Guerriglia a Chinatown
se permettete siamo in Italia

Così in un pomeriggio afoso di primavera ci siamo accorti che i cinesi si sono annessi un pezzo di Milano. Tant’è che alla polizia locale non è consentito di fare nemmeno una multa, pena il linciaggio e la rivolta di quartiere. Domanda: dopo la guerra esplosa ieri a Chinatown, quali sono i vigili urbani tanto temerari disposti ad avventurarsi in questa enclave per far valere il codice? E’ diventata così cinese questa parte di città che l’unica autorità riconosciuta è il console di Pechino, che si è messo a fare il capopolo, redarguendo la nostra polizia per aver multato una sua cittadina.
V
iene voglia di pensare che i disordini non siano stati affatto spontanei e abbiano avuto una regia, che cercava un pretesto. Sfrontatamente qualcuno dei manifestanti impugnava cartelli con su scritto: diritti uguali per tutti. Intendeva presumibilmente tutti i cinesi, perché a loro, e, purtroppo anche alle nostre autorità, degli italiani che sono rimasti dentro questa Cina milanese, pare non importi nulla.

Rriprendiamo il discorso dall’inizio. Qui, caro signor console cinese, siamo in Italia non in Cina. E si osservano le leggi italiane. Che valgono per gli italiani e devono valere anche per i cinesi. Se qualcuno non accettasse la regola, può tornarsene a casa sua. Perché i doveri dell’ospitalità non devono mai rovesciare i ruoli soprattutto laddove il disturbo e l’invadenza sono manifesti. Nel quartiere Sarpi centinaia di rivoltosi sono scesi in strada sventolando le bandiere rosse della Repubblica popolare cinese e le stesse bandiere sono state issate alle finestre e ai balconi, a sancire un’extraterritorialità, che non è consentibile. O siamo disposti ad accettare rivendicazioni e comportamenti di questo tipo?

E’ un problema non solo del sindaco, ma del governo. Grave errore avere consentito negli anni un’immigrazione così incontrollata e massiccia. E attenti. C’è un solo ideogramma per indicare tre parole: crisi, pericolo e utilità. Pare voglia avvertirci che la Cina è utile (consente profitti facili) ma allo stesso tempo pericolosa. Dice un proverbio: bu yao re nu zhe tiao long. Significa: guardatevi dal drago, perché quando si sveglia fa tremare.

Collegamenti sponsorizzati


19 Commenti a “Guerriglia a Chinatown
se permettete siamo in Italia”

  1. emma scrive:

    E’ vergognoso che noi cittadini italiani, dobbiamo attenerci rigorosamente ad ogni legge, quando gli stranieri possono fare quello che vogliono.
    SOLO La Regione Lombardia da ottobre ordina di eliminare le auto O (il resto dell’Italia no) e noi cittadini ligi ci attenidamo, gli stranierri si permettono di non pagare nemmeno l’assicurazione.
    Il Console non si dovrebbe nemmeno permettere di difendere i Suoi cittadini ma dovrebbe fare in modo di far loro capire che se vogliono vivere in Italia si devo attenere alle regole italiane non a quelle da loro volute.

  2. Davide scrive:

    Come volevasi dimostrare le trasmissioni televisive e i quotidiani di oggi sono un rullo compressore a senso unico: gli scontri nella Chinatown milanese di giovedì 12 aprile sono un aggressione premeditata all’ordine costituito da parte di immigrati illegali che vogliono sovvertire l’ordine costituito della magnificente capitale economica del paese. Quando Milano ha un problema, quando viene segnata dai conflitti che storicamente le appartengono, dalle frizioni tipiche di un luogo in cui la pressione economica per la sopravvivenza è sempre alta, la scena che gli opinion-wannabe-maker dipingono è sempre la stessa: l’apocalisse, la crisi dell’ordine costituito, l’attacco al senso di ineluttabilità del modo in cui le cose funzionano qui da noi, in Italia.

    Basta ovviamente spostare leggermente gli occhi dal pensiero unico propagandato con prosopopea di tromboni ovunque per farsi venire più che qualche legittimo dubbio. Con una importante nota: non stiamo parlando di una rivolta proletaria, nonostante il terrore che l’esposizione delle bandiere della Repubblica Popolare Cinese ha evocato in tutti i benpensanti milanesi, ma dell’esplosione della frustrazione di una comunità fortemente conservatrice, fortemente “borghese”, anche se vorrebbero farci credere il contrario per accorpare il mostro immigrato al mostro economicamente subalterno e “rivoluzionario”.

    I cinesi si sono iniziati a stabilire a Milano sin dai lontani anni Venti, e la zona di Paolo Sarpi è stato sempre l’epicentro di questa comunità. In quella zona i cittadini cinesi si sono comprati a suon di centinaia di migliaia di euro i negozi e gli appartamenti della zona, hanno pagato le loro licenze (anche per la vendita all’ingrosso), hanno pagato le loro mazzette. Ora, in assenza di cose più utili da fare, Letizia Moratti (che traghetta la destra nel suo quattordicesimo anno di governo nella metropoli) ha ben pensato di invocare “la legge uguale per tutti” e di decidere arbitrariamente che via Paolo Sarpi è l’unico posto a Milano dove il trasporto su carrello delle merci è proibito. La legittimità di una misura discriminante di questo tipo è più che dubbia, il fatto che si inserisca nella battaglia per misure legali uguale per tutti è assolutamente escluso.

    Ma non basta: non solo la Moratti predica uguaglianza di fronte alla legalità e poi pratica il contrario, ma ovviamente l’applicazione della cosa è totalmente a senso unico. Gli italiani continuano a scaricare le bibite per i bar della zona con il loro carrellino, mentre i cinesi non possono farlo. Vorrei capire dove sta la differenza tra uno e l’altro, e vorrei capire perché in corso Vittorio Emanuele posso girare con un carrellino e in via Paolo Sarpi no.

    Come se non bastasse, la Moratti ha pensato bene di proporre Paolo Sarpi come prossima zona pedonale. I motivi di questa scelta sono quanto meno nebulosi, dato che Paolo Sarpi non è una zona ricca di attrazioni turistiche o di altro. Se è per facilitare lo shopping, allora dovrebbe proporre la stessa cosa anche in corso Buenos Aires, ma ho il sospetto che non se lo possa permettere (proprio in termini di viabilità, prima ancora che di “economie locali”).

    Se confrontiamo tutte queste misure alle proteste che le hanno generate (”non riesco a camminare sui marciapiedi che sono troppo stretti” [come se non bastasse allargare i marciapiedi]; “non ci sono più negozi italiani” [come se i negozi si fossero venduti da soli]) ci risulta un po’ fuori misura il tutto. Se poi sommiamo l’ultima illuminante proposta della destra i dubbi diventano anche peggiori: perché la proposta formale della Moratti è “delocalizzare i cinesi”, tradotto in parole povere deportare le persone che hanno comprato a caro prezzo case e negozi, alimentando i nuovi borghesucci milanesi, in periferia.

    Pensare che io credevo che la Moratti fosse liberista, ma deve essere un vizio dei liberisti nostrani quello di invocare il libero mercato e poi gettarsi nel protezionismo più becero e nel controllo della produzione e del territorio come neanche la fu Unione Sovietica si sarebbe azzardata a fare. Quello che mi chiedo è perché nessuno noti questa lievissima idiosincrasia.

    Ieri sera alle 18.30 via Paolo Sarpi era ancora completamente militarizzata. Verso le 21.30 sono andato nel mio ristorante di fiducia, il Long Chang, (a pari merito con il Ju Bin che da vero ras del quartiere non ha neanche lontanamente pensato di tenere chiuso sfidando gli sguardi dei solerti tutori dell’ordine), e poi più tardi sono passato dal mio bar di cinesi di fiducia in quartiere Isola. Alla mia curiosità mi hanno risposto nello stesso modo (faccio una compilation): “la gente ha fatto debiti per duecento mila euro, ha una famiglia da mantenere, perché non può lavorare?”; “se non volevano i cinesi, non accettavano i soldi e non ci vendevano il negozio”; “la legge è uguale per tutti, e allora perché gli italiani possono scaricare come vogliono e io invece no?”

    Molte domande per i cinesi di Milano, ma se le traduciamo sono le stesse domande che un po’ tutti dovrebbero farsi sulla morale e la giustizia a corrente alternata che caratterizza da sempre il governo destro cittadino, la logica del double standard che protegge i cazzi miei a scapito dei cazzi degli altri, senza soluzione di continuità e dietro il paravento del mostro che mette in pericolo l’ordine sociale, la legalità e la sicurezza. Con la collezione di danni e scontri che in 15 anni ha raccolto la destra a Milano, chiunque con un po’ di dignità si sarebbe ritirato, mentre nella illuminata metropoli gli specchietti per le allodole della necessità di 500 poliziotti, di maggiori controlli, di maggiore rigore, di maggiore questo e quello, funzionano perfettametne nel distrarre menti troppo poco allenate a ragionare e troppo spesso abituate ad obbedire.

  3. Mattia scrive:

    A casa…tutti e subito!….al primo sgarro…al primo errore gli si manda uno per uno a casa a calci….!!!..a noi serve la gente onesta, per bene, rispettosa delle nostre tradizioni, della nostra cultura e delle nostre leggi!..
    A chi non sta bene questo, e pensa di essere a casa sua (come pensano la maggiorparte degli immigrati in Italia, perchè noi glielo lasciamo pensare…), deve essere malamente cacciato e buttato in mare..!
    Cavoli suoi!..Noi siamo stati ospitali, la sua occasione lha avuta…ma se l’è giocata male!!

    A casa maleducati!!

    Mi chiedo, e se noi italiani ci trasferissimo in Marocco, in Arabia o in Cina e ci comportassimo come fanno loro…cosa credete che ci succeda??
    Credo che le manganellate sarebbero il minimo!
    Galera, taglio delle mani, torture e pena di morte!

    Se nn altro, mi sembra che nessuno straniero in questi paesi si comporti come gli immigrati in Italia….e questo fa riflettere…

    Saluti, agli italiani e agli immigrati onesti che rispettano il Paese che li ospita.

  4. MASSIMO BOSI scrive:

    Egregio direttore, alla luce di quanto avvenuto a Milano, mi domando quando leggeremo notizie analoghe nelle zone di S.DONNINO o PRATO.
    A questo porta la troppa tolleranza, il voler far finta di niente, il volere a tutti i costi essere “buonisti”. Abbiamo uno stato nello stato.
    Ma quello che più mi indigna sono le rimostranze del console cinese e quelle arrivate direttamente da Pechino. Cioè da un paese in cui notoriamente i diritti civili e la democrazia sono parte integrante della cultura popolare! Vedere le immagini delle bandiere cinesi sventolate a Milano mi hanno disgustato. Basta tollerare! Chi vuole stare nel nostro PAESE si integri sul serio, segua le nostre leggi, e soprattutto sventoli l’unica bandiera che deve apparire sul nostro suolo: il TRICOLORE!

  5. andrea scrive:

    Il titolo del pezzo “Se permettete siamo in Italia” mi sembra altamente qualunquista e rischia di essere come un boomerang… siamo in Italia dove tutti parcheggiano in doppia fila, ci arrangiamo e ce ne sbattiamo delle regole di convivenza civile.

    Allora … premettiamo che la reazione dei cinesi alla multa è stata vergognosa ed ingiustificata e, conoscendo come sono “calcolatori” e mai avventati, forse anche preparata.
    Il fatto è che l’amministrazione comunale ha puntato molto in campagna elettorale sull’ imporre le regole, ma come fai di punto in bianco a multare a raffica ( i carrelli sono stati messi fuori legge e se appoggi un collo per terra, se lo trasporti a braccia, è occupazione di suolo pubblico… ) quando non hai mai fatto niente fino a ieri ed a dire “da oggi si scarica dalle 10 alle 14” a gente che lavora quasi 24 ore al giorno ?

    Va bene, le regole sono regole, ma non vorrei che il comune di Milano facesse il forte con i deboli ..mi viene da ridere a leggere che in via Sarpi ci sarebbe “un problema legalità” creato dalla comunità cinese …in fondo è solo gente che vuole lavorare tutto il giorno … al mullah che ti minaccia la fatwa perché vuoi controllargli lo moschea dove si fa propaganda e sostegno al terrorismo tra la comunità islamica nessuno si arrischia a dire niente …

  6. CHRISTIAN scrive:

    Mi aspettavo un problema simile prima o poi.
    Troppa diversità di culture.
    E soprattutto troppa libertà di azione per le varie comunità straniere, che ora pensano di poter agire con loro leggi, anziché con le leggi italiane.
    Io sono genovese, e aspetto la rivolta ecuadoriana e/o cinese (le due maggiori comunità straniere genovesi) da un momento all’altro.
    Spero solo che tutto rimanga nell’ambito della rivolta e rivendicazione politica e che nessuna testa calda (italiana e/o straniera) faccia sfociare la cosa in tragedia.
    Concordo nel pensare che la totale assenza nel controllo dell’immigrazione dagli anni 90 ad oggi ha creato questa “fantastica” situazione.
    Che fare? Non so, esiste una classe politica (?) per questo…

  7. Jiang scrive:

    permetto che sono un cinese di prato, non scrivo bene italiano.
    a me mi è dispiaciuto per accaduto di ieri, questo non dovevano fare, mi dispiace anche per chi non sapendo il motivo comincia giudicare come un dio di sapere tutto. se ieri è successo questo significa qualcosa non ha funzionato, sia i cinesi sia il comune di Milano. sono a conoscenza del problema di Via Sarpi, in cui ci sono tanti ingrossisti cinesi, quando caricano o scaricano le merce, causa un grosso disagio per i residenti, giustamente loro protestano contro comune.
    qua ha sbagliato comune, anche che mettere dialogare con la comunità cinese utilizzano una cosa informare, cioè applicare codice che non avevano applicato per 15 anni = multare carretini per trasporto, sembra tutto regolare per comune di Milano, in fondo è giusto per applicare legge e mettere a posto. solo troppo velocemente, dato che è il problema è iniziato tanto tempo fa, non credo sia facile risolverla in poche tempo, poi togliere carretini significa chiudere negozio, allora meglio dirli chiudere negozio perché non è zona da ingrosso e facciamo finita. poi chi ha dato le licenze non è stato concesso da pechino ma bensi dal comune di milano.
    forse essere un italiano non lo sa con quale difficoltà i cinesi vivono in italia, pagano un affito strasferico, guardagno al limite, e tante altre spese, se vieni tolto l’attività = la fine.
    la cosa migliore è il comune di milano e comunità cinesi trovano un’accordo magari di dislocare in una zona industriale addato al commercio di ingrosso come hanno fatto a Roma.
    le bandiere? siamo orgogliosi di essere cinesi, niente di più.

  8. rosanna fattorini scrive:

    Buon giorno,

    non credo sia possibile in nessun modo e, prova ne è che nessuno ci è ancora riuscito, impedire od arginare l’immigrazione nel nostro e negli altri paesi ma, sono della stessa ferma convinzione che, chi entra in casa nostra è e sarà sempre un nostro OSPITE. Così come noi siamo -giustamente obbligati - a seguire le regole all’estero, anche gli altri che vengono in Italia DEVONO OBBLIGATORIAMENTE SEGUIRE LE NOSTRE. Non sò esattamente chi deve far rispettare le nostre regole, ma da subito devono sapere cosa possono e non possono fare. Non lasciare spazio ad interpretazioni personali, ma far capire subito che sono loro che devono adeguarsi alle nostre leggi e non viceversa. Se non sono d’accordo, che ritornino pure, così democraticamente come sono entrati, a casa loro.
    Cordiali saluti.

  9. Maurizio De Paola scrive:

    Egr. Dott. Morandi,
    non sono per niente d’accordo con Lei. Il problema della rivolta a Chinatown è stata proprio la disparità di trattamento tra cinesi (vessati quotidianamente dai vigili) e gli italiani (lasciati indisturbati).
    Oggi Studio Aperto di Italia 1 ha elequentemente illustrato questa situazione, facendo vedere come un italiano con carrellino fuori dagli orari consentiti veniva tranquillamente ignorato dai vigili.
    Sono arrivato a Milano molto tempo fa e allora i ghisa erano un’istituzione rispettata e al servizio della gente.
    oggi, mi dispiace dirlo, da molti anni si ha la sensazione che il corpo municipale dei vigili urbani sia diventato un manganello nelle mani del comune che colpisce alcuni e lascia in pace altri a seconda delle convenienze (soprattutto economiche) del momento.
    Aggiungo che vivo proprio in zona Paolo Sarpi e la presenza di Chinatown non ha fatto altro che migliorare la qualità della vita nella zona. Lei si ricorda com’era la zona negli anni Settanta?
    I cinesi sono gente a posto, civile e grandi lavoratori. Io non ho avuto nessuna difficoltà ad integrarmi con loro.
    Vogliamo che si integrino anche loro? Perché non cominciamo a dare il diritto di voto (almeno alle amminsitrative!), dato che pagano anche loro le tasse? Perché non gli consentiamo di servire nelle forze armate o nella polizia? Non crede che ce ne guadagneremmo tutti quanti invece di sognare nostalgicamente un mondo che non c’è più e che non ci sarà mai più (a mio parere: per fortuna!)?

    La saluto,

    Maurizio De Paola

  10. fabio scrive:

    il problema è che sarà sempre peggio, arrivan tutti qui e dopo due giorni si sentono i padroni, vorrei che andassero tutti da chi li fà venire e magari si mettessero a fare casini vari da queste personcine……..che li ospitassero a casa loro………naturalmente il mio discorso vale non solo per i cinesi……

  11. enrico scrive:

    Non posso che essere d’accordo, peccato che di giornalisti capaci di dire ciò che pensa la maggior parte della gente sono sempre più rari

  12. vittorio vannucchi scrive:

    è un questione di gestione comune di Milano che dover saper la diversificazione della zona commerciale nella comunità cinese(zona paolo sarpi) che caratterizzato dai commerci all ingrosso gestiti dai cinese in un centro città dove dovrebbe essere un zona di residenza o commercio al dettaglio,senza movimento merci di massa con la inefficenza gestione del comune di Milano sa benissimo qualli sono i problemi dei cinesi… non l’integrazione con repressione o leggi severi che oppone a un comunità lavora ma dovrebbe invitassi a allontanarli dal zona di fitto residenza e trasporti urbani… la leggi comunali hanno tanti problemi con solo con i cinesi o stranieri ma anche con italiani stessi…

  13. Lorenza scrive:

    Finchè non devono rispettare le nostre leggi e finchè le autorità chiudono gli occhi va tutto bene madama la marchesa. Il console che non ha cercato minimamente di calmare le acque, anzi! andrebbe espulso dall’Italia anche perchè il suo comportamento provocatorio fa pensare alla premeditazione, a un segnale dato a Milano e all’Italia che sono pronti a scatenare disordini se gli si mettono i bastoni tra le ruote. Poi quegli striscioni con la scritta basta con le violenze e gli abusi ahahahahaah proprio loro che nei laboratori nascosti fanno lavorare doinne e bambini anche 16 ore al giorno e ci taroccano tutto!!! ma mettetevi la bandiera rossa nel c..o e tornatevene da dove siete venuti.

  14. he ping scrive:

    la communità cinese non è come hai scritto, tutto questo è successo per varie cause (primo. non può usare carrello, secondo, una donna è stata picchiata ingiustamente dalla polizia—– questi sono comunicati dal giornale cinese)

    non ho detto i cinesi di sarpi hanno ragione, non per la civiltà, ma abitudine nella vita (chi sono venuti in italia metà di loro non hanno licenza elementare)
    servono il tempo per imparare e abituale abitudine della vita degli italiani.

  15. luca c. scrive:

    Sono un cinese di p.Sarpi e ho vissuto in prima persona i fatti che sono successi l’altro giorno, e mi sono praticamente sentito preso in giro dai tg che sono andati in onda lo stesso giorno.la verità dei scontri non è stata causata dalla semplice multa ma da un insieme di accanimenti dell’ultimo periodo,e inoltre le rivolte sono nate perchè un poliziotto ha alzato le mani verso la donna che aveva ricevuto la multa,multa che aveva contestato.
    i tg vogliono far sapere quello che vogliono e invece tagliano quello che non farebbe piacere ai piani alti,vi sembra giusto?prima di insultare e fare illazioni,informatevi,non fatevi condizionare dai soliti luoghi comuni,altrimenti la verità come sempre andrà a farsi friggere.

  16. giuseppe rescigno scrive:

    Gentile Dr Morandi,
    nel suo scritto vi sono di certo molte verità; tuttavia vorrei, come forse già scritto da altri, sottolineare che le amministrazioni si scagliano contro gli immigrati “pacifici” che lavorano e solitamente non danno fastidio, mentre ovviamente non affrontano il vero problema che, a mio parere, è rappresentato dagli islamici, fondamentalisti o meno, molto pericolosi e in grado di fare male sul serio.. altro che vasi di fiori! Vivo insieme a una ragazza rumena e sono spesso in difficoltà a giustificare un certo atteggiamento discriminatorio nei confronti di questa comunità. Non so se l’allenatore del Palermo avrebbe potuto definire “zingarello rumeno” il giocatore Mutu se questi fosse stato islamico.
    Un caro saluto a tutti coloro che rispettano il nostro Paese (italiani e non)

  17. roberto scrive:

    x Jiang

    caro signore quando rimanere qui in Italia e’tanto difficile per i cinesi allora fate le valigie e levatevi di torno

    il comune di milano non ha sbagliato nulla. anzi ha sbagliato a farvi fare i comodi vostri per 15 anni. nessuno vi autorizza a credere che se una legge e’stata disapplicata per 15 anni non sara’ applicata mai. la giunta comunale puo’cambiare idea e allora a voi non resta altro che ubbidire.

    quella delinquente che ha inveito contro i vigili deve essere cacciata dall’italia, andasse a pechino, lei e i suoi orribili amici, a assalire la polizia. voglio vedere cosa farebbero i vostri dittatori

    e piantatela di taroccare tutto quello che produciamo o fra poco entriamo a fare ispezioni, vi sequestriamo tutto e bruciamo la merce in piazza. cosi imparate a truffarci

    se per voi l’rario ridotto per lo scarico significa dover chiudere bene…chiudete e andatevene. am qui ci rimanete solo se fare come dice la nostra legge. non ce ne importa niente se la nostra legge non la conoscete o la nostra lingua non la capite. peggio per voi, pensateci meglio la prossima volta che emigrate

  18. Alex(immigrato) scrive:

    L’integrazione (unione-fusione) di per sè è impossibile come impossibile è pensare di integrare culture straniere molto diverse fra di loro in una nazione (per esempio:islamici e cinesi) come l’Italia.L’Italia ha una propria cultura e una storia a dir poco, stupefacente, meravigliosa….
    L’immigrazione di massa non può essere sopportata dall’Italia e finirà che prima o poi verrà annientata.beh..
    IO sono venuto in Italia per motivi di studio ma appena li avrò conclusi credo sia opportuno che me ne vada.In Italia sono stato trattato da italiano e non da straniero e non è vero che gli Italiani sono razzisti!vogliono diffendere la loro patria dagli stranieri…tutto quà.Ma mi permetto di dire però che in questo nostro piccolo pianeta nessuno è santo e tutti i popoli hanno i loro pregi e diffetti.
    Quando alcuni italiani dicono:BUTTIAMO FUORI DALL’ITALIA GLI IMMIGRATI A CALCI IN CULO mi sembra di sentire i discorsi che faceva mio cugino contro i turisti(turisti sessuali,americani,europei ecc) a me e ai miei fratelli…..sembra assurdo ma nessun uomo vuole il bene di un’altro uomo e questo caraterizza la somiglianza principale fra tutti gli uomini.So cosa significa essere invasi da stranieri……so cosa significa vedere la tua sorella prostituirsi per aumentare di qualche soldo il proprio misero stipendio;so cosa significa vedere la tua busta paga di merda perchè il tuo paese deve pagare il debito estero all’europa e agli USA;so cosa significa vivere sotto un governo corrotto dove pochi uomini diventano richissimi (vermi insulsi) ed altri sempre più poveri;so cosa significa vedere un bambino morire di fame mentre altri rischiano la morte diventando obesi;so cosa significa vedere un europeo (magari sposato e con famiglia) trombarsi una bambina di otto anni mentre un poliziotto ti tiene la mano e ti intima di non intervenire perchè se lo fai….se lo fai… Spaventi i turisti e dunque sono entrate in meno PER LO “STATO”(LO STATO!??O LA MIA INVASA PATRIA??)
    So cosa significa leggere la morte negli occhi di un uomo,di un bambino,di una giovane donna……Vederli mentre lavorano e vivono una vita che non è vita ma indiretta schiavitù.
    Io non sono uguale a un’Italiano,americano,giapponese o qualsiasi altro abitante del mondo industrializzato,civilizzato?no io sono soltanto un semplice schiavo nella mia patria e nella vostra! Non tutti gli uomini sono uguali,non è vero!!!!!!!Ci sono padroni e schiavi.
    L’italia sceglierà il nucleare…… no problem x le scorie tanto verranno trasportate in Somalia e seppolte lì…xkè lagiù non vivono esseri umani ma animali…..e non importa se muoiono per le radiaziaoni….Questo è il vostro mondo civilizzato,orgoglio e scudo della democrazia,della libertà,dell’uguaglianza…..della vita.Milioni di essere umani muoiono da schiavi per il vostro sviluppo e voi non fate nulla, non vi opponete ai vostri governi perchè vi fà comodo????
    Finchè ci sarà l’Occidente,quel occidente che ho finora visto e che mantiene saldo il proprio dominio,il mio popolo non avrà mai una propria dignità.Alcuni abitanti della vostra Cara Italia hanno scelto di vivere una vita diversa,diversa perchè è una vita dove le persone hanno un valore…..dove i soldi non sono tutto(in america valgono solo i soldi mentre le persone non valgono un cazzo).Io ho capito che le tante battaglie portate avanti dai miei fratelli per il mio popolo verranno ricompensate anche se saremmo bollati come barbari terroristi…e che un giorno vedrò i miei bambini giocare felici lontani dai rifiuti del vostro sviluppo e del vostro Odio.

    ps:Non siete dei veri cristiani,vergognatevi! promovete l’odio al posto dell’amore,la guerra al posto della pace e confondete spesso il male col bene.

  19. alessia scrive:

    Sono rimasta sorpresa e stupita di quanto ha scritto Jiang di prato: noi non capiamo e ci permettiamo di giudicare? Cosa non capiamo? Il fatto che, se sei straniero tutto ti è permesso e se sei cittadino italiano devi lottare per trovare un posto in ospedale (molti stranieri ottengono i servizi gratuitamente), un posto in asili nido sempre più spesso occupati da stranieri non residenti e NON lavoratori, una casa. Se mi permetto di viaggiare con a bordo più di 6 persone mi fanno la multa ed a voi ( vi vedo per le strade di prato) è permesso stiparvi in ape 50 in più persone e nessuno VI DEVE DIRE NIENTE?? Non avete mai avuto la voglia di parlare con noi italiani, molti di voi parlano solo cinese e fanno finta di non capire l’italiano (comodo quando c’è da pagare l’asilo o da versare soldi per la scuola….). Credo che tutti gli stranieri si devono ricordare che non li abbiamo costretti noi a venire in Italia: ci sono venuti di loro spontanea volontà. Trovino allora la volontà per sentirsi come noi e adoperarsi per rendere migliore la nostra Patria.

Scrivi un commento