Ecco il “bad boy” del 2008.
Si tratta di Robin Soderling.
Scheggia impazzita nel “presepe” ATP.

 
23 Febbraio 2008 Articolo di Andrea Scanzi
Author mug

Un tempo c’erano rivalità sincere, genuine, “reali”. Adesso il circuito ATP è infarcito di buonismo: basti pensare all’amicizia tra Federer e Nadal, che dovrebbero essere “rivali” per eccellenza. Ma oltre alle schegge impazzite come Baghdatis, Tsonga e Nishikori c’è un personaggio che non ha paura: Robin Soderling. Uno che “non si inchina quando passa il padrone”

C’è stato un giorno, non si sa quanto preciso, in cui il circuito Atp è diventato un presepe. Tutti buoni, tutti corretti, tutti ligi al protocollo. Il trionfo del politically correct. D’improvviso sono scomparsi i personaggi, le diversità, le eccezionalità. Perfino i dualismi, quelli veri. Lontani, i tempi di Coppi-Bartali, Senna-Prost, o – tornando al tennis – le rivalità accese tra Connors e McEnroe, McEnroe e Borg, McEnroe e Lendl (sì, spesso c’era di mezzo SuperBrat).
Nell’era attuale, quella del presepe, la rivalità Atp è (era?) quella edulcorata di Federer e Nadal: due che si vogliono bene, che sono amici, che vanno a pesca insieme, che si commuovono per il dolore altrui quando vincono un head to head. Il trionfo della melassa, della noia, del buonismo. Sembra di essere inchiodati dentro un plot scritto da Edmondo De Amicis. Sembra di stare dentro una trasmissione di Fabio Fazio. E prima o poi si sente la mancanza del Carmelo Bene di turno che rovesci un bicchiere di vino sulla tovaglia candida del padrone di casa.
C’è un grande assente nel circuito: il carisma.
Per questo, ciclicamente, lo spettatore imparziale e smaliziato mendica brandelli di magia, di novità, accendendosi più o meno durevolmente quando si trova davanti l’esplosione di una supernova (o anche solo di una meteora). La simpatia di Baghdatis, il carisma di Tsonga, l’apparizione di Nishikori: tutte variabili impazzite del sistema, note non previste nello statico spartito dell’Atp.
Se il tennis è teatro, ed è (anche) teatro, in ogni pièce che si rispetta qualcuno deve saper recitare la parte del cattivo, del tiranno, dell’antipatico. Non possono esserci solo buoni, prescelti, chierichetti e mediani: ci vuole anche il lato oscuro della luna (mica li sceglievano a caso i titoli dei dischi, i Pink Floyd). Senza cattivi, Al Pacino se ne sarebbe andato davvero nell’isola incantata con Penelope Ann Miller in Carlito’s Way: lui avrebbe avuto l’happy end, noi un capolavoro in meno. Lendl era la personificazione di questo ruolo, il tiranno vero, il despota da odiare senza se e senza ma. Lui era veramente il “Male” (le virgolette non sono a caso). Federer, no: sempre a metà strada tra i buoni sentimenti di facciata e il “sadismo” con cui è solito demolire il vassallo di turno (Roddick, Blake, Davydenko, Gonzalez, Youzhny, etc.), dispensando qualche 6-0 qua e là per far capire che lui è “oltre” e chi osa sfidarlo farà una brutta fine.
Il ruolo del cattivo potrebbe impersonarlo forse Djokovic, il terzo incomodo, che dalla sua ha una certa inclinazione al ghigno ieratico, allo sguardo mefistofelico. Sfortunatamente anche lui non ha ancora capito cosa fare (mediaticamente) da grande: se il simpaticone che “chiama” l’applauso con le imitazioni fuoricampo, se il situazionista del medical time-out (pronto a chiamare il fisioterapista in ogni momento difficile), se lo sborone che già a 16 anni diceva “a me Federer e Nadal non fanno paura”, o se il demoniaco usurpatore che aizza contro la folla e sfida il mondo, come nella finale di Melbourne (tutto il pubblico tifava Tsonga e lui ne “godette”, ne trasse forza). Per ora il serbo sta nel limbo, è un po’ troppo chiagni e fotti.
Il ruolo – fondamentale - di cattivo, di “carogna”, è quindi vacante. O forse no. Un tennista che si diverte un mondo a essere insopportabile, e che non insegue la captatio benevolentiae neanche se lo torturi, c’è e si chiama Robin Soderling. Non è un campione, non un fenomeno almeno, ma quando è “in the zone” vale tranquillamente i primi 10-15 indoor e su erba (Federer se la ricorda ancora quella partita ad Halle 2005). Ventitre anni, 23 come best ranking, due titoli in bacheca (Lione 2004 e Milano 2005), molti infortuni alle spalle e un presente tornato a sorridergli.
Al rientro dopo sei mesi di stop, a Marsiglia, ha messo in fila Nieminen e Gasquet prima di cedere in tre a un altro infortunato cronico, Mario Ancic. Ora è approdato in semifinale a Rotterdam dopo avere sconfitto Baghdatis e travolto impietosamente Verdasco e Seppi, tornato sulla terra dopo i meritori exploit con Hewitt e Nadal.
Dritto che è un maglio, servizio incendiario, sguardo di chi ha non ha mai tenuto troppo in considerazione le teorie junghiane e pesantezza di palla comune a pochi, Soderling sarebbe un top 20 fisso se avesse dalla sua più salute e meno paturnie. Ma, va detto, senza paturnie non sarebbe Soderling, ovvero il tennista più odiato nel circuito. In uno scontro indimenticabile di simpatie, nell’ultima finale di Milano (tre anni fa) fu protagonista di continui scambi di cortesia con l’altra “carogna” (virgolette sempre non a caso) del circuito, Stepanek. Il ceco era abituato a non avere rivali per antipatia e scorrettezze, saltelli di esultanza e pugnetti di giubilo. Quel giorno trovò dall’altra parte uno più cattivo di lui, che sul match point sfoderò un sorriso luciferino. Quando si strinsero la mano, Stepanek – per la prima volta in vita sua – si sentì quasi in diritto di dare dello scorretto a una persona diversa da se stessa.
La vita dei tennisti di seconda fila (si fa per dire) vive di cristallizzazioni. Non sono abbastanza famosi da avere spesso le luci della ribalta, devono sfruttare i pochi momenti che hanno. Soderling lo si ricorda anche per la quarta sconfitta (su quattro) con Federer a Madrid 2006, doppio tie-break, il secondo dei quali terminò 12-10 e fu contraddistinto da una quantità industriale di challenge chiamati – con la consueta aria stizzita – dallo svizzero. Lo svedese si è però definitivamente consegnato all’opinione pubblica per un gesto non particolarmente meritorio, men che meno chic: una smutandata. La scena la ricorderete tutti: Wimbledon 2007, quinto set, Nadal che come sempre impiega 8 ore e mezzo prima di servire (dieci ore e un quarto se deve fronteggiare una palla break). Ora: qualsiasi spettatore, nadaliani ortodossi a parte, sogna in quei casi che qualcuno faccia notare al maiorchino che il suo rosario di tic compulsivo-ossessivi è snervante, che non se ne può più dei calzini, dei polsini, del piede che pulisce la riga di fondo, delle bottiglie messe in fila in diagonale. E non se ne può più della smutandata, un atto ferocemente truzzo e tamarro, roba che avrebbe imbarazzato perfino Carlo Verdone in Troppo bello. Ecco: Robin Soderling, finalmente, lo fece. Diede voce, e vita, al pensiero dei più. Alzò il braccio, come a chiedere tempo, e poi, prima che l’altro battesse, si smutandò teatralmente. Sul centrale di Wimbledon. Scimmiottando Rafael Nadal. Ebbe cioè il coraggio di interrompere, anche solo per un attimo, la melassa del presepe. Di fatto – la trama successiva del match lo rese evidente – con quel gesto si immolò: Nadal, apparso fino a quel punto quasi arreso, di colpo si ridestò, punto sul vivo, e lo travolse. Ma ne valse la pena. Robin lo rifarebbe ancora.
Certo, Soderling è maleducato. Certo, non è simpatico. Certo, non ci andremmo a cena (oddio, io forse sì, ne nascerebbe un’intervista come minimo diversa). Certo, per essere mocciosi impertinenti bisogna poterselo permettere, e Soderling non è McEnroe. Siamo d’accordo, avete ragione. Tutti dicono che “quel ragazzo è un po’ strano, non saluta nessuno, non ha amici” (così Nadal in conferenza stampa dopo quel match). Robin Soderling non è un esempio, non è un modello, ha i lineamenti di una scultura astratta post-moderna ed è quanto di più distante dal concetto medio di simpatia. Tutto vero. Però ha qualcosa che pochissimi suoi colleghi hanno: sfrontatezza. Non entra mai in campo certo di avere perso. Non ha la vocazione del vassallo, non ambisce al ruolo di scudiero del Re. Non si inchina quando passa il Padrone. Ha carisma, carattere. Ci prova, sempre. E’ contorto, discutibile, fastidioso: ma è se stesso. Non rispetta protocolli, si presenta senza mediazioni. Io sono così: se vi piaccio, bene; se non vi piaccio, bene lo stesso.
Quel gran genio di Oscar Wilde, una volta, ha scritto. “E’ assurdo dividere la gente fra buoni o cattivi. Le persone sono o deliziose o noiose”. Ne convengo, è oggettivamente improbo definirlo “delizioso”, ma di sicuro Soderling non è noioso. Mica poco, di questi tempi.

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55 Commenti a “Ecco il “bad boy” del 2008.
Si tratta di Robin Soderling.
Scheggia impazzita nel “presepe” ATP.”

  1. Alessandro Ferretti scrive:

    Mah! Sono forse l’unico che ritiene che a parlare debba essere solo ed esclusivamente il tennis? Chi se ne importa se Nadal e Federer sono amici invece di nemici? E a dir la verità preferisco l’enigmatica apparenza e la calma superomistica di un Federer all’irritante esaltazione eccessiva di Djokovic e del suo team. Il tennis non è affatto teatro. Che si vada a vedere i Reality Show se si vuole del teatro scadente. Ovviamente non si ricerchi il teatro nemmeno a teatro. Onestamente preferivo il secondo Agassi saggio e misurato al primo Agassi ribelle e anti-conformista… Che poi di anticonformista non aveva nulla. Era semplicemente il frutto di un lancio di marketing. Non è questione di buonismo, è semplicemente andare al di là delle apparenze. Così come il cinema classico di Manoel De Oliveira è cento volte più anti-conformista di pseudo formalismi modernistici o di interi generi cinematografici horrorifici o Nocturni…
    Così come le riprese col teleobiettivo sono più corrosive delle distorsioni grandangolari.

  2. andrew scrive:

    Nadal e Federer sono due grandi campioni e di fatto rivali…

    rivalità mediata dalla Nike e dagli agenti dei giocatori (IMG?)…

    Speriamo in un attacco Adidas con Djokovic e Tsonga…

  3. Vladimìr scrive:

    Soderling è il vero antifilisteo del circuito tennistico.
    Fastidio lo può provare solo il filisteo di turno, e nel tennis, sport borghese per eccellenza, i filistei spesseggiano.

    o no?

  4. Jürgen scrive:

    Meraviglioso questo articolo che mi trova d’accordo su tutto.
    Il tennis è uno spettacolo e come tale ha bisogno di personaggi.
    W Scanzi

  5. Richie Tenenbaum scrive:

    interesting thoughts, I have to think it over and perhaps open the door back to my days… if my cruise ship ever enters this harbour again I will let you know what I came up with, otherwise I might just send a letter to Eli and tell him to hand it over to Andreas84

  6. Giovanni da Roussillon scrive:

    Oscar Wilde è gran genio. E’ allora sensato contrapporre gran genii a piccoli genii; deliziosi a noiosi; buoni a cattivi (l’articolista separa ad esempio questi ultimi dai chierichetti, anche un poco in contraddizione con l’assunto di Wilde); anticonformisti a conformisti; tennisti eccellenti a tennisti meno eccellenti; belle partite a brutte partite; e via dicendo.
    Possiamo dunque scegliere tra miriadi di criteri.
    Per me la questione verge sull’interesse o meno che una fra le tante discriminazioni suscita rispetto al tema trattato, e, in primis, quale contributo consistente possa portare o far nascere.

  7. Pablito scrive:

    Per quanto mi concerne si tratta un articolo indigeribile dal punto di vista linguistico e squallido da quello del contenuto. Ci vuole molto cattivo gusto e un senso della realtà agli sgoccioli per scrivere certe cose. Dalle righe traspaiono una voglia immensa di esibirsi, un narcisismo smisurato e una volontà di mostrarsi “diverso” anche a costo di falsare la realtà e di parlare male degli altri. Ma ciò che più colpisce è la totale mancanza di generosità, di cuore, di umanità: a scrivere tali righe è una mente arida e innamorata di se stessa.

  8. valerio scrive:

    be almeno sul fatto che nadal impieghi 3 ore e che quando soderling glielo ha fatto notare è stato grande.qui scanzi ha ragione…idem a madrid…dove nadal stava letteralmente rosicando..e lo shhh di soderling è stato spettacolare.. nadal sarà anche sportivo però poi quando perde non lo è poi così tanto.. facile esserlo quando stai battendo cipolla al secondo turno del roland garros..

  9. Luca_Overseas scrive:

    @ Pablito
    ma…più che di cattivo gusto, mi sembra semplicemente un articolo provocatorio. E se Andrea Scanzi aveva come obiettivo l’increspare l’acqua di uno stagno (a tratti) troppo calmo, tu sei caduto nella tela. I toni sono forti, ma utili allo scopo.

    Sono pienamente d’accordo sul fatto che il tennis abbia bisogno di rivalità. In un momento in cui la “fame” di Federer sembra essersi calmata - più che ai pochi tornei giocati, mi riferisco alla sconcertante arrendevolezza contro Djokovic agli AO -, gli antagonisti sono una boccata d’aria fresca.

    Primo, spingono i “buoni” a migliorarsi. Mi ricordo bene un Roger vagamente sottotono nella finale degli US Open…Djokovic fece uno splendido pallonetto, guadagnandosi un fragoroso applauso e mostrando il pugno grintoso. Guardando la partita dagli US, potei ascoltare Agassi come guest host. Disse: “There is a fine line between getting pumped up and waking up the dog, I know so.” Parole sante: negli scambi successivi, il serbo è stato letteralmente PIALLATO da Federer.

    E poi, certe scaramucce, divertono (alcuni, direi molti) spettatori, e offrono un po’ pubblicità ad uno sport che spesso finisce a fianco all’ippica sulla Gazzetta.

    Con questo non voglio dire che debba essere tutto un circo/baccanale, la qualità del gioco viene prima di tutto, però condivido l’idea che gli “antagonisti” facciano bene allo sport.

    Lunga vita, perciò, ai Baghdatis (il buono), Stepanek (il brutto), e Soderling (il cattivo?).

    Senza mai dimenticare il più carismatico: Marat Safin, uno che sembra uscito da una racconto di Dostojevsky.

  10. Pablito scrive:

    A me lo svedese è simpatico, del resto ricordo bene l’imitazione che fece di Nadal - imitazione di cui non potei fare a meno di sorridere. Non sono tifoso né di Nadal né di Federer né di nessun altro tennista in particolare, seguo questo sport perché più di altri a volte mi regala emozioni straordinarie, indipendentemente da chi si trova in campo. A irritarmi è lo sprezzo con cui l’autore di questo articolo si esprime sul conto di Nadal e Federer, trovo tutto ciò ingiusto, ingeneroso, gretto e profondamente arido. Le righe di Scanzi mi hanno profondamente rattristato - quanta gratuita cattiveria!

  11. Enrico Panni scrive:

    Il tennis è bello in quanto tennis: bellezza dei gesti o potenza o entrambe le cose, atleticità, eleganza o irruenza, colpi sul filo del rasoio, partite equilibrate, partite a senso unico ma con esibizioni di talento memorabili. Se non vi piace il tennis e preferite il teatro, andate a teatro.
    Resta il fatto che Soferling a tennis sa giocare, ma sicuramente non guarderò le sue partite sperando che litighi con l’avversario, per quello posso andare allo stadio, oppure ad un incontro di kick-boxing.
    Non ero ancora nato quando Mac litigava con gli arbitri e con gli avversari, ma quando mi capita di vedere qualche immagine di quei momenti, sono così felice di non aver vissuto quegli anni e mi sento davvero fortunato ad aver assistito alla nascita di una leggenda sportiva (e non teatrale) come il maestro Roger Federer: 100% TENNIS, 0% CHIACCHIERE, a differenza di questo articolo che è 100% chiacchiere, 0% tennis.
    Anche a me piace la novità, Nishikori, Tsonga etc ma dev’essere una novità tennistica, un colpo spettacolare e diverso, non un insulto all’arbitro o all’avversario.

  12. tilden scrive:

    Io aggiungerei tra quelli che non hanno timore del re e del suo vassallo David Nalbandian che con la sua aria sorniona da argentino che per vincere non disdegna “la mano de dios” interpreta meglio di tutti gli altri la parte di quello che non ci sta

  13. Giovanni Rossi scrive:

    Per cortesia lasciamo l’immondizia fuori da questo blog! Andrea, mi sembra che tu stia sparando un sacco di bischerate. Parliamo di tennis, gioiamo del tennis che i campioni di oggi ci offrono. Queste sono chiacchiere da bar, se non hai altre cosa da dire Andrea, il silenzio sarebbe molto piu’ indicato.

  14. albi scrive:

    Agli occhi di un appassionato di tennis che ama il gioco sopra ogni cosa questo articolo non potrà che apparire un inutile esercizio di stile.
    D’altra parte penso che ognuno di noi ami un campione al di là di eventuali “manchevolezze” caratteriali, da ragazzo amavo sopra ogni cosa il genio tennistico di Mc Enroe e me ne infischiavo della sua irascibilità, ma poi ho amato altrettanto intensamente quel perfetto gentlemen di Edberg che qualcun altro chiamava “tacchino freddo”, ma evidentemente qualcuno non riesce ad accontentarsi del gesto tecnico e ha bisogno anche del teatro per potersi appassionare a questo e, forse, a qualunque altro gioco (sport).
    Non posso fare a meno di confrontare questo articolo con quelli che Angelica sta, in questi giorni, inviando dalla ventosa Doha, si lo so che da una parte c’è un giornalista e scrittore pluridecorato e dall’altra una esordiente ma lo sguardo acuto di Angelica, la sua capacità di osservazione e di trasposizione della realtà che la circonda si scontrano e vincono sulla vuota (almeno questa volta) perfezione stilistica di Andrea.

  15. Ros scrive:

    Comunque Soderling è simpatico,altrochè. Ha la faccia intelligente,furba,di chi la sa lunga.
    E non vedo quale sia il problema se lui è così,Nadal cosà e Federer colà.
    Insomma si,sono chiacchiere da bar. Diciamo piuttosto che Soderling è anche un discreto giocatore,limitato ma piacevole,capace di giornate più che buone.

  16. Sergio.C scrive:

    Un centratissimo Soderling pialla Simon nella semifinale di Rotterdam, 62 61!
    Lo svedese nell’occasione non appare nè simpatico nè antipatico, solo estremamente efficace da fondo e col servizio.
    Riguardo alla querelle in atto devo dire che uno che ha saputo ribellarsi all’insopportabile modo di fare di Nadal non può che avere la mia stima.

  17. luca scrive:

    Mah. Penso che Nastase e McEnroe fossero apprezzati prima di tutto come campioni; che poi il loro comportamento in campo potesse aggiungere sale alle loro partite rendendoli personaggi anche per il loro modo di essere è un altro discorso.
    In ogni caso, gli appassionati di tennis non guardavano le loro partite per le sceneggiate, ma per il loro gioco.
    Se Mac si fosse comportato come Borg, sarebbe stato apprezzato lo stesso.
    Canè aveva - se non ricordo male - un carattere difficile; ma non jmi sembra abbia lasciato una traccia indelebile nella memoria degli appassionati.

  18. Colin scrive:

    Unica cosa che possiamo fare…E’ non leggere quello che scrive Andrea Scanzi!Sarai anche bravo a scrivere…Ma sei noioso…hai rotto!Quindi questo sarà l’ultimo commento che scriverò x quanto riguardo il nostro caro “intellettuale” e da oggi in poi nemmeno i suoi articoli leggerò!
    E chi la pensa come me facesse lo stesso!Un Saluto

  19. Giovanni da Roussillon scrive:

    Per aggiungere un pettegolezzo ulteriore al chiacchiericcio (devo dire che Andrea Scanzi mi stupisce, in questa occasione, non granché in bene): Djokovic si sarebbe prestato a spalleggiare il governo serbo, registrando un appello su cassetta a sostegno della condanna dell’indipendenza del Kosovo , poi diffuso al popolo in piazza a Belgrado.
    Un bell’esempio di possibile articolazione in categorie avulse di interesse:
    tennisti - non tennisti
    tennisti cattivi - tennisti buoni
    tennisti cattivi patetici - ecc.
    Ma dove sta il senso di una provocazione che proprio nulla svela?

  20. Stefano scrive:

    Ancora una volta torna agli onori della cronaca il bastian contrario Scanzi… come si piace questo ragazzaccio, come si crogiola nei suoi sofismi linguistici.

    Il tennis è teatro, questa è proprio impagabile… e favolosa l’aggiuntina (anche), giusto per lasciare intendere che lui di tennis ne capisce :-)

    L’impeccabile logica di Scanzi mi ha davvero convinto. Il tennis dovrebbe ispirarsi ai reality show, altro che pièce teatrali; dateci i buoni e cattivi, gli “Uomini e donne”, “Le pupe e i secchioni”, dimentichiamoci della falsa rivalità Nadal - Federer, ormai non fa più notizia, c’è bisogno di contrasti veri, genuini, il tennis giocato è secondario.

  21. stefan scrive:

    Il vero carisma sta nell’eccezionalità del talento. Quello di McEnroe stava nella mano fatata, quello di Boris nelle acrobazie, quello di Agassi nella modernità del gioco. Oggi, forse, a 25 anni di distanza, crediamo che la drammaticità di un incontro fra Mac e Borg o Mac e Lendl sia stata generata più dai comportamenti eccessivi che dalla qualità del gioco. Ma gli isterismi, le imitazioni, le piccole viltà, le trovate teatrali, l’esibizione di completi sgargianti o chissà cos’altro sono solo note epidermiche di cui non mi curo, e che se vissute ora, in diretta, mi danno solo fastidio. Da grande fan di Bum Bum, considerato generalmente tra i giocatori più carismatici degli ultimi 30 anni, devo ora confessare di trovare l’aura del gentile Federer assai più affascinante. Il perchè? perchè gioca meglio!

  22. Luca Labadini scrive:

    Mah…A me Federer piace così com’e’ e trovo abbia molto piu’ carisma lui di Soderling, personaggio destinato a essere dimenticato ben presto.Ho trovato sempre molto noiosi quelli che per divertirsi devono avere la bagarre e la provocazione dell’avversario. Se uno ritiene che nel tennis di oggi non ce ne sia abbastanza puo’ sempre guardare il wrestling. Questo e’ ancora un paese libero

  23. Nicola1985 scrive:

    soderling sarà un cattivo ragazzo,sarà scorretto,sarà antipatico,ecc nadal invece apparte il comportamento in campo è in generale considerato come un bravo ragazzo al di fuori…beh nella conferenza stampa di wimbledon dopo il loro match accadde l’inverso…il presunto scorretto che nn saluta nei tornei si rifiutò di rispondere alle domande riguardanti il suo diverbio e alle dichiarazioni dello spagnolo a dir poco pesanti nei suoi confronti,giustificando tale scelta col fatto che nn si critica qualcuno se questo qualcuno nn è presente…al contrario il maiorchino nella sua intervista sparò a zero gratuitamente sullo svedese,dicendone peste e corna….quindi concludendo,siamo sicuri che soderling sia veramente la persona odiosa di cui tutti parlano????

  24. gianpaolo scrive:

    Uff… Ogni provocazione che si rispetti deve spostare più in là i limiti della “facile” comprensione - ovvero deve fare prima incazzare e poi…riflettere. E’ questa la sequenza. Per cui quelle di Scanzi sono - come detto da molti - niente più che chiacchiericcio, più o meno figo, di certo male argomentato. Qui mi pare che si sia sul genere “partito preso”, peraltro a spese altrui: Scanzi è per gli outsider, l’abbiamo capito, ma sempre possibilmente a spese altrui: come si vede in lui la valutazione estetica, simpatetica assurge a giudizio quasi etico, severo, manicheo; comunque aprioristico: in favore del subalterno. La solitudine dell’ala destra. Scommetto che ama Gigi Meroni.
    Fra l’altro mi pare che tiri in ballo, come gli ho già visto fare (ho letto l’annosa querelle fra lui e Ferrero, sul blog di quest’ultimo), argomenti surrettizi, ovvero non pertinenti. Basta con il teatro applicato a qualunque esibizione umana: se scanzi pensa di usare il termine “teatro” - anche con le virgolette… - per un gioco quale è il tennis, sappia che può farlo solo in base a una valutazione dei codici “linguistici”, strutturali, tecnici del gioco. Le manfrine e i bisticci, i caratteracci e le tirate di primedonne, timidoni o mediomen nulla c’entrano con la “teatralità” del tennis, che è appunto “dentro” lo scambio, nelle movenze e nel gesto tecnico - non nelle pause del gioco, nel prepartita, in sala stampa, insomma nel contorno mediatico, gossipardo. Scanzi rivendica la teatralità al tennis attraverso categorie e metri di giudizio prettamente mediatici, quasi da melodramma. Vizio di forma.
    Troppo spesso si equivoca sul termine “teatro”, “epica” e cavolate varie applicate allo sport: ma deve essere la cifra tecnica, non quella umana o mediatica (lombrosiana?), a creare i personaggi, a fondarne la teatralità - e la sua analisi. (Che so, Federer può essere un Apollo perché creatore illuminato; Nadal un Mercurio corridore, Tipsarevic un Ivan Karamazov, Davydenko una marionetta del Grand Guignol…)
    Ps. Scusate l’intromissione. Ciao

  25. Bruce Foxton scrive:

    Il solito temino da prima liceo, tutto ingenuità pseudoletterarie post-puberali e ammiccamenti alla prof (ma quanto sarò bravino eh, guarda che parolina difficile ti piazzo qui, e come fa “voce fuori dal coro” questo discorsetto…). Si strappa l’otto. Ma il giornalismo, quello vero, abita altrove. La letteratura neanche a parlarne.

    Del resto, da accogliere (e accoglierò) l’invito di Colin. Ignorare, non commentare. Il silenzio è la reazione che meritano questi insulsi sbrodolamenti onfalocentrici.

  26. El Buitre scrive:

    Ma cosi, giusto per curiosita’, a che titolo Scanzi esprime giudizi di dubbio gusto su personaggi che sono di gran lunga gli sportivi migliori del nostro tempo? Perche’ non se li guarda bello seduto in televisione invece di intristirci con i suoi pensierini della sera su presunti mefistofelici sorrisi? Se davvero non gli piacciono le rivalita’ edulcorate, perche non guarda Maria de Filippi, dove trovera’ sicuramente maggiore soddisfazione che guardando la finale di Wimbledon? Non credo che scrivere (?) di tennis sia indispensabile. Neanche leggere, direte voi. Giusto, ma qualcuno che eviti inutili spargimenti d’inchiostro da qualche parte dovra’ pur esserci…

  27. Max scrive:

    Articolo bellissimo!!! Questo Scanzi scrive da Dio. Condivido tutto, bravo davvero.

  28. Voortrekker Boer scrive:

    Scanzi nel suo ennesimo esercizio di scrittura simil travaglio-luttazziano con una ampia spruzzata di grillismo dice cose piuttosto ovvie, trite e ritrite.
    Il tutto esposto con una melensaggine e un picconarismo d’antan che mi ricorda tanto quei giornaletti satirici anche andavano di moda tra gli anni ‘20 e ‘30 ed erano la spalla mediatica dei vari regimi dittatoriali di quella triste epoca europea.
    Il resto è opinabile, ma leggendo si nota una totale prevalenza della forma (scadente,retthorica,come diceva il buon manzoni, e stucchevole) sulla sostanza (argomenti vecchi di 20 anni visto che Agassi era solito giocare a poker con Sampras e mangiando hamburger f.fries insieme).

  29. Karlovic 80 scrive:

    Che questa generazione di giocatori manca di personalita e carisma si vede lontano da un miglio,ben vengano i giocatori tipo lo Svedese.
    Condivido l’opionione di Luca:Nastase e Mac erano apprezzati prima di tutto nel gioco,poi certo erano “pazzi”,ma questo era un valore aggiunto che Soderling non ha.Perche a tennis non sa giocare!(rispetto ai miti citati da Luca).Comunque il più “pazzo” resta Jeff “psyco” Tarango & moglie.

  30. max (un'altro) scrive:

    Divertente pezzo di Scanzi, da sganasciarsi le repliche dei suoi detrattori che cercano di ignorarlo ma non possono resistere.

  31. Ronnie scrive:

    Se Soderling non sa giocare Karlovic…..mah.

  32. stefan scrive:

    nella polemica anti lo monaco e compagnia proseguita sul blog di FF scanzi è stato pietoso

    invece questo articolo su soderling e dintorni è ok,concetto chiaro,molto prolisso ma non si puo avere tutto dalla vita

  33. Ros scrive:

    Ma si capisce che si crogiola nel leggere i commenti denigratori,credo che chiunque l’abbia compreso. Ha assunto questo ruolo -peraltro non originale- e gli piace continuare così,è anche giusto.
    Ad ogni modo,il tennis,come qualsiasi altro sport vive di punti di vista diversi,di concezioni diverse e di preferenze. Ma l’essenza del giuoco del tennis è la precisione,la coordinazione,la regolarità che permette la vittoria,e anche l’invenzione.
    Sinceramente mai mi sono annoiata a guardare una gara di Federer,mai,anche nelle giornate peggiori una volè da fondo campo,un passante in controbalzo di rovescio,un ace di seconda,un dritto al volo,un pallonetto,un tocco “flick” mi hanno sempre aperto le porte della libidine tennistica;quindi chissenefrega se Rogerio o se al tempo Pistol Pete non prendevano botte qualcuno o non imitavano i propri colleghi,lo avessero fatto li avrei guardati. Ho guardato invece,e continuo a guardare,la bellezza del loro tennis,unita alla continuità dell’efficacia del loro tennis,e di questo mi nutro,sportivamente parlando. Poi arrivi anche Soderling a imitare -benissimo- Nadal e a far le facce buffe,che io lo guarderò e riderò,godrò di quel gesto. Ma quel gesto non è tennis,perchè le gesta teatrali del tennis sono i colpi magistrali,al di là della scenografia.

  34. Enzo Cherici scrive:

    Mettiamola così. Il pezzo sarebbe carino, è carino anzi, però… C’è un però grosso come una casa. Il momento in cui è uscito. Mi spiego. Fosse uscito in tempi non sospetti, diciamo una settimana fa, questo pezzo su Soderling sarebbe stato godibile, originale e non avrebbe dato adito a sospetti. Il fatto che arrivi all’indomani della vittoria di Soderling su Seppi, sapendo quanto il nostro “apprezzi” Seppi, ecco, mi fa sorgere un qualche sospettuccio. Sono diffidente, lo so, ma davvero nessuno di voi non ha pensato la stessa cosa?

  35. stefano grazia scrive:

    Luca Overseas. il commento di Agassi non fu in finale, fu nello scontro contro Roddick che aveva fatto un C’MON! intimidatorio dopo un Ace…
    Valerio: a Madrid a fare ssssh! fu Berdych… ma per il resto concordo e uoto quanto hai scritto
    Sull’articolo di Scanzi…ho provato un po’ di disagio (provocazione forzata, non spontanea tem)e non concordo con lui come nell’ultimo suo articolo ma su Soderlin con adal potrebbe aver rgione… non crediate poi che Federer sia un angioletto … ha avuto problemi con Djokovic un paio d’anni fa criticandolo in sala stampa e con l’ATP per la sua abitudine a ricorrere agli Injury Time… E anche con Nadal all’inizio si scazzarono poi siincontrarono a cena e decisero che era una sciocchezza… Il vero valore di fderer come sportman si scoprirà in questi anni a venire quando perderà qualche volta di più ce in un recente passato … Ame piace Federer…il suo pianto a Wimbledo e in Australia con Laver è comunque anche quello Teatro … Non bisogna mica essere per forza cattivi per ispiare epos e pathos

  36. superbol scrive:

    e koellerer? voglio un coccordillo pure per koellerer!

  37. Karlovic 80 scrive:

    @ Ronnie.
    Comunque auguro a Soderling di “emulare” la carriera del connazionale Magnus Larsson,vincitore in carriera di molti tornei(tra cui la mitica Grand Slam Cup)e issatosi fino al n° 10 del mondo.Larsson era giocatore da indoor,ma nel’94(suo anno migliore)arrivò perfino in semi al Roland Garros
    perdendo da Berasategui.

  38. Chicco scrive:

    Veramente un pessimo articolo, scritto male, infarcito di tentativi di comparazioni pseudo auliche e, in più, contenente il racconto di un episodio (Soderling a wimbledon con Nadal) totalmente stravolto.
    Infatti in quell’occasione successe che Soderling si accorse di dover cambiare racchetta mentre Nadal si accingeva a servire.
    Alzò la racchetta in segno di scusa e andò velocemente a cambiarla.
    Nadal quando si accorse che Soderling non era al suo posto scosse visibilmente la testa, molto contrariato.
    Al che Soderling perse la pazienza e con la sua imitazione di Nadal voleva dire “Ma come io devo sempre aspettare 2 minuti prima che servi, una volta che devi aspettare tu perchè io devo cambiare la racchetta ti permetti di essere così sconvolto?”
    Quindi Soderling sarà pure un maleducato ma in quel caso quello fuori luogo fu Nadal.
    Raccontato così sembra che Soderling di punto in bianco si sia grattato il sedere per prendere in giro Nadal.

  39. Avec Double Cordage scrive:

    Enzo Cherici mi sa che Scanzi ha cambiato leggermente punto di vista sulle possibilità di Seppi, certo penso sia lungi da lui considerarlo un tennista il quale gioco lo appassioni o diverta ma penso che visti i mutamenti avvenuti non sappia bene cosa aspettarsi da Seppi, e che potrebbe anche essere che faccia un ulteriore salto di qualità, Io spero che migliori ancora il servizio e che metta le prime dall’inizio del match e non dopo il terzo turno di servizio. Mi pare di aver capito che il suo gioco da fondo con colpi molto piatti poco al di sopra della rete soffra molto il vento e che per questo funzioni meglioal coperto, però supportato da un buon servizio questo gioco con una palla veloce e bassa che scivola via potrebbe anche funzionare bene sull’erba, forse Roberto Commentucci potrebbe avere le diee più chiare. c’è un video su youtube della partita di Seppi con Nadal http://youtube.com/watch?v=YBBKRCKidy4

  40. Lele scrive:

    Scanzi, hai appena scritto uno degli articoli più intensi e coraggiosi dedicati al tennis. Lo metto nella hall of fame del blog di Ubaldo.
    Io sono uno che ama Federer, non appartengo alla tua chiesa, ma di articoli così c’è sempre bisogno. Proprio ben scritto, niente da aggiungere.

  41. Gianluca Fg scrive:

    @ Enzo Cherici
    Ho avuto esattamente la tua stessa ed identica impressione, anzi ne sono profondamente convinto…e comunque, complimenti a Llodra, per aver battuto il personaggio carismatico, con carattere, che si è ribellato al tennis inteso come presepe, che non ha la vocazione del vassallo, che non ambisce al ruolo di scudiero del Re, che non si inchina quando passa il Padrone, che ci prova sempre, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. (mi sono annoiato solo a copiare e ad incollare tutte queste esaltazioni inutili)

  42. Daniele Bartolini scrive:

    Intanto Nalbandian è riuscito per la prima volta a vincere la Copa Telmex di Buenos Aires sconfiggendo in finale “Chucho” Acasuso 3-6 7-6(4) 6-4 in 2h 43′. Domani tornera nei top 8.

  43. Roberto Commentucci scrive:

    Rispondo ad Avec DC su Seppi e l’attitudine all’erba.
    Andreas effettivamente si adatta bene anche all’erba, superficie dove in carriera ha raggiunto già una semifinale nel torneo di Nottingham del 2006, dove sconfisse Hrbaty e Andy Murray.
    Credo che in prospettiva, con i miglioramenti messi in mostra di recente nella pesantezza di palla in generale, nell’uso del rovescio in back, nonché soprattutto nel servizio (in particolare lo slice, una soluzione micidiale sull’erba) Andy possa fare molto bene sull’erba già da quest’anno.
    Il discorso del vento a mio avviso non è una variabile particolarmente importante. Seppi gioca meglio sul sintetico indoor che sul cemento outdoor soprattutto perché sui sintetici la palla rimbalza un po’ più bassa e questo aumenta l’efficacia dei suoi colpi piatti, mentre sul cemento, sia indoor che outdoor, il rimbalzo è un po’ più alto. Una superfice su cui Andreas si è espresso benissimo è stato il Play-it usato nel challenger di Bergamo, dal rimbalzo basso e rapido, mentre il greenset di Rotterdam era per lui un po’ meno favorevole, così come un po’ meno favorevole sarà il RukortHard di Zagabria, che inizia domani. Torneo che potrebbe riservare un’anteprima di Coppa Davis: se Bolelli riuscisse a battere l’esperto Schuettler se la vedrebbe con ogni probabilità con Marin Cilic.

  44. Emiliano scrive:

    articoletto che par scritto dal secchione della classe del liceo. Anglicismi insulsi; ricerca, con pessimi risultati, di linguaggio aulico che l’autore non è in grado di adoperare con risultati non ridicoli; contenuti inconsistenti. Ma, d’altronde, se d’Annunzio è insegnato nelle scuole e studiato in ambito accademico come caposaldo della letteratura italiana, non mi stupisce che questo ragazzo possa esser considerato da alcune parti un talentuoso giornalista.

  45. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Il pezzo di Scanzi, i controcommenti, la polemica, ecc.
    Mi viene da dire una cosa sola: “se non si gioca tutte le settimane, e i grandi campioni scendono in campo una volta al mese, come ridestare un minimo di interesse o di verve critica negli appassionati”?
    Llodra ha vinto ancora. Interessa a qualcuno? Torna alla vittoria Roddick.
    Abbiamo avuto due finalisti serve and volley in due diversi tornei (Llodra e Stepanek). Nalbandian ha portato a termine un’ottima settimana-maratona.
    Ma siccome tutti aspettano Federer Nadal e Djokovic, e questi tre non si vedono prima di Marzo, e l’interesse cala, ben vengano anche Scanzi e il suo pezzo su Soderling, che non lascerà tracce nella storia del tennis (come Bracciali e le sue bestemmie), ma che a Wimbledon non aveva tutti i torti.
    Llodra ha vinto ancora, comunque. Roba da matti. Peace, serve, volley and love a tutti.

  46. Anakyn scrive:

    Condivido che la bellezza agonistica e sportiva stia anche nelle manifestazioni extra-tecniche ed extra-atletiche: un atteggiamento aggressivo o provocatorio in campo fa comunque parte dello sport, come elemento psicologico e - perchè no? - tattico.
    Lo si può chiamare Teatro per comodità o in qualsiasi altro modo anche più prosaico, l’importante è il concetto e quello resta.
    Diciamo che ragionare così non è per forza condivisibile, ma ci sta.

    Quello che non condivido è piuttosto l’inglobare nel Teatro solo i provocatori “extreme” alla Soderling. Il valutarne fuori atleti più “invisibili”, ma certamente non meno intensi, come Federer e Nadal.
    Denota una mancanza di sensibilità preoccupante.
    Singifica non saper guardare un evento sportivo al di là del gesto puramente tecnico da una parte, e al di quà dell’urlaccio o dell’occhiataccia dall’altra.
    Paradossale poi il fatto che Nadal stesso, sino a qualche mese fa e prima dell’ultimo, evidente declino nei risultati (che non è detto sia definitivo), era forse considerato il modello dei giocatori “aggressività & carisma”, il Principe del Teatro insomma.

    Un Federer è intensità, lotta e volontà bel al di là della cortesia manifestata in campo: voglio dire, basta guardarlo negli occhi, sapete?

    Dico solo questo: anche lo sport, come un sacco di altre cose, detesta la superficialità dei giudizi.

  47. Massimo Garlando scrive:

    me lo ricordo bene quell’episodio della “smutandata” a Wimbledon
    l’aspetto più divertente è stato però il “casus belli” che ha prodotto la reazione dello svedese-poco-svedese, ovvero il grugno di Nadal, infastidito platealmente perchè l’avversario aveva osato andare a cambiare la racchetta mentre lui, concentratissimo nel riprodurre fedelmente la pletora dei suoi tic, non se ne era nemmeno accorto.
    a quel punto è scattato il “ma come, son tre giorni (partita interrotta continuamente per pioggia) che sopporto le tue fisse e le tue smutandate, e alla prima mia perdita di tempo ti incavoli?”
    Lì, naturalmente, è finita la partita, perchè un Nadal in versione bufalo inferocito si è destato dal torpore e, a quel punto, non avrebbe concesso neanche una mano di scala 40 alla madre; Soderling è rimasto lì, come lo “schiavo della battuta” che ridacchia da solo, compiaciuto, infischiandosene delle conseguenze del suo gesto.

  48. Michele scrive:

    Faccio notare che solitamente in questo blog gli articoli hanno pochi commenti. Quelli di Scanzi ne hanno a decine. Favorevoli e contrari, mai indifferenti. Questa, che lo si ami o lo si detesti, è una vittoria per chi scrive.
    Mi piacciono gli articoli che mi lasciano qualcosa, che fanno pensare e magari pure arrabbiare. Scanzi è un ottimo acquisto per il tennis e per Ubaldo. A me piace leggerlo, è stimolante anche quando sostiene tesi non mie. E’ il caso di quanto afferma su Soderling, giocatore che non mi piace affatto, ma che non avevo mai visto sotto l’ottica di Scanzi.
    I miei complimenti per aver ricordato quel capolavoro chiamato Carlito’s way.

  49. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Non è vero che in questo blog “solitamente” gli articoli hanno pochi commenti.
    Ma occorre considerare che siamo in un “tempo morto stagionale”, in cui, come ho già scritto, il campionissimo non gioca, il campionissimo spagnolo perde presto, e il nuovo campione gioca poco anche lui.
    Gli altri coinvolgono meno.
    Certo, ci sarebbero temi certamente più interessanti.
    Ad esempio, essendo il 2008 l’anno del Toro, i risultati di Murray e Llodra non possono non essere posti in correlazione con tale dato essenziale.
    Un dibattito sul punto sarebbe certamente stimolante.
    In assenza, anche la smutandata di Soderling può essere un’idea per allargare i nostri orizzonti sportivi.
    Insomma, ragazzi, qualcosa ci si deve inventare……

  50. Ros scrive:

    Suvvia,si dovrà attendere ancora una settimana..

  51. stefano grazia scrive:

    Dice Michele : “Faccio notare che solitamente in questo blog gli articoli hanno pochi commenti.”

    Ovviamente tranne quelli di Genitori & Figli … ormai siamo sui 2000 posts…se riusciamo a far scrivere un post a Scanzi anche li’ andiamo avanti sulla spinta fino all’estate e forse oltre…

  52. massimo scrive:

    Vorrei solo ricordare che Soderling che secondo l’articolo non ha paura dei potenti (e prepotenti) quella partita la perse. E se avesse avuto di fronte un altro giocatore magari non nei primi cinque del mondo probabilmente l’avrebbe vinta e non avrebbe permesso il ritorno dell’avversario. Quindi forse così impavido non è…
    Ma qui si usa lo stesso metro di giudizio di chi etichettò Edberg ‘tacchino freddo’ (come è già stato ricordato) salvo poi che Edberg, solo per citare il fatto più clamoroso, vinse un us open vincendo tre partite al quinto sempre in recupero…

  53. daniela scrive:

    Non che sia un argomento che mi interessi più di tanto i cosiddetti bad boys, quanto autentici o quanto costruiti, e così pure l’immagine di buoni o amici che danno gli altri. Sono convinta che ci sia, e per fortuna, dico, una certa distanza fra l’immagine che abbiamo del”personaggio” tennista e di quello che sia lui, e così giudico un po’ azzardato etichettare un personaggio da un gesto di reazione alla tensione del momento.
    Ricordo, io che amavo la Graf, quanto mi dispiacque quella risposta che diede al tifoso di Wimbledon che le urlò”Steffi, sposami” e lei di rimando- Quanti soldi hai?- Anni dopo si dichiarò pentita per quella battuta, ma spiegò che le era servita per alleggerire la pressione della partita.
    Ricordo però che non è vero che bisogna aspettare i Soderling per avere un po’ di pepe nel circuito, ma battute al veleno ce ne sono sempre state. Rios lo aveva espresso chiaramente, che c’era una grossa competitività nel circuito, addirittura aveva parlato che tutti odiano tutti, e che lui stesso non reggeva questo clima. Ma gli dedicarono forse un trafiletto della Gazzetta dello sport.
    Rafter disse che non avrebbe preso volentieri un caffè con Sampras, che gli dava fastidio anche quando gli passava accanto nei cambi di campo, e che era un numero uno che piangeva troppo per i suoi gusti. Crudelissimo, al limite del cinismo, eppure Rafter passa per il buono per eccellenza, il solare, il benefattore ecc.
    Sampras, quando Kafelnikov dichiarò che sarebbe stato ingiusto abbassare il premio ai giocatori di doppio, rispose che adesso tutti sapevano per che cosa giocasse il russo, solo per i soldi, e McEnroe sostiene che Kafelnikov non entrerà mai nella hall of fame, nonostante lui lo abbia proposto, proprio per l’opposizione di Sampras e per la sua influenza sulla stampa americana. Staremo a vedere.
    A Madrid 2006, Nalbandian diede della spazzatura (ricordo bene l’episodio, il termine usato fu “basura”, di R.B.) a Henman nonostante i suoi apparenti modi da gentiluomo, e in quello stesso torneo Spadea, riprendendo alcuni spunti del suo libro, accusò Blake di essere un ipocrita, il più egoista , in realtà, dei suoi compagni del team americano.
    Sotto sotto, voglio dire, se si va a scavare, credo che emergano nei tennisti sentimenti positivi e negativi che proviamo tutti, complessità nel carattere e sfumature della personalità dpiù i quello che vogliono mostrare, o che i giornalisti frettolosamente inquadrano.
    In quanto ai personaggi, al carisma ecc, di cui tanto si parla, io continuo a ripetere quello che penso: non mancano gli Achille e gli Ettore nel tennis di oggi, ma gli Omero che li cantano.

  54. Enzo Cherici scrive:

    Si sarà anche pentita per quella risposta la Graf, fatto sta che poi ha sposato Agassi: non esattamente un morto di fame ;-)

  55. daniela scrive:

    Non credo che lei avesse bisogno dei suoi soldi

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