Nadal e Federer sul piede di guerra
Non vorrei essere Etienne de Villiers se…

 
17 Aprile 2007 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Inviato La Nazione Il Resto del Carlino Il Giorno per la rubrica del martedì Tennis Week

MONTECARLO _ Roger Federer e Rafa Nadal, i primi due tennisti del mondo, vestono da ieri i panni dei ribelli all’establishment Atp e ITF. E hanno il sostegno di tutti gli altri: “Mai stati così uniti! Anche la voce dei giocatori deve essere ascoltata, tenuta in considerazione. Finora ciò non è successo”.
Ogni epoca ha le sue rivoluzioni. Anche nel tennis. Da quella del jeu de paume, a quella di Wimbledon 1973 (78 giocatori boicottarono il torneo per la squalifica inflitta a Nikki Pilic e nacque l’Atp), a quella del 1988 quando Mats Wilander e una cinquantina di tennisti riuniti fuori dai cancelli di Flushing Meadows (non avevano il permesso di riunirsi dentro) battezzarono il nuovo circuito ATP Tour staccandosi dalla ITF, la Federazione Internazionale fino ad allora “amministratrice unica” del tennis agonistico (cui dal ‘90 è rimasto solo il controllo sui quattro Slam, Coppa Davis e Fed Cup, l’attività giovanile, i tornei Futures).
A Miami, quindici giorni fa, 65 tennisti capeggiati dagli spagnoli Nadal e Robredo presentarono una petizione (con le firme di Federer, Roddick, Safin, Hewitt e tutti i big) per contestare il progetto del boss dell’Atp, il sudafricano Etienne de Villiers.
Ribattezzato Mickey Mouse per il suo passato di manager di DisneyWorld _ dopo il fallimento del tentativo di introdurre i “round-robin” nel tennis _ de Villiers ha promesso di rilasciare entro 15 giorni un nuovo calendario professionistico per il 2009 (e anni seguenti), anticipando la ferma intenzione di a) ridurre il numero dei Masters Series da 9 a 8; b) inserire fra gli 8 Masters Series quello di Shanghai indoor immettendo nella “stagione della terra battuta” il torneo “misto” di Madrid; c) retrocedere Montecarlo e Amburgo dallo status attuale di Masters Series a tornei di minor importanza; d) organizzare la Masters Cup finale a 8 a Londra; e) attribuire 4 degli 8 Masters Series al Nord America, i tornei sul cemento di Indian Wells, Miami, Open del Canada e Cincinnati, tre europei, Roma, Madrid e Parigi-Bercy indoor, più l’orientale Shanghai.
Tutto ciò conferma lo strapotere “politico” americano, denunciato aspramente dal russo Davydenko n.4 del mondo: “Hanno sempre comandato le società di management americane, anche se l’80% dei top 100 sono europei o sudamericani. A Miami abbiamo discusso due ore per nulla… dicono “abbiate fiducia, trust us, e poi fanno quel che vogliono”.
Federer e Nadal all’unisono (parlava Roger, per via del miglior inglese) dicono: “Vogliamo proteggere il tennis più seriamente che in passato. Sia l’ATP sia l’ITF devono prenderci in maggior considerazione. Vogliamo parlare con i boss. Nessuno è contento…Il nostro è un grido di aiuto…”.
Se anche i tennisti multimiliardari chiedono aiuto, deve essere una cosa seria. Se non fosse per il milione e mezzo di dollari che prende Etienne de Villiers non vorrei essere lui.

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5 Commenti a “Nadal e Federer sul piede di guerra
Non vorrei essere Etienne de Villiers se…”

  1. Filippo scrive:

    Solo una correzione l’ITF fa qualcosa solo per il Roland Garros, negli altri tre Slam non ci mette più naso da tempo…è tutto le federazioni nazionali mettono la faccia ma il vero controllo e organizzazione è esercitato dalle commissioni di controllo dei tre tornei,potentissime e in grado di raccolgiere sponsor e fondi meglio dell’ITF….

  2. Gianluca Comuniello scrive:

    Dico solo che è bellissimo vedere due campioni che stanno ricreando l’entusiasmo intorno a questo sport, due rivali che si rispettano tantissimo, sedersi insieme per una battaglia comune a favore del gioco che interpretano meglio di chiunque al mondo.
    Bellissimo
    Gianluca

  3. marcos scrive:

    non può che finire con de villiers alla telecom.

    il tennis se ne liberi!

  4. roberto p. scrive:

    grande marcos

  5. Gerardo Accappulione scrive:

    Non capisco come sia possibile che qualcuno (de Villiers) che rappresenta una categoria di persone e che dunque dovebbe tutelare i diritti e le volontà degli interessati, prenda delle decisioni e promuova delle iniziative assurde e chiaramente non condivise praticamente da tutti gli appartenenti alla suddetta associazione. Che bisogno c’è di scomodare organismi vari di controllo, istituire commissioni straordinarie insomma sollevare un gran polverone, quando basterebbe che i giocatori dicessero semplicemente ed unanimamente: no, grazie; non ci interessano i tornei con tabelloni anomali, nè che il calendario venga stravolto per accontentare tizio o caio, nè le altre stravaganti proposte da luna-park che si sentono da un po’ di tempo a questa parte?

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