Negozi che non vendono nulla
Gli strani misteri del dragone

TANTO PER ricordare che questa è Italia e non Cina, ieri mattina, il giorno dopo la guerriglia di Chinatown, nel quartiere cinese di Milano sono tornate in forze le pattuglie della polizia locale e si sono messe a fare controlli a tappeto sulla strada e nei negozi all’ingrosso gestiti dalla comunità. Quella stessa polizia che giovedì era stata aggredita con ribaltamento di un’autovettura di servizio, aggressione, lancio di sassi e perfino di vasi di fiori dalle finestre (è un miracolo non ci sia stato il morto) solo perché un agente aveva osato multare un’automobilista per un’infrazione da 74 euro. Trasportava merci senza avere il permesso per farlo. Non si capisce perché se i vigili fanno le multe agli italiani è un bene, perché puniscono chi non sta alle regole e infrange il codice e invece le multe ai cinesi sono un sopruso e un segno di razzismo. Così come non si capisce perché se la finanza va a spulciare nei libri contabili dell’aziende italiane fa il suo dovere e fa bene a stangare gli evasori e se invece mette il naso in quelle cinesi è xenofoba.

DICONO CHE i capi clan e i boss della mafia cinese non siano stati affatto contenti del bordello, che c’è stato l’altro ieri a Chinatown. E’ probabile che dietro la sommossa ci sia stata una regia per contrastare i piani del comune di pedonalizzare la zona. Ma allo stesso tempo è possibile che la situazione sia sfuggita al controllo, strettissimo, dei capi bastone, che per continuare a fare i loro affari non vogliono chiasso attorno. Dice un antico proverbio cinese che la prudenza è la madre della saggezza e a chi tira i fili degli affari del Dragone basta che questa prudenza, questo mitezza appaia come tale, senza bisogno naturalmente che sia reale.

PERCHÉ quel che c’è dietro quel loro mondo chiuso e insondabile nessuno di noi riesce a comprenderlo. Semmai si intuisce. Di certo è in mano ad un potere formidabile, capace di comprarsi quello che vuole, sempre e comunque cash. Gente capace di convincere con le buone o con le cattive. Così, zitti zitti, i cinesi aumentano e gli italiani se ne vanno da strade che un tempo erano l’anima di Milano. Paolo Sarpi era la strada dove alla domenica le famiglie andavano a passeggio, a curiosare davanti alle vetrine, perché era la sola strada in cui i negozi erano aperti anche nei giorni di festa. E ce n’era anche uno che noleggiava televisori.

AL SUO POSTO ora c’è un ingrosso di scarpe cinesi, che è sempre vuoto, che se fosse italiano sarebbe fallito da un pezzo ma che, non si sa per effetto di quale miracolo, rimane aperto. E siccome, qui come in molti altri negozi di Chinatown, nessuno entra e nessuno compra, mi chiedo: ma vendono scarpe o fanno altri affari

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7 Commenti a “Negozi che non vendono nulla
Gli strani misteri del dragone”

  1. Augusto Bastoni scrive:

    Se é per questo conosco alcuni ristoranti cinesi non a Milano che sono aperti da almeno venti anni con non più di 5 o 6 clienti a pasto e molti ristoranti italiani che con sale spesso piene hanno già chiuso da anni perchè i conti non quadravano. Siamo in presenza di benefattori e non lo abbiamo mai capito. Il giorno che poi ci prenderanno a calci nel sedere e ci sfratteranno dall’Italia lo faranno solo perchè noi siamo mafiosi.

  2. alberto scrive:

    mah, diciamo che la multa che e’ stata fatta e’ di per se odiosa ed inspiegabile, legata a leggi di tipo medioevale. quanti di voi sanno che nelle vetture private non si possono trasortare beni destinati alla vendita? quasta legge viene applicata rarissimamante, e di solito dalla finanza.
    il clima di persecuzione e’ evidente e provato.
    Avete sentito di multe e di carica della polizia per l’occupazione del treno dei pukkabesta? due pesi e due misure, noi oggi facciamo come gli svizzeri quando scrivevano “vietato l’ingresso agli italiani” fuori dai bar e dai ristoranti.

  3. Stefano Neri scrive:

    Invece di fare domande, un giornalista dovrebbe dare risposte.
    Invece di fare illazioni, un giornalista dovrebbe riportare fatti.

  4. andrea scrive:

    Gentile Sig. Morandi,

    come ho già avuto modo di scrivere in un commento al suo precedente articolo, trovo veramente singolare questo scandalismo che sta montando attorno alla comunità cinese, specialmente se guardiamo la reale pericolosità sociale che creano altre comunità di stranieri…dagli islamici che creano moschee dove far proselitismo alla jihad, alle gang giovanili latino americane che ti pestano per un cellulare.

    Abbiamo a che fare con gente che chiede soltanto di lavorare e se questa attività di vendita all’ ingrosso si è sviluppata in maniera abnorme e disturbante, credo che si debbano trovare soluzioni condivise…tipo lo spostamento in zone industriali.
    Vorrei vedere se a 1000 commercianti italiani dicessero “domani vi pedonalizziamo la strada, arrangiatevi!”… ma gli italiano votano al comune , i cinesi no, anche se pagano tasse e imposte varie.
    Il principio ” no taxation without representation” le dice niente ?

    I negozi che stanno aperti malgrado tutto devono essere per forza sospetti ? O forse ci da fastidio il fatto che ’sti cinesi non vadano via ?
    Le illazioni sull’ origine della disponibilità di denaro credo debbano essere temperate dal principio delle presunzione d’ innocenza, tanto in voga per gli italiani… non tutti i soldi vengono dalla mafia cinese, come non tutti i fruttivendoli di Little Italy erano affiliati a Cosa nostra…

  5. Alessandro scrive:

    Chi ha scritto l’articolo sembra sapere tutto (però solo le cose negative) sui cinesi… i capi boss mafiosi che controlla tutti i cinesi… i negozi vuoti che vanno avanti per miracolo… visto che sei così informato fai una cosa buona per tutti.. fa si che questi “capi boss” escano fuori, almeno un segno.. aiuta la polizia ad arrestarli.. non dovrebbe essere difficile per te, visto che sai addirittura che i capi boss non sono contenti di quello che è successo e preferivano più quiete… mi sembri il primo coglione (scusami della parola) che va dietro a tutte le leggende che i media raccontano, NO ma cosa dico… tu sei quello che sa tutto!! però non fai niente per aiutare la giustizia.. sbaglio? oppure racconti solo fandonie
    Poi per quanto riguarda i negozi miracolosi perchè non vai a vedere come avviene il miracolo? se davvero per miracolo vanno avanti anche se non entra nessuno, se è così farai una scoperta sensazionare?… invece di scrivere bla bla bla senza alcun fondamento fa qualcosa di più credibile… per esempio se davvero pensi che un negozio vuoto… che nessuno entra riesce per “miracolo” a sostenersi come dici tu, fa una cosa documentata come i due studenti della Cattolica… non dovrebbe essere difficile oggi giorno e vediamo come va avanti quel negozio… se le cose stanno davvero così ti dico io che quel negozio CHIUDE… a meno che esistono davvero i miracoli… ma anche in questo caso servono fatti non chiacchere
    Siente le mele marce della società… con il vostro atteggiamento siete la rovina dell’Italia

  6. Sheng scrive:

    Quel che lei ha scritto è conseguenza dell’ignoranza verso i cinesi. i cinesi non pretendono di avere una zona franca.. non dicono ke non possono ricevere multe o subire controlli; semplicemente il comune vedendo una concecntrazione di negozi cinesi all’ingrosso nella zona ha ordinato ai vigili di andare giu in modo piu pesanti: allora da lì sono iniziati a fioccare multe di divieto di sosta anke per ki era in fermata, ritiro del carello con muta anke i orari consentiti e si è arrivati anke al paradosso ke si ritirasse anke la bicicletta se vi si appoggiava su un pacco! tutto questo solo verso le persone con gli occhi a mandorla capisce? certo le multe le fanno anke agli italiani…ma quello verso i commercianti cinesi di Sarpi era diventato un accanimento (è stato ammesso anke da vari consiglieri comunali con i quali ho avuto un’incontro).
    Per quanto riguarda i negozi cinesi, essi non fanno sfondo a nessuna organizzazione mafiosa e non c’è nessun boss dietro, perkè ogni famiglia è autonoma e indipendente l’una dall’altra (anke qui vedo la sua ignoranza a riguardo, offendendo senza nessuna prova concreta)….
    poi lei dice ke i negozi cinesi sono sempre vuoti e si chiede come fanno a restare in piedi, bè qui mi domando se sia veramente passato a Paolo Sarpi o abbia sbagliato paese.

  7. oreste palladino scrive:

    quello che mi chiedo da alcuni anni anch’io! E’ possibile che le nostre autorità non riescano a venire a capo di questa anomalia?

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