Il tennis femminile va… di moda
E la Sharapova va dagli sponsor

 
27 Gennaio 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

NOTA di UBS: ritroverete qui, nel pezzo inviato ai miei giornali per l’edizione di domenica mattina, molti dei concetti espressi a caldo sul blog, subito dopo la finale femminile, ma anche con diverse integrazioni (e spero miglioramenti…) che può valere la pena di leggere …già che siete qui. Comunque qui sotto ci sono tanti di quegli articoli interessanti che, a mio avviso, come al solito anche il clic che avete fatto oggi non dovrebbe essere stato inutile…

MELBOURNE _ I giornali inglesi, maestri nell’arte del glamour, l’avevano ribattezzata la finale del Grand Glam , un falso refuso per dire Grand Slam, con “glam” che altro non è che l’abbreviazione di glamour.
In effetti una finale, quella di ieri a Melbourne Park sognata da qualsiasi organizzatore, da qualsiasi fotografo, da molti russi, da molti serbi, da molti voyeur sparsi per il mondo Che il tennis attiri anche questi ultimi non è una presunzione. E’ un fatto. Tant’è che è l’unico sport che anziché imporre i calzoncini alle sue atlete, favorisce l’approccio più sfacciato della moda, delle gonnelline a palloncino come quella azzurra indossata dalla pin-up serba Ana Ivanovic o della mises plissettate come quella della russa Maria Sharapova. Sempre più spesso, ovviamente, disegnate da stilisti di grido.
Queste ragazze non guadagnano certo così poco _ Maria Sharapova sui 20 milioni di euro l’anno…_ da non potersi permettere di pagarli.
Poi magari le campionesse più belle dicono e ribadiscono che il look è soltanto un aspetto secondario, marginale, che quel che conta davvero invece sono i risultati ottenuti con la racchetta in mano…Ma basta andare a dare un’occhiata ai loro siti-web per scoprire che nella home-page Serena Williams appare in bikini, Maria Sharapova in costume da bagno, Daniela Hantchova in hot-pants. E allora?
Tuttavia la finale dell’Australian Open di ieri dimostra che non basta mettere di fronte due splendide ragazzone d’un metro e 85 e passa (la Sharapova, 188 cm,,è alta 3 cm più della Ivanovic), una bionda e l’altra bruna, pur degne di partecipare a un concorso di bellezza, pur entrambe incredibilmente fotogeniche e con una silhouette da modelle, per aver anche una bella finale.
Non lo è proprio stata quella vinta ieri da Maria Sharapova per 7-5,6-3 sulla ragazza serba che l’aveva quasi umiliata al Roland Garros nel giugno scorso, quando le aveva lasciato 3 games..
L’unico momento di incertezza, nella giornata assolata e caldissima (35 gradi e tanta umidità) lo si è avuto quando la Sharapova, avanti di un break, 4-2 , si è smarrita sul 4-3 e ha commesso ben tre doppi falli. Dopo di che però ha ricominciato a battere con una tale virulenza che la Ivanovic non è praticamente mai riuscita a crearle problemi nei games di risposta: in tutti gli altri turni di servizio della russa la serba è riuscita a conquistare soltanto cinque punti.
La Sharapova ha così conquistato il suo terzo Slam, dopo Wimbledon 2004 e l’US Open 2006: “Mi avessero detto a metà dell’anno scorso che avrei vinto questo torneo non ci avrei creduto…Il 2007 per me è stato un anno molto difficile” .
Qui però ha dominato non solo ieri _ quando anzi ha perso il maggior numero di games _ ma in tutto il torneo. Non ha perso un set, ha lasciato solo quattro games a Davenport, Henin e Jankovic. Punteggi da…Steffi Graf.
L’assegno da 850.000 euro non ha certo impressionato la …Steffi russa, che è abituata a ben altro. Tant’è che ha detto: “Oggi era il compleanno di mia madre, le potrò mandare un mazzo di rose…”.
Non tanto per i soldi dei premi ufficiali, 11. milioni e 400.000 dollari, ma per tutti i contratti con i sponsor. Ha vinto la più forte, ha vinto la migliore tennista del momento. Una giocatrice che, al di là dell’indubbia bellezza, degli strombazzatissimi sponsor, Sony Ericsson per le sue ….esigenze telefoniche (deve sempre chiamare mamma che non la segue mai), Colgate per un sorriso più bianco, Canon per le foto più o meno oseèe, Tag Heur per sapere sempre l’ora, Land Rover per le escursioni nella steppa russa che non frequenta, Parlux Fragrance perché anche una bella donna deve profumarsi, Samantha Tavasa per vestirsi nel modo più trendy, Tropicana (della Pepsi) per dissetarsi senza che le possano dare dell’avvinazzata, Gatorade per reintegrare i liquidi sul campo, oltre a naturalmente Nike per stupire con i vestitini più audaci e Prince per far esplodere, insieme agli urletti, anche i colpi più feroci.
Una Sharapova business-woman, certo, ma anche dal volto inconsuetamente umano quando ha ricordato ancora sul campo che “la morte della madre del mio coach Joyce, ha cambiato il mio approccio alla vita, mi ha fatto capire quanto siano limitate le prospettive di chi pensa solo al tennis…
Già oggi Maria vola in Israele per esordire in Fed Cup. L’obiettivo non è tanto vincere lì…quanto poter partecipare poi alle Olimpiadi, e magari vincere una medaglia d’oro. “Wimbledon l’ho già vinto, dovendo scegliere preferirei l’oro a Pechino”.

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3 Commenti a “Il tennis femminile va… di moda
E la Sharapova va dagli sponsor”

  1. Nikolik scrive:

    La forza della Sharapova è proprio questa: che, cioè, lei ha anche altri interessi di vita oltre al tennis.
    Curare i rapporti con gli sponsor, rilasciare interviste, passare da un set fotografico all’altro, restare bellissima come una fotomodella, andare dall’estetista tutti i giorni…insomma, non se ne poteva proprio più della solita campionessa di tennis brutta ed ossessiva.
    Il tennis, con lei, non ha guadagnato solo una campionessa incredibile, ma anche un’immagine decisamente migliore.
    Per il resto, mi ha impressionato la lentezza di questa Ivanovic: si sapeva, per carità, che questo è il suo difetto, ma arrancava proprio, arrivava sempre, regolarmente, in ritardo grave sulla palla.
    Difetto tipico delle tenniste campionesse: siccome arrivano regolarmente, e comunque, almeno in semifinale degli slam, perchè il divario con le altre nel tennis femminile è maggiore, trascurano di completarsi tecnicamente, perchè, alla fine, non ne sentono il bisogno, vincendo lo stesso.
    E’ sempre stato così per tutte le campionesse.
    Però questo sistema lo paghi nelle 10 partite l’anno in cui incontri una campionessa come te, più di te.
    Propongo umilmente al coach della Ivanovic di correre ai ripari, perché il giochino di farla correre lo hanno ormai imparato tutte le altre migliori.

  2. franci scrive:

    Insomma..un po’di pubblicita’ per questa giudice di linea che ha superato una durissima selezione ed e’ arrivata in finale no??????????????

  3. angelica scrive:

    Se non con il giocatori, almeno con giudici di linea italiani, le finali dello slam li fa ;)
    congratulazioni! :)

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