Il limbo politico di Mussi fra un partito che non c’è più e un altro che nasce morto

Ho appreso leggendo il giornale di ieri mattina che il Limbo non c’è più, che la Chiesa lo ha sospeso o chiuso, non saprei come dire, e che, come ha scritto il nostro Giorgio Acquaviva, con una bella immagine biblica, è lecito pensare sia in corso il trasloco verso il Paradiso di quei bimbi che, morti non battezzati, da millenni vi erano confinati. La notizia che non c’è più quella zona “di quel secondo regno,/ dove l’umano spirito si purga,/ e di salire al ciel diventa degno”, non ha avuto un gran rilievo ed è stata destinata alle pagine interne.
Sempre ieri si è appreso che non è vero come si è sempre pensato che la musica avvicina a Dio, anzi, per alcuni è talmente colpevole di allontanarci da lui, che un mite suonatore di tamburi, strumento tipico della musica afgana, è stato lapidato davanti agli occhi atterriti del figlioletto. Si chiamava Nazar Gul, aveva 35 anni, ed amava così tanto il suono potente del suo Dohl, il tamburo tradizionale della sua terra, da aver sfidato uno dei tanti divieti, il cui rispetto dovrebbe condurre al Paradiso, nelle convinzioni degli assassini di quell’innocente musicista.
Sempre nelle pagine interne dei giornali si è letto in questi giorni dell’approvazione alla Camera di una legge liberticida e sciagurata, che ispirata da una servile preoccupazione di tutelare più i governanti dei governati, limita il diritto di cronaca, violando l’articolo 20 della Costituzione, che sancisce che la stampa non è sottoposta ad alcuna autorizzazione e censura. Nonostante il palese contrasto fra tale legge e la Carta costituzionale è stata votata quasi all’unanimità senza sollevare scandalo, come riferiscono i sintetici resoconti.
Al contrario, una grande evidenza è stata data a Fabio Mussi, che ha informato il congresso dei Ds a Firenze, che lui si ferma lì e che non intende rimanere con i compagni con cui ha finora condiviso il cammino, perché la strada che vogliono fare non gli piace. Che cosa abbia inteso con quel “lì”, non si è capito, forse una sorta di Limbo politico tra un partito che non c’è più e uno che nascerà morto.
Voi non ci crederete, ma all’abolizione del Limbo di Dio i giornali hanno dedicato un titolino taglio basso e a quello di Mussi tre pagine e mezzo.

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