto controllo medico piuttosto che affidarsi a dei praticoni… Eppoi, avete letto: anche Rocky Balboa é stasto beccato con 48 fiale di ormone della crescita all’aereoporto di Sydney (o Melbourne) in Australia…Non c’é piú religione.

  7. Nimtroub scrive:

    Do not seem to understand and explain - what exactly, but something you are doing wrong. Although .. perhaps I am wrong.

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